Relazione - Comune di Cernobbio
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Relazione - Comune di Cernobbio
COMUNE DI CERNOBBIO Individuazione del reticolo idrico minore Definizione delle relative fasce di rispetto e delle attività vietate o soggette ad autorizzazione all'interno delle stesse RELAZIONE aggiornamento novembre 2005 1 - PREMESSA In conformità all'incarico conferito dall'Amministrazione Comunale di Cernobbio, si è proceduto alla verifica delle condizioni degli alvei dei corsi d'acqua ascrivibili al reticolo idrico minore, al fine di ottemperare a quanto previsto dalla DGR n. 7/7868 del 25/01/2002, successivamente modificata dalla DGR n. 7/13950 del 1/8/2003, in ordine all’individuazione delle fasce di rispetto di tali corsi d’acqua ed alla definizione delle attività vietate o soggette ad autorizzazione comunale. L'indagine si è articolata nelle seguenti fasi: esame della documentazione cartografica disponibile; effettuazione di rilievi di campagna mirati alla verifica delle condizioni degli alvei; elaborazione dei relativi documenti cartografici di sintesi; stesura della presente relazione, con illustrazione dei documenti cartografici. 2 - GEOLOGIA E GEOMORFOLOGIA Il territorio comunale di Cernobbio comprende una porzione meridionale, rappresentata dal fianco sinistro della valle del Torrente Breggia, ed una porzione settentrionale, rappresentata da un settore di versante affacciato sulla sponda occidentale del ramo comasco del Lario. La Valle del Breggia, impostata lungo un'importante linea tettonica con orientazione ovest nord ovest - est sud est, risulta delimitata a nord dalle pendici del Monte Bisbino e a sud dalla dorsale Tavernola-Sagnino, la cui ossatura rocciosa è costituita in entrambi i casi dai litotipi ascrivibili all’unità denominata ”Calcare di Moltrasio”. Questa formazione, di età liassica (Hettangiano-Pliensbachiano; 190175 milioni di anni), è legata ad un ambiente di sedimentazione pelagico (mare calmo e molto profondo) e raggiunge uno spessore di oltre 3000 m (bacino sedimentario del Monte Generoso, ad elevata subsidenza). E' costituita da calcari e calcari marnosi di colore grigio scuro (grigio chiaro sulla superficie alterata), leggermente bituminosi, ben stratificati, con sottili interstrati marnosi (più frequenti nella porzione sommitale) e con liste e noduli di selce bruna. Il fianco meridionale della vallata, a quote comprese tra 240 e 300 m circa sul livello del mare, e' sovente occupato da fasce di depositi limosi varvati, con sottili intercalazioni sabbiose, che rappresentano i lembi relitti di un antico fondo lacustre, sfuggiti all'azione erosiva dei corsi d'acqua. Le morfologie che caratterizzano la zona risultano influenzate anche dall'azione modellatrice esercitata in età pleistocenica dai ghiacciai alpini; essa si colloca infatti nel settore un tempo interessato dalla coalescenza tra due ramificazioni minori delle lingue glaciali del Ceresio e dell'Adda. I sedimenti depositati dai fronti glaciali nelle fasi di ritiro delle varie pulsazioni, costituiti da accumuli caotici di blocchi e ciottoli immersi in abbondante matrice sabbioso-limosa, bordano tuttora, per ampi tratti, i fianchi dei rilievi che delimitano il solco vallivo principale (depositi glaciali). L’estesa piana del Torrente Breggia è invece occupata da depositi alluvionali di prevalente natura ghiaioso-sabbiosa. Nella porzione di versante affacciata sul Lario, l'acclività del pendio, molto accentuata nel settore basale affacciato sul lago, tende ad attenuarsi sensibilmente verso monte, tra le quote di 300 e 500 m s.l.m., risultando particolarmente blanda in corrispondenza dei poggi che ospitano gli abitati di Piazza S. Stefano, Asnigo e Rovenna. L'ossatura del rilievo è costituita anche in questo caso dai litotipi del Calcare di Moltrasio. La roccia affiora diffusamente lungo le aspre pareti che occupano la porzione basale del versante, mentre, nei settori ad acclività più contenuta, risulta sovente occultata da una sottile coltre di depositi eluvio-colluviali (non cartografati), derivati dall'alterazione fisico-chimica della roccia e costituiti da frammenti calcarei spigolosi immersi in matrice limo-argillosa. Nel medio versante, si rinvengono invece lembi di spessore significativo di depositi glaciali (Rovenna) e fluvioglaciali (Casnedo-Asnigo). I primi sono costituiti da sabbie e limi inglobanti ciottoli e blocchi eterometrici di prevalente natura cristallina, mentre i secondi sono rappresentati da ghiaie e ciottoli molto addensati, in subordinata matrice sabbiosa, spesso caratterizzati da un apprezzabile grado di cementazione. Il basso versante e la zona costiera sono invece occupati dalle conoidi alluvionali dei torrenti Greggio, Colletta e Garovo, costituite da sedimenti di prevalente natura ghiaioso-ciottolosa. 3 - IDROGEOLOGIA Le caratteristiche idrogeologiche dell'area sono connesse alla natura litologica ed allo spessore dei depositi che ne costituiscono la sequenza stratigrafica tipo. Il substrato roccioso, che costituisce la base della serie, e' rappresentato da calcari giurassici, le cui caratteristiche di permeabilità sono strettamente correlate al grado di fratturazione. Visibile in affioramento sui versanti che delimitano il bacino del Lario e la piana del Breggia, la roccia si approfondisce sensibilmente nel settore centrale della piana alluvionale del corso d’acqua, al di sotto di un potente accumulo di depositi continentali sciolti di varia natura, legati all'azione deposizionale degli scaricatori glaciali e dei corsi d'acqua attuali. In questo settore, il substrato lapideo è dapprima sovrastato da depositi sabbiosoghiaiosi e conglomeratici di probabile origine fluvioglaciale, rinvenuti nelle perforazioni sino a profondità superiori a 180 m dal piano campagna. Questi orizzonti rappresentano il secondo acquifero della zona, contraddistinto da un discreto grado di protezione dagli inquinamenti e da una buona produttività, grazie anche ai cospicui contributi provenienti dai circuiti carsici che interessano il substrato roccioso; la sua superficie piezometrica si livella a profondità prossime ai 50 m dal piano campagna. Superiormente, all'incirca tra 40 e 20 m di profondità, si rileva la presenza di depositi limo-argillosi di origine lacustre, che, in ragione della loro bassa permeabilità, separano il secondo acquifero dal primo. Quest'ultimo e' infine rappresentato dalla coltre superficiale di sedimenti prevalentemente sabbioso-ghiaiosi di origine alluvionale, il cui spessore, estremamente esiguo nel settore occidentale, cresce gradualmente verso lo sbocco nel Lario; il pelo libero della falda superficiale si livella a pochi metri dal piano campagna e risulta pesantemente condizionato dalle oscillazioni del livello lacustre. L'abbondante alimentazione (lago, Breggia, circuiti carsici) e l'elevata permeabilità dei depositi che lo costituiscono, fanno sì che il primo acquifero sia contraddistinto da una elevata produttività, cui fa' peraltro riscontro un’alta vulnerabilità agli inquinamenti. 4 - DETERMINAZIONE DEL RETICOLO IDRICO MINORE Fra i corsi d’acqua che interessano il territorio comunale di Cernobbio, i competenti uffici della Regione Lombardia hanno ascritto al reticolo principale l’intero corso del T. Breggia. I riferimenti a questo riguardo si trovano nell’elenco dell’Allegato A - Torrente Breggia, numero progressivo CO030 e numero iscrizione eI. AAPPA 165 - che costituisce parte integrante e sostanziale della deliberazione n. 7/13950 del 1/08/2003 (che sostituisce l’elenco di cui all’Allegato A della deliberazione 7/7868 del 25/01/2002). Tale corso d'acqua, il maggiore per portata e lunghezza fra quelli presenti sul territorio comunale di Cernobbio, nasce dai versanti del Monte Generoso e dispone di un ampio bacino di alimentazione che si sviluppa per gran parte in territorio elvetico. Il torrente scorre nella serie del Calcare di Moltrasio fino all’altezza di Balerna per poi erodere il substrato fino al Villafranchiano. Il suo sviluppo in Comune di Cernobbio e’ dell’ordine di 1.7 km, con direzione di deflusso ovest-est. Sugli elaborati grafici allegati a queste note, lungo il suo margine stabile in sinistra idrografica - rappresentato da un argine continuo in muratura - e’ stata comunque indicata una fascia di rispetto di 10 metri d’ampiezza. I diversi corsi d’acqua che drenano le pendici del Monte Bisbino, scendendo lungo valli sub parallele con direzione nordovest-sudest, lunghezze modeste e bacini limitati, costituiscono invece il reticolo idrico minore di competenza comunale. Sono stati ascritti a quest’ultimo sussistendo almeno una delle seguenti condizioni: siano indicati come demaniali nelle carte catastali o in base alle normative vigenti; siano stati oggetto di interventi di sistemazione idraulica con finanziamenti pubblici; siano interessati da derivazioni d’acqua; siano rappresentati come corsi d’acqua nelle cartografie ufficiali (IGM,CTR). Ciascun corso d'acqua è stato associato in modo univoco ad un codice alfanumerico, contraddistinto da due lettere - derivate dalle iniziali del torrente (nel caso frequente di corso d’acqua mancante di denominazione precisa e’ stata utilizzata la particella “To” abbreviazione di torrente) - e da tre cifre, la prima delle quali è associata al torrente principale, mentre le rimanenti indicano - in successione - gli affluenti da monte verso valle. Nella tabella allegata, per ciascun corso d’acqua, sono riassunti: la denominazione ufficiale (desunta, se esistente dall’aerofotogrammetrico comunale e/o dalla mappa catastale); il codice identificativo; lo sviluppo in lunghezza (all’interno del territorio comunale); dalla C.T.R., le coordinate Gauss-Boaga del punto più a monte e del punto più a valle (qualora il corso d'acqua si sviluppasse anche all'esterno del territorio comunale, queste ultime sono riferite al punto d'intersezione con il confine comunale); l’origine del dato (cartografia ufficiale: aerofotogrammetrico comunale, C.T.R., I.G.M.; mappa catastale). Gli alvei individuati sono i seguenti. Torrente lungo il confine con la Svizzera (To100) Lunghezza del corpo principale: 1.450 km. La direzione di deflusso del corso d’acqua è sudovest - nordest. E’ stato inserito nel reticolo idrico minore in quanto individuato su tutte le carte ufficiali, comprese le mappe catastali. Oltre al corpo idrico principale, che entra poi in Svizzera, sono presenti diversi affluenti con lunghezze di varie centinaia di metri. In condizioni ordinarie gli apporti idrici risultano decisamente scarsi, ospitando abbondanti deflussi idrici solo in concomitanza di intense precipitazioni meteoriche. Torrente che scorre lungo il confine con Moltrasio (To200) Lunghezza del corpo principale: 1.210 km. La direzione di deflusso è sudest - nordovest. E’ stato inserito nel reticolo idrico minore in quanto individuato su tutte le carte ufficiali, comprese le mappe catastali. Il corso d’acqua, cui si connettono modesti tributari, drena i versanti settentrionali del Monte Bisbino al pari del precedente, entro cui confluisce in corrispondenza del confine con la Confederazione Elvetica. Torrente Greggio (Gr100) Lunghezza del corpo principale 5.900 km. La direzione di deflusso del corso d’acqua è dapprima est-ovest, indi nord-sud ed infine nordovest-sudest. E’ stato inserito nel reticolo idrico minore in quanto individuato, insieme ad alcuni dei suoi numerosi affluenti, su tutte le carte ufficiali comprese le mappe catastali. I restanti affluenti sono stati ascritti al reticolo idrico minore in quanto rappresentati sulla sola cartografia ufficiale. L’estensione areale del bacino - nel caso in cui si consideri anche il bacino del 2. torrente Coletta, suo tributario di sinistra - è di circa 7 km La porzione più a monte del bacino presenta un notevole numero di affluenti, ad andamento pressoché rettilineo e quasi sempre perpendicolare al corso principale, che drenano i versanti della valle, con lunghezze che solo in rari casi superano i 500 m. La porzione terminale del torrente, fin in prossimità di Piazza Risorgimento, è stata completamente tombinata per un tratto di circa 520 m. In prossimità della confluenza con il torrente Coletta è stato realizzato un lungo tratto di muro spondale e sono state poste in opera due briglie al fine di ridurre la velocità di deflusso delle acque. Lungo l’alveo sono presenti alcuni scarichi dai quali, da un primo riscontro visivo ed olfattivo, non si evincono pero' informazioni sullo stato delle acque. In quanto presente sulle mappe catastali, con la sigla Gr140, evidenziato in carta un tratto ormai privo di valenza idraulica. e' stato altresi’ Roggia del cimitero di Via Carcano / Via Isonzo (Gr139 - affluente di destra del T. Greggio) Lunghezza corso principale (compresi i numerosi tratti intubati): 0.830 km. La direzione di deflusso del corso d’acqua è dapprima in direzione nord ovest - sud est ed infine ovest-est. E’ stato inserita nel reticolo idrico minore in quanto individuata sulle mappe catastali. Si tratta di una roggia per diversi tratti coperta, che raccoglie le acque di alcuni scarichi fognari; le porzioni a cielo aperto presentano diversi tratti confinati da muri spondali. Dapprima intubata sotto Via Sabotino, la roggia viene a giorno in corrispondenza dell'incrocio con Via Piave, scorre lungo quest’ultima per un breve tratto (60 m), indi torna ad immettersi in un secondo tratto intubato per essere nuovamente visibile a monte della Via Isonzo. Costeggia poi Via Don Minzoni per confluire nel Greggio in sottopasso lungo Via XXV aprile. Il suo tratto originario a valle di quest’ultima risulta oggi privo di valenza idraulica. Mentre in condizioni ordinarie l’acqua è presente solo nel primo tratto dell’alveo, in concomitanza degli eventi meteorici l’aumento di portata tende ad incrementare un fenomeno di erosione spondale che si individua nel tratto mediano della sponda destra. Nella porzione più a valle, al fine di diminuire la velocità della corrente, e quindi la sua capacità erosiva, sono state costruite due briglie. Da un primo riscontro visivo ed olfattivo si desume - anche in questo caso - una qualità delle acque virtualmente scadente. Torrente Coletta (Cl100) Lunghezza del corpo principale 3.610 km. La direzione di deflusso del corso d’acqua è dapprima nordest-sudovest poi nordovest-sudest. E’ stato inserito nel reticolo idrico minore in quanto individuato, insieme ad alcuni dei suoi numerosi affluenti, su tutte le carte ufficiali comprese le mappe catastali. Sono stati parimenti ascritti al reticolo idrico minore anche i restanti tributari rappresentati solo sulla cartografia ufficiale. Contraddistinto da un da un pattern di drenaggio da angolato a subdendritico (che testimonia di un controllo strutturale abbastanza marcato) molto simile al T. Greggio, si immette in quest’ultimo in corrispondenza dell’intersezione tra le vie Noseda e alla Valle, tra Stimianico e Luogo della Valle. Piu’ a monte, notevole, anche in questo caso, lo sviluppo delle aste minori, con andamento pressoché rettilineo, quasi sempre perpendicolare al corso principale e lunghezze che solo in rari casi superano i 500 m. Da un primo riscontro visivo ed olfattivo si desume una qualità delle acque apparentemente buona. Torrente lungo il confine con Moltrasio (To300) Lunghezza del corpo principale 0.775 km. La direzione di deflusso del corso d’acqua è nordovest-sudest. E’ stato inserito nel reticolo idrico minore in quanto individuato su tutte le carte ufficiali comprese le mappe catastali. In assenza di piogge gli apporti idrici risultano decisamente scarsi. Roggia di Rovenna (To400) Lo sviluppo del corpo principale e’ prossima ai 1.145 metri, con un primo tratto orientato nord-sud ed un secondo, interno al compendio di Villa d’Este, orientato nord ovest - sud est. Ad esso recapita un tributario di tracciato oltremodo incerto, per lunghi tratti intubato, che interseca piu’ volte il tracciato della Via Libertà' dopo essersi originato nell’ambito del concentrico di Rovenna. E' stata inserita nel reticolo idrico minore in quanto individuate, quantomeno per tratti, sulla cartografia ufficiale. In quanto presente sulle mappe catastali, e' stato altresi’ evidenziato in carta un tratto ormai privo di valenza idraulica (To403). I fianchi dell’alveo risultano in larga misura protetti da muri spondali. Torrente Garovo (Ga100) Lunghezza del corpo principale 1.960 km. Direzione prevalente di deflusso nord nord ovest - sud sud est. E’ stato inserito nel reticolo idrico minore in quanto individuato, su tutte le carte ufficiali comprese le mappe catastali. Le portate, pressoché nulle nella porzione montana, tendono ad aumentare procedendo verso lo sbocco nel lago anche per la presenza di numerosi scarichi. L’alveo, in qualche punto di ampiezza significativa (riconoscibile anche catastalmente), presenta numerosi attraversamenti ed e’ stato a suo tempo regimato con la posa in opera di cinque briglie. L’ultimo tratto, a valle della Regina, risulta interamente protetto da muri spondali. Roggia Molinara (Mo100) Lunghezza corso principale (compresi i numerosi tratti intubati): 2.075 km. Direzione di deflusso ovest-est. E’ stata inserita nel reticolo idrico minore in quanto individuata su tutte le carte ufficiali, comprese le mappe catastali. La roggia, proveniente da Maslianico, ha un’origine antropica, essendo stata creata per garantire l’approvvigionamento idrico alle numerose industrie presenti ed essere utilizzata come forza motrice per i mulini situati lungo l’alveo. Il corso d’acqua ha subito notevoli trasformazioni, diversi sono i tratti intubati e le porzioni delimitate da muri spondali. Attualmente i tratti a cielo aperto sono decisamente limitati e l’alveo, totalmente pavimentato, presenta una larghezza comunque compresa entro i 2 ml. Gli scarichi presenti lungo il tracciato sono numerosi e le loro immissioni costituiscono una considerevole porzione delle portate ordinarie. Anche al solo riscontro visivo ed olfattivo, si desume una qualità delle acque decisamente scadente. Nell’ambito del comparto di Villa Erba, il tracciato della roggia è stato ridefinito in concomitanza dei lavori di realizzazione dei padiglioni espositivi ed il corso d’acqua risulta visibile solo per brevi tratti prima dello sbocco nel lago. Il vecchio tracciato (Mo104), seppur privo di valenza, idraulica è stato comunque evidenziato in carta in quanto presente sulle mappe catastali. Lo stesso dicasi anche per il tratto individuato con la sigla Mo103 a valle dello scolmatore che smaltisce nel Breggia gli apporti della derivazione (Mo102) lungo Viale Matteotti. Roggia di Nolcino (To500) La lunghezza apprezzabile del corso d’acqua, a monte del tombotto lungo la Via Montello entro cui sparisce, e’ dell’ordine dei 160 metri, con direzione prevalente di deflusso nord-sud. E’ stata inserita nel reticolo idrico minore in quanto presente sulla cartografia ufficiale al pari del suo unica tributario di sinistra. Si tratta di una roggia di ridotte dimensioni quasi completamente intubata, utilizzata attualmente come collettore fognario, che, con ogni probabilita’, recapita al Breggia scorrendo al di sotto dell’ultimo tratto della Via Montello. Torrente Cosio (Cs100) Lunghezza corso principale: 1.125 km La direzione di deflusso del corso d’acqua è nord-sud. E’ stato inserito nel reticolo idrico minore in quanto presente sulla cartografia ufficiale. Il corso d’acqua si sviluppa all’interno di una vallecola poco incisa che scende lungo il versante meridionale del rilievo che ospita il piccolo nucleo di Croce dell’Uomo (per salire poi sino al Culmine del Pizzo), per poi sotto passare la roggia Molinara in corrispondenza del confine con Maslianico. Ricompare poi scorrendo parallelamente alla Via Sauro, per proseguire poi intubata sino a confluire nel Breggia dopo aver attraversato Viale Matteotti. Presenta regime tipicamente torrentizio, con portate molto limitate in assenza di piogge. In passato veniva alimentato anche da una sorgente carsica posta a 450 m s.l.m., che erogava una portata di 10 l/s e che attualmente è stata captata dalla rete idrica comunale. In seguito all’evento alluvionale del maggio 2002 si sono verificati fenomeni di esondazione in prossimità del tratto intubato che passa sotto la roggia Molinara. L’apporto di scarichi fognari lungo il tratto terminale della roggia produce un aumento delle portate ed un notevole peggioramento della qualità delle acque. L’intero tratto entro la piana alluvionale e’ regimato da muri spondali. 5 - FASCE DI RISPETTO Sulla base dei rilievi effettuati sul terreno e delle informazioni raccolte, in accordo con i criteri indicati dalla DGR n. 7/7868 del 25/01/2002, sono state definite le fasce di rispetto del reticolo idrico minore (Allegati 1a, 1b, 1c e 1d - scala 1:2000), allo scopo di garantire ovunque un’idonea area di salvaguardia, evitando al contempo eccessive penalizzazioni dell’abitato. Nell’ambito dell’area urbanizzata del Comune di Cernobbio, lungo tutti i corsi d’acqua, e’ stata definita una fascia di ampiezza pari a 4 metri che, normalmente, si amplia a 10 metri nel tratto montano. L’evento alluvionale del novembre 2002 ha determinato la riattivazione di alcuni dissesti quiescenti e la formazione di nuovi, evidenziando i rischi connessi ad un’inadeguata salvaguardia delle aree urbanizzate. L’istituzione delle succitate fasce di rispetto, con le relative limitazioni d’uso, non deve essere pertanto percepita come una mera penalizzazione delle possibilità edificatorie, ma come un provvedimento di tutela delle persone e delle opere rispetto alla naturale evoluzione morfodinamica degli alvei. 6 - CONCLUSIONI Con la determinazione del reticolo idrico minore il Comune di Cernobbio prende in carico le competenze di polizia idraulica specificatamente delegate dalla Regione con la L.R. 1/2000 e la D.G.R. n. 7/7868 del 25/01/2002, successivamente modificata dalla D.G.R. n. 7/13950 del 01/08/2003. Oltre alla regolamentazione delle attività in fregio ai corsi d’acqua e in aree soggette a problematiche di carattere idraulico, il Comune destina risorse per la manutenzione del reticolo idrografico anche con quanto messo a disposizione dai canoni di polizia idraulica. Le indicazioni gia' disponibili in ordine alle principali situazioni di dissesto e degrado idrogeologico e ambientale costituiscono i primi elementi per individuare le priorità d'intervento.