11, 12 e 13 aprile
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11, 12 e 13 aprile
Rassegna Stampa di sab. 11, dom. 12 e lun. 13 aprile 2015 SNALS / CONFSAL Il Caffe' di Latina Cronache del Garantista Giornale di Sicilia - Ed. Siracusa-Ragusa Messaggero Veneto Il Cittadino (Lodi) La Gazzetta del Mezzogiorno - Ed. Taranto Nuovo Quotidiano di Puglia - Ed. Taranto Testate on line il Tempo il Tempo il Gazzettino Il Piccolo Il Tirreno 22/04/2015 9 12/04/2015 GIORNI DI SCIOPERO DOCENTI RENZI COME SALVINI: L'OBIETTIVO E' RADERE AL SUOLO SCUOLA E DIRITTI 12/04/2015 IN BREVE - SCUOLA, DOCENTI IN NERO PER PROTESTA SCUOLA, I PRECARI SCENDONO IN PIAZZA BUONA SCUOLA, I SINDACATI SI SCHIERANO CONTRO 11/04/2015 "BUONA SCUOLA" E PIU' POTERI AI DIRIGENTI, CRESCE LA PROTESTA DEGLI INSEGNANTI 11/04/2015 I DOCENTI JONICI: NO ALLA RIFORMA 12/04/2015 11/04/2015 ARTICOLI PRESI DAL WEB TUTTI I CONTROLLI PIU' PAZZI NEI TRIBUNALI 11/04/2015 ITALO RESTA FERMO IN STAZIONE SCIOPERA IL 75% DEL PERSONALE 11/04/2015 UFFICI CHIUSI E CONVOGLI DA VENEZIA DIMEZZATI 11/04/2015 CASTELLI SLOVENI CON I PENSIONATI 11/04/2015 TRIBUNALE CIVILE DI ROMA I CONTROLLI SONO INESISTENTI +++ 13/04/2015 11/04/2015 Scuola, Formazione, Università, Ricerca il Sole 24 Ore la Repubblica il Giornale Avvenire il Tempo Roma Roma Corriere della Sera - ed. Milano Corriere della Sera - ed. Milano Corriere della Sera - ed. Milano il Giornale di Napoli Roma Il Giornale d'Italia il Sole 24 Ore il Sole 24 Ore la Stampa ITS, DIPLOMATI SUBITO AL LAVORO IN 7 CASI SU 10 DAL WEB ALLA SCUOLA LA CARICA DELLE BULLE "UN VIOLENTO SU TRE E' UNA RAGAZZA" 12/04/2015 GRILLINI CONTRO IL WI-FI "FA MALE ALLA SALUTE" 12/04/2015 BULLISMO, LA SFIDA PARTE DALLA SCUOLA 11/04/2015 VIGILE, MEDICO, SINDACO. MARINO SCOPRE OSTIA 13/04/2015 "LAVORO ESTIVO? SI', MA VOLONTARIO" 13/04/2015 Int. a P.Sabbatino: ATENEO E SCUOLA PER LA LEGALITA' 12/04/2015 "LA SOLUZIONE? 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La protesta del personale docente ed educativo, si legge nella nota del Mim, vedrà l'astensione delle attività agghmtive oltre l'orario obbligatorio retribuite con il fondo per il miglioramento dell'offerta formativa; l'a'ltensione dalle ore agghmtive per l'attuazione de progetti e degli incarichi di coordinatore retribuite con il Mof; l'astensione dalla sostituzione e dalla collaborazione con il diligente scolastico e di ogni altro incarico aggim1tivo; l'astensione dalle ore agginntive prestate per l'attuazione dei corsi di recupero; l'astensione dalle attività complementari di educlfZione fisica e avviamento alla pratica sportiva. Il personale Ata, continua la nota del millistero, si asterrà dalle attività agghmtive oltre le 36 ore settimanali. moltre ci sarà l'astensione da tutte le attività previste tra quelle lientranti nelle posizioni economiche (I e II grado) e negli incarichi specifici; l'astensione dall'intensificazione dell'attività nell'orario di lavoro relativa alla sostituzione dei colleghi assenti. Infine, ci sarà l'astensione dagli svolgimenti dell'incarico di sostituzione del Direttore dei servizi generali e amministrativi. '" '"o O') 00 ~ Q) ~ o L> {l ~ '6 r-------------------~~~~----------------------------------------------------~--~~~~----------------____4 Ritaglio SNALS stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag.4 o u Data Giranttsta Pagina Foglio 12-04-2015 22 1 /3 l'obiettivo è radere al suolo scuola e diritti di Giuseppe Candido iforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle ,disposizioni legislative vigenti. E con questo titolo che lo scorso 27 marzo è stato depositato alla Camera (A.C.2994) il progetto di legge di riforma della scuola (140 pagine). Il provvedimento reca le firme del ministro dell'Istruzione Giannini, di quello della Semplificazione e della Pubblica amministrazione Madia e quella del Ministro dell'Economia e delle Finanze, Padoan. Assieme, ilIo di aprile quasi come fosse una burla, è stata presentata pure una scheda di lettura di altre 167 pagine. Dopo aver distratto per due mesi con il documento la Buona Scuola messo in consultazioni, e dopo aver presentato in 22 pagine i 24 articoli i primi di marzo, adesso è spuntato fuori, come un pesce d'aprile, appunto, il disegno di legge vero e proprio. E il tutto deve essere discusso e approvato entro il mese di maggio, dicono dalle stesse fonti governative, se si vuole garantire le assunzioni dei precari a settembre. Di fretta. Tant'è che il 7 aprile si sono svolte, davanti le Commissioni congiunte di Camera e Senato, un unicum della storia repubblicana, le audizioni informali delle associazioni dei docenti, sia dei loro sindacati rappresentativi del comparto che da poco hanno rinnovato le loro Rsu e che, è stato ricordato, rappresentano ben 700mila voti dei docenti. C'erano i docenti del movimento "GaE in ruolo, non uno di meno"; i rappresentanti dei docenti "idonei", che hanno superato il concorso del ministro Profumo nel 2012, i rappresentanti dell'associazione Mida Precari, e i docenti di Quota 96 della scuola che ancora aspettano la pensione, R pur avendo oggi raggiunto quote oltre i 100 (sic!) e, ancora, il "coordinamento dei docenti immobilizzati". Sempre tra le associazioni sindacali non rappresentative del comparto scuola c'erano pure i segretari dell' Anief, dello Snadir, sindacato dei docenti di religione, e dell' Associazione N azionale Docenti. Poi è stata la volta dei sindacati rappresentativi: la federazione dei lavoratori della Cultura della Cgil, la Cisl scuola, la Uil scuola, lo !mII'IIl e la Federazione Gilda-Unams. Molti gli aspetti problematici sollevati dai docenti davanti a Flavia Piccoli Nardelli, vice presidente della commissione Cultura, Scienze e Istruzione della Camera. Ciò che è emerso dagli interventi, che possono essere riascoltati sul sito di radioradicale.it, è una convergenza di tutte le associazioni sindacali dei docenti su una posizione assai critica del disegno di legge. Dal mondo della scuola è salito un coro unanime di critiche nel metodo e nel merito del provvedimento. Sul metodo, è stato fatto notare come oggi, in realtà, si stia discutendo su un disegno di legge depositato da dieci giorni e che, se si escludono le vacanze di Pasqua che ci sono state per il mezzo, è come se fosse stato depositato ieri; un disegno di legge che affronta questioni importanti come l'istruzione e l'educazione delle giovani generazioni, ma che, nello stesso tempo, viene sottoposto dal Governo ad un iter parlamentare e ad una tempistica veramente singolare. Forse unica nella storia della legislazione scolastica. Singolari, è stato detto, anche le modalità di svolgimento delle audizioni stesse: a Camere riunite e questo, si è fatto notare da più parti, sta a significare una cosa sola: al D.d.L sulla scuola non sarà apportata alcuna modifica né dalla Camera né dal Senato in conseguenza dei possibili ritardi che si genererebbero per la stabilizzazione dei precari. È molto probabile, infatti, che il Parlamento si limiterà a ratificare la riforma senza alcuna modifica. Un disegno di legge che intende modificare i cardini del sistema d'Istruzione e formazione dovrà essere discusso in meno di sessanta giorni, entro il 31 maggio, con tempi più risicati da quelli richiesti per la conversione in legge di un Decreto legge. D'urgenza. Ma se si riconosce l'urgenza dei precari, che pure ci chiede l'Europa con la sentenza dello scorso 26 novembre, perché non si interviene con un decreto d'urgenza? Per il Governo, la riforma della Scuola è l'ennesimo spot. Si fa passare l'idea di una grande riforma, si propaganda come il più grande investimento sulla scuola negli ultimi trent'anni, ma in realtà è solo il rimedio necessario, perché è l'Europa ad imporcelo, a porre fine all'abuso da parte del Miur di contratti a tempo determinato oltre i trentasei mesi. In pratica, con il rimedio (l'assunzione dei precari, e neanche di tutti quelli che ne avrebbero diritto) che diventa lo scudo per qualunque critica, si è deciso di smantellare definitivamente quel che resta della scuola pubblica statale per lasciarla scivolare verso un sistema di tipo privatistico, aziendale, all'italiana. Un sistema ibrido in cui non si sa bene dove finisce l'intervento dello Stato e dove inizi quello del privato. Il pane in cambio della libertà. La stabilizzazione dei precari di cui si è troppo abusato, e che l'Euro- '" '"o O') 00 ~ Q) ~ o L> {l ~ '6 Ritaglio SNALS stampa ad uso esclusivo del destinatario, non o ,u r-------------------~~~~----------------------------------------------------~--~~~~----------------____ riproducibile. Pag.5 Data Giranttsta pa chiede con urgenza, in cambio della cessione dei diritti. Nel merito le critiche sono state anche più dure. Discrezionalità massima dei dirigenti e azzeramento totale di ogni forma di collegialità. Ma di questo a porta a porta non si parla. Tutto l'articolo 7 attribuisce al dirigente la discrezionalità assoluta, poteri straordinari, e dovrebbe essere radicalmente stralciato. E da questo discende la scelta degli albi territoriali da cui il dirigente potrà scegliere per formare l'organico funzionale. Di contro si destrutturano tutti gli organi collegiali, addirittura scompare il comitato di valutazione. All'unanimità è stato fatto notare che il disegno di legge sulla riforma della scuola va in senso opposto a quelle che sarebbero state le aspettative legittime del mondo della scuola. Il modello di scuola democratico, il modello di scelte collegiali e condivise, viene raso al suolo, come Salvini vorrebbe con i campi Rom, non già per migliorare la scuola, ma per stravolgerla. La valorizzazione dei docenti è l'araba fenice che non c'è. Anzi. Ogni partecipazione democratica dei docenti alle decisioni e alla vita della scuola viene cancellata, sparisce la centralità del collegio dei docenti, ridotto a organo consultivo, nelle scelte educative e didattiche; e persino per i libri di testo, non si capisce più chi li sceglierà. Per contro, lo Stato trasferisce ai dirigenti dei poteri abnormi che gli consentiranno di gestire la scuola pubblica con forme e scelte di tipo privatistico e aziendale. E se ora un docente può risultare perdente posto solo in base ai ti- Pagina Foglio toli e a un punteggio correlato all'anzianità e all'esperienza didattica, dopo la riforma la conferma avverrà in base ai criteri del "capo": che potranno variare da scuola a scuola. E ciò, fanno notare i sindacati, rischia di produrre un'altra valanga di ricorsi. E c'è il rischio concreto che tutto ciò non faccia altro che accrescere in maniera esponenziale la conflittualità tra dirigenti, personale docente e personale Ata. Per elencare tutti i poteri conferito con l'articolo 7 al Dirigente scolastico ci vorrebbe una paginetta. Basti dire che saranno superiori anche a quelli del direttore generale degli uffici scolastici regionali, e dello stesso Capo dipartimento del Ministero. Mortificati, oltre ogni ragionevole sopportazione, il ruolo e la funzione dei docenti ridotti, nel bel Paese, e a dispetto di quanto avviene nell'Europa dove godono non solo di migliori stipendi ma anche di migliore considerazione, a mera categoria residuale, senza certezze lavorative e senza più quella libertà culturale e professionale, docimologica, che rappresentano l'essenza stessa della professione docente. Gli albi territoriali da cui i docenti potranno essere scelti, a piacimento del Dirigente, rappresentano un attacco gravissimo alla dignità personale, culturale e professionale dei docenti, una ferita mortale per la libertà d'insegnamento. Se passasse la riforma la funzione dei docenti cesserà infatti di essere libera come vuole la Costituzione, quella più bella del mondo che però oggi tutti mettono sotto i piedi. E c'è il concreto rischio che la docenza diventi funzionale a interessi che nulla hanno a che fare con la finalità 12-04-2015 22 2/3 istituzionale e costituzionale dell'Istruzione. Anche Fabrizio Rebershegg, del Centro Studi della Gilda insegnanti è intervenuto alle audizioni informali. E, dopo aver fatto notare che finora non si è affatto colloquiato con le forze sindacali che rappresentano i 750mila insegnanti, ha invitato esplicitamente il Governo «a scorporare la parte dell'assunzione dei precari (da fare con urgenza con un Decreto Legge) e far si che l'Organico funzionale non sia altro che il superamento dell'attuale Organico di diritto». Cominciamo da cose semplici!, ha sottolineato: «In pochi mesi non si può fare una riforma della scuola che poi è destinata a durare per decenni». Per la Gilda è tutto l'articolo 7 che deve essere "radicalmente modificato", e che il ruolo dei docenti della scuola debba invece essere valorizzato proprio attraverso una rivalorizzazione degli organi collegiali, dando responsabilità effettive a questi organismi. Non rendendo li passivi, organi consuntivi, di resistenza ai voleri del "capo". I docenti, è stato detto, hanno bisogno di responsabilità, e di pagare anche per le loro responsabilità mentre così facendo, nella buona scuola di Matteo Renzi decide tutto il dirigente. Senza contare che, nei contenziosi che questa riforma rischia di generare a sfilze, è stato ribadito, chi sicuro ci guadagnerà sono sempre e solo gli avvocati. A perderci, invece, come sempre, sarà la scuola, saranno i docenti, saranno gli alunni e le loro famiglie, ma anche la credibilità stessa del Parlamento e dello stesso Stato che non è più in grado di rispettare le sue stesse leggi, né i contratti di lavoro. '" '"o O') 00 ~ Q) ~ o L> {l ~ '6 Ritaglio SNALS stampa ad uso esclusivo del destinatario, non o ,u r-------------------~~~~----------------------------------------------------~--~~~~----------------____ riproducibile. Pag.6 Quotidiano Data Pagina SIRACUSA - RAGUSA Foglio 12-04-2015 20 1 • Istituto Scuola, docenti in nero per protesta ~~. Si sono vestiti di nero manifestando il "lutto" contro il disegno di legge denominato «Buona scuola» varato dal Governo. Aprotestare i docenti ed il personale amministrativo dell'undicesimo istituto comprensivo «Archia» di via Monte Tosa (nellafoto), ad Epipoli, che hanno voluto iniziare così lo sciopero che proseguirà fino al18 aprile, proclamato a livello regionale dalle segreterie della Federazione dei lavoratori della conoscenza della Cgil, Cisl Scuola, insieme alle rappresentanze aderenti allo ~ ~ Gilda ed Unams contro il provvedimento del Governo. Secondo i sindacati della scuola il disegno di legge svuoterebbe gli organi collegiali dei poteri decisionali, rendendo ancora più precarie le attività dei docenti. ('VICOR') Nascondeva 35 grammi di cocaina: arrestato '" '"o O') 00 ~w ~ o {l .o ~ '6 o r-________________~~~------------------------------------------------~--~~~~----------------__;u Ritaglio SNALS stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag.8 Quotidiano tAessaggeroVeneto Data Pagina Foglio 12-04-2015 25 1 Scuola, i precari scendono in piazza Manifestazione di protesta del personale di Terza fascia contro il decreto del governo che li esclude dalle assunzioni Tutti vestiti di nero. In segno di lutto per la morte <<Don soltanto di una professione, ma anche della nostra dignità». Sono gli insegnanti precari di Terza fascia, personale della scuola non abilitato, ma che può arrivare a vent'anni di carriera. Il Ministero li ha prima costretti a frequentare i Pas «<un Percorso abilitante speciale di dubbia utilità», secondo molti insegnanti), per poi escluderli dalle immissioni in ruolo della «Buona scuola». Una macchina infernale contro cui una cinquantina di precari ha manifestato, ieri pomeriggio, davanti a palazzo D'Aronco. <<Io non ci sto», gridano a gran voce gli insegnanti. Una cinquantina. Accanto a loro anche il personale educativo: «Per la legge siamo equiparati alle maestre elementari - dicono gli educatori -, ma Matteo Renzi ci ha completamente ignorato nel piano di assunzioni». Insomma, in piazzetta Lionello scende la «disperazione», come spiega eloquente un'insegnante ai passanti. «Chiediamo il ritiro della Buona scuola», tuona Ida Gasparetti, precaria con dieci anni di insegnamento alle spalle e portavoce del comitato Mida precari, promotore del presidio di ieri. «Il governo deve almeno modificarlo - continua Gasparetti - perché non vogliamo una scuola che non rispetti la Costituzione, che ruoti attorno a un preside-sceriffo. Il provvedimento dà il via alla precarizzazione degli insegnanti di ruolo ed elimina il precariato semplicemente licenziando gli at- tuali precari, nell' ottica di una strisciante privatizzazione del sistema pubblico d'istruzione». «Spendiamo 3 mila euro soltanto per le tasse di iscrizione e ancora non sappiamo quando terminerà il percorso - raccontano anche se hanno paura di ritorsioni -. Nel frattempo siamo stati costretti a rinunciare a ore di lavoro in classe, vedendo così ridurre all' osso i nostri stipendi, per frequentare corsi che nella maggior parte dei casi sono inutili. Appena l'altro giorno abbiamo frequentato cinque ore di un corso multimediale senza il computer! Ma in generale quello che viene spiegato in classe è molto teorico e poco applicabile alla docenza che ogni giorno ci troviamo a esercitare in classe». In piazza, a supporto della lotta dei precari, c'erano anche il segretario udinese dell'plc Cgil Natalino Giacomini e l'ex senatore leghista Mario Pittoni, esperto della materia: «Sabato a Cividale Salvini incontrerà una delegazione di precari per capire tutte le loro perplessità e farle proprie», ha fatto sapere. Intanto i sindacati della scuola organizzano un'assemblea unitaria per mercoledì 15 aprile nell'aula magna dell'Isis Malignani, in viale Leonardo da Vinci. E cinque giorni dopo, lunedì 20 alle 10 all'Isis Malignani, Cgil, Cisl, Uil, ~e Gilda incontrano i parlamentari eletti in regione per discutere della Buona scuola. Insomma, la battaglia è appena cominciata. E si annuncia un' estate bollente. Michela Zanutto [)RIPRODUZIONE RISERVATA Gli insegnanti che hanno manifestato ieri sotto palazzo D'Aronco '" '"o O') 00 ~ Q) ~ o {l .o ~ '6 o r-------------------~~~--------------------------------------------------~--~~~~------------------_iu Ritaglio SNALS stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag.9 Quotidiano Data 11-04-2015 Pagina 23 Foglio 1 docenti. se· scolastici le braccia per prole· stare contro la "buona scuola" Lo sciopero non riguarderà l'attività ordinaria, ma tutte le iniziative straordinarie, i laboratOli e le assi stenza extra. La mobilitazione si chiuderà con una maxi manifesta zione a Hom3 che porterà in piazza clalla sola J,ombardìa 300 persone, compresa una delegazione di lodigiani «La nostra spiega per la Cgil scuola Salvatore Pane Ila è un'azione di disappunto soft, ma sottolinea tutto il lavoro sommer so che sì fa nella scuola. Diamo un sei,'Ilale dì un certo tipo, abbastan· 'la forte, i,: una delle prima manife slazioni contro questa riforma della scuola tanto proclamata. l professori sono stati presi in giro, Hanno detto che ne mettevano iD 150, adesso si sono ridotti a 100 lutlo molto confuso. L'unica cosa certa è quella che ha detto la Corte europe'a, cioè che chi è precario da pitl dì 36 me sì ha dirino all'assunzione. Il resto è aria fritta. Tutta la "buona scuola" è fatta di annunci, ma non si parla mai eli lisorse. J docenti precari sono delusi». A proclamare lo sciopero, in5ieme a Flc Cgil, sono la Cisl seuo la, la Uil scuola, Gilda Unams e ,,~«lIgoverno -scri- vono iSi'ii"Cl':iCati ha messo in campo le sue proposte di riforma del sistema d'istruzÌone senza un coinvolgimento vero di chi nella scuola vive e lavora ogni giorno ~: un atteggiamento di grave pre sunzionc, dal quale è scaturito un progetto che proprio nel mondo della scuola raccoglie prevalente menle perplessità e dissenso. Un progetto che si rivela spesso artifìcioso, lacunoso, totalmente disancorato dalla concreta esperienza della scuola reale e poco sostenuto anche nei riferimenti alla più accreditata elaborazione pedagogica e didattica. Di tutto questo il go vemo ha ritenuto di poter fare a meno, varando a settembre le sue linee guida, oggi trasfuse - pur con un disinvolto cambio eli fisiono mia nel disegno di legge presen tato alle Camere. Col blocco del contrailo si rinvia ancora una volta, e dì fatto si contraddice, l'im pegno il ridare dignità e valore al lavoro del personale». '" '"o O') 00 ~ Q) ~ o L> {l ~ '6 L-______~~------~~~~~--~~~~~~~8 Ritaglio SNALS stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag, 10 Quotidiano Data 11-04-2015 Pagina 4 Foglio 1 Il CASO IERI DUE INIZIATIVE: DEI SINDACATI EDElrlSTITUTO lISIDE «Buona scuola» epiù poteri ai dirigenti, cresce la protesta degli insegnanti • Mobilitazione dei sindacati della scuola contro il progetto de «La Buona Scuola» promosso dal governo Renzi e in queste ore alla valutazione delle commissioni Cultura e Istruzione di Camera e Senato riunite in seduta congiunta. Ieri sera, a Taranto, affollata assemblea indetta dai sindacati Cgil Cisl e Uil Scuola, Gilda Unams. I sindacati chiedono il ritiro del disegno di legge e salvano solo il provvedimento sulle stabilizzazioni (previsto un piano straordinario di assunzioni per il 2015-2016 per coprire le cattedre vacanti e creare l'organico dell'autonomia). Ieri, intanto, a difesa di una scuola pubblica e contro il potere crescente che la riforma affida ai dirigenti scolastici, anche numerosi docenti tarantini hanno indossato abiti neri contraddistinti da un fioc- SCUOLA La protesta chetto celeste. E' quanto accaduto anche all'istituto professionale Liside. A segnalare l'iniziativa è Francesca Passantino, docente presso la stessa scuola. «I docenti ed il personale Ata del Liside - si legge nella loro nota - aderiscono all'iniziativa promossa su scala nazionale di vestirsi a lutto con nastrino celeste, per protestare contro il ddl del Governo sulla !mrg] scuola, chiedendone il ritiro». rmmm mmme '" '"o O') 00 ~ Q) ~ o L> {l ~ '6 o r-------------------~~~--------------------------------------------------~--~~~~------------------_iu Ritaglio SNALS stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag.11 11 Aprile 2015 Assemblee dei docenti in Valle d'Aosta contro "La Buona Scuola" "Il provvedimento del Governo Renzi trasforma la scuola in un'azienda" scuola-aulaAOSTA. Partirà la prossima settimana il ciclo di assemblee con i docenti che Flc Cgil, Cisl Scuola, Savt École e Snals Confsal della Valle d'Aosta hanno organizzato sul territorio contro "La Buona Scuola" del Governo Renzi. Il provvedimento "mette in discussione la libertà d'insegnamento dei docenti - accusano i sindacati con un'operazione che tende a dividere la categoria: scelti dal dirigente a svolgere determinate funzioni, valutati dallo stesso con il potere di attribuire i riconoscimenti economici, chiamati su progetto con incarichi triennali. Una scuola quindi che viene trasformata in una vera e propria azienda". Le assemblee si svolgeranno all'Hostellerie du Cheval Blanc di Aosta lunedì 13, alla Sala Bonomi di Verrès martedì 14 ed infine all'auditorium della scuola media di Villeneuve venerdì 17 con orari differenti per le diverse scuole. Dalle 11.30 alle 13.30 si terranno quelle per gli insegnanti delle scuole secondarie e dalle 14.30 alle 16.30 quelle per i docenti delle scuole primarie e dell'infanzia. Intanto le segreterie regionali stanno definendo le iniziative di mobilitazione del prossimo 18 aprile e annunciano di avere già in programma per la prossima settimana un incontro con i parlamentari Albert Lanièce e Rudi Marguerettaz. "La libertà d'insegnamento non può essere messa a mercato e non può essere sottoposta a premialità, le stabilizzazioni devono essere fatte con un decreto urgente ma per le materie relative al rapporto di lavoro (salrio, professione, carriera, orario) è necessario riaprire la contrattazione", dicono ancora Flc Cgil, Cisl Scuola, Savt École e Snals Confsal della Valle d'Aosta. 12 aprile 2015 Scuola, i precari scendono in piazza Manifestazione di protesta del personale di Terza fascia contro il decreto del governo che li esclude dalle assunzioni UDINE.Tutti vestiti di nero. In segno di lutto per la morte «non soltanto di una professione, ma anche della nostra dignità». Sono gli insegnanti precari di Terza fascia, personale della scuola non abilitato, ma che può arrivare a vent’anni di carriera. Il Ministero li ha prima costretti a frequentare i Pas («un Percorso abilitante speciale di dubbia utilità», secondo molti insegnanti), per poi escluderli dalle immissioni in ruolo della «Buona scuola». Una macchina infernale contro cui una cinquantina di precari ha manifestato, ieri pomeriggio, davanti a palazzo D’Aronco. «Io non ci sto», gridano a gran voce gli insegnanti. Una cinquantina. Accanto a loro anche il personale educativo: «Per la legge siamo equiparati alle maestre elementari – dicono gli educatori –, ma Matteo Renzi ci ha completamente ignorato nel piano di assunzioni». Insomma, in piazzetta Lionello scende la «disperazione», come spiega eloquente un’insegnante ai passanti. «Chiediamo il ritiro della Buona scuola», tuona Ida Gasparetti, precaria con dieci anni di insegnamento alle spalle e portavoce del comitato Mida precari, promotore del presidio di ieri. «Il governo deve almeno modificarlo – continua Gasparetti – perché non vogliamo una scuola che non rispetti la Costituzione, che ruoti attorno a un preside-sceriffo. Il provvedimento dà il via alla precarizzazione degli insegnanti di ruolo ed elimina il precariato semplicemente licenziando gli attuali precari, nell’ottica di una strisciante privatizzazione del sistema pubblico d’istruzione». «Spendiamo 3 mila euro soltanto per le tasse di iscrizione e ancora non sappiamo quando terminerà il percorso – raccontano anche se hanno paura di ritorsioni –. Nel frattempo siamo stati costretti a rinunciare a ore di lavoro in classe, vedendo così ridurre all’osso i nostri stipendi, per frequentare corsi che nella maggior parte dei casi sono inutili. Appena l’altro giorno abbiamo frequentato cinque ore di un corso multimediale senza il computer! Ma in generale quello che viene spiegato in classe è molto teorico e poco applicabile alla docenza che ogni giorno ci troviamo a esercitare in classe». In piazza, a supporto della lotta dei precari, c’erano anche il segretario udinese dell’Flc Cgil Natalino Giacomini e l’ex senatore leghista Mario Pittoni, esperto della materia: «Sabato a Cividale Salvini incontrerà una delegazione di precari per capire tutte le loro perplessità e farle proprie», ha fatto sapere. Intanto i sindacati della scuola organizzano un’assemblea unitaria per mercoledì 15 aprile nell’aula magna dell’Isis Malignani, in viale Leonardo da Vinci. E cinque giorni dopo, lunedì 20 alle 10 all’Isis Malignani, Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda incontrano i parlamentari eletti in regione per discutere della Buona scuola. Insomma, la battaglia è appena cominciata. E si annuncia un’estate bollente. Data nSole9]{l mmrn Pagina Foglio 13-04-2015 11 1 Its, diplomati subito al lavoro in 7 casi su lO Alberto Magnani _ Dalla scuola al lavoro. E viceversa: meno teoria e più pratica, meno lezioni frontali e più ore di stage nelle aziende che fanno la filiera del made in Italy. È l'animo degli Istituti tecnici superiori, le scuole ad alta specializzazione tecnologica che rappresentano il primo segmento di formazione terziaria non accademica nella Penisola. Dal 2010 ad oggi, i numeri non hanno fatto altro che crescere: 74Its, 6.009 frequentati (1.289 solo nel 2014), 308 corsi attivati nelle sei macro-aree di efficienza energetica, mobilità sostenibile, nuove tecnologie, della vita, nuove tecnologie per iI Made in Italy (sistemi meccanica, moda, alimentare, casa, servizi alle imprese), tecnologie innovative per i beni e le attività culturali, tecnologie dell'informazione e della comunicazione. La formula prevede quattro semestri(1.800-2milaore),con una quota del 30% riservata ai tirocini e un corpo docente selezionato per ilso% tra professionisti al lavoro in azienda. Tasso di occupazione dei diplomati? La percentuale oscilla tra una media di quasi il6S% a picchi del 90-100% che si registrano in alcuni trai corsi storici del sistema. «Gli Its importano in Italia il modello dell'alternanza, con un percorso che genera van- taggi per entrambe le parti in gioco: frena la dispersione degli studenti interessati a percorsi più tecnici e meno teorici, fornisce alle aziende quelle figure tecniche che si fanno sempre più fatica a rintracciare» spiega al Sole 24 Ore Giovarmi Biondi, presidente di Indire. Certo: la presenza sul territorio aiuta, visto l'intreccio fra tessuto produttivo e opportunità di lavoro offerte agli al- LA fORMULA Previsti quattro semestri, con una quota del30% riservata ai tirocini e un corpo docente perilSO% diprofessionisti di aziende lievi in uscita dal biennio con un titolo di Diploma di Tecnico Superiore. È il caso delle tecnologie per lamodain Toscana, dei sisterni alimentari e vitivinicoli in Veneto, della meccatronica in Lombardia (si veda l'articolo in basso). «Non è un mistero che gli I ts funzionano meglio laddove la presenza delle aziende è fortiprosegue Biondi - Anche perché ogni regione può sfruttare le sue carte: alcune di quelle che non avevano aderito subito oggi sono tra le più prolifiche in assoluto». t RIPRODUZ!ONE RI<;f RVATA '" '"o O') 00 ~ Q) ~ o L> {l ~ Più pratica. Negli Its un terzo delle ore è dedicato agli stage ,u r-------------------~~~~----------------------------------------------------~--~~~~----------------____ Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non 'g riproducibile. Pago 19 la Repubblica Q""''''"o I Data Pagina Foglio 12-04-2015 21 1 /2 I Deaso L'allarme della Polizia: prepotenze e soprusi in aumento tra le studentesse da Nord a Sud Eil governo studia una legge per aiutare le vittime a uscire dall'isolamento e a denunciare gli episodi Dal web allascuola la carica delle bulle "Un violento su tre , " eunaragazza contemporaneo, costruito da Skuolanet, rac(ORRADOZUNINO ROMA. NonvolevaandarepiùascuolaMarina, conta che ormai le offese e le botte partono da 14 anni neppure compiuti. La sua scuola è nel bambine-ragazze una volta su tre. Le giovani centro di Massa Carrara. Aveva preso botte, donne sono sempre più violente. A Livorno, a tanti schiaffi, da una ragazza di due anni più cavallotrail 20 14 e l'anno che corre, la rivalità grande, due anni più alta e cattiva. Eranoaun tra femmine- maschietti contesi - è arrivapasso dall'istituto, quando è accaduto. «Sfiga- ta sotto casa della vittima. Le nemiche di una ta, ti sei messa contro di me». Colpiva e ri- quindiqmne hanno scritto sotto la finestra, prendeva conIo smartphone. L'haridottama- con nome e cognome cubitali: « ... è una troia, le e poi l'ha umiliata postando tutto su Face- offre prestazioni a tutti». E poi il solito Facebook. I commenti delle compagne, anche book utilizzato come un ariete che sfonda la quelle che erano in classe con Marina, sono privacy portando sugli schermi dei coetanei stati cattivi, di una gratuità avvilente. Risoli- nuovi insulti e nuove bugie. Nella provincia di ni iconizzati, «l'ha ridotta uno straccio, d'al- Siena hanno messo sui telefonini, ferocissitrondequellasi veste come uno straccio». Epoi me, le goffaggini di una ragazzina non vedencommenti personali come solo gli adolescenti te che faticava a mettersi lo zaino in spalla e riescono a fare: «La disgrazia si è abbattuta su quando sisedevascoprivainvolontariamente una disgraziata». 10 scorso febbraio quel vi- le gambe. Risate, commenti gaglioffi. «Quasi deodi violenzal'havistolamammadiMarina, mai insegnanti e presidi comprendono la rabed è andata dritta alla polizia postale. bia dei genitori delle adolescenti maltrattate, Racconta la funzionaria della postale di fi- la gravità della situazione», spiega chi inverenze che le adolescenti che non denunciano stiga. In provincia di Cagliarilabulla, 15 anni, con sono molte di più. Per vergogna e perché hanno paura di essere tagliate fuori. «Noi sugge- una falsa foto di un poliziotto sul profilo Whatriamo alle vittime di bullismo di cancellare sApp insolentiva l'amica passata di moda: l'account su WhatsApp, ma non vogliono: su «Sei brutta», e faceva girare il commento nelquello smartphone corrono tutte le loro rela- la cerchia del gruppo classe. n sexting (far gizioni, c'è il loro mondo». rare foto compromettenti) è, per diffusione, il' n dossier della polizia sul cyberbullismo primo cyberproblemadi questa generazione. «I ragazzi vorrebbero parlare, ma spesso non con i genitori,). Otto casi recenti si sono registrati a Catania, città complicata. Tre riguardano dodicenni, prima media. Sono dovuti intervenirepapàemammaascuola per far sì che l'aggressione digitale ngn diventassero lividi. Dicevamo del dossier della polizia postale. Su 15.268 ragazzi intervistati dal portale Skuola.net, uno su tre si è dichiarato vittima di bullismo. La fascia d'età più esposta è tra i 14ei 17 anni.L'87percentodellevittimeèstatopresodimiranellavitareale,malostalking ontine cresce tra le adolescenti. Quasil'85 per cento degli studenti appartiene a un gruppo classe su WhatsApp, il97 ha uno smartphone. Contro un fenomeno che cresce e offende si è sviluppato il progetto MUnavita da social", incontri degli esperti della postale nelle scuole: mezzo milione gli studenti raggiunti. E domani il ministro Stefania Giannini annuncia le linee guida di una legge sul cyberbullismo otto anni dopo quella del ministro Fioroni. Formazionedel personale, scuole scelte sul territorio dove poter denunciare, numero verde collegato a Telefono azzurro, due hot line di Save the Children per segnalare materiale pedopornografico. UUtilizzo critico e consapevole dei social network e dei media", dice, d'altronde, il disegno di legge ~ buona scuola". '" '"o O') 00 ~ Q) ~ o L> {l ~ -6 o ~------------------~--~--------------------~~--~~--~~~~~--------~--~~~~-------------------iu Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Scuola: testate nazionali Pago 20 Data la Repubblica Pagina Foglio Il bullismo t $ · •.• Come hanno agito le persone da cui hai subito episodi dibullismo? 1sv3 .... tI\. ·f.· presQdl mira ." 12-04-2015 21 2/2 da ragazze Ti e mai capitato di essere vittima di un episodio di bullismo? 28% 36% Singolarmente In gruppo 67% no,mai si, una volta è capitato Dove sono avvenuti gli episodi di bullismo che hai subito? si, spesso 5% solo on-line si, raramente 36% Sia in gruppo che singolarmente Circa 2 su 5 di chi e stato vittima di bullismo appartiene alla fascia di eta tra i /4 e i /7 anni. 66% solo off-line Di che genere erano i bulli in cui ti sei imbattuto? solo femmine . , 3 % Le risposte '\010 femmine" e "soprattutto femmine" sono state selezionate prevalentemente dal campione di genere femminile. Viceversa "5010 maschi" e "soprattutto maschi" dal campione di genere maschile. Il dato rivela lo tendenza dei bulli a rivolgere le violenze verso vittime dello stesso sesso 44% solo maschi 8% soprattutto femmine soprattutto maschi prevalentemente on-line 21%------------~ prevalentemente off-line FONTE INDAGINI SKUOLANET PER LA POLIZIA DI STATO LlNEEGUIDA Il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini domani presenta le linee guida di una legge contro ii cyberbullismo: 8annidopo l'ultima varata SPORTELLI-DENUNCIA Saranno aperti sportelli di denuncia in alcune scuole, riferimento dei centri territoriali di supporto che sostituiscono gli osservatori sulbullismo FORMAZIONE DOCENn Due milioni di euro per formare i docenti e gli stessi studenti. Linea con Telefono azzurroeduehot line con Save the children '" '"o M 00 ~ Q) ~ o L> {l ~ '6 o r---------------------~--~--------------------------------------------------------~--~--~~------------________--;u Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pago 21 .---------------------------------:::Q:Uo=ti:di=an::lo Data 12-04-2015 Pagina 11 1 Foglio Bullismo, la sfida parte dalla scuola Domani la presentazione al Senato delle nuove Linee guida. Tra le categorie più a rischio ci sono gli studenti autistici PAOLO FERRARIO MIlANO na scuola «attiva e accogliente» libera dai bulli e dalla violenza. Puntano a questo obiettivo, le nuove "Linee di orientamento" che saranno presentate domani al Senato dal ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, nel corso di un incontro a cui prenderà parte il presidente Pietro Grasso. Tra le categorie di studenti più frequentemente vittima di bullismo e cyberbullismo, il piano del Miur (firmato dallo stesso ministro Giannini) individua i ragazzi affetti da autismo, «soggetti molto fragili e vittime più inermi». Su diloro, la violenza ha l'effetto di un «umiliante e doloro- so isolamento sociale». «I autistico - si legge nelle Linee è in genere incapace di gestire la violenza e questo potrebbe scatenare in lui crisi oppositive o autoetero lesioniste e non dovrebbe, quindi, essere mai lasciato solo in situazioni rischiose». Insegnanti e «compagni più sensibili» sono quindi sollecitati ad «acquisire consapevolezza» circa queste situazioni e «altre diversità». E qui il riferimento è al «bullismo omofobico» esercitato su chi viene considerato "diverso" sulla base dell' orientamento sessuale o «dell'identità di genere reale o percepita». «La vittima di bullismo 0mofobico - ricorda il documento di viale Trastevere - molto spesso si rifugia nell'isolamento non avendo adulti di riferimento che possano comprendere la condizione oggetto dell'offesa». Sul punto scuola e famiglia sono chiamate a «diffondere un atteggiamento mentale e culturale che consideri la diversità come una ricchezza e che educhi all' accettazione' alla consapevolezza dell'altro, al senso della comunità e della responsabilità collettiva». In particolare, prosegue il documento, «la famiglia è chiamata a collaborare, non solo educando i propri figli ma anche vigilando sui loro comportamenti». TI controllo deve riguardare anche gli atteggiamenti "virtuali", quelli cioè assunti navigando sulla rete web, modalità che «consente ai bulli di infiltrarsi nelle case e nella vita delle vittime». Tra le forme più preoccupanti di cyberbullismo, il sexting (lo scambio di testi e immagini con espliciti riferimenti sessuali) sta coinvolgendo sempre più adolescenti, come messo in luce anche da ricerche recenti. Comportamento che la nostra legislazione equipara al reato di pedopornografia e che il Miur intende contrastare con la diffusione di «norme di buon comportamento» e una capillare «organizzazione territoriale». Rete che vede la parte cip azione anche dei Centri territoriali di supporto, istituiti dagli Uffici scolastici regionali nell' ambito del progetto "Nuove tecnologie e disabilità". Iutilizzo sicuro del web saràquindi oggetto di «specifici moduli didattici» che le scuole, «a partire dalle primarie» dovranno inserire nel Piano dell' offerta formativa, «favorendo la collaborazione attiva dei genitori» e il «coinvolgimento degli insegnanti» adeguatamente formati. Alla base del successo e della reale efficacia delle nuove Linee di orientamento ci sarà, però, il «maggiore protagonismo» degli studenti, che, scrive il ministro Giannini, «devono entrare nei processi, sentirsi parte di un tutto ed esercitare un ruolo attivo». © RIPRODUZIONE RISERVATA ~ Q) ~ o L> {l ~ '6 L____~~~~~~~~~~~==~8 Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pago 23 Quotidiano Data Pagina Foglio 13-04-2015 5 1 POLEm SUI GIOVANI «Lavoro estivo? Sì, ma volontario» ROMA. «Sono favorevole a che nei progetti di alternanza fra scuola e lavoro gli stage lavorativi possano essere fatti anche d'estate, se è una scelta volontaria». Così il ministro del Lavoro Giuliano Poletti è tornato ai microfoni dell'Intervista di Maria Latella sulla polemica di mandare a lavorare gli studenti durante le vacanze estive. '" '"o O') 00 ~ Q) ~ o L> {l ~ '6 o r-________________~~~------------------------------------------------~--~~~~----------------__;u Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pago 26 Quotidiano Data 13-04-2015 Pagina 26 Foglio 1 /2 ALLA FEDERICO Il Raffaele Cantone, don Tonino Palmese e Maurizio de Giovanni con universitari e liceali Ateneo e scuola per la legalità DI BRUNEUA BIANCHI niversità e Scuola si uniscono nel proposito di formare la coscienza civile dei giovani. L'occasione è data dalla manifestazione "La legalità. Per una rivoluzione culturale", promossa dal dipartimento di Studi Umanistici dell'Università Federico II di Napoli e dall' assessorato alla Cultura del Comune di Napoli. Durante il dibattito, che si terrà oggi nell'Aula Magna del Centro Congressi della Federico II, Pasquale Sabbatino (nella foto), coordinatore del Master in Drammaturgia e Cinematografia, illustrerà le ragioni dell'evento. Cosa intende per "rivoluzione culturale"? «La rivoluzione culturale necessaria per uno stato di legalità è soprattutto una rivoluzione quotidiana, di ciascun uomo e della comunità. Alla maniera di Itala Calvino, ripreso da Roberto Saviano in "Gomorra ", di fronte all'inferno della corruzione e delle mafie, l'inferno dei viventi che è qui sulla terra e tutti i giorni, si legge nelle "Città invisibili", due sono i modi di porsi. Il primo e più facile consiste nell 'accettare l'inferno e diventarne parte al punto di non vederlo più. Il secondo e più rischioso, invece, consiste nel cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, in modo da farlo durare, e dargli spazio. L'Università e la Scuola hanno la responsabilità di insegnare il modo più rischioso, l'unico che ci faccia sentire uomini degni di respirare». Sarà una manifestazione a più voci? <<Al dibattito prenderanno parte Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, don Tonino Palmese di Libera-Campania e lo scrittore Maurizio de Giovanni. Sarà interessante conoscere le valutazioni e percezioni del fenomeno della corruzione da tre punti di vista e da tre esperienze diverse». È possibile seminare la legalità nella coscienza dei giovani? «Bisogna innanzitutto riflettere, insieme ai giovani e ascoltando i giovani, sulle prospettive legate al futuro per disegnare w7a legalità possibile. }.'d è quello che l'Università farà insieme ai docenti Armida Parisi Anna Milan e, Maria Sirago: Tommasina La Rocca, Bernardina Moriconi e Vzncenzo Caputo. Durante la manifestazione, gli studenti dei Licei "Giuseppe Mazzini ", "Jacopo Sannazaro ", "FIacco" e della Scuola media "Vzale delle Acacie" con i corsisti del Master in Drammaturgia e Cinematografia proporranno analisi e formuleranno proposte». Lei ha svolto indagini sulle rappresentazioni della camorra nella letteratura, nel teatro e nelle arti figurative. Quando è scaturito questo interesse? «Lo spunto iniziale risale al biennio 2006-2007, quando i lavori del convegno "Le rappresentazioni della camorra" e del seminario "La lama della scrittura" hanno sottolineato l'importanza del dialogo generazionale sul tema delle mafie così drammaticamente attuale nella realtà italiana. Una ricerca sulle rappresentazioni della camorra implica domande difficili sulla funzione del- la cultura rispetto alle varie forme della malavita organizzata, e ancora sulla funzione della scrittura di fronte alla trasformazione della camorra storica in moderna criminalità, nonché sulla funzione dei vari linguaggi nel raccontare ed esplorare questi fenomeni», Esplorare le "zone grigie" è uno dei propositi della Biblioteca digitale sulla camorra. «Il progetto, nato nel Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università Federico II, in sinergia con esperti e studiosi di altri settori, si propone di realizzare la biblioteca digitale di studi ed opere che abbiano un loro valore testuale specifico e nello stesso tempo costituiscano fonti primarie d'indagine e di ricerca. Documentare le varie forme di rappresentazione della camorra nella letteratura e nel teatro, nel cinema e nella televisione, nell'arte e nella canzone, permette anche di rivelare verità spesso taciute o rimosse e di evidenziare l'allargamento della zona grigia dove la criminalità organizzata fa perdere le tracce». Anche il teatro contribuisce alla consapevolezza della legalità? «Il teatro, il cinema e la musica forniscono occasioni di confronto con i giovani. Non a caso, nel pomeriggio della manifestazione, Nicola De Blasi presenterà la commedia eduardiana "Il Sindaco del rione Sanità ". Il testo, che svolge una funzione civile, verrà interpretato da Maria Basile Scarpetta, Roberto Capasso e Antonio Bonanno. Infine il Coro Giovanile del Teatro San Carlo, diretto da Carlo Morelli,farà ascoltare alcuni brani che raccontano il dramma della corruzione e delle mafie e la speranza di un nuovo orizzonte». '" '"o O') 00 ~ Q) ~ o {l .o ~ ~----------------Ili~ql:~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~------------------J~ Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Scuola: testate nazionali Pago 27 Data COJIBIEBE DElLA SERA MILANO Pagina Foglio 12-04-2015 8 1 1~~Nfmd «La soluzione? Spazi divisi per materia» Dpreside "dirigente de)I'Jstituto professionale statale Frisi, Luca Azzollini (~Le aule da noi non sonO più assegnate alle classi ma alle discipline. Sono gli studenti con il professore che si muovono al cambio di ora. Così abbiamo (anche) superato il problema delle classi pollaio». Una risposta al rebus degli spazi arriva dall'esempio del Frisi, istituto professionale statale con milletrecento ..,tuàenti 'In zona Quarto Oggiaro. ~ iI preside Luca Azzollìni già da qualChe anno ha rivoluzionato la didattica, «con conseguenze positive anehe rispetto alla situazione strutturale». «La nostra scuola occupa. due edificispiega il preside - uno con aule più spaziose e uno con locali più piccoli. Adesso nessuno rischia di finire nelle aule "di serie B" perché tutti le occupano tutte}). Oggi le classi al J.nsi hanno 20 massimo 25 studenti: «Numeri più bassi della media, at)che perché noi accogliamo i disabUi quindi il parametro è più stretto - dice Azzollini -. Altri istituti sono meno "'i\\:\:~\\~~U:\). \>~\\"ò:u.\\.()'«\. organizzazione. «La scelta iniziale è stata per la didattica, più laboratoriale se c'è l'aula di matematica, quella di italiano, e cosìvia. Abbiamo studiato il modello in una scuola di Rovereto e poi in Francia. E fra i tanti vantaggi c'è anche quello degli spazi ». Cf. c.) (.(.I RIPRODUZIONE J-;'ISUiVATt; '" '"o O') 00 ~ Q) ~ o L> {l ~ ______ ~~ Ritaglio Scuola: testate nazionali ________ stampa ad ~~~~~ uso esclusivo del __ destinatario, ~ '6 ~~~========~8 non riproducibile. Pago 29 Data COB1IIEBE DElLA SERA MILANO Pagina Foglio 12-04-2015 8 1 Istituto comprensivo Nazario Sauro «Ma il preside non guardi solo i numeri» La preside dell'istituto comprensivo statale Nazario Sauro,Anna Sandi «Giusto pOlrre attenzione ai numeri e perché gli alunni vanno seguiti e lo agli spazi. Poi però noi presidi stesso mìnistero prevede percorsi personalizzati per i bambini con dobbiamo 'Valutare altro. Ho appena iscritto setttimana scorsa una ragazza disturbi di apprendimento, problemi cinese e dUle appena arrivate da paesi socio familiari o di salute. E anche per arabi e non ho certo guardato i la sicurezza», spiega la preside Sandi. numeri». Wa al dunque la preside Anna Ma ci sono anche altre valutazioni. «Ci Sandi che cquesto mestiere lo fa da sono culture in cui l'istruzione delle trent'anni le in città guida una scuola bambine non è considerata una -pnQ-nYè-\. Cos\ q,,,.and('\ aTT\v--an.o a ùeìl'inìanzia in via Soùe1:'l.Iù, \.e iscriverle in qualsiasi momento elementari di via Vespri Siciliani e la dell'anno famiglie eli Paesi musulmani, media Rinascita. Nella sua primaria è per esempio, mai e poi mai mi straniero un alunno 'su due. Alle medie sognerei di mandarli via per i numeri. il 30 per cento. «La nostra attenzione è sulla qualità e sulla sicurezza, certo. Ma So che quelle bambine resterebbero senza scuola». (f c.) anche sull'accoglienza». (<) RIPRODUZIONE RISERVATA «Da un lato sono attenta ai numeri '" '"o O') 00 ~ Q) ~ o {l .o ~ '6 o r-------------------~~~--------------------------------------------------~--~~~~------------------_iu Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag.30 Data COB1IIEBE DElLA SERA MILANO • Pagina Foglio 12-04-2015 8 1 /2 DOSSIER SCUOLA di Federica Cavaclini Q!teDe"326 classi troppo affollate ,«M''èunoùtipuntifon,' al ctasslpollaio.» ',llÌ4 dament~Wdella'BuonaScuo.la del gÒVèMo Renzi. A Milano. le aule ~v:raffòllatesono.,326, il 5,5116. del to.taIe.. La $ituazione è mèno.èritlcarispetto. aI resto. del Paese, do.Vè le cl~!ili «fuo:rilegge» s'ono. n6,4~ (fudagine di Tuttoscuòl(1). «In classi numero.se, con tanti stranieri, è·difficile garantire qualità», dicono. i presidi. a pagina 8 Classi pollaio, oltre 300 fuori legge «Così diventa difficile insegnare» In aula anche trenta ragazzi e tanti stranieri. A rischio sicurezza e qualità E'indagine «Mai più classi pollaiO», è anche uno dei punti fondamentali della Buona Scuo.la del governo. Renzi, le cose do.vrebbero cambiare in meglio. con le nuove regole, con le assunzioni di tanti precari e anche con l'impegno preso sull'edilizia scolastica. Intanto c'è chi ha scattato la fotografia dell'esistente. A Milano. le classi fuDri dai parametri, se si considerano. quelli fissati dal ministero. dell'IstruziDne e quelli, più rigìdi, della nDrmativa sulla sicurezza, SDno più di trecento. E sono. quasi tutte, Dtto su dieci, nelle scuole superiori. Fare scuola in classi che superano anche il numero trenta è impegnativo per chi insegna se». e per chi deve imparare, SDprattutto hl istituti, cOme tanti in città, dQy~Je classi sono. multietniche. «Nel gmpPD degli stranieri, c'è chi è nato. qui e ha frequentato. le nostre scuDle sin dall'asilo. ma c'è anche chi.è appena arrivato e avrebbe bisDgnD di essere seguito», è la premessa cDndivisa di insegnanti e presidi, che continuano, anche a Milano, a fare i conti con le classi pDllaiD. «FuDrilegge» sui numeri sono. il 5,5 pel cento. delle classi di istituti cittadini: 326, di cui 273 sono superiDri. 1,a buona notizia almeno. è che in città e nella regiDne (la percentuale in Lombardia è del 5,8%) la situaziDne è meno critica rispetto al resto. del Paese, dove la classi fuDriparametro sDnD'più di 23 mila, il 6,4%. Così risulta. dall'indagine sul sovraffollamentD nelle istituti statali appena pubblicata dalla rivista Tuttoscuola e la naturale conclusiDne dell'osservatDrio è che «Dceotre un intervento correttivo che, anche gtadUalmente, CDnsenta di ridurre il numero massimo di alunni per clas- curezza. «L'insegnante ha difficDltà a cDndurre la classe e a persDnalizzare l'interventD educativo, difficile rispondere alla esigenze dei singDli in quelle che chiamiamo. classi pDllaiD», dice GiDvanni Vinciguerra, direttDre di TuttDS<:UDla. E sulla sicurezza aggiung1e: «Lo. Stato. dovrebbe fissare i ctiteri. Adesso c'è una nonna, d!el '92 (del ministero degli Interni, sulla prevenzione incendi) che fissa un numero. massimo di 25 studenti per aula mentre un'altra del 2009 (del ministero dell1struziDne) dice cbe si può arrivare anche a trenta. La Buona SCUDla adesso. prevede che il preside possa decidere di ridurre il numero. di alunni per classe. È un passo avanti, ma nDn basta». I presidi, che chiuse le iscrizioni a metà febbraio. cDminciano. a lavorare su1I~ fDrmazione delle classi per il prossimo anno hanno ancora davanti i numeri noti: non più di 29 bambini nelle sezioni della scuola dell'Ìnfanzia, 27 alle elementari, 28 alle medie e 30 alle SUperiDri. Si scende sDltan- ntema è dOllllio. Q!.1a1ità e si-- to se ci SDno alunni disabili. Sono. i parametri fissati nel 2009 dal Mim:. PDi c'è l'altra regola, quella relativa alla prevenziDne incendi e Yindkazi<me è massimo 25 alunni per classe più l'insegnante. «Nessun preside si asslUIle volentieri la respDnsabilità di avere classi stra-numerose, anche soltanto. per la sicurezza. Lo vediamo. quando. ci sono. le prove di evacuaziDne, fare uscire da una classe più di venticinque persDne è complicato dice Agostino Miele, presidente dell'associaziDne presidi e dirigente all'istituto tecnico Gentil~schi - . Poi far lezione in classi da trenta è dura per tutti, p~r il rumDre, per l'attenzio.ne. E difficile seguire i ragazzi, verificame la preparazione e non lasciare indietro j più debDli, e gli stranieri appena inseriti» . TI dato. sul sDvraffDllamento, dicono i presidi, andrebbe incrDciatD in una città CDme Milano (:Dn quello sugli alunni stranieri che qui e in tutta la regiDne SDnD più numerDsi rispetto. alla media italiana: il 14 per cento. negli istituti della LDmbardia, contro il 9 per cento in Italia. '" '"o O') 00 ~ Q) ~ o L> {l ~ '6 o !-______________~~~~--~==~~~~~~~~~~~~~~~~--------~~--~~----------------~u Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Scuola: testate nazionali Pag,31 Quotidiano IL GIORNALE D'ITALIA Data 11-04-2015 Pagina 4 Foglio 1 , Proteste bipartisan su tutta la linea per le linee prospettate dal ministro Giannini entinove associazioni hanno promosso un appello al Parlamento per chiedere di cambiare il disegno di legge sulla scuola presentato dal governo. I firmatari rivendicano uno "spazio di ascolto", perché senza la partecipazione attiva dei soggetti da essi rappresentati - studenti, insegnanti, genitori, forze sociali e sindacali e associazioni - "nessuna riforma può raggiungere obiettivi decisivi per il Paese". Come si legge nell" appello, è indispensabile "aprire un ampio confronto per delineare una visione generale, il più possibile condivisa, sul ruolo della scuola nella societa" della conoscenza. A questo punto- continua il testo- riteniamo decisivo partire dal diritto di ogni persona all"apprendimento permanente come base per un progetto complessivo di cambiamento del sistema educativo italiano". I 29 promotori, "pur rappresentando organizzazioni con punti di vista anche molto diversi", presentano cinque proposte per cambiare il ddl. All'appello hanno aderito Agenquadri, Aimc, Arci, Auser, Cgd, Cgil, Cidi, Cisl, Cis l scuola, Edaforum, Fnism, Flc Cgil, Inserf-Irved, Legambiente, Legambiente Scuola e Formazione, Link - Coordinamento Universitario, Mce, Movimento Studenti di Azione Cattolica, Movimento di Impegno Educativo di Azione Cattolica, Proteo Fare Sapere, Rete della Conoscenza, Rete degli Studenti Medi, Rete29Aprile, Uciim, Udu, Unione degli Studenti, Uil, Uil Scuola, Libera e Isare. Ma vediamo più da vicino le cinque proposte: al primo posto un insieme di interventi che puntano a ridurre le diseguaglianze esistenti sia tra territori che tra indirizzi ed istituti: garantire a tutti l"accesso al diritto allo studio e combattere la dispersione scolastica; rendere la scuola un laboratorio permanente di innovazione educativa, partecipazione ed educazione civica;innalzare i livelli di istruzione e competenza, anche per la popolazione adulta. La seconda proposta ha come oggetto la governance e punta a rafforzare l'autonomia scolastica "nel senso pieno del DPR 275", intesa come "garanzia di libertà di insegnamento e di pluralismo culturale, strumento per porre al centro l'apprendimento degli studenti e garantire il loro successo formativo". Decentramento dei livelli decisionali e partecipazione delle componenti sono i pilastri dell"autonomia su cui il ddl del governo si abbatte pesantemente accentrando i poteri nelle mani del presidemanager ed estromettendo studenti, docenti, genitori e personale ATA. I promotori dell'appello chiedono di rivedere a fondo le prerogative del dirigente scolastico, riformare gli organi collegiali e valorizzare il lavoro nella scuola "nel rispetto della funzione contrattuale, indispensabile per raggiungere soluzioni efficaci e condivise". Occorre poi un intervento sulle risorse economiche: è indispensabile un aumento dei finanziamenti pubblici destinati alla scuola, con un piano pluriennale che permetta all'Italia di raggiungere almeno la media europea. La quarta proposta verte sul rapporto tra scuola e lavoro, che "deve essere orientato ad arricchire il percorso educativo e potenziare le opportunità occupazionali di tutti i giovani, assicurando a ognuno effettive capacità di apprendimento lungo tutto il corso della vita". I promotori chiedono che l'alternanza scuolalavoro sia prevista per tutti i percorsi scolastici, che le competenze acquisite vengano certificate e che il contratto di apprendistato per l"acquisizione di titoli di studio sia "finalizzato esclusivamente all"apprendimento e comunque successivo al conseguimento dell"obbligo di istruzione". L'appello si chiude chiedendo una discussione parlamentare ampia su questi temi: le numerose deleghe al governo previste nel ddl sono considerate un errore in quanto riguardano temi troppo importanti per la scuola italiana per non essere affrontati in aula e i relativi criteri direttivi sono insufficienti e spesso troppo vaghi. Inaccettabile poi la previsione di non finanziare queste deleghe. III '" '"o O') 00 ~ Q) ~ o {l .o ~ '6 L-______~~--~~~~~~~~~~~~~8 Ritaglio Scuola: testate nazionali stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag.35 Data nSole9]{l mmrn Pagina Foglio Università - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - --- 13-04-2015 8 1 --~--- L'autonomia e la dittatura del diritto amministrativo di Enrico Santarelli , introduzione della pratica della valutazione e la creazione di un'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur) avrebbero dovuto comportare per l'università italiana un cambiamento epocale, oltre che un passo in avanti verso l'autonomia sancita dall'articol033 della Costituzione. Come osservato da Massimo Egidi su queste pagine ("Dall'autonomia sfiduciata all'accanimento burocratico", 6 marzo 20lS), anziché lo sperato snellimento delle procedure associate alle attività istituzionali, le riforme degli ordinamenti universitarisuccedutesi apartire dallalegge168 del 1989 (sull"'autonomia universitaria") hanno portato a un sostanziale soffocamento burocratico, sottraendo ai docenti e all'apparato tecnico-amministrativo tempo erisorse che avrebbero potuto essere utilizzate per svolgere e supportare al meglio la ricerca e !'insegnamento. Mostrandoconsapevolezzadellaserietà di queste probl~matiche, nei suoi interventi alle inaugurazioni degli anni accademici dell'Università di Bologna prima e del Politecnico di Torino poi, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha auspicato l'avvio di unampio dibattito sulla possibilità di «portare le università fuori dal diritto amministrativo». Perché dalle buone intenzioni del legislatore è venuto fuori il sostanzialefallimento di riforme che volevano conferire autonomia alle università? La rispo- sta è nel fatto che si è cercato di fondere, mettendole sullo stesso piano, culture profondamente diverse: da un lato, quella del diritto amministrativo; dall'altro, quella della valutazione. La prima comporta tradizionalmente nel nostro Paese l'introduzione di restrizioni fmalizzate a impedire eccessi e usi inappropriati dell'autonomia a vario titolo conferita a chiunque utilizzi beni erisorse finanziarie pubbliche; essa opera dunque ex ante e si basa su una sfiducia implicita rispetto all'onestà dei funzionari pubblici e dei cittadini in generale. Laseconda,fondandosisul presupposto che debba essere attuato ciò che funzionameglio, opera invece ex postper individuare best practices e consentire di premiare comportamenti virtuosi. Con !'introduzione della valutazione si intendeva avvicinare il sistema universitario italiano a quello diPaesi come il Regno Unito, ma non si è tenuto conto del fatto che un meccanismo di questo tipo può funzionare solo a fronte di una limitazione della dittatura esercitata dal diritto anuninistrativo sull'organizzazione e!' operatività delle università stesse. Ciò che non è avvenuto è proprio il passaggio dall'applicazione di criteri meramente giuridici a quella di criteri economico-statistici giuridicamente fondati. Come sipuò uscire da questa impasse? Intervenendo speditamente sul processo di riforma avviato con il Ddl1S77 sulla Riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche, attualmente all'esame della prima Commissione permanente del Senato. L'articolo 8, lettera d, di questo provvedimento assimila le università stataliasoggetti,comeimuseiegliarchivi, che di fatto sono semplici articolazioni periferiche di ministeri, mentre la lettera g dello stesso articolo mette le università non statali sullo stesso piano delle società a partecipazione pubblica che operano in regime di concorrenza. Facendo sorgere il dubbio che chi lo ha redattoignoricheconlacreazionedell'Anvur l'intero sistema universitario nazionale dovrebbe avere cambiato la propria natura. Bene hanno fatto il Consiglio universitario nazionale (Cun) e la Conferenza dei rettori (Crui) a segnalare !'inopportunità di tale separazione tra università statali e non statali. Eppure, qualora venisse opportunamente modificato, il Ddl1S77 potrebbe essere un punto di partenza per il defmitivo riconoscimento della specificità e dell'autonomia delle università. Sarebbe infatti sufficiente aggiungere all'articolo 8 una lettera h "università statali e non statali". Poiché scopo di questo provvedimento è quello di innovare e riorganizzare l'amministrazione dello Stato, l'enucleazione dell'università da ogni altra tipologia di amministrazione pubblica aprirebbe la strada per eccezioni ad hoc riguardo all'applicabilità di determinati provvedimenti all'università stessa. Per rafforzare il ruolo della valutazione e realizzare pienamente il principio costituzionale dell'autonomia universitaria non serve fare uscire l'università dal diritto amministrativo, basta semplicemente sottrarla alla sua dittatura. '" '"o O') 00 ~ Q) ~ o L> {l ~ '6 1-______~~~~~~~~~~~-=~~~========~8 Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag.36 Data nSole9]{l mmrn Pagina Foglio 13-04-2015 10 1 Le iniziative del Politecnico Dal 14 al 17 aprile workshop aperti agli studenti e ai visitatori nei Laboratori Strumentali del Dipartimento di Design del Campus Bovisa: fotografia, video,modellazione e prototipazione, allestimento e moda, più la mostra «DesignXDesigners», con i progetti didattici provenienti da tutto il Sistema Design-Politecnico '" '"o O') 00 ~ Q) ~ o L> {l ~ '6 o r-________________~~~------------------------------------------------~--~~~~----------------__;u Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag.3? Quotidiano Data Pagina Foglio 11-04-2015 14 1 Intesa tra Pontificia università lateranense con quella iraniana di Qom dove viveva Khomeini Il Vaticano punta sulla cultura Le biblioteche di Qom sono fornite di testi cattolici DI ANToNINO D'ANNA aticano-Iran, il disgelo mondiale di Teheran passa anche per la cultura. Oggi monsignor Enrico Dal Covolo, rettore della Pontificia Università Lateranense (PuI) avvia a Qom (il paese a lungo residenza dell'ayatollah Ruhollah Khomeini e luogo sacro per i musulmani sciiti) la collaborazione con la locale l'Università degli studi di religioni e confessioni. Un accordo che prevede anche lo scambio di studenti nel nome della cultura, il tutto in un momento in cui l'Iran è sotto esame da parte della comunità internazionale sul tema del nucleare. Non è la prima volta che Dal Covolo ha a che fare con l'Iran. Come racconta a ItaliaOggi, durante il suo rettorato ha incontrato in vari momenti alcuni V esponenti del mondo politico, religioso e accademico iraniano e dice di essere stato: «sempre colpito positivamente dal loro reale desiderio di collaborare e di dialogare con la cultura cristiana in generale e cattolica in particolare». Un desiderio testimoniato ad esempio dal fatto che: «le loro biblioteche sono straordinariamente piene di testi di teologia cristiana e cattolica. Ci sono anche altri segnali concreti. È recentissima una straordinaria traduzione in lingua persiana del catechismo della chiesa cattolica. L'incontro di questi giorni è costellato quindi di azioni concrete e non semplici affermazioni teoriche». Uidea dell'incontro di oggi è nato grazie ad un colloquio del rettore della Pul con l'ambasciatore iraniano in Vaticano, Mo- hammad Taher Rabbani che è di Qom, e poi un recente incontro con il rettore dell'Università delle Religioni Seyed Abolhassan Navvab. L'accordo nasce alla presenza del nunzio vaticano in Iran, monsignor Leo Boccardi, che ha molto sostenuto quest'incontro. La Chiesa cattolica è presente in Iran da secoli e i primi rapporti diplomatici risalgono al diciannovesimo secolo. E la Segreteria di Stato del cardinale Pietro Parolin è stata informata del viaggio? «La segreteria di Stato è stata informata di questo viaggio ma il nostro riferimento immediato e istituzionale rimane il nunzio a Teheran Monsignor Leo Boccardh, che oltre ad ospitare Dal Covolo lo accompagna in questo viaggio e mediando per realizzare il progetto Pul-Qom. Si può dire che insomma si fa diplomazia anche con la cultura, mentre si discute dell'accordo sul nucleare? Il rettore della Lateranense non ha dubbi: «Ovviamente stiamo parlando di cose diverse, l'accordo sul nucleare e l'accordo tra le università, ma entrambe testimoniano il sincero desiderio dell'Iran di aprirsi al mondo e di uscire da questo isolamento, un desiderio non solo delle autorità politiche e religiose ma anche del popolo perché è stato il popolo in questi anni a pagare il prezzo più caro delle sanzioni e dell'embargo». E ancora: «L'accordo sul nucleare che rimane molto embrionale per ora va incontro al popolo iraniano che continua a soffrire per le sanzioni internazionali», conclude. ----© Riprodu.zinne riseroata _____ '" '"o O') 00 ~ Q) ~ o L> {l ~ '6 L-______~~------~~~~~--~~~~~~~8 Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag.39 Quotidiano Data Pagina Foglio 11-04-2015 23 1 Dopo il pasticcio test, per i medici il problema del cambio di ordinamento Specializzazioni nel caos Scarse informazioni sull'accesso ai nuovi corsi , Il DI BENEDETTA PACELLI riforma delle scuole di specializzazione medica parte in salita. rischia di fallire in uno dei suoi obiettivi principali: allargare la platea dei medici che possono formarsi, conseguenza diretta della riduzione delle stesse scuole. Dunque accanto alla serie di ricorsi sulle irregolarità dei test di accesso, presunte per qualcuno (Tar del Lazio) accertate per altri (Consiglio di stato), e comunque ancora da definire nel merito, arriva un nuovo ciclone per i medici in formazione specialistica: la difficoltà di passaggio ai nuovi ordinamenti didattici delle scuole riformate e previsti per tutti coloro che nell'anno accademico in corso 2014-15 si trovano iscritti alle scuole (sia quelle che cambiano di durata sia quelle che la mantengono invariata) a un anno antecedente all'ultimo anno di corso, quindi dal 2 al 4 anno per le scuole di durata 5 anni, e dal 2 al 5 per quelle di durata pari a 6 anni. A generare il caos, denuncia il sindacato giovani medici ('Sigm), è non solo la scarsa informazione da parte dei rispettivi atenei sulle possibilità del passaggio ai nuovi ordinamenti, ma anche il dubbio sulla validità legale in Europa del titolo rilasciato dalle nuove scuole. E mentre sull'ultimo punto è arrivata la nota del ministero della salute a garantire «che i titoli rilasciati nell'ambito del nuovo ordinamento hanno il medesimo valore legale ai fini dell'accesso ai concorsi nel Ss, di quelli rilasciati nell'ambito dell'ordinamento previgenti,;, per i trasferimenti dai vecchi ai nuovi corsi regna il caos più totale. Il Segretariato giovani medici fa infatti sapere di numerose segnalazioni arrivate da tutta Italia per «presunte iniziative da parte dei direttori delle scuole che tendono a dissuadere gli specializzandi dal passaggio di ordinamento». Il nodo della questione è che la ristrettezza dei tempi di applicazione dei nuovi ordinamenti, unita alla disinformazione ha portato secondo il Sigm a evitare a molti giovani medici di richiedere il passaggio nuovo ordinamento. Passaggio che, al contrario di quanto cir- cola in alcuni atenei, non è vincolante, ma soltanto preliminare alla successiva presa visione del nuovo piano di studi prospettato dal Consiglio della scuola di ciascun richiedente. Solo dopo aver preso visione della nuova offerta lo specializzando può formalizzare la richiesta di passaggio al nuovo ordinamento che, a quel punto, sarà definitiva. Certo è, come denunciano ancora dal Sigm, che più saranno i medici che opteranno al nuovo ordinamento e prima le università dovranno ottemperare all'applicazione delle innovazioni previste dalla riforma. Secondo gli annunci pre-riforma i passaggi di ordinamento dovrebbero portare già dal prossimo anno a risparmi che dovranno essere reinvestiti per finanziare nuovi contratti di specializzazione: secondo le prime stime 700800 specializzandi in più potranno entrare nelle scuole in aggiunta a. posti previsti negli ultimi anni. ---© Riproduzione riseroata ___ '" '"o O') 00 ~ Q) ~ o {l .o ~ ______ Universita' __ __ ~~~ Ritaglio stampa ~ uso ad __ ~~~~~ del destinatario, esclusivo ~ '6 ~~~========~8 riproducibile. non Pag.40 -ILILL'TlE~M! ~ \ ,/ \~' 1 _ II I/d .1 Quotidiano Data Pagina [--- '~'J _ _ Foglio 12-04-2015 11 1 Tribunale Ecco i primi risultati del maxi ricorso straordinario dei medici esclusi dalle scuole di specializzazione Concorso di medicina, ammessi 300 candidati • La prima breccia è stata aperta con il maxi ri corso strao rd in ario vinto davanti al Consiglio di Stato, 300 medici rimasti esclusi dalle scuole di specializzazioneriammessi dal giudice amministrativo. Poi è arrivato il bis, quan do an cora il Consigli o di Stato ha rimandato al Tar del Lazio, perché riveda la sua decisione, il ricorso di Wl singolo candidato bocciato iniziamente dal Tar. Adesso iI primo concorso nazionale per l'accesso alle specializzazioni di medicina, dopo le polemiche dello scorso autunno per gli errori nella somministrazione di alcunedomandee il balletto delMiur che prima annunciò l'annullamento con ripetizione di due prove e poi fece marcia indietro abbonando a tutti i concorrenti 4 quesiti, rischia di creare nuovi e clamorosi imbarazzi al ministero dell'Università retto daStefania Giannini. Contro lepresunteirre- golari tà che avreb bero contraddistinto lo svolgimento delle prove (come le presunte violazioni del principio della protezione dell'anonimato e dell'uniformità nazionale delle prove) era partito un bombardamenLo di ricorsi collettivi al Tar da parte dei medici esclusi. Dopo gli iniziali insuccessi in qllesl'ulLlma sede, che sembravano condurre verso una rapida archiviazionedipolemicheerecrlminazioni, nelle ultime seltimane sono però arrivate due decisioni clamorose. Prima i prowedimen ti del Consiglio di Stato, II sezione, sul maxi-ricorso promosso dalla Fp-Cgil Medici in collaborazione con lo studio degli avvocati Michele Bonetti e Santi Delia, che ha portato all' ammissione di 300 medici con effetto immediato. Poil'ordinanzan.1440 della VI sezione, sempre del Consiglio di Stato, che ha accolto l'appello contro lamancata sospensiva da parte del Tar Lazio, ai fini di una rapidafissazionenelmerilo del ricorso di primo grado, di un ricorso singolo da parte di un candidalO escluso in virlìl della decisione, successiva allaconclllsione delle prove, di abbonare 1m quesito diendocrinologia. Un ricorso definito «pllota» dagli avvocati promotori, che potrebbe aprire la su· ada a future nuove ammissioni. In attesa dei prossimi pronunciamenti su altri ricorsi collettivi, c'è già chi si chiede come sarà possibile tenere fuori - sulla scorta di questi precedenti - il resto dei candidati esclusi. Martino Villosio Caos Potrebbero arrivare altre cause da parte di migliaia di esclusi Carabiniere sparò al bandito. Assolto 1)0P') ,<1T~ ,lTlJl111 \~nlt1t(\ li \ i{~PTlg",h~r~ "'N'P"'P' uTll~Ill~ l',lllJ''''' hlllldagatu pel tl'ntJt,) ')!llK!,i.tO lllJplllatNc due'l' 6()()j]llb l'llfl' ,11 ,blllll -, , Concorsod 11I!:..lIçna,lll1lmes5l300çandldllll ~ ~---~ ~.~- ~ ~.~. ~;: """---"~ - ~.~~ ~:;:.;: ~";; ."~..,""_. - -.::~ ~ Q) ~ o L> {l ~ '6 o r-------------------~~~--------------------------------------------------~--~~~~------------------_iu Ritaglio Universita' stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag.41 Quotidiano Data Pagina PALERMO e PROVINCIA Foglio 13-04-2015 5 1 LA PROPOSTA. Il ministro: «I miei figli sono sempre andati al magazzino della frutta a spostare le casse» Poletti: studenti al lavoro d'estate su base volontaria ROMA ••• "Sono favorevole a che nei progetti di alternanza fTa scuola e lavoro gli stage lavorativi possano essere fatti anche d'estate, se è una scelta volontaria». Così il ministro del Lavoro Giuliano Paletti è tornato ai microfoni dell'Intervista di Maria Latella sulla polemica di mandare a lavorare gli studenti durante le vacanze estive. "Bisogna incominciare a far capire ai giovani cosasiaillavaro e cosa sia un'impresa» ha aggiunto. La scuola pare essere un cantiere di idee sempre aperto. Poche settimane fa una sua considerazione sulla durata delle vacanze scolastiche aveva aperto un nuovo fronte di dibattito. «Un mese di vacanza va bene. Ma non c'è un obbligo di farne tre. Magari uno potrebbe essere passato - ha ipotizzato il ministro del Lavoro - a fare formazione. Una discussione che va affrontata». (<] miei figli d'estate sono sempre anelati al magazzino della frutta a spostare le casse» ha raccontato dicendosi convinto che non si distruggerebbe un ragazzino se invece «di stare a spasso per le strade della citlà va a fare quattro ore di lavoro». Tanto è bastato per dare la stura a commenti e interpretazioni. Qualcuno, leggendo tra le righe, ha visto dietro le parole del ministro Paletti un disegno politico per sfruttare gratuitamente il lavoro dei giovani. Ma il ministro Giannini. da Madrid, aveva chiarito: i temi che Paletti tocca «sono stati oggetto di analisi anche nellavoro sul DcII Scuola», «all'alternanza può essere svolta durante la sospensione delle attività didattiche». Fare esperienza di lavoro durante la scuola è utile non solo per diminuire la dispersione e facilitare l'inserimento immediato nel mondo dellavoro, ma anche per orientare le scelte di chi andrà ali 'università». I presidi hanno colto l'occasione della «querelle» per rilanciare una delle loro battaglie. "Più o meno dai primi anni '90 chiediamo che ci siano piani intelligenti per l'utilizzo della risorsa "scuola" durante l'estate». dice Mario Rusconi, vicepresidente dell'Anp, ricordando che durante le vacanze gli istituti scolastici sono largamente inutilizzati. L'idea di utilizzare i locali du- rante l' esta te per corsi di sostegno e recupero, per corsi di formazione particolari. per ospitare iniziative di giovani diplomati in cerca di lavoro ci trova dunque - osserva Rusconi senz'altro d'accordo. Mi permetto di far notare, tuttavia, che Paletti è l'ennesimo ministro che si pronuneia sulla questione, ma mai, finora, alle parole hanno fatto seguito prassi organizzative coerenti. La scuola ne ha abbastanza di effetti-annuncio». Sgom bra il campo da un possibile equivoco il segretario generale della Uil scuola, Massimo Di Menna. "Gli studenti italiani non hanno un surplus di vacanze» rispetto ai coetanei degli altri paesi, assicura aggiungendo che, in ogni caso, "va evitato di irreggimentare tutto». ~ - - ~==~~~ :: -::§-=:=-= -" -~, - ~~-=-=::~ 0;- - __ -,:;:;, ~- ~cç ,,=---=:::-,- --~,~ '" "'"~-~ ":--= =- Infrastrutture, in Sicilia «salvi» solo 4 progetti '" '"o O") 00 ~ Q) ~ o L> {l ~ '6 o r---------------------~~~~----------------------------------------------------------~----~~~~------________________~u Ritaglio Stefania Giannini stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag.42 Data nSole9]{l mmrn Pagina Foglio 11-04-2015 1 1 OLTRE LA DECENZA RENZI INTERVENGA ., non è un livello di decenza sotto il quale C si dovrebbe mai scendere. Ma questa volta si è andati anche oltre. Prevedere un aumento dei contributi per tutte le imprese come clausola di salvaguardia dello sconto contributivo per le aziende che stabilizzano i precari supera ogni immaginazione. Sembra una boutade, unosketch di Crozza. E invece qualcuno lo ha scritto davvero nel decreto legislativo sui contratti. Bisognerebbe pretendere il nome di cotanto genio. Di sicuro Renzi interverrà. O no? (f.for.) ~ Q) ~ o L> {l ~ '6 Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non o ,u r-------------------~~~~----------------------------------------------------~--~~~~----------------____ riproducibile. Pago 55 Data nSole9]{l mmrn Pagina Foglio 11-04-2015 1 1 crac dell'Italia; l'Europa e i mer- GOVERNO E WELFARE cati la considerano un punto fer- Pensioni: ilcantiere che non si deve riaprire di Guido Gentili mo; i numeri dicono che negli ultimi sei anni l'età media effettiva dei pensionamenti è cresciuta di appena 6 mesi e una settimana. Di passi falsi, avanti e indietro, è purtroppo ricca la storia italianadellepensioni.Nonèconl'approsimazione politica e qualche spot di demagogico interventismo che le si allunga la vita (migliore). twitter@guidogentilil , è un cantiere da chiudere: quello del chiacchiericcio sulle pensioni. A troncarlo di netto, visto che di questo passo potrebbe, con la Legge di stabilità, spalancare le porte ad una nebulosa revisione della Legge Fornero, dovrebbe essere il prernier Matteo Renzi. Nel modo più chiaro possibile, magari con un semplice tweet. Non fosse sufficiente la complessa gestazione del Def, a complicare i conti (non solo quelli della finanza pubblica) arriva il caso-pensioni. Si cambia verso? Sul piatto molte ricette. Il ministro PoI etti annuncia per l'autunno ritocchi alla Legge Fornero sul nodo della "flessibilità in uscita". Il neo presidente dell'lnps, Tito Boeri, ha avviato l"'operazione trasparenza", fondata sull'emersione della differenza tra pensioni percepita e contributi, e profùa per giugno una proposta sul "contributo di equità", dopo un ricalcolo, da chiedere ai pensionati (ieri una circolare Inps sembra aver aperto un varco in questa direzione). In Parlamento sono in discussione varie proposte di riforma, tra cui quelle di Cesare Damiano del Pd. Il consigliere per l'economia di Renzi, Yoram Gutgeld, nega l'ipotesi politica di un "ricalcolo" (non possibile neanche tecnicamente e a rischio "iniquità", secondo l'economista Giampaolo Galli, Pd) ed il vice ministro Enrico Morando assicura che il Governo «non ha in agenda alcun intervento sulle pensioni». Risultato: la confusione è fonte di incertezza e questa genera allarme e sfiducia. I nemici giurati dell' agognata ripresa. La Legge Fornen;> non è perfetta (anzi, si veda il caso-esodatOequalcheutileaggiustamento è possibile. Ma vanno ricordati tre fatti: è stata l'architrave della manovra che nelzollha evitato il :.~I ~ Q) ~ o L> {l ~ '6 o r-------------------~~~--------------------------------------------------~--~~~~------------------_iu Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pago 56 nSole9]{l Pagina 11-04-2015 13 Foglio 1 /2 Data mmrn La riduzione scatta dallo scorso gennaio -Coinvolti dirigenti che hanno lavorato oltre l'età L'Inps ricalcola le super-pensioni Taglio agli assegni aumentati per effetto della riforma Fomero . . L'Inpsricalcolagliassegnidichihacon- ciatodellavalorizzazionedituttiicontribu- come conseguenza la riduzione, a partire tinuato a lavorare oltre l'età della pensione ti.Ilricalcolo,spiegato dall'Istituto diprevi- dallo gennaio 2015, degli assegni che sono e che, dopo la riforma Fornero, ha benefi- denza con una circolare diffusa ieri, avrà aumentati. Venanzi e Carta ~ pi!gii1i113 Previdenza. Circolare per la rideterminazione, da quest'anbo, dei trattamenti di chi ha lavorato oltre l'età e i requisiti minimi L'Inps ricalcola'le super-pensioni Tagli agli assegni per quanti hanno beneficiato del contributivo pro rata con la riforma Fornero Fabio Venanzi . . L'Inps ricalcola gli assegni di quanti hanno continuato alavorare oltre l'età della pensione e oltre i requisiti contributivi minimi e, dopo lariformaFomero, hanno potuto beneficiaredellavalorizzazione di tutti i contributi. Nell' operazione-ricalcolo - che ha effetti anche sugli assegni già liquidati dal 2012 -l'Inps adotta però il criterio più generoso verso i pensionat~ tanto che nella stragrande maggioranza dei casi l'effetto economico sarà contenuto. È la conseguenza di quanto ha reso noto l'Inps nella giornata di ieri con la circolare 74/2015 esplicitando la portata del comma 707 dell' articolo unico della legge 190/2014 ConlariformaMonti-Fornero di fine 2011, a decorrere dallo gennaio 2012 è stato esteso il sistema contributivo pro rata anche nei confronti di quei lavoratori che al 31 dicembre 1995 avevano almeno 18 armi di contributi, e che fino a quel momento avevano una pensione calcolata esclusivamente con le regole del sistema retributivo. Tuftaviailcumulodel beneficio del retributivo in vigore a tutto il 2011, unitamente alla valorizzazione delle quote contributive relati- ve alle anzianità maturate tra ilIo gennaio 2012 e la data di cessazione, ha comportato un trattamento pensionistico più elevato rispetto a quello che sarebbe spettato con l'applicazione delle regole di calcolo previgentilariforma, con particolare riguardo a quei lavoratori che al2011 potevano vantare su anzianità contributive molto elevate. Lalegge di stabilità è intervenuta per mettere un limite a questo vantaggio, prevedendo che «in ogni caso, l'importo complessivo del trattamento pensionistico non può eccedere quello che sarebbe stato liquidato con l'applicazione delle regole di calcolo vigenti» prima della riforma. In base alla circolare 74, ora l'istituto di previdenza dovrà effettuare due conteggi: il primo applicando il sistema contributivo dal 2012, il secondo applicando interamente il criterio retributivo, per poi pagare la pensione di importo più basso. Con le vecchie regole, il coefficiente di rendimento veniva congelato al40esimo anno contributivo, a cui corrispondeva generalmente una pensione pari all'80% della retribuzione. La norma della legge di stabilità è stata interpretata prevedendo che l'importo della pensione sia ottenuto applicando il calcolo interamente retributivo per tutte le anzianità contributive maturate dall'assicurato. Nei fatti il legislatore supera per ilnuovo calcolo - il concetto di massima anzianità contributiva valorizzabile. È stata prevista la valorizzazione di tutti i periodi lavorati, anche quelli tra la data di conseguimento del diritto a quella di effettiva corresponsione della pensione che, nei fatti e per scelta dell'interessato, potrebbe essere volutamente posticipata. Quindi per il calcolo interamente retributivo varranno anche gli anni eccedenti quelli necessarial perfezionamento deirequisiti anagrafici e contributivi (per la pensione di vecchiaia e per la pensione conseguita con la "quota") o solo contributivi (40 anni per coloro i quali avevano un diritto a pensione maturato allafine del 2011 con quota 96, 41 anni 6 mesi per le lavoratrici e 42 anni 6 mesi per ilavoratori). Tale interpretazione sembrerebbe però avere effetti molto limitati sull'importo delle pensioni, forse per evitare giudizi di incostituzionalità da parte degli interessati. Infatti il doppio calcolo si applica non solo ai trattamenti pensionistici che hanno decorrenza successiva al 2014, ma anche a quelli già liquidati in precedenza, con effetto dal 2015. I pensionati che sono usciti dal mondo del lavoro nel periodo 2012-2014 e che hanno beneficiato di un trattamento pensionistico di maggior favore con l'applicazione delleregoledellariformaFornero, dallO gennaio 2015 si vedranno ridurre l'importo dell'assegno. I risparmi dovranno confluire in un apposito fondo gestito dall'Inps finàlizzato a garantire l'adegtiatezza delle prestazioni pensionistiche in favore di particolaricategorie di soggetti che dovranno essere individuate con decreto. La norma impatterà di più su quelle categoriedilavoratori (professori universitari, magistrati, forze dell'ordine) che escono con retribuzioni sopra le media e con notevoli anzianità contributive. Infatti, a fronte di retribuzioni superiori al tetto pensionabile (46.123 euro per il 2015), il rendimento scende via via che la retribuzione aumenta, cosÌ da limitare !'impatto sullamediaretributiva. Con l'applicazione del sistema contributivo tali lavoratori non hanno nessun massimale e cosÌ, con retribuzioni elevate, sono riusciti a "pensionate" l'intera cifra sulla terza quota di pensione (quota C). © RIPRODUZIONE RISERVATA '" '"o O') 00 ~ Q) ~ o L> {l ~ -6 o ~------------------~~------------------~~~--~~~--~~--~------~--~~~~------------------iu Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Lavoro e previdenza Pago 57 Data nSole9]{l mmrn Pagina Foglio della pensione secondo le ---- regole introdotte dalla legge di stabilità 2015, così come interpretate dalla circolare Afianco sono stati elaborati 74/2015 dell'Inps. L'istituto di quattro esempi di ricalcolo previdenza dovrà mettere a Le conseguenze confronto l'importo dell'assegno ottenuto sulla base delle regole della riforma Fornero con quello ottenuto in base alla legge di stabilità. Dallo gennaio 2015 verrà pagato 11-04-2015 13 2/2 l'importo più basso, anche alle pensioni già liquidate. In due dei quattro casi iptozzati, quindi, l'assegno subirà una decurtazione Q~ente ~niversitario iscritto alla Cassa Stato nata nel 1953. cessata dal servizio il :U.I.UI.t:U~." Anzianità al Anzianità alla cessazione- - - - - + - - - - Retribuzione alla cessazione Retribuzione media pensionab_i_le____ ;:~::;;~~:~:~:t:O 61.930,00 I .-·1-------- 28.021,00 64.705,00 -----------+---------- 88.690,00 23.930,00 1 50.790,00 - - - - - - - - - r - - - - - - - - - - - - + - - - - - - - - - - - --------- 86.534,52 con la legge di stabilità 2015 Differenza su 13 mesi 24.173,00 1 51.040,00 Dotente uniVèrsitario iscritto alla Cassa Stato nato nel 1946, cessato dal servizio n30/09/2014 37 anni e 11 mesi 40 anni e 8 mesi 61.860,00 65.960,00 50.940,00 50.454,00 -526,50 :.~I fL.oo,:; NORME!!RIBUTI ~;;;; '" '"o O') 00 ~ Q) ~ o {l .o ~ '6 o r-_ _ _ _ _ _ _~~~----------------------~-~~~--------~u Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pago 58 Data nSole9]{l mmrn Pagina Foglio 11-04-2015 13 1 Anticipata. La salvaguardia vale per tutti fino al dicembre 2017 a prescindere dall'anzianità contributiva derivante da prestazione effettiva di lavoro Nessuna penalità per assegni prima di 62 anni Alessandra Carta Conia circolare 74 dello aprile 2015, 1'Inps ha diramato le modalità applicative relative alle novità introdotte dalla legge di stabilità 2015 in materia di trattamenti pensionistici. In particolare per quanto riguarda il comma 113 della legge, le pensioni anticipate decorrenti dal e gennaio 2015 non saranno più soggette ad alcuna penalizzazione anche se 1'accesso al trattamento pensionistico avviene con meno di 62 anni di età e, limitatamente ai lavoratori che maturano il requisito contributivo entro il 31 dicembre 2017, anche se l'accesso alla pensione avviene in data successiva. Nella circolare viene evidenziato che in applicazione del principio della cristallizzazione del diritto a pensione, volto a tutelare il legittimo affidamento e la certezza del diritto, ailavoratori che perfezionano il diritto alla pensione anticipata entro il 31 dicembre 20l7, ancorché abbiano alla stessa data meno di 62 ami di età, non si applicano le penaIL."Zazioni previste dalla legge 24/2011, anche se la decorrenza della pensione avviene successivamelte al 31 dicembre20l7 e l'interesato abbia meno di 62 anni. Pertanto ora, lei confronti dei lavoratori in pOSfSSO di anzianità contributiva al3 dicembre 1995, che accedonoall pensione anticipata dallO gennao 2015 con meno di 62 anni di età, lon verranno applicate le disp~sizioni previste che, dallO gennaio 2012, nei confronti di coloro che accedono alla pensione anticipata nel regime mistoaun'etàinferiorea62annisi applica, sulla quota di trattamento pensionistico calcolata secondo il sistemaretributivo, unariduzione pari a un punto percentuale per ogni anno di anticipo nell'accesso al pensionamento rispetto all'età di 62 anni; tale percentuale è eleva- ta a due punti percentuali per ogni anno di ulteriore di anticipo rispetto a due anni. In base al decretolegge2l6/20111eriduzioninonsi applicano, fino al 31 dicembre 20l7,8010 quando l'anzianità contributiva deriva esclusivamente da prestazione effettiva di lavoro, includendo i periodi di astensione dalla legge 21412011 (legge Forne- obbligatoria per maternità, per l'assolvimento degli obblighi dilero) e successive modifiche. La legge Fornero ha stabilito va, per infortunio, per malattia e di cassa integrazione guadagni ordinaria, nonché per la donazione di sangue e di emocomponenti. Ora, però, interviene la legge di stabilità 2015, secondo cui le riduzioni non si applicano a prescindere dall' «anzianità contributiva derivante esclusivamente da prestazione effettiva di lavoro». Le penalizzazioni, senza alcuna eccezione, saranno nuovamente applicate, salvo nuovi ripensamenti, dal20l8,nei confronti di coloro che matureranno i requisiti della pensione anticipata da tale data e andranno in pensione con meno di 62 anni di età. Non saranno invece modificati gli assegni già liquidati e quelli futuri di chi è andato in pensione con la penalizzazione nel periodo 2012-2014 perché la legge di stabilità non interviene sul pregresso. "RIPROD~JZIONE RISfRVATA fL.oo,:; NORME!!RIBUTI ~;;;; '" '"o M 00 ~ Q) ~ o {l .o ~ ______ __ ~~~~~ Ritaglio stampa ad uso Lavoro e previdenza __ ~~~~~ del destinatario, esclusivo ~ '6 ~~~========~8 riproducibile. non Pago 59 nSole9]{l 11-04-2015 14 1 Data mmrn Pagina Foglio Nel decreto legislativo sulle stabilizzazioni spunta una clausola di salvaguardia Jobs act, per la copertura rischio aumento contributi Le aziende pagheranno di più se il costo dovesse crescere Nel Dlgs sui contratti spunta un contributo per le gestioni previdenziali, a carico di datori di lavoro e autonomi, per le stabilizzazioni dei co.co.co., se i fondi saranno insufficienti. Pogliotti e Tucci ~ pilgillil14 Jobs act. I contenuti del decreto legislativo sui contratti: il «nodo» del passaggio dalle collaborazioni al tempo indeterminato Lavoro, rischio aumento contributi s~ ~anc~e~anno i fondi per.1e tras~orma.zioni potrà crescere il prelievo su datori e autonomi GIorgiO Pogbotti Claudio Tucci ROMA ali! Un contributo aggiuntivo di solidarietà a favore delle gestioni previdenziali,acaricodeidatoridi lavorodelsettoreprivatoedeilavoratoriautonomi. Asorpresa,neltesto"bollinato" dalla Ragioneria del Dlgs sul riordino dei contratt~ spunta unaclausola di salvaguardia per assicurare la copertura economica nel caso ci fosse un'ondata di trasfonnazioni dicollaborazioniincontrattiatempo indetenninato e il plafond a disposizione non fosse sufficiente La legge di stabilità ha messo a di~ sposizione 1,886 miliardi nel 2015 per sostenere la decontribuzione deicontattiatempoindetenninato stipulati a partire da gennaio, stimandochesipotesserotraSfonnare 37mila cpllaborazioni. Con il nuovo Dlgs, si sono calcolate circa 20mila tras(onnazioni aggiuntive, con una retribuzione media di I5milaeuro,ela"dote"èstataincrementata di 16 milioni nel 2015 (52 milioninelz016,4omilioninelzol] ez8 milioni nelz018). Q!.Ieste risorse aggiuntive, con ogni probabilità, non sono state ritenute sufficienti dalla Ragionerla, considerando che secondo stime del governo i collaboratori monocommittenti con caratteristiche non distanti dalla subordinazione sonocirca370milaDiquilarichiesta del Mef di introdurre lacIausola di salvaguardia (anche se la norma non fIssa quale sarà la percentuale dell'eventuale prelievo). La strada delcontributoaggiuntivo di solidarietà a favore delle gestioni previdenziali non è una novità assoluta: c'è il precedente dell'edili- ZIa (dove il contrIbuto additivo è fIssato al 15%). .. .TI ~est? trasme~so Ien alle comllliSsI~m lav~ro di Camera e Senato pen paren (~on vincolanti per il governo) contiene ffio1'al~a.novità sul fronte collaborazIom, nspetto ~ ste.suroa ~p~rovata dal consigli~ deIoffilillSt? ~o s~or~o 20 febbrmoo .51 ~a espliCIto rlfenmento al pu~blicolffipIeg~:latrasfonnazione m contratt;o di lavo~o subordinato (tempo mdetenrnnato o detenninato) dei collaboratori "fIttizi" (che svolgono una prestazione personale, di contenuto ripetitivo edeterodiretta)nontrovaapplicaz~one nella pubblica amministraz~on~ fmo al c~mpletamento del nordino delladisciplinasull'utilizzo dei contratti flessibili (nel Dd! de~egaMa,dia). Tutt~~a,dalIOgennmo 2017 e «fatto diVIeto alle amministrazionipubblichedistipulare collaborazioni coordinate e continuative» "fasulle". Nel privato, per le collaborazioni che presentino le caratteristiche individuat7per i rapporti di lavoro subordinato, scatta la stabilizzazione. Con 4 eccezioni: se le collaborazioni sono disciplinate daaccordicollettivistipulaticonle confederazioni; se si tratta di prestazioni intellettuali svolte da professionistiiscrittiad albi professionali; di sindaci o componenti dei collegi o organi di controllo delle società; per le associazioni sportive dilettantistiche riconosciute dal ConiAltranovitàinseritanell'ultima versione del testo, la sanatoria peridatoridilavorochestabilizzano slitta di un aIillO, a decorrere dal 1°gennai02016(fattisalvigliilleciti accertati da ispezioni effettuate prima dell'assunzione). «TI decre- to ridefinisce il confine tra lavoro dipendenteeindipendente-commenta il presidente dellacommissione lavoro del Senato, Maurizio Sacconi (Ap) -. Sarà utile in sede di p:u-ere dare a questo confine magglOrecertezzaperridurreladiscrezionalità del magistrato. La ripetitività della prestazione è criterio dellasubordinazioneper le attività manuali, ma potrebbe non esserlo per quelle intellettuali». Intanto anche secondo i dati diffusi ieri dall'Inps nel primo bimestre aumentano le assunzioni a tempo indetenninato (+20,7% sul 20 4). Ma calano le assunzioni a tennine (-'7%) e in apprendistato (-11,3%). Risultato: rispetto al primo bimestre 204 il saldo delle assunzioni totali resta invariato. Ciò sispiegaconilforteincentivofIscale per le assunzioni stabili che sta cannibalizzandole assunzioni con le altre tipologie contrattuali. ©RIPRODUZIONER5ERVATA Il quadro ______ 0 0• • _0o_ •• -~~-- O1ILASTIMADELGOVERNO Ammontaadrca57milalaplatea complessiva di collaboratori stimati dalla legge di stabiUtà e dallo schema di D\gssulrlordino dei contratti, che verranno assunti concontrattoatempo indeterminato. In particolare secondo le previsioni del governo 37mila collaboralioni pereffetto della decontribuzionedella tegge distabilitàsaranoostabilizzate, in aggiuntasi prevedono20mila coHaboralionl che rientreranno traillavorosubordinato,secondo i criteri del Olgsalt'esame del Parlamento peri pareri 021 L'AREAGRlGJADElCOCOCO Sonocirca370mila,secondo la relalionetecnica alDlgs, i lavoratori iscritti agestione separata, esclusivi e monOColllmittentl, selelionati anchetenendocontodeHe esclusioni previste dalla norma :o~1 Lmroro, rischio aUl~l~nto contributi ",,,,,,,,hc,,,,,,, ex"" krrclùm",""w"=cr 1"'" 1.",,,"",,, ~ Q) ~ o L> {l ~ ~====~~~~~~~~~~~~====~~~ L-- Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del desto. nataro.° o, o non riproducibile. Pago 60 Data COBBIEBE DELLA SEBA Pagina Foglio 12-04-2015 5 1 «Province, 20 mila esuberi» Sono scesi in piazza ieri i dipendenti delle Province, pronti a rioccupare gli uffici pubblici senza risposte dal governo. I sindacati lamentano il «caos» generato dalla riforma Demo e temono «20 mila esuberi» '" '"o O') 00 ~ Q) ~ o L> {l ~ '6 o r-________________~~~------------------------------------------------~--~~~~----------------__;u Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag.61 Data COBBIEBE DELLA SEBA Pagina Foglio 11-04-2015 42 1 Addio co.co.co, spunta il caro-contributi Nel Jobs act una clausola di salvaguardia prevede l'aumento dei versamenti Inps in caso di deficit ROMA Un aumento dei contributi Inps a carico delle aziende e dei lavoratori autonomi. È questa la clausola di salvaguardia, cioè la rete di sicurezza per garantire in ogni caso l'equilibrio dei conti pubblici, che ha finalmente sbloccato il decreto attuativo delJobs act. TI provvedimento è arrivato ieri alle Camere per il parere, a quasi due mesi dall'approvazione in consiglio dei ministri. Da allora era iniziato un braccio di ferro con Ia Ragioneria generale dello Stato sulle coperture finanziarie. Qual era il problema? L'obiettivo del governo è spingere i rapporti di lavoro precari verso il nuovo contratto a tutele crescenti, che è a tempo indeterminato anche se non ha più lo scudo dell'articolo 18 contro i licenziamenti. Ma centrare l'obiettivo potrebbe creare un rischio per la tenuta dei conti. I contratti precari portano nelle casse pubbliche parecchi soldi, visto che i contributi possono coprire fino al 30% della paga. TI nuovo contratto a tutele crescenti, invece, non porterà quasi nulla. Perché a renderlo attraente, oltre al superamento dell'articolo 18, è proprio il fatto che i contributi non si pagano, con uno sconto che può arrivare fino a 8.060 euro l'anno per tre anni. Da qui la richiesta di altre risorse avanzata dalla Ragioneria. Come è finita? Di soldi nuovi ne sono stati aggiunti pochi, neanche 200 milioni fino al 2019, presi in larga parte dai fondi del ministero del Lavoro. Ma poi c'è la solita clausola di salvaguardia, che scatterà solo se i soldi non dovessero bastare. E cioè «nel caso in cui si verifichino, o siano in procinto di verificarsi, effetti finanziari negativi e in particolare scostamenti rispetto alla valutazione delle minori entrate», proprio sui contributi. In quel caso il ministero dell'Economia provvederà «all'introduzione di un contributo aggiuntivo di solidarietà a favore delle gestioni previdenziali a carico dei datori di lavoro del settore privato e dei lavoratori autonoIllÌ». Sia chiaro, la clau" sola di salvaguardia è solo un piano B, che scatterebbe in caso d'emergenza. E può anche essere disinnescata in corso d'opera, come spesso accade, trovando copertura alternative. Ma se alla fine la clausola dovesse scattare saremmo davanti a un aumento di contributi che finanzia un taglio dei contributi. Nel decreto c'è poi un'altra novità. Si chiarisce che le tollaborazioni coordinate e continuative (co.co.co) possono essere utilizzate nel settore pubblico, in attesa che arrivi in porto la riforma della pubblica amministrazione all'esame del Senato. Dal 2017, però, saranno vietate quelle «continuative, di contenuto ripetitivo e con modalità organizzate dal committente». Insomma quelle fittizie, che cioè nascondono un rapporto di lavoro dipendente. Lorenzo Salvia " @lorenzosalvia © RIPRODUZIONE RISERVATA I contratti 8 AI vertice " ministro del lavoro e delle politiche sociali Giuliano PolettLEx presidente della LegaCoop mila euro: lo sconto sui contributi, per 3anni,del contratto a tutele crescenti 12,7 per cento il tasso di disoccupazione a febbraio registrato dall'lstat Nuovi rapporti di lavoro attiVati t:I',lfù!timotrlmesttè 2014 Tempo Tempo determinato JndeteWY\lnato 68;$%--. 15.'% Altrl 6% Contrattt dì collaborazione· 7,5% - - - - - - ' - - - " Tempo indeterminato Apprendistato .~~-'-c--'_ _. _ .- ' - 2,3% t . :=]1=;;;;;;~7~,3;4~.000~ ~'.~~ S500Q Tempo determinato Apprendistato Contratti di collaborazione Altri '" '"o O') 00 Corriere della Sera ~ Q) ~ o L> {l ~ '6 o r-----------------~~~~~~~--~--------~~--~~~~~~--~------~--~~~~----------------~u Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Lavoro e previdenza Pag.62 Data la Repubblica Pagina Foglio 13-04-2015 6/7 1 /3 Bonus per 7milioni di italiani il "te50retto" alle fasce deboli Padoan: così crescita più forte Il ministro del Tesoro al lavoro su varie opzioni tecniche Boldrini:"Bene". Isindacati chiedono l'estensione ai pensionati tecitorio, Renato Brunetta. Ironizza anche Toti, consigliere poROMA. li governo tira dritto sul- liticodegli "azzurri": «A Palazzo l'operazione "tesoretto". Obiet- Chigi hanno il pallottoliere?». tivo: sostenere i redditi più bas-. «Inesistente tesoretto per fare si e combattere la povertà. Dopo la campagna elettorale», senl'annuncio di Renzi della dispo- tenziaGasparri. nibilità di 1,6 miliardi per interI tecnici del governo sono inventi già da quest'anno, ieri la vece già al lavoro per quantificonferma che la misura sarà in- care la platea dell' operazione dirizzata alle fasce più disagiate volta contenere lediseguagliandella popolazione è giunta dal ze e a mettere nelle tasche dei ministro dell'Economia, Pier- più poveri un mini-bonus. Natucarlo Padoan, che ha parlato di ralmente il dibattito è aperto «sostegno ai redditi più bassi» e ma se le cose andranno come lo da quello del Lavoro, Giuliano scorsoannoèpossibilecheildePoletti. «La logica di un inter- creto arrivi in tempo utile per la vento contro le povertà sarebbe scadenza di maggio ed estenda la stessa che ci ha portato a in- il beneficio fino a dicembre. trodurre il bonus degli 80 euro», Pressano per questa soluzione i ha sottolineato Padoan al Tg1 e sindacati: chiedono di estendealla Stampa, parlando di «varie re il bonus a pensionati la Cisl e ipotesi» allo studio. «L'evidenza empirica dice che dove la distri- la Uil. Così si lavora sulla platea di 10 milioni di italiani, che prebuzione della t:icchezza è più surnibilmente scenderanno a 7 equa, anche la crescita è miglio- escludendo gli autonomi e manre», ha aggiunto. Raddoppiailti- tenendo nel mirino dipendenti ro Poletti anriunciando che è ine pensionati che, pur guadatenzione del governo destinare gnando sotto gli 8.000 euro anil bonus «alla parte più debole della società». Condivide la scel- nui, per via del meccanismo puramente fiscale del vecchio bota anche la presidente del Ca- nus, non stanno partecipando mera, Laura Boldrini: «Mi augu- all' erogazione in corso che prero che si vada in questa direzione, in Italia si è trascurata trop- vede, come è noto, redditi tra gli 8.000 e i 26 mila euro. Lo scorso po la disuguaglianza che è au- anno sitentòfinoall'ultirnodi inmentata in modo vertiginoso». Rabbiosa e stizzita la reazio- serire la norma nella legge di ne del centrodestra che conte- Stabilità,maivincolidibilancio impedirono l'operazione. sta a tutto campo l'operazione L'operazione bonus-bis o midel governo e la ·bolla come una ni-bonus potrebbe riguardare spesa in deficit, invece che un beneficio della crescita e dell'ef- erogazioni monetarie per i cosiddetti incapienti, lavoratori fetto-Draghi. «Renzi è spudora- dipendenti e pensionati che to, ha il rapporto deficit-PiI al li- stanno sotto quota 8.000: si tratmite e pensa al tesoretto», ha tadi6,9n1ilionidiindividuiche detto il capogruppo di Fi a Mon- ROBERTO PETRINI potrebbero contare su 230 euro complessivi tra maggio a dicembre (comehasimulatola Uil servizio politiche economiche, circa 29 euro al mese). Per questeretribuzionisi tratterebbe di un incremento 3-5 per cento del netto in busta-paga che darebbe un piccolo ma stabile sollievo in grado di evitare un ulteriore scivolamento. L'altra operazione, in opzione, riguarderebbe sempre le fasce disagiate attraverso il potenziamento del piano povertà ora in sperimentazione al Sud e nelle grandi città, il «Sia». L'effetto dell' operazione emergerebbe solo in un periodo più lungo di tempo e l'esito sarebbe più incerto per i meccanismi di attuazione, di identificazione dei soggetti e delle modalità di accesso che attualmente prevedono la certificazione di un reddito Isee inferiore ai 3 mila euro oppure l'assegnazione alle famiglie che hanno totalizzato meno di4milaeuronegliultimiseimesi. Non è escluso tuttavia che un potenziamento dell' operazione arrivi anche grazie all'utilizzo del programma inclusione dei fondi europei. ~RIPR{)mJ710NERISERVATA ~ Q)~c .v o {l ~ r-------------------~~~~--~------~--------~~----~~~~~~--~--------~--~~~~----------------____4 Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Lavoro e previdenza Pag.63 -gu Data la Repubblica Pagina Foglio 13-04-2015 6/7 2/3 Bonus, tre ipotesi sul tesoretto da 1,6 miliardi Critiche dal centrodestra Brunetta: Renzi spudorato ha il deficit al limite e pensa al tesoretto Numero degli incapienti LAVORO DIPENDENTE LAVORO AUTONOMO 2.969.218 3.853.169 AGLI ESODATI Damiano (Pd) suggerisce di utilizzare il teso retto per la settima rdia degli esodati e per risolvere il problema delle ricongiunzioni PENSIONE 3.116.132 3 , numerobe:ntfiçfefrf """'"nr,,, usare il perle dell'ordine e potenziare l'operazione strade pulite e per la sicurezza dei cittadini 3.853.169····· .entità bonus (maggio diC:l!lmbre) (mtl~g]QèfìC~mbte) 160eurò 230 euro 415 euro. bonus mensile bonus mensile bonusmensile 20ellrò entità bonus. . entità bonus (mq!1!Jio dI'filmbre) "2geuro' 52 euro FONTE: Uil servizio politiche economiche ~\I ..~nr\"eSSere l'attuale di 80 euro alle famiglie con figli sulla base dell'indicatore di reddito Isee PENSIONATI Perii sottosegretario alle Infrastrutture il bonus andare pensionati che non ce la fanno e aumentare le tasse sul gioco d'azzardo '" '"o O') 00 ~ Q) ~ o L> {l ~ '6 o r-______________~~~--------------------------------------------~--~~~----------------~u Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile, Pag.64 la Repubblica Data 13-04-2015 Pagina 6/7 Foglio 3/3 '" '"o O') 00 ~ Q) ~ o L> {l ~ ______ __ __ ~~~ Ritaglio stampa Lavoro e previdenza ~ uso ad ~ '6 ~~~========~~========~8 del destinatario, non riproducibile. esclusivo Pag.65 Data la Repubblica Pagina Foglio 11-04-2015 13 1 I.gps Assunzioni invariate ma diminuiscono i contratti precari ROMA. Aumentano leassunzìom a tempo indetermìnato e dimìnuiscono quelle con contratti precari ma nel complesso i nuovi contrattirestano alivello del 2014: secondo i dati dell'Inps le assunziom ( escluso il pubblico impiego, il lavoro domestico e gli operai agricoli), nei primì due mesi del 2015 sono state 968.883 , appena 13inpiù rispetto allo stesso periodo del 2014. Non si può per ora dire che l'occupazione sia rimasta al palo perché mancano i dati sulle cessaziom, ovvero quelle sui contratti che nel periodo si sono interrotti. Se le cessaziom fossero meno di quelle dell' anno scorso, infatti, l'occupazione risulterebbe in aumento. E se il dato sulle assunziom a tempo indetermìnato è positivo (+20%) grazie agli incentivi previsti dalla legge di Stabilità ( decontribuzione per un trienmo con un tetto di 8.060 euro) non è altrettanto significativo quello sulle assunziomtotali,rimaste al palo rispetto al 2014 a causa della dimìnuzione dei contratti precari. Leassunziom a tempo determìnatocomplessive nel bimestre sono state 531,856 (-7%%) mentre le conversiom a tempo indetermìnato di contratti a termìne sono state 78.287 (-11,2%). Le trasformaziom di contratto di apprendistato sono state 17.517 (+7,4%). Se si considerano le tre tipologie sono 403.386 i nuovi rapporti di lavoro a tempo indetermìnato stipulati nel primo bimestre dell' anno (+12,3%). La quota di lavoro stabile sul totale aumenta dal 37,1 % al 41,6%. Le assunzioni in apprendistato, infine, sono dimìnuite dell'Il, 3%. © RIPRODUZIONE RISERVATA '" '"o O') 00 ~ Q) ~ o L> {l ~ ______ __ __ ~~~ Ritaglio stampa Lavoro e previdenza ~ uso ad __ ~~~~~ del destinatario, esclusivo ~ '6 ~~~========~8 riproducibile. non Pag.66 Data LA STAMPA Il Pagina Foglio Per rendere stabile il calo delle tasse bisogna diminuire la spesa" ''Ancora molto spazio per tagliare gli sprechi" Intervista a Padoan: "TI bonus di 1,5 miliardi? Potrebbe andare al sostegno dei redditi bassi" 12-04-2015 2/3 1 /3 La revisione della spesa è viva e vegeta. Siccome le cifre obiettivo sono quelle note da tempo, bisogna fare ancora molti sforzi, importanti e utili per migliorare l'efficienza pubblica Alessandro Barbera ALLE PAGINE 2-3 CAIlIJ() "Un bonus contro la povertà può aiutare la crescita" TI ministro dell'Economia: "C'è molto spazio per ridurre ancora la spesa pubblica Gimposta unica sugli iInrnobili non aumenterà il peso delle tasse per i cittadini" Ministro Padoan, a lei piace la parola tesoretto? «Per nulla. Sembra di parlare di soldi usciti dal cappello». Einvece? \I centrodestra vi accusa di scambiare per fondi aggiuntivi un aumento del deficit. «È vero il contrario. Siccome la crescita migliora, e siccome confermiamo gli obiettivi di deficit, ne deriva uno spazio fiscale. Gli economisti di quella parte politica dovrebbero riconoscere che non c'è lll~lla di strano». Sulla destinazione di questo miliardo e mezzo deciderete entro le elezioni regionali? «Non abbiamo ancora deciso. La politica economica è fatta di più fasi: il Documento di eco no- mia e fmanza definisce il contesto, la legge di Stabilità entra nel dettaglio». Sta dicendo che se ne parla in autunno? «No, le sto dicendo che non abbiamo ancora deciso». Le indiscrezioni dicono che il premier vorrebbe un intervento contro la povertà. A parte qualche voce, lo chiede tutto il Pd, compreso il suo vice al Tesoro Morando. Sarà questa la destinazione? «Le opzioni possibili sono diverse. Però posso dirle che la zioni? Se il problema dell'Italia è sostenere la crescita, per alcuni sarebbe meglio insistere nel ridurre le tasse sul lavoro. «La logica di un intervento contro le povertà sarebbe la stessa che ci ha portato a introdurre il bonus degli ottanta euro. Uevidenza empirica dice che dove la distribuzione delIa ricchezza è più equa anche la crescita è migliore». Nel Def che avete appena presentato le stime sono prudenti. Nel Pd e qualche suo collega ministroavrebbe preferito più otti- prudenza serve a mantenere la rotta stabile. Poter confermare la rotta dà fiducia a famiglie e imprese». Draghi dice che la ripresa che abbiamo di fronte è congiunturale. Ha ragione? «Ha ragione, ma pecca di modestia quando non riconosce che le decisioni della Banca centrale europea hanno rafforzato la ripresa». Ipotizziamo invece che la ripresa abbia una fine prematura. Pensa che stiamo cogliendo fino in fondo la <cfinestra di opportuni- strategia del governo ha più dimensioni: la crescita, il risanamento, l'inclusione, e dunque il sostegno ai redditi più bassi». I:Europa potrebbe avere obie- mismo. Cosa risponde? «Nel dibattito su questo provvedimento manca una dimensione: l'orizzonte temporale. Quello giusto è triennale. La tà" di cui parlate anche nel Def? «Per approfittarne al meglio dobbiamo fare tre cose. Rendere permanente ogni nuovo taglio di tasse, e questo può avve- '" '"o O') 00 ~ ~ ~ ~ 'g r---------------~~~~--~------~------~~--~~~~~~~--------~~~~~----------------~u Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Lavoro e previdenza Pag.67 Data LA STAMPA nire solo rendendo permanenti i tagli alla spesa; insistere con le riforme, perché cambiano in meglio iI funzionamento dei mercati; infine, sostegno agli investimenti». A proposito di tasse: l'ultima versione del Def ha fatto scendere la pressione fiscale di quest'anno dal 43,5 per cento al 42,9, quella dell'anno prossimo dal 44,1 al 42,6. Eppure contate di ridurre le agevolazioni fiscali per ben 2,4 miliardi. Possibile? «Abbiamo tenuto conto degli 80 euro che le regole di contabilità considerano spesa, e del fatto che la prossima legge di stabilità cancellerà la clausola di salvaguardia da 16 miliardi di euro». Ci sono due punti interrogativi sulla pressione fiscale del 2016: la local tax e la conferma o meno della decontribuzione. Possiamo dare per scontato che sulla casa non pagheremo di più, e che confermerete lo sgravio per le assunzioni a tempo indeterminato? «La local tax è tutta da costruire ma l'obiettivo è semplificare la vita ai comuni e ai contribuenti, non certo aumentare iI peso delle tasse. Sui contributi faremo il possibile per alleggerirli ulteriormente». Gli sgravi introdotti quest'anno stanno facendo salire l'occupazione stabile, per ora di posti nuovi se ne vedono pochi. Come mai? «Il fatto che stia migliorando la qualità dei contratti mi sembra importante, ed è una risposta a chi diceva che questo governo stava aumentando la precarietà. Per il resto stiamo commentando ad aprile i dati acquisiti di febbraio. Insisto con la pazienza: gli elementi strutturali del Jobs Act daranno frutti nel medio termine». In uno dei decreti del Jobs Act è spuntata una clausola di salvaguardia per chi assume i collaboratori: se i fondi dovessero terminare, pagano imprenditori e lavoratori autonomi. Un po' contraddittoria come scelta, non crede? «Le clausole di salvaguardia sono uno strumento tecnico che garantisce gli equilibri di bilancio, soprattutto quando l'impatto di una misura non può essere valutato con certezza. Per questa norma abbiamo messo coperture che valgono, nei Ritaglio Lavoro e previdenza Pagina Foglio prossimi tre anni, rispettivamente 16, 58 e 67 milioni di euro. Se possiamo neutralizzare una clausola da 16 miliardi, non avremo difficoltà a trovare una soluzione per coprire costi aggiuntivi dalle nuove assunzioni, anche se fossero il doppio di quelli stimati». Ripristinerete gli sgravi per chi firma contratti aziendali? I:anno scorso li avete tagliati. «È un tema importante ma il bilancio non consente di fare tutto insieme. Una volta finito il percorso del Jobs Act dovremo discuterne». Lei è favorevole ad una legge sulla rappresentanza dei sindacati? «Se sindacati e imprese si mettessero d'accordo fra di loro, sarebbe un segno di grande lungimiranza. Se non lo fanno, valuteremo un intervento legislativo. Mutatis mutandis: le banche popolari hanno avuto vent'anni per autoriformarsi, poiché non lo hanno fatto, è intervenutoilgoverno». A proposito. Nonostante il decreto sia legge, la sensazione è che non ci sia ancora quella spinta alle fusioni di cui avrebbe bisogno il sistema. Lei crede che a quel punto meglio farle comprare da qualche grande istituto straniero? «Sono sicuro che le banche Popolari approfitteranno della opportunità che gli offre la trasformazione in società per azioni. Poiché siamo in un mercato integrato, talvolta potrebbero intervenire soggetti stranieri, talvolta saranno le nostre banche a fare acquisti all'estero». Lei prima parlava della necessità dei tagli per ridurre le tasse. Renzi esclude che ce ne saranno di aggiuntivi per gli enti locali, il Def ne promette per altri. dieci miliardi. Lo stesso premier ammette che ci sono "Regioni con sette Province e ventidue aziende sanitarie". Sulla riduzione delle partecipate siamo al palo, l'abolizione delle Province va a rilento. Non siete in ritardo? «Margini per eliminare sprechi ce ne sono eccome, la revisione della spesa è viva e vegeta. Siccome le cifre obiettivo sono quelle note da tempo, bisogna fare ancora molti sforzi, che noi riteniamo importanti e utili per migliorare l'efficienza pubblica». Esulle privatizzazioni? Non siete anche qui in ritardo sulla tabella stampa ad uso esclusivo di marcia? «Le privatizzazioni riguardano situazioni diverse. In alcuni casi - come è accaduto di recente per l'ultimo pacchetto di azioni Enel - la scelta è stata dettata solo dalle condizioni del mercato. In altri - penso a Poste e Ferrovie - è necessario un processo di valorizzazione più lento e che ha l'obiettivo non solo di vendere, ma anche di migliorare l'efficienza di queste imprese e il funzionamento dei mercati in cui operano». A proposito di efficienza dei mercati: le Ferrovie dello Stato ricevono fra i cinque e j sette miliardi all'anno a fondo perduto. Non sono troppi e non vanno tagliati, posto che su quelle stesse rotaie ci sarebbe anche un concorrente privato? «È una possibilità. Per valorizzare occorre anche migliorare l'efficienza delle aziende pubbliche, e dunque modificare la politica dei sussidi». I sindacati del pubblico impiego lamentano che nel Def mancano le risorse per i rinnovi contrattuali. «Questa è una tipica questione che riguarda la legge di Stabilità e la riforma della pubblica amministrazione. Vedremo in quei contesti». Sulle prospettive economiche è ottimista. E sulle residue possibilità della sua amata Roma di vincere ancora il campionato? «Sono paziente, nel medio periodo vincerà. Per ora mi accontento che la Lazio sia alle nostre spalle». Twitter @alexbarbera .. 1() i] ~. miliardi miliardi I tagli ulteriori della spesa previsti dal Def, anche se il premier Matteo Renzi si è impegnato a escludere che finiscano sulle spalle degli enti locali la quota minima di sussidi annuali (ma si è arrivati anche a 7 miliardi) che le Ferrovie ricevono dallo Stato a fondo perduto 12-04-2015 2/3 2/3 Fa remo di tutto per confermare gli sgravi sulle assunzioni dei lavoratori a tempo indeterminato Le clausole per chi assu me collaboratori? Abbiamo le coperture, non avremo difficoltà a sostenere costi in più Per la privatizzazione di Poste e Ferrovie il processo è più lento Lobiettivo non èsolo fare cassa Siamo in un mercato integrato, gli istituti stranieri potrebbero acquistare le nostre Popolari e viceversa _...._ - - - - - Sa rebbe lungimira nte un accordo sulla rappresentanza, diversamente ben venga una legge Pier Carlo Padoan Ministro dell'Economia e delle Fina nza , 24 miliardi ~aumento dell'lva in un triennio che si renderebbe necessario se i conti pubblici non fossero in equilibrio e dovessero scattare le clausole di salvaguardia miliardi la somma delle agevolazioni fiscali che il governo intende cancellare nel prossimo triennio attraverso le disposizioni del Documento economico e finanziario ~ M 00 '" o ~ Q) ~ o {l .o ~ ii o u del destinatario, non riproducibile. Pag.68 Data LA STAMPA Pagina Foglio linee Il rapporto debito/PiI 12-04-2015 2/3 3/3 -------, - SCENARIO BASE SCENARIO BASSA CRESCITA SCENARIO ALTA CRESCITA i prossimi tre anni iN PFHCENrUAl. r _ Per rilanciare l'economia e l'occupazione il governo conferma gli sgravi alle imprese FONTE: che assumono, \11n\51.\.':ro anchesenel j;~~! l' C~::~ };~;~;;1~·ia····· 2016 potrebbe(' dd k' r in~H(~:'I: ro essere rimodulati. Per quest'anno la decontribuzione può arrivare ·<:.e.n1imeìTI - l.A STAMPA a 8.060 euro per ogni nuovo contratto 2015 2016 2017 2018 a tempo indeterminato _Verrà sfoltita la giungla delle settecento agevolazioni fiscali. Per esempio si comprimeranno quelle sugli interessi sui mutui e si proverà a ridurre la disparità fra le Regioni riguardo ai criteri con cui vengono concesse le pensioni di invalidità l:?U .. ì 2019 2020 2021 2022 2023 2024 2025 2026 2027 per cento 1/ peso della pressione fiscale atteso dal governo nel 2015, in netto arretramento rispetto al 43,5% dell'anno scorso _ La prima parte dei decreti fiscali approderà in Consiglio dei ministri il21 aprile. La seconda parte, invece, arriverà a giugno. Lo ha annunciato il premier Renzi in conferenza stampa dopo la presentazione del Documento di economia e finanza (Def) '" '"o O') 00 ~ Q) ~ o {l .o ~ ______ ~~ Ritaglio Lavoro e previdenza __ ~ '6 ~==================~~========~8 ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. stampa Pag, 69 Quotidiano Data Pagina Foglio 11-04-2015 3 1 /2 Renzi vorrebbe allargare il bonus fiscale. Brunetta (Forza Italia): vuole comprarsi le refJionali Def, spunta un tesoretto da 1 5 ~ld Ncd, De Girolamo pronta aUo strappo. Puglia, ~i si spacca A ~ DI rtLESSANDRA RICCIARDI U no spazio di manovra per la finanza pubblica. Il premier Matteo Renzi lo ha voluto a tutti i costi per bilanciare una stagione in cui non ci saranno nuove tasse, come ha annunciato martedì scorso lo stesso premier, ma neanche tagli alle tasse. Alla fine il ministro dell'economia Pier Carlo Padoan' è riuscito a scovare nel Def un tesoretto di circa 1,5 miliardi di euro che Renzi vorrebbe destinare in primis al welfare con un decreto ad hoc. Mettere a punto la manovra è costato lo slittamento a ieri sera del consiglio dei ministri chiamato ad approvare il Documento di economia e finanza. Via libera, invece, alla ratificata della nomina a.nuovo sottosegretario alla preSIdenza del consiglio di Claudio De Vincenti, il quale ha prestato giuramento e assunto le proprie funzioni. «Qualche ora in più al Defper dare nuove risorse per affrontare vecchi problemi: cambiare lo stato soci~e diventa più facile», spiega Filippo Taddei, responsabile economico della segreteria del Partito democratico. «Si tratterebbe di una sorta di bonus da indirizzare verso una serie di misure per il welfareì>, spiega Cesare Damiano (Pd), presidente della commissione lavoro della camera. «Se ci sarà, come pare - prosegue Damiano - un decreto contenute le misure ad hoc valuteremo il contenuto delle proposte», scandisce Damiano, tra i rappresentanti di punta della minoranza che fa capo ad Area rifonnista, in queste settimane impegnato in un duro braccio di ferro con Renzi sulla legge elettorale. «Bisogna evitare che ci sia una eccessiv!l frammentazione di queste nsorse», aggiunge il presidente della commissione lavoro «non bisogna dimenticare ch~ abbiamo l'esigenza prioritaria di correggere il sistema pensio- rustico mtroducendo un criterio di flessibilità nell'uscita dal lavoro verso la pensione, a partire dai 62 anni di età». L'ipotesi più gettonata in verità parlava fino a tarda sera di allargare il bonus degli ottanta euro ai più poveri, quelli che hanno un reddito inferiore agli ottomila euro l'anno, o alle famiglie numerose. Fino alla fine regnava l'incertezza, Renzi ha chiesto di fare simulazioni,capire come la prenderebbe l'Europa. In ogni caso il premier ha voluto quel margine nel Def, perché solo se previsto dai documenti programmatici nessuno in futuro potrà dire che il governo non rispetta gli impegni e la tenuta dei conti pubblici. E alla fine il Tesoro lo ha trovato nello scarto tra l'andamento del deficit tendenziale (2,5% del Pil) e quello programmatico(cherestafissato al 2,6% ) che invece il governo punta a raggiungere nel 2015. Insonnna, il governo peggiorerà i conti, dentro la flessibilità concessa dall'Ve, per cercare risorse pro-cittadini. Lo O 1% di differenza equivale proprio a 1,5/1,6 miliardi di euro. Forza Italia attacca: Renzi vuole comprarsi le regionali Via Twitter il capogruppo dei deputati di Forza Italia Renato Brunetta, sintetizz~ così: «Dei pare che Renzi voglia destinare bonus di 1,5 mld a welfare. Per decreto. Per comprarsi elezioni regionali come europee con 80 euro?». Rincara la dose la responsabile comunicazione di Forza Italia, Deborah BerganIini: «Tesoretto nel Der? Si vede che Pd non è così sicuro di esito regionali e ricorre a misura spot. Peraltro neanche nuova: bonus è un film già visto». Il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, si affida invece ai microfoni di Radio Padania: «Se davvero Renzi ha trovato un miliardo e mezzo di euro come dice, li destini immediatamente alle vittime della legge Fornero, sennò' andiamo a tirargli le orecchie per ore». Prende tempo Susanna Camusso, leader della Cgil: «Prima vediamo come è scritto il DeD>. De Girolamo . d fu rI '. ' ~~ pie e o Ncd. Totl. tomi In Fi «Se smarriremo la nostra identità prendendo ancora di più ordini da Renzi, ecco: andrò via, perchè resto alternativa al premier. Intanto penso a un partito unico o federato, sul modello dell'Ump. Lasciamo da parte i personalismi e i rancori». Lo ha affermato in un'interrvista al quotidi~no l R bbr «a lca», deputata di Ncdepu NWlZia DelaGirolamo ex capogruppo a Montecitori~ sostituita nei giorni scorsi da Ma .. . UI'lZlO Lupi.«Se E poi, ancora in Campapiù perentoria: nia Ncd darà il sostegno al candidato di centrosinistra, Vincenzo De Luca, allora uscirò dal partito, siamo al bivio». Una affermazione commentata durante la diretta diAgorà (fuu 3), dal consigliere politico di Berlusconi, Giovanni 'lbti: «Nunzia De Girolamo? lo me la riprendo a braccia aperte se vuole tornare in Fi; le sue posizioni sono condivisibili dal momento che il partito di Alfano si chiama Nuovo Centrodestra e di centrodestra ha veramente molto poco», ha concluso il candidato alla Presidenza della Regione Liguria. La De Girolamo intanto si sta attrezzando: «Sto raccogliendo le firme per chiedere un'assemblea straordinaria di Ncd, un congresso, per cercare di cambiare la linea del partito». A stretto giro la risposta del sottosegretario all'istruzione di Ncd, Gabriele Toccafondi: «Due anni fa abbiamo deciso di stare nel Governo per senso di responsabilità. Ad oggi, un'alternativa non c'è. Nunzia De Girolamo sa che questo è l'unico governo che può fare le riforme che infatti stiamo facendo». ' .. Il nnracolo nella notte e questo s~tta allo ~te~s~ Sc~ittulli ~ a Fit1;<>... ». ~wgt VItali, co~s s3?o ,regI~nale a~zurro m ~~ gha, e furioso n~l con~onb ~l Fr~c~~o Schittulli, ~di dato mlzmlmente appoggIasto da Silvio Berlusconi come governatore in Puglia, «ora ci troveremo un altro candidato». Schittulli ha annunciato nel corso di una conferenza stampa che sarà sostenuto solo da Raffaele Fitto e dagli altri partiti del centrodestra. Di fatto si consuma la spaccatura di Fi. Vitali nei giorni scorsi avevo aperto alle richieste dei fittiani e di Schittulli, accettando di candidare tutti i consiglieri regionali uscenti. Un'apertura che il Movimento Schittulli, però, non ha ritenuto sufficiente perchè, ha precisato, si chiedeva a Vitali «l'inserimento nelle liste di Forza Italia dei consiglieri regionali uscenti, amIllÌnistratori e dirigenti del partito». Passera a Renzi: l'.ltalicum non va Forza Italia allo sbando In Puglia, Schittulli con Fitto Sempre più incandescente la situazione in Forza Italia dilaniata dalla guerra tra az~ zurri e fittiani per le elezioni regionali. Il caso più eclatante ieri, in Puglia. «Dopo le parol~ di Schittulli non è più il candidato di Forza Italia. Dobbiamo Strage tribunale, Sabelli trovame un altro e fare presto, (Anm): giustizia sola a meno che qualcuno non faccia '" '"o O') 00 ~ ~ o {l ~ ____~uu; Ritaglio stampa ad uso esclusivo d e l destinatario, non riproducibile. [==================~~~~~~~~~~~~~~~~;;;-~~~~~~~~~~~~~~~~L~a~sp~a~r~a~t~o~n~·a~a~vv~e~n~u~ta~a~l Lavoro e previdenza Pag.70 Quotidiano Data Pagina Foglio tribunale di Milano, con l'ucci- Appiani e Giorgio Erba, ucsione di tre uomini, «dimostra cisi dall'imprenditore Claudio che la giustizia è stata lasciata Giardiello, che ha confessato: sola». Ne è convinto il presiden- «Sono stato rovinato dai tribute dell'Anrn, Rodolfo Sabelli, nali, odio i giudici». Secondo intervenuto dall'aula magna Sabelli quanto accaduto «ha un del tribunale dove sono state valore direttamente simbolico», ricordate le vittime. «Siamo perché rappresenta «la solituqui per chiedere rispetto». ha dine in cui tante volte è stata detto prendendo la parola al lasciata la giustizia». Per Satermine del minuto di silenzio belli, insomma, la sparatoria è osservato per commemorare il frutto di <<troppe tensioni che giudice Fernando Ciampi, il si raccolgono sulla giustizia», l'avvocato Lorenzo Claris ma anche della «troppa rabbia che si genera su chi esercita la giurisdizione». Per questo ha voluto «richiamare tutti a un doveroso rispetto, precondizione per tenere a freno quella rabbia». Alla fine un appello ad avvocati e magistrati: «Da questa tragedia deve nascere un senso di recupero: è il momento di ripartire da zero». Province, sindacati in piazza 11-04-2015 3 2/2 contro il governo Un'accusa pesante: aver perso 5 anni a fare riforme di facciata che hanno come risultato <<il caos, l'assenza di un progetto di riordino, tagli pesantissimi per oltre 6 miliardi, tutti ricaduti sui lavoratori pubblici e sui servizi ai cittadini». Così CgilFp Cisl-Fp e Uil-Fpl oggi portano in piazza i dipendenti di province e città metropolitane contro il governo e la sua riforma. ----© Riproduzinne riseroata-ll PRlMb..O\E SIM40 GLI &.LEJtl:RJ Fb..R.LO~. '" '"o O') 00 ~ Q) ~ o {l .o ~ '6 r-------~~~~~~~~~~~--~~~========~8 Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Lavoro e previdenza Pag.71 Quotidiano Data Pagina Foglio 11-04-2015 28 1 IN SICILIA Tirocini anche dopo licenziamenti Anche le aziende siciliane che negli ultimi 12 mesi hanno effettuato riduzioni di personale potranno ospitare tirocinanti nell'ambito della Garanzia giovani. La regione ha infatti deciso di derogare in tal senso a quanto previsto dal Piano nazionale. «Un segnale sicuramente positivo per le imprese che va ad innescare un clima generale di fiducia», commenta Andrea Cafà, presidente nazionale di Cifa - Confederazione Italiana delle Federazioni Autonome, sottolineando con «gnrnde soddisfazione che la Regione Siciliana ha recepito la nostra proposta». «Un clima di fiducia», aggiunge Cafà, «supportato in primis dalla politica economica del premier Renzi, orientata, secondo quanto previsto nel Def, a «irrobustire» la ripresa, con «un deciso recupero dell'occupazione nel prossimo triennio». A ciò si aggiungono i positivi sperati effetti dei gnrndi eventi italiani, da Expo al Giubileo. Auspichiamo pertanto che anche sul piano nazionale ci sia un intervento politico affinché il tirocinio sia applicabile nella più vasta platea possibile di imprese». '" '"o O') 00 ~ Q) ~ o L> {l ~ '6 Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non o ,u r-------------------~~~~----------------------------------------------------~--~~~~----------------____ riproducibile. Pag.72 Quotidiano Data 11-04-2015 Pagina 29 Foglio 1 JOBS ACTI Arriva in parlamento, con qualche novità, il dlgs sulle tipologie contrattuali Addio al precariato nella p.a. Dal 2017 stop a co.co.co. a carattere personale DI DANIELE CIRIOLI top al precariato nel pubblico impiego. Dal 1 gennaio 2017, infatti, scatterà il divieto per le p.a. di stipulare cO.cO.co. con contenuto personale e ripetitivo. Lo stabilisce lo schema di dlgs con il «testo organico delle tipologie contrattuali e revisione della disciplina delle mansioni», trasmesso ieri al Parlamento per il parere delle commissioni. Confermato l'addio al lavoro a progetto e l'applicazione della disciplina del lavoro subordinato alle co.co. co. personali e ripetitive del privato. Confermata, infine, anche la sanatori a di tutti i collaboratori ma senza più il termine finale del 31 dicembre 2015, ma uno iniziale: a partire dal 2016. S 0 Addio al lavoro a progetto. Il provvedimento dà attuazione ai commi 7 e 11 dell'art. 1 della legge n. 183/2014 (Jobs Settore privato Settore pubblicò Act). Una novità immediatamente operativa è relativa al lavoro a progetto. Sin dall'entrata in vigore del decreto di riforma, infatti, non sarà più possibile sottoscrivere nuovi contratti del genere, mentre la relativa disciplina (dettata dal dlgs n. 276/2003, la riforma Biagi, agli artt. dal 61 al 69-bis) resterà efficace esclusivamente per regolamentare i contratti in atto alla stessa data di entrata in vigore della riforma (e fino alla loro naturale scadenza). borazioni, costruiti nel tempo dalla giurisprudenza), è previsto che si applichi «la disciplina del rapporto di lavoro subordinato». Restano fuori da tale vincolo, le collaborazioni disciplinate da accordi collettivi; o prestate nell'esercizio di professioni per le quali è necessario l'iscrizione ad albi; o relative a funzioni di amministrazione e controllo o in collegi e commissioni; oppure relative a prestazioni di lavoro rese a favore di associazioni e società sportive riconosciute dal Coni. Collaboratori come dipendenti. La seconda novità Stop ai precari del pubriguarda le cO.cO.co. del set- blico impiego. La terza notore privato. Dal 1 gennaio vità non era prevista nel testo 2016, quelle che realizzano della prima bozza di dlgs di prestazioni esclusivamente riforma approvata dal consiglio dei ministri. Un ultimo personali, continuative, di periodo aggiunto al comma contenuto ripetitivo e le cui 3 dell'art. 47 stabilisce che modalità di esecuzione siano dal 1 gennaio 2017 è fatto organizzate dal committente divieto alle p.a. di stipulare anche con riferimento ai tem- le collaborazioni coordinate pi e luogo di lavoro (si tratta, in sostanza, degli indici «cri- e continuative a carattere tici» di autonomia delle colla- esclusivamente personale e 0 0 e ripetitivo di contenuto ripetitivo. Sanatoria senza termini. La sanatoria delle co.co.co. entrerà in vigore dal prossimo anno. Al fine di «promuovere la stabilizzazione dell'occupazione mediante il ricorso a contratti di lavoro dipendente a tempo indeterminato, nonché di garantire il corretto utilizzo dei contratti di lavoro autonomo», infatti, è previsto che ai datori di lavoro che procederanno all'assunzione «di soggetti già parti di contratti di collaborazione coordinata e continuativa, anche a progetto, e di persone titolari di partita Iva», potranno fruire dell'estinzione degli illeciti amministrativi, contributivi e fiscali connessi all'erronea qualificazione del pregresso rapporto di collaborazione. Unica condizione per il datore di lavoro: assicurare la continuità dell'assunzione per un anno (12 mesi), salvo recesso per giusta causa o giustificato motivo soggettivo. • Abrogato il lavoro a progetto. Le norme restano in vigore solo per i rapporti in essere alla data di entrata in vigore alla riforma • Dal 2016 si applica la disciplina del lavoro dipendente alle co.co. co. personali, continuative, di contenuto ripetitivo organizzate dal committente Dallo gennaio2017 è fatto divieto alle amministrazioni pUbbliche di stipulare cO.cO.co. personali, continuative, di contenuto ripetitivo m, " , •••••••••••••••••••••••••• -' •••••• _ •••••••••••••••• » ...................................................................._ ...... , '" '"o O') 00 ~ Q) ~ o L> {l ~ ______ __ __ ~~~ Ritaglio stampa Lavoro e previdenza ~ uso ad __ ~~~~~ del destinatario, esclusivo ~ '6 ~~~========~8 riproducibile. non Pag.73 Quotidiano Data 11-04-2015 Pagina 29 Foglio 1 Meno precari, ma i posti non crescono - 9.847 1.208 7,4% 444.073 12,3% - 39.787 - 4.273 13 -11,3% ....................................... , i. E!"'i:;~·j/l~~i~~ii~i~;~~~•.·.I·,4p~i:?~~.~. ·. ·. ·. ·.·.?'~~:?~.~,: i . , ..." ......... 968.883 ............ ; ......... . CaIano i precari, anche se non cresce l'occupazione. Tra gennaio e febbraio, infatti, sono stati creati solo 13 posti di lavoro in più rispetto allo spesso periodo del 2014; l'occupazione, però, è meno precaria: sono diminuiti di 44 mila unità gli assunti a termine e gli apprendisti, mentre sono cresciuti di 53 mila unità gli assunti a tempo indeterminato. A sostenerlo è l'Inps in un comunicato stampa diffuso ieri, per dar via al nuovo «Osservatorio sul precariato». Il comunicato spiega che, con il nuovo servizio, l'Inps procederà ogni IO del mese, a partire dal corrente mese di aprile, a pubblicare sul sito internet istituzionale (www.inps.it), tabelle con gli aggiornamenti dei dati relativi ai nuovi rapporti di lavoro e alle retribuzioni medie. Il primo report sul precariato si riferisce ai primi due mesi del corrente anno. Come precisato dall'Inps, i dati sono stati elaborati sulla base degli archivi Uniemens (denunce contributive) relative ai lavoratori dipendenti, esclusi quello pubblico (ex Inpdap), dei lavoratori domestici e degli operai agricoli. La rilevazione fa riferimen- 37.914 968.870 - 7'()~i 0,0% to a tutte le tipologie di rapporti di lavoro dipendente, incluso il lavoro somministrato e quello intermittente. Ilesordio dell'osservatorio è buono. Infatti, stando al primo report (una sintesi è in tabella), nei mesi di gennaio e febbraio sono aumentati i rapporti di lavoro a tempo indeterminato del 20,7%, rispetto allo stesso periodo dal 2014. In particolare, nei primi due mesi del 20 15 i rapporti di lavoro a tempo indeterminato stipulati in Italia sono stati 307.582, il20,T'J6 in più rispetto all'analogo bimestre del 2014 (quando furono 254.870). Considerando le conversioni a tempo indeterminato dei rapporti a termine e degli apprendisti il dato sale a 403.386; in tal caso la variazione è inferiore rispetto allo stesso periodo del 2014, ossia il 12,3% in più. Complessivamente, tuttavia, l'occupazione non è cresciuta: solo 13 posti in più. Quello che è cambiato è la fisionomia del mercato del lavoro: la quota rapporti di lavoro stabili è passata dal 37,I % del primo bimestre 2014 al 41,6% dei primi due mesi del 2015. Daniele Cirioli ~ Q) ~ o L> {l ~ ______ __ ~~~~~ Ritaglio stampa ad uso Lavoro e previdenza __ ~~~~~ del destinatario, esclusivo ~ '6 ~~~========~8 riproducibile. non Pag.74 Data Pagina Foglio Il Jobs Act non basta servono anche altri interventi per il lavoro 13-04-2015 16 1 con una remunerazione di 800 euro al mese. Un piano straordinario per lo sviluppo dell'apprendistato legato anche al nuovo artigianato e all'artigianato digitale. L'istituzione, eventualmente in collaborazione con Invitalia, di un' Agenzia per il sostegno e la promozione delle start up giovanili, incentivando così un fenomeno con l'orientamento all'innovazione intellettuale e tecnologica che si è diffuso fra tanti giovani cervelli italiani. © RIPRODUZIONE RISERVATA Luigi Tivelli a ascritto a merito di Matteo Renzi di aver sconfitto quella sindrome da tempo propria dei governi. italiani che Guglielmo Negri, già negli anni Ottanta, definì, in un editoriale del Messaggero, del "Riformismo immobile". Egli ha potuto avviare finalmente una serie di riforme da tempo attese, riportando in seno all'esecutivo la capacità di assumere responsabilità e decisioni, innovando anche profondamente la costituzione materiale, dato che di fatto si è instaurato un modello di premierato forte, che ancor più si consoliderà col varo della nuova legge elettorale. Se esso contribuirà a garantire un sistema capace di assumere con tempismo le decisioni necessarie per il Paese, accompagnandole con riforme appropriate, ci sembra il modo migliore per riprendere finalmente il cammino della crescita. Proprio alla luce del modello di governo di fatto, instauratosi, se consideriamo le azioni e le riforme principali sin qui avviate, ritroviamo effetti positivi laddove ciò è avvenuto sotto la guida diretta del primo ministro Renzi, com'è avvenuto, da ultimo, quando egli ha assunto in proprio la regia del Jobs act e degli stessi decreti legislativi di attuazione. Ora, il Jobs act è certamente una riforma importante, che risolve una parte delle tante questioni aperte del mercato del lavoro, ma non basta di per sé a dare una risposta a livello strutturale della disoccupazione italiana. Ma il ministro Poletti ha partorito il topolino del progetto "Garanzia Giovani": a quasi un anno (la data di avvio è stata il primo maggio 2014) i giovani realmente avviati al lavoro grazie a tale progetto sono poche migliaia. I ragazzi che si sono iscritti alla "Garanzia Giovani" tramite la complessa procedura attivata dalle Regioni sono circa 501.000: ciò che è più grave è che questo avviene dopo che l'Italia era riuscita a ottenere dalla Ue una dotazione di circa 1,5 miliardi per questo progetto per il biennio 2014/15. L'errore di fondo è stato, come avevamo scritto in tempi non sospetti, aver puntato su un modello che fa perno sull'istituziope più inefficiente del Paese, le Regioni. E poi il caso finalmente di assumere che solo azioni basate su piani straordinari possono dare una risposta concreta allivello straordinario della nostra disoccupazione giovanile. Ne indichiamo di seguito alcuni su cui varrà la pena tornare, tutti legati a fabbisogni ed esigenze fondamentali del Paese. Il piano straordinario di riassetto idrogeologico '" e messa in sicurezza del territorio, che coinvolga '"o insieme le migliori competenze. Un piano straordinario di formazion~-lavoro, tramite il coinvolgi~ mento delle forze sociali e delle Regioni, che offra a ~c decine di migliaia di giovani l'opportunità di cicli o brevi di formazione e stage in azienda. Un rinnova{l to servizio civile in cui operino per un periodo da ~ ~se~i~m~e~sl~'a~u~n~a~n~n~o~a~l~se~rvI~'z~i~o~d~e=ll~e~l~o~r~o~c:o~m~u~n~l~'t~à__~~~__~~~__~~__~______~__~~~~================~~ V O') 00 Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag.75 Pagina 12-04-2015 2 Foglio 1 /2 Data Statali, blocco degli aumenti Redditi minimi dal tesoretto ~Non previste nel Def risorse aggiuntive per i dipendenti Pa. Dal bonus di 1,6 miliardi assegno ai disoccupati in stato di povertà ROMA Non ci sono soldi per i contratti dei dipendenti pubblici. Il Def, Documento di economia e finanza, non include nei suoi conti le risorse per i rinnovi: servirebbero oltre 8 miliardi di euro e viene così prolungata al 2019 la situazione di "vacanza contrattuale". Grazie al tesoretto spunta invece !'ipotesi di un reddito minimo per i disoccupati in stato di povertà. Con il bonus di 1.6 miliardi il piano prevede un sostegno da 500 euro al mese ai più disagiati: la platea si restringe agli ultracinquantenni con figli a carico e privi di altri redditi. Tra gli altri interventi spuntano anche agevolazioni fiscali per 1,5-2 miliardi di euro. Bassi, Cifoni, Conti e Di Branco alle pago 2 e 3 Statali, zero soldi per i contratti Servirebbero oltre 8 miliardi .. Le risorse finanziarie per i rinnovi non previste nel Def che anzi prolunga fino al 2019 la situazione di "vacanza" IL OOCU~UNTO ROMA I dipendenti pubblici resta- no nel limbo. Il Documento di economia e finanza non include nei suoi conti le risorse per i rinnovi contrattuali, che però vengono piuttosto puntualmente quantificate, con importi crescenti dagli 1,7 miliardi del 2016 agli 8,8 del 2019. Dunque se n governo vorrà interrompere n blocco della contrattazione introdotto ormai nel 2010 dovrà trovare con la prossima legge di Stabilità questi soldi, oltre ai lO miliardi necessari per non far scattare dal prossimo anno l'aumento dell'Iva. Da un punto di vista tecnico, la questione è sottne. Il Def, come ricordato anche dal premier Renzi, non è una legge che dispone nuove misure. E d'altra parte le sue tabelle più dettagliate SGno elaborate a legislazione vigente, ossia sulla base di entrate e uscite già previste da appositi provvedimenti. Coerentemente, il quadro a legislazione vigente include anche - ad esempio - n previsto gettito atteso proprio dall'aumento delle aliquote Iva. Su questo tema però c'è un impegno politico ben preciso a disinnescare la minaccia, espresso in forma discorsiva e poi applicato in un'apposita tabella sulla pressione fiscale "corretta". LA SCELTA DEL GOVERNO Nulla di tutto questo si trova per i contratti pubblici, nonostante nei mesi scorsi Marianna Madia, ministro della Publica amministrazione, abbia aperto alla possibilità di un cambio di rotta in materia. Anzi implicitamente n blocco viene confermato per un lun- go periodo visto che si prevede invece, a legislazione vigente, l'erogazione dell'indennità di vacanza contrattuale anche per n periodo 2019-2021. Di rinnovi si parla solo in un capitolo tecnico della sezione II del Documento, dedicato allo scenario "a politiche invariate", ovvero quello derivante dalla conferma di impegni che in passato venivano rispettati. In questa sede viene quantificata la maggior spesa che sarebbe necessaria: 1,2 miliardi n prossimo anno e poi 4,2 nel 2017, 6,7 nel 2018 e 8,8 nel 2019. Per trovare i fondi sarebbe necessario allargare n piano di revisione della spesa da lO miliardi, che comunque non è di per sé sufficiente a scongiurare l'applicazione di tutte lì~ clausole di salvaguardia: infatti n governo fa affidamento su un ulteriore 0,4 per '" '"o O') 00 ~ Q) ~ o L> {l ~ -6 o r---------------~~~~--~------~------~~--~~~~~~~--------~~~~~----------------~u Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Lavoro e previdenza Pag.76 Data Pagina Foglio cento di PiI (poco più di 6 miliardi) derivante dalla scelta - anche per il 2016 - di puntare ad un disavanzo maggiore di quello tendenziale. Si potrà capire forse nei prossimi mesi che intenzioni ha l'esecutiVo; intanto la CgiI inizia a minacciare la mobilitazione avendo constatato l'assenza delle risorse finanziarie. Proprio sui lO miliardi da trovare iI Def fornisce qualche indi- cazione, spiegando che arriveranno solo in parte da risparmi di spesa: oltre che sulla revisione delle agevolazioni fiscali (che si tradurrà in aumento delle entrate) si punterà anche sul contrasto all'evasione ed in particolare sulla tracciabilità delle transazioni commerciali, ovvero l'applicazione della fatturazione elettronica obbligatoria. anche ai rapporti 12-04-2015 2 2/2 tra imprese private. Intanto, sempre a proposito di lavoro pubblico è atteso per la prossima settimana il provvedimento che dovrebbe dare una soluzione - perlomeno provvisoria - al caso dei dirigenti delle agenzie fiscali la cui nomina di recente è stata giudicata illegittima dalla Corte costituzionale. LucaCifoni © RIPRODUZIONE RISERVATA ~numeri del Def I Il Pil l I : PRESSIONE FISCALE (in %del Pii) +1,5% <> A legislazione vigente 45 <> AI netto 80 euro e clausole --.----~- PER SCONGIURARE l'AUMENTO DEll'IVA ANCHE LOTTA All'EVASIONE CON IPAGAMENTI TRACCIABILI 2015 • DEFICIT 2018 o 40" COSTO.ilE~ RINNOVb DEI CONTRAnl PUBBLICI (miliardi di euro) . m -2,6% DEBITO PUBBLICO 132,5% 130,9% 127,4% 123,4% I L ____ -_._- '" '"o ANSA ,centimetri M 00 --------_._------~ ~ Q) ~ o L> {l ~ '6 o r-_ _ _ _ _ _ _~~~----------------------~-~~~--------~u Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag.77 .'--', IL'TEM" ~I/ 'i~~~\rL . n l - --, ~;. ~- Quotidiano 1:' _ IIl Data Pagina Foglio 11-04-2015 9 1 968.883 Inps Nei primi 2 mesi 20151a nuova occupazione èzero Posti Esul lavoro il governo ha fatto 13. Contratti Gli sgravi alle imprese ci sono, i posti ancora no vità pagano somme importanti per facilitare le assunzioni ma ai giovani e a chi è in cerca di lavoro resta solo un pugno di mosche. I dati sono lì a confermare che nonostante gli annunci la situazione del mercato del lavoro resta in fortissimo stallo. Nei primi due mesi de120l5 i rapporti di lavoro attivati sono stati 968.883, cioè solo 13 in più rispetto ai 968.870 dei primi due mesi del 2014. In termini percentuali significa zero. In barba dunque all' entusiasmo del governo che nella legge di stabilità aveva stimato la possibilità di arrivare a creare un milioni di posti di lavoro in più mentre alla fine dello scorso mese il minist~o del Lavoro ~~letti e il pre- Filippo Caleri [email protected] • L'effetto Renzi sul mercato dellavoro si riassume innumero: tredici. Numero fortunato sicuramente per molti, ma non per il premier. Già perché a leggere le tabelle dell'osservatorio dell'Inps sul precariato daieri sul sito dell'istituto di previdenza i posti di lavoro in più creati nei primi due mesi de120l5 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno sono solo 13. E questo nonostante le risorse per ladecontribuzione e cioè gli sgravi per chi assumeva fossero ben operativi e allettanti per gli imprenditori. In sostanzalo Stato e la colletti - mIer avevano gnoato con successo ai 79 mila contratti stabili in più che non tenevano conto delle cancellazioni, cioè dei rapporti di lavoro che nel frattempo erano giunti al termine. Insomma per ora di nuovi posti, veri, non ce n'è nemmeno l'ombra. Un merito comunque al governo e alle sue misure variconosciuto. E cioè che a gennaio e febbraio, i primi mesi di applicazione degli sgravi fiscali per chi assume sono aumentate le nuove assunzioni a tempo indeterminato. Nel complesso sono state 307.582, il 20,7% in più rispetto a quelle dello stesso periodo del 2014, prima dell'insediamento di Renzi a Palazzo Chigi. Ad aumentare anche le conversioni Sono quelli creati nei primi due mesi del 2015. Nello stesso periodo dello scorso anno erano solo 13 di meno 307.582 Tempo indeterminato Il numero di nuovi contratti non precari creati da gennaio a febbraio di quest'anno. Una cifra in aumento del 20% dei contratti di apprendistato (+7,4%). Un boom però a cui ha fatto da contrappeso unforte calo dei contratti a termine (-7%) e dei nuovi contratti di apprendistato (-11,3%), oltre che da una riduzione dell'11,2% delle conversioni a tempo indeterminato di rapporti a termine. Sempre agennaio e febbraio 20 151e conversioni a tempo indeterminato di rapporti a termine e gli apprendisti trasformati in tempi indeterminati sono stati 95.804, cifra che porta i nuovi rapporti di lavoro stabili a quota 403.386. Cosa che segnale che la qualità del lavoro migliora, nel senso che una parte di quanti avevano contratti precari sono stati stabilizzati. Ma per ora è ancora poco. Tendenza Molti rapporti a termine sono stati stabilizzati ~ Q) ~ o {l .o ~ r-________________~~~~~~~~--~M~I~n~is~t~rO~G~i~UI~ia~n~o~p~ol~et;ti~è~a~c;ap~o~d~e~l;di~ca~s~te~r~o~de;I~L~av~o~ro~--~--~~;=;===================~~ Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag.78 Quotidiano IL ,,"~MATTINO Data Pagina Foglio 13-04-2015 7 1 Jobs act e nuovi contratti, Poletti: «Il lavoro ci sarà, vedrete a marzo» In campo dopo lo stop al rialzo dei contributi alle imprese: «Le risorse sono abbondanti» Giusy Franzese ROMA. Via una clausola se ne trove- rà un' altra. O forse nessuna. Perché non è detto che i soldi non siano sufficienti. Dopo la marcia indietro sulla clausola di salvaguardia inserita nel decreto di riordino dei contratti con un contributo aggiuntivo a carico delle imprese, il govemo ostenta assoluta tranquillità. Quella clausola «vale 16 milioni, figuriamoci se nonla smontiamo, visto che stiamo studiando un Def dove ne smonteremo una da 16 miliardi per scongiurare l'aumento Iva» affenna il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, a Sky tg24. Il quale poi ribadisce: «Le risorse sono largamente abbondanti». Insomma il tutto nasce da un eccesso di prudenza, casomai la nonna sulla trasformazione di rapporti da precari in stabili dovesse avere più successo del previsto. Per ora il governo ha messo in conto - e finanziariamente coperto (16 milioni nel 2015, 52 nel 2016, 40 nel 2017, 28 nel 2018) - la conversione di 37 .000 rapporti di collaborazione in contratti a tempo indetenninato. La salvaguardia - ricorda ancora Poletti - «viene introdotta quando ci sono previsioni incerte». E serve a fare in modo che le agevolazioni perdurino anche nel caso le domande superassero le previsioni. Se così fosse, in mancanza della clausola, infatti, il governo avrebbe due strade: o varare un nuovo provvedimento di rifinanziamento, oppure chiudere i rubinetti per cui chi arriva dopo rimane a secco. Nessuna fretta, c'è tempo per decidere, fanno sapere ufficiosamente dal governo. Ricordando che il decreto legislativo sul riordino dei contratti nel quale è contenuta la clausola da eliminare, è appena approdato in Parlamento. L'iterprevede 30 giorni di tempo per i necessari pareri e in questo mese si troverà una soluzione. «Prima della definitiva approvazione del provvedimento» la clausola «verrà superata» assicura Poletti. Intanto dal mercato del lavoro arriveranno anche più elementi che aiuteranno a capire se davvero serviranno più soldi. I primi dati davvero indicativi si avranno già fra una decina di giorni. Il 23-24 aprile, infatti, saranno resi noti i risultati su assunzioni e cessazioni del mese di marzo (il decreto che introduce il contratto a tutele crescenti è entrato in vigore il 7 marzo) e quindi si potrà iniziare ad avere un quadro un po' più significativo dell'effetto combinato tra de contribuzione introdotta con la legge di Stabilità e novità delJobs act. Dopo le polemiche sull'eccesso di entusiasmo da parte del governo per i dati del primo bimestre (79.000 nuovi contratti, soprattutto stabilizzazioni di contratti già esistenti per cuil'effetto sulla disoccupazioneè stato nullo ), la parola d'ordine ora è cautela. Ma non per questo l'ottimismo svanisce. «Ci sono segnali chiari sul mondo dellavoro, con una diminuzione dei contratti a tempo determinato e un aumento di quelli a tempo indeterminato. Aspettiamo i dati ma intanto sta diminuendo la precarietà» dice il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, al Tgl. Le opposizioni restano scettiche. E ricordano gli ultimi dati diffusi dall'Istat, in base ai quali si è scoperto che la differenza tra i rapporti di lavoro attivati nel primo bimestre 2015 e lo stesso periodo del 2014, è di soli 13 contratti in più. Poletti però non si scoraggia. «Sono sicuro che a marzo i numeri saranno molti, molti di più di 13 posti. Lo sono già di più» dice convinto. Perl'esercizio delle deleghe del Jobs actil governo ha tempo fino al lO giugno. Attualmente due decreti sono già in vigore: tutele crescenti, nuovi sussidi per i disoccupati (N aspi). Altri due sono appena approdati in Parlamento: riordino dei contratti, conciliazione tempi di vita e lavoro. Secondo il cronoprogramma del governo entro maggio saranno varati in via preliminare dal Consiglio dei ministri sia il decreto sulla semplificazione delle procedure e degli adempimenti, sia quello che istituisce l'Agenzia per l'attività ispettiva, organismo in cui dovrebbe confluire il personale dell'Inps, dell'Inail e dello stesso ministero del Lavoro (manca ancora l'accordo con i sindacati). Poi a giugno sono previsti i decreti sulle politiche attive e quello che rifonneràla cassa integrazione. Su quest'ultimo fronte Poletti ieri ha ribadito che le modifiche serviranno anche per disincentivare gli abusi. A questo fine sarà introdotto il principio per cui la cassa «sarà pagata di più dalle imprese che la usano di più». l'BI=IIPl=lnnI17Inf\II=I=IIc::.I=I=I\lATA I dati Fra una decina di giorni le cifre di assunzioni e cessazioni dopo le novità fiscali e normative Le tappe Previsto per maggio il sì di Palazzo Ghigi al riordino delle procedure Gig, riforma a giugno '" '"o Il ministro Poletti rassicura sui nuovi contratti con il Jobs act O') 00 ~ Q) ~ o L> {l ~ '6 Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non o ,u r-------------------~~~~----------------------------------------------------~--~~~~----------------____ riproducibile. Pag, 79 Quotidiano Data Pagina Foglio Alessandro Di Marto FABRIANO (Ancona) SCRIVI dipendente pubblico e subito i cattivi pensieri corrono al privilegiato o fannullone di turno, magari quello deUa pausa caffè che dura un quarto d'ora abbondante, quell'altro del passatempo prolungato davanti al computer navigando sulle onde del web, l'altro ancora imboscato in ufficio e pizzicato a trafficare con lo smal1phone mentre chatta con gli amici. Poi, però, succede che daUa cola Fabriano aniva una contrario, un po' come l'uomo che morde il cane, perché stavolta a lamentarsi non è l'ente pubblico dei vizietti dei suoi operatori poco produttivi, ma pressoché l'opvrr\T~,cy","Ql'" una donna sessantenne, tuttora in servizio come operatrice del Comune, a cui forse 'pilatescamente' poteva anche convenire iniziare il conto alla rovescia verso la pensione ed evitare di mettersi contro il datore di la- voro. Invece ha sbottato e deciso di citare per danni l'eme locale chiedendo un rìsarcimento da ] SOmila euro al giudice del lavoro. Il motivo? Proprio quello che a molti verrebbe difficile da credere, ovvero i carichi, anzi sovraccarichi di lavoro, secondo 1'ìmpiegata insostenibili. I fATTi risalgono al periodo Ira il 1998 e il 2010, una dozzina di anni che la donna vorrebbe cancellare in fretta perché le avrebbero innescato una serie di problemi di salute sotto forma di stress e stanchezza fisico-mentale di cui ancora oggi sostiene di pagare le conseguenze. In quel periodo, infatti, come unica addetta alle verbaHz!'impiegata ha seguito tu!ti i consigli comunali, dunque con l'obbligo di presenziare a ogni seduta dall'inizio alla fine, appunto a suo dire senza potersi concedere la minima pausa, neanche quella per un salto in toilette. «Perché sempre io e perché sempre da sola?», si è chiesta l'impie- 12-04-2015 16 1 /2 gara che nel testo del ricorso rammenta come le maratone su conti e bilanci a volte iniziavano alle 8 della e andavano avanti fino all'alba seguente. Con lei fissa su quello scranno in versione instancabile amanuense. Come andrà a finire la causa si saprà ben che vada - tra un annette, ma intanto un primo risultato la donna (che da qualche tempo ha cambiato mansione e ufficio) l'ha già ottenuto. Ovvero far sfilare svariati politici locali davanti al giudice come testimoni, peraltro l'un contro l'altro, anche nel caso di amici di vecchia data. E succede che l'ex sindaco, Robel1o So rei, è schierato dalla parte del Comune, perché «l'operatrice doveva riportare solo chi diceva la sua al microfono, mica ogni singola parola. E dunque nel caso di interventi lunghi anche mezz'ora poteva riposarsi». Per contro, l'ex vice sindaco, Giuseppe Mingarelli, appoggia la tesi dell'impiegata, sostenendo di averla più volte vista sotto stress. E in chiara difficoltà specie nelle riunioni più lunghe. i consigli hmghissime 11011 era com::essa alcul1a pausa '" '"o O') 00 ~ Q) ~ o L> {l ~ ______ __ ~~~~~ Ritaglio stampa ad uso Lavoro e previdenza __ ~~~~~ del destinatario, esclusivo ~ '6 ~~~========~8 riproducibile. non Pag.80 Quotidiano Data Pagina Foglio IN TRU1UNALE Una dipendente comunale di !Fabriano ha citAto per le eccessive ore di lavoro effettuate durante !e 12-04-2015 16 2/2 darmi ,'Ente locale del comunale (O/ycom) 1 Il tempo che italiani trascorrono Lavoro in un media un po' bassa quella che si attesta sul.le ore. Ricerca di Eurofound di ferie di cui godono mediamente italiani. Ne hanno di noi spagnoli , tedeschi, . e brasiliani. del. portale La percentuale di tra chi lavora oltre 10 ore, , di avere infarti o ictus a chi lavora 9 ore, di alcuni ricercatori finlandesi e londinesi ! '" '"o O') 00 La di Lavoratori dei 28 ~ Paesi Ue che lamentano «patologie croniche»: tra le , ~ o più comuni i doLori muscolari L> {l o alle ossa e disordini ~ mentalì. Dati Eurofound '6 o r-________________~~~------------------------------------------------~--~~~~----------------__;u i Q) Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag.81 Quotidiano Data Pagina Foglio 12-04-2015 3 1 /2 PRIVATIZZAZIONI: 28 MILIARDI IN TRE ANNI Allarme statali, nel Def neanche un euro per rinnovare il contratto Cgil sul piede di guerra: pronta la mobilitazione Pressione fiscale: nel2015 sotto il43 per cento MICHELE LOMBARDI ROMA. Niente soldi per i contratti pubblici. Dalle cifre del Documento di economia e finanza (Def) spunta un taglio di circa 7 miliardi in tre anni a carico dei dipendenti pubblici: è, grosso modo, la cifra che servirebbe per rinnovare i contratti, congelati da sei anni. È una brutta sorpresa per gli statali: il governo infatti non ha in programma di investire un euro per sbloccare gli stipendi pubblici, nonostante le mezze aperture del ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia, che ha rinviato la scelta definitiva sui contratti alla legge di stabilità. Il nuovo stop non è piaciuto ai sindacati, in particolare alla Cgil. «Siamo pronti a una mobilitazione che ricorderanno per molto tempo», ha commentato Rossana Dettori, segretario generale della Fp Cgil. I tagli anti-tasse Nel Def varato venerdì dal Consiglio dei ministri c'è la conferma che il governo intendeprocedereconunaspending review di 10 miliardi l'anno dal 2016 in poi. Su quali capitoli di spesa si concentreranno le for- bici del neo-commissario Yoram Gutgeld? Poco meno di 8 miliardi dovrebbero arrivare da un taglio strutturale della spesa pubblica, che sarà ridotta imponendo agli enti locali costi e fabbisogni standard. Una formula che si tradurrà in un giro di vite per Regioni e Comuni meno efficienti. Insomma: tagli. L'altro capitolo da aggredire è quello delle società partecipate (soprattutto trasporti e rifiuti), per le quali si prevede un'ulteriore «razionalizzazione», cioè chiusura o accorpamento. Per risparmiare c'è anche l'idea di attivare il "federai bulding", cioè un edificio unico che ospita tutti gli uffici pubblici sul territorio. Le privatizzazioni Pressione fiscale giù Il programma di stabilità per il triennio riporta, a sorpresa rispetto alle bozze circolate fino a pochissimi giorni fa, le nuove stime sulla pressione fiscale in discesa già da quest'anno grazie alla disattivazione delle clausole di salvaguardia e al calcolo «corretto» del bonus da 80 euro, inteso come sgravio fiscale e non come prestazione sociale. Nel 2015, calcola dunque il governo, il peso del fisco rispetto al Pil scenderà al 42,9%, per poi ridursi ulteriormente al 42,6% ne12016. La corsa al tesoretto Il premier Matteo Renzi preferisce chiamarlo bonus ma la sostanza non cambia: è iniziata la Il governo conta di incassare circa 28 miliardi tra il 2015 e il 2018 con la vendita di asset pubblici: si parte a giugno con gara fra le migliori idee su come spendere il gruzzolo di 1,6 miliardi disponibile in bilancio Enave Poste in Borse, e poi con la privatizzazione di Fs. nel 2015. Si va dagli esodati (Matteo Salvini) all'abolizione Meno detrazioni dell'Imu agricola (Ncd), dal Èpossibile quantificare quanto reddito di cittadinanza (Sei), al il governo vuole risparmiare sulle detrazioni e gli incentivi alle imprese: nel Defviene prevista una sforbiciata di 2,2 miliardi, che si sommano agli 8 miliardi di tagli alla spesa pubblica. La somma delle due voci fa 10 miliardi: la cifra di risparmi proposta per il 2016. taglio delle tasse (Confcommercio) agli investimenti per ' creare posti di lavoro (Cgil). In realtà, il bonus anti-povertà dovrebbe andare a favore delle fasce d"Isaglate, magan, aIl ar d l l d l' gan o a p atea eg 180 euro. Ma c'è un problema. Il governo bb potre e essere costretto a d ' II d " per f'1spen ere so "I IO pm '" '"o O') 00 ~ ~ w .8 L> '" w u 'g ~____________~~~~~______~____~~__~~~~~~~______~~~~______________~u Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile, Pag, 82 Quotidiano Data Pagina Foglio nanziare i nuovi contratti a tempo indeterminato, che potrebbero essere più di quelli previsti dalJobs act. Potrebbero servire 4,5-4,7 miliardi rispetto ai 2 miliardi scarsi stanziati dal governo ne12015. 12-04-2015 3 2/2 Il governo ha ',6 miliardi da poter investire. E da partiti e sindacati parte subito la gara a chi fa la proposta più "originale" per come usare i soldi © RIPRODUZIONE RISERVATA Gianfranco Librandi Arturo Scotto "Bonus ricerca" "Reddito di cittadinanza" Susanna Camusso Matteo Salvini "Investire per creare occupazione" "Salvaguardare gli esodati" Renato Schifani Antonio De Poli "Misure a sostegno delle famiglie" "Estendere il bonus 80 €" Giacomo Portas Anna Maria Furlan "Ridurre il costo del lavoro" "Estendere il bonus 80 €" '" '"o O') 00 Nunzia De Girolamo Maurizio Gasparri "Abolizione dell'lmu agricola" "II tesoretto non esiste" ~ Q) ~ o L> {l ~ '6 o r-______________~--~------------------------------------------~~~~~--------------~u Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag.83 Quotidiano IL ,,"~MATTINO n Più assunzioni atempo pieno ma calano precari e apprendisti Aumentano le assunzioni a tempo indeterminato e diminuiscono quelle con contratti precari ma nel complesso i nuovi contratti restano a livello di quelli dell' anno scorso: secondo i dati diffusi dall'Inps le assunzioni (escluso il pubblico impiego, il lavoro domestico e gli operai agricoli), nei primi due mesi del 2015 sono state 968.883, appena 13 in più rispetto allo stesso periodo del 2014. Non si può per ora dire che l'occupazione sia rimasta al palo perché mancano i dati sulle «cessazioni», ovvero quelle sui contratti che nel periodo si sono interrotti. Se le cessazioni fossero meno di quelle dell'anno scorso, infatti, l'occupazione risulterebbe in aumento. I dati non risentono invece ancora delle norme sul contratto a tutele crescenti del del Jobs act perché entrato in vigore a inizio marzo. E se il dato sulle assunzioni a tempo indeterminato è positivo (+20% tendenziale) soII1'Ol"I!:ll,nri prattutto grazie Il saldo agli incentivi previstidallalegresta ge di stabilità stabile (decontribuzioin attesa ne Inps per un dell'effetto triennio con un del jobs act tetto di 8.060 eusui contratti ro) non è altrettanto significativo quello sulle assunzioni totali, rimaste al palo rispetto all'anno scorso a causa della diminuzione dei contratti precari. «È solo riciclaggio di posti di lavoro - ha detto il numero uno della Uil, Carmelo Barbagallo - l'occupazione è ferma». Le assunzioni a tempo determinato complessive nel bimestre sono state 307.582 (+20,7%) mentre le conversioni a tempo indeterminato di contratti a termine sono state 78.287, 1'11,2% tendenziale in meno. Le trasformazioni di contratto di apprendistato sono state 17.517 con un aumento del 7,4%. Se si considerano le tre tipologie Data Pagina Foglio 11-04-2015 3 1 sono 403.386 i nuovi rapporti dilavaro a tempo indeterminato stipulati nel primo bimestre dell'anno (+ 12,3%). La quota dilavoro stabile sul totale aumenta dal 37,1% al 41,6%. Perle assunzioni a termine c'è stato un calo del 7% (a 531.856) mentre le assunzioni in apprendistato sono diminuite dell'11,3% a 33.641 unità. «L'occupazione non è aumentata - ha detto Barbagallo - c'è stato solo unriciclaggio di posti di lavoro. È meglio, lasciare da parte i trionfalismi, attendere che passi un tempo adeguato per un'analisi corretta e, soprattutto, mettere in campo politiche economiche e di investimento che agevolino la ripresa. © RIPRODUZIONE RISERVATA '" '"o O') 00 ~ Q) ~ o L> {l ~ '6 o r-------------------~~~--------------------------------------------------~--~~~~------------------_iu Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag, 84 Quotidiano Pagina 11-04-2015 31 Foglio 1 /2 Data IL ,,"~MATTINO «Autisti all'Anrn e in pensione cosÌ eviteremo i licenziamenti» Polese: ecco il piano di salvataggio ma selVe responsabilità Gerardo Ausiello bbiamo già la soluzione. «A Non vogliamo abbandonare nessuno». un piano di emerÈ genza quello a cui sta lavorando Nello Polese, amministratore unico del gruppo Eav. Sembrava che l'Eav si fosse lasciata alle spalle la crisi. E invece poi è arrivata la doccia fredda dei 260 esuberi, peraltro quasi tutti autisti. «Abbiamo fatto molti passi in avanti. Quando siamo arrivati il debito accumulato dalle società del gruppo era di 750 milioni. Ora il deficit è stato azzerato e stiamo lavorando senza sosta per migliorare il servizio. Il costo del personale resta elevato. Lo abbiamo fronteggiato per due anni e mezzo con i contratti di solidarietà, che non sono rinnovabili. Da qui la necessità di seguire strade diverse. L' alternativa, lo ripetiamo sempre, era il crac». Quali strade? «Un centinaio di lavoratori saranno trasferiti all' Amn, anzi circa 60 sono già in servizio nell' azienda di trasporti del Comune di Napoli. Per gli altri la Regione potrebbe utilizzare la quota di fondi che fino ad oggi veniva impiegata sulla solidarietà per l'accompagnamento alla pensione, come previsto dal Jobs act. Per la riuscita di questa operazione, su cui siamo impegnati insieme con l'assessore regionale Severino Nappi, è però indispensabile che una parte dei dipendenti in servizio accettino di cambiare mansione diventando autisti». È un' operazione realisticamente sostenibile? «Certo. Abbiamo iniziato a discuterne anche con i sindacati. Per chi accettasse di diventare autista non ci sarebbe alcun demansionamento. Non perderebbe neppure un euro. In ogni caso non ci sarà alcuna ricaduta sul servizio agli utenti». Il tempo stringe. Come vi muoverete? «Attendiamo, da parte della Regione, la convocazione al tavolo con i sindacati. Dobbiamo tutti insieme trovare la soluzione meno dolorosa possibile. Non mi preoccupa il fatto che siamo in campagna elettorale e mi auguro che non ci siano speculazioni o strumentalizzazioni. L'obiettivo comune è la salvaguardia dei livelli occupazionali, oltre naturalmente al mantenimento e al miglioramento dei servizi agli utenti». Ma come possono i lavoratori accettare il rischio di perdere il posto a causa di debiti e sprechi? «Stiamo facendo il massimo e siamo praticamente fuori dalla crisi. L'unica alternativa, voglio ribadirlo, era il fallimento, vista la situazione che ci è stata lasciata. Per questo è indispensabile che prevalga la responsabilità. Non possono più esserci privilegi. Se ci rimbocchiamo le maniche ce la faremo». © RIPRODUZIONE RISERVATA Le cifre ~Eav - 130 Vesuviana 45~ 70 72~===~ giugno 2013 aprile 2015 dicembre 2015 rapporto tra corse effettuate e corse previste Ex Circum marzo 2014 febbraio 2015 Treni occorrenti Treni nuovi/revampizzati Età media parco circolante (anni) 89 63 23 18 20 4 Ex Sepsa 80% del parco rotabile occorrente nuovo/revampizzato - Riduzione età media da 35 a 15 anni +.:.e.ntime.1-ri '" '"o O') 00 ~ Q) ~ o L> {l ~ '6 Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non o ,u r-------------------~~~~----------------------------------------------------~--~~~~----------------____ riproducibile. Pag, 85 Quotidiano Data 11-04-2015 Pagina 27 Foglio 1 SANITÀ, RIFORME A METÀ SISTEMA DA MIGLIORARE FRANCESCO ROSSELLO GIOVEDÌ 16 aprile alle ore 9.30 nella sala Convegni del Castello Boccanegra presso l'IRCCS San Martino si terrà il convegno organizzato dalla Cgil Liguria "Facciamo il pieno di salute. Appropriatezza, integrazione socio-sanitaria, prevenzione, presa in carico, integrazione". Il nostro sistema sanitario è una macchina complessa apparentemente immobile ma, al contrario, in costante movimento. Nel tempo la Regione ha saputo promuovere operazioni di riassetto e riorganizzazione che le hanno permesso di uscire da una fase grave di emergenza (unica regione in Italia che è stata capace di risanare il bilancio sanitario uscendo dalla procedure di accompagnamento) ma, al contempo, non è riuscita o non ha voluto o potuto investire su un nuovo modello sanitario. Nonostante l'accordo sottoscritto con le organizzazioni sindacali nel 2012, restiamo ancora molto indietro sul piano dell'attuazione pratica delle norme. Soprattutto non si sono registrati progressi sul piano delle necessarie trasformazioni cultupropedeutiche a rali qualunque processo di cambiamento reale. Nella discussione del 16, nella quale saranno di aiuto i dati elaborati da Cgil Liguria sul sistema sanitario nella nostra regione, si discuterà su come rendere maggiormente efficiente il servizio sanitario pubblico. A saldi invariati, infatti, nella nostra Regione esistono ampi margini per generare risparmi a beneficio di chi vi lavora migliorando nel contempo il servizio all'utenza. E' ancora valido il modello di integrazione a suo tempo condiviso o lo si vuole mettere in discussione? L'unica via non percorribile è quella perseguita in questi anni: quella dell'ibrido, del colpo al cerchio e del colpo alla botte. E' necessario che, in questi mesi, prenda vita un progetto definito negli obiettivi e negli atti per realizzarli, una proposta che indichi una direzione talmente chiara da cancellare tutti i pregiudizi e i giudizi che si sono accumulati e di cui è necessario prendere atto. Il programma prevede una introduzione a cura della Cgil Liguria e a seguire gli interventi di Mauro Barabino Direttore Generale IRCCS San Martino, Francesco Longo docente Senior Area Public Management & Polici SDABoconi, Francesco Quaglia Direttore Ars Liguria, Francesco Saverio Proia Alto Dirigente Ministero della Salute. Le conclusioni sono affidate a Vera Lamonica Segretaria Nazionale Cgil. Coordina l'iniziativa Eugenio Leri della Cgil Liguria. Maggiori informazioni al sito www.liguria.cgiLit. L)autore è Segretario Regionale egil Liguria '" '"o O') 00 ~ Q) ~ o L> {l ~ '6 o r---------------~--~------------------------------------------~~~~~--------------_4u Ritaglio Lavoro e previdenza stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag.87 nSole9]{l mmrn Data 24 PWS" ;o cc " Pagina '" Foglio 11-04-2015 19 1 Il Socio Toffoletto De Luca Tamajo II Avvocllto.laBancad'II:aUlIbaag- giornato le prassi di remunemzione alla direttiva Crd IV. Le banche dovranno adeguare, nei limite dei contratti collettivi, I contratti In essere e I nuovi cOilurattl, lispettlvamente entro e a pardl'e dal luglio ~Ol!i. Questo crea problemi al fini del diritto del lavoro? Certamente problemi, ma anche opportunità. Da un lato, le modifiche richiederanno un confronto tra banche e dipendenti, anche al fine di evitare modifiche unilaterali (e, come tali, fonte di possibili controversie) dei piani di incentivazione contenuti nei contratti, sia collettivi che individuali; dall'altro, sarà l'occasione per limeditare alcuni aspetti dei vigenti sistemi di remunerazione, rendendoli maggiormente coerenti agli interessi degli stakeholder. Ci sono incertezze ndle modalità di trasferire le previsioni molto dettagliate della direttiva nel contratti italiani? Alcuni profili di incertezza ci sono. Ad esempio, !'identificazione del "personale più rilevante". In ogni caso, ritengo che la questione più delicata sia quella delle condizioni e dei termini di legittimità di un'eventuale modifica unilaterale dei contratti individuali già conclusi, al fine di allinearli alle previsioni della Banca d'Italia. Le linee degli Interventi vanno inserite neile deliberazioni che le assemblee in questi dovranno attuare. Ci sono stati 1)I'ohiemi per gli operatori? Le banche e, più in particolare, i comitati per la remunerazione, dal 2011 a oggi hanno già introdotto pro- fondi aggiornamenti ai rispettivi sistemi di compensation. Pertanto, non siamo dimmzi ad una novità traumatica: mi pare che gli operatori stiano proseguendo nell'implementazione di cambiamenti già da tempo avviati. Il pagamento differito della remunerazione variabile è un altro elemento della direttiva. Come si stanno regolando banche e Intermediari più piccoli? Il differimento della componente variabile è, ormai, una costante, anche per le "banche di minori dimensioni" cosÌ definite dalla normativa di riferimento: all'esigenza di compliance regolamentare, si assomma un'importante funzione di retention e di verifica dell' effettività dei risultati, cui tutti gli operatori sono interessati. Per i promotori finanziari si po- ne il problema della l'emunerazlone ricorrente e di quella non ricorrente. Ma si pone il problema del 10IrO inquadramentoomeno tra il personale non rilevante. Come ci sì La Banca d'Italia non fissa criteri ad hoc per la qualificabilità dei pro- motori finanziari come "personale più rilevante". Nella circolare n. 285/2013 e successivemodificazioni, si afferma, unicamente, che «tipicamente, potrebbero risultare come personale più rilevante le figure dell'area manager, divisional manager, eccetera»; perii resto, valgono i criteri generali ossia la possibilità per il singolo promotore di avere un <<impatto lilevante sul profilo di rischio,) della banca. Ne consegue, specie per le "banche di minori dimensioni", che gli agenti cui siano affidate, direttamente o per effetto del coordinamento di altri promotori, masse cospicue e/ o ampi poteri di selezione deirischi d'investimento potrebbero essere qualificati come "personale più rile-vante". - An. CI'. PROFESSIONISTI DEL RISPARMIO "RIf>HOD\J7.\ONE RISf:RVA·) A '" '"o O") 00 ~ Q) ~ o {l .o ~ '6 ~_ _ _ _~~~~~~~~~~~~~~~~8 Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Lavoro e previdenza Pag.88 COBBIEBE DELLA SEBA Data 12-04-2015 Pagina 4 Foglio 1 /3 Meno sgravi fiscali per 2,4 miliardi, dalle imprese alle ristrutturazioni Una riduzione delle agevolazioni fiscali da circa 2,4 miliardi e altri tagli alla spesa per circa 7,2 miliardi. Totale: 9,6 miliardi nel 2016. Sfogliando i quattro tomi (più sei allegati) di cui è composto il Documento di economia e finanza 2015, non c'è modo di ricostruire con maggiore dettaglio la spending review che dovrebbe andare a disinnescare, in parte, il mancato aumento dell'Iva contenuto nelle vecchie clausole di salvaguardia. «E infatti ci stiamo ancora lavorando spiegano dal gruppo di lavoro che gravita intorno a Palazzo Chigi -: faremo i numeri nella legge di Stabilità, con un orizzonte temporale di un paio d'anni». Quanto alle tre cifre contenute nel Def, «Ci possiamo arrivare», è il commento. Di «tax expenditures» ne sono state monitorate 720 nel rapporto Ceriani, classificate in base a 14 codici, i primi tre a segnalare quelle con la maggiore protezione. Ci sono le detrazioni del 19% delle spese mediche, quelle del 36% sul recupero edilizio e del 55% per il risparmio energetico, oppure quelle degli interessi passivi sui mutui. Del gruppo intoccabile fanno parte le detrazioni per il coniuge, i figli e i parenti a carico che riguardano circa 12 milioni di contribuenti. Su 260 miliardi di euro di detrazioni, 83 miliardi garantiscono il rispetto di principi costituzionali, evitano doppie imposizioni o garantiscono il rispetto degli accordi internazionali e la compatibilità con l'ordinamento comunitario. Gli sgravi su cui c'è via libera al taglio, spiegaROMA no i tecnici, vengono definiti come quelli che la politica nel tempo ha assicurato a alcune categorie, in una sorta di rapporto di scambio. Ma ci potrebbero essere sorprese anche per gli incentivi destinati a sollecitare il recupero edilizio e il risparmio energetico, le cui percentuali di detrazioni potrebbero calare di qualche punto, come già, del resto si era provato a fare. L'ultima voce del capitolo fiscale della spending, esplicitata nel Def, riguarda la «creazione di un sistema di tracciabilità telematica delle transazioni di business: fatture e corrispettivi giornalieri» . Sul fronte della riduzione delle spese, il secondo step della spending, avviata con la legge di Stabilità 2015, non piacerà alla Regioni. Si tratta della riduzione a 35 delle centrali d'acquisto, presso cui diventa obbligatorio approvvigionarsi, a partire dal 2016, e dell'applicazione del controllo dei prezzi unitari d'acquisto da parte dell'Autorità anticorruzione su tutto e per tutti. «L'impegno per il biennio 2015-16», si legge nel Def, è di utilizzare questa infrastruttura oltre le .categorie dei prodotti farmaceutici e dei dispositivi medici, estendendola a «energia, sanità, telecomunicazioni, sistemi informativi, alimenti, servizi di ristorazione, viaggi, servizi bancari, postali e assicurativi, manutenzionD>. A questo scopo, continua il Def, «sarà necessario apportare alcuni aggiustamenti (alla normativa, ndr), con particolare riguardo alla possibilità di estensione dell'obbligo di approvvigionamento tramite i 35 soggetti aggregatori agli enti locali nel loro complesso», comprese dunque Regioni e aziende sanitarie, «pur nel rispetto delle peculiarità delle diverse amministrazioni interessate», cioè dell'autonomia. n riordino avverrà tramite un disegno di legge delega per il riordino della materia. Vago resta invece il richiamo a razionalizzazione e efficientamento delle aziende partecipate, limitandosi a una «particolare attenzione» al trasporto pubblico locale, per il quale si prefigura «la revisione dei meccanismi di finanziamento pubblico e l'apertura alla concorrenza», e alla raccolta dei rifiuti. La spending 2016 sembra puntare poco per ora sui risparmi prodotti dalla Delega della Pubblica amministrazione, che sta per essere licenziata in Senato (per tornare alla Camera). Unico strumento di risparmio indicato è la riorganizzazione delle sedi periferiche. Antonella Baccaro © RIPRODUZIONE RISERVATA ------ --==--= --====--====------===- -~- ------===------ le centrali d'acquisto Centrali d'acquisto anche per le. Regioni, costi standard non solo nella sanità ma anche nelle tic, nei servizi bancari e per gli alimenti '" '"o O") 00 ~ Q) ~ o L> {l ~ '6 j -________~~~~~~_=~~==~~~~~----~~~~--------~8 Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Primo piano Italia Pag.91 COBBIEBE DELLA SEBA Data 12-04-2015 Pagina 4 Foglio 2/3 Le misure Il confronto In busta paga on ci sta il governo Renzi a calcolare la pressione fiscale con la classificazione in uso, che lo condannerebbe a un aumento della stessa dal 43,5% del 2015 al 44,1% del 2016 e 2017 per poi tornare al 43, 7% solo nel 2019. Nella versione finale delDef (Documento di economia e finanza) un apposito capitolo è dedicato a inquadrare i fatti secondo un'ottica diversa. E più favorevole. «n quadro - si legge nel Def - muta sostanzialmente se si opera una classificazione più corretta dal PUlitO di vista economico» degli 80 euro. Infatti, «mentre ai fini della contabilità nazionale» questi sono registrati come spese, di fatto «si traducono in una minore pressione fiscale sui redditi da lavoro dipendente». Secondo elemento fondamentale sono le clausole di salvaguardia, che il governo intende cancellare sia negli aumenti di aliquote che nelle revisioni di detrazioni fiscali previsti per il 2016. Al netto del bonus fiscale e delle clausole di salvaguardia, la pressione fiscale diventa decrescente, arrivando nel 2019 al 41,6%, «un livello pari al risultato del 2011». , anticipo del Tfr (trattamento di fine rapporto) in busta-paga? Si ripaga da solo: tra maggiori entrate tributarie, derivanti dalla sua tassazione con aliquota ordinaria, contabilizzate in 2,3 miliardi e minori contributi versati dal datore di lavoro, pari a 2,1 miliardi. La tabella del Def che riassume i numeri dell'ultima manovra quantifica inoltre in 450 milioni gli effetti della maggiore tassazione dei fondi pensione, in 1,6 miliardi quelli del reverse charge e quasi in un miliardo quelli dello split payement, 720 milioni vengono invece dall'adempimento volontario. Sul versante delle spese, viene cifrato in 1,1 miliardi il contributo dei ministeri di parte corrente, cui si aggiungono 469 di spesa capitale. Viene poi fissato in 8 miliardi e 14 milioni il costo del bonus di 80 euro, di gran lunga la voce di spesa più pesante. Seguono i 2,2 miliardi per il lifinanziamento de)?;li ammortizzatOli sociali e gli 1,9 miliardi per gli sgravi contributivi per le assunzioni a tempo indetelminato. Quanto ,tiI'Irap la deducibilità integrale del costo dellavoTO vale 2,7 miliardi, compreso il ripristino delle aliquote. Infrastrutture I l Programma delle infrastrutture strategiche 2015, contenuto nell'Allegato Infrastrutture, identifica 25 opere prioritarie, per un costo di 70,9 miliardi di euro e coperture finanziarie pari a48 miliardi di euro (67,7%). n 36% delle risorse è dedicato alle strade, il 31% alle Ferrovie e il 22% alle metropolitane. n resto va a completamento del Mose di Venezia. Quanto alla maturità fisica delle opere prioritarie, circa il 65% del costo totale è relativo a opere in realizzazione, il resto va in progettazione. n fabbisogno di nuove risorse pUbbliche per il prossimo triennio, pari a 3-483 milioni di euro, è pressoché interamente attribuibile ai grandi investimenti ferroviari (Brennero e Terzo Valico) e alle metropolitane di Roma, Napoli e Catania. L'esiguo numero di opere sulle quali concentrare le nuove assegnazioni evidenzia lo sforzo compiuto per accelerare l'avanzmnento di tutte le opere prioritarie già in parte finanziale, destinando le nuove risorse a poche opere in corso che non potrebbero altrimenti procedere nell'assenza immediata di fondi él)?;giuntivi. i I I I @Ieriil governo ha presentato sul sito del ministero del Tesoro gli obiettivi della politica di bilancio contenuti nel Documento di economia e finanza 2015. approvato venereii dal Consiglio dei ministri @ Il Defviene ora trasmesso in Parlamento. Entro il 30 aprile due delle sezioni di cui si compone il Documento, ovvero il Programma di stabilità e il Programma nazionale di riforma (Pnr), saranno inviate al Consiglio dell'Unione Europea e alla Commissione Ue a Bruxelles \111 Lo scenario a tre anni prefigurato nel Defsegna il ritorno della crescita dopo un prolungato periodo di recessione. Per il 2015 il Pii è visto in crescita dello 0,7%, per il 2016 dell'l.4% e per il 2017 dell'l,5%. Gli obiettivi di indebita mento per il triennio 2015-2017 sono pari rispettivament e a 2,6%, 1,8% e 0,8% del Pii \111 Il deficit per il 2015 fissato al 2,6% anziché al livello cui normalmente tenderebbe del 2,5% consente di liberare risorse per 1,6 miliardi circa: unbonus inatteso che il governo non ha ancora detto come intende usare '" '"o O') 00 ~ Q) ~ o L> {l ~ '6 r-------------------~~~~--~------~--------~~----~~~~~~--~--------~--~~~~----------------____4 Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Primo piano Italia Pag.92 o u COBBIEBE DELLA SEBA Data 12-04-2015 Pagina 4 3/3 Foglio Le previsioni dell'esecutivo Spending Review Riduzione delle agevolazioni Gli effetti delle riforme strutturali i 2020 1 ___ _ (in percentuale del Pii) Lungo periodo 2025 PLJbb:lca (-lrnrninistrazior\p 1,2 Con'petlt'vità 1,2 2.4 miliardi 0,4$% de/PII 0,15% del Pii Ml"'rc ato dQllavoro • • 1,3 Giustizia Istruzione L'andamento della pressione fiscale 1201112O121201312014120~$20161201~1201812019 " ~~~~~o:__ (dati in percentuale) ~=~j~~I~~,514'3,5 ::~rI44'1 ~4'~i:=~ i~~ro" J J.1 J1 J'U,6 Al netto del b o n l J s l ! 80 euro e delle , 3 I " 4294 "" e" 419}115 tI Jl RidUZIOne del cuneo nscale, (IRAPIRPLI ) -- ----- ~- Aumento tassazione rendite finanziarie + IVA Revisione del!a spesa rotaie Fonte Ministoro deWEconomiJ, Documento di economia e lìnanza 2015 , -0,2 -02 - -1- ' -03 1-- '-3,0- .1:8 -0,2 t -0,2 r -0,0 '.:-_ _ _ 7,2 Camere della Sera '" '"o O') 00 ~ Q) ~ o L> {l ~ '6 o r-~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~--;u Ritaglio Primo piano Italia stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag, 93 Data COBBIEBE DELLA SEBA Pagina Foglio 11-04-2015 10 1 /2 Renzi: è finito il tempo delle tasse da aumentare Le Regioni taglino le Asl Via libera al Documento di economia e finanza TI premier: un bonus da 1,6 miliardi per la crescita ROMA Per tutto il giorno è stato un susseguirsi di voci, proposte e idee, anche sui social network, su come spendere il tesoretto di 1 miliardo e 600 milioni. Poi passate le 10 di sera, il premier Matteo Renzi annuncia l'approvazione definitiva. in Consiglio dei ministri del Documento di economia e finanza (Def), ma rimanda «alle prossime settimane» la deci.sione su come investire il bonus: «Decideremo se e come utilizzarlo sulla base delle nostre priorità», spiega, aggiungendo che «non è il Def il luogo dove stabilire questo». Dopo gli allarmi dei giorni scorsi degli enti locali su possibili tagli, il capo dell'esecutivo attacca: «Le Regioni stanno discutendo con i ministeri dell'Economia e della Salute su come trovare punti di accordo soprattutto sulla sanità. Vi sembrano normali Regioni con 7 Province e 22 Asl? Per me no: questa è una esagerazione». «E se con le Regioni possiamo applicare i "costi standard" - precisa -, ad esempio facendo pagare la stessa siringa allo stesso prezzo in Lombardia e Calabria, e eliminare poltrone inutili per i direttori quando ci sono tante Asl, allora va avanti il confronto con gli enti locali». Vale lo stesso principio che valeva per i sindaci: «li Def non aumenta nuove tasse a Regioni e Comuni - ribadisce Renzi -. Esiste solo un problema naturale di ridurre le Asl e il numero di poltrone». Il governo si riunisce una prima volta alle lodi mattina: incontro record (dura appena lO minuti) e viene aggiornato per permettere ai vari ministeri di esaminare nei dettagli il documento che fotografa la situazione economica nazionale e arrivare così a «un testo finale pulito e limato», precisa lo stesso premier. Nell'incontro viene solo ratificata la nomina di Claudio De Vincenti a sotto- segretario alla presidenza del Consiglio, al posto di Graziano Delrio, diventato ministro dei Trasporti e Infrastrutture. Dal cappello a cilindro l'esecutivo fa filtrare la voce di un «tesoretto». Partono tante ipotesi: va investito sul welfare. No, sulle pensioni minime. Altri propongono: diamo ossigeno ai giovani disoccupati. No, meglio sostenere la ricerca. A Palazzo Chigi il governo torna a riunirsi all'ora di cena: l'incontro inizia alle 20.15 e termina poco prima delle 22. «Abbiamo impiegato tempo stasera perché abbiamo riletto pagina dopo pagiria il Def per evitare errori - si giustifica Renzi in conferenza stampa -. Non ci sono particolari novità, ma ripeto che non ci sono nuove tasse. I sacrifici non li devono fare più i cittadini: casomai li faranno qualche politico e qualche amministratore locale». I fondi del tesoretto sono derivati dalla differenza dello 0,1% del rapporto nel 2015 tra deficit e Prodotto interno lordo (PiI): secondo il dato tendenziale questo rapporto era del 2,5%, secondo quello programmatico del 2,6. Al premier il termine «tesoretto» non piace, ma quando un giornalista dell'Ansa insiste sul bonus, chiamandolo proprio «differenziale tra il dato tendenziale e quello programmatico ... », Renzi si arrende: «No, no, non si può sentire: chiamiamolo ''tesoretto''». Rispondendo a un'altra domanda sulle preoccupazioni di tagli agli enti locali, Renzi ricorda: «Non ci sono . problemi con Regioni e Comuni. Anzi: altro che tagli. Ai Comuni stiamo dando tanti soldi: questo governo ha stanziato 11 miliardi di euro per metropolitane e tram di Torino, Milano, Bologna, Roma, Napoli, Palermo». li 21 aprile in Consiglio dei ministri approderà la prima parte dei decreti fiscali, promette Renzi. Francesco DI Frischia © RIPRODUZIONE RISERVATA le riforme .11 Defè sostenuto quest'anno da un piano di riforme strutturali che a Bruxelles viene definito come «abbastanza corposo e ambizioso» Fondazioni politiche I partiti? Meglio i soldi dalle cene che dai cittadini. Fondazioni, ora trasparenza '" '"o O") 00 ~ Q) ~ o L> {l ~ ______ __ __ ~~~ Ritaglio stampa Primo piano Italia ~ uso ad __ ~~~~~ del destinatario, esclusivo ~ '6 ~~~========~8 riproducibile. non Pag.94 Data COBBIEBE DELLA SEBA Pagina Foglio 11-04-2015 10 2/2 I numeri del Def in 0/0 del Pii Indebitamento netto saldÒ primario .Interessi Indebitamente netto strutturàle Debito pubblico \fOrQo sost'il:gt1i . e debitl PA) '" '" InclusI i prestiti attraverso ~:~E '" '"o M 00 ~ Q) ~ o L> {l ~ '6 o r-______________~--~------------------------------------------~~~~~--------------~u Ritaglio Primo piano Italia stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag.95 Quotidiano la Repubblica I Data Pagina Foglio 11-04-2015 10/11 1 /3 Renzi: "Subito bonus da 1,6 miliardi e nessun sacrificio per i cittadini" Il governo approva il Def Possibili 6,4 miliardi nel 20 16 "Le Regioni taglino le Asl" ROBERTO PEmlNl ROMA.Un«tesoretto»dil,6miliardigiàdaquest' anno. Due le opzioni sul tavolo che verranno esaminate nelle prossime settimane: un piano poveri o l'estensione del bonus 80 euro agli incapienti. «Denari potenzialmente spendibili», li ha definiti il premier Renzi nella conferenza stampa di ieri sera dopo il consiglio dei ministri che ha approvato il Def subito inviato al Parlamentoeal Quirinale.Lariunione, piuttostobreve, è giunta dopo un lungo rinvio ( era prevista per le 10 ed è slittata alle 20). Dalle pieghe del bilancio, grazie alla crescita e all'effetto spread, anche risorse in più per 6,4 miliardi nel 2016 che potranno essere utilizzate per evitareI' aumentodell'Iva. «Più metropolitane e meno Asl», ha annunciato Renzi in riferimento alla spending review e al piano infrastrutture. «Non è possibile che una Regione abbia sette province e 22 Asl, ci vogliono meno manager». Ribadito il messaggio chiave del premien «Né nuove tasse, né sacrifici». ~1ISa1l~E,," Venerdi scorso, dopo la riunione del consiglio dei ministri per l'esame del Def, Renzi aveva espressoqualchescetticismoterminologico nell'evocare la parola «tesoretto» (<<Porta male, meglio parlare di qualcosa da parte», aveva detto). Ma alla fine la suggestione comunicativa della parola ha preso il sopravvento anche nella conferenza stampa di ieri sera. Ed ecco il Rtesoretton da 1,6 miliardi. Come nasce? A monte di tutto c'è il miglioramento delle prospettive di crescita dell'economia internazionale (euro-petrolio-tassi) che ha portato il governo ad alzare le stime del PiI per quest' anno dallo 0,6 allo 0,7 per cento e per il 2016 dall'l all'l,4 per cento. Con maggiore crescita c'è maggior gettito che, unito alla riduzione della spesa per interessi dovuta all'effetto-Draghi, consentirebbe di avere per inerzia (a livello <<tendenziale» come si dice) di abbassare il deficit nominale quest'anno al 2,5 per cento e il prossimo all'l ,4 per cento. Siccome le vecchie stime indicavano per quest'anno il 2,6 e per il prossimo l' 1,8 per cento, il governo ha deciso di non intervenire nuovamente con tagli e sacrifici giacché siamo abbondantemente sotto il3 per cento. Di conseguenza si liberano risorse, nel senso che non sarà necessario fare tagli, per lo 0,1 per cento del Pil (1,6 miliardi) per quest'annoedi6,4miliardiperil2016 (0,4delPiI). lImmmeam;m,m· Tuttavia l'operazione non sarebbe stata così semplice perché oltre alla «regola del deficitpilal3 per cento» dobbiamo anche rispettare la «regoladeldebito»checiimponeogniannouna riduzione dello 0,5 per cento strutturale (cioè alnettodellacongiuntura).Questaregolaègià stata rispettata per il 2015 con l'intervento di rafforzamento della manovra chiesto da Bruxelles nell' autunno scorso e dunque lo 0,1 per cento si può spendere quest'anno senza problemi. Per il prossimo anno invece il taglio dello 0,5 deve essere fatto. Padoan e i suoi tuttavia per eliminare questo ostacolo, che avrebbe vanificato il "tesoretto n , chiedono a Bruxelles, nel Programma di Stabilità che dovrà essere inviato alla Commissione entro il 30 aprile, di potere utilizzare la «clausola delle riforme» che consente, a fronte dei vari provvedimenti in corso di approvazione (Jobs act, pubblica amministrazione, giustizia ecc.) di limitare la correzione allo 0,1 per cento e far salire il deficit strutturale allo 0,4 per cento, esattamente pari a 6,4 miliardi che avrebbero dovuto esser tagliati e nonlosaranno. Se Bruxelles sarà d' accordo conle stime di Roma potranno essere utilizzati per sterilizzare l'aumento dell'Iva. ~_.tf,~ Nessun taglio alle pensioni come ha assicurato Mr. Forbici Yoram Gutgeldma otto aree di intervento per recuperare 10 miliardinecessari' alla sterilizzazione dell'aumento dell'Iva (uniti ai 6,4 che emergeranno nel 2016 ). Dove siinterverrà? il Defspiega che per glientilocalisi prevede l'allineamento delle regole del Patto di stabilità interno a quelle europee: costi standard e pubblicazione online degli indici di performance ma - come ha assicurato Renzi nel corso dell'incontro con i sindaci - nessun taglio ulteriore. Nel mirino le aziende municipalizzate: in particolare il documento cita le aziende di trasporto pubblico e quelle di raccolta dei rifiuti che «soffrono di gravi e crescenti criticità di costo». Terzo punto d'attacco i 10 mila capitoli di spesa dello Stato centrale e la riorganizzazione di Prefetture e delle altre strutture periferiche. Al quarto punto la creazione di una «unità indipendente di valutazione» degli investimenti pubblici al fine di ridur- sarie alla competitività del paese e alla mobilità urgente delle aree urbane. Viene indicato un «nucleo ristretto di opere» per 70,9 miliardi, spiega una nota del ministero delle Infrastrutture, «compiendo principalmente la scelta del ferro (ferrovie e metropolitane): opere che possono essere definite le "priorità delle priorità" su scala nazionale». Rispetto al primo screening che portava le opere a 51 ci si concentra sulla metà delle opere seguendo criteri di «effettivarilevanzél». Le altre opere tuttavia non vengono abbandonate: porti, logistica, opere idriche, aeroporti ed edilizia scolastica restano ugualmente obiettivi ma contenuti nel Documento pluriennale di pianificazione strategica. CI RIPRODUZIONE RISERVATA Il premier. non ci saranno nuove tasse, decideremo nelle prossime settimane come usare le risorse aggiuntive che abbiamo da parte Il deficit tendenziale è più basso di quello programmatico: questo è il motivo percuisi liberano fondi . sia quest' anno che il prossimo re i costi. Sul Welfare, il Defannuncia unastretta sulle pensioni di invalidità finalizzata a eliminare le differenze tra Nord e Sud e alla creazione di un nuovo modello di assistenza che ottimizziilcoordinamentotraInps,ComunieAsl. Maggiore impatto anche della centrale degli acquisti per i beni della pubblica amministrazione. Al settimo e ottavo punto: la stretta sulle detrazioni fiscali e la «ricognizione» degli incentivi alle imprese per una «successiva razionalizzazione». '" '"o O') 00 ~ Q) ~ o mmmU~~1fmmn~mn*' il programma delle infrastrutture strategiche del Defpunta su 25 opere nazionali neces- {i ~ '8 r-----------------~~~~~~~~--~--------~~--~~--~~~~~--------~--~~~~------------------~u Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Primo piano Italia Pag.96 Data la Repubblica Pagina Foglio 11-04-2015 10/11 2/3 GU4.CQUSII I~ B..RSO) I.A~ La Con~ip sarà rafforzata più vincoli agli enti locali Asetaccio icapitoli di spesa scattano idefinanziamenti Disboscate 720 agevolazioni nel mirino gli sgravi Irpef Stretta sugli assegni di invalidità controlli soprattutto al Sud RAFFORZAMENTO del sistema SARANNO passati al setaccio i NELL'AMBITO della spending review è previsto un taglio alle agevolazioni fiscali, le cosiddette tax tax expenditures: si tratta di una platea di 720 agevolazioni per 160 miliardi, individuate dalla commissione Ceriani a suo tempo, e sul quale il governo dovrà fare scelte precise prima della prossima sessione di bilancio. Si conta di ricavare dall' operazione da 1 a 1,5 miliardi con l'obiettivo di agire prevalentèmente sulle agevolazioni Irpefmeno utilizzate. NEL mirino della spending review anche le pensioni di invalidità. L'intervento non toccherà l'entità degli assegni ma punta ad eliminare gli abusi che emergono dall' analisi della distribuzione degli assegni sul territorio nazionale. Al Sud le pensioni agli invalidi civili sono quasi un quarto (il 23%) dei trattamenti Inps erogati nell'area, una percentuale doppia rispetto a quella del Nord (11,3%). II dato emerge dai dati Inps e fotografa la realtà al primo gennaio 2014. Consip, la mega centrale statale per gli acquisti di beni e servizi, con l'obiettivo di raggiungere 1,5-2 miliardi di risparmi. II governo punta a rendere più rigoroso il sistema degli acquisti di beni e servizi da parte di Comuni e Regioni rendendo più vincolate l'obbligo di fare acquisti presso le attuali 35 stazioni appaltanti. Obiettivo anche quello di aumentare il volume da parte della Consip per ministeri e amministrazioni centrali dello Stato. GUDUmBIU In ogni città un solo palazzo per tutti gli uffici pubblici NEL mirino anche gli affitti degli uffici pubblici dei ministeri (entro giugno si attende un piano di ridimensionamento dei locali) e delle strutture periferiche dello Stato. L'obiettivo è quello di superare una organizzaziane che viene definita «napoleonica»: si andrà inoltre verso la concentrazione di tutti gli uffici pubblici in un unico edificio per ogni città. Razionalizzazioni previste anche per i corpi di polizia con l'eliminazione di sovrapposizioni delle funzioni di spesa. 10 mila capitoli di spesa contenuti nei bilanci dei ministeri. Saranno eliminati o definanziati quelli inutili mentre i restanti saranno oggetto di specifici accordi triennali tra il ministero dell'Economia e i dicasteri. II proces~o di rinnovamento della finanza pubblica prevede anche il upensionamento" della legge di Stabilità che, in base alla riforma dell' articolo 81 della Costituzione dovuto al Fiscal compact, sarà assorbita dalla legge di bilancio. ........ Uinliid Municipalizzate da cambiare nel mirino trasporti e rifiuti Ferrovie e metropolitane tra i25 progetti principali Troppe poltrone nelle Asl presto un piano di riduzione PIANO per larazionalizzazione RIDOTIO a 25 infrastrutture strategiche «essenziali e di rilevanzanazionale» il programma del 2015. Nell' allegato al Defviene indicato un nucleo ristretto di opere compiendo principalmente la scelta del ferro (ferrovie e metropolitane) che vengono definite da una nota del ministero le "priorità delle priorità". Porti, scuola, lavori idrici e aeroporti vengono collocati nel Documento di programmazione con la scelta di procedure ordinarie per la realizzazione. L'INVITO è giunto anche nella conferenza stampa di ieri sera dopo il Consiglio dei ministri da parte dal premier Matteo Renzi. L'obiettivo è quello di tagliare il nwnero delle Asl in ogni Regione e ridurre il nwnero dei manager che le guidano. II premier ha citato l'esempio di una Regione che ha sette Province e 22 aziende sanitarie. Continua anche l'azione di ridùzione di costi della politica: anche questa riguarderà le spese sostenute dalle Regioni e dai Comuni. delle partecipate degli enti locali e delle amministrazioni pubbliche: nel mirino trasporti e rifiuti. Si tratta di un numero enorme di società che ammonta, secondo l'ultimo censimento, a 8.146 unità e che comprende 36.125 partecipazioni dirette e indirette. L'obiettivo è quello di accorpare e di raggiungere economie di scala. Le partecipate verranno divise tra indispensabili e non indispensabili e saranno valutati costi e benefici pubblici per ciascuna. lOmld 1,6mld ILBONUS ILTESOREnO LASPENDING REVIEW Il gòverno può contare su un bonus di 1,6 miliari da spendere entro l'anno Dal prossimo anno il governo avrà a disposizione un teso retto di 6,4 miliardi I risparmi che arriveranno dalla revisione della spesa sono stimati in 10 miliardi +0,4% IL PRODOnO INTERNO LORDO Secondo il Def, le riforme avranno un impatto sul Pil2016 dello 0,4 per cento +1,0% +0,5% I CONSUMI L'OCCUPAZIONE Le riforme provocheranno una crescita dei consumi dell'l % nel2016 (+2,1% nel 2020) L'effetto- riforme sull'occupazione è di un più 0,5% nel 2016, che sale a1l'1,5 nel 2020 '" '"o O") 00 ~ Q) ~ o L> {l ~ '6 o r-----------------~~~~--~----~--------~~--~~~~~~--~------~--~~~~----------------__4u Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Primo piano Italia Pag.97 la Repubblica Data Pagina Foglio 11-04-2015 10/11 3/3 +1,1% GLiINVESTIMENn Il Def stima che le riforme avranno un impatto dell'l,l % sugli investimenti 2016 Come si forma il teso retto '~h%" i!fJ~ l,~~ ,>; :7Q~,!~:;,;' '...........".'/nw •• {ç;,ff~!~1'i!~1;(; ttllllIIIR. .il;gill L;.;;P;$* Come è salita la stima del Pii l1li Vecchie previsioni l1li Nuove previsioni '" '"o O') 00 ~ Q) ~ o L> {l ~ '6 o r---------------~~~~--~------~------~~--~~~~~~~--------~~~~~----------------~u Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Primo piano Italia Pag.98 Pagina 11-04-2015 13 Foglio 1 /2 Data Il piano di Palazzo Chigi "I soldi in più ai poveri ora esclusi dagli 80 euro" Renzi non respinge l'idea di estendere anche a loro il bonus Orlando e Martina: 'Troppo cauti nelle previsioni di crescita" - si può leggere il piano nazionale di riforme che abbiamo messo in piedi. E tutti quelROMA. Sotto la voce "lotta alla li in buona fede potranno vepovertà" si nasconde il possibile utilizzo del tesoretto di dere quante cose abbiamo fat1,6 miliardi che il governo siri- to in un anno». Ma le risorse trova in tasca da ieri. «Ci sono aggiuntive sono una leva inatcategorie che non state sfiora- tesa e subito l'orientamento te dal tema degli BO euro. Dob- dell'esecutivo ha mirato l'obiamopensarealoro», èil pen- biettivo: utilizzarle per il Welsiero di Matteo Renzi Il come fare, per rafforzare lo stato sova studiato nel dettaglio, ciale. L'approvazione del Docu«sarà una discussione delle prossime settimane», ma l'at- mento di economia e finanza è tenzioneva subito alla catego- stata rapida, senza critiche. ria degli incapienti. Il premier Andrea Orlando ha chiesto è convinto che questa cifra si però a Padoan e Renzi di essepossa raggiungere senza ta- re meno cauti nelle previsioni gli, basta l'aumento delle pre- di crescita del Pil. «Se siamo visioni di crescita e il rispar- più ottimisti sulle cifre siamo mio che deriva dai tassi d'in- anche in grado di mettere teresseormai vicini al minimo maggiori risorse a disposiziostorico. «Troveremostrumen- ne della gente, di puntare di ti rapidi e utili per le fasce più più sull'espansione», ha detto deboli», ripetono a Palazzo il ministro della Giustizia. È Chigi. Una forma di bonus an- una posizione sostenuta, dencora da definire. Da adesso tro il consiglio dei ministri, anpresidenza e ministero dell'E- che dal ministro dell'Agricolconomia iniziano a studiare tura Maurizio Martina. E fuori di li dal leader della minoranun eventuale decreto. Nel consiglio dei ministri za dem Roberto Speranza. Ma Renzi si è sbilanciato pochissi- nel governo convivono, pacifimo sull'immediato uso dei sol- camente fin qui, due linee di di pescati tra le pieghe del bi- pensiero. Quella ispirata da lancio. «Nel Def-ha spiegato Via XX settembre è abbastan- GOFFREDO DEMARCHIS za chiara: «Abbiamo sempre pagato il prezzo di previsioni campate in aria, che facevano il passo più lungo della gamba. Adesso è il momento di stare attenti». L'altrainvecespinge per cavalcare subito la ripresa, seppurepiccola, affrontando di petto i problemi sociali più urgenti. Per il momento Renzi sceglie di stare nel mezzo, sapendo bene che il Deffinisce al vaglio di Bruxelles e che la credibilità internazionale resta fondamentale per la salute dell'Italia. Resta sullo !!fondo l'idea di un decreto. Decreto che nei sospetti dell' opposizione avrebbe un primo effetto sul passaggio politico delle prossime settimane. In vista delle regionali ( 31 maggio) con sette governatori da scegliere, Renzi sarebbe pronto a una misura elettorale che faccia pendere la bilancia dalla parte del Pd. E del suo segretario, ovviamente. Questa è l'accusa che arriva da Forza Italia per esempio. Ma questa misura nonc'è,almomento. C'è semmai una risposta ai comuni e alle regioni sui tagli denunciati nei giorni scorsi. Il Alcuni ministri in pressing sul governo: vogliono poter aumentare la spesa Cipe sblocca. 200 milioni per l'edilizia scolastica e sono destinati ai comuni. In conferenza stampail premier ricorda lo stanziamento di I l miliardi per le metropolitane delle grandi città. Come dire: questo interessa ai cittadini e se i soldi non bastano gli amministratori facciano tagli da altre parti. In questo, sui costi della politica o sulla struttura delle Asl. Naturalmente il tema resta aperto e sarà affrontato nella legge di stabilità. Come reperireil denaro che secondo gli amministratori verrà tolto agli entilocali. Ma è chiaro che la parola "tagli" Renzi vorrebbe eliminarla dal vocabolario. Ieri era circolata la voce che il tesoretto sarebbe stato alimentato da una scure sui ministericonla garanzia che isoldi sarebbero tornati in autunno con un manovra di assestamento. Ma Palazzo Chigi smentiva subito. Anche perché Renzi è sicuro che si potranno ancora correggere al rialzo le cifre del Pil e l'andamento dei titoli di Stato fornirà altro ossigeno all'economia italiana. ICRIPRODUZIONE RISERVATA '" '"o O') 00 ~ Q) ~ o L> {l ~ -6 o r-----------------~~~~--~------~--------~~--~~--~~~~~--------~--~~~~------------------_4u Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Primo piano Italia Pag.99 Data LA STAMPA Pagina Foglio 12-04-2015 6 2/2 Disgelo ~~--- I nodi ancora da sciogliere I nodi da sciogliere sono ancora tanti: il primo punto ali' ordine del giorno dei negoziati è la riapertura delle rispettive ambasciate. lIl!IIIII!IIII L'Avana è ancora nella lista nera degli Stati sponsor del terrorismo dal 1982. lIl!IIIII!IIII Il principale ostacolo alla normalizzazione delle relazioni interrotte durante la Guerra Fredda, nel 1962, è la rimozione totale dell'embargo. Obama ha sollecitato il Congresso a muoversi in questa direzione. lIl!IIIII!IIII la svolta Ègià entrata nella storia la stretta di mano tra Raul Castro e Barack Obama a Panama la stretta di mano fra i due presidenti a Panama mesi Negli ultimi quattro mesi Washington e L'Avana hanno dimostrato più volte di voler dare nuovo corso alle loro relazioni minuti "tempo per il discorso alla plenaria, ma Raul Castro, scherzando ha detto: «Cuba manca da sei vertici, ho diritto a più tempo» '" '"o O') 00 ~ Q) ~ o L> {l ~ '6 o r-~~~~~~~~~~~~==~====~========~~==~================~~~~~~~~~~~~~~~~--4u stampa Primo piano Italia ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pago 102 Quotidiano LA STAMPA I I Data 11-04-2015 Pagina 2 Foglio 1 /2 Rell2ipuntasullacrescna "TI tempo delle tasse è fmito" Lo scatto del premier: nel testo fInale del Defpiù risorse da destinare al welfare sulla povertà, un equivalente ti fiscali, la seconda parte arridel «reddito di cittadinanza» in- verà a giugno». E ancora: «Non FABIO MARTINI vocato dal Movimento 5 Stelle. è normale che ci siano Regioni ROMA con sette province e 22 As!...». Le ironie di Forza Italia Il «capo» - come lo chiama in Dall'opposizione si sono alzate privato Pie~ Carlo ~ad?an - all~ ironie, a cominciare da quelle di Ci sono Regioni 9 del mattmo ordma Il «fermI Renato Brunetta presidente dei con 7 province tutti». A Matteo Renzi il Def deputati di Forza Italia: «Il bonon garba. Manca un'ora al nus di Renzi serve per comprare 22 Asl: siamo Consiglio dei ministri chiamato si le elezioni regionali come le in condizione di ridurre ad approvare in via definitiva il Europee con 80 euro?». E come Documento di economia e fi- controprova. da più parti si indile poltrone e applicare nanza, ma il presidente del cavano ieri i più recenti sondagi costi standard Consiglio vuole di più. Il Def è gi, come quello Ixè per Agorà . . . La prima corretto e ben scritto. Ma difen- che dava il Pd in calo dello 0,8 parte dei decreti sivo. Senza uno «scatto». Possi- per cento, con una flessione anfiscali approdeMatteo Renzi bile mai che mentre i fattori che nella fiducia nei confronti di rà in (dm il21 Presidente «esogeni» ed extra-nazionali Renzi, in una settimana scesa del Consiglio aprile. La seconspingono anche le locomotive dal 39 al 38 per cento. Flessioni da parte, invece, più scalcagnate, proprio l'Italia statisticamente poco significa-, arriverà a giunon si inventa nulla? E con que- tive, anche perché i due istituti gno. Lo ha anste premesse che il presidente di fiducia del presidente del nunciato il predel Consiglio dispone un Consi- Consiglio danno risultati divermierMatteo glio dei ministri scandito in due si, in particolare in due delle reRenzi in confefasi. Nel primo tempo si è dato gioni chiave delle elezioni di fine renza stampa cors? soltanto alla ratific? della maggio: in Campania il candidadopo la presennomma a sottosegretarIO alla to del Pd Vincenzo De Luca ha tazione del Def pres~denza di Cla~di~ De Vi~,- recuperato il forte gap che lo dicent~ ~ soltanto dIeCI ?re pm videva dal governatore uscente ... Nei piani c'è tardI SI sarebbe .vara~o Il «nuo- Stefano Caldoro; in Liguria, la anche la legge vo» Def. Nel ·perIOdo mtercorso d'd t a d el Pd, L Il a P't d' .. t· can l a e aI a, l' t ra un Conslg lO el mmlS n e . 'd' sulle fondazioni t'" t per quanto mSI lata da concorl,altro, l" politiche. «Bisoa spremu a ragIOna a t'" t t t t t lD ren l, e m es a, con un van ag· d eIl est Ime con enu ene ocu- . d' . d" t' G' gna garantire · . ti h gIO l quasI Iecl pun l su 10trasparenza: ment o d l economIa e manza a . T f E' h '1 consentito a Renzi e ai suoi con- vanm. o, l. p~r v~ro. c e l. finora il quadro siglieri di isolare un «tesoretto» premler. e sensIbIle aI ns~ltah normativoè di un miliardo e 600 milioni, pe- eletto;ah, sa che eventual.I batstato contraraltro contenuto nel documen- tute d arresto potrebbero I~ter stante)), ha to ma che andava dettagliato rompere l~ nomea del RenzI co~ detto Renzi. La meglio. mun~u~ VI~cente. E~co per~he decisione però, Prima di scendere a sera di RenzI SI fara vedere, m partlCospetta al Parlanuovo in Consiglio dei ministri, lare in ~iguria, a co~inciare da mento, Renzi ha studiato i possibili ~a~~dI,. q~an~o sara a Genova, provvedimenti da adottare gra- m VISIta IstItuzIOnale. zie alla dote «estratta» dal Def. _ Dopo i botta Come ha spiegato il premier a La 5tr~tta 5U"~ Re~ioni , e risposta dei Cdm concluso per ora non c'è Ma se l sondaggI «ven» non COSI giorni scorsi. Il ' «SI. d eCI'dera' ne l- preoccupanti, premier è internu Il a dl· d eClso, h' d I 'più irritante, ' l dagli . tt' L" occ l e premler, un a tro ato venuto anche SUI' le prossIme se Imane». IpOd I d ' l' '1 t . " d't t ' h R ZI. emerso a son aggIo xe: per l rapporti con gli et~I pm accrde l da a e. c e ent 73 per cento degli italiani pensa enti locali. «Vi s la pensan o a un mt erven o h M tt R . l '"00 ç MagarI. con l'est en- c e con sembra normale sul wel!are. . h'a eo "enZI t a goverE '"o pag mo pm'1 asse..d cco - ha chiesto - che . d el b onus 80 euro anc h e no SIh'" SIOne t ' agli incapienti, uno dei progetti Pdelr Cc e I~rlI, selra, l pretSl en e ci siano Regioni .§i h t t . '1 governo ha sempre pun- elt onslg con 7 province e ~c a CUlI E' tilO 'to 'la trlpe u od Ilre ' mIot l empo e .e 22Asl? E un'esao t at o, ma ch e per carenza dl· n-. vo t e:« d An L> ,. 't ti asse a aumen are». nuncIO gerazione)). {l sorse nonOe rmSCI o .mora a red'l RenZI:« ' Il 21 apr il e P ad oan , t l aIzzare. ppure un mterven o rt" Cd rt d . d -6 ~__________________~~~p~o___e_ra_I_n___m~p~a___ e __eI__e~c_r_e~-__~~__~~--~~--------~--~~~~-------------------i8 I decreti fiscali nelCdm del 21 O') 'v Q)u Ritaglio Primo piano Italia stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pag, 103 Data Pagina Foglio Pubblico impi.ego Le riforme costano ma fanno • • nsparIlllare Francesco Grillo Olti dei discorsi che fanno gli esperti di contabilità pubblica partono da una premessa - mai dimostrata, mai messa seriamente in discussione - che le riforme costano. Tale assunto M sembra, del resto, accettato anche dal Documento di economia e finanza appena presentato dal governo: una maggiore efficienza dell'amministrazione pubblica (che, pure, per definizione, dovrebbe corrispondere ad un minore spesa dello Stato) costerebbe circa 300 milioni di euro all'anno per i prossimi tre anni secondo la previsione sull'impatto delle riforme sulla finanza pubblica. Peraltro, il documento - sostengono i più preoccupati neppure affronta la questione ben più consistente del rinnovo dei contratti nel pubblico impiego che, per molti, è propedeutico per poter far vivere le riforme della Pa e che po- 13-04-2015 1 1 /2 trebbe costate ben di più dei lO miliardi necessari a non far scattare il tanto temuto aumento dell'Iva. Se la premessa sul costo delle riforme fosse vera, ci ritroveremmo, però, ancora una volta nel vicolo cie- . co dal quale non riusciamo ad uscire da decenni. Per ricominciare a crescere -lo stesso Defvaluta che la riforma della Pa può aggiungere dal mezzo punto al punto intero di Pil nei prossimi anni - abbiamo assolutamente bisogno di trasformare in risorsa quello che è attualmente il peso della burocrazia. Ma per riuscirci dobbiamo spendere soldi e capitale politico che non abbiamo. Continua a pag.16 L'analisi Le riforme costano ma fanno risparmiare Vero è che l'amministrazione pubblica dal 2010 è totalmente pietrificata: i contratti sono congelati e gli stipendi non recuperano neppure !'inflazione; le segue dalla prima pagina assunzioni sono bloccate e ciò aumenta, praticamente, di un anno, ogni anno, l'età media del Il risultato è che si rischia di continuare ad essere personale in serviZio; i premi di produttività sono impantanati sul fronte della «madre di tutte le uguali per tutti e, comunque, i fondi che avrebbero riforme» che il governo italiano ha messo al primo dovuto finanziare gli incentivi sono finiti (500 euro posto della sua agenda. Tocca al ministro Madia ~ordi medi all'anno nelle amministrazioni locali); ciò, risolvere, con pragmatismo e visione, questa mfine, rende sterile qualsiasi esercizio di contraddizione. Il p~adosso del costo delle riforme è vero, però, a valutazione, nonostante il fatto cheè ormai acquisito che è la valutazione il motore vero di metà. E vero che una riforma drastica della Pa non un' organizzazione in grado di sopravvivere può prescindere da un cambiamento delle regole di adattandosi continuamente al proprio ambiente. ingaggio tra lo Stato come datore di lavoro e i suoi Tuttavia, l'agonia della Pa non può più passare per la dipendenti e dirigenti. Sarebbe, tuttavia, un grosso concessione di pannicelli caldi; va rivisto tutto e una errore interpretare il nuovo contratto come un trattativa non dovrebbe neanche cominciare se la prezzo -la cui entità è, peraltro, fissata in anticipo logica è quella dell' automatismo. sulla base di automatismi predefiniti -da pagare al In effetti, a leggere il piano nazionale di riforma di sindacato per ottenere il consenso ad un altri Paesi, sembra che non tutti siano schiacciati dal cambiamento che serve a tutti. Sarebbe un grosso paradosso che ci intrappola. Non necessariamente la errore perché significherebbe tradire l'obiettivo riforma della Pa è vista come un costo nei documenti finale del cambiamento che è proprio di limitare gli che Spagna o Inghilterra presentano alla automatismi e legare non solo gli stipendi individuali, ma il costo dell'intera amministrazione Commissione europea. Del resto, in quei Paesi non è impensabile la ristrutturazione di interi comparti al valore che lo Stato riesce a restituire al cittadino che sono diventati obsoleti o l'allontanamento dei contribuente. dirigenti che falliscono ripetutamente di ottenere i Allora a ben vedere la mancata previsione di una cifra fissa da allocare al rinnovo dei contratti pubblici propri obiettivi; mentre lo è il blocco delle assunzioni potrebbe essere un bene. Potrebbe essere un bene se che si pratica solo in Italia e che di fatto ha ciò significa che il governo rifiuta l'automatismo del condannato la Pa stessa all'obsolescenza. Nel resto d'Europa non è impossibile ottenere un premio; rinnovo e si riserva di affrontare i nuovi contratti proprio perché è possibile che chi delude finanzi con abbandonando la logica dell'aggiornamento dei la propria tasca un incentivo al collega bravo. costi storici per stabilire che il costo della Pa viene Di certo la riforma troverà il suo banco di prova rivisto, ogni anno, sulla base di quali sono i bisogni e più difficile e concreto proprio quando dovrà essere cosa le tecnologie offrono per soddisfarli. Sarebbe, invece, un male se continuasse a prevalere il punto di attuata nei contratti nuovi. Anzi, quando dovrà prendere corpo attraverso la trasformazione dello vista degli esperti di contabilità pubblica e ci stesso processo negoziale dei contratti. Molto più dovessimo ritrovare, tra qualche mese, con una spazio dovrà essere dato a quelli per comparto e per r~forma che non ha, semplicemente, l'ossigeno per territorio. E anzi, forse bisognerà invertire la logica VIvere. Francesco Grillo '" '"o M 00 ~ ~ .8 ~ '6 ~----------------Ili~~~~~~~~~~~~~~=-~~~~~~~~--~~~--~~~~--~------------~8 Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Primo piano Italia Pag. 107 Data Pagina Foglio che fa precedere la contrattazione decentratacentrata cioè sui bisogni e sulle organizzazioni -dalla definizione di un quadro macroeconomico generale che, di certo, deve definire i vincoli di finanza pubblica, ma non può dettare automatismi che rendano ancora più difficile l'introduzione di quella flessibilità di cui la Pa ha assoluto bisogno. La logica manageriale e del buon senso deve, tuttavia, passare "sul corpo" di un sindacato vecchio che deve ripensare la propria natura, ma anche - e anche questa è una contraddizione - di una dirigenza che è chiamata a gestire lo stesso cambiamento che la mette in discussione. E tuttavia al cambiamento non abbiamo alternative. Esso è indispensabile per creare una prospettiva per i lavoratori che non sono 13-04-2015 1 2/2 tutelati. Per i dipendenti pubblici che non si rassegnano al declino. Persino per i sindacati e per i burocrati che non possono immaginare di chiudersi in un castello di privilegi sollevando il ponte levatoio, perché quel castello si sta sgretolando e, tra un anno, sarà esaurito anche l'ossigeno di Mario Draghi. La questione del costo delle riforme è la contraddizione che ci ha, finora, impedito di investire in innovazione e in futuro. Riuscire a separare la questione della quantità delle risorse da quella di come gestisco quelle che sono disponibili, è essenziale per riuscire là dove si sono inceppate almeno quattro ambiziosi tentativi nati con !'idea di cambiare tutto e finiti con il non cambiare assolutamente nulla. 111111lIlllr55aMrro . . ~:~::,,:,: JllllIll!"!", l!:. Tasse e pii, aumenta il gettito ::<:,~1:'~~'."<';;,=,1;;:;' ~~;;':,,:;;~:; ;,',;,~",,~~ ~ '" '"o O') 00 ~ Q) ~ o L> {l ~ '6 L-______~~------~~~~~~~~~~~~~8 Ritaglio Primo piano Italia stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pago 108 Quotidiano I Data Pagina Foglio 12-04-2015 3 1 /3 II piano Un reddito minimo per i disoccupati in povertà ~Con il bonus di 1,6 miliardi sostegno ~ Platea ristretta agli ultracinquantenni da 500 euro al mese ai più disagiati con figli a carico e privi di altre entrate nRETROSCENA ROMA Il Def delle tasse si è trasformato in ventiquattrore nel Def del tesoretto, o del bonus, per dirla renzianamente. La caccia subito scattata per assicurarsi quel miliardo e seicento milioni - nella quale ogni soluzione sembra essere la migliore ovviamente per chi la propone - non fa che alimentare la narrazione del premier che ieri l'altro ha inaugurato la stagione del "dividere" archiviando quella del "taglio e delle tasse". LE IPOTESI IN CAMPO E' però evidente che mai come in questo caso più che la destinazione è interessante interrogarsi sui tempi e intrecciare le scelte con l'agenda del presidente del Consiglio. La prossima settimana Renzi prevede due appuntamenti in Liguria e uno in Veneto. L'ufficiale avvio della campagna elettorale del segretario del Pd, nonché presidente del Consiglio, è fissata per domenica prossima con una doppia iniziativa prima a Venezia per sostenere Casson e poi a Genova per tirare la volata all~ Paita. Salire sul palco potendo'sostenere che il governo si appresta a distribuire risorse per combattere la povertà, significa per Renzi tagliare l'erba sotto i piedi della minoranza del Pd e, soprattutto, di Lega e M5S. Renzi sa che il risultato delle amministrative di fine maggio gli verrà messo in conto in due modi. Ovvero per numero di regioni vinte o perse (sulle sette che vanno al voto), e per le percentuali che il Pd prenderà rispetto alle Europee dello scorso anno. L'occhio del premier, sondaggi alla mano, è puntato sul M5S che, malgrado le tensioni interne, continua a restare saldamente al secondo posto anche grazie alla liquefazione di FI e alle difficoltà che ha la Lega di sfondare a sinistra. E' per questo che sul tavolo del governo sarebbero rimaste sostanzialmente due ipotesi di lavoro. La prima, quella di estenderè il bonus di 80 euro agli incapienti - ossia ai lavoratori che guadagnano meno di otto mila euro l'annosi starebbe dimostrando alla prova dei fatti difficilmente realizzabile. Il costo a regime è elevato, circa 4 miliardi di euro a fronte di una disponibilità, annunciata dal governo tutta e ancora da contabilizzare, di 1,6 miliardi di euro. Meglio quindi restringere l'obiettivo e concentrarsi sulle vere sacche di povertà. Magari potenziando l'Asdi, la tutela introdotta per chi perde il lavoro per iljobs act e ha già usufruito delle altre forme di ammortizzatori. Attualmente si tratta di un assegno di un po' meno di 500 euro al mese per sei mesi. Sul piatto di questa misura, al momento, il governo ha messo 200 milioni di euro e aggiungere 1,6 miliardi del tesoretto, potrebbe permettere di prolungare la misura nel tempo e allargare la platea. La seconda ipotesi, politicamente più sostanziosa, è quella di trasformare l'Asdi in un vero e proprio reddito minimo. M5S propone di estendere a tutti e che invece il governo delimita ad una categoria molto precisa di indigenti, sperando magari di poter ampliare la platea. I requisiti richiesti per poter usufruire del reddito sarebbero molto stringenti, come essere un capo famiglia ultra cinquantenne che ha perso il lavoro, con figli a carico e privo di altro reddito. «Se questa fosse la soluzione prescelta - spiega Filippo Taddei, responsabile economico del Pd -V€rrebbe comunque legata ad una rigorosa prova dei mezzi tramite il nuovo Isee e sarebbe condizionata all'adesione dei beneficiari dell'assegno alle politiche attive del lavoro». Il reddito minimo, insomma, non dovrebbe diventare una misura di assistenzialismo, ma permettere a chi ne usufruisce di formarsi nuovamente e reinserirsi nel mondo del lavoro. Poter disporre, nella parte finale della campagna elettorale, di una misura che molto si avvicina al reddito di cittadinanza invocato dai pentastellati, significa per Renzi mostrare al suo elettorato che l'obiettivo redistributivo e di aiuto alle fasce deboli resta prioritario per un partito di sinistra. Le regionali di maggio sono vere e proprie elezioni di mid-term visto che poi si dovrà attendere il 2018 per avere un'altra tornata elettorale significativa. Superare questo scoglio significa per Renzi chiudere la prima fase della legislatura e tornare magari ad imbracciare di nuovo l'ascia per mettere da parte un altro "tesoretto" in vista delle elezioni poREDDITO DI CIHADINANZA Una misura, questa molto simile litiche. Andrea Bassi al reddito di cittadinanza che il Marco Conti © RIPRODUZIONE RISERVATA '" '"o O') 00 ~ Q) ~ o L> {l ~ -6 o r-________________~~~----------------------------------------------~~--~~----------------~u Ritaglio Primo piano Italia stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pago 109 Data Pagina Foglio Senza aumenti Iva diminuisce la pressione fiscale Fisco, agevolazioni nel mirino per 1,5-2 miliardi Privatizzazioni, il piano va avanti ma ridimensionato Il tema è sensibile ed è stato trattato con attenzione anche se si tratta di numeri. Nelle stime del Def "a legislazione vigente" la pressione fiscale è destinata ad aumentare dal43,5 del 2014 fino al 44,1 stimato per i prossimi due anni. Ma se dal calcolo si escludono gli aumenti Iva che il governo vuole evitare, includendo invece l'effetto del bonus 80 che formalmente risulta come spesa, allora il percorso deHa pressione fiscale si fa discedente, fino ad arrivare al41,6 nel 2019. Per arrivare ai 10 miliardi di necessari a scongiurare l'aumento Iva non saranno messi in campo solo risparmi di spesa in senso stretto: il governo infatti intende mettere in campo nuove misure di contrasto all'evasione fiscale e la già più volte annunciata razionalizzazione delle tax expenditures, ovvero delle agevolazioni fiscali - spesso stratificatesi nel tempo - che erodono il gettito complessivo. Da questa voce potrebbero arrivare 1,5.-2 miliardi. Il governo ridimensiona il piano di privatizzazioni già presentato nel Def dello scorso anno. I proventi attesi scendono a circa l'l,7% del Pil al 2018 (0,4% nel 2015, 0,5% nel 2016 e 2017 e 0,3% nel 2018). Confermate le quotazioni nel 2015 di Poste e Enav e la privatizzazione di Ferrovie dello Stato. La quota in StMicroelectronics verrà invece ceduta al Fondo Strategico Italiano della Cdp. «La fase preparatoria per la realizzazione di tale cessione - si legge - è in corso di completamento» Da Comuni e Regioni Riordino delle società partecipate, priorità nuovi risparmi a trasporti e rifiuti con i costi standard Il presidente del Consiglio ha garantito che almeno per il momento non ci sono nuovi tagli dei finanziamenti agli enti territoriali, Regioni e Comuni. Ma allo stesso tempo ha indicato per loro l'applicazione di meccanismi di costi standard. E su questo terreno probabilmente le amministrazioni locali saranno chiamate in sede di legge di Stabilità a dare il proprio contributi alla nuova fase di revisione della spesa. 12-04-2015 3 2/3 VOBIETTIVO DI RENZI ETAGLIARE l'ERBA SOTTO I PIEDI NON SOLO ALLA MINORANZA DEL PD MA ANCHE ALLA LEGA EAM5S Tra i fronti sui quali il governo intende cercare di ottenere risparmi di spesa c'è anche quello della razionalizzazione delle società partecipate degli enti locali. Il dossier è sul tavolo da tempo: ora si pensa di attendere i piani autonomi che Regioni e Comuni dovrebbero presentare (in realtà la scadenza era il31 marzo) per poi decidere ulteriori azioni. Priorità nel riordino sarà data ai settori del trasporto pubblico locale e della gestione dei rifiuti. ~ Q) ~ o L> {l ~ '6 o r---------------~~~~~~~--~------~~--~~~~~~~------~--~~~----------------~u Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Primo piano Italia Pag.110 Quotidiano I Data Pagina Foglio 11-04-2015 3 1 /2 Dall'estensione degli 80 euro ai sussidi, le ipotesi in campo ha redditi sotto gli 8.000 euro era ~Più fondi per l'assegno ai disoccupati fuori dai benefici, ora potrebbe rientrare che sono a un passo dall' età della pensione ~Chi l'INTERVENTO ROMA Un aiuto ai redditi bassi e alle fasce più povere della popolazione. Il governo è pronto a impiegare il teso retto da 1,6 miliardi di euro spuntato nei conti di quest'anno per dare fiato alle classi più disagiate. Lo strumento non è ancora stato deciso, se ne parlerà nelle prossime settimane, ha spiegato ieri il premier Matteo Renzi. Ma le prime ipotesi già circolano. Tra le più concrete c'è quella di estendere il bonus da 80 euro agli incapienti. Una misura che da tempo il governo tiene nel cassetto. L'anno scorso, quando il provvedimento degli 80 euro era stato deliberato, non era stato possibile per carenza di fondi estenderlo a coloro che dichiarano meno di 8 mila euro all'anno, visto che la platea del bonus era stata limitata a coloro che dichiarano almeno dieci euro di tasse. Estendere il bonus agli incapienti avrebbe comunque un costo elevato, almeno quattro miliardi di euro l'anno se a percepirlo fossero tutti e cinque i milioni degli aventi diritto. Scattando a metà anno, ovviamente, la somma si ridurrebbe a due miliardi. L'estensione del bonus è tuttavia solo una delle ipotesi allo studio del governo. Qualche consigljere del premier spingerebbe anche per rafforzare la dotazione sia degli sgravi contributivi per i nuovi as- subito è stato ribattezzato il tesosunti, che rischiano di esaurirsi retto saltato fuori dalle pieghe in breve tempo e che sono stati li- del documento economico, era mintati al solo 2015. Ma sul tap- già presente fin dalle prime bozpeto ci sarebbe anche l'ipotesi di ze. E frutto della maggior crescirafforzare l'Asdi, il meccanismo ta prevista per quest'anno dal goche dal prossimo primo maggio verno. Il Pil del 2015 è stato ritocgarantirà un assegno di disoccu- cato dallo 0,6% della precedente pazione che andrà a costituire previsione, allo 0,7%. Questo picun'ulteriore tutela per quei lavo- colo scatto della crescita econoratori che, scaduta la Naspi (l'as- mica ha un altro effetto: fa ridursegno principale di disoccupa- re il deficit, che in automatico zione), non saranno riusciti a tro- scende al 2,5% contro il 2,6% che vare un altro impiego e si trova- il Tesoro aveva precedentemenno in situazione di bisogno. Ac- te previsto. Il governo in realtà, cedere all'assegno saranno gli come ha più volte spiegato il miappartenenti a nuclei familiari nistro dell'Economia Pier Carlo disagiati con componenti mino- Padoan, vuole che dopo anni di renni e i lavoratori vicini al pen- crisi, per la prima volta il docusionamento. Una misura, insomma, pensata proprio per andare incontro alle esigenze delle fasce più disagiate della popolazione. IL TESORETTO Ma da dove spuntano fuori esattamente gli 1,6 miliardi che Renzi ha intenzione di utilizzare con un decreto? In realtà il miliardo e mezzo del «bonus Def», come Il ministro del Lavoro Giuliano Paletti Ifoto ANSA) mento programmatico del governo sia «espansivo». Detto in parole semplici, significa che il governo corregge al rialzo le stime sull'andamento del Pil, ma lascia ferme quelle sul deficit. La decisione «politica» di lasciar correre un po' di più il disavanzo, libera risorse. Il tesoretto, appunto. Si tratta di uno 0,1% di Prodotto interno lordo per il 2015, ossia 1,5 miliardi circa e di uno 0,4% per il prossimo anno (6 miliardi di euro). Se questo bonus creato usando i margini di «flessibilità» sul deficit non fosse stato utilizzato, l'Italia già il prossimo anno avrebbe raggiunto il pareggio di bilancio promesso all'Ue entro il 2017. Intanto sull'ipotesi di aumentare i diritti d'imbarco aeroportuali per diminuire il taglio ai bilanci dei Comuni, scoppia la polemica. A protestare contro i possibile nuovo balzello sono state ieri le associazioni lata, Assaeroporti, Assaereo ed Ibar, che hanno respinto la proposta dell'Anci di introdurre un'ulteriore tassa d'imbarco. «Il nuovo tributo locale, che potrà raggiungere i 4 euro a passeggero per un biglietto di andata e ritorno», hanno detto le associazioni, «rappresenterebbe una tassa di 150 milioni su ubn settore che già soffre di una strutturale crisi di sostenibilità». Andrea Bassi ©RIPRODUZIONE RISERVATA '" '"o O') 00 ~ Q) ~ o L> {l ~ '6 o r-------------------~~~--------------------------------------------------~--~~~~------------------_iu Ritaglio Primo piano Italia stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Pago 112 Data Pagina Foglio 11-04-2015 3 2/2 Iva, non scatterà l'aumento delle aliquote nel 2016 Agevolazioni fiscali nel mirino presto i tagli Spesa, lente su lO mila voci dei ministeri Comuni, su tre città il 70% dei risparmi Nel prossimo anno non scatterà l'aumento delle aliquote Iva. Il governo ha infatti deciso di neutralizzare le clausole di salvaguardia impegnando 12,8 miliardi. Queste risorse saranno in larga misure reperite attraverso i tagli alla spesa pubblica che da soli dovrebbero valere lO miliardi. Le altre risorse verranno recuperate dalla minor spesa per interessi sul debito e dalla maggiore flessibilità europea. Uno dei punti centrali dèl Piano nazionale di riforma sarà il taglio delle agevolazioni e degli sconti fiscali. Si tratta di 720 voci che erodono la base imponibile per 250 miliardi di euro. L'intenzione del governo sarebbe di mettere mano a quelle non più attuali e a quelle che si sovrappongono, facendo salve le voci principali come le detrazioni sul lavoro dipendente o per le pensioni. Nel Piano che il governo si appresta ad inviare a Bruxelles è previsto un corposo capitolo di spendingreview. I tagli riguarderanno sia la spesa degli enti locali (vale i due terzi di quella corrente totale) con una particolare attenzione ad Asl e Regioni, sia quella dei ministeri. Per questi ultimi saranno messi sotto la lente 10.000 capitoli di spesa che dovranno essere confermati o definanziati. Nel Def,ha rassicurato il premier Matteo Renzi, non ci saranno nuovi tagli ai Comuni. Ma il procedimento di spending avviato andrà avanti. Le città metropolitane dovranno dividersi 250 milioni di riduzioni di bilancio. Al momento il 70% del taglio pesa su tre comuni: Roma, Napoli e Firenze. Per mitigarlo potrebbero essere aumentate le tasse sui diritti d'imbarco aeroportuali. '" '"o O') ~.;,:i1if~~---,;ç--- o ~ ~;.~"~: ~.: _:1 ~" -.~ - ~ :::. -- ~ .",m . es. ~~~ :":~IT ~ 00 m ~ -'-:::*-~ ~;;-- ~ Q) ~ O L> {l ~ ______ __ __ ~~~ Ritaglio stampa Primo piano Italia ~ uso ad __ ~~~~~ del destinatario, esclusivo ~ '6 ~~~========~8 riproducibile. non Pago 113