22 giugno 2009 PDF

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22 giugno 2009 PDF
Milano, 22 Giugno 2009
News on line per gli operatori della Sanità
Noi Sanità n. 80
Direttore Responsabile
Daniela Martelli
Fax 02 67653011
e-mail: [email protected]
Redazione
Enzo Mascolo
Enrico Parola
Alessandro Gatta
Maura Tomei
Manuela Filardo
POLICLINICO SAN MATTEO, TRATTATO CON TECNICA MININVASIVA
TUMORE ENDOCRINO DEL PANCREAS
Un’anziana paziente è stata sottoposta a trattamento del pancreas per via percutanea
TERAPIA DELLA LEUCEMIA ACUTA LINFOBLASTICA DELL’ADULTO
A Bergamo uno studio innovativo di rilevanza internazionale
OSPEDALE SAN CARLO IN PRIMA LINEA NELL’OSSERVAZIONE DEI
FENOMENI DI TENTATO SUICIDIO
Un fenomeno da tenere in considerazione per capire le problematiche sociali del territorio
LA NUOVA RESIDENZA UNIVERSITARIA A L'AQUILA
L’opera di Regione Lombardia per il terremoto
EDITORIALE
La responsabilità
prescrizione
Per rendere più
lineare ed efficace
l’accesso alle
prestazioni sanitarie
dal 1° ottobre sarà
obbligatorio riportare
nella ricetta il quesito
o sospetto
diagnostico: come
stabilito dalla delibera
n. 9581 siglata l’11
giugno (in cui è stata
ripresa la Dgr n. 9014
del 20 febbraio di
quest’anno),
Segue >>
BREVI
Gli stati generali della Sanità arrivano in Vallecamonica
Sondaggio sul Sollievo all’Ospedale di Circolo di Busto Arsizio
Un primario del Dipartimento Oncologico Provinciale di Bergamo a capo del CIPOMO
Nursery ad alta tecnologia nella Clinica Mangiagalli
APPUNTAMENTI
AO Sant’Anna di Como, 2° corso di chirurgia del pavimento pelvico
Sopravviverà la medicina all’abbandono della clinica?
Nuovi orientamenti nella malattia di Parkinson: dalla fisiopatologia alla terapia
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La responsabilità della prescrizione
(Continua dalla prima pagina)
tutte le prescrizioni di specialistica ambulatoriale rilasciate dal 1° ottobre su cui non sia stato indicato o sia stato
indicato erroneamente il quesito diagnostico non verranno rimborsate dal Servizio Sanitario Regionale, e quindi non
saranno accettate nelle strutture deputate ad effettuare le visite richieste. Nelle prescrizioni si può indicare la
motivazione clinica, cioè la sintomatologia accusata dal paziente, oppure il sospetto clinico ipotizzato. La decisione di
rendere obbligatoria l’indicazione del motivo per cui viene richiesta una certa prestazione ha molteplici motivazioni;
innanzitutto rivaluta il ruolo del medico di base, che non è e non può essere un mero prescrittore: è il primo, più
immediato, per certi versi anche più intimo livello del sistema sanitario con cui ci si trova ad avere a che fare. Il
rapporto di fiducia e la conoscenza dell’assistito permettono di valutare ragionevolmente l’opportunità e
l’appropriatezza delle prestazioni. È inoltre evidente che l’indicazione fornita sulla prescrizione indirizza il paziente
verso un determinato percorso diagnostico: se per il cittadino è un aiuto a comprendere meglio la propria situazione
clinica, per la struttura che eroga la prestazione è più facile partire da una ipotesi precisa e ragionevole. Un
miglioramento dunque anche dal punto di vista della qualità e delle tempistiche. In questa prospettiva va letta la
decisione di estendere, per le prescrizioni di specialistica ambulatoriale, l’uso del ricettario del Servizio Sanitario
Regionale ad alcune categorie di operatori che fino ad oggi non potevano prescrivere: ora i prescrittori possono
essere i medici delle AO e delle strutture private accreditate, sia intra che extra ospedaliere, i medici degli IRCCS
pubblici e privati, i medici di Medicina Generale e i Pediatri di Libera Scelta, i medici di Continuità Assistenziale, gli
Specialisti Ambulatoriali convenzionati e i medici addetti al servizio di Guardia Turistica. Nella stessa delibera si
ritrovano altre importanti indicazioni a riguardo dei tempi d’attesa: per le prestazioni “extra budget”, tra cui quelle
inerenti alla prevenzione e cura dei tumori, vanno rispettati i tempi d’attesa indicati dalla Regione (l’elenco completo è
consultabile sul sito www.sanita.regione.lombardia.it). Questi non devono essere superiori negli esami a regime
pubblico rispetto a quelli erogati a pagamento, e nel caso non siano indicati tempi d’attesa precisi la differenza tra la
prestazione erogata a pagamento e quella invece a carico del Servizio Sanitario Regionale non può superare i 30
giorni.
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POLICLINICO SAN MATTEO, TRATTATO CON TECNICA MININVASIVA TUMORE ENDOCRINO
DEL PANCREAS
Un’anziana paziente è stata sottoposta a trattamento del pancreas per via percutanea
Il trattamento di termoablazione per via percutanea permette di risolvere in maniera veloce ed efficace le problematiche
chirurgiche legate all’asportazione delle formazioni tumorali del pancreas e non solo. Nei giorni scorsi un intervento del genere è
stato eseguito dal professor Sandro Rossi, direttore della struttura di Medicina VI ed Ecografia Interventistica, su un’anziana
paziente che ora sta bene: la guarigione è completa e i valori ematochimici precedentemente anormali sono tutti rientrati nella
norma. “Tradizionalmente in caso di tumori come questi – spiega il professor Rossi – si procede all’asportazione chirurgica della
testa del pancreas. La mortalità perioperatoria è di circa il 10% e i tempi di degenza sono piuttosto lunghi. Si tratta certamente
dell’intervento di chirurgia addominale in assoluto più complicato, soprattutto perché il pancreas è un organo localizzato
profondamente nell’addome su cui è difficile agire. Nel caso della paziente in questione, il tumore aveva raggiunto la dimensione
di 2 cm e già nel corso della prima applicazione è stato distrutto il 90% del tumore. In tre sedute, di 10 minuti l’una, si è ottenuta la
completa distruzione di tutto il nodulo”. La tecnica mininvasiva di termoablazione a radiofrequenza consiste nell’inserimento
attraverso la cute, per mezzo di una guida ecografica, della punta di un ago-elettrodo all'interno del nodulo tumorale
(l’ago-elettrodo è un ago sottile isolato con materiale plastico per tutta la sua lunghezza eccetto che sulla punta). L'ago-elettrodo
attivo ed un elettrodo passivo vengono collegati ad un generatore di energia a radiofrequenza che, una volta attivato, determina la
formazione di calore nel tessuto attorno alla punta dell'ago-elettrodo attivo. Il calore generato si diffonde al tessuto circostante
determinandone la necrosi. La procedura termina quando il volume di necrosi creato è grande come il tumore che si vuole
distruggere. La procedura viene eseguita in anestesia locale ed è necessario che il paziente rimanga a digiuno dalla sera
precedente. Negli ultimi 7 anni presso il Reparto di Medicina VI ed Ecografia Interventistica diretto dal professor Rossi, sono stati
trattati con tecniche mininvasive oltre 1000 pazienti affetti da tumore epatico di cui circa due terzi con tumore primitivo (carcinoma
epatocellulare) ed un terzo con metastasi epatiche da carcinoma del colon. “I tumori del fegato, primitivi e metastatici – commenta
Rossi - tendono a recidivare sia nella sede di origine che in sedi differenti. Pertanto, i pazienti che ne sono affetti, richiedono
controlli periodici con tecniche radiologiche (ecografia, TAC e Risonanza magnetica) per rilevare le riprese di malattia in fase
precoce. Generalmente, a causa delle recidive, i pazienti vengono sottoposti ad interventi ripetuti in un lungo arco di tempo”. Tale
lavoro richiede una grande competenza e dedizione da parte del personale medico ed infermieristico.Oltre alla diagnosi ed alla
cura mininvasiva dei tumori epatici, con la collaborazione di altri specialisti del Policlinico, vengono eseguiti anche trattamenti
mini-invasivi dei tumori del polmone (oltre 100 pazienti trattati) , del rene e adesso anche del pancreas.
http://www.sanmatteo.org
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TERAPIA DELLA LEUCEMIA ACUTA LINFOBLASTICA DELL’ADULTO
A Bergamo uno studio innovativo di rilevanza internazionale
Uno studio innovativo che applica la biologia molecolare al trattamento della leucemia acuta linfoblastica dell’adulto.
Pubblicato nei giorni scorsi sulla rivista di Ematologia Blood, il trial clinico (coordinato da Renato Bassan) ha dimostrato
l’efficacia dell’impiego della biologia molecolare per stabilire chi tra i malati abbia realmente bisogno di un trapianto di midollo
osseo e chi invece possa sottoporsi unicamente alla chemioterapia. Un’informazione vitale, considerando l’elevata tossicità del
trapianto allogenico. “I pazienti che sulla base delle informazioni ottenute dall’analisi molecolare abbiamo potuto trattare
solo con la chemioterapia hanno ottenuto una remissione di malattia e una sopravvivenza del 75% - spiega Alessandro
Rambaldi, direttore dell’Ematologia degli Ospedali Riuniti di Bergamo. In dieci anni abbiamo studiato 280 pazienti trattati in
tutta Italia secondo il protocollo ideato a Bergamo. Abbiamo sottoposto le cellule leucemiche di questi malati a una raffinata
analisi molecolare, isolando e sequenziandone il Dna: in questo modo abbiamo creato una sonda molecolare specifica per ogni
paziente che ci ha consentito di individuare a intervalli di tempo regolare, la persistenza di cellule malate nel loro organismo e
stabilire se vi fosse una ripresa a breve termine della malattia. Solo in questo caso, i pazienti diventavano candidati al
trapianto”. In letteratura esistono studi retrospettivi sull’argomento, ma questo è il primo trial clinico nella leucemia acuta
linfoblastica dell’adulto in cui cruciali decisioni terapeutiche sono state prese sulla base delle indicazioni date dalla
biologia molecolare. Una strada destinata a rivoluzionare l’approccio terapeutico. “Il lavoro in laboratorio ha avuto un peso
determinante grazie alle specialiste in biologia molecolare (Orietta Spinelli, Manuela Tosi e Barbara Peruta) del laboratorio
‘Paolo Belli’. Farci guidare dai riscontri forniti da queste sonde molecolari ha significato risparmiare il trapianto a moltissimi
pazienti, una scelta che finora veniva compiuta in maniera empirica”. L’impiego della biologia molecolare per trattare al meglio
questi pazienti oggi è uno standard che viene applicato in tutti i centri di riferimento internazionali per la terapia di questa
malattia e che a Bergamo è in uso dal 2000. “La ricerca deve però proseguire – spiega Rambaldi – perché dobbiamo
migliorare ancora sotto molti aspetti. Nel nuovo studio appena partito vogliamo affinare la qualità delle sonde molecolari, che
è molto legata alle caratteristiche individuali del malato e che oggi può essere più o meno sensibile, (capace cioè di
individuare una cellula malata su diecimila oppure su un milione di cellule sane), e vogliamo anticipare il momento in cui
prendere la decisione di avviare o meno il paziente al trapianto allogenico, che per alcuni pazienti rappresenta l’unica possibile
terapia efficace. Le specialiste Elena Oldani e Federica Delaini si occupano della gestione e del coordinamento dello studio che
traduce in realtà applicate i progetti, destinati a cambiare in meglio la vita di molti malati”. La ricerca è stata sostenuta anche
dall’Associazione italiana per la ricerca sul cancro.
http://www.ospedaliriuniti.bergamo.it/
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OSPEDALE SAN CARLO IN PRIMA LINEA NELL’OSSERVAZIONE DEI FENOMENI DI TENTATO
SUICIDIO
Un fenomeno da tenere in considerazione per capire le problematiche sociali del territorio
Il pronto soccorso dell’Ospedale S. Carlo Borromeo di Milano conosce bene il fenomeno del tentato suicidio: su un totale di 995
interventi di rianimazione realizzati tra 2003 e 2005, il 41,3% è stato rivolto ai tentati suicidi. Una ricerca più recente ha
evidenziato ben 93 tentativi accertati nei primi 5 mesi del 2009, pari a uno ogni 36 ore. È essenziale conoscere a fondo il
fenomeno e le sue caratteristiche, per poterlo trattare e contrastare. Il San Carlo ha deciso di muoversi in questa direzione con
due iniziative che sono state presentate lo scorso 28 maggio in una conferenza stampa. La prima è l’adesione al progetto
nazionale “Elaborazione e sviluppo di iniziative preventive di riconosciuta efficacia per individuare e ridurre il rischio di suicidio, di
tentato suicidio e depressione post-partum”, atraverso l’adozione di una scheda informatizzata per raccogliere in modo
standardizzato le informazioni ottenute dallo psichiatra durante il colloquio con il paziente al pronto soccorso. La seconda è una
ricerca sul fenomeno del tentato suicidio nella popolazione giovanile condotto da Sabrina Moranti (psichiatra dell’UOP53) e
Angelo Colombo (internista nell’UO di Medicina Riabilitativa). Lo studio ha preso a campione i casi di adolescenti e giovani adulti
(max 25 anni) giunti al pronto soccorso del S. Carlo per tentato suicidio nel triennio 2003/2005. L’analisi è stata basata sulla
lettura e valutazione retrospettiva dei verbali di pronto soccorso, su cui gli specialisti coinvolti nella valutazione riportano le proprie
note cliniche. Il primo risultato notevole è quello relativo alla stratificazione per genere sessuale: la percentuale di donne di età
inferiore ai 25 anni coinvolte in casi di tentato suicidio è pari all’89,5%, contro il 10,5% dei maschi. Dato che viene parzialmente
bilanciato nel segmento di popolazione di età superiore ai 25 anni (32,2% maschi, 68,8% femmine). Per quanto concerne le
modalità utilizzate, spiccano l’assunzione di psicofarmaci (32,9%), di farmaci vari (26,8%) e di farmaci e alcool associati (19,5%).
La ricerca ha evidenziato inoltre che solo per il 34% del campione è stato possibile formulare una diagnosi psichiatrica a posteriori
(secondo i criteri ICD-10) che accompagnasse il comportamento autolesivo. Secondo la diagnosi pischiatrica di base dei casi
accertati, si segnala che il 30,8% associa al comportamento autolesivo dei disturbi di tipo alimentare. I fattori scatenanti,
individuati solo per il 4,3% dei casi, si concentrano soprattutto sulle delusioni affettive (57,6%) e in misura minore (30,3%) su
situazioni di conflitto con la famiglia o l’ambiente di riferimento. Rispetto al destino dei pazienti, nel caso di mancanza di evidenza
di una patologia psichiatrica sottostante si verifica la dimissione – o autodimissione – nel 55,3% dei casi. Il restante 44,7% invece
viene inviato al domicilio con l’indicazione di una presa in carico specialistica. I risultati della ricerca di Moranti e Colombo si
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allineano con la già citata rilevazione statistica condotta nei primi 5 mesi del 2009, che mostra un incremento dei tentativi di
suicidio nel periodo 2006/2009 soprattutto per i giovani sotto i 25 anni, la cui percentuale è cresciuta significativamente (14,1%
solo nei primi 5 mesi), soprattutto a confronto con il calo registrato nel 2008 (5,1%). Ancora più preoccupante l’aumento dei casi
nella fascia 25-64 anni che a fine anno potrebbe vedere addirittura raddoppiato il dato del 2006. Si riconferma la prevalenza
femminile nei tentativi, leggera e pressoché invariata (tra il 53 e il 58%) nel corso degli anni. Diverso il caso della fascia
http://www.sancarlo.mi.it/xampp/
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LA NUOVA RESIDENZA UNIVERSITARIA A L'AQUILA
L’opera di Regione Lombardia per il terremoto
E’ stato firmato il 16 giugno scorso l’accordo fra Regione Lombardia e Regione Abruzzo, che prevede la realizzazione della
residenza universitaria con 120 posti per favorire la permanenza degli studenti nella città, assicurando già dal prossimo anno
accademico la vitalità dell’Ateneo. Regione Lombardia vorrebbe che questo progetto fosse espressione corale della solidarietà
dei lombardi e di tutte le realtà pubbliche e private presenti sul territorio; per questo nelle scorse settimane ha attivato iniziative
di sensibilizzazione in tutte le province .
L’obiettivo è quello di coinvolgere gli operatori sanitari del sistema lombardo. Ulteriori informazioni si possono trovare nell’area
“Aiuti all'Abruzzo” del sito di Regione Lombardia, dove è possibile anche conoscere in che modo si può contribuire eventualmente
alla costruzione dell’opera.
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BREVI
Gli stati generali della Sanità arrivano in Vallecamonica
Arriva il prossimo 26 giugno a Darfo – Boario Terme la nuova tappa del progetto “Stati generali territoriali del sistema
socio-sanitario”, il percorso promosso dalle Direzioni Generali alla Sanità e alla Famiglia e Solidarietà Sociale che sta
attraversando la regione. Il ciclo di incontri in forma di workshop, è partito a marzo e si concluderà a fine 2009, dopo aver fatto
tappa in tutte le province della Lombardia per incontrare enti locali, strutture e autorità socio-sanitarie, operatori e cittadini.
L’intenzione è quella di creare occasioni per favorire il dialogo e il confronto reciproco con ciascuna realtà territoriale in materia di
salute e sanità. L’Assessore alla Sanità, Luciano Bresciani, e l’Assessore alla Famiglia e Solidarietà Sociale, Giulio Boscagli, si
proporranno come interlocutori principali per le istanze e le proposte avanzate dai rappresentanti della realtà locale. Solo una reale
e concreta condivisione di obiettivi e di esperienze tra tutti i soggetti coinvolti, infatti, potrà garantire un sistema socio-sanitario
efficiente e pronto a rispondere alle reali esigenze del territorio.
L’incontro si svolgerà presso la Sala Blu del Centro Congressi (Via Romolo Galassi, 30) dalle 14.00 alle 18.30 circa. Il programma
prevede la relazione sulla situazione socio-sanitaria del territorio, seguita dai contributi dei rappresentanti territoriali Francesco
Detomi (Dir. Sede Territoriale di Brescia di Regione Lombardia), Francesco Abondio (Pres. Conferenza dei Sindaci ASL di Valle
Camonica-Sebino), Attilio Visconti (Prefetto di Brescia), Daniele Molgora (Presidente Provincia di Brescia), Angelo Foschini (Dir.
Gen. ASL di Vallecamonica-Sebino), Eliana Breda (Dir. Sociale dell’ASL) e Alberto Zoli (Dir. Gen. Azienda Regionale Emergenza
Urgenza - AREU).
http://www.statigeneraliregionelombardia.info/
Sondaggio sul Sollievo all’Ospedale di Circolo di Busto Arsizio
Nell’ambito della Giornata nazionale del Sollievo, celebrata lo scorso 31 maggio. le tre strutture dell’Ospedale di Circolo di Busto
Arsizio (Saronno, Busto Arsizio e Tradate) hanno aderito all’annuale sondaggio sul sollievo e sulla gestione del dolore. I degenti
dei tre ospedali hanno ricevuto in questi giorni la “Scheda del Sollievo”, un questionario anonimo e volontario utile per far emergere
le esigenze delle persone ricoverate e per confermare l’efficacia di percorsi già in atto. Uno strumento essenziale per gli operatori,
e un modo per sentirsi partecipi per i pazienti coinvolti. “Curare significa prendersi cura della persona - spiega Pietro Zoia, direttore
generale dell'ospedale di Circolo - mettendola sempre al centro del proprio operato. A maggior ragione quando i pazienti sono
affetti da malattie gravi e invalidanti o non più guaribili bisogna mettere in pratica tutte quelle azioni che contribuiscono ad alleviare
il dolore fisico e a dare un sostegno anche psicologico a chi vive una condizione di fragilità e debolezza”. Tra i progetti contro il
dolore inutile messi in atto dai tre ospedali negli ultimi anni c'e' quello di ospedalizzazione domiciliare in collaborazione con la Lega
Italiana lotta ai tumori, l'attivazione dell'hospice per malati terminali a Busto Arsizio, l'apertura degli ambulatori della terapia del
dolore (uno per ospedale), e la costituzione del Comitato aziendale per l'ospedale senza dolore.
http://www.aobusto.it
Un primario del Dipartimento Oncologico Provinciale di Bergamo a capo del CIPOMO
Il
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congresso nazionale del Collegio italiano dei primari oncologi medici ospedalieri (Cipomo), che si è svolto dal 14 al 16 giugno presso
il Centro Congressi Giovanni XXII, si è chiuso con la nomina a segretario nazionale del Dott. Giuseppe Nastasi, primario del reparto
di Oncologia medica dell'ospedale di Alzano, Azienda Bolognini di Seriate. Una testimonianza in più del ruolo di primo piano
raggiunto dall’oncologia bergamasca nella cura dei pazienti, dalla diagnosi alle terapie, fino all'assistenza psicologica per alleviare le
sofferenze a chi, purtroppo, è nella fase più avanzata della patologia. “La mission per noi è puntare a un umanesimo della cura:
curiamo un paziente malato di cancro, non solo il cancro” - ha dichiarato il neosegretario, 53 anni, docente all’università di Pavia e
primario ad Alzano dal 1998 – “Questo significa puntare sempre di più sulla messa in rete dei protocolli di cura su tutto il territorio
bergamasco, perché i pazienti si sentano "protetti" e seguiti ovunque essi si trovino”. Anche quando la guarigione non si può più
ottenere, ed è necessario accompagnare il paziente nella necessaria fase del distacco. Ma ci sono settori in cui ancora bisogna
lavorare e crescere, secondo il dott. Carlo Tondini, direttore dell'Unità di Oncologia medica dei Riuniti, che ha coordinato la tavola
rotonda conclusiva del congresso: in primis proprio gli ambiti di assistenza domiciliare, adeguata informazione, pronta accessibilità
dei servizi e supporto psicologico; ma anche la ricerca e l’applicazione in campo ospedaliero, elementi fondamentali per un
coordinamento davvero completo ed efficace tra tutte le attività e i servizi del Dipartimento oncologico provinciale. “L'accento va
messo su un potenziamento della prevenzione e sulla continuità di cura e dell'assistenza, sia nelle fasi delle terapie antitumorali
specifiche sia nelle cure palliative” spiega Roberto Labianca – “E in questo la ricerca ha un ruolo fondamentale».
http://www.bolognini.bg.it
Nursery ad alta tecnologia nella Clinica Mangiagalli
Dopo un anno di lavori di ristrutturazione, la Clinica Mangiagalli di Milano ha inaugurato il nuovo reparto nursery all’insegna dell’alta
tecnologia, con due importanti innovazioni: il braccialetto elettronico e la cartella clinica informatizzata. La Mangiagalli si pone in
questo modo all’avanguardia in ambito nazionale, visto che è tra i primi centri in Italia ad adottare strumenti tecnologici come questi.
“Grazie al braccialetto elettronico mamma e neonati vengono identificati e riconosciuti mediante un palmare, così da scongiurare
errori di identificazione, che nella nostra clinica non sono comunque mai avvenuti – spiega Fabio Mosca, direttore del reparto di
neonatologia alla Mangiagalli – La cartella informatizzata invece consente una gestione medica e infermieristica integrata, con la
possibilità di effettuare anche la terapia farmacologica in modo più sicuro”. La nuova nursery non si distingue solo per le importanti
innovazioni tecnologiche. Anche la struttura è cresciuta e si è ampliata, con 70 culle (15 in più rispetto al passato), 24 puericultrici e
13 infermiere pediatriche. L'area, di circa 300 metri quadrati, ospita il locale del “nido degenza” per l'assistenza dei neonati e quello
del “nido aperto” dove i genitori assistono il loro bimbo sotto la guida del personale.
http://www.policlinico.mi.it/
APPUNTAMENTI
AO Sant’Anna di Como, 2° corso di chirurgia del pavimento pelvico
Dal 22 al 24 giugno, presso l’AO Sant’Anna di Como, si terrà il II corso di chirurgia del pavimento pelvico rivolto a Medici specialisti in
ginecologia e ostetricia, urologia, chirurgia generale, chirurgia laparoscopica. Il primo giorno di lavoro sarà basato sull’analisi teorica
delle problematiche legate alla pelvi in termini sia di soluzioni chirurgiche che di complicanze possibili. La seconda giornata sarà
incentrata su interventi trasmessi direttamente dalla sala operatoria, mentre nella giornata di chiusura si analizzeranno gli stessi
interventi con valutazione delle complicanze legate al decorso post-operatorio. Il corso è stato accreditato dal Ministero della Salute e
ha ricevuto 14 crediti ECM.
ACCADEMIA NAZIONALE DI MEDICINA
Tel. 010 83794233 – Fax 010 83794260
[email protected]
http://www.accmed.org
Sopravviverà la medicina all’abbandono della clinica?
Questo il titolo del convegno che si svolgerà dal 25 al 27 giugno presso l’Aula Magna dell’Università Statale di Milano. Un momento di
confronto, organizzato da “Medicina e Persona” e da “Medico cura te stesso”, per analizzare l’evoluzione del rapporto di cura tra
medico e paziente basato sempre meno sulla medicina clinica. Il venire meno dell’attenzione alla componente relazionale terapeutica
rischia di compromettere la qualità del sapere medico, che vede l’esperienza clinica sempre meno intesa come fonte principale di
conoscenza. Il convegno passa attraverso la presentazione di diverse iniziative progettuali relative all’esperienza clinica e a momenti
di confronto su diverse tematiche di rilievo relative a questo ambito. E’ prevista nella giornata finale la partecipazione del Ministro del
Welfare Maurizio Sacconi e di Roberto Formigoni, Presidente della Regione Lombardia.
E’ stato richiesto l’accreditamento ECM per tutte le professioni.
http://www.medicinaepersona.org
Nuovi orientamenti nella malattia di Parkinson: dalla fisiopatologia alla terapia
Proseguono presso l’Istituto neurologico “Mondino” i seminari del Centro ricerca interdipartimentale malattia di Parkinson. Il 30
giugno, alle ore 15, è previsto il seminario “Effetti del gender nella malattia di Parkinson”, mentre alla stessa ora del 7 luglio si terrà
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l’incontro “I dopamino-agonisti nella malattia di Parkinson”.
http://www.mondino.it/
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