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Collana di narrativa
per la scuola media
S224
Luisa Recchia
,OPDJLFR
QDUUDU
GHOOD7HUUD
Š
La questione ambientale
spiegata da un nonno ai nipotini
Estratto della pubblicazione
“A Filippo, Anna, Palma e Godot,
sempre vicini…
A Giulia e Giulietta,
indispensabili…
E a Don Lucho, papayo…”
Estratto della pubblicazione
Estratto della pubblicazione
Estratto della pubblicazione
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l’editore è a disposizione degli aventi diritto. L’editore provvederà, altresì, alle
opportune correzioni nel caso di errori e/o omissioni a seguito della segnalazione
degli interessati.
Prima edizione: gennaio 2008
S224
ISBN 978-88-244-7051-3
Ristampe
8 7 6 5
4
3
2
1
2008
2009
2010
2011
Questo volume è stato stampato presso
Arti Grafiche Italo Cernia
Via Capri, 67 - Casoria (NA)
www.simonescuola.it
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Editing:
Giuliana Pianura
Illustrazioni di Mauricio Torres e fotografia di Luisa Recchia
Grafica e copertina:
Estratto della pubblicazione
Presentazione
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L’indio Manuel è un vecchietto saggio ed energico, con la bellezza di 103
anni sulle spalle. Vive nella «Valle della longevità» in Ecuador e scrive ai
nipotini nati in Italia dodici anni fa da suo figlio Santiago, emigrato a Genova, e Luna, giovane e bella napoletana, impiegata di un’azienda sanitaria
locale genovese.
I due nipotini di Manuel, Frida e Marcos, sono gemelli e non hanno mai
incontrato il nonno. Ciononostante, hanno imparato a conoscerlo attraverso
le sue lettere, che ricevono ogni settimana, piene di notizie e di informazioni preziose sul mondo e sulla natura, ritagli di giornale, racconti, leggende,
poesie, storie di vita e tanto altro.
La loro corrispondenza divenuta un’occasione per affrontare il tema attuale
e controverso della questione ambientale in modo semplice e chiaro, con
una sensibilità familiare e allo stesso tempo interculturale, attraverso un’accurata selezione di materiale narrativo internazionale.
Alle lettere il nonno allega sempre glosse esplicative, brani di narrativa e
articoli di giornale, al fine di approfondire con i nipoti le problematiche
più complesse riguardanti l’ambiente.
Tra gli argomenti trattati:
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ecosistemi e biodiversità;
l’ipotesi GAIA e la moderna crisi dell’antropocentrismo;
boschi, foreste e diritto alla terra;
piante medicinali, brevetti e ogm;
l’inquinamento delle acque e lo sfruttamento della vita sottomarina;
l’inquinamento atmosferico e il «mal da città»;
l’essere umano e l’energia tra credenze antiche e moderne: dal mito del
sole a quello del petrolio.
Ogni brano antologizzato è seguito da domande di comprensione e spunti
di riflessione.
Segue la parte antologica, il Laboratorio: quasi scrittore creativo, che ha
l’obiettivo di arricchire il paesaggio letterario e creativo in cui si muove lo
studente, attraverso un metodo che utilizza il gioco, l’invenzione, la risoluzione di problemi, la riflessione come occasioni di apprendimento, mirate
ad insegnare ad agire sul linguaggio.
Alla fine di ciascun capitolo si propone agli studenti una esercitazione
attiva, che permette loro di mettere in pratica le conoscenze acquisite attraverso una serie di attività sperimentali e creative da svolgere singolarmente
o in gruppo.
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Estratto della pubblicazione
Estratto della pubblicazione
Indice
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il pianeta: uno, vivo, diverso .........................................................................
la ricchezza naturale di un ecosistema in equilibrio
Nonno, raccontami ancora… ................................................................................
Il concetto di ecosistema – L’ecosistema delle Galapagos Ecuadoriane – La biodiversità e l’equilibrio degli ecosistemi
L’animale strano ....................................................................................................
(Fabian Choquilla Duran, Los animalos)
Pachacamac e Vichama ........................................................................................
(Fernando Còrdova [a cura di], Leyendas, mitos cuentos y otros relatos Incas)
Donne e uomini di mais .........................................................................................
(Eduardo Galeano, Memoria del fuego I. Los nacimientos)
Xdzunuùm, il colibrì ..............................................................................................
(Fernando Còrdova [a cura di] Leyendas, mitos cuentos y otros relatos Maya)
Storie dal mondo – Lo sviluppo umano al servizio della natura .......................................
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(Julio Godoy)
Laboratorio
Quasi scrittore creativo: la sinestesìa ............................................................
Esercitazione – Proteggi la biodiversità di un ecosistema .............................
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terre da percorrere, terre da coltivare ........................................................
il diritto alla terra, tra sedentarietà e nomadismo
Nonno, raccontami ancora… ................................................................................
La magia della foresta – L’amore per la terra che cura e i brevetti internazionali – L’agricoltura nomade del taglia e brucia – Il diritto alla terra, le riforme
agrarie e i coloni – La palma africana e la deforestazione – Riforestazione:
illusione, bugia o rimedio?
La luna ...................................................................................................................
(Fabian Choquilla Duran, La luna)
La pietruzza e il chiocciolino .................................................................................
(H. Cabarcas, La pietruzza e il chiocciolino)
Storie dal mondo – L’apartheid sanitario .....................................................................
(http://www.volontariperlosviluppo.it/2001_5/trips)
L’uomo d’affari e il piccolo principe ......................................................................
(Antoine de Saint-Exupéry, Il piccolo principe)
Storie dal mondo – In lode allo Sterco di Vacca ............................................................
(Vandana Shiva http://www.zmag.org/Italy/shiva-lode-sterco.htm)
Nunkui crea le piante ............................................................................................
(Nunkui crea le piante, leggenda shuar)
Il vecchio che leggeva romanzi d’amore ...............................................................
(Luis Sepúlveda, Il vecchio che leggeva romanzi d’amore)
Tocaia Grande ........................................................................................................
(J. Amado, Tocaia Grande)
L’ultimo granbecco ................................................................................................
(Maria Fernanda Heredia, L’ultimo granbecco)
Laboratorio
Quasi scrittore creativo: la poesia e l’haiku .................................................
Esercitazione – Viaggio individuale nomade/migratorio ...............................
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Indice
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aria pura da mangiare in volo .......................................................................
il sapore dei sensi ingannati nella «civiltà» urbana
Nonno, raccontami ancora… ................................................................................
L’atmosfera – L’inquinamento atmosferico – I principali fenomeni dell’inquinamento atmosferico – Il buco nell’ozono – Inquinamento olfattivo: solo cattivi odori – Inquinamento acustico: povero udito! – Inquinamento visivo: confusione per gli occhi... – Inquinamento gustativo: la rugiada, le piogge acide e i
sapori perduti
Alice casca in una lucciola ...................................................................................
(Gianni Rodari, Le favolette di Alice)
Etsa, il sole ...........................................................................................................
(Edgard Allan Garcìa, ETSA)
Storie dal mondo – Primavera silenziosa .....................................................................
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il mondo dell’acqua .........................................................................................
paura e sintonia sopra e sotto il mare
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Nonno, raccontami ancora… ................................................................................
L’acqua, dea e musa di tutte le culture – La vita sottomarina, la pesca, la
benzina e il canto delle balene – I cambiamenti climatici, le tempeste e la furia
del mare
La balenottera gobba ............................................................................................
(Maralù Zambrano Cangà, Natalia la balenottera gobba)
Storie dal mondo – Cetacei sul filo del rasoio ..............................................................
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(Rachel Carson, Primavera silenziosa)
La vita in città .......................................................................................................
(Marziale, Epigramma XII, 57: La vita della città)
Storie dal mondo – Smog, nemico bipartisan e quindi invincibile ...................................
(Giacomo Amadori, in «Panorama»)
Luna e GNAC ..........................................................................................................
(Italo Calvino, Luna e GNAC)
Laboratorio
Quasi scrittore creativo: la metafora come arma poetica per dare colore al
mondo ..................................................................................................................
Esercitazione – La mia impronta ecologica .....................................................
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(Dal depliant Campagna Oceano di Greenpeace)
La fine di un volo ...................................................................................................
(Luis Sepulveda, Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare)
La fine del mondo del fine .....................................................................................
(J. Cortàzar, La fine del mondo del fine)
Storie dal mondo – Pianeta con la febbre alta ..............................................................
(Luigi Bignami)
L’ondina della pescaia ...........................................................................................
(J. e W. Grimm, L’ondina della pescaia)
Amazone e la leggenda del pianoforte bianco .......................................................
(M. Fermine, Amazone e la leggenda del pianoforte bianco)
Novecento .............................................................................................................
(Alessandro Baricco, Novecento)
Storie dal mondo – «Il mare è diventato una belva» ......................................................
(Cassian Garbet)
Il millalobo ............................................................................................................
(Il millalobo, leggenda antica)
La spigola ..............................................................................................................
(Raffaele La Capria, Ferito a morte)
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Estratto della pubblicazione
Indice
Laboratorio
Quasi scrittore creativo: favoleggiare su immagini ......................................
Esercitazione – Tracce di animali sulla sabbia. Alla lettura di un mondo
spesso inosservato ...............................................................................................
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flussi vitali d’energia planetaria ..................................................................
L’essere umano e la questione energetica tra miti antichi e moderni
Nonno, raccontami ancora… ................................................................................
Il concetto di energia – Ma da dove viene tutta questa energia? – L’energia
dell’ecosistema terrestre: il sole – L’energia rinnovabile e non rinnovabile –
Miti, leggende e tradizioni antiche e moderne
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I bambini che salvarono il paese piccolino ...........................................................
(Francisco Delgado Santos, I bambini che salvarono il paese piccolino)
Storie dal mondo – Il nostro mondo senza petrolio ........................................................
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L’energia delle colline innamorate ........................................................................
(Matilde Serao, Leggende napoletane)
Taita Imbabura e Mamma Cotacachi .....................................................................
(Taita Imbabura e Mamma Cotacachi, leggenda della tradizione orale ecuadoriana)
Laboratorio
Quasi scrittore creativo: cadaveri squisiti di frasi nominali .........................
Esercitazione – La cucina solare ......................................................................
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gaia la terra, smarrito l’uomo .......................................................................
Sensibilità e rispetto per una riconciliazione naturale
Nonno, raccontami ancora… ................................................................................
L’ipotesi Gaia – Antropocentrismo, risorse finite e antropofughismo
Dialogo della Natura e di un Islandese ..................................................................
(Giacomo Leopardi, Dialogo della natura e di un islandese)
Storie dal mondo – Microcosmo .................................................................................
(Lym Margulis e Dorian Sagan, Micronomo)
Geografie «antropofughiste» .................................................................................
(J. Cortàzar, Geografie)
Il giovane Cosimo e il suo esercito sugli alberi .....................................................
(Italo Calvino, Il Barone Rampante)
Bauci, la città immaginaria dall’affascinante assenza umana ..............................
(Italo Calvino, Le città invisibili)
Laboratorio
Quasi scrittore creativo: il lipogramma: la poesia dell’assenza ...................
Esercitazione – Storia di un microcosmo fatto in casa ...................................
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(Andrés Buenfil Friedman)
Il Picaflor ..............................................................................................................
(Pablo Neruda, Il Picaflor)
Storie dal mondo – Terraterra: come l’Agip si compra gli indigeni ..................................
(Kintto Lucas, «Il manifesto»)
Storie dal mondo – Diesel a olio di semi ......................................................................
(www.old.provincia.modena.it)
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il pianeta: uno,
vivo, diverso
la ricchezza naturale di un
ecosistema in equilibrio
Cari Frida e Marcos,
ieri ho sentito vostro padre Santiago, che mi ha raccontato che domandate spesso delle vostre radici latinoamericane, e di com’è l’Ecuador. Sarebbe fantastico se un giorno
poteste venire a farmi visita...
Intanto, ho pensato di inviarvi qualche foto e di raccontarvi un
po’ di questo paese così piccino eppure così ricco di sorprendenti
spettacoli naturali.
Io vivo in una valle dal clima caldo, a mezz’ora di cammino dalla
piccola cittadina chiamata Vilcabamba, gemma preziosa, incastonata
tra le alte montagne della cordigliera andina, che la proteggono e
la riparano dai venti freddi e dalle gelate che spesso si manifestano ad alture più elevate.
Dalla mia casa si sentono cantare i colibrì e la notte mi addormento con il melodioso suono del fiume: impossibile soffrire d’insonnia! Sembra che l’acqua di questo fiume nasconda pepite d’oro,
e quindi che col tempo abbia assunto proprietà miracolose, che
allungano la vita. Sarà per questo che a 103 anni ho ancora una
salute di ferro!
E poi c’è molto verde ed un gran bell’orto nel patio della casa,
con alberi di banane, papaya e avocado, canna da zucchero, caffè e
guaba, tutte specie che nascono in questa valle grazie suo al
clima benefico.
La realtà è che sono molto fortunato: qui la terra è fertilissima,
l’aria è pura, limpida e incontaminata, l’acqua d’oro cristallino.
In altre parole, qui c’è un ecosistema ancora intatto. Ogni essere
vivente, animale o vegetale, ha la sua ragion d’essere in relazione al suo ambiente. L’uomo e la natura si integrano perfettamente
in un equilibrio incantevole.
Non è sempre così: me l’ha insegnato il buon vecchio Carmelo il
pescatore, un caro amico che è cresciuto nell’isola Santa Isabela
delle Galapagos, e ricorda tutti i racconti di suo nonno, l’aiutante anonimo di Charles Darwin, il famoso scienziato che proprio
qui studiò e analizzò la natura per sviluppare le sue teorie
scientifiche. Sono sicuro che senza il nonno di Carmelo, Charles
Darwin non sarebbe diventato famoso: ricordate sempre che dietro
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Estratto della pubblicazione
1
Il pianeta: uno, vivo, diverso
ogni uomo celebre c’è un aiutante anonimo, una guida o un
popolo di guide che aprono gli occhi, a volte inconscientemente, all’intuito del genio. Ebbene, Carmelo ha seguito le
orme del nonno e adesso è un attivista della Fondazione
Darwin che protegge la biodiversità delle sue amate isole
natali, soprattutto da quando ha conosciuto personalmente
il signor Edward O. Wilson e, con lui, ha studiato e riscoperto la meravigliosa e necessaria diversità che unisce
tutto: esseri viventi, minerali, vegetali e animali grandi,
piccoli e invisibili...
È una continua lezione di vita parlare con Carmelo il pescatore. Si scoprono cose molto interessanti, è come parlare con un libro vivente... sono proprio contento di averlo
come amico! Vi mando qualche informazione a proposito di
Carmelo e un po’ di racconti, così magari mi sentirete più
vicino...
A presto carissimi, un abbraccio dal vostro nonno (ma chiamatemi pure papayo, che è il nome con cui mi chiamano gli
altri miei nipotini qui in Ecuador)!
NONNO, RACCONTAMI ANCORA…
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Il concetto di ecosistema
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Per molti abitanti delle isole Galapagos Ecuadoriane, come Carmelo il pescatore e suo nonno, l’ecosistema, più che un concetto che si studia sui libri, è un valore tramandato da padre in
figlio, percepito, vissuto e rispettato tutti i giorni nel loro ambiente naturale.
Ma di che cosa si tratta? Com’è composto esattamente ciò che
chiamano «ecosistema»?
Possiamo dire che l’insieme degli esseri viventi, umani, animali
e vegetali, e dei tre elementi dell’atmosfera (aria), dell’idrosfera
(acqua) e della litosfera (terra), formano un ecosistema, che è
azionato grazie al quarto elemento, l’energia solare, che mette
in moto il meccanismo del nostro pianeta.
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Estratto della pubblicazione
1
Il pianeta: uno, vivo, diverso
L’ecosistema delle Galapagos Ecuadoriane
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Il nonno di Carmelo, l’aiutante di
Charles Darwin, spiegava come
Mi spieghi…
le Galapagos costituissero un eco- … chi era Charles Darwin?
sistema estremamente comples- Era uno scienziato inglese che visse nell’Ottocenso dove ogni elemento era indi- to ed elaborò la teoria dell’evoluzione, secondo cui
spensabile agli altri e tutti erano tutte le forme di vita sulla terra si sono evolute attraverso un lento processo di selezione naturale.
legati tra loro da strette relazioni La selezione non comporta solo l’eliminazione dedi cooperazione o competitività. gli individui devianti, ma, agendo all’interno delle
Ai suoi tempi, ad abitare una del- popolazioni, determina l’affermazione degli indivile Galapagos c’erano solo lui e il dui più adatti, attraverso il successo riproduttivo. In
signor Darwin. Quasi tutte le al- assenza di variazioni vantaggiose la selezione naturale non può far nulla. La teoria di Darwin ebbe un
tre isole erano ancora disabitate.
impatto senza precedenti sul pensiero di metà OtRaccontava il nonno di Carme- tocento, perché non solo sostituì la teoria biologicolo che, all’epoca, si diceva che filosofica dell’immutabilità delle specie, ma costrinvariegate specie animali e ve- se l’uomo a ripensare la sua concezione del mondo
getali, uccelli, rettili, mammife- e di se stesso e sollevò profonde questioni etiche,
ri terrestri e marini, fossero ar- come l’insostenibilità dell’antropocentrismo, vista la
comune derivazione di tutto il regno animale
rivate per mare, nuotando alcune, altre volando, mentre altre non erano che semi di fiori al vento o
trasportati nel becco di qualche uccello: tutte, poi, si trasformarono nella
rigogliosa vegetazione delle isole così come la vediamo oggi. Alcune specie
animali e vegetali sono poi diventate famose: il fringuello di Darwin, la
tartaruga gigante, i pinguini delle Galapagos, gli uccelli dalle zampe azzurre, le fregate, l’iguana marina o, unico al mondo, l’albero margherita.
L’intervento dell’uomo ancora non aveva contaminato il delicato equilibrio
ecosistemico di quei luoghi.
La biodiversità e l’equilibrio degli ecosistemi
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○
Carmelo il pescatore, l’amico di nonno Manuel, dice sempre
che bisogna conservare e proteggere la biodiversità delle
Galapagos, perché è in pericolo: glielo ha spiegato il suo amico
scienziato Edward O. Wilson.
Questo signore, ormai conosciuto in tutto il mondo per il suo libro
La diversità della vita, pubblicato nel 1992, definisce la biodiversità come «la varietà degli organismi a tutti i livelli, da quello delle
varianti genetiche appartenenti alla stessa specie fino alla gamma
delle varie specie, dei generi, delle famiglie e ai livelli più alti;
comprende anche la varietà degli ecosistemi, ossia la varietà delle
comunità degli organismi presenti in un determinato habitat, e
delle condizioni fisiche in presenza delle quali essi vivono».
Si racconta che questa definizione, che l’ha reso tanto famoso
tra gli studiosi dell’ambiente, sia stata concepita in maniera sem13
Estratto della pubblicazione
1
Il pianeta: uno, vivo, diverso
plice e immediata. Un giorno, durante un sopralluogo di studio alle Galapagos, dopo essersi fermato una buona mezz’ora in silenzio a osservare il
paesaggio, Wilson disse a Carmelo che tutto ciò che vedeva volare nel cielo
o strisciare per terra, nel bosco come nel mare, sulla montagna come in
pianura, quell’enorme ricchezza e varietà di specie, generi e famiglie costituiva esattamente la manifestazione visibile e tangibile di ciò che scientificamente si stava definendo con il termine «biodiversità». Un equilibrio tra esseri e spazi diversi dove ognuno ha la sua ragion d’essere o occupa esattamente il posto necessario per mantenere l’armonia.
Spiega Carmelo che, grazie al signor Wilson, riuscì a scoprire la minaccia che
incombe sulla bellezza di queste isole: le specie invasive estranee. Un esempio:
Jorge, la tartaruga solitaria. È un tipo di tartaruga gigante che tempo fa era presente in migliaia di esemplari, però adesso rischia l’estinzione a causa di due tipi di
specie animali estranee all’ambiente, che sono state, volontariamente o no, introdotte dall’uomo: topi e capre. I primi, mangiandone le uova, impediscono la
riproduzione delle tartarughe, le seconde, distruggendone l’habitat, minacciano
la loro alimentazione.
Oggi molte fondazioni lavorano
Mi spieghi…
per conservare la biodiversità di
...
cos’è l’Unesco?
queste preziose isole. Una di
È l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educaqueste è proprio la Fondazio- zione, la scienza e la cultura. Fu ufficialmente costine Darwin, con cui collabora tuita a Parigi nel 1946 con l’obiettivo di contribuire al
Carmelo: è stata creata nel 1959 mantenimento della pace e della sicurezza, favorencon il patrocinio dell’Unesco do, mediante l’educazione, la scienza e la cultura, la
(l’Organizzazione delle Nazioni collaborazione fra i popoli, al fine di assicurare il riUnite per l’educazione, la scien- spetto universale della giustizia, della legge, dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali che la Carta
za e la cultura) e della World Con- delle Nazioni Unite riconosce a tutti i popoli, senza
servation Union, l’Unione Inter- distinzione di razza, di sesso, di lingua o di religione.
nazionale per la Conservazione della Natura. La FondazioMi spieghi…
ne Darwin si occupa della conservazione della biodiversità del- ... cos’è l’Unione Internazionale per la Conle Galapagos attraverso la ricer- servazione della Natura?
L’Unione Internazionale per la Protezione della
ca scientifica e varie azioni com- Natura (IUPN) fu istituita in seguito alla conferenza
plementari, tra cui interventi di internazionale di Fontainebleau, il 5 ottobre 1948.
educazione ambientale, formu- L’organizzazione ha cambiato il suo nome in Uniolazione di leggi, regolamenti e ne Internazionale per la Conservazione della Napiani di conservazione, formazio- tura nel 1990. Il suo obiettivo è: «influenzare, incoraggiare e assistere le società del mondo al fine di
ne di studenti locali e stranieri conservare l’integrità e la diversità della natura e
ecc., il tutto con un’ampia parte- di assicurare che qualsiasi utilizzo delle risorse nacipazione della comunità locale. turali sia equo ed ecologicamente sostenibile».
Inoltre, tra le sue tante iniziative,
sta proteggendo la tartaruga Jorge cercandole una compagna in un’altra isola
per far sì che possa continuare a riprodursi, anche se risulta difficile trovare un
esemplare con il guscio della stessa curvatura che permetta l’accoppiamento.
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Estratto della pubblicazione
L’animale strano
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○
In questo racconto si riflette sul concetto di biodiversità introducendo la figura immaginaria dell’animale strano, un essere a modo suo estraneo alla natura e incapace di riconoscere la perfetta combinazione di ogni elemento dell’ecosistema, laddove tutti hanno una funzione e nessuno regna dal di fuori o al di sopra degli altri,
come invece lui tenta di fare.
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○
Un giorno arrivò nel bosco un animale molto, ma molto strano.
Questo animale era brutto e senz’occhi; faceva un rumore spaventoso e lasciava tutto molto sporco, dovunque passava.
L’animale strano distruggeva le piante del bosco con i suoi
scarponi e non aveva rispetto per niente.
Le piante del bosco già riconoscevano i suoi passi e quando lo
sentivano arrivare cercavano di nascondersi... Troppo tardi! L’animale strano le aveva già calpestate.
L’animale strano insultava tutti gli abitanti del bosco, dicendo
loro che non servivano a niente e che tutti, animali e piante,
più che altro davano fastidio.
«I rospi non servono a niente e per di più sono brutti», diceva
l’animale strano. «Le farfalle non servono a niente; solo volano
qua e là». «Api e topi non servono». «Alberi e uccelli nemmeno».
E così via. Un giorno l’animale strano si nominò re del bosco e
obbligò tutti quelli che vivevano lì a dichiarare la propria funzione e il proprio lavoro. Tutti gli animali e le piante, quindi,
dovevano dire a cosa servivano e che facevano di buono nel bosco.
«Se un animale non serve a niente dovrà andarsene immediatamente dai
miei territori», disse il re animale strano...
Ed il giorno delle dichiarazioni arrivò...
Gli abitanti del bosco, tutti molto nervosi, andarono a visitare il nuovo re
per dichiarare le loro funzioni.
Il lombrico, molto spaventato, si fece avanti e disse:
«Signor re animale strano, sono un lombrico della terra, e quando mi muovo
lascio solchi perché entri aria e si fertilizzi il suolo».
Dopo, un po’ meno spaventato si avvicinò il pipistrello: «Io vivo sugli alberi e sui
tetti e mi alimento di insetti». «Io impollino i fiori e fabbrico il miele», disse l’ape.
Poi le piante parlarono tutte insieme con le loro voci musicali e una di loro
domandò:
«Possa il re, con la sua saggezza, rispondere a questo indovinello».
L’animale strano accettò con arroganza, e una pianta disse:
«Indovini signor re
in che modo ci chiamiamo,
noi che curiamo i dolori
e la vita trasformiamo
nei più bei colori».
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Estratto della pubblicazione
1
Il pianeta: uno, vivo, diverso
L’animale strano
Le piante e gli animali applaudirono con allegria all’indovinello che l’animale strano non riuscì a risolvere... e lui cominciò a sentirsi in imbarazzo...
Poi arrivarono gli uccelli e gli alberi, le pietre e gli insetti, e tutti si presentarono. Ve lo immaginate?... Tutti! Non mancò nessuno, e la cosa più bella fu
che ogni animale e ogni pianta dimostrò che serviva a qualcosa.
Che meraviglia quel giorno nel bosco! Tutti gli abitanti si resero conto che
ognuno di loro aveva il suo lavoro e che offriva quotidianamente un contributo alla comunità. Tutti si rallegrarono, tranne l’animale strano.
E a sorpresa, uno scarafaggio, il più piccolo del bosco, osò chiedere:
«E tu, animale strano, a che servi?».
L’animale strano non aveva risposta da dare... Che triste!... Non serviva a
niente, solo a mettere confusione, distruggere e pretendere di essere re;
tutto ciò non durò più di pochi giorni, perché, dal momento che non serviva a niente, nessuno più gli obbedì.
Fu così che l’animale strano dovette partire cercando nuovi boschi da distruggere.
Che animale, così strano!
(da Fabian Choquilla Duran, Los animalos, ed. Fondo de Cultura Ecuatoriana, Cuenca, Ecuador 2002. Traduzione dallo spagnolo di Luisa Recchia)
Intervista al lettore:
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1. Perché l’autore descrive l’animale che arriva nel bosco come «molto, ma molto
strano»? Cosa ha di strano e di diverso dagli altri?
2. Secondo te perché l’animale strano si proclama re del bosco? Credi che abbia il
diritto di farlo?
3. Esiste nel bosco un abitante che non abbia una funzione utile per la vita e l’armonia dell’ambiente?
4. Che funzione o utilità ha l’animale strano?
5. Che posto occupa l’animale strano all’interno dell’ecosistema del bosco? Ne è parte integrante o no? Perché?
6. Guardati intorno, identifica il primo essere vivente della specie animale che i tuoi
occhi incrociano (un insetto, un animale domestico, un ragno ecc.), prova ad individuare la funzione che svolge nell’ecosistema in cui si trova e descrivila.
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Estratto della pubblicazione
Pachacamac e Vichama
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Questa leggenda del popolo Inca della cordigliera andina dell’America del Sud dà
una visione mitologica del forte senso di appartenenza alla natura che caratterizza
queste culture, ricordandoci come siamo tutti parte dello stesso ecosistema. Secondo
questi racconti, infatti, le piante nascono da resti di esseri umani, gli esseri umani
nascono dal mare, e le pietre sacre non sono altro che popoli pietrificati...
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Il dio Pachacamac creò l’uomo e la donna, però non c’era
abbastanza cibo per entrambi. L’uomo, più debole, morì di
fame; la donna riuscì a sopravvivere con le radici che raccoglieva dalla terra. Si rivolse al Sole per chiedergli aiuto e lui
si commosse e concepì un figlio con lei. In quattro giorni la
donna partorì.
Pachacamac, invidioso del Sole, fece a pezzi la creatura. Seminò i suoi denti nel campo e ne nacque il mais. Dalle sue
costole e da altre ossa crebbe la yuca1. La sua carne si convertì in cetrioli e papaya. Altre parti del suo corpicino in
alberi carichi di frutta.
La donna aveva ottenuto cibo, però non perdonò la morte di
suo figlio e chiese vendetta al Sole. Lui le chiese di consegnargli il cordone ombelicale e l’ombelico del bambino... e le diede un altro
figlio, bellissimo, che fu il semi-dio Vichama, che andò a percorrere il mondo insieme a suo padre il Sole.
Quando la donna rimase sola, Pachacamac la uccise, fece a pezzi il suo
corpo e lo consegnò ai condor. Nascose i suoi capelli e le sue ossa nel mare
e con essi creò nuovi uomini, tra cui i «Curacas», capi che in seguito avrebbero governato. Però Vichama tornò alla sua terra, Huaura, in riva al mare
(al nord di dove poi sarebbe sorta la città di Lima) e volle vedere sua madre. Quando seppe della sua morte si indignò, raccolse le sue ossa e la resuscitò, ma volle ugualmente vendicarsi.
Pachacamac, però, si rifugiò nelle acque, dove innalzò il suo
tempio. La furia di Vichama quindi si rivolse contro la gente di
Huaura che aveva permesso il sacrificio di sua madre, e chiese
al Sole di convertire tutti in pietre. Vichama e il Sole si pentirono presto di tanta crudeltà e venerarono queste pietre come
«Huacas», rocce sacre che riposano sulla costa. E siccome non
c’era gente per venerare le Huacas, Vichama chiese a suo padre
di creare nuovi uomini e lui gli inviò tre uova: uno d’oro, uno
d’argento e il terzo di rame. Da questi nacquero rispettivamente
i Curacas, le donne dei Curacas e i «mitayos»2, che dovettero
lavorare duro... Tutto ciò lo raccontano gli abitanti della costa
1. La yuca è un tubero che, come la patata, cresce in
climi caldi come quelli dell’America Latina e dell’Africa.
2. Si chiamano mitayos i contadini mezzadri, obbligati
a lavorare in durissime condizioni la terra del padrone
e a consegnare la metà del raccolto.
17
Estratto della pubblicazione
1
Il pianeta: uno, vivo, diverso
Pachacamac e Vichama
Nord del Perù, dove oggi si trova Lima. Verso sud, fino ad Arica, nel nord
del Cile, dicono che gli uomini furono creati da Pachacamac.
(da Fernando Còrdova [a cura di], Leyendas, mitos cuentos y otros relatos Incas, ed. Longsellers, Ecuador 2006. Traduzione dallo spagnolo di Luisa Recchia)
Intervista al lettore:
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1.
2.
3.
4.
5.
Come nacque il mais? E i cetrioli?
Di chi era figlio Vichama? Perché è definito semi-dio?
Cosa nascondevano gli abissi del mare?
Cosa sono le huacas?
Esistono huacas dove vivi tu? Prova a identificare delle pietre sacre e a immaginare un popolo pietrificato in esse: che popolo sarebbe? Prova a raccontare la storia
leggendaria del popolo che hai immaginato.
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Donne e uomini di mais
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In questo brano l’autore ci racconta la leggenda della creazione dell’uomo secondo
il popolo Maya, ricordandoci la nostra appartenenza naturale al pianeta Terra e
soprattutto il potere del nostro sguardo oltre la nebbia.
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Gli dei fecero con il fango i primi uomini maya-quichés. Durarono poco. Erano troppo deboli, senza forza; si sgretolarono prima di camminare.
Poi provarono con il legno. I burattini parlarono e camminarono, non avevano sangue, né memoria, né rotta. Non sapevano parlare con gli dei o non trovavano niente da dir loro.
Quindi gli dei fecero con il mais i padri e le madri. Impastarono le loro carni con mais giallo e mais bianco.
Gli uomini di mais vedevano tanto quanto gli dei. Il loro sguardo si estendeva sul mondo intero.
Allora gli dei diedero un sospiro e li lasciarono con gli occhi
annebbiati per sempre, perché non volevano che le persone vedessero più in là dell’orizzonte.
(da Eduardo Galeano, Memoria del fuego I. Los nacimientos, ed. Casa de las Américas, La
Habana 1988. Traduzione dallo spagnolo di Luisa Recchia)
Intervista al lettore:
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1. Secondo te perché gli dei non volevano che l’essere umano vedesse più in là dell’orizzonte?
2. Riesci a scorgere qualche affinità tra questo mito e la storia della mela di Adamo
ed Eva?
3. Riesci a vedere oltre la nebbia? Cosa scorgi oltre l’orizzonte? Prova a descriverlo.
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Estratto della pubblicazione