Neve - Cisaf

Transcript

Neve - Cisaf
Neve
Bilancioni Bruno
Era tutto pronto, sulla collina quella sera faceva davvero molto freddo, ma per il
momento ogni cosa rimaneva buia, in attesa; lì nei pressi, ieri, qualcuno c'era andato
molto vicino a vederla, ma per qualche sfortunata coincidenza ci fu solo il silenzio.
Ormai non poteva più rifiutare quell'incontro, aveva aspettato fino all'ultimo e non
c'era molto tempo da perdere: avrebbe dovuto rispettare le consegne entro le prime
luci dell'alba, e doveva fare alla svelta, altrimenti avrebbe mancato l'appuntamento e
sarebbe stata costretta a scendere da sola. Doveva essere la prima, così gli avevano
detto, la prima in quel luogo così bello e caratteristico: quasi in cima al colle, vicino
al Santuario, e sopra le mille luci di una delle città più antiche di quella regione. Il
giorno seguente avrebbe dovuto visitarla quella città, conoscere le sue case, i suoi
palazzi storici, le sue tante storie e molte migliaia di anime sole sotto i portici, dentro
i portoni e per le strade. Sarebbe stata un fatica immane, al solo pensiero voleva
andarsene a riposare lontano, tra i boschi più sperduti, per stare un po' da sola, tanto
nessuno si sarebbe preoccupato per lei, e per prepararsi al meglio, tanto nei giorni
seguenti qualcuno l'avrebbe sicuramente mandata a quel paese, e dimenticata alla
svelta. Da molto tempo le cose avevano preso questa piega e ci aveva fatto
l'abitudine, ma ugualmente lei svolgeva il suo lavoro, ripetitivamente, stagione dopo
stagione, anno dopo anno. L'aveva imparato bene però, il suo mestiere, se rimanevi
fermo abbastanza a lungo ad ascoltarla, poteva raccontartelo fino alla noia,
rispiegartelo in tante maniere, ad esempio poteva sussurrare lentamente, quasi come
in una carezza, oppure rapidamente e con voce grossa, senza mai esitare e con rigore,
mai confondendosi, senza neanche un balbettio; così poteva continuare a scendere per
ore, mostrando orgogliosamente le sue pure e nobili origini che ai più passavano
inosservate.
Quella sera era un po' giù di morale e sentiva che non avrebbe avuto ragion d'essere,
nessuno scopo, nessuno che l'avrebbe salutata con gioia, nessuno che si sarebbe per
un solo attimo stupito di lei, o che avrebbe provato nostalgia nel rivederla: eppure un
ricordo od un emozione da regalare lei ce l'aveva sempre!
Tutto ciò le dispiacque molto, allora decise di venir giù solo per pochi minuti, perchè
doveva, si sarebbe fermata a riposare vicino qualche siepe solo per alcuni istanti, in
silenzio, aspettando la meraviglia del primo passante, cercando di non disturbare,
senza mostrarsi troppo, per sentire il meno possibile la solitudine di quella sera.
Nell'oscurità della notte cominciò a sorvolare la collina, senza toccare il suolo, poi si
accorse che in quel paesaggio notturno c'era qualcosa di nuovo: in mezzo a quello
scenario in bianco e nero intravvide le luci di un'auto, con due giovani dentro, un
ragazzo ed una ragazza. Li vide sparire dietro agli alberi, poi ricomparvero dietro ad
una curva secca. C'erano solo loro nei paraggi, ma forse era già sufficiente, forse era
già abbastanza, anche stavolta c'è l'avrebbe fatta.
Si voltò di scatto, salì nel buio, piroettando su se stessa un paio di volte, ballando per
la contentezza, e repentinamente scese incontro a quell'auto, quasi commossa e a
braccia aperte, mentre i due continuavano a risalire distrattamente la salita, nel pieno
dei loro discorsi.
Ora poche persone riescono ad avvertire le situazioni o a capire le altrui vicissitudini
mentre queste avvengono o sono sul punto di accadere, in genere questo succede
sempre almeno un attimo dopo, quando è troppo tardi perchè tornino indietro ad
accorgersene o quando è più facile trovare spiegazioni. Tutto ciò avvenne anche
questa volta, i due per qualche istante videro i primi fiocchi e rimasero in silenzio,
meravigliati da quella sorpresa irresistibile ed inaspettata, per un attimo non si
domandarono ne il motivo ne la provenienza, ci fu solo stupore, un lieve soffio sul
cuore, come una piccola magia, e la netta sensazione che una qualche entità di
infinita leggerezza passasse lì vicino, e che poco dopo fosse in lontananza, dietro alla
collina. Durante quel breve ma potente incantesimo i due lasciarono i loro vecchi
discorsi alle spalle, in seguito quella sera diedero più importanza a loro stessi che alle
parole, anche se le loro discussioni proseguirono tutta la notte, perchè ogni momento
non andava perduto, il loro incontro aveva adesso un nuovo significato, più profondo
di prima, e l'affezione che provavano l'uno per l'altra sarebbe durata per sempre.
Per queste cose dal cielo lei sorrise, e rincuorata nel profondo se ne andò a dormire,
aspettando il mattino, protetta dal freddo del suo vestito bianco, e pensando con gioia
a cos'altro avrebbe potuto fare l'indomani, visitando la città di Bologna.