PDF - ilMalpensante.com

Transcript

PDF - ilMalpensante.com
ilMalpensante.com
Alberto Di Vita
14/07/2016
Ever Banega è argentino, baricentro basso, piedi sopraffini: sebbene
ci siano circa 10 cm in più per il profilo perfetto, anche lui da giovane è entrato di diritto nella
schiera di calciatori argentini colpiti dalla maledizione del “nuovo Maradona”. Una lista
lunga, che vede colpiti, tramortiti e infine sconfitti giovani giocatori che rientrano in quelle tre
caratteristiche a cui si aggiunge una quarta: argentino, baricentro basso, piedi fini, sotto il metro e
settanta. Se poi erano mancini…
Sono innumerabili i calciatori colpiti dalla maledizione. Ricordiamo Ariel “El Burrito” Ortega, Javier
Pedro Saviola Fernández, Andres D’Alessandro, Gaston “La Gata” Fernandez, Pablo Aimar e… Ever
Banega.
Beninteso, più o meno tutti hanno avuto la loro dose di successo, la loro quantità di attenzioni e di
elogi ma, nessuno escluso, hanno dovuto convivere con troppe attenzioni e pressioni, al punto
di rendere sempre molto meno di quanto avrebbero potuto e dovuto: non è neanche un caso che più
o meno tutti si sono distinti anche per comportamenti non sempre irreprensibili fuori dal campo.
L’unica eccezione a questa lista è, ovviamente,
Lionel Messi che, comunque, la “scimmia di Diego” se l’è trovata comunque sul groppone,
soprattutto quando ha giocato con la sua nazionale: anche qui, non a caso, l’ultimo fallimento ha
creato un crollo psicologico con seguente annuncio del ritiro.
Banega non fa eccezione. Nasce a Rosario, in Argentina, dove la passione per il calcio raggiunge
livelli altissimi. C’è anche Lionel Messi, un anno più grande, che gioca nella scuola calcio
“avversaria”. La crescita di entrambi è esponenziale ma prendono due strade diverse: Messi va in
Europa, Banega resta in Argentina; Messi avanza il suo raggio d’azione, Ever lo arretra mostrandosi
più centrocampista che attaccante o trequartista. Nel 2007, a 19 anni, si trova già col primo compito
pesante: sostituire Fernando Gago, passato al Real Madrid. Il risultato? Vince la Coppa Libertadores
stregando la Bombonera.
http://www.ilmalpensante.com
1/6
ilMalpensante.com
Alberto Di Vita
14/07/2016
In Europa si scatenano aste furiose per accaparrarselo, anche Milan e Juventus in Italia ci
provano, ma è il Valencia a muovere le pedine giusta e l’offerta convincente. In Europa non è tutto
facile… non sappiamo se è stata la “scimmia di Diego” o l’allontanamento così rapido dalla sua terra,
ma è certo che il ragazzo non solo alterna buone prestazioni a orribili, ma anche fuori dal campo
mostra qualche irrequietezza. Tutto questo a dispetto di una completezza e qualità indiscutibili e
cristalline.
Tra Atletico Madrid e Valencia mostra molte cose: calcisticamente, la tendenza a partire da
molto dietro, più da regista che da trequartista; fuori dal calcio è reo di diversi e non meglio
definiti problemi causati negli spogliatoi, uno sgarbo ai tifosi del Valencia (si fa fotografare in
maglia Real Madrid) e qualche infortunio, il più importante ai legamenti interni del ginocchio. In
nazionale si racconta di scontri con i compagni, soprattutto con Javier Mascherano in Coppa
America.
Nel febbraio 2012 succede l’irreparabile: si dice che dimentichi di mettere il freno a mano mentre fa
benzina e si rompe tibia e perone, fermo 6 mesi. Sembra una notizia di Lercio, ma non è così:
qualcuno rumoreggia che non fosse proprio lucido.
Riprende a giocare ma il rapporto col Valencia sembra finito: a Gennaio 2014 torna ai Newell’s Old
Boy e sembra una di quelle tante carriere sciupate nel nulla, nonostante sembri più sereno e il
CT Sabella gli fa capire che ha chance, poi non concretizzate, per il mondiale del Brasile.
Ivan Rakitic e Daniel Carrico festeggiano la Coppa
La fortuna di Ever Banega si traveste da Ivan Rakitić: il Siviglia vince l’Europa League e Rakitić è
l’uomo partita osannato in tutta Europa. Il Barcellona decide di prenderlo e Emery si trova senza il
faro del centrocampo, il raccordo con l’attacco. Già allenato a Valencia, Emery decide di riprovarci.
Al Siviglia c’è un centrocampista che ne oscura spesso le prestazioni (Grzegorz Krychowiak), Emery
non sempre lo piazza nella sua mattonella preferita: gioca forse troppo avanzato, tatticamente
non migliora, pochi compiti, tanta libertà e non sempre ordine. Ma Banega gioca
http://www.ilmalpensante.com
2/6
ilMalpensante.com
Alberto Di Vita
14/07/2016
comunque bene, palla al piede illumina il gioco: anche umanamente è cresciuto e si è passato dal
volergli affiancare un bodyguard all’essere stato l’anima del Siviglia vincente di questi ultimi due
anni.
Prenderlo a parametro zero è certamente un colpo interessante.
INTER E POSIZIONE IN CAMPO
Detto che analizzeremo la sua posizione nell’ultima partita contro il Liverpool in coppa, dal punto di
vista tattico, l’Inter somiglia molto al Siviglia senza Banega: lentezza nel gioco, mediani non
bravi palla al piede, scarse geometrie. Non le ha Kondogbia, non le ha Melo, figuriamoci un boxto-box come Brozovic o il difensore Medel.
Banega al Siviglia è spesso partito giocando da
“trequartista”, con virgolette d’obbligo: perché, per natura e tendenza, il suo gioco si è
sviluppato sempre arretrando moltissimo fino a diventarne il regista. Che non sia un
trequartista ce lo dicono anche le statistiche: è un giocatore che ama la palla tra i piedi, il
baricentro basso lo aiuta soprattutto nel primo dribbling (specie se da fermo), ama orchestrare la
squadra sia con che senza palla. I numeri ci raccontano di pochi assist (media 0,10 a partita,
Brozovic è a 0,19), con 2,20 “key passes” (Brozovic 1,65), 84% dei passaggi completati di cui una
buona quantità anche di lunga gittata, un solo tiro (e mezzo) a partita a dispetto comunque di una
buona dotazione balistica; i gol sono stati 5, ma 2 su rigore.
È un ibrido che darebbe il suo meglio probabilmente in un 4-2-3-1 standard con accanto un
centrocampista (Kondogbia?) in grado di coprirne le mancanze: Banega ha una buona propensione al
contrasto (tanti gialli e rossi nella sua carriera) ma non ne esce spesso vittorioso.
http://www.ilmalpensante.com
3/6
ilMalpensante.com
Alberto Di Vita
14/07/2016
Più probabilmente lo vedremo da trequartista, pur essendo quello un ruolo che Mancini l’anno
scorso ha spesso dedicato ad un attaccante (Jovetic, Palacio o Lijaic), concedendosi un Brozovic ogni
tanto.
Banega sarebbe il secondo giocatore fortemente condizionante nella squadra, l’altro è Perisic che
costringe l’Inter a giocare con un’altra ala adattata: il rischio è di rivedere Brozovic esterno.
Le altre possibilità sono: 4-3-1-2 rombo, utilizzando
Perisic accanto a icardi, Banega da trequartista; 4-3-3 con Banega centrale in mezzo a Brozovic e
Kondogbia/Medel (in questo caso, Medel potrebbe anche aggiungersi ai difensori e diventare un
3-4-3. Non dimentichiamo gli ultimi mesi di Mancini al City…). Proponiamo gli schemi sotto.
Con Joao Mario le cose cambierebbero sostanzialmente: né lui né Banega offrono copertura,
pertanto le soluzioni sarebbero soltanto quella del 4-3-3 (o 4-3-1-2 a rombo) o 4-2-3-1 con Banega
trequartista.
Senza Joao Mario, la soluzione preferibile è certamente quella di un 4-2-3-1 con Banega
regista accanto a Kondogbia (come Motta e Cambiasso), ma questo esporrebbe l’Inter a molti
rischi, oltre che alla necessità di trovare soluzioni sulla trequarti (è Jovetic l’uomo giusto?) e un altro
esterno da opporre a Perisic. Dovrebbe essere una squadra molto corta e molto bassa, che punta
molto al contropiede e alla velocità dei suoi esterni, in grado di sfruttare il lancio e le qualità dei
filtranti di Banega.
Sarebbe anche un’Inter più moderna e finalmente con una formazione di ampio respiro
europeo, con l’età media abbassata e buone prospettive.
Il problema è che, lo sospettiamo, Mancio non la veda esattamente così.
http://www.ilmalpensante.com
4/6
ilMalpensante.com
Alberto Di Vita
14/07/2016
La (mia) soluzione ideale.
La difesa a 3.
http://www.ilmalpensante.com
5/6
ilMalpensante.com
Alberto Di Vita
14/07/2016
La soluzione più probabile.
http://www.ilmalpensante.com
6/6