11, 12 e 13 aprile

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11, 12 e 13 aprile
Rassegna Stampa di
sab. 11, dom. 12 e lun. 13 aprile 2015
SNALS / CONFSAL
Il Caffe' di Latina
Cronache del Garantista
Giornale di Sicilia - Ed.
Siracusa-Ragusa
Messaggero Veneto
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La Gazzetta del
Mezzogiorno - Ed. Taranto
Nuovo Quotidiano di Puglia
- Ed. Taranto
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Il Tirreno
22/04/2015
9
12/04/2015
GIORNI DI SCIOPERO DOCENTI
RENZI COME SALVINI: L'OBIETTIVO E' RADERE AL SUOLO SCUOLA E
DIRITTI
12/04/2015 IN BREVE - SCUOLA, DOCENTI IN NERO PER PROTESTA
SCUOLA, I PRECARI SCENDONO IN PIAZZA
BUONA SCUOLA, I SINDACATI SI SCHIERANO CONTRO
11/04/2015 "BUONA SCUOLA" E PIU' POTERI AI DIRIGENTI, CRESCE LA PROTESTA
DEGLI INSEGNANTI
11/04/2015 I DOCENTI JONICI: NO ALLA RIFORMA
12/04/2015
11/04/2015
ARTICOLI PRESI DAL WEB
TUTTI I CONTROLLI PIU' PAZZI NEI TRIBUNALI
11/04/2015 ITALO RESTA FERMO IN STAZIONE SCIOPERA IL 75% DEL PERSONALE
11/04/2015 UFFICI CHIUSI E CONVOGLI DA VENEZIA DIMEZZATI
11/04/2015 CASTELLI SLOVENI CON I PENSIONATI
11/04/2015 TRIBUNALE CIVILE DI ROMA I CONTROLLI SONO INESISTENTI +++
13/04/2015
11/04/2015
Scuola, Formazione, Università, Ricerca
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ITS, DIPLOMATI SUBITO AL LAVORO IN 7 CASI SU 10
DAL WEB ALLA SCUOLA LA CARICA DELLE BULLE "UN VIOLENTO SU
TRE E' UNA RAGAZZA"
12/04/2015 GRILLINI CONTRO IL WI-FI "FA MALE ALLA SALUTE"
12/04/2015 BULLISMO, LA SFIDA PARTE DALLA SCUOLA
11/04/2015 VIGILE, MEDICO, SINDACO. MARINO SCOPRE OSTIA
13/04/2015 "LAVORO ESTIVO? SI', MA VOLONTARIO"
13/04/2015 Int. a P.Sabbatino: ATENEO E SCUOLA PER LA LEGALITA'
12/04/2015 "LA SOLUZIONE? SPAZI DIVISI PER MATERIA"
13/04/2015
12/04/2015
12/04/2015
"MA IL PRESIDE NON GUARDI SOLO I NUMERI"
CLASSI POLLAIO, OLTRE 300 FUORI LEGGE "COSI' DIVENTA DIFFICILE
INSEGNARE"
12/04/2015 ARRIVANO I FONDI PER COMPLETARE IL POLO SCOLASTICO DI VIA
DORIA
12/04/2015 VOMERO, RESYLING CON I FONDI UE: SCUOLA APERTA TUTTO IL
GIORNO
11/04/2015 SCUOLA, 29 ASSOCIZIONI BOCCIANO IL GOVERNO
13/04/2015 L'AUTONOMIA E LA DITTATURA DEL DIRITTO AMMINISTRATIVO
13/04/2015 LE INIZIATIVE DEL POLITECNICO
11/04/2015 DALL'UNIVERSITA' LA RISPOSTA ALLE STRAGI
12/04/2015
Italia Oggi
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IL VATICANO PUNTA SULLA CULTURA
PECIALIZZAZIONI NEL CAOS
12/04/2015 CONCORSO DI MEDICINA, AMMESSI 300 CANDIDATI
13/04/2015 POLETTI: STUDENTI AL LAVORO D'ESTATE SU BASE VOLONTARIA
11/04/2015 PROTEZIONE CIVILE, IL NUOVO CAPO DEBUTTA AL FESTIVAL DEL
VOLONTARIATO+++
11/04/2015
11/04/2015
Economia, Lavoro, Previdenza
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L'ESPERTO - I PRINCIPALI PROVVEDIMENTI E I CHIARIMENTI AL 30
MARZO
13/04/2015 DAL RETAIL AL DIGITALE LE GRANDI AZIENDE APRONO LE PORTE AI
GOVANI TALENTI
13/04/2015 TUTELE CRESCENTI E ARTICOLO 18
13/04/2015 ULTIMA CHIAMATA PER EXPO 2015
13/04/2015 CONTRATTI A TERMINE, ONERI SENZA SCONTI
13/04/2015 TUTELE CRESCENTI PER TUTTI I LAVORATORI
13/04/2015 SUI CONTRATTI DECENTRATI CHIARIMENTI IN ARRIVO
12/04/2015 ATTUAZIONE DEL JOBS ACT A META' DEL GUADO LA "DEADLINE" A
GIUGNO
11/04/2015 OLTRE LA DECENZA RENZI INTERVENGA
11/04/2015 PENSIONI: IL CANTIERE CHE NON SI DEVE RIAPRIRE
11/04/2015 L'INPS RICALCOLA LE SUPER-PENSIONI
11/04/2015 NESSUNA PENALITA' PER ASSEGNI PRIMA DI 62 ANNI
11/04/2015 LAVORO, RISCHIO AUMENTO CONTRIBUTI
12/04/2015 "PROVINCE, 20 MILA ESUBERI"
11/04/2015 ADDIO CO.CO.CO, SPUNTA IL CARO-CONTRIBUTI
13/04/2015 BONUS PER 7 MILIONI DI ITALIANI IL "TESORETTO" ALLE FASCE DEBOLI
PADOAN: COSI' CRESCITA PIU' FORTE
11/04/2015 ASSUNZIONI INVARIATE MA DIMINUISCONO I CONTRATTI PRECARI
12/04/2015 Int. a P.Padoan: "UN BONUS CONTRO LA POVERTA' PUO' AIUTARE
LA CRESCITA"
11/04/2015 DEF, SPUNTA UN TESORETTO DA 1,5 MLD
11/04/2015 TIROCINI ANCHE DOPO LICENZIAMENTI
11/04/2015 ADDIO AL PRECARIATO NELLA P.A.
11/04/2015 MENO PRECARI, MA I POSTI NON CRESCONO
13/04/2015 IL JOBS ACT NON BASTA SERVONO ANCHE ALTRI INTERVENTI PER IL
LAVORO
12/04/2015 STATALI, ZERO SOLDI PER I CONTRATTI SERVIREBBERO OLTRE 8
MILIARDI
11/04/2015 E SUL LAVORO IL GOVERNO HA FATTO 13. CONTRATTI
13/04/2015 JOBS ACT E NUOVI CONTRATTI, POLETTI: "IL LAVORO CI SARA',
VEDRETE A MARZO"
12/04/2015 "LAVORO MASSACRANTE IN COMUNE" L'IMPIEGATA: DOVETE
RISARCIRMI
12/04/2015 ALLARME STATALI, NEL DEF NEANCHE UN EURO PER RINNOVARE IL
CONTRATTO
11/04/2015 PIU' ASSUNZIONI A TEMPO PIENO MA CALANO PRECARI E
APPRENDISTI
11/04/2015 Int. a N.Polese: "AUTISTI ALL'ANM E IN PENSIONE COSI' EVITEREMO I
LICENZIAMENTI"
11/04/2015 SANITA', RIFORME A META' SISTEMA DA MIGLIORARE
11/04/2015 Int. a S.De santis: "IL DIRITTO DEL LAVORO ANDRA' RIFORMATO"
13/04/2015 UNA MOSSA PER RICORDARE AL MONDO LE PERSECUZIONI DEI
CRISTIANI
13/04/2015
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SPENDING REVIEW MENO SGRAVI FISCALI PER 2,4 MILIARDI, DALLE
IMPRESE ALLE RISTRUTTURAZIONI
11/04/2015 RENZI: E' FINITO IL TEMPO DELLE TASSE DA AUMENTARE LE REGIONI
TAGLINO LE ASL
11/04/2015 RENZI: "SUBITO BONUS DA 1,6 MILIARDI E NESSUN SACRIFICIO PER I
CITTADINI
11/04/2015 IL PIANO DI PALAZZO CHIGI "I SOLDI IN PIU' AI POVERI ORA ESCLUSI
DAGLI 80 EURO"
12/04/2015 FACCIA A FACCIA A PANAMA OBAMA E CASTRO CHIUDONO I
CONTI CON LA STORIA
11/04/2015 RENZI PUNTA SULLA CRESCITA "IL TEMPO DELLE TASSE E' FINITO"
11/04/2015 BERLUSCONI ROMPE CON FITTO E SEMPRE PIU' ASSE CON SALVINI
13/04/2015 LE RIFORME COSTANO MA FANNO RISPARMIARE
12/04/2015 UN REDDITO MINIMO PER I DICOCCUPATI IN POVERTA'
11/04/2015 DALL'ESTENSIONE DEGLI 80 EURO AI SUSSIDI, LE IPOTESI IN CAMPO
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• Caffè La·tlna
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SCUOLA Aprile di fuoco contro la "buona scuola"
9 giorni di sciopero docenti
N
di
degli
°mVseegnantl Protestano contro
la
scuola"
Sul fronte della scuola scattano gli
scioperi contro il ddl sulla buona
scuola, messo a plmto dal Governo
RenzL Le sigle sindacali F1c Cgil, Cisl
Scuola, un Scuola, Snals Confsal e
"lo
Gilda Unams hanno
sciopero delle attività non obbligatorie a partire dal 9
2015 e con termine il 18
per tutto il
sonale docente ed Ata della
Lo commlica il Miur in lma nota.
La protesta del personale docente
ed educativo, si legge nella nota del
Mim, vedrà l'astensione delle attività
agghmtive oltre l'orario obbligatorio
retribuite con il fondo per il miglioramento dell'offerta formativa; l'a'ltensione dalle ore agghmtive per l'attuazione de progetti e degli incarichi di
coordinatore retribuite con il Mof;
l'astensione dalla sostituzione e dalla
collaborazione con il diligente scolastico e di ogni altro incarico aggim1tivo; l'astensione dalle ore agginntive
prestate per l'attuazione dei corsi di
recupero; l'astensione dalle attività
complementari di educlfZione fisica e
avviamento alla pratica sportiva.
Il personale Ata, continua la nota
del millistero, si asterrà dalle attività
agghmtive oltre le 36 ore settimanali.
moltre ci sarà l'astensione da tutte le
attività previste tra quelle lientranti
nelle posizioni economiche (I e II
grado) e negli incarichi specifici;
l'astensione dall'intensificazione dell'attività nell'orario di lavoro relativa
alla sostituzione dei colleghi assenti.
Infine, ci sarà l'astensione dagli svolgimenti dell'incarico di sostituzione
del Direttore dei servizi generali e
amministrativi.
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l'obiettivo è radere
al suolo scuola e diritti
di Giuseppe Candido
iforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle ,disposizioni legislative vigenti. E con questo titolo che
lo scorso 27 marzo è stato depositato alla Camera (A.C.2994) il
progetto di legge di riforma della
scuola (140 pagine). Il provvedimento reca le firme del ministro
dell'Istruzione Giannini, di quello della Semplificazione e della
Pubblica amministrazione Madia
e quella del Ministro dell'Economia e delle Finanze, Padoan. Assieme, ilIo di aprile quasi come
fosse una burla, è stata presentata
pure una scheda di lettura di altre 167 pagine. Dopo aver distratto per due mesi con il documento la Buona Scuola messo in consultazioni, e dopo aver presentato in 22 pagine i 24 articoli i primi di marzo, adesso è spuntato
fuori, come un pesce d'aprile, appunto, il disegno di legge vero e
proprio. E il tutto deve essere discusso e approvato entro il mese
di maggio, dicono dalle stesse
fonti governative, se si vuole garantire le assunzioni dei precari a
settembre. Di fretta. Tant'è che il
7 aprile si sono svolte, davanti le
Commissioni congiunte di Camera e Senato, un unicum della storia repubblicana, le audizioni informali delle associazioni dei docenti, sia dei loro sindacati rappresentativi del comparto che da
poco hanno rinnovato le loro Rsu
e che, è stato ricordato, rappresentano ben 700mila voti dei docenti. C'erano i docenti del movimento "GaE in ruolo, non uno di
meno"; i rappresentanti dei docenti "idonei", che hanno superato il concorso del ministro Profumo nel 2012, i rappresentanti dell'associazione Mida Precari, e i
docenti di Quota 96 della scuola
che ancora aspettano la pensione,
R
pur avendo oggi raggiunto quote
oltre i 100 (sic!) e, ancora, il "coordinamento dei docenti immobilizzati". Sempre tra le associazioni sindacali non rappresentative del comparto scuola c'erano
pure i segretari dell' Anief, dello
Snadir, sindacato dei docenti di
religione, e dell' Associazione N azionale Docenti. Poi è stata la volta dei sindacati rappresentativi:
la federazione dei lavoratori della Cultura della Cgil, la Cisl scuola, la Uil scuola, lo !mII'IIl e la Federazione Gilda-Unams. Molti gli
aspetti problematici sollevati dai
docenti davanti a Flavia Piccoli
Nardelli, vice presidente della
commissione Cultura, Scienze e
Istruzione della Camera. Ciò che
è emerso dagli interventi, che
possono essere riascoltati sul sito
di radioradicale.it, è una
convergenza di tutte le
associazioni sindacali dei docenti su
una posizione
assai critica del
disegno di legge. Dal mondo
della scuola è
salito un coro
unanime
di
critiche nel metodo e nel merito
del provvedimento.
Sul metodo, è stato fatto notare come oggi, in realtà, si stia discutendo su un disegno di legge depositato da dieci
giorni e che, se si escludono le vacanze di Pasqua che ci sono state
per il mezzo, è come se fosse stato depositato ieri; un disegno di
legge che affronta questioni importanti come l'istruzione e
l'educazione delle giovani generazioni, ma che, nello stesso tempo, viene sottoposto dal Governo
ad un iter parlamentare e ad una
tempistica veramente singolare.
Forse unica nella storia della legislazione scolastica. Singolari, è
stato detto, anche le modalità di
svolgimento delle audizioni stesse: a Camere riunite e questo, si è
fatto notare da più parti, sta a significare una cosa sola: al D.d.L
sulla scuola non sarà apportata
alcuna modifica né dalla Camera
né dal Senato in conseguenza dei
possibili ritardi che si genererebbero per la stabilizzazione dei
precari. È molto probabile, infatti, che il Parlamento si limiterà a
ratificare la riforma senza alcuna
modifica. Un disegno di legge che
intende modificare i cardini del
sistema d'Istruzione e formazione
dovrà essere discusso in meno di
sessanta giorni, entro il 31 maggio, con tempi più risicati da
quelli richiesti per la
conversione in legge
di un Decreto legge. D'urgenza. Ma se
si riconosce l'urgenza
dei precari, che pure ci chiede l'Europa con la sentenza dello
scorso 26 novembre, perché non
si interviene con un decreto d'urgenza? Per il Governo, la riforma
della Scuola è l'ennesimo spot. Si
fa passare l'idea di una grande riforma, si propaganda come il più
grande investimento sulla scuola
negli ultimi trent'anni, ma in realtà è solo il rimedio necessario,
perché è l'Europa ad imporcelo, a
porre fine all'abuso da parte del
Miur di contratti a tempo determinato oltre i trentasei mesi. In
pratica, con il rimedio (l'assunzione dei precari, e neanche di
tutti quelli che ne avrebbero diritto) che diventa lo scudo per qualunque critica, si è deciso di
smantellare definitivamente quel
che resta della scuola pubblica
statale per lasciarla scivolare verso un sistema di tipo privatistico,
aziendale, all'italiana. Un sistema
ibrido in cui non si sa bene dove
finisce l'intervento dello Stato e
dove inizi quello del privato.
Il pane in cambio della libertà. La
stabilizzazione dei precari di cui
si è troppo abusato, e che l'Euro-
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pa chiede con urgenza, in cambio
della cessione dei diritti.
Nel merito le critiche sono state
anche più dure. Discrezionalità
massima dei dirigenti e azzeramento totale di ogni forma di collegialità. Ma di questo a porta a
porta non si parla. Tutto l'articolo 7 attribuisce al dirigente la discrezionalità assoluta, poteri straordinari, e dovrebbe essere radicalmente stralciato. E da questo
discende la scelta degli albi territoriali da cui il dirigente potrà
scegliere per formare l'organico
funzionale. Di contro si destrutturano tutti gli organi collegiali, addirittura scompare il comitato di
valutazione.
All'unanimità è stato fatto notare
che il disegno di legge sulla riforma della scuola va in senso opposto a quelle che sarebbero state le
aspettative legittime del mondo
della scuola. Il modello di scuola
democratico, il modello di scelte
collegiali e condivise, viene raso
al suolo, come Salvini vorrebbe
con i campi Rom, non già per migliorare la scuola, ma per stravolgerla. La valorizzazione dei docenti è l'araba fenice che non c'è.
Anzi. Ogni partecipazione democratica dei docenti alle decisioni
e alla vita della scuola viene cancellata, sparisce la centralità del
collegio dei docenti, ridotto a organo consultivo, nelle scelte educative e didattiche; e persino per
i libri di testo, non si capisce più
chi li sceglierà.
Per contro, lo Stato trasferisce ai
dirigenti dei poteri abnormi che
gli consentiranno di gestire la
scuola pubblica con forme e scelte di tipo privatistico e aziendale.
E se ora un docente può risultare
perdente posto solo in base ai ti-
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toli e a un punteggio correlato all'anzianità e all'esperienza didattica, dopo la riforma la conferma
avverrà in base ai criteri del "capo": che potranno variare da
scuola a scuola. E ciò, fanno notare i sindacati, rischia di produrre un'altra valanga di ricorsi. E c'è
il rischio concreto che tutto ciò
non faccia altro che accrescere in
maniera esponenziale la conflittualità tra dirigenti, personale docente e personale Ata. Per elencare tutti i poteri conferito con l'articolo 7 al Dirigente scolastico ci
vorrebbe una paginetta. Basti dire che saranno superiori anche a
quelli del direttore generale degli
uffici scolastici regionali, e dello
stesso Capo dipartimento del Ministero. Mortificati, oltre ogni ragionevole sopportazione, il ruolo
e la funzione dei docenti ridotti,
nel bel Paese, e a dispetto di
quanto avviene nell'Europa dove
godono non solo di migliori stipendi ma anche di migliore considerazione, a mera categoria residuale, senza certezze lavorative e
senza più quella libertà culturale
e professionale, docimologica,
che rappresentano l'essenza stessa della professione docente. Gli
albi territoriali da cui i docenti
potranno essere scelti, a piacimento del Dirigente, rappresentano un attacco gravissimo alla dignità personale, culturale e professionale dei docenti, una ferita
mortale per la libertà d'insegnamento. Se passasse la riforma la
funzione dei docenti cesserà infatti di essere libera come vuole la
Costituzione, quella più bella del
mondo che però oggi tutti mettono sotto i piedi. E c'è il concreto
rischio che la docenza diventi
funzionale a interessi che nulla
hanno a che fare con la finalità
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istituzionale e costituzionale dell'Istruzione.
Anche Fabrizio Rebershegg, del
Centro Studi della Gilda insegnanti è intervenuto alle audizioni informali. E, dopo aver fatto
notare che finora non si è affatto
colloquiato con le forze sindacali
che rappresentano i 750mila insegnanti, ha invitato esplicitamente il Governo «a scorporare la
parte dell'assunzione dei precari
(da fare con urgenza con un Decreto Legge) e far si che l'Organico funzionale non sia altro che il
superamento dell'attuale Organico di diritto». Cominciamo da cose semplici!, ha sottolineato: «In
pochi mesi non si può fare una riforma della scuola che poi è destinata a durare per decenni». Per
la Gilda è tutto l'articolo 7 che deve essere "radicalmente modificato", e che il ruolo dei docenti
della scuola debba invece essere
valorizzato proprio attraverso
una rivalorizzazione degli organi
collegiali, dando responsabilità
effettive a questi organismi. Non
rendendo li passivi, organi consuntivi, di resistenza ai voleri del
"capo". I docenti, è stato detto,
hanno bisogno di responsabilità,
e di pagare anche per le loro responsabilità mentre così facendo,
nella buona scuola di Matteo
Renzi decide tutto il dirigente.
Senza contare che, nei contenziosi che questa riforma rischia di
generare a sfilze, è stato ribadito,
chi sicuro ci guadagnerà sono
sempre e solo gli avvocati. A perderci, invece, come sempre, sarà
la scuola, saranno i docenti, saranno gli alunni e le loro famiglie,
ma anche la credibilità stessa del
Parlamento e dello stesso Stato
che non è più in grado di rispettare le sue stesse leggi, né i contratti di lavoro.
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• Istituto
Scuola, docenti in nero per protesta
~~. Si sono vestiti di nero manifestando il "lutto" contro il disegno di legge
denominato «Buona scuola» varato dal Governo. Aprotestare i docenti ed il
personale amministrativo dell'undicesimo istituto comprensivo «Archia»
di via Monte Tosa (nellafoto), ad Epipoli, che hanno voluto iniziare così lo
sciopero che proseguirà fino al18 aprile, proclamato a livello regionale dalle
segreterie della Federazione dei lavoratori della conoscenza della Cgil, Cisl
Scuola, insieme alle rappresentanze aderenti allo ~ ~ Gilda ed
Unams contro il provvedimento del Governo. Secondo i sindacati della scuola il disegno di legge svuoterebbe gli organi collegiali dei poteri decisionali,
rendendo ancora più precarie le attività dei docenti. ('VICOR')
Nascondeva 35 grammi di cocaina: arrestato
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tAessaggeroVeneto
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Scuola, i precari scendono in piazza
Manifestazione di protesta del personale di Terza fascia contro il decreto del governo che li esclude dalle assunzioni
Tutti vestiti di nero. In segno
di lutto per la morte <<Don soltanto di una professione, ma
anche della nostra dignità».
Sono gli insegnanti precari
di Terza fascia, personale della scuola non abilitato, ma
che può arrivare a vent'anni
di carriera. Il Ministero li ha
prima costretti a frequentare
i Pas «<un Percorso abilitante
speciale di dubbia utilità», secondo molti insegnanti), per
poi escluderli dalle immissioni in ruolo della «Buona scuola». Una macchina infernale
contro cui una cinquantina
di precari ha manifestato, ieri
pomeriggio, davanti a palazzo D'Aronco.
<<Io non ci sto», gridano a
gran voce gli insegnanti. Una
cinquantina. Accanto a loro
anche il personale educativo:
«Per la legge siamo equiparati
alle maestre elementari - dicono gli educatori -, ma Matteo Renzi ci ha completamente ignorato nel piano di assunzioni». Insomma, in piazzetta
Lionello scende la «disperazione», come spiega eloquente un'insegnante ai passanti.
«Chiediamo il ritiro della Buona scuola», tuona Ida Gasparetti, precaria con dieci anni
di insegnamento alle spalle e
portavoce del comitato Mida
precari, promotore del presidio di ieri. «Il governo deve almeno modificarlo - continua
Gasparetti - perché non vogliamo una scuola che non rispetti la Costituzione, che
ruoti attorno a un preside-sceriffo. Il provvedimento
dà il via alla precarizzazione
degli insegnanti di ruolo ed
elimina il precariato semplicemente licenziando gli at-
tuali precari, nell' ottica di
una strisciante privatizzazione del sistema pubblico
d'istruzione».
«Spendiamo 3 mila euro
soltanto per le tasse di iscrizione e ancora non sappiamo
quando terminerà il percorso
- raccontano anche se hanno
paura di ritorsioni -. Nel frattempo siamo stati costretti a
rinunciare a ore di lavoro in
classe, vedendo così ridurre
all' osso i nostri stipendi, per
frequentare corsi che nella
maggior parte dei casi sono
inutili. Appena l'altro giorno
abbiamo frequentato cinque
ore di un corso multimediale
senza il computer! Ma in generale quello che viene spiegato in classe è molto teorico
e poco applicabile alla docenza che ogni giorno ci troviamo a esercitare in classe».
In piazza, a supporto della
lotta dei precari, c'erano anche il segretario udinese
dell'plc Cgil Natalino Giacomini e l'ex senatore leghista
Mario Pittoni, esperto della
materia: «Sabato a Cividale
Salvini incontrerà una delegazione di precari per capire tutte le loro perplessità e farle
proprie», ha fatto sapere. Intanto i sindacati della scuola
organizzano un'assemblea
unitaria per mercoledì 15
aprile
nell'aula
magna
dell'Isis Malignani, in viale Leonardo da Vinci. E cinque
giorni dopo, lunedì 20 alle 10
all'Isis Malignani, Cgil, Cisl,
Uil, ~e Gilda incontrano i
parlamentari eletti in regione
per discutere della Buona
scuola. Insomma, la battaglia
è appena cominciata. E si annuncia un' estate bollente.
Michela Zanutto
[)RIPRODUZIONE RISERVATA
Gli insegnanti che hanno manifestato ieri sotto palazzo D'Aronco
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docenti. se·
scolastici
le braccia per prole·
stare contro la "buona scuola" Lo
sciopero non riguarderà l'attività
ordinaria, ma tutte le iniziative
straordinarie, i laboratOli e le assi
stenza extra. La mobilitazione si
chiuderà con una maxi manifesta
zione a Hom3 che porterà in piazza
clalla sola J,ombardìa 300 persone,
compresa una delegazione di lodigiani
«La nostra
spiega per la Cgil
scuola Salvatore Pane Ila
è
un'azione di disappunto soft, ma
sottolinea tutto il lavoro sommer
so che sì fa nella scuola. Diamo un
sei,'Ilale dì un certo tipo, abbastan·
'la forte, i,: una delle prima manife
slazioni contro questa riforma
della scuola tanto proclamata. l
professori sono stati presi in giro,
Hanno detto che ne mettevano iD
150, adesso si sono ridotti a
100 lutlo molto confuso. L'unica
cosa certa è quella che ha detto la
Corte europe'a, cioè che chi è precario da pitl dì 36 me sì ha dirino
all'assunzione. Il resto è aria fritta.
Tutta la "buona scuola" è fatta di
annunci, ma non si parla mai eli lisorse. J docenti precari sono delusi». A proclamare lo sciopero, in5ieme a Flc Cgil, sono la Cisl seuo
la, la Uil scuola, Gilda Unams e
,,~«lIgoverno
-scri-
vono iSi'ii"Cl':iCati ha messo in
campo le sue proposte di riforma
del sistema d'istruzÌone senza un
coinvolgimento vero di chi nella
scuola vive e lavora ogni giorno ~:
un atteggiamento di grave pre
sunzionc, dal quale è scaturito un
progetto che proprio nel mondo
della scuola raccoglie prevalente
menle perplessità e dissenso. Un
progetto che si rivela spesso artifìcioso, lacunoso, totalmente disancorato dalla concreta esperienza
della scuola reale e poco sostenuto
anche nei riferimenti alla più accreditata elaborazione pedagogica
e didattica. Di tutto questo il go
vemo ha ritenuto di poter fare a
meno, varando a settembre le sue
linee guida, oggi trasfuse - pur con
un disinvolto cambio eli fisiono
mia nel disegno di legge presen
tato alle Camere. Col blocco del
contrailo si rinvia ancora una volta, e dì fatto si contraddice, l'im
pegno il ridare dignità e valore al
lavoro del personale».
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Quotidiano
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Il CASO IERI DUE INIZIATIVE: DEI SINDACATI EDElrlSTITUTO lISIDE
«Buona scuola» epiù poteri
ai dirigenti, cresce
la protesta degli insegnanti
• Mobilitazione dei sindacati della scuola contro il progetto de
«La Buona Scuola» promosso dal governo Renzi e in queste ore alla
valutazione delle commissioni Cultura e Istruzione di Camera e
Senato riunite in seduta congiunta. Ieri sera, a Taranto, affollata
assemblea indetta dai sindacati Cgil Cisl e Uil Scuola,
Gilda Unams. I sindacati chiedono
il ritiro del disegno di legge e salvano solo il
provvedimento sulle stabilizzazioni (previsto un piano straordinario di assunzioni per
il 2015-2016 per coprire le cattedre vacanti e
creare l'organico dell'autonomia).
Ieri, intanto, a difesa di una scuola pubblica e contro il potere crescente che la
riforma affida ai dirigenti scolastici, anche
numerosi docenti tarantini hanno indossato abiti neri contraddistinti da un fioc- SCUOLA La protesta
chetto celeste. E' quanto accaduto anche
all'istituto professionale Liside. A segnalare l'iniziativa è Francesca Passantino, docente presso la stessa scuola. «I docenti ed il
personale Ata del Liside - si legge nella loro nota - aderiscono
all'iniziativa promossa su scala nazionale di vestirsi a lutto con
nastrino celeste, per protestare contro il ddl del Governo sulla
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scuola, chiedendone il ritiro».
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11 Aprile 2015
Assemblee dei docenti in Valle d'Aosta contro "La Buona Scuola"
"Il provvedimento del Governo Renzi trasforma la scuola in un'azienda"
scuola-aulaAOSTA. Partirà la prossima settimana il ciclo di assemblee con i docenti che Flc Cgil,
Cisl Scuola, Savt École e Snals Confsal della Valle d'Aosta hanno organizzato sul territorio contro
"La Buona Scuola" del Governo Renzi.
Il provvedimento "mette in discussione la libertà d'insegnamento dei docenti - accusano i sindacati con un'operazione che tende a dividere la categoria: scelti dal dirigente a svolgere determinate
funzioni, valutati dallo stesso con il potere di attribuire i riconoscimenti economici, chiamati su
progetto con incarichi triennali. Una scuola quindi che viene trasformata in una vera e propria
azienda".
Le assemblee si svolgeranno all'Hostellerie du Cheval Blanc di Aosta lunedì 13, alla Sala Bonomi
di Verrès martedì 14 ed infine all'auditorium della scuola media di Villeneuve venerdì 17 con orari
differenti per le diverse scuole. Dalle 11.30 alle 13.30 si terranno quelle per gli insegnanti delle
scuole secondarie e dalle 14.30 alle 16.30 quelle per i docenti delle scuole primarie e dell'infanzia.
Intanto le segreterie regionali stanno definendo le iniziative di mobilitazione del prossimo 18 aprile
e annunciano di avere già in programma per la prossima settimana un incontro con i parlamentari
Albert Lanièce e Rudi Marguerettaz.
"La libertà d'insegnamento non può essere messa a mercato e non può essere sottoposta a
premialità, le stabilizzazioni devono essere fatte con un decreto urgente ma per le materie relative al
rapporto di lavoro (salrio, professione, carriera, orario) è necessario riaprire la contrattazione",
dicono ancora Flc Cgil, Cisl Scuola, Savt École e Snals Confsal della Valle d'Aosta.
12 aprile 2015
Scuola, i precari scendono in piazza
Manifestazione di protesta del personale di Terza fascia contro il decreto del governo che li esclude
dalle assunzioni
UDINE.Tutti vestiti di nero. In segno di lutto per la morte «non soltanto di una professione, ma
anche della nostra dignità».
Sono gli insegnanti precari di Terza fascia, personale della scuola non abilitato, ma che può arrivare
a vent’anni di carriera. Il Ministero li ha prima costretti a frequentare i Pas («un Percorso abilitante
speciale di dubbia utilità», secondo molti insegnanti), per poi escluderli dalle immissioni in ruolo
della «Buona scuola». Una macchina infernale contro cui una cinquantina di precari ha manifestato,
ieri pomeriggio, davanti a palazzo D’Aronco.
«Io non ci sto», gridano a gran voce gli insegnanti. Una cinquantina. Accanto a loro anche il
personale educativo: «Per la legge siamo equiparati alle maestre elementari – dicono gli educatori –,
ma Matteo Renzi ci ha completamente ignorato nel piano di assunzioni». Insomma, in piazzetta
Lionello scende la «disperazione», come spiega eloquente un’insegnante ai passanti.
«Chiediamo il ritiro della Buona scuola», tuona Ida Gasparetti, precaria con dieci anni di
insegnamento alle spalle e portavoce del comitato Mida precari, promotore del presidio di ieri. «Il
governo deve almeno modificarlo – continua Gasparetti – perché non vogliamo una scuola che non
rispetti la Costituzione, che ruoti attorno a un preside-sceriffo. Il provvedimento dà il via alla
precarizzazione degli insegnanti di ruolo ed elimina il precariato semplicemente licenziando gli
attuali precari, nell’ottica di una strisciante privatizzazione del sistema pubblico d’istruzione».
«Spendiamo 3 mila euro soltanto per le tasse di iscrizione e ancora non sappiamo quando terminerà
il percorso – raccontano anche se hanno paura di ritorsioni –. Nel frattempo siamo stati costretti a
rinunciare a ore di lavoro in classe, vedendo così ridurre all’osso i nostri stipendi, per frequentare
corsi che nella maggior parte dei casi sono inutili. Appena l’altro giorno abbiamo frequentato
cinque ore di un corso multimediale senza il computer! Ma in generale quello che viene spiegato in
classe è molto teorico e poco applicabile alla docenza che ogni giorno ci troviamo a esercitare in
classe».
In piazza, a supporto della lotta dei precari, c’erano anche il segretario udinese dell’Flc Cgil
Natalino Giacomini e l’ex senatore leghista Mario Pittoni, esperto della materia: «Sabato a Cividale
Salvini incontrerà una delegazione di precari per capire tutte le loro perplessità e farle proprie», ha
fatto sapere. Intanto i sindacati della scuola organizzano un’assemblea unitaria per mercoledì 15
aprile nell’aula magna dell’Isis Malignani, in viale Leonardo da Vinci. E cinque giorni dopo, lunedì
20 alle 10 all’Isis Malignani, Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda incontrano i parlamentari eletti in regione
per discutere della Buona scuola. Insomma, la battaglia è appena cominciata. E si annuncia
un’estate bollente.
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Its, diplomati
subito al lavoro
in 7 casi su lO
Alberto Magnani
_ Dalla scuola al lavoro. E
viceversa: meno teoria e più
pratica, meno lezioni frontali
e più ore di stage nelle aziende che fanno la filiera del made in Italy. È l'animo degli
Istituti tecnici superiori, le
scuole ad alta specializzazione tecnologica che rappresentano il primo segmento di
formazione terziaria non accademica nella Penisola.
Dal 2010 ad oggi, i numeri
non hanno fatto altro che crescere: 74Its, 6.009 frequentati
(1.289 solo nel 2014), 308 corsi
attivati nelle sei macro-aree di
efficienza energetica, mobilità
sostenibile, nuove tecnologie,
della vita, nuove tecnologie
per iI Made in Italy (sistemi
meccanica, moda, alimentare,
casa, servizi alle imprese), tecnologie innovative per i beni e
le attività culturali, tecnologie
dell'informazione e della comunicazione.
La formula prevede quattro
semestri(1.800-2milaore),con
una quota del 30% riservata ai
tirocini e un corpo docente selezionato per ilso% tra professionisti al lavoro in azienda.
Tasso di occupazione dei diplomati? La percentuale oscilla tra una media di quasi il6S%
a picchi del 90-100% che si registrano in alcuni trai corsi storici del sistema.
«Gli Its importano in Italia il
modello dell'alternanza, con
un percorso che genera van-
taggi per entrambe le parti in
gioco: frena la dispersione degli studenti interessati a percorsi più tecnici e meno teorici, fornisce alle aziende quelle
figure tecniche che si fanno
sempre più fatica a rintracciare» spiega al Sole 24 Ore Giovarmi Biondi, presidente di Indire. Certo: la presenza sul territorio aiuta, visto l'intreccio
fra tessuto produttivo e opportunità di lavoro offerte agli al-
LA fORMULA
Previsti quattro semestri,
con una quota del30%
riservata ai tirocini e
un corpo docente perilSO%
diprofessionisti di aziende
lievi in uscita dal biennio con
un titolo di Diploma di Tecnico Superiore.
È il caso delle tecnologie
per lamodain Toscana, dei sisterni alimentari e vitivinicoli in Veneto, della meccatronica in Lombardia (si veda
l'articolo in basso).
«Non è un mistero che gli I ts
funzionano meglio laddove la
presenza delle aziende è fortiprosegue Biondi - Anche perché ogni regione può sfruttare
le sue carte: alcune di quelle
che non avevano aderito subito oggi sono tra le più prolifiche in assoluto».
t RIPRODUZ!ONE RI<;f RVATA
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Più pratica. Negli Its un terzo delle ore è dedicato agli stage
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la Repubblica
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I
Deaso
L'allarme della Polizia: prepotenze e soprusi in aumento tra le studentesse da Nord a Sud
Eil governo studia una legge per aiutare le vittime a uscire dall'isolamento e a denunciare gli episodi
Dal web allascuola
la carica delle bulle
"Un violento su tre
,
"
eunaragazza
contemporaneo, costruito da Skuolanet, rac(ORRADOZUNINO
ROMA. NonvolevaandarepiùascuolaMarina,
conta che ormai le offese e le botte partono da
14 anni neppure compiuti. La sua scuola è nel bambine-ragazze una volta su tre. Le giovani
centro di Massa Carrara. Aveva preso botte, donne sono sempre più violente. A Livorno, a
tanti schiaffi, da una ragazza di due anni più cavallotrail 20 14 e l'anno che corre, la rivalità
grande, due anni più alta e cattiva. Eranoaun tra femmine- maschietti contesi - è arrivapasso dall'istituto, quando è accaduto. «Sfiga- ta sotto casa della vittima. Le nemiche di una
ta, ti sei messa contro di me». Colpiva e ri- quindiqmne hanno scritto sotto la finestra,
prendeva conIo smartphone. L'haridottama- con nome e cognome cubitali: « ... è una troia,
le e poi l'ha umiliata postando tutto su Face- offre prestazioni a tutti». E poi il solito Facebook. I commenti delle compagne, anche book utilizzato come un ariete che sfonda la
quelle che erano in classe con Marina, sono privacy portando sugli schermi dei coetanei
stati cattivi, di una gratuità avvilente. Risoli- nuovi insulti e nuove bugie. Nella provincia di
ni iconizzati, «l'ha ridotta uno straccio, d'al- Siena hanno messo sui telefonini, ferocissitrondequellasi veste come uno straccio». Epoi me, le goffaggini di una ragazzina non vedencommenti personali come solo gli adolescenti te che faticava a mettersi lo zaino in spalla e
riescono a fare: «La disgrazia si è abbattuta su quando sisedevascoprivainvolontariamente
una disgraziata». 10 scorso febbraio quel vi- le gambe. Risate, commenti gaglioffi. «Quasi
deodi violenzal'havistolamammadiMarina, mai insegnanti e presidi comprendono la rabed è andata dritta alla polizia postale.
bia dei genitori delle adolescenti maltrattate,
Racconta la funzionaria della postale di fi- la gravità della situazione», spiega chi inverenze che le adolescenti che non denunciano stiga.
In provincia di Cagliarilabulla, 15 anni, con
sono molte di più. Per vergogna e perché hanno paura di essere tagliate fuori. «Noi sugge- una falsa foto di un poliziotto sul profilo Whatriamo alle vittime di bullismo di cancellare sApp insolentiva l'amica passata di moda:
l'account su WhatsApp, ma non vogliono: su «Sei brutta», e faceva girare il commento nelquello smartphone corrono tutte le loro rela- la cerchia del gruppo classe. n sexting (far gizioni, c'è il loro mondo».
rare foto compromettenti) è, per diffusione, il'
n dossier della polizia sul cyberbullismo primo cyberproblemadi questa generazione.
«I ragazzi vorrebbero parlare, ma spesso non
con i genitori,). Otto casi recenti si sono registrati a Catania, città complicata. Tre riguardano dodicenni, prima media. Sono dovuti intervenirepapàemammaascuola per far sì che
l'aggressione digitale ngn diventassero lividi.
Dicevamo del dossier della polizia postale.
Su 15.268 ragazzi intervistati dal portale
Skuola.net, uno su tre si è dichiarato vittima
di bullismo. La fascia d'età più esposta è tra i
14ei 17 anni.L'87percentodellevittimeèstatopresodimiranellavitareale,malostalking
ontine cresce tra le adolescenti. Quasil'85 per
cento degli studenti appartiene a un gruppo
classe su WhatsApp, il97 ha uno smartphone.
Contro un fenomeno che cresce e offende si è
sviluppato il progetto MUnavita da social", incontri degli esperti della postale nelle scuole:
mezzo milione gli studenti raggiunti. E domani il ministro Stefania Giannini annuncia le linee guida di una legge sul cyberbullismo otto
anni dopo quella del ministro Fioroni. Formazionedel personale, scuole scelte sul territorio
dove poter denunciare, numero verde collegato a Telefono azzurro, due hot line di Save
the Children per segnalare materiale pedopornografico. UUtilizzo critico e consapevole
dei social network e dei media", dice, d'altronde, il disegno di legge ~ buona scuola".
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Il bullismo
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Come hanno agito
le persone
da cui hai subito
episodi
dibullismo?
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.... tI\. ·f.· presQdl mira
."
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2/2
da ragazze
Ti e mai capitato di essere vittima
di un episodio di bullismo?
28%
36%
Singolarmente
In gruppo
67%
no,mai
si, una volta
è capitato
Dove sono avvenuti
gli episodi di bullismo
che hai subito?
si, spesso
5%
solo on-line
si, raramente
36%
Sia in gruppo
che singolarmente
Circa 2 su 5 di chi e stato vittima di bullismo
appartiene alla fascia di eta tra i /4 e i /7 anni.
66%
solo
off-line
Di che genere erano i bulli in cui ti sei imbattuto?
solo femmine . , 3 %
Le risposte '\010 femmine" e "soprattutto femmine"
sono state selezionate prevalentemente
dal campione di genere femminile.
Viceversa "5010 maschi" e "soprattutto maschi"
dal campione di genere maschile.
Il dato rivela lo tendenza dei bulli a rivolgere
le violenze verso vittime dello stesso sesso
44%
solo maschi
8%
soprattutto femmine
soprattutto maschi
prevalentemente
on-line
21%------------~
prevalentemente off-line
FONTE INDAGINI SKUOLANET
PER LA POLIZIA DI STATO
LlNEEGUIDA
Il ministro
dell'Istruzione
Stefania Giannini
domani presenta
le linee guida
di una legge contro
ii cyberbullismo:
8annidopo
l'ultima varata
SPORTELLI-DENUNCIA
Saranno aperti
sportelli di
denuncia in alcune
scuole, riferimento
dei centri territoriali
di supporto
che sostituiscono
gli osservatori
sulbullismo
FORMAZIONE DOCENn
Due milioni di euro
per formare
i docenti e gli stessi
studenti. Linea
con Telefono
azzurroeduehot
line con Save
the children
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Foglio
Bullismo, la sfida parte dalla scuola
Domani la
presentazione al
Senato delle nuove
Linee guida. Tra le
categorie più a
rischio ci sono gli
studenti autistici
PAOLO FERRARIO
MIlANO
na scuola «attiva e accogliente» libera dai bulli e
dalla violenza. Puntano a
questo obiettivo, le nuove "Linee
di orientamento" che saranno
presentate domani al Senato dal
ministro dell'Istruzione, Stefania
Giannini, nel corso di un incontro a cui prenderà parte il presidente Pietro Grasso.
Tra le categorie di studenti più
frequentemente vittima di bullismo e cyberbullismo, il piano del
Miur (firmato dallo stesso ministro Giannini) individua i ragazzi affetti da autismo, «soggetti
molto fragili e vittime più inermi». Su diloro, la violenza ha l'effetto di un «umiliante e doloro-
so isolamento sociale».
«I autistico - si legge nelle Linee è in genere incapace di gestire la
violenza e questo potrebbe scatenare in lui crisi oppositive o autoetero lesioniste e non dovrebbe,
quindi, essere mai lasciato solo in
situazioni rischiose».
Insegnanti e «compagni più sensibili» sono quindi sollecitati ad
«acquisire consapevolezza» circa
queste situazioni e «altre diversità». E qui il riferimento è al «bullismo omofobico» esercitato su chi
viene considerato "diverso" sulla
base dell' orientamento sessuale o
«dell'identità di genere reale o percepita». «La vittima di bullismo 0mofobico - ricorda il documento
di viale Trastevere - molto spesso
si rifugia nell'isolamento non avendo adulti di riferimento che
possano comprendere la condizione oggetto dell'offesa». Sul
punto scuola e famiglia sono chiamate a «diffondere un atteggiamento mentale e culturale che
consideri la diversità come una
ricchezza e che educhi all' accettazione' alla consapevolezza dell'altro, al senso della comunità e
della responsabilità collettiva». In
particolare, prosegue il documento, «la famiglia è chiamata a
collaborare, non solo educando
i propri figli ma anche vigilando
sui loro comportamenti».
TI controllo deve riguardare anche
gli atteggiamenti "virtuali", quelli
cioè assunti navigando sulla rete
web, modalità che «consente ai
bulli di infiltrarsi nelle case e nella
vita delle vittime». Tra le forme più
preoccupanti di cyberbullismo, il
sexting (lo scambio di testi e immagini con espliciti riferimenti
sessuali) sta coinvolgendo sempre
più adolescenti, come messo in luce anche da ricerche recenti. Comportamento che la nostra legislazione equipara al reato di pedopornografia e che il Miur intende
contrastare con la diffusione di
«norme di buon comportamento»
e una capillare «organizzazione
territoriale». Rete che vede la parte cip azione anche dei Centri territoriali di supporto, istituiti dagli
Uffici scolastici regionali nell' ambito del progetto "Nuove tecnologie e disabilità".
Iutilizzo sicuro del web saràquindi oggetto di «specifici moduli didattici» che le scuole, «a partire dalle primarie» dovranno inserire nel
Piano dell' offerta formativa, «favorendo la collaborazione attiva
dei genitori» e il «coinvolgimento
degli insegnanti» adeguatamente
formati. Alla base del successo e
della reale efficacia delle nuove Linee di orientamento ci sarà, però,
il «maggiore protagonismo» degli
studenti, che, scrive il ministro
Giannini, «devono entrare nei processi, sentirsi parte di un tutto ed
esercitare un ruolo attivo».
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POLEm SUI GIOVANI
«Lavoro estivo?
Sì, ma volontario»
ROMA. «Sono favorevole a
che nei progetti di alternanza fra scuola e lavoro gli stage lavorativi possano essere
fatti anche d'estate, se è una
scelta volontaria». Così il ministro del Lavoro Giuliano
Poletti è tornato ai microfoni
dell'Intervista di Maria Latella sulla polemica di mandare a lavorare gli studenti
durante le vacanze estive.
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ALLA FEDERICO Il Raffaele Cantone, don Tonino Palmese e Maurizio de Giovanni con
universitari e liceali
Ateneo e scuola per la legalità
DI BRUNEUA BIANCHI
niversità e Scuola si uniscono nel proposito di formare la coscienza civile dei
giovani. L'occasione è data dalla
manifestazione "La legalità. Per
una rivoluzione culturale", promossa dal dipartimento di Studi
Umanistici dell'Università Federico II di Napoli e dall' assessorato alla Cultura del Comune di
Napoli. Durante il dibattito, che si
terrà oggi nell'Aula Magna del
Centro Congressi della Federico
II, Pasquale Sabbatino (nella foto), coordinatore del Master in
Drammaturgia e Cinematografia,
illustrerà le ragioni dell'evento.
Cosa intende per "rivoluzione
culturale"?
«La rivoluzione culturale necessaria per uno stato di legalità è
soprattutto una rivoluzione quotidiana, di ciascun uomo e della
comunità. Alla maniera di Itala
Calvino, ripreso da Roberto Saviano in "Gomorra ", di fronte all'inferno della corruzione e delle mafie, l'inferno dei viventi che
è qui sulla terra e tutti i giorni, si
legge nelle "Città invisibili", due
sono i modi di porsi. Il primo e
più facile consiste nell 'accettare
l'inferno e diventarne parte al
punto di non vederlo più. Il secondo e più rischioso, invece,
consiste nel cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo
all'inferno, non è inferno, in modo da farlo durare, e dargli spazio. L'Università e la Scuola hanno la responsabilità di insegnare
il modo più rischioso, l'unico che
ci faccia sentire uomini degni di
respirare».
Sarà una manifestazione a più
voci?
<<Al dibattito prenderanno parte
Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, don Tonino Palmese
di Libera-Campania e lo scrittore Maurizio de Giovanni. Sarà interessante conoscere le
valutazioni e percezioni del fenomeno della corruzione da tre
punti di vista e da tre esperienze diverse».
È possibile seminare la legalità nella coscienza dei giovani?
«Bisogna innanzitutto riflettere, insieme ai giovani e ascoltando i giovani, sulle prospettive legate al futuro per disegnare w7a legalità possibile. }.'d
è quello che l'Università farà insieme ai docenti Armida Parisi
Anna Milan e, Maria Sirago:
Tommasina La Rocca, Bernardina Moriconi e Vzncenzo Caputo.
Durante la manifestazione, gli
studenti dei Licei "Giuseppe
Mazzini ", "Jacopo Sannazaro ",
"FIacco" e della Scuola media
"Vzale delle Acacie" con i corsisti del Master in Drammaturgia
e Cinematografia proporranno
analisi e formuleranno proposte».
Lei ha svolto indagini sulle rappresentazioni della camorra nella letteratura, nel teatro
e nelle arti figurative. Quando
è scaturito questo interesse?
«Lo spunto iniziale risale al biennio 2006-2007, quando i lavori
del convegno "Le rappresentazioni della camorra" e del seminario "La lama della scrittura"
hanno sottolineato l'importanza
del dialogo generazionale sul tema delle mafie così drammaticamente attuale nella realtà italiana. Una ricerca sulle rappresentazioni della camorra implica domande difficili sulla funzione del-
la cultura rispetto alle varie forme della malavita organizzata, e
ancora sulla funzione della scrittura di fronte alla trasformazione della camorra storica in moderna criminalità, nonché sulla
funzione dei vari linguaggi nel
raccontare ed esplorare questi fenomeni»,
Esplorare le "zone grigie" è
uno dei propositi della Biblioteca digitale sulla camorra.
«Il progetto, nato nel Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università Federico II, in sinergia con esperti e studiosi di
altri settori, si propone di realizzare la biblioteca digitale di studi ed opere che abbiano un loro
valore testuale specifico e nello
stesso tempo costituiscano fonti
primarie d'indagine e di ricerca.
Documentare le varie forme di
rappresentazione della camorra
nella letteratura e nel teatro, nel
cinema e nella televisione, nell'arte e nella canzone, permette
anche di rivelare verità spesso taciute o rimosse e di evidenziare
l'allargamento della zona grigia
dove la criminalità organizzata
fa perdere le tracce».
Anche il teatro contribuisce alla
consapevolezza della legalità?
«Il teatro, il cinema e la musica
forniscono occasioni di confronto con i giovani. Non a caso, nel
pomeriggio della manifestazione, Nicola De Blasi presenterà la
commedia eduardiana "Il Sindaco del rione Sanità ". Il testo,
che svolge una funzione civile,
verrà interpretato da Maria Basile Scarpetta, Roberto Capasso
e Antonio Bonanno. Infine il Coro Giovanile del Teatro San Carlo, diretto da Carlo Morelli,farà
ascoltare alcuni brani che raccontano il dramma della corruzione e delle mafie e la speranza
di un nuovo orizzonte».
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12-04-2015
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1~~Nfmd
«La soluzione? Spazi divisi per materia»
Dpreside
"dirigente
de)I'Jstituto
professionale
statale Frisi,
Luca Azzollini
(~Le aule da noi non sonO più assegnate
alle classi ma alle discipline. Sono gli
studenti con il professore che si
muovono al cambio di ora. Così
abbiamo (anche) superato il problema
delle classi pollaio». Una risposta al
rebus degli spazi arriva dall'esempio
del Frisi, istituto professionale statale
con milletrecento ..,tuàenti 'In zona
Quarto Oggiaro. ~ iI preside Luca
Azzollìni già da qualChe anno ha
rivoluzionato la didattica, «con
conseguenze positive anehe rispetto
alla situazione strutturale».
«La nostra scuola occupa. due edificispiega il preside - uno con aule più
spaziose e uno con locali più piccoli.
Adesso nessuno rischia di finire nelle
aule "di serie B" perché tutti le
occupano tutte}). Oggi le classi al J.nsi
hanno 20 massimo 25 studenti:
«Numeri più bassi della media, at)che
perché noi accogliamo i disabUi quindi
il parametro è più stretto - dice
Azzollini -. Altri istituti sono meno
"'i\\:\:~\\~~U:\). \>~\\"ò:u.\\.()'«\.
organizzazione. «La scelta iniziale è
stata per la didattica, più laboratoriale
se c'è l'aula di matematica, quella di
italiano, e cosìvia. Abbiamo studiato il
modello in una scuola di Rovereto e poi
in Francia. E fra i tanti vantaggi c'è
anche quello degli spazi ». Cf. c.)
(.(.I
RIPRODUZIONE J-;'ISUiVATt;
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Istituto comprensivo Nazario Sauro
«Ma il preside non guardi solo i numeri»
La preside
dell'istituto
comprensivo
statale Nazario
Sauro,Anna
Sandi
«Giusto pOlrre attenzione ai numeri e
perché gli alunni vanno seguiti e lo
agli spazi. Poi però noi presidi
stesso mìnistero prevede percorsi
personalizzati per i bambini con
dobbiamo 'Valutare altro. Ho appena
iscritto setttimana scorsa una ragazza
disturbi di apprendimento, problemi
cinese e dUle appena arrivate da paesi
socio familiari o di salute. E anche per
arabi e non ho certo guardato i
la sicurezza», spiega la preside Sandi.
numeri». Wa al dunque la preside Anna
Ma ci sono anche altre valutazioni. «Ci
Sandi che cquesto mestiere lo fa da
sono culture in cui l'istruzione delle
trent'anni le in città guida una scuola
bambine non è considerata una
-pnQ-nYè-\. Cos\ q,,,.and('\ aTT\v--an.o a
ùeìl'inìanzia in via Soùe1:'l.Iù, \.e
iscriverle in qualsiasi momento
elementari di via Vespri Siciliani e la
dell'anno famiglie eli Paesi musulmani,
media Rinascita. Nella sua primaria è
per esempio, mai e poi mai mi
straniero un alunno 'su due. Alle medie
sognerei di mandarli via per i numeri.
il 30 per cento. «La nostra attenzione è
sulla qualità e sulla sicurezza, certo. Ma So che quelle bambine resterebbero
senza scuola». (f c.)
anche sull'accoglienza».
(<) RIPRODUZIONE RISERVATA
«Da un lato sono attenta ai numeri
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DOSSIER SCUOLA
di Federica Cavaclini
Q!teDe"326 classi troppo affollate
,«M''èunoùtipuntifon,' al ctasslpollaio.»
',llÌ4
dament~Wdella'BuonaScuo.la
del gÒVèMo Renzi. A Milano.
le aule ~v:raffòllatesono.,326,
il 5,5116. del to.taIe.. La $ituazione è mèno.èritlcarispetto. aI
resto. del Paese, do.Vè le cl~!ili
«fuo:rilegge» s'ono. n6,4~ (fudagine di Tuttoscuòl(1). «In
classi numero.se, con tanti
stranieri, è·difficile garantire
qualità», dicono. i presidi.
a pagina 8
Classi pollaio, oltre 300 fuori legge
«Così diventa difficile insegnare»
In aula anche trenta ragazzi e tanti stranieri. A rischio sicurezza e qualità
E'indagine
«Mai più classi pollaiO», è
anche uno dei punti fondamentali della Buona Scuo.la del
governo. Renzi, le cose do.vrebbero cambiare in meglio. con le
nuove regole, con le assunzioni
di tanti precari e anche con
l'impegno preso sull'edilizia
scolastica. Intanto c'è chi ha
scattato la fotografia dell'esistente. A Milano. le classi fuDri
dai parametri, se si considerano. quelli fissati dal ministero.
dell'IstruziDne e quelli, più rigìdi, della nDrmativa sulla sicurezza, SDno più di trecento. E
sono. quasi tutte, Dtto su dieci,
nelle scuole superiori.
Fare scuola in classi che superano anche il numero trenta
è impegnativo per chi insegna
se».
e per chi deve imparare, SDprattutto hl istituti, cOme tanti
in città, dQy~Je classi sono.
multietniche. «Nel gmpPD degli stranieri, c'è chi è nato. qui e
ha frequentato. le nostre scuDle
sin dall'asilo. ma c'è anche chi.è
appena arrivato e avrebbe bisDgnD di essere seguito», è la premessa cDndivisa di insegnanti
e presidi, che continuano, anche a Milano, a fare i conti con
le classi pDllaiD.
«FuDrilegge» sui numeri sono. il 5,5 pel cento. delle classi
di istituti cittadini: 326, di cui
273 sono superiDri. 1,a buona
notizia almeno. è che in città e
nella regiDne (la percentuale in
Lombardia è del 5,8%) la situaziDne è meno critica rispetto al
resto. del Paese, dove la classi
fuDriparametro sDnD'più di 23
mila, il 6,4%.
Così risulta. dall'indagine sul
sovraffollamentD nelle istituti
statali appena pubblicata dalla
rivista Tuttoscuola e la naturale
conclusiDne dell'osservatDrio è
che «Dceotre un intervento correttivo che, anche gtadUalmente, CDnsenta di ridurre il numero massimo di alunni per clas-
curezza. «L'insegnante ha difficDltà a cDndurre la classe e a
persDnalizzare l'interventD
educativo, difficile rispondere
alla esigenze dei singDli in
quelle che chiamiamo. classi
pDllaiD», dice GiDvanni Vinciguerra, direttDre di TuttDS<:UDla. E sulla sicurezza aggiung1e:
«Lo. Stato. dovrebbe fissare i ctiteri. Adesso c'è una nonna, d!el
'92 (del ministero degli Interni,
sulla prevenzione incendi) che
fissa un numero. massimo di 25
studenti per aula mentre un'altra del 2009 (del ministero dell1struziDne) dice cbe si può arrivare anche a trenta. La Buona
SCUDla adesso. prevede che il
preside possa decidere di ridurre il numero. di alunni per
classe. È un passo avanti, ma
nDn basta». I presidi, che chiuse le iscrizioni a metà febbraio.
cDminciano. a lavorare su1I~
fDrmazione delle classi per il
prossimo anno hanno ancora
davanti i numeri noti: non più
di 29 bambini nelle sezioni della scuola dell'Ìnfanzia, 27 alle
elementari, 28 alle medie e 30
alle SUperiDri. Si scende sDltan-
ntema è dOllllio. Q!.1a1ità e si--
to se ci SDno alunni disabili. Sono. i parametri fissati nel 2009
dal Mim:. PDi c'è l'altra regola,
quella relativa alla prevenziDne
incendi e Yindkazi<me è massimo 25 alunni per classe più
l'insegnante.
«Nessun preside si asslUIle
volentieri la respDnsabilità di
avere classi stra-numerose, anche soltanto. per la sicurezza.
Lo vediamo. quando. ci sono. le
prove di evacuaziDne, fare uscire da una classe più di venticinque persDne è complicato dice Agostino Miele, presidente dell'associaziDne presidi e
dirigente all'istituto tecnico
Gentil~schi - . Poi far lezione
in classi da trenta è dura per
tutti, p~r il rumDre, per l'attenzio.ne. E difficile seguire i ragazzi, verificame la preparazione e non lasciare indietro j più
debDli, e gli stranieri appena
inseriti» .
TI dato. sul sDvraffDllamento,
dicono i presidi, andrebbe incrDciatD in una città CDme Milano (:Dn quello sugli alunni
stranieri che qui e in tutta la regiDne SDnD più numerDsi rispetto. alla media italiana: il 14
per cento. negli istituti della
LDmbardia, contro il 9 per cento in Italia.
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Quotidiano
IL GIORNALE D'ITALIA
Data
11-04-2015
Pagina
4
Foglio
1
,
Proteste bipartisan su tutta la linea per le linee prospettate dal ministro Giannini
entinove associazioni hanno
promosso un appello al Parlamento per chiedere di
cambiare il disegno di legge sulla
scuola presentato dal governo. I
firmatari rivendicano uno "spazio
di ascolto", perché senza la partecipazione attiva dei soggetti da
essi rappresentati - studenti, insegnanti, genitori, forze sociali e sindacali e associazioni - "nessuna
riforma può raggiungere obiettivi
decisivi per il Paese".
Come si legge nell" appello, è indispensabile "aprire un ampio
confronto per delineare una visione
generale, il più possibile condivisa,
sul ruolo della scuola nella societa"
della conoscenza. A questo punto- continua il testo- riteniamo decisivo partire dal diritto di ogni
persona all"apprendimento permanente come base per un progetto complessivo di cambiamento
del sistema educativo italiano".
I 29 promotori, "pur rappresentando organizzazioni con punti di
vista anche molto diversi", presentano cinque proposte per cambiare il ddl.
All'appello hanno aderito Agenquadri, Aimc, Arci, Auser, Cgd,
Cgil, Cidi, Cisl, Cis l scuola, Edaforum, Fnism, Flc Cgil, Inserf-Irved,
Legambiente, Legambiente Scuola
e Formazione, Link - Coordinamento Universitario, Mce, Movimento Studenti di Azione Cattolica,
Movimento di Impegno Educativo
di Azione Cattolica, Proteo Fare
Sapere, Rete della Conoscenza,
Rete degli Studenti Medi,
Rete29Aprile, Uciim, Udu, Unione
degli Studenti, Uil, Uil Scuola, Libera e Isare.
Ma vediamo più da vicino le cinque
proposte: al primo posto un insieme di interventi che puntano a ridurre le diseguaglianze esistenti
sia tra territori che tra indirizzi ed
istituti: garantire a tutti l"accesso
al diritto allo studio e combattere
la dispersione scolastica; rendere
la scuola un laboratorio permanente di innovazione educativa,
partecipazione ed educazione civica;innalzare i livelli di istruzione
e competenza, anche per la popolazione adulta.
La seconda proposta ha come oggetto la governance e punta a rafforzare l'autonomia scolastica "nel
senso pieno del DPR 275", intesa
come "garanzia di libertà di insegnamento e di pluralismo culturale,
strumento per porre al centro l'apprendimento degli studenti e garantire il loro successo formativo".
Decentramento dei livelli decisionali e partecipazione delle componenti sono i pilastri dell"autonomia su cui il ddl del governo si
abbatte pesantemente accentrando
i poteri nelle mani del presidemanager ed estromettendo studenti, docenti, genitori e personale
ATA. I promotori dell'appello chiedono di rivedere a fondo le prerogative del dirigente scolastico,
riformare gli organi collegiali e
valorizzare il lavoro nella scuola
"nel rispetto della funzione contrattuale, indispensabile per raggiungere soluzioni efficaci e condivise".
Occorre poi un intervento sulle
risorse economiche: è indispensabile un aumento dei finanziamenti pubblici destinati alla scuola,
con un piano pluriennale che permetta all'Italia di raggiungere almeno la media europea. La quarta
proposta verte sul rapporto tra
scuola e lavoro, che "deve essere
orientato ad arricchire il percorso
educativo e potenziare le opportunità occupazionali di tutti i giovani, assicurando a ognuno effettive
capacità di apprendimento lungo
tutto il corso della vita". I promotori
chiedono che l'alternanza scuolalavoro sia prevista per tutti i percorsi scolastici, che le competenze
acquisite vengano certificate e che
il contratto di apprendistato per
l"acquisizione di titoli di studio sia
"finalizzato esclusivamente all"apprendimento e comunque successivo al conseguimento dell"obbligo
di istruzione".
L'appello si chiude chiedendo una
discussione parlamentare ampia
su questi temi: le numerose deleghe al governo previste nel ddl
sono considerate un errore in
quanto riguardano temi troppo importanti per la scuola italiana per
non essere affrontati in aula e i relativi criteri direttivi sono insufficienti e spesso troppo vaghi. Inaccettabile poi la previsione di non
finanziare queste deleghe. III
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Data
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Foglio
Università
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13-04-2015
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L'autonomia e la dittatura del diritto amministrativo
di Enrico Santarelli
, introduzione della pratica della
valutazione e la creazione di
un'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur) avrebbero dovuto comportare per l'università italiana un cambiamento epocale, oltre che un passo in
avanti verso l'autonomia sancita dall'articol033 della Costituzione. Come osservato da Massimo Egidi su queste pagine
("Dall'autonomia sfiduciata all'accanimento burocratico", 6 marzo 20lS), anziché lo sperato snellimento delle procedure associate alle attività istituzionali,
le riforme degli ordinamenti universitarisuccedutesi apartire dallalegge168 del
1989 (sull"'autonomia universitaria")
hanno portato a un sostanziale soffocamento burocratico, sottraendo ai docenti e all'apparato tecnico-amministrativo
tempo erisorse che avrebbero potuto essere utilizzate per svolgere e supportare
al meglio la ricerca e !'insegnamento.
Mostrandoconsapevolezzadellaserietà
di queste probl~matiche, nei suoi interventi alle inaugurazioni degli anni accademici dell'Università di Bologna prima
e del Politecnico di Torino poi, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha auspicato l'avvio di unampio dibattito sulla
possibilità di «portare le università fuori
dal diritto amministrativo».
Perché dalle buone intenzioni del legislatore è venuto fuori il sostanzialefallimento di riforme che volevano conferire autonomia alle università? La rispo-
sta è nel fatto che si è cercato di fondere,
mettendole sullo stesso piano, culture
profondamente diverse: da un lato,
quella del diritto amministrativo; dall'altro, quella della valutazione. La prima comporta tradizionalmente nel nostro Paese l'introduzione di restrizioni
fmalizzate a impedire eccessi e usi inappropriati dell'autonomia a vario titolo
conferita a chiunque utilizzi beni erisorse finanziarie pubbliche; essa opera
dunque ex ante e si basa su una sfiducia
implicita rispetto all'onestà dei funzionari pubblici e dei cittadini in generale.
Laseconda,fondandosisul presupposto
che debba essere attuato ciò che funzionameglio, opera invece ex postper individuare best practices e consentire di
premiare comportamenti virtuosi. Con
!'introduzione della valutazione si intendeva avvicinare il sistema universitario italiano a quello diPaesi come il Regno Unito, ma non si è tenuto conto del
fatto che un meccanismo di questo tipo
può funzionare solo a fronte di una limitazione della dittatura esercitata dal diritto anuninistrativo sull'organizzazione e!' operatività delle università stesse.
Ciò che non è avvenuto è proprio il passaggio dall'applicazione di criteri meramente giuridici a quella di criteri economico-statistici giuridicamente fondati.
Come sipuò uscire da questa impasse?
Intervenendo speditamente sul processo di riforma avviato con il Ddl1S77 sulla
Riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche, attualmente all'esame della prima Commissione permanente del
Senato. L'articolo 8, lettera d, di questo
provvedimento assimila le università
stataliasoggetti,comeimuseiegliarchivi, che di fatto sono semplici articolazioni periferiche di ministeri, mentre la lettera g dello stesso articolo mette le università non statali sullo stesso piano delle società a partecipazione pubblica che
operano in regime di concorrenza. Facendo sorgere il dubbio che chi lo ha redattoignoricheconlacreazionedell'Anvur l'intero sistema universitario nazionale dovrebbe avere cambiato la propria
natura. Bene hanno fatto il Consiglio universitario nazionale (Cun) e la Conferenza dei rettori (Crui) a segnalare
!'inopportunità di tale separazione tra
università statali e non statali.
Eppure, qualora venisse opportunamente modificato, il Ddl1S77 potrebbe
essere un punto di partenza per il defmitivo riconoscimento della specificità e
dell'autonomia delle università. Sarebbe
infatti sufficiente aggiungere all'articolo
8 una lettera h "università statali e non
statali". Poiché scopo di questo provvedimento è quello di innovare e riorganizzare l'amministrazione dello Stato,
l'enucleazione dell'università da ogni altra tipologia di amministrazione pubblica aprirebbe la strada per eccezioni ad
hoc riguardo all'applicabilità di determinati provvedimenti all'università stessa.
Per rafforzare il ruolo della valutazione e realizzare pienamente il principio
costituzionale dell'autonomia universitaria non serve fare uscire l'università
dal diritto amministrativo, basta semplicemente sottrarla alla sua dittatura.
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Le iniziative
del Politecnico
Dal 14 al 17 aprile workshop
aperti agli studenti e ai
visitatori nei Laboratori
Strumentali del
Dipartimento di Design del
Campus Bovisa: fotografia,
video,modellazione e
prototipazione, allestimento
e moda, più la mostra
«DesignXDesigners», con i
progetti didattici
provenienti da tutto il
Sistema Design-Politecnico
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Quotidiano
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Foglio
11-04-2015
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Intesa tra Pontificia università lateranense con quella iraniana di Qom dove viveva Khomeini
Il Vaticano punta sulla cultura
Le biblioteche di Qom sono fornite di testi cattolici
DI ANToNINO D'ANNA
aticano-Iran, il disgelo mondiale di
Teheran passa anche per la cultura.
Oggi monsignor Enrico
Dal Covolo, rettore della
Pontificia Università Lateranense (PuI) avvia a Qom
(il paese a lungo residenza
dell'ayatollah Ruhollah
Khomeini e luogo sacro
per i musulmani sciiti) la
collaborazione con la locale
l'Università degli studi di
religioni e confessioni.
Un accordo che prevede
anche lo scambio di studenti
nel nome della cultura, il tutto in un momento in cui l'Iran
è sotto esame da parte della
comunità internazionale sul
tema del nucleare.
Non è la prima volta
che Dal Covolo ha a che
fare con l'Iran. Come racconta a ItaliaOggi, durante
il suo rettorato ha incontrato in vari momenti alcuni
V
esponenti del mondo politico, religioso e accademico
iraniano e dice di essere
stato: «sempre colpito positivamente dal loro reale
desiderio di collaborare e
di dialogare con la cultura
cristiana in generale e cattolica in particolare».
Un desiderio testimoniato
ad esempio dal fatto che: «le
loro biblioteche sono straordinariamente piene di testi
di teologia cristiana e cattolica.
Ci sono anche altri segnali
concreti. È recentissima una
straordinaria traduzione in
lingua persiana del catechismo della chiesa cattolica.
L'incontro di questi giorni
è costellato quindi di azioni concrete e non semplici
affermazioni teoriche».
Uidea dell'incontro di
oggi è nato grazie ad un
colloquio del rettore della Pul con l'ambasciatore
iraniano in Vaticano, Mo-
hammad Taher Rabbani
che è di Qom, e poi un recente incontro con il rettore dell'Università delle Religioni Seyed Abolhassan
Navvab.
L'accordo nasce alla presenza del nunzio vaticano
in Iran, monsignor Leo
Boccardi, che ha molto
sostenuto quest'incontro.
La Chiesa cattolica è presente in Iran da secoli e i
primi rapporti diplomatici
risalgono al diciannovesimo
secolo.
E la Segreteria di Stato
del cardinale Pietro Parolin è stata informata del
viaggio?
«La segreteria di Stato è
stata informata di questo
viaggio ma il nostro riferimento immediato e istituzionale rimane il nunzio
a Teheran Monsignor Leo
Boccardh, che oltre ad
ospitare Dal Covolo lo accompagna in questo viaggio
e mediando per realizzare il
progetto Pul-Qom.
Si può dire che insomma si fa diplomazia anche
con la cultura, mentre si
discute dell'accordo sul nucleare?
Il rettore della Lateranense non ha dubbi: «Ovviamente stiamo parlando
di cose diverse, l'accordo
sul nucleare e l'accordo tra
le università, ma entrambe
testimoniano il sincero desiderio dell'Iran di aprirsi
al mondo e di uscire da questo isolamento, un desiderio
non solo delle autorità politiche e religiose ma anche
del popolo perché è stato il
popolo in questi anni a pagare il prezzo più caro delle
sanzioni e dell'embargo».
E ancora: «L'accordo sul
nucleare che rimane molto
embrionale per ora va incontro al popolo iraniano
che continua a soffrire per
le sanzioni internazionali»,
conclude.
----© Riprodu.zinne riseroata _____
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Quotidiano
Data
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Foglio
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1
Dopo il pasticcio test, per i medici il problema del cambio di ordinamento
Specializzazioni nel caos
Scarse informazioni sull'accesso ai nuovi corsi
,
Il
DI BENEDETTA PACELLI
riforma delle scuole di specializzazione
medica parte in salita.
rischia di fallire in
uno dei suoi obiettivi principali: allargare la platea dei
medici che possono formarsi,
conseguenza diretta della riduzione delle stesse scuole.
Dunque accanto alla serie
di ricorsi sulle irregolarità
dei test di accesso, presunte
per qualcuno (Tar del Lazio)
accertate per altri (Consiglio
di stato), e comunque ancora
da definire nel merito, arriva
un nuovo ciclone per i medici
in formazione specialistica: la
difficoltà di passaggio ai nuovi ordinamenti didattici delle scuole riformate e previsti
per tutti coloro che nell'anno
accademico in corso 2014-15
si trovano iscritti alle scuole (sia quelle che cambiano
di durata sia quelle che la
mantengono invariata) a un
anno antecedente all'ultimo
anno di corso, quindi dal 2
al 4 anno per le scuole di durata 5 anni, e dal 2 al 5 per
quelle di durata pari a 6 anni.
A generare il caos, denuncia
il sindacato giovani medici
('Sigm), è non solo la scarsa
informazione da parte dei
rispettivi atenei sulle possibilità del passaggio ai nuovi
ordinamenti, ma anche il
dubbio sulla validità legale
in Europa del titolo rilasciato
dalle nuove scuole. E mentre
sull'ultimo punto è arrivata
la nota del ministero della
salute a garantire «che i titoli rilasciati nell'ambito del
nuovo ordinamento hanno il
medesimo valore legale ai fini
dell'accesso ai concorsi nel Ss,
di quelli rilasciati nell'ambito
dell'ordinamento previgenti,;,
per i trasferimenti dai vecchi
ai nuovi corsi regna il caos
più totale. Il Segretariato giovani medici fa infatti sapere
di numerose segnalazioni
arrivate da tutta Italia per
«presunte iniziative da parte
dei direttori delle scuole che
tendono a dissuadere gli specializzandi dal passaggio di
ordinamento». Il nodo della
questione è che la ristrettezza dei tempi di applicazione
dei nuovi ordinamenti, unita
alla disinformazione ha portato secondo il Sigm a evitare
a molti giovani medici di richiedere il passaggio nuovo
ordinamento. Passaggio che,
al contrario di quanto cir-
cola in alcuni atenei, non è
vincolante, ma soltanto preliminare alla successiva presa visione del nuovo piano di
studi prospettato dal Consiglio della scuola di ciascun
richiedente. Solo dopo aver
preso visione della nuova
offerta lo specializzando può
formalizzare la richiesta di
passaggio al nuovo ordinamento che, a quel punto, sarà
definitiva. Certo è, come denunciano ancora dal Sigm,
che più saranno i medici che
opteranno al nuovo ordinamento e prima le università
dovranno ottemperare all'applicazione delle innovazioni
previste dalla riforma. Secondo gli annunci pre-riforma i
passaggi di ordinamento
dovrebbero portare già dal
prossimo anno a risparmi
che dovranno essere reinvestiti per finanziare nuovi
contratti di specializzazione:
secondo le prime stime 700800 specializzandi in più potranno entrare nelle scuole
in aggiunta a. posti previsti
negli ultimi anni.
---© Riproduzione riseroata ___
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1
Tribunale Ecco i primi risultati del maxi ricorso straordinario dei medici esclusi dalle scuole di specializzazione
Concorso di medicina, ammessi 300 candidati
• La prima breccia è stata aperta
con il maxi ri corso strao rd in ario vinto davanti al Consiglio di Stato, 300
medici rimasti esclusi dalle scuole di
specializzazioneriammessi dal giudice amministrativo. Poi è arrivato il
bis, quan do an cora il Consigli o di Stato ha rimandato al Tar del Lazio, perché riveda la sua decisione, il ricorso
di Wl singolo candidato bocciato iniziamente dal Tar. Adesso iI primo
concorso nazionale per l'accesso alle
specializzazioni di medicina, dopo le
polemiche dello scorso autunno per
gli errori nella somministrazione di
alcunedomandee il balletto delMiur
che prima annunciò l'annullamento
con ripetizione di due prove e poi fece marcia indietro abbonando a tutti
i concorrenti 4 quesiti, rischia di creare nuovi e clamorosi imbarazzi al ministero dell'Università retto daStefania Giannini. Contro lepresunteirre-
golari tà che avreb bero contraddistinto lo svolgimento delle prove (come
le presunte violazioni del principio
della protezione dell'anonimato e
dell'uniformità nazionale delle prove) era partito un bombardamenLo
di ricorsi collettivi al Tar da parte dei
medici esclusi. Dopo gli iniziali insuccessi in qllesl'ulLlma sede, che sembravano condurre verso una rapida
archiviazionedipolemicheerecrlminazioni, nelle ultime seltimane sono
però arrivate due decisioni clamorose. Prima i prowedimen ti del Consiglio di Stato, II sezione, sul maxi-ricorso promosso dalla Fp-Cgil Medici
in collaborazione con lo studio degli
avvocati Michele Bonetti e Santi Delia, che ha portato all' ammissione di
300 medici con effetto immediato.
Poil'ordinanzan.1440 della VI sezione, sempre del Consiglio di Stato, che
ha accolto l'appello contro lamancata sospensiva da parte del Tar Lazio,
ai fini di una rapidafissazionenelmerilo del ricorso di primo grado, di un
ricorso singolo da parte di un candidalO escluso in virlìl della decisione,
successiva allaconclllsione delle prove, di abbonare 1m quesito diendocrinologia. Un ricorso definito «pllota»
dagli avvocati promotori, che potrebbe aprire la su· ada a future nuove ammissioni. In attesa dei prossimi pronunciamenti su altri ricorsi collettivi,
c'è già chi si chiede come sarà possibile tenere fuori - sulla scorta di questi
precedenti - il resto dei candidati
esclusi.
Martino Villosio
Caos
Potrebbero arrivare altre cause
da parte di migliaia di esclusi
Carabiniere sparò al bandito. Assolto
1)0P') ,<1T~ ,lTlJl111 \~nlt1t(\ li \ i{~PTlg",h~r~ "'N'P"'P' uTll~Ill~ l',lllJ'''''
hlllldagatu pel tl'ntJt,) ')!llK!,i.tO lllJplllatNc due'l' 6()()j]llb l'llfl' ,11 ,blllll
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Universita'
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Quotidiano
Data
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PALERMO e PROVINCIA
Foglio
13-04-2015
5
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LA PROPOSTA. Il ministro: «I miei figli sono sempre andati al magazzino della frutta a spostare le casse»
Poletti: studenti al lavoro d'estate su base volontaria
ROMA
••• "Sono favorevole a che nei progetti di alternanza fTa scuola e lavoro gli stage lavorativi possano essere fatti anche d'estate, se è una scelta volontaria». Così il ministro del
Lavoro Giuliano Paletti è tornato ai
microfoni dell'Intervista di Maria
Latella sulla polemica di mandare a
lavorare gli studenti durante le vacanze estive. "Bisogna incominciare a far capire ai giovani cosasiaillavaro e cosa sia un'impresa» ha aggiunto. La scuola pare essere un
cantiere di idee sempre aperto. Poche settimane fa una sua considerazione sulla durata delle vacanze scolastiche aveva aperto un nuovo fronte di dibattito. «Un mese di vacanza
va bene. Ma non c'è un obbligo di
farne tre. Magari uno potrebbe essere passato - ha ipotizzato il ministro
del Lavoro - a fare formazione. Una
discussione che va affrontata». (<]
miei figli d'estate sono sempre anelati al magazzino della frutta a spostare le casse» ha raccontato dicendosi convinto che non si distruggerebbe un ragazzino se invece «di stare a spasso per le strade della citlà
va a fare quattro ore di lavoro».
Tanto è bastato per dare la stura
a commenti e interpretazioni. Qualcuno, leggendo tra le righe, ha visto
dietro le parole del ministro Paletti
un disegno politico per sfruttare gratuitamente il lavoro dei giovani. Ma
il ministro Giannini. da Madrid, aveva chiarito: i temi che Paletti tocca
«sono stati oggetto di analisi anche
nellavoro sul DcII Scuola», «all'alternanza può essere svolta durante la
sospensione delle attività didattiche». Fare esperienza di lavoro durante la scuola è utile non solo per
diminuire la dispersione e facilitare
l'inserimento immediato nel mondo dellavoro, ma anche per orientare le scelte di chi andrà ali 'università». I presidi hanno colto l'occasione della «querelle» per rilanciare
una delle loro battaglie. "Più o meno dai primi anni '90 chiediamo
che ci siano piani intelligenti per
l'utilizzo della risorsa "scuola" durante l'estate». dice Mario Rusconi,
vicepresidente dell'Anp, ricordando che durante le vacanze gli istituti
scolastici sono largamente inutilizzati. L'idea di utilizzare i locali du-
rante l' esta te per corsi di sostegno e
recupero, per corsi di formazione
particolari. per ospitare iniziative di
giovani diplomati in cerca di lavoro
ci trova dunque - osserva Rusconi senz'altro d'accordo. Mi permetto
di far notare, tuttavia, che Paletti è
l'ennesimo ministro che si pronuneia sulla questione, ma mai, finora,
alle parole hanno fatto seguito prassi organizzative coerenti. La scuola
ne ha abbastanza di effetti-annuncio». Sgom bra il campo da un possibile equivoco il segretario generale
della Uil scuola, Massimo Di Menna. "Gli studenti italiani non hanno
un surplus di vacanze» rispetto ai
coetanei degli altri paesi, assicura
aggiungendo che, in ogni caso, "va
evitato di irreggimentare tutto».
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Infrastrutture, in Sicilia «salvi» solo 4 progetti
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Stefania Giannini
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Pagina
Foglio
11-04-2015
1
1
OLTRE LA DECENZA
RENZI INTERVENGA
., non
è un livello di decenza sotto il quale
C
si dovrebbe mai scendere. Ma
questa volta si è andati anche oltre. Prevedere un aumento dei contributi per tutte le
imprese come clausola di salvaguardia dello sconto contributivo per le aziende che
stabilizzano i precari supera ogni immaginazione. Sembra una boutade, unosketch di
Crozza. E invece qualcuno lo ha scritto davvero nel decreto legislativo sui contratti. Bisognerebbe pretendere il nome di cotanto
genio. Di sicuro Renzi interverrà. O no?
(f.for.)
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Lavoro e previdenza
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crac dell'Italia; l'Europa e i mer-
GOVERNO E WELFARE cati la considerano un punto fer-
Pensioni:
ilcantiere
che non si
deve riaprire
di Guido Gentili
mo; i numeri dicono che negli ultimi sei anni l'età media effettiva
dei pensionamenti è cresciuta di
appena 6 mesi e una settimana.
Di passi falsi, avanti e indietro,
è purtroppo ricca la storia italianadellepensioni.Nonèconl'approsimazione politica e qualche
spot di demagogico interventismo che le si allunga la vita (migliore).
twitter@guidogentilil
, è un cantiere da chiudere: quello del chiacchiericcio sulle pensioni. A
troncarlo di netto, visto che di
questo passo potrebbe, con la
Legge di stabilità, spalancare le
porte ad una nebulosa revisione
della Legge Fornero, dovrebbe
essere il prernier Matteo Renzi.
Nel modo più chiaro possibile,
magari con un semplice tweet.
Non fosse sufficiente la complessa gestazione del Def, a
complicare i conti (non solo
quelli della finanza pubblica) arriva il caso-pensioni. Si cambia
verso? Sul piatto molte ricette. Il
ministro PoI etti annuncia per
l'autunno ritocchi alla Legge
Fornero sul nodo della "flessibilità in uscita". Il neo presidente
dell'lnps, Tito Boeri, ha avviato
l"'operazione trasparenza",
fondata sull'emersione della
differenza tra pensioni percepita e contributi, e profùa per giugno una proposta sul "contributo di equità", dopo un ricalcolo,
da chiedere ai pensionati (ieri
una circolare Inps sembra aver
aperto un varco in questa direzione). In Parlamento sono in
discussione varie proposte di riforma, tra cui quelle di Cesare
Damiano del Pd.
Il consigliere per l'economia
di Renzi, Yoram Gutgeld, nega
l'ipotesi politica di un "ricalcolo" (non possibile neanche tecnicamente e a rischio "iniquità",
secondo l'economista Giampaolo Galli, Pd) ed il vice ministro
Enrico Morando assicura che il
Governo «non ha in agenda alcun intervento sulle pensioni».
Risultato: la confusione è fonte
di incertezza e questa genera allarme e sfiducia. I nemici giurati
dell' agognata ripresa.
La Legge Fornen;> non è perfetta (anzi, si veda il caso-esodatOequalcheutileaggiustamento
è possibile. Ma vanno ricordati
tre fatti: è stata l'architrave della
manovra che nelzollha evitato il
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La riduzione scatta dallo scorso gennaio -Coinvolti dirigenti che hanno lavorato oltre l'età
L'Inps ricalcola le super-pensioni
Taglio agli assegni aumentati per effetto della riforma Fomero
. . L'Inpsricalcolagliassegnidichihacon- ciatodellavalorizzazionedituttiicontribu- come conseguenza la riduzione, a partire
tinuato a lavorare oltre l'età della pensione ti.Ilricalcolo,spiegato dall'Istituto diprevi- dallo gennaio 2015, degli assegni che sono
e che, dopo la riforma Fornero, ha benefi- denza con una circolare diffusa ieri, avrà aumentati.
Venanzi e Carta ~ pi!gii1i113
Previdenza. Circolare per la rideterminazione, da quest'anbo, dei trattamenti di chi ha lavorato oltre l'età e i requisiti minimi
L'Inps ricalcola'le super-pensioni
Tagli agli assegni per quanti hanno beneficiato del contributivo pro rata con la riforma Fornero
Fabio Venanzi
. . L'Inps ricalcola gli assegni di
quanti hanno continuato alavorare oltre l'età della pensione e oltre i requisiti contributivi minimi
e, dopo lariformaFomero, hanno
potuto beneficiaredellavalorizzazione di tutti i contributi. Nell' operazione-ricalcolo - che ha effetti
anche sugli assegni già liquidati
dal 2012 -l'Inps adotta però il criterio più generoso verso i pensionat~ tanto che nella stragrande maggioranza dei casi l'effetto economico sarà contenuto. È la conseguenza di quanto ha reso noto
l'Inps nella giornata di ieri con la
circolare 74/2015 esplicitando la
portata del comma 707 dell' articolo unico della legge 190/2014
ConlariformaMonti-Fornero
di fine 2011, a decorrere dallo gennaio 2012 è stato esteso il sistema
contributivo pro rata anche nei
confronti di quei lavoratori che
al 31 dicembre 1995 avevano almeno 18 armi di contributi, e che
fino a quel momento avevano
una pensione calcolata esclusivamente con le regole del sistema retributivo.
Tuftaviailcumulodel beneficio
del retributivo in vigore a tutto il
2011, unitamente alla valorizzazione delle quote contributive relati-
ve alle anzianità maturate tra ilIo
gennaio 2012 e la data di cessazione, ha comportato un trattamento
pensionistico più elevato rispetto
a quello che sarebbe spettato con
l'applicazione delle regole di calcolo previgentilariforma, con particolare riguardo a quei lavoratori
che al2011 potevano vantare su anzianità contributive molto elevate. Lalegge di stabilità è intervenuta per mettere un limite a questo
vantaggio, prevedendo che «in
ogni caso, l'importo complessivo
del trattamento pensionistico non
può eccedere quello che sarebbe
stato liquidato con l'applicazione
delle regole di calcolo vigenti» prima della riforma.
In base alla circolare 74, ora
l'istituto di previdenza dovrà effettuare due conteggi: il primo applicando il sistema contributivo
dal 2012, il secondo applicando interamente il criterio retributivo,
per poi pagare la pensione di importo più basso.
Con le vecchie regole, il coefficiente di rendimento veniva congelato al40esimo anno contributivo, a cui corrispondeva generalmente una pensione pari all'80%
della retribuzione. La norma della
legge di stabilità è stata interpretata prevedendo che l'importo della
pensione sia ottenuto applicando
il calcolo interamente retributivo
per tutte le anzianità contributive
maturate dall'assicurato.
Nei fatti il legislatore supera per ilnuovo calcolo - il concetto di
massima anzianità contributiva
valorizzabile. È stata prevista la
valorizzazione di tutti i periodi lavorati, anche quelli tra la data di
conseguimento del diritto a quella
di effettiva corresponsione della
pensione che, nei fatti e per scelta
dell'interessato, potrebbe essere
volutamente posticipata.
Quindi per il calcolo interamente retributivo varranno anche gli anni eccedenti quelli necessarial perfezionamento deirequisiti anagrafici e contributivi
(per la pensione di vecchiaia e per
la pensione conseguita con la
"quota") o solo contributivi (40
anni per coloro i quali avevano un
diritto a pensione maturato allafine del 2011 con quota 96, 41 anni 6
mesi per le lavoratrici e 42 anni 6
mesi per ilavoratori).
Tale interpretazione sembrerebbe però avere effetti molto limitati sull'importo delle pensioni,
forse per evitare giudizi di incostituzionalità da parte degli interessati. Infatti il doppio calcolo si applica non solo ai trattamenti pensionistici che hanno decorrenza
successiva al 2014, ma anche a
quelli già liquidati in precedenza,
con effetto dal 2015.
I pensionati che sono usciti dal
mondo del lavoro nel periodo
2012-2014 e che hanno beneficiato
di un trattamento pensionistico di
maggior favore con l'applicazione
delleregoledellariformaFornero,
dallO gennaio 2015 si vedranno ridurre l'importo dell'assegno. I risparmi dovranno confluire in un
apposito fondo gestito dall'Inps finàlizzato a garantire l'adegtiatezza delle prestazioni pensionistiche in favore di particolaricategorie di soggetti che dovranno essere
individuate con decreto.
La norma impatterà di più su
quelle categoriedilavoratori (professori universitari, magistrati,
forze dell'ordine) che escono con
retribuzioni sopra le media e con
notevoli anzianità contributive.
Infatti, a fronte di retribuzioni
superiori al tetto pensionabile
(46.123 euro per il 2015), il rendimento scende via via che la retribuzione aumenta, cosÌ da limitare !'impatto sullamediaretributiva. Con l'applicazione del sistema contributivo tali lavoratori
non hanno nessun massimale e
cosÌ, con retribuzioni elevate, sono riusciti a "pensionate" l'intera
cifra sulla terza quota di pensione
(quota C).
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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della pensione secondo le
---- regole introdotte dalla legge di
stabilità 2015, così come
interpretate dalla circolare
Afianco sono stati elaborati
74/2015 dell'Inps. L'istituto di
quattro esempi di ricalcolo
previdenza dovrà mettere a
Le conseguenze
confronto l'importo dell'assegno ottenuto sulla base delle
regole della riforma Fornero
con quello ottenuto in base
alla legge di stabilità. Dallo
gennaio 2015 verrà pagato
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2/2
l'importo più basso, anche alle
pensioni già liquidate. In due
dei quattro casi iptozzati,
quindi, l'assegno subirà una
decurtazione
Q~ente ~niversitario iscritto alla
Cassa Stato nata nel 1953. cessata
dal servizio il :U.I.UI.t:U~."
Anzianità al
Anzianità alla cessazione- - - - - + - - - - Retribuzione alla cessazione
Retribuzione media
pensionab_i_le____
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61.930,00
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28.021,00
64.705,00
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88.690,00
23.930,00
1
50.790,00
- - - - - - - - - r - - - - - - - - - - - - + - - - - - - - - - - - ---------
86.534,52
con la legge di stabilità 2015
Differenza su 13 mesi
24.173,00
1
51.040,00
Dotente uniVèrsitario iscritto alla
Cassa Stato nato nel 1946, cessato
dal servizio n30/09/2014
37 anni e 11 mesi
40 anni e 8 mesi
61.860,00
65.960,00
50.940,00
50.454,00
-526,50
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Anticipata. La salvaguardia vale per tutti fino al dicembre 2017 a prescindere dall'anzianità contributiva derivante da prestazione effettiva di lavoro
Nessuna penalità per assegni prima di 62 anni
Alessandra Carta
Conia circolare 74 dello aprile
2015, 1'Inps ha diramato le modalità applicative relative alle novità
introdotte dalla legge di stabilità
2015 in materia di trattamenti pensionistici. In particolare per quanto riguarda il comma 113 della legge, le pensioni anticipate decorrenti dal e gennaio 2015 non saranno più soggette ad alcuna
penalizzazione anche se 1'accesso
al trattamento pensionistico avviene con meno di 62 anni di età e,
limitatamente ai lavoratori che
maturano il requisito contributivo entro il 31 dicembre 2017, anche
se l'accesso alla pensione avviene
in data successiva.
Nella circolare viene evidenziato che in applicazione del principio della cristallizzazione del diritto a pensione, volto a tutelare il
legittimo affidamento e la certezza del diritto, ailavoratori che perfezionano il diritto alla pensione
anticipata entro il 31 dicembre
20l7, ancorché abbiano alla stessa
data meno di 62 ami di età, non si
applicano le penaIL."Zazioni previste dalla legge 24/2011, anche se la
decorrenza della pensione avviene successivamelte al 31 dicembre20l7 e l'interesato abbia meno
di 62 anni.
Pertanto ora, lei confronti dei
lavoratori in pOSfSSO di anzianità
contributiva al3 dicembre 1995,
che accedonoall pensione anticipata dallO gennao 2015 con meno
di 62 anni di età, lon verranno applicate le disp~sizioni previste
che, dallO gennaio 2012, nei confronti di coloro che accedono alla
pensione anticipata nel regime
mistoaun'etàinferiorea62annisi
applica, sulla quota di trattamento
pensionistico calcolata secondo il
sistemaretributivo, unariduzione
pari a un punto percentuale per
ogni anno di anticipo nell'accesso
al pensionamento rispetto all'età
di 62 anni; tale percentuale è eleva-
ta a due punti percentuali per ogni
anno di ulteriore di anticipo rispetto a due anni. In base al decretolegge2l6/20111eriduzioninonsi
applicano, fino al 31 dicembre
20l7,8010 quando l'anzianità contributiva deriva esclusivamente
da prestazione effettiva di lavoro,
includendo i periodi di astensione
dalla legge 21412011 (legge Forne- obbligatoria per maternità, per
l'assolvimento degli obblighi dilero) e successive modifiche.
La legge Fornero ha stabilito va, per infortunio, per malattia e di
cassa integrazione guadagni ordinaria, nonché per la donazione di
sangue e di emocomponenti. Ora,
però, interviene la legge di stabilità 2015, secondo cui le riduzioni
non si applicano a prescindere
dall' «anzianità contributiva derivante esclusivamente da prestazione effettiva di lavoro».
Le penalizzazioni, senza alcuna
eccezione, saranno nuovamente
applicate, salvo nuovi ripensamenti, dal20l8,nei confronti di coloro che matureranno i requisiti
della pensione anticipata da tale
data e andranno in pensione con
meno di 62 anni di età. Non saranno invece modificati gli assegni
già liquidati e quelli futuri di chi è
andato in pensione con la penalizzazione nel periodo 2012-2014 perché la legge di stabilità non interviene sul pregresso.
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Foglio
Nel decreto legislativo sulle stabilizzazioni spunta una clausola di salvaguardia
Jobs act, per la copertura
rischio aumento contributi
Le aziende pagheranno di più se il costo dovesse crescere
Nel Dlgs sui contratti spunta un contributo per le gestioni previdenziali, a carico di
datori di lavoro e autonomi, per le stabilizzazioni dei co.co.co., se i fondi saranno insufficienti.
Pogliotti e Tucci ~ pilgillil14
Jobs act. I contenuti del decreto legislativo sui contratti: il «nodo» del passaggio dalle collaborazioni al tempo indeterminato
Lavoro, rischio aumento contributi
s~ ~anc~e~anno i fondi per.1e tras~orma.zioni potrà crescere il prelievo su datori e autonomi
GIorgiO Pogbotti
Claudio Tucci
ROMA
ali! Un contributo aggiuntivo di
solidarietà a favore delle gestioni
previdenziali,acaricodeidatoridi
lavorodelsettoreprivatoedeilavoratoriautonomi.
Asorpresa,neltesto"bollinato"
dalla Ragioneria del Dlgs sul riordino dei contratt~ spunta unaclausola di salvaguardia per assicurare
la copertura economica nel caso ci
fosse un'ondata di trasfonnazioni
dicollaborazioniincontrattiatempo indetenninato e il plafond a disposizione non fosse sufficiente
La legge di stabilità ha messo a di~
sposizione 1,886 miliardi nel 2015
per sostenere la decontribuzione
deicontattiatempoindetenninato
stipulati a partire da gennaio, stimandochesipotesserotraSfonnare 37mila cpllaborazioni. Con il
nuovo Dlgs, si sono calcolate circa
20mila tras(onnazioni aggiuntive,
con una retribuzione media di
I5milaeuro,ela"dote"èstataincrementata di 16 milioni nel 2015 (52
milioninelz016,4omilioninelzol]
ez8 milioni nelz018).
Q!.Ieste risorse aggiuntive, con
ogni probabilità, non sono state ritenute sufficienti dalla Ragionerla,
considerando che secondo stime
del governo i collaboratori monocommittenti con caratteristiche
non distanti dalla subordinazione
sonocirca370milaDiquilarichiesta del Mef di introdurre lacIausola di salvaguardia (anche se la norma non fIssa quale sarà la percentuale dell'eventuale prelievo). La
strada delcontributoaggiuntivo di
solidarietà a favore delle gestioni
previdenziali non è una novità assoluta: c'è il precedente dell'edili-
ZIa (dove il contrIbuto additivo è
fIssato al 15%).
..
.TI ~est? trasme~so Ien alle comllliSsI~m lav~ro di Camera e Senato pen paren (~on vincolanti per il
governo) contiene ffio1'al~a.novità
sul fronte collaborazIom, nspetto
~ ste.suroa ~p~rovata dal consigli~ deIoffilillSt? ~o s~or~o 20 febbrmoo .51 ~a espliCIto rlfenmento al
pu~blicolffipIeg~:latrasfonnazione m contratt;o di lavo~o subordinato (tempo mdetenrnnato o detenninato) dei collaboratori "fIttizi" (che svolgono una prestazione
personale, di contenuto ripetitivo
edeterodiretta)nontrovaapplicaz~one nella pubblica amministraz~on~ fmo al c~mpletamento del
nordino delladisciplinasull'utilizzo dei contratti flessibili (nel Dd!
de~egaMa,dia). Tutt~~a,dalIOgennmo 2017 e «fatto diVIeto alle amministrazionipubblichedistipulare collaborazioni coordinate e
continuative» "fasulle". Nel privato, per le collaborazioni che presentino le caratteristiche individuat7per i rapporti di lavoro subordinato, scatta la stabilizzazione. Con 4 eccezioni: se le
collaborazioni sono disciplinate
daaccordicollettivistipulaticonle
confederazioni; se si tratta di prestazioni intellettuali svolte da professionistiiscrittiad albi professionali; di sindaci o componenti dei
collegi o organi di controllo delle
società; per le associazioni sportive dilettantistiche riconosciute dal
ConiAltranovitàinseritanell'ultima versione del testo, la sanatoria
peridatoridilavorochestabilizzano slitta di un aIillO, a decorrere dal
1°gennai02016(fattisalvigliilleciti
accertati da ispezioni effettuate
prima dell'assunzione). «TI decre-
to ridefinisce il confine tra lavoro
dipendenteeindipendente-commenta il presidente dellacommissione lavoro del Senato, Maurizio
Sacconi (Ap) -. Sarà utile in sede di
p:u-ere dare a questo confine magglOrecertezzaperridurreladiscrezionalità del magistrato. La ripetitività della prestazione è criterio
dellasubordinazioneper le attività
manuali, ma potrebbe non esserlo
per quelle intellettuali».
Intanto anche secondo i dati diffusi ieri dall'Inps nel primo bimestre aumentano le assunzioni a
tempo indetenninato (+20,7% sul
20 4). Ma calano le assunzioni a
tennine (-'7%) e in apprendistato
(-11,3%). Risultato: rispetto al primo bimestre 204 il saldo delle assunzioni totali resta invariato. Ciò
sispiegaconilforteincentivofIscale per le assunzioni stabili che sta
cannibalizzandole assunzioni con
le altre tipologie contrattuali.
©RIPRODUZIONER5ERVATA
Il quadro
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O1ILASTIMADELGOVERNO
Ammontaadrca57milalaplatea
complessiva di collaboratori
stimati dalla legge di stabiUtà e
dallo schema di D\gssulrlordino
dei contratti, che verranno assunti
concontrattoatempo
indeterminato. In particolare
secondo le previsioni del governo
37mila collaboralioni pereffetto
della decontribuzionedella tegge
distabilitàsaranoostabilizzate, in
aggiuntasi prevedono20mila
coHaboralionl che rientreranno
traillavorosubordinato,secondo
i criteri del Olgsalt'esame del
Parlamento peri pareri
021 L'AREAGRlGJADElCOCOCO
Sonocirca370mila,secondo la
relalionetecnica alDlgs, i
lavoratori iscritti agestione
separata, esclusivi e
monOColllmittentl, selelionati
anchetenendocontodeHe
esclusioni previste dalla norma
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Lmroro, rischio aUl~l~nto contributi
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Lavoro e previdenza
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ad
uso esclusivo
del
desto. nataro.° o,
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Pago 60
Data
COBBIEBE DELLA SEBA
Pagina
Foglio
12-04-2015
5
1
«Province, 20 mila esuberi»
Sono scesi in piazza ieri i dipendenti delle
Province, pronti a rioccupare gli uffici
pubblici senza risposte dal governo. I
sindacati lamentano il «caos» generato dalla
riforma Demo e temono «20 mila esuberi»
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Lavoro e previdenza
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destinatario,
non
riproducibile.
Pag.61
Data
COBBIEBE DELLA SEBA
Pagina
Foglio
11-04-2015
42
1
Addio co.co.co, spunta il caro-contributi
Nel Jobs act una clausola di salvaguardia prevede l'aumento dei versamenti Inps in caso di deficit
ROMA Un aumento dei contributi Inps a carico delle aziende
e dei lavoratori autonomi. È
questa la clausola di salvaguardia, cioè la rete di sicurezza per
garantire in ogni caso l'equilibrio dei conti pubblici, che ha
finalmente sbloccato il decreto
attuativo delJobs act. TI provvedimento è arrivato ieri alle Camere per il parere, a quasi due
mesi dall'approvazione in consiglio dei ministri. Da allora era
iniziato un braccio di ferro con
Ia Ragioneria generale dello
Stato sulle coperture finanziarie. Qual era il problema?
L'obiettivo del governo è spingere i rapporti di lavoro precari
verso il nuovo contratto a tutele
crescenti, che è a tempo indeterminato anche se non ha più
lo scudo dell'articolo 18 contro
i licenziamenti. Ma centrare
l'obiettivo potrebbe creare un
rischio per la tenuta dei conti. I
contratti precari portano nelle
casse pubbliche parecchi soldi,
visto che i contributi possono
coprire fino al 30% della paga. TI
nuovo contratto a tutele crescenti, invece, non porterà
quasi nulla. Perché a renderlo
attraente, oltre al superamento
dell'articolo 18, è proprio il fatto che i contributi non si pagano, con uno sconto che può arrivare fino a 8.060 euro l'anno
per tre anni. Da qui la richiesta
di altre risorse avanzata dalla
Ragioneria. Come è finita? Di
soldi nuovi ne sono stati aggiunti pochi, neanche 200 milioni fino al 2019, presi in larga
parte dai fondi del ministero
del Lavoro. Ma poi c'è la solita
clausola di salvaguardia, che
scatterà solo se i soldi non dovessero bastare. E cioè «nel caso in cui si verifichino, o siano
in procinto di verificarsi, effetti
finanziari negativi e in particolare scostamenti rispetto alla
valutazione delle minori entrate», proprio sui contributi.
In quel caso il ministero dell'Economia provvederà «all'introduzione di un contributo
aggiuntivo di solidarietà a favore delle gestioni previdenziali a
carico dei datori di lavoro del
settore privato e dei lavoratori
autonoIllÌ». Sia chiaro, la clau"
sola di salvaguardia è solo un
piano B, che scatterebbe in caso d'emergenza. E può anche
essere disinnescata in corso
d'opera, come spesso accade,
trovando copertura alternative.
Ma se alla fine la clausola dovesse scattare saremmo davanti a un aumento di contributi
che finanzia un taglio dei contributi. Nel decreto c'è poi
un'altra novità. Si chiarisce che
le tollaborazioni coordinate e
continuative (co.co.co) possono essere utilizzate nel settore
pubblico, in attesa che arrivi in
porto la riforma della pubblica
amministrazione all'esame del
Senato. Dal 2017, però, saranno
vietate quelle «continuative, di
contenuto ripetitivo e con modalità organizzate dal committente». Insomma quelle fittizie,
che cioè nascondono un rapporto di lavoro dipendente.
Lorenzo Salvia
" @lorenzosalvia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I contratti
8
AI vertice
" ministro
del lavoro e
delle politiche
sociali Giuliano
PolettLEx
presidente
della LegaCoop
mila euro: lo
sconto sui
contributi, per
3anni,del
contratto a
tutele crescenti
12,7
per cento
il tasso di
disoccupazione
a febbraio
registrato
dall'lstat
Nuovi rapporti di lavoro attiVati t:I',lfù!timotrlmesttè 2014
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Corriere della Sera
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Lavoro e previdenza
Pag.62
Data
la Repubblica
Pagina
Foglio
13-04-2015
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1 /3
Bonus per 7milioni di italiani
il "te50retto" alle fasce deboli
Padoan: così crescita più forte
Il ministro del Tesoro al lavoro su varie opzioni tecniche
Boldrini:"Bene". Isindacati chiedono l'estensione ai pensionati
tecitorio, Renato Brunetta. Ironizza anche Toti, consigliere poROMA. li governo tira dritto sul- liticodegli "azzurri": «A Palazzo
l'operazione "tesoretto". Obiet- Chigi hanno il pallottoliere?».
tivo: sostenere i redditi più bas-. «Inesistente tesoretto per fare
si e combattere la povertà. Dopo la campagna elettorale», senl'annuncio di Renzi della dispo- tenziaGasparri.
nibilità di 1,6 miliardi per interI tecnici del governo sono inventi già da quest'anno, ieri la vece già al lavoro per quantificonferma che la misura sarà in- care la platea dell' operazione
dirizzata alle fasce più disagiate volta contenere lediseguagliandella popolazione è giunta dal ze e a mettere nelle tasche dei
ministro dell'Economia, Pier- più poveri un mini-bonus. Natucarlo Padoan, che ha parlato di ralmente il dibattito è aperto
«sostegno ai redditi più bassi» e ma se le cose andranno come lo
da quello del Lavoro, Giuliano scorsoannoèpossibilecheildePoletti. «La logica di un inter- creto arrivi in tempo utile per la
vento contro le povertà sarebbe scadenza di maggio ed estenda
la stessa che ci ha portato a in- il beneficio fino a dicembre.
trodurre il bonus degli 80 euro», Pressano per questa soluzione i
ha sottolineato Padoan al Tg1 e sindacati: chiedono di estendealla Stampa, parlando di «varie re il bonus a pensionati la Cisl e
ipotesi» allo studio. «L'evidenza
empirica dice che dove la distri- la Uil. Così si lavora sulla platea
di 10 milioni di italiani, che prebuzione della t:icchezza è più surnibilmente scenderanno a 7
equa, anche la crescita è miglio- escludendo gli autonomi e manre», ha aggiunto. Raddoppiailti- tenendo nel mirino dipendenti
ro Poletti anriunciando che è ine pensionati che, pur guadatenzione del governo destinare gnando sotto gli 8.000 euro anil bonus «alla parte più debole
della società». Condivide la scel- nui, per via del meccanismo puramente fiscale del vecchio bota anche la presidente del Ca- nus, non stanno partecipando
mera, Laura Boldrini: «Mi augu- all' erogazione in corso che prero che si vada in questa direzione, in Italia si è trascurata trop- vede, come è noto, redditi tra gli
8.000 e i 26 mila euro. Lo scorso
po la disuguaglianza che è au- anno sitentòfinoall'ultirnodi inmentata in modo vertiginoso».
Rabbiosa e stizzita la reazio- serire la norma nella legge di
ne del centrodestra che conte- Stabilità,maivincolidibilancio
impedirono l'operazione.
sta a tutto campo l'operazione
L'operazione bonus-bis o midel governo e la ·bolla come una ni-bonus potrebbe riguardare
spesa in deficit, invece che un
beneficio della crescita e dell'ef- erogazioni monetarie per i cosiddetti incapienti, lavoratori
fetto-Draghi. «Renzi è spudora- dipendenti e pensionati che
to, ha il rapporto deficit-PiI al li- stanno sotto quota 8.000: si tratmite e pensa al tesoretto», ha tadi6,9n1ilionidiindividuiche
detto il capogruppo di Fi a Mon-
ROBERTO PETRINI
potrebbero contare su 230 euro
complessivi tra maggio a dicembre (comehasimulatola Uil
servizio politiche economiche,
circa 29 euro al mese). Per questeretribuzionisi tratterebbe di
un incremento 3-5 per cento del
netto in busta-paga che darebbe un piccolo ma stabile sollievo
in grado di evitare un ulteriore
scivolamento.
L'altra operazione, in opzione, riguarderebbe sempre le fasce disagiate attraverso il potenziamento del piano povertà
ora in sperimentazione al Sud e
nelle grandi città, il «Sia». L'effetto dell' operazione emergerebbe solo in un periodo più lungo di tempo e l'esito sarebbe più
incerto per i meccanismi di attuazione, di identificazione dei
soggetti e delle modalità di accesso che attualmente prevedono la certificazione di un reddito
Isee inferiore ai 3 mila euro oppure l'assegnazione alle famiglie che hanno totalizzato meno
di4milaeuronegliultimiseimesi. Non è escluso tuttavia che un
potenziamento dell' operazione
arrivi anche grazie all'utilizzo
del programma inclusione dei
fondi europei.
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Lavoro e previdenza
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la Repubblica
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Foglio
13-04-2015
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2/3
Bonus, tre ipotesi sul tesoretto da 1,6 miliardi
Critiche dal centrodestra
Brunetta: Renzi
spudorato ha il deficit al
limite e pensa al tesoretto
Numero degli incapienti
LAVORO
DIPENDENTE
LAVORO
AUTONOMO
2.969.218
3.853.169
AGLI ESODATI
Damiano (Pd)
suggerisce di
utilizzare il
teso retto per la
settima
rdia degli
esodati e per
risolvere il
problema delle
ricongiunzioni
PENSIONE
3.116.132
3 ,
numerobe:ntfiçfefrf
"""'"nr,,, usare il
perle
dell'ordine e
potenziare
l'operazione strade
pulite e per la
sicurezza dei
cittadini
3.853.169·····
.entità bonus
(maggio diC:l!lmbre)
(mtl~g]QèfìC~mbte)
160eurò
230 euro
415 euro.
bonus mensile
bonus mensile
bonusmensile
20ellrò
entità bonus.
.
entità bonus
(mq!1!Jio dI'filmbre)
"2geuro'
52 euro
FONTE: Uil servizio politiche economiche
~\I ..~nr\"eSSere
l'attuale
di 80 euro
alle famiglie con
figli sulla base
dell'indicatore di
reddito Isee
PENSIONATI
Perii
sottosegretario alle
Infrastrutture
il bonus
andare
pensionati che
non ce la fanno e
aumentare le
tasse sul gioco
d'azzardo
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la Repubblica
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13-04-2015
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Data
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Foglio
11-04-2015
13
1
I.gps
Assunzioni invariate
ma diminuiscono
i contratti precari
ROMA. Aumentano leassunzìom a tempo indetermìnato e dimìnuiscono quelle con contratti precari ma nel complesso i
nuovi contrattirestano alivello
del 2014: secondo i dati dell'Inps le assunziom ( escluso il pubblico impiego, il lavoro domestico e gli operai agricoli), nei
primì due mesi del 2015 sono
state 968.883 , appena 13inpiù
rispetto allo stesso periodo del
2014. Non si può per ora dire
che l'occupazione sia rimasta
al palo perché mancano i dati
sulle cessaziom, ovvero quelle
sui contratti che nel periodo si
sono interrotti. Se le cessaziom
fossero meno di quelle dell' anno scorso, infatti, l'occupazione risulterebbe in aumento.
E se il dato sulle assunziom a
tempo indetermìnato è positivo (+20%) grazie agli incentivi
previsti dalla legge di Stabilità
( decontribuzione per un trienmo con un tetto di 8.060 euro)
non è altrettanto significativo
quello sulle assunziomtotali,rimaste al palo rispetto al 2014 a
causa della dimìnuzione dei
contratti precari. Leassunziom
a tempo determìnatocomplessive nel bimestre sono state
531,856 (-7%%) mentre le conversiom a tempo indetermìnato di contratti a termìne sono
state 78.287 (-11,2%). Le trasformaziom di contratto di apprendistato sono state 17.517
(+7,4%). Se si considerano le
tre tipologie sono 403.386 i
nuovi rapporti di lavoro a tempo indetermìnato stipulati nel
primo bimestre dell' anno
(+12,3%). La quota di lavoro
stabile sul totale aumenta dal
37,1 % al 41,6%. Le assunzioni
in apprendistato, infine, sono
dimìnuite dell'Il, 3%.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Data
LA STAMPA
Il
Pagina
Foglio
Per rendere stabile il calo delle tasse bisogna diminuire la spesa"
''Ancora molto spazio
per tagliare gli sprechi"
Intervista a Padoan: "TI bonus di 1,5 miliardi?
Potrebbe andare al sostegno dei redditi bassi"
12-04-2015
2/3
1 /3
La revisione della
spesa è viva e
vegeta. Siccome le
cifre obiettivo sono
quelle note da tempo,
bisogna fare ancora
molti sforzi,
importanti e utili
per migliorare
l'efficienza pubblica
Alessandro Barbera ALLE PAGINE 2-3
CAIlIJ()
"Un bonus contro la povertà
può aiutare la crescita"
TI ministro dell'Economia: "C'è molto spazio per ridurre ancora la spesa pubblica
Gimposta unica sugli iInrnobili non aumenterà il peso delle tasse per i cittadini"
Ministro Padoan, a lei piace la
parola tesoretto?
«Per nulla. Sembra di parlare
di soldi usciti dal cappello».
Einvece? \I centrodestra vi accusa di scambiare per fondi aggiuntivi un aumento del deficit.
«È vero il contrario. Siccome
la crescita migliora, e siccome
confermiamo gli obiettivi di
deficit, ne deriva uno spazio fiscale. Gli economisti di quella
parte politica dovrebbero riconoscere che non c'è lll~lla di
strano».
Sulla destinazione di questo miliardo e mezzo deciderete entro
le elezioni regionali?
«Non abbiamo ancora deciso.
La politica economica è fatta di
più fasi: il Documento di eco no-
mia e fmanza definisce il contesto, la legge di Stabilità entra
nel dettaglio».
Sta dicendo che se ne parla in
autunno?
«No, le sto dicendo che non abbiamo ancora deciso».
Le indiscrezioni dicono che il
premier vorrebbe un intervento
contro la povertà. A parte qualche voce, lo chiede tutto il Pd,
compreso il suo vice al Tesoro
Morando. Sarà questa la destinazione?
«Le opzioni possibili sono diverse. Però posso dirle che la
zioni? Se il problema dell'Italia è
sostenere la crescita, per alcuni
sarebbe meglio insistere nel ridurre le tasse sul lavoro.
«La logica di un intervento contro le povertà sarebbe la stessa
che ci ha portato a introdurre il
bonus degli ottanta euro. Uevidenza empirica dice che dove la
distribuzione delIa ricchezza è
più equa anche la crescita è migliore».
Nel Def che avete appena presentato le stime sono prudenti.
Nel Pd e qualche suo collega ministroavrebbe preferito più otti-
prudenza serve a mantenere la
rotta stabile. Poter confermare
la rotta dà fiducia a famiglie e
imprese».
Draghi dice che la ripresa che abbiamo di fronte è congiunturale. Ha ragione?
«Ha ragione, ma pecca di modestia quando non riconosce
che le decisioni della Banca
centrale europea hanno rafforzato la ripresa».
Ipotizziamo invece che la ripresa
abbia una fine prematura. Pensa
che stiamo cogliendo fino in
fondo la <cfinestra di opportuni-
strategia del governo ha più dimensioni: la crescita, il risanamento, l'inclusione, e dunque il
sostegno ai redditi più bassi».
I:Europa potrebbe avere obie-
mismo. Cosa risponde?
«Nel dibattito su questo provvedimento manca una dimensione: l'orizzonte temporale.
Quello giusto è triennale. La
tà" di cui parlate anche nel Def?
«Per approfittarne al meglio
dobbiamo fare tre cose. Rendere permanente ogni nuovo taglio di tasse, e questo può avve-
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Lavoro e previdenza
Pag.67
Data
LA STAMPA
nire solo rendendo permanenti
i tagli alla spesa; insistere con le
riforme, perché cambiano in
meglio iI funzionamento dei
mercati; infine, sostegno agli
investimenti».
A proposito di tasse: l'ultima
versione del Def ha fatto scendere la pressione fiscale di quest'anno dal 43,5 per cento al
42,9, quella dell'anno prossimo
dal 44,1 al 42,6. Eppure contate
di ridurre le agevolazioni fiscali
per ben 2,4 miliardi. Possibile?
«Abbiamo tenuto conto degli
80 euro che le regole di contabilità considerano spesa, e del
fatto che la prossima legge di
stabilità cancellerà la clausola di salvaguardia da 16 miliardi di euro».
Ci sono due punti interrogativi
sulla pressione fiscale del 2016:
la local tax e la conferma o meno
della decontribuzione. Possiamo dare per scontato che sulla
casa non pagheremo di più, e
che confermerete lo sgravio per
le assunzioni a tempo indeterminato?
«La local tax è tutta da costruire ma l'obiettivo è semplificare
la vita ai comuni e ai contribuenti, non certo aumentare iI
peso delle tasse. Sui contributi
faremo il possibile per alleggerirli ulteriormente».
Gli sgravi introdotti quest'anno
stanno facendo salire l'occupazione stabile, per ora di posti
nuovi se ne vedono pochi. Come
mai?
«Il fatto che stia migliorando la
qualità dei contratti mi sembra
importante, ed è una risposta a
chi diceva che questo governo
stava aumentando la precarietà. Per il resto stiamo commentando ad aprile i dati acquisiti
di febbraio. Insisto con la pazienza: gli elementi strutturali
del Jobs Act daranno frutti nel
medio termine».
In uno dei decreti del Jobs Act è
spuntata una clausola di salvaguardia per chi assume i collaboratori: se i fondi dovessero
terminare, pagano imprenditori
e lavoratori autonomi. Un po'
contraddittoria come scelta,
non crede?
«Le clausole di salvaguardia sono uno strumento tecnico che
garantisce gli equilibri di bilancio, soprattutto quando l'impatto di una misura non può essere valutato con certezza. Per
questa norma abbiamo messo
coperture che valgono, nei
Ritaglio
Lavoro e previdenza
Pagina
Foglio
prossimi tre anni, rispettivamente 16, 58 e 67 milioni di euro. Se possiamo neutralizzare
una clausola da 16 miliardi, non
avremo difficoltà a trovare una
soluzione per coprire costi aggiuntivi dalle nuove assunzioni,
anche se fossero il doppio di
quelli stimati».
Ripristinerete gli sgravi per chi
firma contratti aziendali? I:anno
scorso li avete tagliati.
«È un tema importante ma il bilancio non consente di fare tutto insieme. Una volta finito il
percorso del Jobs Act dovremo
discuterne».
Lei è favorevole ad una legge
sulla rappresentanza dei sindacati?
«Se sindacati e imprese si mettessero d'accordo fra di loro,
sarebbe un segno di grande
lungimiranza. Se non lo fanno,
valuteremo un intervento legislativo. Mutatis mutandis: le
banche popolari hanno avuto
vent'anni per autoriformarsi,
poiché non lo hanno fatto, è intervenutoilgoverno».
A proposito. Nonostante il decreto sia legge, la sensazione è
che non ci sia ancora quella spinta alle fusioni di cui avrebbe bisogno il sistema. Lei crede che a
quel punto meglio farle comprare da qualche grande istituto
straniero?
«Sono sicuro che le banche Popolari approfitteranno della opportunità che gli offre la trasformazione in società per azioni. Poiché siamo in un mercato
integrato, talvolta potrebbero
intervenire soggetti stranieri,
talvolta saranno le nostre banche a fare acquisti all'estero».
Lei prima parlava della necessità
dei tagli per ridurre le tasse. Renzi esclude che ce ne saranno di
aggiuntivi per gli enti locali, il
Def ne promette per altri. dieci
miliardi. Lo stesso premier ammette che ci sono "Regioni con
sette Province e ventidue aziende sanitarie". Sulla riduzione
delle partecipate siamo al palo,
l'abolizione delle Province va a
rilento. Non siete in ritardo?
«Margini per eliminare sprechi ce ne sono eccome, la revisione della spesa è viva e vegeta. Siccome le cifre obiettivo
sono quelle note da tempo, bisogna fare ancora molti sforzi,
che noi riteniamo importanti
e utili per migliorare l'efficienza pubblica».
Esulle privatizzazioni? Non siete
anche qui in ritardo sulla tabella
stampa
ad
uso esclusivo
di marcia?
«Le privatizzazioni riguardano
situazioni diverse. In alcuni casi - come è accaduto di recente
per l'ultimo pacchetto di azioni
Enel - la scelta è stata dettata
solo dalle condizioni del mercato. In altri - penso a Poste e Ferrovie - è necessario un processo
di valorizzazione più lento e che
ha l'obiettivo non solo di vendere, ma anche di migliorare l'efficienza di queste imprese e il
funzionamento dei mercati in
cui operano».
A proposito di efficienza dei
mercati: le Ferrovie dello Stato
ricevono fra i cinque e j sette miliardi all'anno a fondo perduto.
Non sono troppi e non vanno tagliati, posto che su quelle stesse
rotaie ci sarebbe anche un concorrente privato?
«È una possibilità. Per valorizzare occorre anche migliorare
l'efficienza delle aziende pubbliche, e dunque modificare la
politica dei sussidi».
I sindacati del pubblico impiego
lamentano che nel Def mancano
le risorse per i rinnovi contrattuali.
«Questa è una tipica questione
che riguarda la legge di Stabilità e la riforma della pubblica
amministrazione. Vedremo in
quei contesti».
Sulle prospettive economiche è
ottimista. E sulle residue possibilità della sua amata Roma di
vincere ancora il campionato?
«Sono paziente, nel medio periodo vincerà. Per ora mi accontento che la Lazio sia alle nostre spalle».
Twitter @alexbarbera
..
1()
i]
~.
miliardi
miliardi
I tagli ulteriori
della spesa
previsti
dal Def,
anche se
il premier
Matteo Renzi
si è impegnato a escludere
che finiscano
sulle spalle
degli enti
locali
la quota
minima
di sussidi
annuali
(ma si è
arrivati
anche a 7
miliardi) che
le Ferrovie
ricevono
dallo Stato
a fondo
perduto
12-04-2015
2/3
2/3
Fa remo di tutto per
confermare gli sgravi
sulle assunzioni dei
lavoratori a tempo
indeterminato
Le clausole per chi
assu me collaboratori?
Abbiamo le coperture,
non avremo difficoltà
a sostenere costi in più
Per la privatizzazione
di Poste e Ferrovie il
processo è più lento
Lobiettivo non èsolo
fare cassa
Siamo in un mercato
integrato, gli istituti
stranieri potrebbero
acquistare le nostre
Popolari e viceversa
_...._ - - - - -
Sa rebbe lungimira nte
un accordo sulla
rappresentanza,
diversamente ben
venga una legge
Pier Carlo Padoan
Ministro dell'Economia
e delle Fina nza
,
24
miliardi
~aumento
dell'lva in un
triennio che
si renderebbe
necessario
se i conti
pubblici non
fossero
in equilibrio
e dovessero
scattare
le clausole di
salvaguardia
miliardi
la somma
delle agevolazioni fiscali
che il governo
intende
cancellare
nel prossimo
triennio
attraverso
le disposizioni
del Documento economico
e finanziario
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del
destinatario,
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riproducibile.
Pag.68
Data
LA STAMPA
Pagina
Foglio
linee Il rapporto debito/PiI
12-04-2015
2/3
3/3
-------, - SCENARIO BASE
SCENARIO BASSA CRESCITA
SCENARIO ALTA CRESCITA
i prossimi
tre anni
iN PFHCENrUAl. r
_ Per rilanciare l'economia
e l'occupazione
il governo conferma gli sgravi
alle imprese
FONTE:
che assumono,
\11n\51.\.':ro
anchesenel
j;~~! l' C~::~ };~;~;;1~·ia·····
2016 potrebbe(' dd k' r in~H(~:'I:
ro essere rimodulati. Per
quest'anno la
decontribuzione
può arrivare
·<:.e.n1imeìTI - l.A STAMPA
a 8.060 euro
per ogni nuovo
contratto
2015
2016
2017
2018
a tempo indeterminato
_Verrà
sfoltita la giungla delle settecento agevolazioni fiscali. Per
esempio si comprimeranno
quelle sugli
interessi sui
mutui e si proverà a ridurre
la disparità fra
le Regioni riguardo ai criteri
con cui vengono
concesse le
pensioni di
invalidità
l:?U
.. ì
2019
2020
2021
2022
2023
2024
2025
2026
2027
per cento
1/ peso della
pressione
fiscale atteso
dal governo
nel 2015,
in netto
arretramento
rispetto al
43,5% dell'anno scorso
_ La prima
parte dei decreti
fiscali approderà in Consiglio
dei ministri il21
aprile. La seconda parte, invece,
arriverà a giugno. Lo ha annunciato il premier Renzi in
conferenza
stampa dopo la
presentazione
del Documento
di economia e
finanza (Def)
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Renzi vorrebbe allargare il bonus fiscale. Brunetta (Forza Italia): vuole comprarsi le refJionali
Def, spunta un tesoretto da 1 5 ~ld
Ncd, De Girolamo pronta aUo strappo. Puglia, ~i si spacca
A
~
DI rtLESSANDRA RICCIARDI
U
no spazio di manovra
per la finanza pubblica. Il premier Matteo
Renzi lo ha voluto a
tutti i costi per bilanciare una stagione
in cui non ci saranno
nuove tasse, come ha
annunciato martedì
scorso lo stesso premier, ma neanche tagli
alle tasse. Alla fine il
ministro dell'economia
Pier Carlo Padoan'
è riuscito a scovare nel
Def un tesoretto di circa 1,5 miliardi di euro
che Renzi vorrebbe
destinare in primis al
welfare con un decreto
ad hoc. Mettere a punto
la manovra è costato lo
slittamento a ieri sera
del consiglio dei ministri chiamato ad approvare il Documento
di economia e finanza.
Via libera, invece, alla
ratificata della nomina
a.nuovo sottosegretario alla preSIdenza del consiglio di Claudio De Vincenti, il quale ha
prestato giuramento e assunto
le proprie funzioni. «Qualche
ora in più al Defper dare nuove risorse per affrontare vecchi
problemi: cambiare lo stato soci~e diventa più facile», spiega
Filippo Taddei, responsabile
economico della segreteria del
Partito democratico. «Si tratterebbe di una sorta di bonus da
indirizzare verso una serie di
misure per il welfareì>, spiega
Cesare Damiano (Pd), presidente della commissione lavoro
della camera. «Se ci sarà, come
pare - prosegue Damiano - un
decreto contenute le misure ad
hoc valuteremo il contenuto
delle proposte», scandisce Damiano, tra i rappresentanti di
punta della minoranza che fa
capo ad Area rifonnista, in queste settimane impegnato in un
duro braccio di ferro con Renzi
sulla legge elettorale. «Bisogna
evitare che ci sia una eccessiv!l frammentazione di queste
nsorse», aggiunge il presidente della commissione lavoro
«non bisogna dimenticare ch~
abbiamo l'esigenza prioritaria
di correggere il sistema pensio-
rustico mtroducendo un criterio
di flessibilità nell'uscita dal lavoro verso la pensione, a partire dai 62 anni di età». L'ipotesi
più gettonata in verità parlava
fino a tarda sera di allargare
il bonus degli ottanta euro ai
più poveri, quelli che hanno un
reddito inferiore agli ottomila
euro l'anno, o alle famiglie numerose. Fino alla fine regnava
l'incertezza, Renzi ha chiesto di
fare simulazioni,capire come la
prenderebbe l'Europa. In ogni
caso il premier ha voluto quel
margine nel Def, perché solo
se previsto dai documenti programmatici nessuno in futuro
potrà dire che il governo non
rispetta gli impegni e la tenuta
dei conti pubblici. E alla fine il
Tesoro lo ha trovato nello scarto
tra l'andamento del deficit tendenziale (2,5% del Pil) e quello
programmatico(cherestafissato al 2,6% ) che invece il governo
punta a raggiungere nel 2015.
Insonnna, il governo peggiorerà i conti, dentro la flessibilità
concessa dall'Ve, per cercare
risorse pro-cittadini. Lo O 1%
di differenza equivale proprio
a 1,5/1,6 miliardi di euro.
Forza Italia attacca: Renzi
vuole comprarsi le regionali
Via Twitter il capogruppo
dei deputati di Forza Italia
Renato Brunetta, sintetizz~
così: «Dei pare che Renzi voglia
destinare bonus di 1,5 mld a
welfare. Per decreto. Per comprarsi elezioni regionali come
europee con 80 euro?».
Rincara la dose la responsabile comunicazione di Forza
Italia, Deborah BerganIini:
«Tesoretto nel Der? Si vede che
Pd non è così sicuro di esito regionali e ricorre a misura spot.
Peraltro neanche nuova: bonus
è un film già visto». Il leader della Lega Nord, Matteo Salvini,
si affida invece ai microfoni di
Radio Padania: «Se davvero
Renzi ha trovato un miliardo e
mezzo di euro come dice, li destini immediatamente alle vittime della legge Fornero, sennò'
andiamo a tirargli le orecchie
per ore». Prende tempo Susanna Camusso, leader della Cgil:
«Prima vediamo come è scritto
il DeD>.
De Girolamo
. d fu rI
'. ' ~~ pie e o
Ncd. Totl. tomi In Fi
«Se smarriremo la nostra
identità prendendo ancora di
più ordini da Renzi, ecco: andrò via, perchè resto alternativa al premier. Intanto penso
a un partito unico o federato,
sul modello dell'Ump. Lasciamo da parte i personalismi e
i rancori». Lo ha affermato in
un'interrvista al quotidi~no
l R
bbr
«a
lca»,
deputata
di Ncdepu
NWlZia
DelaGirolamo
ex capogruppo a Montecitori~
sostituita nei giorni scorsi da
Ma ..
. UI'lZlO
Lupi.«Se
E poi,
ancora
in Campapiù
perentoria:
nia Ncd darà il sostegno al candidato di centrosinistra, Vincenzo De Luca, allora uscirò
dal partito, siamo al bivio». Una
affermazione commentata durante la diretta diAgorà (fuu 3),
dal consigliere politico di Berlusconi, Giovanni 'lbti: «Nunzia
De Girolamo? lo me la riprendo
a braccia aperte se vuole tornare in Fi; le sue posizioni sono
condivisibili dal momento che
il partito di Alfano si chiama
Nuovo Centrodestra e di centrodestra ha veramente molto
poco», ha concluso il candidato
alla Presidenza della Regione
Liguria. La De Girolamo intanto si sta attrezzando: «Sto raccogliendo le firme per chiedere
un'assemblea straordinaria di
Ncd, un congresso, per cercare
di cambiare la linea del partito». A stretto giro la risposta del
sottosegretario all'istruzione di
Ncd, Gabriele Toccafondi:
«Due anni fa abbiamo deciso di
stare nel Governo per senso di
responsabilità. Ad oggi, un'alternativa non c'è. Nunzia De
Girolamo sa che questo è l'unico
governo che può fare le riforme
che infatti stiamo facendo». '
..
Il nnracolo nella notte e questo
s~tta allo ~te~s~ Sc~ittulli ~ a
Fit1;<>... ». ~wgt VItali, co~s­
s3?o ,regI~nale a~zurro m ~~
gha, e furioso n~l con~onb ~l
Fr~c~~o Schittulli, ~di­
dato mlzmlmente appoggIasto
da Silvio Berlusconi come
governatore in Puglia, «ora ci
troveremo un altro candidato».
Schittulli ha annunciato nel
corso di una conferenza stampa che sarà sostenuto solo da
Raffaele Fitto e
dagli altri partiti
del centrodestra. Di
fatto si consuma la
spaccatura di Fi. Vitali nei giorni scorsi
avevo aperto alle
richieste dei fittiani
e di Schittulli, accettando di candidare
tutti i consiglieri
regionali uscenti.
Un'apertura che il
Movimento Schittulli, però, non ha
ritenuto sufficiente
perchè, ha precisato,
si chiedeva a Vitali
«l'inserimento nelle
liste di Forza Italia
dei consiglieri regionali uscenti, amIllÌnistratori e dirigenti
del partito».
Passera a Renzi:
l'.ltalicum non va
Forza Italia allo sbando
In Puglia, Schittulli con Fitto
Sempre più incandescente
la situazione in Forza Italia
dilaniata dalla guerra tra az~
zurri e fittiani per le elezioni
regionali. Il caso più eclatante
ieri, in Puglia. «Dopo le parol~
di Schittulli non è più il candidato di Forza Italia. Dobbiamo Strage tribunale, Sabelli
trovame un altro e fare presto, (Anm): giustizia sola
a meno che qualcuno non faccia
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tribunale di Milano, con l'ucci- Appiani e Giorgio Erba, ucsione di tre uomini, «dimostra cisi dall'imprenditore Claudio
che la giustizia è stata lasciata Giardiello, che ha confessato:
sola». Ne è convinto il presiden- «Sono stato rovinato dai tribute dell'Anrn, Rodolfo Sabelli, nali, odio i giudici». Secondo
intervenuto dall'aula magna Sabelli quanto accaduto «ha un
del tribunale dove sono state valore direttamente simbolico»,
ricordate le vittime. «Siamo perché rappresenta «la solituqui per chiedere rispetto». ha dine in cui tante volte è stata
detto prendendo la parola al lasciata la giustizia». Per Satermine del minuto di silenzio belli, insomma, la sparatoria è
osservato per commemorare il
frutto di <<troppe tensioni che
giudice Fernando Ciampi, il
si raccolgono sulla giustizia»,
l'avvocato Lorenzo Claris
ma anche della «troppa rabbia
che si genera su chi esercita la
giurisdizione». Per questo ha
voluto «richiamare tutti a un
doveroso rispetto, precondizione per tenere a freno quella
rabbia». Alla fine un appello
ad avvocati e magistrati: «Da
questa tragedia deve nascere
un senso di recupero: è il momento di ripartire da zero».
Province, sindacati in piazza
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contro il governo
Un'accusa pesante: aver perso 5 anni a fare riforme di facciata che hanno come risultato
<<il caos, l'assenza di un progetto
di riordino, tagli pesantissimi
per oltre 6 miliardi, tutti ricaduti sui lavoratori pubblici e sui
servizi ai cittadini». Così CgilFp Cisl-Fp e Uil-Fpl oggi portano in piazza i dipendenti di
province e città metropolitane contro il governo e la sua
riforma.
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1
IN SICILIA
Tirocini
anche dopo
licenziamenti
Anche le aziende siciliane
che negli ultimi 12 mesi hanno effettuato riduzioni di
personale potranno ospitare
tirocinanti nell'ambito della
Garanzia giovani. La regione
ha infatti deciso di derogare
in tal senso a quanto previsto dal Piano nazionale. «Un
segnale sicuramente positivo
per le imprese che va ad innescare un clima generale di
fiducia», commenta Andrea
Cafà, presidente nazionale
di Cifa - Confederazione Italiana delle Federazioni Autonome, sottolineando con
«gnrnde soddisfazione che la
Regione Siciliana ha recepito la nostra proposta». «Un
clima di fiducia», aggiunge
Cafà, «supportato in primis
dalla politica economica del
premier Renzi, orientata,
secondo quanto previsto nel
Def, a «irrobustire» la ripresa, con «un deciso recupero
dell'occupazione nel prossimo triennio». A ciò si aggiungono i positivi sperati effetti
dei gnrndi eventi italiani, da
Expo al Giubileo. Auspichiamo pertanto che anche sul
piano nazionale ci sia un intervento politico affinché il
tirocinio sia applicabile nella
più vasta platea possibile di
imprese».
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JOBS ACTI Arriva in parlamento, con qualche novità, il dlgs sulle tipologie contrattuali
Addio al precariato nella p.a.
Dal 2017 stop a co.co.co. a carattere personale
DI DANIELE CIRIOLI
top al precariato nel
pubblico impiego. Dal
1 gennaio 2017, infatti, scatterà il divieto
per le p.a. di stipulare cO.cO.co.
con contenuto personale e ripetitivo. Lo stabilisce lo schema
di dlgs con il «testo organico
delle tipologie contrattuali e
revisione della disciplina delle mansioni», trasmesso ieri al
Parlamento per il parere delle
commissioni. Confermato l'addio al lavoro a progetto e l'applicazione della disciplina del
lavoro subordinato alle co.co.
co. personali e ripetitive del
privato. Confermata, infine,
anche la sanatori a di tutti i
collaboratori ma senza più il
termine finale del 31 dicembre 2015, ma uno iniziale: a
partire dal 2016.
S
0
Addio al lavoro a progetto. Il provvedimento dà attuazione ai commi 7 e 11 dell'art.
1 della legge n. 183/2014 (Jobs
Settore
privato
Settore
pubblicò
Act). Una novità immediatamente operativa è relativa al
lavoro a progetto. Sin dall'entrata in vigore del decreto di
riforma, infatti, non sarà più
possibile sottoscrivere nuovi
contratti del genere, mentre
la relativa disciplina (dettata
dal dlgs n. 276/2003, la riforma Biagi, agli artt. dal 61 al
69-bis) resterà efficace esclusivamente per regolamentare
i contratti in atto alla stessa
data di entrata in vigore della
riforma (e fino alla loro naturale scadenza).
borazioni, costruiti nel tempo
dalla giurisprudenza), è previsto che si applichi «la disciplina del rapporto di lavoro
subordinato». Restano fuori
da tale vincolo, le collaborazioni disciplinate da accordi
collettivi; o prestate nell'esercizio di professioni per le quali è necessario l'iscrizione ad
albi; o relative a funzioni di
amministrazione e controllo
o in collegi e commissioni;
oppure relative a prestazioni
di lavoro rese a favore di associazioni e società sportive
riconosciute dal Coni.
Collaboratori come dipendenti. La seconda novità
Stop ai precari del pubriguarda le cO.cO.co. del set- blico impiego. La terza notore privato. Dal 1 gennaio vità non era prevista nel testo
2016, quelle che realizzano della prima bozza di dlgs di
prestazioni esclusivamente riforma approvata dal consiglio dei ministri. Un ultimo
personali, continuative, di
periodo aggiunto al comma
contenuto ripetitivo e le cui 3 dell'art. 47 stabilisce che
modalità di esecuzione siano dal 1 gennaio 2017 è fatto
organizzate dal committente divieto alle p.a. di stipulare
anche con riferimento ai tem- le collaborazioni coordinate
pi e luogo di lavoro (si tratta,
in sostanza, degli indici «cri- e continuative a carattere
tici» di autonomia delle colla- esclusivamente personale e
0
0
e ripetitivo
di contenuto ripetitivo.
Sanatoria senza termini.
La sanatoria delle co.co.co. entrerà in vigore dal prossimo
anno. Al fine di «promuovere
la stabilizzazione dell'occupazione mediante il ricorso a
contratti di lavoro dipendente
a tempo indeterminato, nonché di garantire il corretto
utilizzo dei contratti di lavoro
autonomo», infatti, è previsto
che ai datori di lavoro che procederanno all'assunzione «di
soggetti già parti di contratti
di collaborazione coordinata
e continuativa, anche a progetto, e di persone titolari di
partita Iva», potranno fruire
dell'estinzione degli illeciti
amministrativi, contributivi
e fiscali connessi all'erronea
qualificazione del pregresso
rapporto di collaborazione.
Unica condizione per il datore
di lavoro: assicurare la continuità dell'assunzione per un
anno (12 mesi), salvo recesso
per giusta causa o giustificato
motivo soggettivo.
• Abrogato il lavoro a progetto. Le norme restano in vigore solo per
i rapporti in essere alla data di entrata in vigore alla riforma
• Dal 2016 si applica la disciplina del lavoro dipendente alle co.co.
co. personali, continuative, di contenuto ripetitivo organizzate dal
committente
Dallo gennaio2017 è fatto divieto alle amministrazioni pUbbliche di
stipulare cO.cO.co. personali, continuative, di contenuto ripetitivo
m,
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Meno precari, ma i posti non crescono
- 9.847
1.208
7,4%
444.073
12,3%
- 39.787
- 4.273
13
-11,3%
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968.883
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CaIano i precari, anche se non cresce l'occupazione. Tra gennaio e febbraio, infatti,
sono stati creati solo 13 posti di lavoro in
più rispetto allo spesso periodo del 2014;
l'occupazione, però, è meno precaria: sono
diminuiti di 44 mila unità gli assunti a termine e gli apprendisti, mentre sono cresciuti di 53 mila unità gli assunti a tempo
indeterminato. A sostenerlo è l'Inps in un
comunicato stampa diffuso ieri, per dar via
al nuovo «Osservatorio sul precariato».
Il comunicato spiega che, con il nuovo servizio, l'Inps procederà ogni IO del mese,
a partire dal corrente mese di aprile, a
pubblicare sul sito internet istituzionale
(www.inps.it), tabelle con gli aggiornamenti dei dati relativi ai nuovi rapporti
di lavoro e alle retribuzioni medie.
Il primo report sul precariato si riferisce
ai primi due mesi del corrente anno. Come
precisato dall'Inps, i dati sono stati elaborati sulla base degli archivi Uniemens
(denunce contributive) relative ai lavoratori dipendenti, esclusi quello pubblico (ex
Inpdap), dei lavoratori domestici e degli
operai agricoli. La rilevazione fa riferimen-
37.914
968.870
- 7'()~i
0,0%
to a tutte le tipologie di rapporti di lavoro
dipendente, incluso il lavoro somministrato
e quello intermittente.
Ilesordio dell'osservatorio è buono. Infatti, stando al primo report (una sintesi è
in tabella), nei mesi di gennaio e febbraio
sono aumentati i rapporti di lavoro a tempo indeterminato del 20,7%, rispetto allo
stesso periodo dal 2014. In particolare, nei
primi due mesi del 20 15 i rapporti di lavoro
a tempo indeterminato stipulati in Italia
sono stati 307.582, il20,T'J6 in più rispetto
all'analogo bimestre del 2014 (quando furono 254.870). Considerando le conversioni a
tempo indeterminato dei rapporti a termine e degli apprendisti il dato sale a 403.386;
in tal caso la variazione è inferiore rispetto
allo stesso periodo del 2014, ossia il 12,3%
in più. Complessivamente, tuttavia, l'occupazione non è cresciuta: solo 13 posti in
più. Quello che è cambiato è la fisionomia
del mercato del lavoro: la quota rapporti di
lavoro stabili è passata dal 37,I % del primo
bimestre 2014 al 41,6% dei primi due mesi
del 2015.
Daniele Cirioli
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Il Jobs Act non basta
servono anche altri
interventi per il lavoro
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con una remunerazione di 800 euro al mese. Un
piano straordinario per lo sviluppo dell'apprendistato legato anche al nuovo artigianato e all'artigianato digitale.
L'istituzione, eventualmente in collaborazione
con Invitalia, di un' Agenzia per il sostegno e la promozione delle start up giovanili, incentivando così
un fenomeno con l'orientamento all'innovazione
intellettuale e tecnologica che si è diffuso fra tanti
giovani cervelli italiani.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Luigi Tivelli
a ascritto a merito di Matteo Renzi di aver
sconfitto quella sindrome da tempo propria
dei governi. italiani che Guglielmo Negri, già
negli anni Ottanta, definì, in un editoriale del
Messaggero, del "Riformismo immobile". Egli ha
potuto avviare finalmente una serie di riforme da
tempo attese, riportando in seno all'esecutivo la capacità di assumere responsabilità e decisioni, innovando anche profondamente la costituzione materiale, dato che di fatto si è instaurato un modello di
premierato forte, che ancor più si consoliderà col
varo della nuova legge elettorale. Se esso contribuirà a garantire un sistema capace di assumere con
tempismo le decisioni necessarie per il Paese, accompagnandole con riforme appropriate, ci sembra il modo migliore per riprendere finalmente il
cammino della crescita.
Proprio alla luce del modello di governo di fatto,
instauratosi, se consideriamo le azioni e le riforme
principali sin qui avviate, ritroviamo effetti positivi
laddove ciò è avvenuto sotto la guida diretta del primo ministro Renzi, com'è avvenuto, da ultimo,
quando egli ha assunto in proprio la regia del Jobs
act e degli stessi decreti legislativi di attuazione.
Ora, il Jobs act è certamente una riforma importante, che risolve una parte delle tante questioni aperte del mercato del lavoro, ma non basta di per sé a
dare una risposta a livello strutturale della disoccupazione italiana. Ma il ministro Poletti ha partorito
il topolino del progetto "Garanzia Giovani": a quasi
un anno (la data di avvio è stata il primo maggio
2014) i giovani realmente avviati al lavoro grazie a
tale progetto sono poche migliaia. I ragazzi che si
sono iscritti alla "Garanzia Giovani" tramite la
complessa procedura attivata dalle Regioni sono
circa 501.000: ciò che è più grave è che questo avviene dopo che l'Italia era riuscita a ottenere dalla
Ue una dotazione di circa 1,5 miliardi per questo
progetto per il biennio 2014/15. L'errore di fondo è
stato, come avevamo scritto in tempi non sospetti,
aver puntato su un modello che fa perno sull'istituziope più inefficiente del Paese, le Regioni.
E poi il caso finalmente di assumere che solo
azioni basate su piani straordinari possono dare
una risposta concreta allivello straordinario della
nostra disoccupazione giovanile. Ne indichiamo di
seguito alcuni su cui varrà la pena tornare, tutti legati a fabbisogni ed esigenze fondamentali del Paese. Il piano straordinario di riassetto idrogeologico
'"
e messa in sicurezza del territorio, che coinvolga
'"o
insieme le migliori competenze. Un piano straordinario di formazion~-lavoro, tramite il coinvolgi~
mento delle forze sociali e delle Regioni, che offra a
~c
decine di migliaia di giovani l'opportunità di cicli
o
brevi di formazione e stage in azienda. Un rinnova{l
to servizio civile in cui operino per un periodo da
~
~se~i~m~e~sl~'a~u~n~a~n~n~o~a~l~se~rvI~'z~i~o~d~e=ll~e~l~o~r~o~c:o~m~u~n~l~'t~à__~~~__~~~__~~__~______~__~~~~================~~
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Statali, blocco
degli aumenti
Redditi minimi
dal tesoretto
~Non previste nel Def risorse aggiuntive
per i dipendenti Pa. Dal bonus di 1,6 miliardi
assegno ai disoccupati in stato di povertà
ROMA Non ci sono soldi per i
contratti dei dipendenti pubblici. Il Def, Documento di economia e finanza, non include nei
suoi conti le risorse per i rinnovi: servirebbero oltre 8 miliardi di euro e viene così prolungata al 2019 la situazione di "vacanza contrattuale". Grazie al
tesoretto spunta invece !'ipotesi di un reddito minimo per i disoccupati in stato di povertà.
Con il bonus di 1.6 miliardi il
piano prevede un sostegno da
500 euro al mese ai più disagiati: la platea si restringe agli ultracinquantenni con figli a carico e privi di altri redditi. Tra
gli altri interventi spuntano anche agevolazioni fiscali per
1,5-2 miliardi di euro.
Bassi, Cifoni, Conti
e Di Branco alle pago 2 e 3
Statali, zero soldi
per i contratti
Servirebbero
oltre 8 miliardi
.. Le risorse finanziarie per i rinnovi non previste nel Def
che anzi prolunga fino al 2019 la situazione di "vacanza"
IL OOCU~UNTO
ROMA I dipendenti pubblici resta-
no nel limbo. Il Documento di
economia e finanza non include
nei suoi conti le risorse per i rinnovi contrattuali, che però vengono piuttosto puntualmente
quantificate, con importi crescenti dagli 1,7 miliardi del 2016
agli 8,8 del 2019. Dunque se n governo vorrà interrompere n blocco della contrattazione introdotto ormai nel 2010 dovrà trovare
con la prossima legge di Stabilità
questi soldi, oltre ai lO miliardi
necessari per non far scattare dal
prossimo anno l'aumento dell'Iva. Da un punto di vista tecnico,
la questione è sottne. Il Def, come
ricordato anche dal premier Renzi, non è una legge che dispone
nuove misure. E d'altra parte le
sue tabelle più dettagliate SGno
elaborate a legislazione vigente,
ossia sulla base di entrate e uscite già previste da appositi provvedimenti. Coerentemente, il quadro a legislazione vigente include anche - ad esempio - n previsto gettito atteso proprio dall'aumento delle aliquote Iva. Su questo tema però c'è un impegno politico ben preciso a disinnescare
la minaccia, espresso in forma discorsiva e poi applicato in un'apposita tabella sulla pressione fiscale "corretta".
LA SCELTA DEL GOVERNO
Nulla di tutto questo si trova per i
contratti pubblici, nonostante
nei mesi scorsi Marianna Madia,
ministro della Publica amministrazione, abbia aperto alla possibilità di un cambio di rotta in materia. Anzi implicitamente n blocco viene confermato per un lun-
go periodo visto che si prevede
invece, a legislazione vigente, l'erogazione dell'indennità di vacanza contrattuale anche per n
periodo 2019-2021. Di rinnovi si
parla solo in un capitolo tecnico
della sezione II del Documento,
dedicato allo scenario "a politiche invariate", ovvero quello derivante dalla conferma di impegni che in passato venivano rispettati. In questa sede viene
quantificata la maggior spesa
che sarebbe necessaria: 1,2 miliardi n prossimo anno e poi 4,2
nel 2017, 6,7 nel 2018 e 8,8 nel
2019. Per trovare i fondi sarebbe
necessario allargare n piano di
revisione della spesa da lO miliardi, che comunque non è di per sé
sufficiente a scongiurare l'applicazione di tutte lì~ clausole di salvaguardia: infatti n governo fa affidamento su un ulteriore 0,4 per
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cento di PiI (poco più di 6 miliardi) derivante dalla scelta - anche
per il 2016 - di puntare ad un disavanzo maggiore di quello tendenziale. Si potrà capire forse nei
prossimi mesi che intenzioni ha
l'esecutiVo; intanto la CgiI inizia a
minacciare la mobilitazione
avendo constatato l'assenza delle
risorse finanziarie.
Proprio sui lO miliardi da trovare iI Def fornisce qualche indi-
cazione, spiegando che arriveranno solo in parte da risparmi
di spesa: oltre che sulla revisione
delle agevolazioni fiscali (che si
tradurrà in aumento delle entrate) si punterà anche sul contrasto
all'evasione ed in particolare sulla tracciabilità delle transazioni
commerciali, ovvero l'applicazione della fatturazione elettronica
obbligatoria. anche ai rapporti
12-04-2015
2
2/2
tra imprese private.
Intanto, sempre a proposito di
lavoro pubblico è atteso per la
prossima settimana il provvedimento che dovrebbe dare una soluzione - perlomeno provvisoria
- al caso dei dirigenti delle agenzie fiscali la cui nomina di recente è stata giudicata illegittima dalla Corte costituzionale.
LucaCifoni
© RIPRODUZIONE RISERVATA
~numeri del Def
I
Il
Pil
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: PRESSIONE FISCALE (in %del Pii)
+1,5%
<> A legislazione vigente
45
<> AI netto 80 euro e clausole
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PER SCONGIURARE
l'AUMENTO DEll'IVA
ANCHE LOTTA
All'EVASIONE
CON IPAGAMENTI
TRACCIABILI
2015
•
DEFICIT
2018
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COSTO.ilE~ RINNOVb DEI CONTRAnl PUBBLICI
(miliardi di euro) .
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-2,6%
DEBITO PUBBLICO
132,5%
130,9%
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Lavoro e previdenza
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Quotidiano
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Data
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11-04-2015
9
1
968.883
Inps Nei primi 2 mesi 20151a nuova occupazione èzero Posti
Esul lavoro il governo
ha fatto 13. Contratti
Gli sgravi alle imprese ci sono, i posti ancora no
vità pagano somme importanti per facilitare le assunzioni
ma ai giovani e a chi è in cerca
di lavoro resta solo un pugno
di mosche. I dati sono lì a confermare che nonostante gli annunci la situazione del mercato del lavoro resta in fortissimo stallo. Nei primi due mesi
de120l5 i rapporti di lavoro attivati sono stati 968.883, cioè
solo 13 in più rispetto ai
968.870 dei primi due mesi del
2014. In termini percentuali significa zero. In barba dunque
all' entusiasmo del governo
che nella legge di stabilità aveva stimato la possibilità di arrivare a creare un milioni di posti di lavoro in più mentre alla
fine dello scorso mese il minist~o del Lavoro ~~letti e il pre-
Filippo Caleri
[email protected]
• L'effetto Renzi sul mercato
dellavoro si riassume innumero: tredici. Numero fortunato
sicuramente per molti, ma
non per il premier. Già perché
a leggere le tabelle dell'osservatorio dell'Inps sul precariato daieri sul sito dell'istituto di
previdenza i posti di lavoro in
più creati nei primi due mesi
de120l5 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno sono
solo 13. E questo nonostante
le risorse per ladecontribuzione e cioè gli sgravi per chi assumeva fossero ben operativi e
allettanti per gli imprenditori.
In sostanzalo Stato e la colletti -
mIer avevano gnoato con successo ai 79 mila contratti stabili in più che non tenevano conto delle cancellazioni, cioè dei
rapporti di lavoro che nel frattempo erano giunti al termine. Insomma per ora di nuovi
posti, veri, non ce n'è nemmeno l'ombra.
Un merito comunque al governo e alle sue misure variconosciuto. E cioè che a gennaio
e febbraio, i primi mesi di applicazione degli sgravi fiscali
per chi assume sono aumentate le nuove assunzioni a tempo indeterminato. Nel complesso sono state 307.582, il
20,7% in più rispetto a quelle
dello stesso periodo del 2014,
prima dell'insediamento di
Renzi a Palazzo Chigi. Ad aumentare anche le conversioni
Sono quelli creati nei primi due
mesi del 2015. Nello stesso
periodo dello scorso anno erano
solo 13 di meno
307.582
Tempo indeterminato
Il numero di nuovi contratti non
precari creati da gennaio a febbraio di quest'anno.
Una cifra in aumento del 20%
dei contratti di apprendistato
(+7,4%). Un boom però a cui
ha fatto da contrappeso unforte calo dei contratti a termine
(-7%) e dei nuovi contratti di
apprendistato (-11,3%), oltre
che da una riduzione
dell'11,2% delle conversioni a
tempo indeterminato di rapporti a termine. Sempre agennaio e febbraio 20 151e conversioni a tempo indeterminato
di rapporti a termine e gli apprendisti trasformati in tempi
indeterminati sono stati
95.804, cifra che porta i nuovi
rapporti di lavoro stabili a quota 403.386. Cosa che segnale
che la qualità del lavoro migliora, nel senso che una parte di
quanti avevano contratti precari sono stati stabilizzati. Ma
per ora è ancora poco.
Tendenza
Molti rapporti a termine
sono stati stabilizzati
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Quotidiano
IL ,,"~MATTINO
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Foglio
13-04-2015
7
1
Jobs act e nuovi contratti, Poletti:
«Il lavoro ci sarà, vedrete a marzo»
In campo dopo lo stop al rialzo
dei contributi alle imprese:
«Le risorse sono abbondanti»
Giusy Franzese
ROMA. Via una clausola se ne trove-
rà un' altra. O forse nessuna. Perché
non è detto che i soldi non siano sufficienti. Dopo la marcia indietro sulla clausola di salvaguardia inserita
nel decreto di riordino dei contratti
con un contributo aggiuntivo a carico delle imprese, il govemo ostenta
assoluta tranquillità. Quella clausola «vale 16 milioni, figuriamoci se
nonla smontiamo, visto che stiamo
studiando un Def dove ne smonteremo una da 16 miliardi per scongiurare l'aumento Iva» affenna il
ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, a Sky tg24. Il quale poi ribadisce:
«Le risorse sono largamente abbondanti». Insomma il tutto nasce da
un eccesso di prudenza, casomai la
nonna sulla trasformazione di rapporti da precari in stabili dovesse
avere più successo del previsto. Per
ora il governo ha messo in conto - e
finanziariamente coperto (16 milioni nel 2015, 52 nel 2016, 40 nel 2017,
28 nel 2018) - la conversione di
37 .000 rapporti di collaborazione in
contratti a tempo indetenninato.
La salvaguardia - ricorda ancora Poletti - «viene introdotta quando ci
sono previsioni incerte». E serve a
fare in modo che le agevolazioni
perdurino anche nel caso le domande superassero le previsioni. Se così
fosse, in mancanza della clausola,
infatti, il governo avrebbe due strade: o varare un nuovo provvedimento di rifinanziamento, oppure
chiudere i rubinetti per cui chi arriva dopo rimane a secco.
Nessuna fretta, c'è tempo per decidere, fanno sapere ufficiosamente dal governo. Ricordando che il
decreto legislativo sul riordino dei
contratti nel quale è contenuta la
clausola da eliminare, è appena approdato in Parlamento. L'iterprevede 30 giorni di tempo per i necessari
pareri e in questo mese si troverà
una soluzione. «Prima della definitiva approvazione del provvedimento» la clausola «verrà superata» assicura Poletti.
Intanto dal mercato del lavoro
arriveranno anche più elementi
che aiuteranno a capire se davvero
serviranno più soldi. I primi dati
davvero indicativi si avranno già fra
una decina di giorni. Il 23-24 aprile,
infatti, saranno resi noti i risultati su
assunzioni e cessazioni del mese di
marzo (il decreto che introduce il
contratto a tutele crescenti è entrato in vigore il 7 marzo) e quindi si
potrà iniziare ad avere un quadro
un po' più significativo dell'effetto
combinato tra de contribuzione introdotta con la legge di Stabilità e
novità delJobs act.
Dopo le polemiche sull'eccesso
di entusiasmo da parte del governo
per i dati del primo bimestre
(79.000 nuovi contratti, soprattutto
stabilizzazioni di contratti già esistenti per cuil'effetto sulla disoccupazioneè stato nullo ), la parola d'ordine ora è cautela. Ma non per questo l'ottimismo svanisce. «Ci sono
segnali chiari sul mondo dellavoro,
con una diminuzione dei contratti
a tempo determinato e un aumento
di quelli a tempo indeterminato.
Aspettiamo i dati ma intanto sta diminuendo la precarietà» dice il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, al Tgl.
Le opposizioni restano scettiche. E ricordano gli ultimi dati diffusi dall'Istat, in base ai quali si è scoperto che la differenza tra i rapporti
di lavoro attivati nel primo bimestre 2015 e lo stesso periodo del
2014, è di soli 13 contratti in più. Poletti però non si scoraggia. «Sono sicuro che a marzo i numeri saranno
molti, molti di più di 13 posti. Lo sono già di più» dice convinto.
Perl'esercizio delle deleghe del
Jobs actil governo ha tempo fino al
lO giugno. Attualmente due decreti
sono già in vigore: tutele crescenti,
nuovi sussidi per i disoccupati (N aspi). Altri due sono appena approdati in Parlamento: riordino dei
contratti, conciliazione tempi di vita e lavoro. Secondo il cronoprogramma del governo entro maggio
saranno varati in via preliminare
dal Consiglio dei ministri sia il decreto sulla semplificazione delle
procedure e degli adempimenti, sia
quello che istituisce l'Agenzia per
l'attività ispettiva, organismo in cui
dovrebbe confluire il personale
dell'Inps, dell'Inail e dello stesso ministero del Lavoro (manca ancora
l'accordo con i sindacati). Poi a giugno sono previsti i decreti sulle politiche attive e quello che rifonneràla
cassa integrazione. Su quest'ultimo
fronte Poletti ieri ha ribadito che le
modifiche serviranno anche per disincentivare gli abusi. A questo fine
sarà introdotto il principio per cui
la cassa «sarà pagata di più dalle imprese che la usano di più».
l'BI=IIPl=lnnI17Inf\II=I=IIc::.I=I=I\lATA
I dati
Fra una decina di giorni
le cifre di assunzioni
e cessazioni dopo
le novità fiscali e normative
Le tappe
Previsto per maggio
il sì di Palazzo Ghigi
al riordino delle procedure
Gig, riforma a giugno
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Il ministro Poletti rassicura sui nuovi contratti con il Jobs act
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Quotidiano
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Pagina
Foglio
Alessandro Di Marto
FABRIANO (Ancona)
SCRIVI dipendente pubblico e subito i cattivi pensieri corrono al
privilegiato o fannullone di turno, magari quello deUa pausa caffè che dura un quarto d'ora abbondante, quell'altro del passatempo
prolungato davanti al computer
navigando sulle onde del web, l'altro ancora imboscato in ufficio e
pizzicato a trafficare con lo smal1phone mentre chatta con gli amici. Poi, però, succede che daUa
cola Fabriano aniva una
contrario, un po' come l'uomo
che morde il cane, perché stavolta
a lamentarsi non è l'ente pubblico
dei vizietti dei suoi operatori poco produttivi, ma pressoché l'opvrr\T~,cy","Ql'" una donna sessantenne, tuttora in servizio come
operatrice del Comune, a cui forse 'pilatescamente' poteva anche
convenire iniziare il conto alla rovescia verso la pensione ed evitare
di mettersi contro il datore di la-
voro. Invece ha sbottato e deciso
di citare per danni l'eme locale
chiedendo un rìsarcimento da
] SOmila euro al giudice del lavoro. Il motivo? Proprio quello che
a molti verrebbe difficile da credere, ovvero i carichi, anzi sovraccarichi di lavoro, secondo 1'ìmpiegata
insostenibili.
I fATTi risalgono al periodo Ira il
1998 e il 2010, una dozzina di anni che la donna vorrebbe cancellare in fretta perché le avrebbero innescato una serie di problemi di
salute sotto forma di stress e stanchezza fisico-mentale di cui ancora oggi sostiene di pagare le conseguenze. In quel periodo, infatti,
come unica addetta alle verbaHz!'impiegata ha seguito tu!ti i consigli comunali, dunque
con l'obbligo di presenziare a
ogni seduta dall'inizio alla fine,
appunto a suo dire senza potersi
concedere la minima pausa, neanche quella
per un salto
in toilette.
«Perché sempre io e perché sempre da sola?», si è chiesta l'impie-
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16
1 /2
gara che nel testo del ricorso rammenta come le maratone su conti
e bilanci a volte iniziavano alle 8
della
e andavano avanti fino all'alba seguente. Con lei fissa
su quello scranno in versione instancabile amanuense.
Come andrà a finire la causa si saprà ben che vada - tra un annette, ma intanto un primo risultato
la donna (che da qualche tempo
ha cambiato mansione e ufficio)
l'ha già ottenuto. Ovvero far sfilare svariati politici locali davanti al
giudice come testimoni, peraltro
l'un contro l'altro, anche nel caso
di amici di vecchia data.
E
succede che l'ex sindaco,
Robel1o So rei, è schierato dalla
parte del Comune, perché «l'operatrice doveva riportare solo chi
diceva la sua al microfono, mica
ogni singola parola. E dunque nel
caso di interventi lunghi anche
mezz'ora poteva riposarsi». Per
contro, l'ex vice sindaco, Giuseppe Mingarelli, appoggia la tesi
dell'impiegata, sostenendo di
averla più volte vista sotto stress.
E in chiara difficoltà specie nelle
riunioni più lunghe.
i consigli
hmghissime
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era
com::essa alcul1a pausa
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Ritaglio stampa ad uso
Lavoro e previdenza
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del destinatario,
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non
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Quotidiano
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IN TRU1UNALE Una dipendente comunale di !Fabriano ha citAto
per le eccessive ore di lavoro effettuate
durante !e
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2/2
darmi ,'Ente locale
del
comunale (O/ycom)
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Il tempo che
italiani
trascorrono Lavoro in
un
media un po'
bassa quella
che si attesta sul.le
ore. Ricerca di Eurofound
di ferie di cui godono
mediamente
italiani.
Ne hanno
di noi
spagnoli
, tedeschi,
. e brasiliani.
del. portale
La percentuale di
tra chi lavora oltre 10 ore,
, di avere infarti o ictus
a chi lavora 9 ore,
di alcuni ricercatori
finlandesi e londinesi
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«patologie croniche»: tra le ,
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Quotidiano
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Foglio
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3
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PRIVATIZZAZIONI: 28 MILIARDI IN TRE ANNI
Allarme statali, nel Def
neanche un euro
per rinnovare il contratto
Cgil sul piede di guerra: pronta la mobilitazione
Pressione fiscale: nel2015 sotto il43 per cento
MICHELE LOMBARDI
ROMA. Niente soldi per i contratti pubblici. Dalle cifre del
Documento di economia e finanza (Def) spunta un taglio di
circa 7 miliardi in tre anni a carico dei dipendenti pubblici: è,
grosso modo, la cifra che servirebbe per rinnovare i contratti,
congelati da sei anni. È una
brutta sorpresa per gli statali: il
governo infatti non ha in programma di investire un euro
per sbloccare gli stipendi pubblici, nonostante le mezze
aperture del ministro della
Pubblica
amministrazione
Marianna Madia, che ha rinviato la scelta definitiva sui contratti alla legge di stabilità. Il
nuovo stop non è piaciuto ai
sindacati, in particolare alla
Cgil. «Siamo pronti a una mobilitazione che ricorderanno per
molto tempo», ha commentato
Rossana Dettori, segretario generale della Fp Cgil.
I tagli anti-tasse
Nel Def varato venerdì dal
Consiglio dei ministri c'è la
conferma che il governo intendeprocedereconunaspending
review di 10 miliardi l'anno dal
2016 in poi. Su quali capitoli di
spesa si concentreranno le for-
bici del neo-commissario Yoram Gutgeld? Poco meno di 8
miliardi dovrebbero arrivare
da un taglio strutturale della
spesa pubblica, che sarà ridotta
imponendo agli enti locali costi
e fabbisogni standard. Una formula che si tradurrà in un giro
di vite per Regioni e Comuni
meno efficienti. Insomma: tagli. L'altro capitolo da aggredire è quello delle società partecipate (soprattutto trasporti e
rifiuti), per le quali si prevede
un'ulteriore «razionalizzazione», cioè chiusura o accorpamento. Per risparmiare c'è anche l'idea di attivare il "federai
bulding", cioè un edificio unico
che ospita tutti gli uffici pubblici sul territorio.
Le privatizzazioni
Pressione fiscale giù
Il programma di stabilità per il
triennio riporta, a sorpresa rispetto alle bozze circolate fino
a pochissimi giorni fa, le nuove
stime sulla pressione fiscale in
discesa già da quest'anno grazie alla disattivazione delle
clausole di salvaguardia e al
calcolo «corretto» del bonus da
80 euro, inteso come sgravio fiscale e non come prestazione
sociale. Nel 2015, calcola dunque il governo, il peso del fisco
rispetto al Pil scenderà al
42,9%, per poi ridursi ulteriormente al 42,6% ne12016.
La corsa al tesoretto
Il premier Matteo Renzi preferisce chiamarlo bonus ma la sostanza non cambia: è iniziata la
Il governo conta di incassare
circa 28 miliardi tra il 2015 e il
2018 con la vendita di asset
pubblici: si parte a giugno con
gara fra le migliori idee su come spendere il gruzzolo di 1,6
miliardi disponibile in bilancio
Enave Poste in Borse, e poi con
la privatizzazione di Fs.
nel 2015. Si va dagli esodati
(Matteo Salvini) all'abolizione
Meno detrazioni
dell'Imu agricola (Ncd), dal
Èpossibile quantificare quanto reddito di cittadinanza (Sei), al
il governo vuole risparmiare
sulle detrazioni e gli incentivi
alle imprese: nel Defviene prevista una sforbiciata di 2,2 miliardi, che si sommano agli 8
miliardi di tagli alla spesa pubblica. La somma delle due voci
fa 10 miliardi: la cifra di risparmi proposta per il 2016.
taglio delle tasse (Confcommercio) agli investimenti per
'
creare posti di lavoro (Cgil). In
realtà, il bonus anti-povertà
dovrebbe andare a favore delle
fasce d"Isaglate, magan, aIl ar d l l
d l'
gan o a p atea eg 180 euro.
Ma c'è un problema. Il governo
bb
potre e essere costretto a
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" per f'1spen ere
so "I IO pm
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Quotidiano
Data
Pagina
Foglio
nanziare i nuovi contratti a
tempo indeterminato, che potrebbero essere più di quelli
previsti dalJobs act. Potrebbero servire 4,5-4,7 miliardi rispetto ai 2 miliardi scarsi stanziati dal governo ne12015.
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2/2
Il governo ha ',6 miliardi da poter investire.
E da partiti e sindacati parte subito la gara a chi fa
la proposta più "originale" per come usare i soldi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Gianfranco Librandi
Arturo Scotto
"Bonus ricerca"
"Reddito di cittadinanza"
Susanna Camusso
Matteo Salvini
"Investire per creare
occupazione"
"Salvaguardare gli esodati"
Renato Schifani
Antonio De Poli
"Misure a sostegno
delle famiglie"
"Estendere il bonus 80 €"
Giacomo Portas
Anna Maria Furlan
"Ridurre il costo
del lavoro"
"Estendere il bonus 80 €"
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Nunzia De Girolamo
Maurizio Gasparri
"Abolizione
dell'lmu agricola"
"II tesoretto non esiste"
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Quotidiano
IL ,,"~MATTINO
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Più assunzioni
atempo pieno
ma calano precari
e apprendisti
Aumentano le assunzioni a tempo
indeterminato e diminuiscono
quelle con contratti precari ma nel
complesso i nuovi contratti restano a livello di quelli dell' anno scorso: secondo i dati diffusi dall'Inps
le assunzioni (escluso il pubblico
impiego, il lavoro domestico e gli
operai agricoli), nei primi due mesi del 2015 sono state 968.883, appena 13 in più rispetto allo stesso
periodo del 2014. Non si può per
ora dire che l'occupazione sia rimasta al palo perché mancano i
dati sulle «cessazioni», ovvero
quelle sui contratti che nel periodo si sono interrotti. Se le cessazioni fossero meno di quelle dell'anno scorso, infatti, l'occupazione risulterebbe in aumento. I dati non
risentono invece ancora delle norme sul contratto a tutele crescenti
del del Jobs act perché entrato in
vigore a inizio marzo. E se il dato
sulle assunzioni a tempo indeterminato è positivo (+20% tendenziale) soII1'Ol"I!:ll,nri
prattutto grazie
Il saldo
agli incentivi
previstidallalegresta
ge di stabilità
stabile
(decontribuzioin attesa
ne Inps per un
dell'effetto
triennio con un
del jobs act tetto di 8.060 eusui contratti ro) non è altrettanto significativo quello sulle
assunzioni totali, rimaste al palo rispetto all'anno
scorso a causa della diminuzione
dei contratti precari. «È solo riciclaggio di posti di lavoro - ha detto
il numero uno della Uil, Carmelo
Barbagallo - l'occupazione è ferma». Le assunzioni a tempo determinato complessive nel bimestre
sono state 307.582 (+20,7%) mentre le conversioni a tempo indeterminato di contratti a termine sono
state 78.287, 1'11,2% tendenziale
in meno. Le trasformazioni di contratto di apprendistato sono state
17.517 con un aumento del 7,4%.
Se si considerano le tre tipologie
Data
Pagina
Foglio
11-04-2015
3
1
sono 403.386 i nuovi rapporti dilavaro a tempo indeterminato stipulati nel primo bimestre dell'anno
(+ 12,3%). La quota dilavoro stabile sul totale aumenta dal 37,1% al
41,6%. Perle assunzioni a termine
c'è stato un calo del 7% (a 531.856)
mentre le assunzioni in apprendistato sono diminuite dell'11,3% a
33.641 unità. «L'occupazione non
è aumentata - ha detto Barbagallo
- c'è stato solo unriciclaggio di posti di lavoro. È meglio, lasciare da
parte i trionfalismi, attendere che
passi un tempo adeguato per
un'analisi corretta e, soprattutto,
mettere in campo politiche economiche e di investimento che agevolino la ripresa.
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Quotidiano
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11-04-2015
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«Autisti all'Anrn e in pensione
cosÌ eviteremo i licenziamenti»
Polese: ecco il piano di salvataggio ma selVe responsabilità
Gerardo Ausiello
bbiamo già la soluzione.
«A
Non vogliamo abbandonare nessuno». un piano di emerÈ
genza quello a cui sta lavorando
Nello Polese, amministratore unico del gruppo Eav.
Sembrava che l'Eav si fosse
lasciata alle spalle la crisi. E
invece poi è arrivata la doccia
fredda dei 260 esuberi, peraltro
quasi tutti autisti.
«Abbiamo fatto molti passi in
avanti. Quando siamo arrivati il
debito accumulato dalle società
del gruppo era di 750 milioni. Ora
il deficit è stato azzerato e stiamo
lavorando senza sosta per
migliorare il servizio. Il costo del
personale resta elevato. Lo
abbiamo fronteggiato per due
anni e mezzo con i contratti di
solidarietà, che non sono
rinnovabili. Da qui la necessità di
seguire strade diverse.
L' alternativa, lo ripetiamo
sempre, era il crac».
Quali strade?
«Un centinaio di lavoratori
saranno trasferiti all' Amn, anzi
circa 60 sono già in servizio
nell' azienda di trasporti del
Comune di Napoli. Per gli altri la
Regione potrebbe utilizzare la
quota di fondi che fino ad oggi
veniva impiegata sulla solidarietà
per l'accompagnamento alla
pensione, come previsto dal Jobs
act. Per la riuscita di questa
operazione, su cui siamo
impegnati insieme con l'assessore
regionale Severino Nappi, è però
indispensabile che una parte dei
dipendenti in servizio accettino di
cambiare mansione diventando
autisti».
È un' operazione realisticamente
sostenibile?
«Certo. Abbiamo iniziato a
discuterne anche con i sindacati.
Per chi accettasse di diventare
autista non ci sarebbe alcun
demansionamento. Non
perderebbe neppure un euro. In
ogni caso non ci sarà alcuna
ricaduta sul servizio agli utenti».
Il tempo stringe. Come vi
muoverete?
«Attendiamo, da parte della
Regione, la convocazione al
tavolo con i sindacati. Dobbiamo
tutti insieme trovare la soluzione
meno dolorosa possibile. Non mi
preoccupa il fatto che siamo in
campagna elettorale e mi auguro
che non ci siano speculazioni o
strumentalizzazioni. L'obiettivo
comune è la salvaguardia dei
livelli occupazionali, oltre
naturalmente al mantenimento e
al miglioramento dei servizi agli
utenti».
Ma come possono i lavoratori
accettare il rischio di perdere il
posto a causa di debiti e sprechi?
«Stiamo facendo il massimo e
siamo praticamente fuori dalla
crisi. L'unica alternativa, voglio
ribadirlo, era il fallimento, vista la
situazione che ci è stata lasciata.
Per questo è indispensabile che
prevalga la responsabilità. Non
possono più esserci privilegi. Se ci
rimbocchiamo le maniche ce la
faremo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Le cifre
~Eav
-
130
Vesuviana
45~
70
72~===~
giugno 2013
aprile 2015
dicembre 2015
rapporto tra corse effettuate e corse previste
Ex Circum
marzo 2014
febbraio 2015
Treni
occorrenti
Treni
nuovi/revampizzati
Età media parco
circolante (anni)
89
63
23
18
20
4
Ex Sepsa
80% del parco rotabile occorrente nuovo/revampizzato - Riduzione età media da 35 a 15 anni
+.:.e.ntime.1-ri
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Lavoro e previdenza
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Quotidiano
Data
11-04-2015
Pagina
27
Foglio
1
SANITÀ, RIFORME A METÀ
SISTEMA DA MIGLIORARE
FRANCESCO ROSSELLO
GIOVEDÌ 16 aprile alle ore 9.30
nella sala Convegni del Castello Boccanegra presso
l'IRCCS San Martino si terrà il
convegno organizzato dalla
Cgil Liguria "Facciamo il pieno
di salute. Appropriatezza, integrazione socio-sanitaria,
prevenzione, presa in carico,
integrazione". Il nostro sistema sanitario è una macchina
complessa apparentemente
immobile ma, al contrario, in
costante movimento. Nel
tempo la Regione ha saputo
promuovere operazioni di
riassetto e riorganizzazione
che le hanno permesso di uscire da una fase grave di emergenza (unica regione in Italia
che è stata capace di risanare il
bilancio sanitario uscendo
dalla procedure di accompagnamento) ma, al contempo,
non è riuscita o non ha voluto
o potuto investire su un nuovo
modello sanitario. Nonostante l'accordo sottoscritto con le
organizzazioni sindacali nel
2012, restiamo ancora molto
indietro sul piano dell'attuazione pratica delle norme. Soprattutto non si sono registrati progressi sul piano delle necessarie trasformazioni cultupropedeutiche
a
rali
qualunque processo di cambiamento reale. Nella discussione del 16, nella quale saranno di aiuto i dati elaborati
da Cgil Liguria sul sistema sanitario nella nostra regione, si
discuterà su come rendere
maggiormente efficiente il
servizio sanitario pubblico. A
saldi invariati, infatti, nella
nostra Regione esistono ampi
margini per generare risparmi
a beneficio di chi vi lavora migliorando nel contempo il servizio all'utenza. E' ancora valido il modello di integrazione a
suo tempo condiviso o lo si
vuole mettere in discussione?
L'unica via non percorribile è
quella perseguita in questi anni: quella dell'ibrido, del colpo
al cerchio e del colpo alla botte. E' necessario che, in questi
mesi, prenda vita un progetto
definito negli obiettivi e negli
atti per realizzarli, una proposta che indichi una direzione
talmente chiara da cancellare
tutti i pregiudizi e i giudizi che
si sono accumulati e di cui è
necessario prendere atto. Il
programma prevede una introduzione a cura della Cgil Liguria e a seguire gli interventi
di Mauro Barabino Direttore
Generale IRCCS San Martino,
Francesco Longo docente Senior Area Public Management
& Polici SDABoconi, Francesco
Quaglia Direttore Ars Liguria,
Francesco Saverio Proia Alto
Dirigente Ministero della Salute. Le conclusioni sono affidate a Vera Lamonica Segretaria Nazionale Cgil. Coordina
l'iniziativa Eugenio Leri della
Cgil Liguria. Maggiori informazioni al sito www.liguria.cgiLit.
L)autore è Segretario
Regionale egil Liguria
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Data
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Foglio
11-04-2015
19
1
Il
Socio Toffoletto De Luca Tamajo
II Avvocllto.laBancad'II:aUlIbaag-
giornato le prassi di remunemzione alla direttiva Crd IV. Le banche
dovranno adeguare, nei limite dei
contratti collettivi, I contratti In essere e I nuovi cOilurattl, lispettlvamente entro e a pardl'e dal luglio
~Ol!i. Questo crea problemi al fini
del diritto del lavoro?
Certamente problemi, ma anche
opportunità. Da un lato, le modifiche
richiederanno un confronto tra banche e dipendenti, anche al fine di evitare modifiche unilaterali (e, come tali, fonte di possibili controversie) dei
piani di incentivazione contenuti nei
contratti, sia collettivi che individuali; dall'altro, sarà l'occasione per limeditare alcuni aspetti dei vigenti sistemi di remunerazione, rendendoli
maggiormente coerenti agli interessi
degli stakeholder.
Ci sono incertezze ndle modalità di trasferire le previsioni molto
dettagliate della direttiva nel contratti italiani?
Alcuni profili di incertezza ci sono.
Ad esempio, !'identificazione del
"personale più rilevante". In ogni caso, ritengo che la questione più delicata sia quella delle condizioni e dei
termini di legittimità di un'eventuale
modifica unilaterale dei contratti individuali già conclusi, al fine di allinearli alle previsioni della Banca d'Italia.
Le linee degli Interventi vanno
inserite neile deliberazioni che le
assemblee in questi
dovranno attuare. Ci sono stati 1)I'ohiemi
per gli operatori?
Le banche e, più in particolare, i
comitati per la remunerazione, dal
2011 a oggi hanno già introdotto pro-
fondi aggiornamenti ai rispettivi sistemi di compensation. Pertanto, non
siamo dimmzi ad una novità traumatica: mi pare che gli operatori stiano
proseguendo nell'implementazione
di cambiamenti già da tempo avviati.
Il pagamento differito della remunerazione variabile è un altro
elemento della direttiva. Come si
stanno regolando banche e Intermediari più piccoli?
Il differimento della componente
variabile è, ormai, una costante, anche per le "banche di minori dimensioni" cosÌ definite dalla normativa di
riferimento: all'esigenza di compliance regolamentare, si assomma
un'importante funzione di retention e
di verifica dell' effettività dei risultati,
cui tutti gli operatori sono interessati.
Per i promotori finanziari si po-
ne il problema della l'emunerazlone ricorrente e di quella non ricorrente. Ma si pone il problema del 10IrO inquadramentoomeno tra il personale non rilevante. Come ci sì
La Banca d'Italia non fissa criteri
ad hoc per la qualificabilità dei pro-
motori finanziari come "personale
più rilevante". Nella circolare n.
285/2013 e successivemodificazioni,
si afferma, unicamente, che «tipicamente, potrebbero risultare come
personale più rilevante le figure dell'area manager, divisional manager,
eccetera»; perii resto, valgono i criteri
generali ossia la possibilità per il singolo promotore di avere un <<impatto
lilevante sul profilo di rischio,) della
banca. Ne consegue, specie per le
"banche di minori dimensioni", che
gli agenti cui siano affidate, direttamente o per effetto del coordinamento di altri promotori, masse cospicue
e/ o ampi poteri di selezione deirischi
d'investimento potrebbero essere
qualificati come "personale più rile-vante". - An. CI'.
PROFESSIONISTI
DEL RISPARMIO
"RIf>HOD\J7.\ONE RISf:RVA·) A
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Pag.88
COBBIEBE DELLA SEBA
Data
12-04-2015
Pagina
4
Foglio
1 /3
Meno sgravi fiscali per 2,4 miliardi,
dalle imprese alle ristrutturazioni
Una riduzione delle agevolazioni fiscali da
circa 2,4 miliardi e altri tagli alla spesa per circa
7,2 miliardi. Totale: 9,6 miliardi nel 2016. Sfogliando i quattro tomi (più sei allegati) di cui è
composto il Documento di economia e finanza
2015, non c'è modo di ricostruire con maggiore
dettaglio la spending review che dovrebbe andare a disinnescare, in parte, il mancato aumento
dell'Iva contenuto nelle vecchie clausole di salvaguardia. «E infatti ci stiamo ancora lavorando spiegano dal gruppo di lavoro che gravita intorno a Palazzo Chigi -: faremo i numeri nella legge di Stabilità, con un orizzonte temporale di un
paio d'anni». Quanto alle tre cifre contenute nel
Def, «Ci possiamo arrivare», è il commento.
Di «tax expenditures» ne sono state monitorate 720 nel rapporto Ceriani, classificate in base
a 14 codici, i primi tre a segnalare quelle con la
maggiore protezione. Ci sono le detrazioni del
19% delle spese mediche, quelle del 36% sul recupero edilizio e del 55% per il risparmio energetico, oppure quelle degli interessi passivi sui mutui. Del gruppo intoccabile fanno parte le detrazioni per il coniuge, i figli e i parenti a carico che
riguardano circa 12 milioni di contribuenti. Su
260 miliardi di euro di detrazioni, 83 miliardi garantiscono il rispetto di principi costituzionali,
evitano doppie imposizioni o garantiscono il rispetto degli accordi internazionali e la compatibilità con l'ordinamento comunitario.
Gli sgravi su cui c'è via libera al taglio, spiegaROMA
no i tecnici, vengono definiti come quelli che la
politica nel tempo ha assicurato a alcune categorie, in una sorta di rapporto di scambio. Ma ci
potrebbero essere sorprese anche per gli incentivi destinati a sollecitare il recupero edilizio e il
risparmio energetico, le cui percentuali di detrazioni potrebbero calare di qualche punto, come
già, del resto si era provato a fare.
L'ultima voce del capitolo fiscale della spending, esplicitata nel Def, riguarda la «creazione
di un sistema di tracciabilità telematica delle
transazioni di business: fatture e corrispettivi
giornalieri» .
Sul fronte della riduzione delle spese, il secondo step della spending, avviata con la legge
di Stabilità 2015, non piacerà alla Regioni. Si tratta della riduzione a 35 delle centrali d'acquisto,
presso cui diventa obbligatorio approvvigionarsi, a partire dal 2016, e dell'applicazione del controllo dei prezzi unitari d'acquisto da parte dell'Autorità anticorruzione su tutto e per tutti.
«L'impegno per il biennio 2015-16», si legge nel
Def, è di utilizzare questa infrastruttura oltre le
.categorie dei prodotti farmaceutici e dei dispositivi medici, estendendola a «energia, sanità, telecomunicazioni, sistemi informativi, alimenti,
servizi di ristorazione, viaggi, servizi bancari,
postali e assicurativi, manutenzionD>.
A questo scopo, continua il Def, «sarà necessario apportare alcuni aggiustamenti (alla normativa, ndr), con particolare riguardo alla possibilità di estensione dell'obbligo di approvvigionamento tramite i 35 soggetti aggregatori agli
enti locali nel loro complesso», comprese dunque Regioni e aziende sanitarie, «pur nel rispetto delle peculiarità delle diverse amministrazioni interessate», cioè dell'autonomia. n riordino
avverrà tramite un disegno di legge delega per il
riordino della materia. Vago resta invece il richiamo a razionalizzazione e efficientamento
delle aziende partecipate, limitandosi a una
«particolare attenzione» al trasporto pubblico
locale, per il quale si prefigura «la revisione dei
meccanismi di finanziamento pubblico e l'apertura alla concorrenza», e alla raccolta dei rifiuti.
La spending 2016 sembra puntare poco per
ora sui risparmi prodotti dalla Delega della Pubblica amministrazione, che sta per essere licenziata in Senato (per tornare alla Camera). Unico
strumento di risparmio indicato è la riorganizzazione delle sedi periferiche.
Antonella Baccaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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le centrali d'acquisto
Centrali d'acquisto anche per le.
Regioni, costi standard non solo
nella sanità ma anche nelle tic, nei
servizi bancari e per gli alimenti
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Primo piano Italia
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COBBIEBE DELLA SEBA
Data
12-04-2015
Pagina
4
Foglio
2/3
Le misure
Il confronto
In busta paga
on ci sta il governo Renzi a calcolare la
pressione fiscale con la classificazione in
uso, che lo condannerebbe a un aumento della
stessa dal 43,5% del 2015 al 44,1% del 2016 e 2017
per poi tornare al 43, 7% solo nel 2019. Nella
versione finale delDef (Documento di
economia e finanza) un apposito capitolo è
dedicato a inquadrare i fatti secondo un'ottica
diversa. E più favorevole. «n quadro - si legge
nel Def - muta sostanzialmente
se si opera una classificazione
più corretta dal PUlitO di vista
economico» degli 80 euro.
Infatti, «mentre ai fini della
contabilità nazionale» questi
sono registrati come spese, di fatto «si
traducono in una minore pressione fiscale sui
redditi da lavoro dipendente». Secondo
elemento fondamentale sono le clausole di
salvaguardia, che il governo intende cancellare
sia negli aumenti di aliquote che nelle revisioni
di detrazioni fiscali previsti per il 2016. Al netto
del bonus fiscale e delle clausole di
salvaguardia, la pressione fiscale diventa
decrescente, arrivando nel 2019 al 41,6%, «un
livello pari al risultato del 2011».
, anticipo del Tfr (trattamento di fine
rapporto) in busta-paga? Si ripaga da solo:
tra maggiori entrate tributarie, derivanti dalla
sua tassazione con aliquota ordinaria,
contabilizzate in 2,3 miliardi e minori contributi
versati dal datore di lavoro, pari a 2,1 miliardi. La
tabella del Def che riassume i numeri dell'ultima
manovra quantifica inoltre in 450 milioni gli
effetti della maggiore tassazione dei fondi
pensione, in 1,6 miliardi quelli
del reverse charge e quasi in un
miliardo quelli dello split
payement, 720 milioni vengono
invece dall'adempimento
volontario. Sul versante delle
spese, viene cifrato in 1,1 miliardi il contributo
dei ministeri di parte corrente, cui si aggiungono
469 di spesa capitale. Viene poi fissato in 8
miliardi e 14 milioni il costo del bonus di 80
euro, di gran lunga la voce di spesa più pesante.
Seguono i 2,2 miliardi per il lifinanziamento
de)?;li ammortizzatOli sociali e gli 1,9 miliardi per
gli sgravi contributivi per le assunzioni a tempo
indetelminato. Quanto ,tiI'Irap la deducibilità
integrale del costo dellavoTO vale 2,7 miliardi,
compreso il ripristino delle aliquote.
Infrastrutture
I
l Programma delle infrastrutture strategiche
2015, contenuto nell'Allegato Infrastrutture,
identifica 25 opere prioritarie, per un costo di
70,9 miliardi di euro e coperture finanziarie
pari a48 miliardi di euro (67,7%). n 36% delle
risorse è dedicato alle strade, il 31% alle Ferrovie
e il 22% alle metropolitane. n resto va a
completamento del Mose di Venezia. Quanto
alla maturità fisica delle opere prioritarie, circa
il 65% del costo totale è relativo a
opere in realizzazione, il resto va
in progettazione. n fabbisogno
di nuove risorse pUbbliche per il
prossimo triennio, pari a 3-483
milioni di euro, è pressoché
interamente attribuibile ai grandi investimenti
ferroviari (Brennero e Terzo Valico) e alle
metropolitane di Roma, Napoli e Catania.
L'esiguo numero di opere sulle quali
concentrare le nuove assegnazioni evidenzia lo
sforzo compiuto per accelerare l'avanzmnento
di tutte le opere prioritarie già in parte
finanziale, destinando le nuove risorse a poche
opere in corso che non potrebbero altrimenti
procedere nell'assenza immediata di fondi
él)?;giuntivi.
i
I
I
I
@Ieriil
governo ha
presentato sul
sito del
ministero del
Tesoro gli
obiettivi della
politica di
bilancio
contenuti nel
Documento di
economia e
finanza 2015.
approvato
venereii dal
Consiglio dei
ministri
@ Il Defviene
ora trasmesso
in Parlamento.
Entro il 30
aprile due delle
sezioni di cui si
compone il
Documento,
ovvero il
Programma di
stabilità e il
Programma
nazionale di
riforma (Pnr),
saranno inviate
al Consiglio
dell'Unione
Europea e alla
Commissione
Ue a Bruxelles
\111 Lo scenario
a tre anni
prefigurato nel
Defsegna il
ritorno della
crescita dopo
un prolungato
periodo di
recessione. Per
il 2015 il Pii è
visto in crescita
dello 0,7%, per
il 2016
dell'l.4% e per
il 2017
dell'l,5%. Gli
obiettivi di
indebita mento
per il triennio
2015-2017
sono pari
rispettivament
e a 2,6%, 1,8%
e 0,8% del Pii
\111 Il deficit per
il 2015 fissato
al 2,6%
anziché al
livello cui
normalmente
tenderebbe del
2,5% consente
di liberare
risorse per 1,6
miliardi circa:
unbonus
inatteso che il
governo non
ha ancora
detto come
intende usare
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COBBIEBE DELLA SEBA
Data
12-04-2015
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4
3/3
Foglio
Le previsioni dell'esecutivo
Spending Review
Riduzione delle
agevolazioni
Gli effetti delle riforme strutturali
i
2020
1 ___ _
(in percentuale del Pii)
Lungo periodo
2025
PLJbb:lca (-lrnrninistrazior\p
1,2
Con'petlt'vità
1,2
2.4 miliardi
0,4$%
de/PII
0,15%
del Pii
Ml"'rc ato dQllavoro
• • 1,3
Giustizia
Istruzione
L'andamento della pressione fiscale
1201112O121201312014120~$20161201~1201812019
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Aumento tassazione rendite
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Fonte Ministoro deWEconomiJ, Documento di economia e lìnanza 2015
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Camere della Sera
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Data
COBBIEBE DELLA SEBA
Pagina
Foglio
11-04-2015
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1 /2
Renzi: è finito il tempo
delle tasse da aumentare
Le Regioni taglino le Asl
Via libera al Documento di economia e finanza
TI premier: un bonus da 1,6 miliardi per la crescita
ROMA Per tutto il giorno è stato
un susseguirsi di voci, proposte e idee, anche sui social
network, su come spendere il
tesoretto di 1 miliardo e 600
milioni. Poi passate le 10 di sera, il premier Matteo Renzi annuncia l'approvazione definitiva. in Consiglio dei ministri del
Documento di economia e finanza (Def), ma rimanda «alle
prossime settimane» la deci.sione su come investire il bonus: «Decideremo se e come
utilizzarlo sulla base delle nostre priorità», spiega, aggiungendo che «non è il Def il luogo
dove stabilire questo».
Dopo gli allarmi dei giorni
scorsi degli enti locali su possibili tagli, il capo dell'esecutivo
attacca: «Le Regioni stanno discutendo con i ministeri dell'Economia e della Salute su come trovare punti di accordo soprattutto sulla sanità. Vi sembrano normali Regioni con 7
Province e 22 Asl? Per me no:
questa è una esagerazione». «E
se con le Regioni possiamo applicare i "costi standard" - precisa -, ad esempio facendo pagare la stessa siringa allo stesso
prezzo in Lombardia e Calabria, e eliminare poltrone inutili per i direttori quando ci sono tante Asl, allora va avanti il
confronto con gli enti locali».
Vale lo stesso principio che valeva per i sindaci: «li Def non
aumenta nuove tasse a Regioni
e Comuni - ribadisce Renzi -.
Esiste solo un problema naturale di ridurre le Asl e il numero di poltrone».
Il governo si riunisce una
prima volta alle lodi mattina:
incontro record (dura appena
lO minuti) e viene aggiornato
per permettere ai vari ministeri
di esaminare nei dettagli il documento che fotografa la situazione economica nazionale e
arrivare così a «un testo finale
pulito e limato», precisa lo
stesso premier. Nell'incontro
viene solo ratificata la nomina
di Claudio De Vincenti a sotto-
segretario alla presidenza del
Consiglio, al posto di Graziano
Delrio, diventato ministro dei
Trasporti e Infrastrutture.
Dal cappello a cilindro l'esecutivo fa filtrare la voce di un
«tesoretto». Partono tante ipotesi: va investito sul welfare.
No, sulle pensioni minime. Altri propongono: diamo ossigeno ai giovani disoccupati. No,
meglio sostenere la ricerca. A
Palazzo Chigi il governo torna a
riunirsi all'ora di cena: l'incontro inizia alle 20.15 e termina
poco prima delle 22. «Abbiamo impiegato tempo stasera
perché abbiamo riletto pagina
dopo pagiria il Def per evitare
errori - si giustifica Renzi in
conferenza stampa -. Non ci sono particolari novità, ma ripeto
che non ci sono nuove tasse. I
sacrifici non li devono fare più i
cittadini: casomai li faranno
qualche politico e qualche amministratore locale».
I fondi del tesoretto sono derivati dalla differenza dello 0,1%
del rapporto nel 2015 tra deficit
e Prodotto interno lordo (PiI):
secondo il dato tendenziale
questo rapporto era del 2,5%,
secondo quello programmatico del 2,6. Al premier il termine
«tesoretto» non piace, ma
quando un giornalista dell'Ansa insiste sul bonus, chiamandolo proprio «differenziale tra
il dato tendenziale e quello
programmatico ... », Renzi si arrende: «No, no, non si può sentire: chiamiamolo ''tesoretto''».
Rispondendo a un'altra domanda sulle preoccupazioni di
tagli agli enti locali, Renzi ricorda: «Non ci sono . problemi
con Regioni e Comuni. Anzi: altro che tagli. Ai Comuni stiamo
dando tanti soldi: questo governo ha stanziato 11 miliardi di
euro per metropolitane e tram
di Torino, Milano, Bologna,
Roma, Napoli, Palermo». li 21
aprile in Consiglio dei ministri
approderà la prima parte dei
decreti fiscali, promette Renzi.
Francesco DI Frischia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
le riforme
.11 Defè
sostenuto
quest'anno da
un piano di
riforme
strutturali che a
Bruxelles viene
definito come
«abbastanza
corposo e
ambizioso»
Fondazioni politiche
I partiti? Meglio i soldi
dalle cene che dai
cittadini. Fondazioni,
ora trasparenza
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Data
COBBIEBE DELLA SEBA
Pagina
Foglio
11-04-2015
10
2/2
I numeri del Def
in 0/0 del Pii
Indebitamento
netto
saldÒ primario
.Interessi
Indebitamente
netto strutturàle
Debito pubblico
\fOrQo sost'il:gt1i .
e debitl PA) '"
'" InclusI i prestiti attraverso ~:~E
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Primo piano Italia
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Pag.95
Quotidiano
la Repubblica
I
Data
Pagina
Foglio
11-04-2015
10/11
1 /3
Renzi: "Subito bonus da 1,6 miliardi e nessun sacrificio per i cittadini"
Il governo approva il Def
Possibili 6,4 miliardi nel 20 16
"Le Regioni taglino le Asl"
ROBERTO PEmlNl
ROMA.Un«tesoretto»dil,6miliardigiàdaquest' anno. Due le opzioni sul tavolo che verranno
esaminate nelle prossime settimane: un piano
poveri o l'estensione del bonus 80 euro agli incapienti. «Denari potenzialmente spendibili»,
li ha definiti il premier Renzi nella conferenza
stampa di ieri sera dopo il consiglio dei ministri
che ha approvato il Def subito inviato al Parlamentoeal Quirinale.Lariunione, piuttostobreve, è giunta dopo un lungo rinvio ( era prevista
per le 10 ed è slittata alle 20). Dalle pieghe del
bilancio, grazie alla crescita e all'effetto
spread, anche risorse in più per 6,4 miliardi nel
2016 che potranno essere utilizzate per evitareI' aumentodell'Iva. «Più metropolitane e meno Asl», ha annunciato Renzi in riferimento alla spending review e al piano infrastrutture.
«Non è possibile che una Regione abbia sette
province e 22 Asl, ci vogliono meno manager».
Ribadito il messaggio chiave del premien «Né
nuove tasse, né sacrifici».
~1ISa1l~E,,"
Venerdi scorso, dopo la riunione del consiglio dei ministri per l'esame del Def, Renzi aveva espressoqualchescetticismoterminologico
nell'evocare la parola «tesoretto» (<<Porta male, meglio parlare di qualcosa da parte», aveva
detto). Ma alla fine la suggestione comunicativa della parola ha preso il sopravvento anche
nella conferenza stampa di ieri sera. Ed ecco il
Rtesoretton da 1,6 miliardi. Come nasce? A
monte di tutto c'è il miglioramento delle prospettive di crescita dell'economia internazionale (euro-petrolio-tassi) che ha portato il governo ad alzare le stime del PiI per quest' anno
dallo 0,6 allo 0,7 per cento e per il 2016 dall'l
all'l,4 per cento. Con maggiore crescita c'è
maggior gettito che, unito alla riduzione della
spesa per interessi dovuta all'effetto-Draghi,
consentirebbe di avere per inerzia (a livello
<<tendenziale» come si dice) di abbassare il deficit nominale quest'anno al 2,5 per cento e il
prossimo all'l ,4 per cento. Siccome le vecchie
stime indicavano per quest'anno il 2,6 e per il
prossimo l' 1,8 per cento, il governo ha deciso di
non intervenire nuovamente con tagli e sacrifici giacché siamo abbondantemente sotto il3
per cento. Di conseguenza si liberano risorse,
nel senso che non sarà necessario fare tagli, per
lo 0,1 per cento del Pil (1,6 miliardi) per quest'annoedi6,4miliardiperil2016 (0,4delPiI).
lImmmeam;m,m·
Tuttavia l'operazione non sarebbe stata così semplice perché oltre alla «regola del deficitpilal3 per cento» dobbiamo anche rispettare la
«regoladeldebito»checiimponeogniannouna
riduzione dello 0,5 per cento strutturale (cioè
alnettodellacongiuntura).Questaregolaègià
stata rispettata per il 2015 con l'intervento di
rafforzamento della manovra chiesto da
Bruxelles nell' autunno scorso e dunque lo 0,1
per cento si può spendere quest'anno senza
problemi. Per il prossimo anno invece il taglio
dello 0,5 deve essere fatto. Padoan e i suoi tuttavia per eliminare questo ostacolo, che avrebbe vanificato il "tesoretto n , chiedono a Bruxelles, nel Programma di Stabilità che dovrà essere inviato alla Commissione entro il 30 aprile,
di potere utilizzare la «clausola delle riforme»
che consente, a fronte dei vari provvedimenti
in corso di approvazione (Jobs act, pubblica
amministrazione, giustizia ecc.) di limitare la
correzione allo 0,1 per cento e far salire il deficit strutturale allo 0,4 per cento, esattamente
pari a 6,4 miliardi che avrebbero dovuto esser
tagliati e nonlosaranno. Se Bruxelles sarà d' accordo conle stime di Roma potranno essere utilizzati per sterilizzare l'aumento dell'Iva.
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Nessun taglio alle pensioni come ha assicurato Mr. Forbici Yoram Gutgeldma otto aree di
intervento per recuperare 10 miliardinecessari' alla sterilizzazione dell'aumento dell'Iva
(uniti ai 6,4 che emergeranno nel 2016 ). Dove
siinterverrà? il Defspiega che per glientilocalisi prevede l'allineamento delle regole del Patto di stabilità interno a quelle europee: costi
standard e pubblicazione online degli indici di
performance ma - come ha assicurato Renzi
nel corso dell'incontro con i sindaci - nessun
taglio ulteriore. Nel mirino le aziende municipalizzate: in particolare il documento cita le
aziende di trasporto pubblico e quelle di raccolta dei rifiuti che «soffrono di gravi e crescenti criticità di costo». Terzo punto d'attacco i 10
mila capitoli di spesa dello Stato centrale e la
riorganizzazione di Prefetture e delle altre
strutture periferiche. Al quarto punto la creazione di una «unità indipendente di valutazione» degli investimenti pubblici al fine di ridur-
sarie alla competitività del paese e alla mobilità urgente delle aree urbane. Viene indicato
un «nucleo ristretto di opere» per 70,9 miliardi, spiega una nota del ministero delle Infrastrutture, «compiendo principalmente la scelta del ferro (ferrovie e metropolitane): opere
che possono essere definite le "priorità delle
priorità" su scala nazionale». Rispetto al primo
screening che portava le opere a 51 ci si concentra sulla metà delle opere seguendo criteri
di «effettivarilevanzél». Le altre opere tuttavia
non vengono abbandonate: porti, logistica,
opere idriche, aeroporti ed edilizia scolastica
restano ugualmente obiettivi ma contenuti
nel Documento pluriennale di pianificazione
strategica.
CI RIPRODUZIONE RISERVATA
Il premier. non ci saranno nuove
tasse, decideremo nelle prossime
settimane come usare le risorse
aggiuntive che abbiamo da parte
Il deficit tendenziale è più basso di
quello programmatico: questo è il
motivo percuisi liberano fondi
. sia quest' anno che il prossimo
re i costi. Sul Welfare, il Defannuncia unastretta sulle pensioni di invalidità finalizzata a eliminare le differenze tra Nord e Sud e alla creazione di un nuovo modello di assistenza che ottimizziilcoordinamentotraInps,ComunieAsl.
Maggiore impatto anche della centrale degli
acquisti per i beni della pubblica amministrazione. Al settimo e ottavo punto: la stretta sulle
detrazioni fiscali e la «ricognizione» degli incentivi alle imprese per una «successiva razionalizzazione».
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il programma delle infrastrutture strategiche del Defpunta su 25 opere nazionali neces-
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GU4.CQUSII
I~
B..RSO)
I.A~
La Con~ip sarà rafforzata
più vincoli agli enti locali
Asetaccio icapitoli di spesa
scattano idefinanziamenti
Disboscate 720 agevolazioni
nel mirino gli sgravi Irpef
Stretta sugli assegni di invalidità
controlli soprattutto al Sud
RAFFORZAMENTO del sistema
SARANNO passati al setaccio i
NELL'AMBITO della spending
review è previsto un taglio alle
agevolazioni fiscali, le
cosiddette tax tax expenditures:
si tratta di una platea di 720
agevolazioni per 160 miliardi,
individuate dalla commissione
Ceriani a suo tempo, e sul quale
il governo dovrà fare scelte
precise prima della prossima
sessione di bilancio. Si conta di
ricavare dall' operazione da 1 a
1,5 miliardi con l'obiettivo di
agire prevalentèmente sulle
agevolazioni Irpefmeno
utilizzate.
NEL mirino della spending
review anche le pensioni di
invalidità. L'intervento non
toccherà l'entità degli assegni
ma punta ad eliminare gli abusi
che emergono dall' analisi della
distribuzione degli assegni sul
territorio nazionale. Al Sud le
pensioni agli invalidi civili sono
quasi un quarto (il 23%) dei
trattamenti Inps erogati
nell'area, una percentuale
doppia rispetto a quella del
Nord (11,3%). II dato emerge
dai dati Inps e fotografa la
realtà al primo gennaio 2014.
Consip, la mega centrale statale
per gli acquisti di beni e servizi,
con l'obiettivo di raggiungere
1,5-2 miliardi di risparmi. II
governo punta a rendere più
rigoroso il sistema degli acquisti
di beni e servizi da parte di
Comuni e Regioni rendendo più
vincolate l'obbligo di fare
acquisti presso le attuali 35
stazioni appaltanti. Obiettivo
anche quello di aumentare il
volume da parte della Consip
per ministeri e amministrazioni
centrali dello Stato.
GUDUmBIU
In ogni città un solo palazzo
per tutti gli uffici pubblici
NEL mirino anche gli affitti degli uffici pubblici dei ministeri
(entro giugno si attende un
piano di ridimensionamento dei
locali) e delle strutture
periferiche dello Stato.
L'obiettivo è quello di superare
una organizzaziane che viene
definita «napoleonica»: si andrà
inoltre verso la concentrazione
di tutti gli uffici pubblici in un
unico edificio per ogni città.
Razionalizzazioni previste anche
per i corpi di polizia con
l'eliminazione di sovrapposizioni
delle funzioni di spesa.
10
mila capitoli di spesa contenuti
nei bilanci dei ministeri.
Saranno eliminati o definanziati
quelli inutili mentre i restanti
saranno oggetto di specifici
accordi triennali tra il ministero
dell'Economia e i dicasteri. II
proces~o di rinnovamento della
finanza pubblica prevede anche
il upensionamento" della legge
di Stabilità che, in base alla
riforma dell' articolo 81 della
Costituzione dovuto al Fiscal
compact, sarà assorbita dalla
legge di bilancio.
........
Uinliid
Municipalizzate da cambiare
nel mirino trasporti e rifiuti
Ferrovie e metropolitane
tra i25 progetti principali
Troppe poltrone nelle Asl
presto un piano di riduzione
PIANO per larazionalizzazione
RIDOTIO a 25 infrastrutture
strategiche «essenziali e di
rilevanzanazionale» il
programma del 2015.
Nell' allegato al Defviene indicato
un nucleo ristretto di opere
compiendo principalmente la
scelta del ferro (ferrovie e
metropolitane) che vengono
definite da una nota del ministero
le "priorità delle priorità". Porti,
scuola, lavori idrici e aeroporti
vengono collocati nel Documento
di programmazione con la scelta
di procedure ordinarie per la
realizzazione.
L'INVITO è giunto anche nella
conferenza stampa di ieri sera
dopo il Consiglio dei ministri
da parte dal premier Matteo
Renzi. L'obiettivo è quello di
tagliare il nwnero delle Asl in
ogni Regione e ridurre il
nwnero dei manager che le
guidano. II premier ha citato
l'esempio di una Regione che
ha sette Province e 22 aziende
sanitarie. Continua anche
l'azione di ridùzione di costi
della politica: anche questa
riguarderà le spese sostenute
dalle Regioni e dai Comuni.
delle partecipate degli enti locali
e delle amministrazioni
pubbliche: nel mirino trasporti e
rifiuti. Si tratta di un numero
enorme di società che ammonta,
secondo l'ultimo censimento, a
8.146 unità e che comprende
36.125 partecipazioni dirette e
indirette. L'obiettivo è quello di
accorpare e di raggiungere
economie di scala. Le partecipate
verranno divise tra indispensabili
e non indispensabili e saranno
valutati costi e benefici pubblici
per ciascuna.
lOmld
1,6mld
ILBONUS
ILTESOREnO
LASPENDING REVIEW
Il gòverno può contare su un bonus
di 1,6 miliari da spendere entro l'anno
Dal prossimo anno il governo avrà a
disposizione un teso retto di 6,4 miliardi
I risparmi che arriveranno dalla revisione
della spesa sono stimati in 10 miliardi
+0,4%
IL PRODOnO INTERNO LORDO
Secondo il Def, le riforme avranno un
impatto sul Pil2016 dello 0,4 per cento
+1,0%
+0,5%
I CONSUMI
L'OCCUPAZIONE
Le riforme provocheranno una crescita dei
consumi dell'l % nel2016 (+2,1% nel 2020)
L'effetto- riforme sull'occupazione è di un
più 0,5% nel 2016, che sale a1l'1,5 nel 2020
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+1,1%
GLiINVESTIMENn
Il Def stima che le riforme avranno un
impatto dell'l,l % sugli investimenti 2016
Come si forma il teso retto
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Come è salita la stima del Pii
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Data
Il piano di Palazzo Chigi
"I soldi in più ai poveri
ora esclusi dagli 80 euro"
Renzi non respinge l'idea di estendere anche a loro il bonus
Orlando e Martina: 'Troppo cauti nelle previsioni di crescita"
- si può leggere il piano nazionale di riforme che abbiamo messo in piedi. E tutti quelROMA. Sotto la voce "lotta alla li in buona fede potranno vepovertà" si nasconde il possibile utilizzo del tesoretto di dere quante cose abbiamo fat1,6 miliardi che il governo siri- to in un anno». Ma le risorse
trova in tasca da ieri. «Ci sono aggiuntive sono una leva inatcategorie che non state sfiora- tesa e subito l'orientamento
te dal tema degli BO euro. Dob- dell'esecutivo ha mirato l'obiamopensarealoro», èil pen- biettivo: utilizzarle per il Welsiero di Matteo Renzi Il come fare, per rafforzare lo stato sova studiato nel dettaglio, ciale.
L'approvazione del Docu«sarà una discussione delle
prossime settimane», ma l'at- mento di economia e finanza è
tenzioneva subito alla catego- stata rapida, senza critiche.
ria degli incapienti. Il premier Andrea Orlando ha chiesto
è convinto che questa cifra si però a Padoan e Renzi di essepossa raggiungere senza ta- re meno cauti nelle previsioni
gli, basta l'aumento delle pre- di crescita del Pil. «Se siamo
visioni di crescita e il rispar- più ottimisti sulle cifre siamo
mio che deriva dai tassi d'in- anche in grado di mettere
teresseormai vicini al minimo maggiori risorse a disposiziostorico. «Troveremostrumen- ne della gente, di puntare di
ti rapidi e utili per le fasce più più sull'espansione», ha detto
deboli», ripetono a Palazzo il ministro della Giustizia. È
Chigi. Una forma di bonus an- una posizione sostenuta, dencora da definire. Da adesso tro il consiglio dei ministri, anpresidenza e ministero dell'E- che dal ministro dell'Agricolconomia iniziano a studiare tura Maurizio Martina. E fuori
di li dal leader della minoranun eventuale decreto.
Nel consiglio dei ministri za dem Roberto Speranza. Ma
Renzi si è sbilanciato pochissi- nel governo convivono, pacifimo sull'immediato uso dei sol- camente fin qui, due linee di
di pescati tra le pieghe del bi- pensiero. Quella ispirata da
lancio. «Nel Def-ha spiegato Via XX settembre è abbastan-
GOFFREDO DEMARCHIS
za chiara: «Abbiamo sempre
pagato il prezzo di previsioni
campate in aria, che facevano
il passo più lungo della gamba.
Adesso è il momento di stare
attenti». L'altrainvecespinge
per cavalcare subito la ripresa, seppurepiccola, affrontando di petto i problemi sociali
più urgenti. Per il momento
Renzi sceglie di stare nel mezzo, sapendo bene che il Deffinisce al vaglio di Bruxelles e
che la credibilità internazionale resta fondamentale per
la salute dell'Italia.
Resta sullo !!fondo l'idea di
un decreto. Decreto che nei sospetti dell' opposizione avrebbe un primo effetto sul passaggio politico delle prossime
settimane. In vista delle regionali ( 31 maggio) con sette
governatori da scegliere, Renzi sarebbe pronto a una misura elettorale che faccia pendere la bilancia dalla parte del
Pd. E del suo segretario, ovviamente. Questa è l'accusa che
arriva da Forza Italia per
esempio. Ma questa misura
nonc'è,almomento.
C'è semmai una risposta ai
comuni e alle regioni sui tagli
denunciati nei giorni scorsi. Il
Alcuni ministri in
pressing sul governo:
vogliono poter
aumentare la spesa
Cipe sblocca. 200 milioni per
l'edilizia scolastica e sono destinati ai comuni. In conferenza stampail premier ricorda lo
stanziamento di I l miliardi
per le metropolitane delle
grandi città. Come dire: questo interessa ai cittadini e se i
soldi non bastano gli amministratori facciano tagli da altre
parti. In questo, sui costi della
politica o sulla struttura delle
Asl. Naturalmente il tema resta aperto e sarà affrontato
nella legge di stabilità. Come
reperireil denaro che secondo
gli amministratori verrà tolto
agli entilocali. Ma è chiaro che
la parola "tagli" Renzi vorrebbe eliminarla dal vocabolario.
Ieri era circolata la voce che il
tesoretto sarebbe stato alimentato da una scure sui ministericonla garanzia che isoldi sarebbero tornati in autunno con un manovra di assestamento. Ma Palazzo Chigi
smentiva subito. Anche perché Renzi è sicuro che si potranno ancora correggere al
rialzo le cifre del Pil e l'andamento dei titoli di Stato fornirà altro ossigeno all'economia italiana.
ICRIPRODUZIONE RISERVATA
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Data
LA STAMPA
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Foglio
12-04-2015
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2/2
Disgelo
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I nodi ancora
da sciogliere
I nodi da sciogliere
sono ancora tanti: il primo punto ali' ordine del
giorno dei negoziati è
la riapertura delle rispettive ambasciate.
lIl!IIIII!IIII L'Avana è ancora
nella lista nera degli
Stati sponsor del terrorismo dal 1982.
lIl!IIIII!IIII Il principale ostacolo alla normalizzazione delle relazioni interrotte durante la Guerra
Fredda, nel 1962, è la rimozione totale dell'embargo. Obama ha
sollecitato il Congresso
a muoversi in questa direzione.
lIl!IIIII!IIII
la svolta
Ègià entrata nella storia
la stretta di mano
tra Raul Castro e Barack
Obama a Panama
la stretta di mano fra i due presidenti a Panama
mesi
Negli ultimi
quattro mesi
Washington
e L'Avana
hanno
dimostrato
più volte
di voler dare
nuovo corso
alle loro
relazioni
minuti
"tempo
per il discorso
alla plenaria,
ma Raul
Castro,
scherzando
ha detto:
«Cuba manca
da sei vertici,
ho diritto a
più tempo»
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Primo piano Italia
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Pago 102
Quotidiano
LA STAMPA
I
I
Data
11-04-2015
Pagina
2
Foglio
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Rell2ipuntasullacrescna
"TI tempo delle tasse è fmito"
Lo scatto del premier: nel testo fInale del Defpiù risorse da destinare al welfare
sulla povertà, un equivalente ti fiscali, la seconda parte arridel «reddito di cittadinanza» in- verà a giugno». E ancora: «Non
FABIO MARTINI
vocato dal Movimento 5 Stelle. è normale che ci siano Regioni
ROMA
con sette province e 22 As!...».
Le ironie di Forza Italia
Il «capo» - come lo chiama in Dall'opposizione si sono alzate
privato Pie~ Carlo ~ad?an - all~ ironie, a cominciare da quelle di
Ci sono Regioni
9 del mattmo ordma Il «fermI Renato Brunetta presidente dei
con 7 province
tutti». A Matteo Renzi il Def deputati di Forza Italia: «Il bonon garba. Manca un'ora al nus di Renzi serve per comprare
22 Asl: siamo
Consiglio dei ministri chiamato si le elezioni regionali come le
in condizione di ridurre
ad approvare in via definitiva il Europee con 80 euro?». E come
Documento di economia e fi- controprova. da più parti si indile poltrone e applicare
nanza, ma il presidente del cavano ieri i più recenti sondagi costi standard
Consiglio vuole di più. Il Def è gi, come quello Ixè per Agorà
. . . La prima
corretto e ben scritto. Ma difen- che dava il Pd in calo dello 0,8
parte dei decreti
sivo. Senza uno «scatto». Possi- per cento, con una flessione anfiscali approdeMatteo Renzi
bile mai che mentre i fattori che nella fiducia nei confronti di
rà in (dm il21
Presidente
«esogeni» ed extra-nazionali Renzi, in una settimana scesa
del Consiglio
aprile. La seconspingono anche le locomotive dal 39 al 38 per cento. Flessioni
da parte, invece,
più scalcagnate, proprio l'Italia statisticamente poco significa-,
arriverà a giunon si inventa nulla? E con que- tive, anche perché i due istituti
gno. Lo ha anste premesse che il presidente di fiducia del presidente del
nunciato il predel Consiglio dispone un Consi- Consiglio danno risultati divermierMatteo
glio dei ministri scandito in due si, in particolare in due delle reRenzi in confefasi. Nel primo tempo si è dato gioni chiave delle elezioni di fine
renza stampa
cors? soltanto alla ratific? della maggio: in Campania il candidadopo la presennomma a sottosegretarIO alla to del Pd Vincenzo De Luca ha
tazione del Def
pres~denza di Cla~di~ De Vi~,- recuperato il forte gap che lo dicent~ ~ soltanto dIeCI ?re pm videva dal governatore uscente
... Nei piani c'è
tardI SI sarebbe .vara~o Il «nuo- Stefano Caldoro; in Liguria, la
anche la legge
vo» Def. Nel ·perIOdo
mtercorso
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consentito a Renzi e ai suoi con- vanm. o, l.
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finora il quadro
siglieri di isolare un «tesoretto» premler. e sensIbIle aI ns~ltah
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di un miliardo e 600 milioni, pe- eletto;ah, sa che eventual.I batstato contraraltro contenuto nel documen- tute d arresto potrebbero I~ter­
stante)), ha
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detto Renzi. La
meglio.
mun~u~ VI~cente. E~co per~he
decisione però,
Prima di scendere a sera di RenzI SI fara vedere, m partlCospetta al Parlanuovo in Consiglio dei ministri, lare in ~iguria, a co~inciare da
mento,
Renzi ha studiato i possibili ~a~~dI,. q~an~o sara a Genova,
provvedimenti da adottare gra- m VISIta IstItuzIOnale.
zie alla dote «estratta» dal Def.
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Come ha spiegato il premier a La 5tr~tta 5U"~ Re~ioni
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Cdm concluso per ora non c'è Ma se l sondaggI «ven» non COSI
giorni scorsi. Il
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Primo piano Italia
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Pag, 103
Data
Pagina
Foglio
Pubblico impi.ego
Le riforme
costano
ma fanno
•
•
nsparIlllare
Francesco Grillo
Olti dei discorsi che fanno gli esperti di contabilità pubblica partono da
una premessa - mai dimostrata, mai messa seriamente in discussione - che le
riforme costano. Tale assunto
M
sembra, del resto, accettato
anche dal Documento di economia e finanza appena presentato dal governo: una maggiore efficienza dell'amministrazione pubblica (che, pure,
per definizione, dovrebbe corrispondere ad un minore spesa dello Stato) costerebbe circa 300 milioni di euro all'anno
per i prossimi tre anni secondo la previsione sull'impatto
delle riforme sulla finanza
pubblica.
Peraltro, il documento - sostengono i più preoccupati neppure affronta la questione
ben più consistente del rinnovo dei contratti nel pubblico
impiego che, per molti, è propedeutico per poter far vivere
le riforme della Pa e che po-
13-04-2015
1
1 /2
trebbe costate ben di più dei
lO miliardi necessari a non far
scattare il tanto temuto aumento dell'Iva. Se la premessa
sul costo delle riforme fosse
vera, ci ritroveremmo, però,
ancora una volta nel vicolo cie- .
co dal quale non riusciamo ad
uscire da decenni.
Per ricominciare a crescere
-lo stesso Defvaluta che la riforma della Pa può aggiungere dal mezzo punto al punto
intero di Pil nei prossimi anni
- abbiamo assolutamente bisogno di trasformare in risorsa quello che è attualmente il
peso della burocrazia. Ma per
riuscirci dobbiamo spendere
soldi e capitale politico che
non abbiamo.
Continua a pag.16
L'analisi
Le riforme costano ma fanno risparmiare
Vero è che l'amministrazione pubblica dal 2010 è
totalmente pietrificata: i contratti sono congelati e gli
stipendi non recuperano neppure !'inflazione; le
segue dalla prima pagina
assunzioni sono bloccate e ciò aumenta,
praticamente, di un anno, ogni anno, l'età media del
Il risultato è che si rischia di continuare ad essere
personale in serviZio; i premi di produttività sono
impantanati sul fronte della «madre di tutte le
uguali per tutti e, comunque, i fondi che avrebbero
riforme» che il governo italiano ha messo al primo
dovuto finanziare gli incentivi sono finiti (500 euro
posto della sua agenda. Tocca al ministro Madia
~ordi medi all'anno nelle amministrazioni locali); ciò,
risolvere, con pragmatismo e visione, questa
mfine, rende sterile qualsiasi esercizio di
contraddizione.
Il p~adosso del costo delle riforme è vero, però, a valutazione, nonostante il fatto cheè ormai acquisito
che è la valutazione il motore vero di
metà. E vero che una riforma drastica della Pa non
un' organizzazione in grado di sopravvivere
può prescindere da un cambiamento delle regole di
adattandosi continuamente al proprio ambiente.
ingaggio tra lo Stato come datore di lavoro e i suoi
Tuttavia, l'agonia della Pa non può più passare per la
dipendenti e dirigenti. Sarebbe, tuttavia, un grosso
concessione di pannicelli caldi; va rivisto tutto e una
errore interpretare il nuovo contratto come un
trattativa non dovrebbe neanche cominciare se la
prezzo -la cui entità è, peraltro, fissata in anticipo
logica è quella dell' automatismo.
sulla base di automatismi predefiniti -da pagare al
In effetti, a leggere il piano nazionale di riforma di
sindacato per ottenere il consenso ad un
altri Paesi, sembra che non tutti siano schiacciati dal
cambiamento che serve a tutti. Sarebbe un grosso
paradosso che ci intrappola. Non necessariamente la
errore perché significherebbe tradire l'obiettivo
riforma della Pa è vista come un costo nei documenti
finale del cambiamento che è proprio di limitare gli
che Spagna o Inghilterra presentano alla
automatismi e legare non solo gli stipendi
individuali, ma il costo dell'intera amministrazione Commissione europea. Del resto, in quei Paesi non è
impensabile la ristrutturazione di interi comparti
al valore che lo Stato riesce a restituire al cittadino
che sono diventati obsoleti o l'allontanamento dei
contribuente.
dirigenti che falliscono ripetutamente di ottenere i
Allora a ben vedere la mancata previsione di una
cifra fissa da allocare al rinnovo dei contratti pubblici propri obiettivi; mentre lo è il blocco delle assunzioni
potrebbe essere un bene. Potrebbe essere un bene se che si pratica solo in Italia e che di fatto ha
ciò significa che il governo rifiuta l'automatismo del condannato la Pa stessa all'obsolescenza. Nel resto
d'Europa non è impossibile ottenere un premio;
rinnovo e si riserva di affrontare i nuovi contratti
proprio
perché è possibile che chi delude finanzi con
abbandonando la logica dell'aggiornamento dei
la propria tasca un incentivo al collega bravo.
costi storici per stabilire che il costo della Pa viene
Di certo la riforma troverà il suo banco di prova
rivisto, ogni anno, sulla base di quali sono i bisogni e
più difficile e concreto proprio quando dovrà essere
cosa le tecnologie offrono per soddisfarli. Sarebbe,
invece, un male se continuasse a prevalere il punto di attuata nei contratti nuovi. Anzi, quando dovrà
prendere corpo attraverso la trasformazione dello
vista degli esperti di contabilità pubblica e ci
stesso processo negoziale dei contratti. Molto più
dovessimo ritrovare, tra qualche mese, con una
spazio
dovrà essere dato a quelli per comparto e per
r~forma che non ha, semplicemente, l'ossigeno per
territorio. E anzi, forse bisognerà invertire la logica
VIvere.
Francesco Grillo
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che fa precedere la contrattazione decentratacentrata cioè sui bisogni e sulle organizzazioni -dalla
definizione di un quadro macroeconomico generale
che, di certo, deve definire i vincoli di finanza
pubblica, ma non può dettare automatismi che
rendano ancora più difficile l'introduzione di quella
flessibilità di cui la Pa ha assoluto bisogno.
La logica manageriale e del buon senso deve,
tuttavia, passare "sul corpo" di un sindacato vecchio
che deve ripensare la propria natura, ma anche - e
anche questa è una contraddizione - di una dirigenza
che è chiamata a gestire lo stesso cambiamento che
la mette in discussione. E tuttavia al cambiamento
non abbiamo alternative. Esso è indispensabile per
creare una prospettiva per i lavoratori che non sono
13-04-2015
1
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tutelati. Per i dipendenti pubblici che non si
rassegnano al declino. Persino per i sindacati e per i
burocrati che non possono immaginare di chiudersi
in un castello di privilegi sollevando il ponte levatoio,
perché quel castello si sta sgretolando e, tra un anno,
sarà esaurito anche l'ossigeno di Mario Draghi.
La questione del costo delle riforme è la
contraddizione che ci ha, finora, impedito di
investire in innovazione e in futuro. Riuscire a
separare la questione della quantità delle risorse da
quella di come gestisco quelle che sono disponibili, è
essenziale per riuscire là dove si sono inceppate
almeno quattro ambiziosi tentativi nati con !'idea di
cambiare tutto e finiti con il non cambiare
assolutamente nulla.
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Tasse e pii, aumenta il gettito
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12-04-2015
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II piano Un reddito minimo
per i disoccupati in povertà
~Con
il bonus di 1,6 miliardi sostegno ~ Platea ristretta agli ultracinquantenni
da 500 euro al mese ai più disagiati
con figli a carico e privi di altre entrate
nRETROSCENA
ROMA Il Def delle tasse si è trasformato in ventiquattrore nel Def
del tesoretto, o del bonus, per dirla renzianamente. La caccia subito scattata per assicurarsi quel
miliardo e seicento milioni - nella
quale ogni soluzione sembra essere la migliore ovviamente per
chi la propone - non fa che alimentare la narrazione del premier che ieri l'altro ha inaugurato la stagione del "dividere" archiviando quella del "taglio e delle
tasse".
LE IPOTESI IN CAMPO
E' però evidente che mai come in
questo caso più che la destinazione è interessante interrogarsi sui
tempi e intrecciare le scelte con
l'agenda del presidente del Consiglio. La prossima settimana Renzi prevede due appuntamenti in
Liguria e uno in Veneto. L'ufficiale avvio della campagna elettorale del segretario del Pd, nonché
presidente del Consiglio, è fissata
per domenica prossima con una
doppia iniziativa prima a Venezia
per sostenere Casson e poi a Genova per tirare la volata all~ Paita. Salire sul palco potendo'sostenere che il governo si appresta a
distribuire risorse per combattere la povertà, significa per Renzi
tagliare l'erba sotto i piedi della
minoranza del Pd e, soprattutto,
di Lega e M5S. Renzi sa che il risultato delle amministrative di fine maggio gli verrà messo in conto in due modi. Ovvero per numero di regioni vinte o perse (sulle
sette che vanno al voto), e per le
percentuali che il Pd prenderà rispetto alle Europee dello scorso
anno. L'occhio del premier, sondaggi alla mano, è puntato sul
M5S che, malgrado le tensioni interne, continua a restare saldamente al secondo posto anche
grazie alla liquefazione di FI e alle
difficoltà che ha la Lega di sfondare a sinistra.
E' per questo che sul tavolo del
governo sarebbero rimaste sostanzialmente due ipotesi di lavoro. La prima, quella di estenderè
il bonus di 80 euro agli incapienti
- ossia ai lavoratori che guadagnano meno di otto mila euro l'annosi starebbe dimostrando alla prova dei fatti difficilmente realizzabile. Il costo a regime è elevato,
circa 4 miliardi di euro a fronte di
una disponibilità, annunciata dal
governo tutta e ancora da contabilizzare, di 1,6 miliardi di euro.
Meglio quindi restringere l'obiettivo e concentrarsi sulle vere sacche di povertà. Magari potenziando l'Asdi, la tutela introdotta per
chi perde il lavoro per iljobs act e
ha già usufruito delle altre forme
di ammortizzatori. Attualmente
si tratta di un assegno di un po'
meno di 500 euro al mese per sei
mesi. Sul piatto di questa misura,
al momento, il governo ha messo
200 milioni di euro e aggiungere
1,6 miliardi del tesoretto, potrebbe permettere di prolungare la
misura nel tempo e allargare la
platea. La seconda ipotesi, politicamente più sostanziosa, è quella
di trasformare l'Asdi in un vero e
proprio reddito minimo.
M5S propone di estendere a tutti
e che invece il governo delimita
ad una categoria molto precisa di
indigenti, sperando magari di poter ampliare la platea. I requisiti
richiesti per poter usufruire del
reddito sarebbero molto stringenti, come essere un capo famiglia
ultra cinquantenne che ha perso
il lavoro, con figli a carico e privo
di altro reddito. «Se questa fosse
la soluzione prescelta - spiega Filippo Taddei, responsabile economico del Pd -V€rrebbe comunque
legata ad una rigorosa prova dei
mezzi tramite il nuovo Isee e sarebbe condizionata all'adesione
dei beneficiari dell'assegno alle
politiche attive del lavoro». Il reddito minimo, insomma, non dovrebbe diventare una misura di
assistenzialismo, ma permettere
a chi ne usufruisce di formarsi
nuovamente e reinserirsi nel
mondo del lavoro. Poter disporre,
nella parte finale della campagna
elettorale, di una misura che molto si avvicina al reddito di cittadinanza invocato dai pentastellati,
significa per Renzi mostrare al
suo elettorato che l'obiettivo redistributivo e di aiuto alle fasce deboli resta prioritario per un partito di sinistra. Le regionali di maggio sono vere e proprie elezioni di
mid-term visto che poi si dovrà attendere il 2018 per avere un'altra
tornata elettorale significativa.
Superare questo scoglio significa
per Renzi chiudere la prima fase
della legislatura e tornare magari
ad imbracciare di nuovo l'ascia
per mettere da parte un altro "tesoretto" in vista delle elezioni poREDDITO DI CIHADINANZA
Una misura, questa molto simile litiche.
Andrea Bassi
al reddito di cittadinanza che il
Marco Conti
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Senza aumenti Iva
diminuisce
la pressione fiscale
Fisco, agevolazioni
nel mirino
per 1,5-2 miliardi
Privatizzazioni,
il piano va avanti
ma ridimensionato
Il tema è sensibile ed è stato
trattato con attenzione anche se si
tratta di numeri. Nelle stime del
Def "a legislazione vigente" la
pressione fiscale è destinata ad
aumentare dal43,5 del 2014 fino
al 44,1 stimato per i prossimi due
anni. Ma se dal calcolo si
escludono gli aumenti Iva che il
governo vuole evitare, includendo
invece l'effetto del bonus 80 che
formalmente risulta come spesa,
allora il percorso deHa pressione
fiscale si fa discedente, fino ad
arrivare al41,6 nel 2019.
Per arrivare ai 10 miliardi di
necessari a scongiurare
l'aumento Iva non saranno messi
in campo solo risparmi di spesa in
senso stretto: il governo infatti
intende mettere in campo nuove
misure di contrasto all'evasione
fiscale e la già più volte annunciata
razionalizzazione delle tax
expenditures, ovvero delle
agevolazioni fiscali - spesso
stratificatesi nel tempo - che
erodono il gettito complessivo. Da
questa voce potrebbero arrivare
1,5.-2 miliardi.
Il governo ridimensiona il piano di
privatizzazioni già presentato nel
Def dello scorso anno. I proventi
attesi scendono a circa l'l,7% del
Pil al 2018 (0,4% nel 2015, 0,5%
nel 2016 e 2017 e 0,3% nel 2018).
Confermate le quotazioni nel 2015
di Poste e Enav e la privatizzazione
di Ferrovie dello Stato. La quota in
StMicroelectronics verrà invece
ceduta al Fondo Strategico
Italiano della Cdp. «La fase
preparatoria per la realizzazione
di tale cessione - si legge - è in
corso di completamento»
Da Comuni e Regioni Riordino delle società
partecipate, priorità
nuovi risparmi
a trasporti e rifiuti
con i costi standard
Il presidente del Consiglio ha
garantito che almeno per il
momento non ci sono nuovi tagli
dei finanziamenti agli enti
territoriali, Regioni e Comuni. Ma
allo stesso tempo ha indicato
per loro l'applicazione di
meccanismi di costi standard. E
su questo terreno
probabilmente le
amministrazioni locali saranno
chiamate in sede di legge di
Stabilità a dare il proprio
contributi alla nuova fase di
revisione della spesa.
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VOBIETTIVO DI RENZI
ETAGLIARE l'ERBA
SOTTO I PIEDI NON
SOLO ALLA MINORANZA
DEL PD MA ANCHE
ALLA LEGA EAM5S
Tra i fronti sui quali il governo
intende cercare di ottenere
risparmi di spesa c'è anche quello
della razionalizzazione delle
società partecipate degli enti
locali. Il dossier è sul tavolo da
tempo: ora si pensa di attendere i
piani autonomi che Regioni e
Comuni dovrebbero presentare
(in realtà la scadenza era il31
marzo) per poi decidere ulteriori
azioni. Priorità nel riordino sarà
data ai settori del trasporto
pubblico locale e della gestione
dei rifiuti.
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Dall'estensione degli 80 euro
ai sussidi, le ipotesi in campo
ha redditi sotto gli 8.000 euro era ~Più fondi per l'assegno ai disoccupati
fuori dai benefici, ora potrebbe rientrare che sono a un passo dall' età della pensione
~Chi
l'INTERVENTO
ROMA Un aiuto ai redditi bassi e
alle fasce più povere della popolazione. Il governo è pronto a impiegare il teso retto da 1,6 miliardi di euro spuntato nei conti di
quest'anno per dare fiato alle
classi più disagiate. Lo strumento non è ancora stato deciso, se
ne parlerà nelle prossime settimane, ha spiegato ieri il premier
Matteo Renzi. Ma le prime ipotesi già circolano. Tra le più concrete c'è quella di estendere il bonus da 80 euro agli incapienti.
Una misura che da tempo il governo tiene nel cassetto. L'anno
scorso, quando il provvedimento degli 80 euro era stato deliberato, non era stato possibile per
carenza di fondi estenderlo a coloro che dichiarano meno di 8
mila euro all'anno, visto che la
platea del bonus era stata limitata a coloro che dichiarano almeno dieci euro di tasse. Estendere
il bonus agli incapienti avrebbe
comunque un costo elevato, almeno quattro miliardi di euro
l'anno se a percepirlo fossero tutti e cinque i milioni degli aventi
diritto. Scattando a metà anno,
ovviamente, la somma si ridurrebbe a due miliardi. L'estensione del bonus è tuttavia solo una
delle ipotesi allo studio del governo. Qualche consigljere del premier spingerebbe anche per rafforzare la dotazione sia degli
sgravi contributivi per i nuovi as- subito è stato ribattezzato il tesosunti, che rischiano di esaurirsi retto saltato fuori dalle pieghe
in breve tempo e che sono stati li- del documento economico, era
mintati al solo 2015. Ma sul tap- già presente fin dalle prime bozpeto ci sarebbe anche l'ipotesi di ze. E frutto della maggior crescirafforzare l'Asdi, il meccanismo ta prevista per quest'anno dal goche dal prossimo primo maggio verno. Il Pil del 2015 è stato ritocgarantirà un assegno di disoccu- cato dallo 0,6% della precedente
pazione che andrà a costituire previsione, allo 0,7%. Questo picun'ulteriore tutela per quei lavo- colo scatto della crescita econoratori che, scaduta la Naspi (l'as- mica ha un altro effetto: fa ridursegno principale di disoccupa- re il deficit, che in automatico
zione), non saranno riusciti a tro- scende al 2,5% contro il 2,6% che
vare un altro impiego e si trova- il Tesoro aveva precedentemenno in situazione di bisogno. Ac- te previsto. Il governo in realtà,
cedere all'assegno saranno gli come ha più volte spiegato il miappartenenti a nuclei familiari nistro dell'Economia Pier Carlo
disagiati con componenti mino- Padoan, vuole che dopo anni di
renni e i lavoratori vicini al pen- crisi, per la prima volta il docusionamento. Una misura, insomma, pensata proprio per andare
incontro alle esigenze delle fasce
più disagiate della popolazione.
IL TESORETTO
Ma da dove spuntano fuori esattamente gli 1,6 miliardi che Renzi ha intenzione di utilizzare con
un decreto? In realtà il miliardo
e mezzo del «bonus Def», come
Il ministro del Lavoro
Giuliano Paletti Ifoto ANSA)
mento programmatico del governo sia «espansivo». Detto in parole semplici, significa che il governo corregge al rialzo le stime
sull'andamento del Pil, ma lascia
ferme quelle sul deficit. La decisione «politica» di lasciar correre un po' di più il disavanzo, libera risorse. Il tesoretto, appunto.
Si tratta di uno 0,1% di Prodotto
interno lordo per il 2015, ossia 1,5
miliardi circa e di uno 0,4% per il
prossimo anno (6 miliardi di euro). Se questo bonus creato usando i margini di «flessibilità» sul
deficit non fosse stato utilizzato,
l'Italia già il prossimo anno
avrebbe raggiunto il pareggio di
bilancio promesso all'Ue entro il
2017.
Intanto sull'ipotesi di aumentare
i diritti d'imbarco aeroportuali
per diminuire il taglio ai bilanci
dei Comuni, scoppia la polemica. A protestare contro i possibile nuovo balzello sono state ieri
le associazioni lata, Assaeroporti, Assaereo ed Ibar, che hanno
respinto la proposta dell'Anci di
introdurre un'ulteriore tassa
d'imbarco. «Il nuovo tributo locale, che potrà raggiungere i 4
euro a passeggero per un biglietto di andata e ritorno», hanno
detto le associazioni, «rappresenterebbe una tassa di 150 milioni su ubn settore che già soffre
di una strutturale crisi di
sostenibilità».
Andrea Bassi
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11-04-2015
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Iva, non scatterà
l'aumento delle
aliquote nel 2016
Agevolazioni
fiscali nel mirino
presto i tagli
Spesa, lente
su lO mila voci
dei ministeri
Comuni, su tre
città il 70%
dei risparmi
Nel prossimo anno non scatterà
l'aumento delle aliquote Iva. Il
governo ha infatti deciso di
neutralizzare le clausole di
salvaguardia impegnando 12,8
miliardi. Queste risorse saranno in
larga misure reperite attraverso i
tagli alla spesa pubblica che da soli
dovrebbero valere lO miliardi. Le
altre risorse verranno recuperate
dalla minor spesa per interessi sul
debito e dalla maggiore flessibilità
europea.
Uno dei punti centrali dèl Piano
nazionale di riforma sarà il
taglio delle agevolazioni e degli
sconti fiscali. Si tratta di 720 voci
che erodono la base imponibile
per 250 miliardi di euro.
L'intenzione del governo
sarebbe di mettere mano a
quelle non più attuali e a quelle
che si sovrappongono, facendo
salve le voci principali come le
detrazioni sul lavoro dipendente
o per le pensioni.
Nel Piano che il governo si
appresta ad inviare a Bruxelles è
previsto un corposo capitolo di
spendingreview. I tagli
riguarderanno sia la spesa degli
enti locali (vale i due terzi di
quella corrente totale) con una
particolare attenzione ad Asl e
Regioni, sia quella dei ministeri.
Per questi ultimi saranno messi
sotto la lente 10.000 capitoli di
spesa che dovranno essere
confermati o definanziati.
Nel Def,ha rassicurato il premier
Matteo Renzi, non ci saranno
nuovi tagli ai Comuni. Ma il
procedimento di spending
avviato andrà avanti. Le città
metropolitane dovranno
dividersi 250 milioni di riduzioni
di bilancio. Al momento il 70%
del taglio pesa su tre comuni:
Roma, Napoli e Firenze. Per
mitigarlo potrebbero essere
aumentate le tasse sui diritti
d'imbarco aeroportuali.
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