Dobbiamo pensare alla neve artificiale

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Dobbiamo pensare alla neve artificiale
Il turismo
“Dobbiamo
pensare
alla neve
artificiale”
“E
ora che gli impianti sciistici ticinesi apriranno,
ora che Airolo ha promosso uno skipass regionale, ora
che l’incertezza degli ultimi anni
si è dissolta, dobbiamo ripensare
il turismo invernale sia da un
punto di vista promozionale che
organizzativo. E allora, tanto per
iniziare, perché non puntare alla
neve programmata...”.Tiziano Gagliardi, direttore di Ticino Turismo, è entusiasta dalla svolta che
arriva da Airolo: un’ iniezione di
fiducia sulle potenzialità turistiche ticinesi invernali. “Ma soltanto con la sicurezza dell’innevamento potremo promuovere al
meglio il Ticino invernale verso il
bacino italiano, che già ci segue
con interesse - aggiunge Gagliardi
-. Me ne parlava già venticinque
anni fa Egidio Cattaneo: sosteneva che bisognava fare come negli Usa, pensare prima alla neve e
poi realizzare gli impianti”.
Un’idea copiata persino dagli
sceicchi del Golfo persico che
hanno costruito una pista da sci
in mezzo al deserto. “Ma noi abbiamo un ambiente unico, che va
dal clima equatoriale a quello polare: dalle palme di Ascona al
ghiacciaio del Basodino”, nota
Gagliardi. E ricorda come il turi-
“Con l’innevamento
garantito potremmo
fare una miglior
promozione verso
la fascia di frontiera”
smo in Ticino sia nato proprio
d’inverno: “È questa terra a sud
delle Alpi, questa terra dei laghi
che ha un clima mite temperato
che ha attirato la gente dal nord e
dal sud. Quando Zurigo è sotto lo
zero, quando Milano è soffocata
nella nebbia, Ascona è immersa
in un clima primaverile, piena di
luce, a 12 gradi”.
Gagliardi non si fa illusioni da un
punto di vista numerico: “È risaputo che i mesi invernali rappresentano per i pernottamenti i
mesi meno importanti per il nostro turismo - spiega -. Oggi le stazioni sciistiche sono destinate in
gran parte al turismo interno.
Permettono al ticinese di sciare in
Ticino. Non manca, è vero, una
certa affluenza italiana, da parte
di una clientela affezionata di
confine, dell’area lombarda. Si
tratta di un turismo giornaliero
molto importante per le economie regionali, ma che non può
fare concorrenza con i grandi
centri dei Grigioni, del Vallese, di
Bormio o dell’Austria”. Attualmente la promozione turistica si
limita all’informazione meteo e
all’innevamento: “La difficoltà di
una promozione verso il Nord
Italia è data anche da un problema di strutture alberghiere conclude Gagliardi -; oggi non
siamo sufficientemente attrezzati”.
c.m.