La formazione manageriale dei Dirigenti Sanitari di II livello
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La formazione manageriale dei Dirigenti Sanitari di II livello
La formazione manageriale dei Dirigenti Sanitari di II livello Dalla definizione di un profilo di competenza alla proposta formativa Elide Azzan, Mario Cardano, Giuseppe Costa, Giovanni Renga, Sergio Tonelli Fondazione Smith Kline 1. Introduzione Il processo di riorientamento che sta interessando il Servizio Sanitario Nazionale introduce nel settore criteri e principi tipici della gestione imprenditoriale per conseguire efficacia, efficienza e qualità nella erogazione dei servizi. Esso comporta un’applicazione importante delle scienze economico-gestionali ed organizzative nel campo della tutela della salute e, necessariamente, il coinvolgimento diretto dei dirigenti sanitari di II livello cui viene richiesto lo sviluppo di conoscenze, competenze ed atteggiamenti tipicamente manageriali (Spinsanti, 1997). Dal punto di vista normativo, funzioni e responsabilità del II livello della dirigenza del ruolo sanitario sono reperibili principalmente in quanto disposto dal D.Lgs. 502/92, modificato e integrato dal successivo D.Lgs. 517/93, e dal D.Lgs. 29/93 (Costanzo, 1997). In virtù del primo di tali provvedimenti - art.15 del D.Lgs. 502/92 - al dirigente di II livello “... sono attribuite funzioni di direzione e organizzazione della struttura...; spettano, in particolare al dirigente medico... gli indirizzi e, in caso di necessità, le decisioni sulle scelte da adottare nei riguardi di interventi preventivi, clinici, diagnostici e terapeutici...” Per quanto concerne la responsabilità, lo stesso art.15 rimanda all’art.20 del D.Lgs. 29/93 secondo cui “...I dirigenti generali e i dirigenti (tutti i dirigenti, n.d.a.) sono responsabili del risultato dell’attività svolta dagli uffici ai quali sono preposti, della realizzazione dei programmi e dei progetti loro affidati in relazione agli obiettivi dei rendimenti e dei risultati della gestione finanziaria, tecnica ed amministrativa, incluse le decisioni organizzative e di gestione del personale.” Accanto, quindi, alle funzioni più squisitamente professionali, il legislatore ha voluto riconoscere al dirigente sanitario di II livello molteplici e rilevanti funzioni di carattere manageriale. In questo senso, il meccanismo di reclutamento e selezione delle risorse dirigenziali, non può più considerarsi compatibile con un sistema rinnovato che pone sempre più in competizione, se non in concorrenza, le strutture pubbliche con le strutture private e le stesse strutture pubbliche tra di loro (D’Ari, 1998). Né il pregresso sistema concorsuale per titoli ed esami della legge Mariotti, della 833/78 e del D.P.R. 761/79, né l’esame di idoneità previsto dal D.Lgs. 502/92 rappresentano oramai una risposta coerente con le mutate esigenze di scenario. Con il D.P.R. 484/97 è stata pertanto elaborata una nuova disciplina che determina i requisiti per l’accesso all’incarico di direzione sanitaria aziendale ed i requisiti e i criteri per l’accesso al II livello dirigenziale del ruolo sanitario tenendo conto della necessità di semplificare le procedure di selezione da un lato e di tutelare il pregresso ordinamento dall’altro. L’aspetto più innovativo del regolamento è rappresentato dal possesso di un attestato di formazione manageriale conseguito con la frequenza ed il superamento di corsi finalizzati all’acquisizione di “... capacità gestionale, organizzativa e di direzione...” (art.7). Per l’attuazione di tale norma, presso il Dipartimento delle professioni sanitarie, delle risorse umane e tecnologiche in sanità e dell’assistenza sanitaria di competenza statale del Ministero della Sanità è stato istituito un gruppo di lavoro per lo studio e l’elaborazione di proposte finalizzate alla definizione dei contenuti, della metodologia e della durata dei corsi. Le competenze da acquisire devono essere orientate “... all’organizzazione e gestione dei servizi sanitari, ai criteri di finanziamento ed ai bilanci, alla gestione delle risorse umane ed alla organizzazione del lavoro, agli indicatori di qualità dei servizi e delle prestazioni...”. Dieci ore dell’attività didattica complessiva stabilita dal decreto (“...non inferiore a 100 ore...”) deve essere destinata alla Sanità Pubblica. La formazione manageriale, che il Piano Sanitario Nazionale 1998-2000 ribadisce dover essere “... potenziata e rivolta alle categorie di operatori più direttamente impegnate nella gestione delle risorse e dei servizi, con precipua attenzione alle tecniche gestionali e alla promozione della qualità ...”, diventa, quindi, parte rilevante del background culturale e professionale del nuovo dirigente sanitario. Ma su quale profilo di competenza, funzioni ed attività specifiche orientare il programma formativo? E come condurre un’analisi dei bisogni formativi efficace e coerente? La Fondazione Smith Kline, tradizionalmente coinvolta in studi e ricerche sulle dinamiche formative degli operatori sanitari, si propone come punto di riferimento culturale ed organizzativo indubbiamente competente e competitivo. Riconosciuta dal 1987 “Centro di Collaborazione per la Formazione del Personale Sanitario” dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dal 1997 “Centro di Collaborazione in Management Ospedaliero”, si occupa ormai da molti anni di promozione della cultura in economia sanitaria e di valutazione delle tecnologie sanitarie. Sotto gli auspici dell’Ufficio Europeo dell’OMS, nel 1997 ha avviato un Progetto di Formazione in Management Ospedaliero con l’obiettivo di: • definire un profilo di competenza manageriale proprio del dirigente sanitario di II livello (o comunque del responsabile di unità operativa) attraverso il contributo ed il consenso di esperti e di testimoni privilegiati individuati tra chi già ricopre il ruolo, chi aspira a ricoprirlo ed i loro principali interlocutori (Direzione Generale, Direzione Sanitaria, etc); • condurre l’analisi dei bisogni formativi dei dirigenti sanitari di I livello che aspirano ad ottenere l’idoneità al II livello dirigenziale; • proporre e sperimentare un intervento formativo utilizzando i dati dell’indagine. In particolare, lo sviluppo di un percorso formativo attraverso una rete di docenti appartenenti da un lato al Collegio di Formazione Permanente della Fondazione e dall’altro alle stesse Aziende Sanitarie, permetterà di realizzare una diffusione dell’innovazione gestionale basata su modelli operativi sperimentali. 2. Presentazione dell’indagine e dei metodi Già nel corso di molteplici esperienze di formazione realizzate in anni recenti mediante ateliers di analisi organizzativa per dirigenti del SSN, si era avvertita l’esigenza di delineare un profilo del ruolo gestionale capace di includere l’intero spettro delle competenze non apprese nel tradizionale curriculum di formazione professionale e tuttavia necessarie per l’esercizio consapevole ed efficace delle funzioni dirigenziali. Un primo contributo in questa direzione è stato dato nel 1996 da un gruppo di lavoro promosso dalla Fondazione Smith Kline. Questo gruppo ha condotto una indagine Delphi a livello nazionale ed ha prodotto un profilo di competenza del Dirigente dei Servizi di Prevenzione articolato in 7 campi (ISPESL / FSK, 1997). Successivamente, nel corso di un Seminario sulla Leadership promosso dall’Azienda USL Rm C e realizzato a Farfa nel giugno 1997, è stato definito con ampio consenso un Profilo delle competenze gestionali dei Dirigenti di organizzazioni sanitarie articolato in 6 campi. Questo Profilo, validato e integrato in altri Corsi di Formazione per Dirigenti di Aziende USL e Ospedaliere, è stato assunto come punto di riferimento per la costruzione del questionario utilizzato nel Progetto di Formazione in Management Ospedaliero. Promosso dalla Fondazione Smith Kline in collaborazione con l’Ufficio Europeo dell’OMS, il Progetto si articola in una prima fase preliminare di ricerca (l’indagine) ed in una seconda di intervento (il percorso formativo). 2.1 Il campione L’indagine è stata condotta presso 11 delle 22 Aziende Sanitarie (in prevalenza Ospedaliere) selezionate dalla Fondazione Smith Kline, le quali si sono rese disponibili a partecipare attivamente al Progetto. In ciascuna di esse è stato individuato un campione costituito da 17 soggetti comprendenti: • il Direttore Generale dell’Azienda, • n°1 Dirigente Sanitario di II livello e n°1 Dirigente Sanitario di I livello appartenenti alle unità operative di: Medicina Generale Chirurgia Generale Ostetricia/Ginecologia Medicina Specialistica Chirurgia Specialistica DEA/Rianimazione Laboratorio Radiologia 2.2 Lo strumento d’indagine Nell’indagine è stato utilizzato un questionario autocompilabile nel quale sono state proposte 6 aree di competenza individuate attraverso un’analisi documentale dell’esperienza dei Corsi citati in precedenza, e revisionata con l’aiuto di esperti e testimoni privilegiati per definire il profilo professionale del Dirigente Sanitario di II livello (Amietta, 1993; Beccastrini, 1996; Galgano, 1996; Morgan, 1989; Pearn e Kandola, 1995; Zanetti, 1996). Ciascuna area comprende un insieme di competenze specifiche (totale 56): 1. Gestire la ricerca 6 competenze 2. Gestire significati 1 competenza 3. Gestire informazioni e comunicare 15 competenze 4. Gestire progetti, processi e valutazioni 12 competenze 5. Gestire persone e relazioni 14 competenze 6. Gestire budget 8 competenze Aree e relative competenze sono riportate di seguito in dettaglio, così come proposte nel questionario somministrato ai soggetti del campione. 1. 1.1 1.2 1.3 1.4 1.5 1.6 2. 2.1 GESTIRE LA RICERCA Individuare campi di ricerca (es. epidemiologica) pertinenti alle finalità della propria Unità Operativa (U.O.) Progettare attività di ricerca Gestire le procedure di consultazione di agenzie che finanziano attività di ricerca Impostare e gestire una funzione di supporto per la consulenza tecnico-scientifica Promuovere l’ingresso della propria U.O. in reti di ricerca Individuare canali di pubblicizzazione delle ricerche effettuate GESTIRE SIGNIFICATI Definire vision e mission della propria U.O. coerenti con quelle dell’Azienda 3. 3.1 3.2 3.3 3.4 3.5 3.6 3.7 3.8 3.9 3.10 3.11 3.12 3.13 3.14 3.15 4. 4.1 4.2 4.3 GESTIRE INFORMAZIONI E COMUNICARE Rendere omogenei e comprensibili a tutti il linguaggio e i modelli di analisi dell’organizzazione utilizzati nell’ U.O. Diffondere vision e mission della propria U.O. garantendone la coerenza con quelle aziendali Impostare il Sistema Informativo (in, inside, out) della propria U.O. garantendone la coerenza con quello aziendale e orientandolo alle finalità di ruolo dell’U.O. e al Miglioramento Continuo della Qualità (MCQ) Analizzare e interpretare la domanda relativa alla propria U.O. Valutare e utilizzare informazioni finalizzate alla gestione organizzativa e tecnica dell’U.O. Identificare i problemi organizzativi della propria U.O. Identificare i problemi di salute pertinenti alle funzioni della propria U.O. Fornire consulenza di processo ai collaboratori orientandoli al miglioramento della qualità Identificare e definire il ruolo degli interlocutori della propria U.O. (esterni ed interni all’Azienda) in base agli obiettivi di salute della comunità ed alla mission dell’U.O. Presidiare i processi di comunicazione tra l’U.O. e i propri interlocutori Strutturare la Carta dei Servizi della propria U.O. e presidiarne aggiornamento e pubblicizzazione Condurre strategie di comunicazione appropriate agli obiettivi e agli interlocutori Impostare e gestire una funzione di supporto per l’accesso all’informazione tecnico-scientifica Riconoscere l’architettura ed i principi della legislazione sul Servizio Sanitario Nazionale Gestire e diffondere le indicazioni comprese nella normativa contrattuale vigente GESTIRE PROGETTI, PROCESSI E VALUTAZIONI Individuare e selezionare problemi in base a criteri di buona qualità Selezionare le priorità tra i problemi utilizzando tecniche di comparazione costo-risultato Formulare progetti operativi rispondenti a criteri di buona qualità di tutte le componenti (analisi del problema, stima di fattibilità, obiettivi specifici, piano operativo, piano di valutazione) 4.4 Predisporre atti deliberativi 4.5 Individuare risorse disponibili o negoziabili nel contesto 4.6 Selezionare, tra quelle disponibili o negoziabili nel contesto, le tecnologie appropriate per la soluzione di problemi pertinenti al mandato 4.7 Organizzare i processi tecnici e gestionali attraverso la definizione e la diffusione di linee guida di buona qualità 4.8 Definire ed esplicitare criteri, indicatori e standard di riferimento ed i livelli soglia accettabili 4.9 Effettuare valutazioni di struttura, di processo e di risultato utilizzando criteri espliciti 4.10 Identificare i bisogni formativi propri e dei propri collaboratori 4.11 Progettare e valutare percorsi formativi rispondenti ai criteri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità 4.12 Valutare l’impatto delle attività formative promosse/realizzate 5. 5.1 5.2 5.3 5.4 5.5 5.6 5.7 5.8 5.9 5.10 5.11 5.12 5.13 GESTIRE PERSONE E RELAZIONI Promuovere identità e senso di appartenenza alla propria U.O. e all’Azienda Attribuire compiti, responsabilità, poteri e risorse valutando attitudini, competenze e motivazioni Valorizzare attitudini, competenze, impegno e risultati Coinvolgere i collaboratori nella costruzione di progetti Gestire un sistema premiante orientato alla qualità esplicitandone i criteri Preparare e condurre riunioni e gruppi di lavoro Promuovere e pianificare la formazione permanente orientata alla qualità Gestire direttamente momenti formativi specifici Gestire relazioni interpersonali e conflitti, negoziare, presidiare il clima Costruire e mantenere una rete di relazioni esterne all’U.O. Promuovere e sviluppare processi di valutazione tra pari Gestire quali/quantitativamente la dotazione organica di collaboratori necessari per il funzionamento appropriato dell’U.O. Promuovere lo sviluppo professionale e di carriera dei collaboratori 5.14 Collaborare con gli altri dirigenti per sviluppare le linee strategiche aziendali 6. 6.1 6.2 6.3 6.4 6.5 6.6 6.7 6.8 GESTIRE BUDGET Identificare i centri di responsabilità e di costo Analizzare la scheda di budget Verificare le risorse disponibili Valutare la congruità delle risorse in rapporto ai risultati conseguiti Definire gli obiettivi di budget con criteri di qualità coerenti con il piano strategico aziendale Negoziare il budget Assegnare quota parte ai centri di costo Monitorare processi e risultati Per ciascuna delle competenze sono state sottoposte tre domande: a. Rilievo attribuito alla competenza rispetto al conseguimento di obiettivi di attività b. Grado stimato di dominio personale della competenza (per i Dirigenti Sanitari di I e II livello) oppure Grado stimato di dominio della competenza nella media dei Dirigenti Sanitari della Sua Azienda (per i Direttori Generali) c. È opportuno includere questa competenza nel percorso formativo per Dirigenti Sanitari di II livello? Per i quesiti a e b, le risposte sono state codificate come riportato di seguito: 1. insignificante - nullo 2. minimo - scarso 3. modesto - sufficiente 4. importante - buono 5. completo - elevato Nella parte finale del questionario è stato predisposto uno spazio per consentire al compilatore di segnalare altre competenze considerate importanti oltre che eventuali commenti e/o suggerimenti. Fa seguito una sezione relativa ai dati socio-demografici. 2.3 La rispondenza Complessivamente hanno risposto 129 soggetti sui 187 individuati (69%) così distribuiti come da schema riportato nella pagina 40. Sul totale dei rispondenti (129): • 9 (7%) sono Direttori Generali, • 61 (47.3%) sono Dirigenti Sanitari di I livello e • 59 (45.7%) sono Dirigenti Sanitari di II livello. In prevalenza si tratta di uomini (88%) appartenenti alla fascia d’età 40-49 anni (43%). Il 51% di essi dichiara di aver partecipato negli ultimi due anni ad iniziative di formazione in management ospedaliero promosse principalmente dall’Azienda di appartenenza (28%). I dati di frequenza delle risposte ad ogni singola domanda posta nel questionario sono stati elaborati con programma Epi Info 6.0. Nella maggioranza dei casi è stata decretata l’opportunità di includere la competenza proposta nel percorso formativo; molto più variabili, invece, i punteggi attribuiti ai quesiti relativi al rilievo e al dominio (Tabella 2.1). Tabella 2.1 - Sintesi delle risposte al questionario fornite dal campione COMPETENZ A 1.1 1.2 1.3 1.4 1.5 1.6 2.1 3.1 3.2 3.3 3.4 3.5 3.6 3.7 3.8 3.9 3.10 3.11 3.12 3.13 3.14 3.15 4.1 4.2 4.3 RILIEVO (*) DOMINIO (*) 4.11 4.17 3.38 3.52 4.08 3.72 4.17 4.27 4.06 4.26 4.30 4.26 4.67 4.20 4.44 4.19 4.05 4.05 4.03 3.90 3.77 3.65 4.20 4.20 4.28 3.64 3.65 2.72 3.00 3.34 3.06 3.63 3.62 3.43 3.20 3.73 3.55 4.06 3.71 3.85 3.53 3.36 3.55 3.38 3.27 2.97 3.08 3.61 3.41 3.32 INCLUSIONE (**) 89.1 88.4 59.7 65.1 84.5 67.4 84.5 93.0 81.4 92.2 89.1 91.5 93.0 78.3 86.0 77.5 81.4 81.4 85.3 70.5 82.2 75.2 90.7 91.5 93.8 4.4 3.09 2.47 51.2 4.5 3.93 3.14 78.3 4.6 4.22 3.51 80.6 4.7 4.28 3.50 89.1 4.8 4.12 3.20 88.4 4.9 4.04 3.18 85.3 4.10 4.34 3.71 86.7 4.11 3.59 2.81 71.3 4.12 3.93 3.12 76.7 5.1 4.11 3.52 82.2 5.2 4.60 3.84 87.6 5.3 4.60 3.88 88.4 5.4 4.57 3.93 92.2 5.5 4.14 3.32 85.3 5.6 4.31 3.61 86.8 5.7 4.27 3.44 86.0 5.8 4.06 3.48 72.1 5.9 4.35 3.74 83.7 5.10 4.10 3.43 81.4 5.11 3.73 3.11 75.2 5.12 4.37 3.67 84.5 5.13 4.33 3.61 74.4 5.14 4.33 3.53 85.3 6.1 4.27 3.45 90.7 6.2 4.26 3.28 89.1 6.3 4.34 3.42 90.7 6.4 4.31 3.47 93.0 6.5 4.28 3.32 91.5 6.6 4.35 3.22 86.0 6.7 3.88 2.97 82.9 6.8 4.33 3.27 91.5 (*) punteggio medio di risposta su scala da 1 a 5 (**) % di consensi per l’inclusione della competenza nel percorso formativo Azienda Az. Ospedali Riuniti BERGAMO Questionari (n) 17 compilati (%) 13.2 Ist. Ortopedico Rizzoli BOLOGNA Az. Osped. Cannizzaro CATANIA Az. Osped. Arcispedale S.Anna FERRARA Az. Osped. Careggi FIRENZE Policl. Univer. Federico II NAPOLI Policlinico S. Matteo PAVIA USL 2 - Ospedale Martini TORINO USL Treviglio (BG) Osp. di Circolo e Fondazione Macchi VARESE 1 0.8 9 7.0 16 12.4 15 11.6 6 4.7 10 7.7 16 12.4 16 12.4 14 10.8 129 100 TOTALE 3. L’analisi delle competenze Allo scopo di individuare i tratti fondamentali del profilo professionale dei dirigenti sanitari, le risposte al questionario sono state sottoposte ad analisi fattoriale con programma statistico SAS. L’analisi è stata articolata in due fasi. L’individuazione dei fattori è stata dapprima condotta all’interno di ciascuno dei gruppi di competenze definiti dal questionario in sede di progettazione della ricerca. All’interno di ciascun gruppo è stata individuata la soluzione fattoriale più idonea a rappresentare la struttura delle competenze sia in termini di rilievo sia in termini di dominio. Nella fase successiva, l’analisi delle competenze è stata condotta senza tener conto del modo in cui — in sede di progettazione della ricerca — si è provveduto alla loro organizzazione per aree. L’analisi, cioè, è stata condotta sull’insieme di tutte le competenze considerate allo scopo di individuare, questa volta su base empirica, i raggruppamenti che meglio danno conto del profilo professionale dei dirigenti sanitari. 3.1 Le analisi di area L’analisi di area è finalizzata ad osservare come le risposte dei partecipanti ristrutturano l’organizzazione e la formulazione delle competenze costruite a priori sulla base di considerazioni concettuali e di precedenti esperienze attraverso il questionario. L’analisi di area è stata condotta su cinque delle sei aree tematiche considerate, poiché una di esse (“Gestire significati”) raccoglieva un solo item. Tutte le analisi sono state condotte utilizzando quale procedura di fattorializzazione il metodo Minres, proposto da Harman e Jones (1966), che ha quale funzione obiettivo la minimizzazione degli scarti (residui) tra la matrice di correlazione originaria e quella riprodotta a partire dai fattori estratti. Si tratta cioè di un metodo che tende a massimizzare la fedeltà delle soluzioni fattoriali di volta in volta ottenute ai dati originari. Con poche eccezioni, l’analisi fattoriale consente di individuare all’interno di ciascuna area tematica alcune sotto-dimensioni pertinenti, questo sia per il rilievo riconosciuto a ciascuna competenza sia per il dominio percepito per la stessa (Tabella 3.1). Tabella 3.1 - Analisi dei fattori compresi nelle aree di competenza e relativo peso secondo le caratteristiche dei rispondenti AREE TEMATICHE DEFINITE DAL QUESTIONARIO 1. GESTIRE LA RICERCA (§) SOTTO-AREE IDENTIFICATE DALL’ ANALISI FATTORIALE SUl CRITERIO DI RILIEVO DELLA COMPETENZA (*) Gestione ricerca S 2. GESTIRE Comunicazione INFORMAZIONI E Organizzazione COMUNICARE Contesto 3. GESTIRE PROGETTI, PROCESSI E VALUTAZIONI 4. GESTIRE PERSONE E RELAZIONI 5. GESTIRE BUDGET Formazione Valutazione Progettazione Gestione relazioni Gestione risorse umane Gestione budget SOTTO-AREE IDENTIFICATE DALL’ANALISI FATTORIALE SUL CRITERIO DI DOMINIO DELLA COMPETENZA (*) Politica della ricerca Ricerca in pratica F Organizzazione DSII G Contesto F* Comunicazione e DSI collaborazione Filosofia organizzativa Progettazione e G valutazione DSI Formazione e valutazione DSII Gestione relazioni Gestione risorse umane DSII F Gestione budget (§) S DSII* S DSII G F* DSII G F* DSII F* DSII* DSII* G DSII* (§) Caratteristiche dei rispondenti associate ai punteggi più elevati; l’asterisco* indica la significatività statistica dell’associazione (p<0.05) G = medico di divisione generalista S = medico di divisione specialistica F = competenza già coperta da iniziative di formazione della propria Azienda DSI = dirigente sanitario di I livello DSII = dirigente sanitario di II livello Nell’area “Gestire la ricerca”, mentre sul piano del rilievo si delinea un sola dimensione (un solo fattore), su quello del dominio sembra opportuno, come suggerito dalle risposte dei partecipanti, separare la ricerca in senso stretto da un lato e la politica della ricerca dall’altro, intendendo con politica della ricerca le attività di reperimento dei fondi e di promozione / diffusione dei risultati ottenuti. L’area “Gestire informazioni e comunicare” è quella per la quale la separazione in più ambiti sembra più urgente. Sotto il profilo del rilievo sono tre le dimensioni rilevanti: quella dell’informazione per la comunicazione, quella dell’informazione per l’organizzazione e da ultimo la conoscenza delle condizioni legislative e contrattuali di contesto. Ancor più segmentato, o meglio, segmentabile, risulta l’ambito del dominio. Qui si profilano quattro sotto-dimensioni dell’informazione: quella per l’organizzazione dell’unità operativa; quella per la conoscenza delle condizioni legislative e contrattuali di contesto (dimensione già emersa per il rilievo), quella per la comunicazione, congiunta in questo caso alla collaborazione professionale e, in ultimo, una dimensione che abbiamo etichettato “il sistema informativo” come filosofia organizzativa. L’area “Gestire progetti, processi e valutazioni” sembra strutturata da tre fattori per il rilievo, e da due fattori per il dominio. Sul piano del rilievo sembra possibile separare la definizione di criteri generali di progettazione dalle attività di formazione, da un lato, e da quelle di valutazione dall’altro. Le due dimensioni che organizzano il dominio in quest’area attengono l’una alla valutazione di progetti e processi, l’altra alla gestione e alla valutazione dei processi formativi. L’area “Gestire persone e relazioni” viene bipartita sia sul piano del rilievo, sia su quello del dominio. In entrambi gli ambiti sembra appropriata la distinzione tra gestione delle relazioni interne ed esterne da un lato e gestione — efficiente e partecipativa — delle risorse umane dall’altro. L’area “Gestire budget” sembra raccogliere competenze molto più omogenee. Qui, sia per il rilievo sia per il dominio, nessuna suddivisione delle competenze sembra opportuna. Dal punto di vista delle differenze di risposta tra i partecipanti si nota che le caratteristiche che si dimostrano più spesso associate con punteggi elevati sono il tipo di dirigente (I o II livello) e la preesistenza di iniziative di formazione sul criterio del dominio. Corrisponde all’atteso che i dirigenti di II livello, e comunque i dirigenti appartenenti ad Aziende che hanno già sviluppato iniziative di formazione sul tema, presentino giudizi più elevati di dominio di quel gruppo di competenze. Questo non vale per le competenze delle aree relative alla gestione delle risorse umane, alla ricerca scientifica e al budget dove la presenza di iniziative di formazione non fa differenza, quasi che le stesse non abbiano avuto successo nella percezione dei partecipanti. 3.2 La ricostruzione della struttura delle competenze secondo il rilievo. La ricostruzione della struttura delle competenze è stata condotta lungo due itinerari. Dapprima le 56 competenze considerate dal questionario sono state analizzate sotto il profilo del rilievo. Successivamente le medesime competenze sono state esaminate considerando l’urgenza formativa espressa dallo scarto tra rilievo e dominio propri di ognuna di esse. Le competenze considerate nel questionario sono adeguatamente rappresentate da una soluzione a 6 fattori (metodo Minres già citato). La soluzione individuata è quella che consente la più nitida separazione tra le variabili in base al criterio “simple structure” proposto da Thurstone con buoni risultati sia in termini di varianza estratta (52%) sia in termini di riproduzione della matrice di correlazione originaria (la quota di valori residui che eccede il valore di 0,05 è pari al 36%). Individuata la soluzione fattoriale ottimale, la rappresentazione dei tratti latenti è stata ottenuta ricorrendo a una procedura nota in letteratura come two stage factor analysis (Marradi, 1981). Dopo aver identificato, per ciascun fattore, le variabili ad esso più correlate (con i factor loading più elevati), da ciascun gruppo di variabili è stato estratto un solo fattore il cui profilo semantico è definito esclusivamente dalle variabili più pertinenti. Questa procedura mette capo alla definizione di sei fattori il cui profilo è descritto in Tabella 3.2, insieme con i relativi pesi fattoriali (factor loading). Tabella 3.2 - Le sei aree di competenza emerse dall’analisi fattoriale libera delle 56 competenze considerate rispetto al criterio del rilievo 1. PIANIFICAZIONE PESO Individuare risorse disponibili o negoziabili nel contesto 0.78 Individuare e selezionare problemi in base a criteri di buona qualità 0.72 Riconoscere l’architettura ed i principi della legislazione sul Servizio Sanitario Nazionale 0.71 Condurre strategie di comunicazione appropriate agli obiettivi e agli interlocutori 0.68 Identificare e definire il ruolo degli interlocutori della propria UO (esterni ed interni all’Azienda) in base agli obiettivi di salute della comunità ed alla mission dell’UO 0.61 Gestire e diffondere le indicazioni comprese nella normativa contrattuale vigente 0.57 Diffondere vision e mission della propria UO garantendone la coerenza con quelle aziendali 0.56 Impostare e gestire una funzione di supporto per la consulenza tecnicoscientifica 0.55 Definire vision e mission della propria UO coerenti con quelle dell’Azienda 0.54 Rendere omogenei e comprensibili a tutti il linguaggio ed i modelli di analisi dell’organizzazione utilizzati nell’UO 0.49 Identificare i problemi di salute pertinenti alle funzioni della propria UO 0.46 Monitorare processi e risultati 0.40 Impostare il Sistema Informativo (in, inside, out) della propria UO garantendone la coerenza con quello e orientandolo alle finalità di ruolo dell’UO e al Miglioramento Continuo della Qualità (MCQ) 0.40 2. GESTIONE ORGANIZZATIVA PESO Definire gli obiettivi di budget con criteri di qualità coerenti con il piano strategico aziendale 0.81 Verificare le risorse disponibili 0.78 Analizzare la scheda di budget 0.78 Valutare la congruità delle risorse in rapporto ai risultati conseguiti 0.77 Gestire relazioni interpersonali e conflitti, negoziare, presidiare il clima 0.77 Promuovere lo sviluppo professionale e di carriera dei collaboratori 0.75 Identificare i centri di responsabilità e di costo0.72 Negoziare il budget 0.71 Gestire quali/quantitativamente la dotazione organica di collaboratori necessari per il funzionamento appropriato dell’Unità Operativa (UO) 0.68 Assegnare quota parte ai centri di costo 0.66 Costruire e mantenere una rete di relazioni esterne all’UO 0.63 Presidiare i processi di comunicazione tra l’UO e i propri interlocutori 0.51 Valutare l’impatto delle attività formative promosse/realizzate 0.49 Selezionare le priorità tra i problemi utilizzando tecniche di comparazione costo-risultato 3. GESTIONE DELLE RISORSE UMANE PESO Attribuire compiti, responsabilità, poteri e risorse valutando attitudini, competenze e motivazioni 0.77 Collaborare con gli altri Dirigenti per sviluppare le linee strategiche aziendali 0.74 Identificare i bisogni formativi propri e dei propri collaboratori 0.73 Coinvolgere i collaboratori nella costruzione di progetti 0.70 Valorizzare attitudini, competenze, impegno e risultati 0.66 Promuovere identità e senso di appartenenza alla propria UO e all’Azienda 0.65 Strutturare la Carta dei Servizi della propria UO e presidiarne aggiornamento e pubblicizzazione0.60 Preparare e condurre riunioni e gruppi di lavoro 0.58 Identificare i problemi organizzativi della propria UO 0.58 4. SVILUPPO DELLE RISORSE UMANE PESO Promuovere e pianificare la formazione permanente orientata alla qualità 0.74 Progettare e valutare percorsi formativi rispondenti ai criteri dell’OMS 0.66 Gestire un sistema premiante orientato alla qualità esplicitandone i criteri 0.60 Promuovere e sviluppare processi di valutazione tra pari 0.56 Effettuare valutazioni di struttura, di processo e di risultato utilizzando criteri espliciti 0.55 Fornire consulenza di processo ai collaboratori orientandoli al MCQ 0.47 5. GESTIONE DEI PROCESSI TECNICI PESO Valutare e utilizzare informazioni finalizzate alla gestione organizzativa e tecnica dell’UO 0.72 Definire ed esplicitare criteri, indicatori e standard di riferimento ed i livelli soglia accettabili 0.72 Organizzare i processi tecnici e gestionali attraverso la definizione e la diffusione di linee guida di buona qualità 0.69 Formulare progetti operativi rispondenti a criteri di buona qualità di tutte le componenti (analisi del problema, stima di fattibilità, obiettivi specifici, piano operativo, piano di valutazione) 0.67 Selezionare, tra quelle disponibili o negoziabili nel contesto, le tecnologie appropriate per la soluzione di problemi pertinenti al mandato 0.63 Analizzare e interpretare la domanda relativa alla propria UO 0.60 6. GESTIONE DELLA RICERCA SCIENTIFICA PESO Gestire le procedure di consultazione di agenzie che finanziano attività di ricerca 0.78 Individuare canali di pubblicizzazione delle ricerche effettuate 0.70 Promuovere l’ingresso della propria UO in reti di ricerca 0.69 Progettare attività di ricerca 0.66 Impostare e gestire una funzione di supporto per la consulenza tecnico-scientifica 0.58 Individuare campi di ricerca (es. epidemiologica) pertinenti alle finalità della propria UO 0.41 Predisporre atti deliberativi 0.33 Gestire direttamente momenti formativi specifici 0.31 Il confronto tra i fattori identificati attraverso una procedura empirica e il raggruppamento delle competenze realizzato sulla base delle considerazione teoriche che hanno riportate nel questionario risulta particolarmente istruttivo. La Tabella 3.3 istituisce un confronto tra le due modalità di raggruppamento delle competenze indicando, per ciascuna area tematica, come si ripartiscono tra i fattori estratti gli item (le domande) di cui si compongono. Benché il questionario riproducesse, nell’impostazione grafica, le partizioni teoriche delle aree tematiche riportate in tabella (ad ogni area tematica corrispondeva una batteria di domande), la ricostruzione empirica dei fattori di competenza non sembra risentire di questi vincoli. La corrispondenza tra il modello teorico e quello empirico è piena solo per due ambiti, ossia quello della ricerca scientifica e quello della gestione di significati (che peraltro raccoglie un solo item). Forte, inoltre, è la corrispondenza tra l’area “Gestire budget” e il fattore Gestione organizzativa. Per le altre aree si osserva, per contro, una corrispondenza modesta o nulla. Le differenze sembrano più consistenti nelle aree di maggior complessità organizzativa: “Gestire progetti, processi e valutazioni” e “Gestire persone e relazioni”. In generale la ricostruzione della struttura di competenze condotta in base alle risposte raccolte con il questionario tende a ridistribuire quelle competenze che, sul piano concettuale, sono state ritenute affini. I criteri impliciti che sembra organizzino le differenze osservate hanno a che fare ora con la contrapposizione tra competenze tecnico scientifiche e competenze amministrativo - burocratiche, ora con quella tra organizzazione e attori. In effetti, le risposte tendono a separare le competenze di gestione delle risorse umane da quelle di sviluppo delle risorse umane . Si tratta di competenze che agiscono su scale temporali differenti: la gestione sulla scala congiunturale e lo sviluppo sulla scala strategica. I partecipanti all’indagine possono percepire questi due aspetti del proprio ruolo come indipendenti; in particolare quello della gestione come proprio e quotidiano nella unità operativa di pertinenza, mentre quello dello sviluppo più condiviso con il resto dell’organizzazione. Analogamente i partecipanti ridistribuiscono le competenze dell’area “Gestire progetti, processi e valutazioni” in due raggruppamenti diversi, uno concentrato sulla Pianificazione e uno sulla Gestione dei processi tecnici. E’ naturale che la Gestione dei processi tecnici sia riconosciuta come un’area professionale indipendente e propria da parte dei professionisti medici. La Gestione organizzativa insieme alla Pianificazione, invece, si compongono di competenze condivise con il resto dell’organizzazione. In conclusione, sembra che i partecipanti esprimano una certa resistenza alla lettura sistemica del profilo professionale proposta dal questionario, enfatizzando di più le competenze tecnico-scientifiche e il vissuto del proprio ruolo. Tabella 3.3 - Confronto tra il raggruppamento teorico (schema del questionario) e quello empirico (analisi fattoriale delle risposte) delle competenze esaminate dal punto di vista del rilievo DISTRIBUZIONE DELLE COMPETENZE SECONDO L’ANALISI DEL RUOLO (QUESTIONARIO) 1. GESTIRE LA RICERCA (6 competenze) 2. GESTIRE SIGNIFICATI (1 competenza) 3. GESTIRE INFORMAZIONI E COMUNICARE (15 competenze) % DI COMPETENZE DEL RAGGRUPPAMENTO TEORICO RIDISTRIBUITE SUL RAGGRUPPAMENTO EMPIRICO 100 DISTRIBUZIONE DELLE COMPETENZE SECONDO LE RISPOSTE DEI PARTECIPANTI (ANALISI FATTORIALE) F5: Gestione della ricerca scientifica 100 F2: Pianificazione 7 60 13 7 13 F1: Gestione organizzativa F2: Pianificazione F3: Gestione delle risorse umane F4: Sviluppo delle risorse umane F5: Gestione dei processi tecnici 4. GESTIRE PROGETTI, PROCESSI E VALUTAZIONI (12 competenze) 17 17 8 17 8 33 5. GESTIRE PERSONE 29 E RELAZIONI 43 (14 competenze) 21 7 6. GESTIRE BUDGET (8 competenze) 88 12 F1: Gestione organizzativa F2: Pianificazione F3: Gestione delle risorse umane F4: Sviluppo delle risorse umane F5: Gestione della ricerca scientifica F6: Gestione dei processi tecnici F1: Gestione organizzativa F3: Gestione delle risorse umane F4: Sviluppo delle risorse umane F5: Gestione della ricerca scientifica F1: Gestione organizzativa F2: Pianificazione Questa dissonanza va valutata come un’opportunità da valorizzare per la promozione di una maggiore responsabilità delle persone nella gestione dei processi tecnici e delle risorse umane secondo criteri di efficacia, appropriatezza e qualità. Tuttavia, la stessa dissonanza mette in luce una resistenza alla lettura sistemica dell’organizzazione che va contrastata in sede di formazione con un’enfatizzazione delle relazioni che legano i processi tecnici con quelli operativi nell’insieme dell’organizzazione. Delineata la struttura che governa i giudizi sul rilievo delle competenze messe a tema nel questionario, resta ora da stabilire l’importanza relativa di ciascun fattore; questo soprattutto in vista delle finalità pratiche che animano la ricerca. L’ordine nel quale sono stati estratti i fattori -in questo caso (1)- non offre al riguardo una risposta soddisfacente. Come noto, l’ordine con il quale i fattori vengono estratti dipende in larga misura dalle caratteristiche del mix di variabili che costituiscono la matrice di correlazione. Variazioni anche piccole di questo mix (il mutamento del livello di scala di alcune variabili o l’eliminazione di alcune di esse dalla matrice di correlazione) hanno pesanti conseguenze sull’ordine e sulla composizione dei fattori estratti (2). Questo problema si pone in termini ancor più radicali con la tecnica di fattorializzazione adottata che assume quale funzione obiettivo, non già la massimizzazione della quota di varianza estratta, ma la riproduzione della matrice di correlazione originaria. Con questa tecnica la quota di varianza estratta altro non è che un sottoprodotto della procedura di estrazione, e ricorrere ad essa (alla quota di varianza estratta da ciascun fattore) per valutare l’importanza relativa dei fattori risulta inadeguato (3). Per disporre di una valutazione seppur grezza dell’importanza relativa delle dimensioni che organizzano la competenza dei dirigenti in sanità, i sei fattori sono stati impiegati come variabili indipendenti in un modello di previsione concepito per valutare la probabilità di appartenere al gruppo di dirigenti sanitari che si contraddistinguono per l’adozione di norme di “buona tecnica”(4). In questa analisi l’indicazione di importanza relativa segnala le aree di competenza che vengono percepite dai partecipanti come distintive di eccellenza. Nessuna delle caratteristiche dei rispondenti gioca un ruolo univoco e significativo nel modificare i punteggi attribuiti alle competenze dai fattori (Tabella 3.4). La gerarchia empirica che emerge tratteggia la figura di un medico più propenso a giocare il proprio ruolo all’interno del proprio universo professionale che altrove. Anche questa propensione va considerata come vincolo da contrastare (o di cui tener conto) in sede di formazione alla visione aziendale, e da promuovere in sede di responsabilizzazione nei confronti della medicina basata sulle evidenze. 3.3 L’urgenza formativa La valutazione dell’urgenza formativa tiene conto, per ciascuna delle competenze considerate nel questionario, del rapporto tra rilievo e dominio. Nello specifico, per ciascuna competenza è stato calcolato un indice di urgenza espresso dalla differenza tra il rilievo attribuitole e il dominio che, su di essa, il soggetto riconosce. Questi indici assumono valore negativo quando il dominio su di una competenza eccede il suo rilievo; valore zero quando c’è equilibrio tra dominio e rilievo; valore positivo quando il dominio di una competenza è inadeguato (inferiore) al rilievo che le viene riconosciuto (urgenza formativa). L’indice, pertanto, misura indirettamente la domanda formativa per le diverse competenze esaminate dal questionario. Tabella 3.4 - Importanza relativa dei raggruppamenti di competenze per la definizione di un professionista di eccellenza (in ordine decrescente di importanza) FATTORI GESTIONE DEI PROCESSI TECNICI (§) IMPORTAN ZA (*) G 0.32 GESTIONE DELLA RICERCA SCIENTIFICA GESTIONE DELLE RISORSE UMANE SVILUPPO DELLE RISORSE UMANE PIANIFICAZIONE GESTIONE ORGANIZZATIVA DS 0.28 I 0.04 - 0.08 - 0.09 DS - 0.10 II (§) Caratteristiche dei rispondenti associate ai punteggi più elevati; l’asterisco* indica la significatività statistica dell’associazione (p<0.05) G = medico di divisione generalista S = medico di divisione specialistica F = competenza già coperta da iniziative di formazione della propria Azienda DSI = dirigente sanitario di I livello DSII = dirigente sanitario di II livello (*) Coefficiente di regressione che esprime l’intensità della relazione tra le competenze di ogni fattore e l’appartenenza al gruppo di professionisti con caratteristiche di eccellenza L’analisi fattoriale degli indici di urgenza, condotta con la medesima metodologia applicata per le variabili di rilievo, individua come adeguata una soluzione a cinque fattori. Tale soluzione estrae il 62% della varianza con una più che buona riproduzione della matrice di correlazione originaria (la quota di valori residui che eccede il valore di 0,05 è pari al 27%). Il profilo dei cinque fattori, separati, anche in questo caso con la two stage factor analysis (Marradi, 1981) è illustrato nella Tabella 3.5. Tabella 3.5 - Le cinque aree di competenza emerse dall’analisi fattoriale libera delle 56 competenze considerate rispetto alla distanza tra il criterio di dominio e quello di rilievo (definizione di urgenza o bisogno formativo) 1. GESTIONE E MOTIVAZIONE DELLE RISORSE UMANE Valorizzare attitudini, competenze, impegno e risultati PESO 0.82 Attribuire compiti, responsabilità, poteri e risorse valutando attitudini, competenze e motivazioni Identificare i bisogni formativi propri e dei propri collaboratori Gestire quali/quantitativamente la dotazione organica di collaboratori necessari per il funzionamento appropriato dell’UO Collaborare con gli altri dirigenti per sviluppare le linee strategiche aziendali Coinvolgere i collaboratori nella costruzione di progetti Promuovere lo sviluppo professionale e di carriera dei collaboratori Monitorare processi e risultati Promuovere e pianificare la formazione permanente orientata alla qualità Promuovere identità e senso di appartenenza alla propria UO e all’Azienda Valutare l’impatto delle attività formative promosse/realizzate Gestire relazioni interpersonali e conflitti, negoziare, presidiare il clima Preparare e condurre riunioni e gruppi di lavoro Costruire e mantenere una rete di relazioni esterne all’UO Gestire direttamente momenti formativi specifici 2. CULTURA ORGANIZZATIVA DELLA QUALITÀ Effettuare valutazioni di struttura, di processo e di risultato utilizzando criteri espliciti Organizzare i processi tecnici e gestionali attraverso la definizione e la diffusione di linee guida di buona qualità Selezionare, tra quelle disponibili nel contesto, le tecnologie appropriate per la soluzione di problemi pertinenti al mandato 0.82 0.81 0.80 0.80 0.78 0.77 0.76 0.74 0.72 0.72 0.72 0.66 0.64 0.59 PESO 0.81 0.78 0.77 Condurre strategie di comunicazione appropriate agli obiettivi e agli interlocutori Definire e d esplicitare criteri, indicatori e standard di riferimento ed i livelli soglia accettabili Analizzare e interpretare la domanda relativa alla propria UO Individuare e selezionare problemi in base a criteri di buona qualità 0.75 Identificare i problemi organizzativi della propria UO Strutturare la Carta dei Servizi della propria UO e presidiarne aggiornamento e pubblicizzazione Formulare progetti operativi rispondenti a criteri di buona qualità di tutte le componenti (analisi del problema, stima di fattibilità, obiettivi specifici, piano operativo, piano di valutazione) Presidiare i processi di comunicazione tra l’UO e i propri interlocutori Valutare e utilizzare informazioni finalizzate alla gestione organizzativa e tecnica dell’UO Diffondere vision e mission della propria UO garantendone la coerenza con quello aziendali Progettare e valutare percorsi formativi rispondenti ai criteri dell’OMS Impostare e gestire una funzione di supporto per la consulenza tecnico-scientifica Fornire consulenza di processo ai collaboratori orientandoli al MCQ Identificare e definire il ruolo degli interlocutori della propria UO (esterni ed interni all’Azienda) in base agli obiettivi di salute della comunità ed alla misson dell’UO Rendere omogenei e comprensibili a tutti il linguaggio e i modelli di analisi dell’organizzazione utilizzati nell’UO 0.77 0.76 0.76 0.75 0.75 0.74 0.73 0.72 0.71 0.71 0.71 0.70 0.69 0.69 0.67 Impostare il Sistema Informativo (in, inside, out) della propria UO garantendone la coerenza con quello aziendale e orientandolo alle finalità di ruolo del’UO e al MCQ Definire vision e mission della propria UO coerenti con quelle dell’Azienda Progettare attività di ricerca Individuare campi di ricerca (es. epidemiologica) pertinenti alle finalità della propria UO 3. COMPETENZA AZIENDALE Analizzare la scheda di budget Definire gli obiettivi di budget con criteri di qualità coerenti con il piano strategico aziendale Valutare la congruità delle risorse in rapporto ai risultati conseguiti Identificare i centri di responsabilità e di costo Negoziare il budget Gestire il sistema premiante orientato alla qualità esplicitandone i criteri Selezionare le priorità tra i problemi utilizzando tecniche di comparazione costo-risultato 4. COMPETENZA AMMINISTRATIVOBUROCRATICO Riconoscere l’architettura ed i principi della legislazione sul SSN Verificare le risorse disponibili Predisporre atti deliberativi Assegnare quota parte ai centri di costo Individuare risorse disponibili o negoziabili nel contesto Gestire e diffondere le indicazioni comprese nella normativa contrattuale vigente Promuovere e sviluppare processi di valutazione tra pari Identificare i problemi di salute pertinenti alle funzioni della propria UO 0.67 0.63 0.54 0.53 PESO 0.89 0.88 0.86 0.84 0.75 0.68 0.60 PESO 0.86 0.86 0.83 0.82 0.79 0.76 0.68 0.61 5. PROMOZIONE E FINANZIAMENTO DELLA RICERCA SCIENTIFICA Individuare canali di pubblicizzazione delle ricerche effettuate Promuovere l’ingresso della propria UO in reti di ricerca Impostare e gestire una funzione di supporto per la consulenza tecnico-scientifica Gestire le procedure di consultazione di agenzie che finanziano attività di ricerca PESO 0.84 0.81 0.78 0.72 Quanto detto più sopra a proposito delle difficoltà di desumere dai risultati di un’analisi fattoriale indicazioni precise sull’importanza relativa dei fattori, unito alla considerazione delle caratteristiche delle variabili considerate (costruite come distanza tra rilievo e dominio), suggerisce cautela nella definizione dell’importanza relativa dei cinque progetti formativi tratteggiati dall’analisi fattoriale. Questa analisi rimescola, per così dire, le carte dello schema di analisi del ruolo. Infatti, in termini di urgenza formativa, le risorse umane sono un fattore da gestire unitariamente sia nei suoi aspetti di gestione quotidiana e di singola unità operativa sia in quelli di sviluppo e formazione. Allo stesso modo la pianificazione e la gestione delle risorse tecniche, in sede di bisogno formativo, non possono essere disgiunte: i processi tecnici hanno valore solo se finalizzati ad uno scopo, la cultura della qualità tecnica e la cultura aziendale hanno senso solo se finalizzate ad obiettivi. La cultura aziendale e quella burocratica, emergono come due gruppi di competenze indipendenti, un po’ da subire, ma necessari per colloquiare con l’insieme dell’organizzazione. La ricerca in quanto tale, invece, non rappresenta competenze indipendenti da quelle della qualità; solo la ricerca in quanto promozione, finanziamento e gestione di procedure viene enucleato come un bisogno indipendente. E’ particolarmente informativo, inoltre, che su tutti e cinque questi raggruppamenti di competenze con urgenza formativa, i dirigenti sanitari di I livello presentino difetti significativi di dominio rispetto al rilievo delle competenze, in confronto ai dirigenti medici di II livello. Tra l’altro, i bisogni formativi sulla cultura organizzativa della qualità, sulla cultura aziendalistica e sulla cultura burocratica sono tali soprattutto in assenza di precedenti iniziative di formazione in Azienda, mentre i bisogni sulla gestione e promozione delle risorse umane sono tali anche in presenza di precedenti iniziative di formazione. Quasi che i partecipanti all’indagine indicassero nella gestione delle risorse umane un bisogno formativo prioritario che va assolto non solo con iniziative di formazione convenzionali, ma con formule di apprendimento che non sono ancora stati proposte alle Aziende. Altrettanto accade per la ricerca. 3.4 - Conclusioni per la progettazione formativa Dall’analisi del ruolo (paragrafo 3.2) emerge un profilo di competenze professionali che può costituire la mappa degli obiettivi educativi da proporre ai candidati all’inizio di un percorso formativo come traguardo da perseguire anche attraverso le opportunità formative che verranno offerte con il Progetto di Formazione in Management Ospedaliero proposto dalla FSK. Nella Tabella 3.6 viene descritta la media del factor score per ogni fattore identificato nell’analisi del ruolo in ognuna delle Aziende partecipanti. Si può osservare una grande variabilità interaziendale che, nel caso dei fattori gestione delle risorse umane e gestione delle risorse tecniche, risulta statisticamente significativa. Queste differenze – presumibilmente sottostimate dagli strumenti di rilevazione adottati – suggeriscono l’opportunità di un uso, per così dire, à la carte della mappa delle competenze emersa dall’analisi del ruolo, nel senso che ogni realtà aziendale può identificare tra le competenze della mappa, le proprie priorità per organizzare il percorso formativo. A proposito di resistenze, occorrerebbe che tutte le iniziative di formazione sapessero esplicitare e gestire i principali conflitti di ruolo che emergono dai partecipanti come, ad esempio, il conflitto tra ruolo tecnico (case manager) e ruolo gestionale (manager). Oppure il conflitto tra un ruolo gestionale strettamente finalizzato ad assicurare la coerenza della propria unità operativa alle compatibilità aziendali e un ruolo gestionale investito di responsabilità anche a livello aziendale. Tabella 3.6 - Differenze interaziendali nella media dei factor score emersi dall’analisi del ruolo AZIENDA OSPEDALIERA Gestion e Aziend ale Strategi e azienda li BERGAMO CATANIA FERRARA FIRENZE GENOVA NAPOLI 0.39 -0.43 0.13 0.12 0.03 -0.15 0.17 -0.51 -0.07 -0.06 0.06 -0.44 Gestion e delle risorse umane (*) 0.81 -0.64 -0.17 0.18 -0.26 -0.45 Svilupp Gestion Gestion o delle e della e delle risorse ricerca risorse umane tecnich e (*) 0.17 0.20 0.50 -0.11 -0.38 -0.47 0.13 -0.04 -0.19 -0.02 0.35 0.04 -0.19 0.09 -0.39 -0.26 0.71 -1.14 PAVIA -0.39 0.02 0.002 0.12 -0.12 0.35 TORINO 0.18 0.52 0.32 -0.07 0.12 0.34 TREVIGLIO (BG) -0.22 -0.28 -0.42 -0.26 -0.59 -0.44 VARESE -0.05 -0.03 -0.06 0.32 0.10 0.50 (*) per questi due fattori, le differenze di giudizio sulla rilevanza delle competenze contenute nei fattori sono statisticamente significative (analisi della varianza) 4. Il percorso formativo 4.1 Costruzione del programma formativo aziendale L’esame dei risultati dell’indagine non fa emergere, nel Profilo complessivo del ruolo dirigente, competenze da scartare in un percorso formativo in quanto percepite decisamente poco rilevanti o sostanzialmente già ben possedute dai rispondenti. E neppure fa emergere significative competenze aggiuntive da includere perché considerate indispensabili all’esercizio del ruolo. Questa constatazione, che da un lato conferma la validità del disegno di Profilo all’origine dello studio, per altro verso pone problemi di compatibilità del potenziale percorso formativo con i vincoli temporali indicati dalla normativa (D.P.R. 484/97) ed anche realisticamente accettabili dai soggetti interessati. Se infatti il percorso formativo si proponesse di coprire l’intero spettro di competenze suggerito dal gruppo di progetto e confermato dall’indagine, e se al contempo si volesse garantire la qualità dell’itinerario di apprendimento senza scivolare in una scontata sequenza di lezioni, il tempo necessario al completamento del percorso dovrebbe eccedere di gran lunga il limite indicato. Dal momento che la scelta di fondo della Fondazione Smith Kline, in coerenza con le indicazioni ormai universalmente accettate dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Guilbert, 1998) e con gli assunti della moderna pedagogia degli adulti (Knowles, 1993, Schmidt, 1989), è quella di presidiare con particolare cura la qualità dell’apprendimento valorizzando il più possibile il ruolo attivo dei discenti, si deve necessariamente giungere ad una riduzione delle competenze da includere nel percorso. Non potendo operare questa riduzione scartando competenze giudicate irrilevanti - perché di fatto nessuna è stata considerata tale dai partecipanti all’indagine - e non potendo trascurare il fatto che l’indice di urgenza formativa, desunto dal rapporto tra rilievo e dominio, pur differenziato è sempre fortemente positivo (cfr. appendice) e considerata la discreta variabilità di giudizio osservata tra le Aziende, si è ritenuto opportuno adottare un approccio di diverso tipo che non prevede un’offerta standardizzata e per così dire “prototipale”, ma una personalizzazione del percorso in funzione delle specifiche esigenze dell’Azienda committente. Offrendo quindi all’esame dell’Azienda e dei potenziali partecipanti la mappa completa delle competenze gestionali che costituiscono il Profilo di ruolo dei Dirigenti Sanitari di II livello viene sollecitata l’autoanalisi dei bisogni formativi prioritari in quel particolare contesto aziendale in modo che la selezione delle competenze sia il frutto di decisioni autonome e non imposta da un pacchetto preconfezionato. Questa modalità di approccio prelude alla fase successiva di confronto tra Azienda e Docenti per giungere alla validazione concordata del percorso base che in ultima analisi dovrà rispondere ad alcuni irrinunciabili criteri di qualità: • essere aderente ai bisogni formativi prioritari espressi dall’Azienda e dal gruppo di partecipanti; • essere espresso mediante una sequenza di obiettivi di apprendimento rappresentativi di tutte le competenze da acquisire; • garantire apprendibilità effettiva, nei tempi dati e con le tecniche usate, delle competenze selezionate; • essere compatibile con i vincoli normativi. Il percorso atto a soddisfare l’obbligo di legge può essere integrato su base opzionale con l’insegnamento-apprendimento di ulteriori competenze incluse nel Profilo. 4.2 Metodi didattici e docenti Per alcune classi di competenze, e in particolare per quelle relative alla gestione delle risorse umane e alla pianificazione, il metodo privilegiato di insegnamento-apprendimento è costituito da simulazioni e da lavori in piccoli gruppi seguiti da confronti in plenaria dei prodotti di gruppo (Guilbert, 1998). Le simulazioni vertono su processi sociali in situazioni conflittuali sia in presenza che in assenza di gerarchia imposta. Per i lavori di gruppo i docenti, con brevi introduzioni, svolgono il ruolo di catalizzatori del confronto, mentre nelle successive plenarie si impegnano anche nella integrazione e, se necessario, nella modifica migliorativa dei prodotti. Il metodo prevede la costruzione partecipata di modelli cognitivi, cioè di strumenti concettuali immediatamente fruibili a scopi analitici e di intervento nella realtà dell’organizzazione ai fini del miglioramento continuo della qualità (Bonaldi et al., 1994; Butera et al.,1997; Ciappei e Giusti, 1997; Di Stanislao e Liva, 1998; Mintzberg, 1985; Oram e Wellins, 1996; Øvretveit, 1992; Agenzia Sanitaria Regionale e Regione Emilia-Romagna, 1997) e l’attenta selezione della bibliografia di riferimento che diventa materiale per l’approfondimento individuale nelle fasi intervallari tra i moduli del Corso. Per altre classi di competenze, in particolare quelle riferite alla gestione organizzativa, si privilegia il metodo della didattica d’aula alternando lezioni tradizionali e dibattiti, valorizzando il contributo di professionisti esperti e degli stessi partecipanti nella presentazione e analisi critica di casi. Le funzioni di docenza e tutorship sono svolte da membri del Collegio di Formazione Permanente della Fondazione Smith Kline, da Docenti Universitari, Ricercatori, Direttori Generali di Aziende Ospedaliere, Dirigenti delle Aziende coinvolte nel percorso formativo e consulenti esperti. 4.3 Valutazioni Nell’ambito della formazione permanente orientata al miglioramento della qualità nelle organizzazioni, esistono a valle del progetto formativo (per il quale sono ormai codificati in letteratura validi strumenti di valutazione) almeno tre differenti ordini di oggetti valutabili di rilevante interesse: i processi formativi realizzati, l’apprendimento effettivo e l’impatto che l’iniziativa ha avuto sulla qualità dell’organizzazione e sulle prestazioni (Beccastrini, 1996). Se si vuole presidiare la qualità del percorso formativo è necessario effettuare valutazioni in ognuno di questi ambiti. La valutazione di processo sulla qualità dei singoli moduli e dell’intero corso (stima soggettiva dei livelli di apprendimento di ogni obiettivo, stima dell’utilità professionale effettiva del percorso, giudizi sulla qualità della docenza, dell’organizzazione, della documentazione e del clima) viene effettuata mediante questionario individuale anonimo al termine del Corso. La valutazione oggettiva individuale di apprendimento riferita ad ogni obiettivo, che comporta rilevanti oneri aggiuntivi di progettazione e di gestione, viene effettuata solo se richiesta dall’Azienda. La valutazione di impatto (cambiamenti effettivi nella gestione e nella qualità delle prestazioni della propria Unità Organizzativa) potrà realizzarsi ad opportuna distanza di tempo dai partecipanti stessi su mandato della Direzione Aziendale. A questo scopo nel percorso formativo i partecipanti si cimentano nella predisposizione dei necessari indicatori. 4.4 Esempio di percorso concordato A titolo di esempio si riporta il percorso formativo concordato con l’Azienda Ospedaliera Careggi di Firenze che prevede 15 seminari di 8 ore nell’arco di sei mesi per un totale di ca 120 ore. Questi gli obiettivi di apprendimento: Modulo 1. PIANIFICAZIONE (Didattica d’aula e Atelier) • Riconoscere l’architettura ed i principi della legislazione sul Servizio Sanitario Nazionale • Gestire e diffondere le indicazioni comprese nella normativa contrattuale vigente • Condurre strategie di comunicazione appropriate agli obiettivi e agli interlocutori • Diffondere vision e mission della propria Unità Organizzativa (U.O.) garantendone la coerenza con quelle aziendali • Individuare e selezionare problemi in base a criteri di buona qualità • Individuare risorse disponibili o negoziabili nel contesto aziendale • Impostare piani annuali e poliennali Aziendali e/o di U.O. • Impostare il Sistema Informativo (in, inside, out) della propria U.O. garantendone la coerenza con quello aziendale e orientandolo alle finalità di ruolo dell’UO e al Miglioramento Continuo della Qualità Modulo 2. GESTIONE ORGANIZZATIVA (Didattica d’aula) • Definire gli obiettivi di budget con criteri di qualità coerenti con il piano strategico aziendale • Verificare le risorse disponibili • Negoziare il budget • Identificare i centri di responsabilità e di costo • Assegnare quota parte ai centri di costo • Analizzare la scheda di budget • Costruire e mantenere una rete di relazioni esterne all’UO • Presidiare i processi di comunicazione tra l’UO e i propri interlocutori Valutare la congruità delle risorse in rapporto ai risultati conseguiti • Selezionare le priorità tra i problemi utilizzando tecniche di comparazione costo-risultato • Effettuare valutazioni di struttura, di processo e di risultato utilizzando criteri espliciti Modulo 3. GESTIONE DELLE RISORSE UMANE (Atelier) • Attribuire compiti, responsabilità, poteri e risorse valutando attitudini, competenze e motivazioni • Collaborare con gli altri Dirigenti per sviluppare le linee strategiche aziendali • Coinvolgere i collaboratori nella costruzione di progetti • Promuovere identità e senso di appartenenza alla UO e all’Azienda • Condurre riunioni e gruppi di lavoro Modulo 4. SVILUPPO DELLE RISORSE UMANE (Atelier) • Promuovere e pianificare la formazione permanente orientata alla qualità • Progettare e valutare percorsi formativi rispondenti ai criteri dell’OMS • Gestire un sistema premiante orientato alla qualità esplicitandone i criteri • Promuovere e sviluppare processi di valutazione tra pari • Valutare l’impatto delle attività formative promosse / realizzate Modulo 5. GESTIONE DEI PROCESSI TECNICI (Atelier e Didattica d’aula ) • Formulare progetti operativi rispondenti a criteri di qualità di tutte le componenti (analisi del problema, stima di fattibilità, obiettivi specifici, piano operativo, piano di valutazione) • Organizzare i processi tecnici e gestionali attraverso la definizione e la diffusione di linee guida e protocolli di buona qualità • Definire ed esplicitare criteri, indicatori e standard di riferimento ed i livelli soglia accettabili Modulo 6. GESTIONE DELLA RICERCA SCIENTIFICA (Atelier e Didattica d’aula) • Impostare e gestire una funzione di supporto per la consulenza tecnicoscientifica • Promuovere l’ingresso della propria UO in reti di ricerca • Individuare canali di pubblicizzazione delle ricerche effettuate • Gestire le procedure di consultazione di agenzie che finanziano attività di ricerca Note 1 Diverso è il problema che affronteremo più in là, alle prese con i fattori di urgenza. 2 Le vie lungo le quali, nella ricerca metodologica, si cerca di far fronte a questo problema sono, al riguardo, particolarmente eloquenti. La tendenza, infatti, è quella di costruire algoritmi di fattorializzazione che attribuiscano a ciascuno dei fattori estratti la medesima quota di varianza (Luca Ricolfi: comunicazione personale). 3 Su questo tema si veda Ricolfi (1987). 4 Per l’identificazione dei soggetti che soddisfano i requisiti di buona tecnica ci si è avvalsi del giudizio di un piccolo gruppo di esperti cui è stato chiesto di individuare all’interno delle competenze considerate nel questionario quelle più importanti per la pratica professionale. Queste le competenze segnalate dagli esperti: - Valutare e utilizzare informazioni finalizzate alla gestione organizzativa e tecnica dell’ U.O. - Individuare e selezionare problemi in base a criteri buona qualità - Individuare risorse disponibili o negoziabili nel contesto - Valorizzare attitudini, competenze, impegno e risultati - Formulare progetti operativi rispondenti criteri buona qualità Alla luce di queste indicazioni sono stati considerati come eccellenti i soggetti che dichiaravano di possedere un dominio almeno buono sulle cinque competenze considerate. 5. Bibliografia • Agenzia Sanitaria Regionale, Regione Emilia Romagna. Autovalutazione e accreditamento delle strutture sanitarie: linee guida, liste di verifica, requisiti specifici. II versione, marzo 1998 • Amietta PL. Professione dirigente: da manager a leader. Milano: Etaslibri, 1993 • Bailey KD. Metodi della ricerca sociale. Bologna: Società Editrice Il Mulino, 1995 • Beccastrini S. La formazione permanente nei servizi sanitari e sociali. Milano: FrancoAngeli, 1996 • Beccastrini S, Gardini A, Tonelli S. Piccolo dizionario della qualità. Firenze: Tosca Piccoli saggi, 1994 • Bonaldi A, Focarile F, Torreggiani A. Curare la qualità. Milano: Guerini e Associati, 1994 • Britten N. Qualitative interviews in medical research. BMJ 1995; 311: 182-184 • Butera F, Donati E, Cesaria R. I lavoratori della conoscenza. Milano: FrancoAngeli, 1997 • Celli PL. Formazione dei top manager: un’utopia? Milano: Ed. Olivares, 1991 • Ciappei C, Giusti G. Il governo strategico dei processi operativi. CEDAM, 1997 • Contessa G. La formazione. Milano: CittàStudi, 1993 • Costanzo N. Responsabilità e funzioni dei diversi livelli della dirigenza del ruolo sanitario. Mondo Sanitario 1997: 9-13 • D’Ari R. La nuova disciplina per l’accesso alla Direzione dei Servizi Sanitari. ASI 1998; 10: 19-23 • Di Stanislao F, Liva C. L’accreditamento dei servizi sanitari in Italia. Torino: Centro Scientifico Editore, 1998 • D.Lgs. 30 dicembre 1992, n°502 (testo aggiornato secondo le modificazioni apportate dal D.Lgs. 7 dicembre 1993, n°517) “Riordino della disciplina in materia sanitaria a norma dell’art.1 della legge 23 ottobre 1992, n°421” (G.U. n°4, S.O. del 7 gennaio 1994) • D.Lgs. 3 febbraio 1993, n°29 “Razionalizzazione dell’organizzazione delle amministrazioni pubbliche e revisione della disciplina in materia di pubblico impiego, a norma dell’articolo 2 della legge 23 ottobre 1992, n°421” (G.U. n°45, S.O. del 24 febbraio 1994) • D.P.R. 20 dicembre 1979, n°761 “Stato giuridico del personale delle Unità Sanitarie Locali” (G.U. n°45, S.O. del 15 febbraio 1980) • D.P.R. 10 dicembre 1997, n°483 “Regolamento recante la disciplina concorsuale per il personale dirigenziale del Servizio Sanitario Nazionale” (G.U. n°18, S.O. del 17 gennaio 1993) • D.P.R. 10 dicembre 1997, n°484 “Regolamento recante la determinazione dei requisiti per l’accesso alla direzione sanitaria aziendale e dei requisiti per l’accesso al secondo livello dirigenziale per il personale del ruolo sanitario del Servizio Sanitario Nazionale” (G.U. n°18, S.O. del 17 gennaio 1993) • Fontana F. Lo sviluppo del personale. Torino: Giappichelli Editore, 1994 • Francesconi A, Ramponi C. La formazione manageriale per i medici dirigenti. MECOSAN 1993; 7: 31-38 • Galgano A. I sette strumenti manageriali della qualità totale: manuale operativo. II ed. Milano: Il Sole 24 Ore, 1996 • Galgano A. La rivoluzione manageriale. Ripensare la qualità totale. Milano: Il Sole 24 Ore Libri, 1996 • Gottardi G, Barucchello M, Valente M. La tecnica “Delphi” per la costruzione di criteri espliciti. Una metodologia per ottenere consenso tra esperti ed attivare programmi di valutazione. QA 1989; 4 (3): 17-19 • Guilbert JJ. Guide Pedagogique. Geneve: OMS, 1998 (6me ed. rev.) • Harman HH, Jones WH. Factor Analysis by Minimizing Residuals (Minres). Psychometrika 1966; 31 • Hunter DJ, Berman PC. Public Health Management: Time for a New Start. European Journal of Public Health 1997; 7: 345-349 • I.S.P.E.S.L./Fondazione Smith Kline Progetto di ricerca. 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