Norme per la stesura della prova finale

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Norme per la stesura della prova finale
Norme per la redazione dell’elaborato finale
La relazione finale dovrà essere redatta dallo studente in modo standardizzato:
Massimo 6000 parole (dal conteggio delle parole saranno esclusi l'indice e la bibliografia).
Dimensione fogli: formato A4, stampati o solo fronte o fronte/retro con numerazione progressiva delle pagine. È possibile scaricare il
fac-simile del frontespizio della relazione finale e della copertina del CD
Argomento dell’elaborato finale e relatori
È previsto che l'argomento dell’elaborato finale non debba necessariamente afferire a un'attività formativa presente nel piano degli
studi del candidato e di cui abbia superato l'esame di profitto/l'accertamento.
È previsto che l'argomento dell’elaborato finale non debba necessariamente afferire a un'attività formativa presente nel piano degli
studi del candidato e di cui abbia superato l'esame di profitto/l'accertamento.
GLI ERRORI DA EVITARE
Sono elencati alla pagina http://www.uniroma1.it/logotesi
Ulteriori norme di carattere generale per la redazione del testo.
“D” eufonica. La regola è di utilizzarla solo per parole che iniziano con la stessa vocale della congiunzione: e allora (NO: ed allora); ad
anticipare (NO: a anticipare)
Accentazione Alla fine di parole italiane, le vocali avranno la seguente accentazione: a, o - accento grave (à, ò); i, u - accento grave (ì,
ù); e - accento acuto in genere (é) (ad. es. al passato remoto: ripeté), grave in alcuni casi: bebè, bignè, caffè, canapè, cioè, diè, è, Giosuè,
lacchè, Mosè, Noè, ohimè, scimpanzè, tè e pochi altri.
Nel corpo della parola, è bene evitare l’accentazione tranne quando vi sia ambiguità (in questi casi si tenga presente che le vocali o ed e
possono volere l’accento grave o acuto). Es.: motóri (pl. di motore), motòri (pl. di motorio); osservatóri (pl. di osservatore), osservatòri
(pl. di osservatorio).
I nomi come magia, follia, mania non vanno accentati. I monosillabi non vogliono accento se non nei casi di ambiguità, quali: dà (da
dare), distinto da da (prep.), là (avv.), distinto da la (art.) e la (nota musicale); sì (avv.), distinto da si (prop. rifl.) e da si (nota musicale)
ecc.
Apostrofo: L’uso dell’apostrofo segue le regole correnti della lingua italiana. È bene ricordare che le parole tronche non vogliono
l’apostrofo se non nei seguenti casi:
a) nei vocaboli nei quali la caduta della sillaba finale abbia lasciato una terminazione vocalica (es.: mo’ per modo, po’ per poco, vo’ per
voglio, ecc.) eccez.: fra (frate), piè (piede)
b) quando si riducono le forme imperative dei verbi andare, fare, dare, stare (es.: va’, fa’, da’, sta’ invece di vai, fai, dai, stai)
Plurale di parole italiane:
Il plurale dei sostantivi o degli aggettivi terminanti in io esige una sola i (es.: occhi, princìpi, studi). La i raddoppia solo nel caso in cui
sulla i della desinenza io cada l’accento tonico (es.: oblii da oblio, rullii da rullio, ecc.) Per il plurale delle parole terminanti in cia, gia,
se la i della desinenza è atona la i scompare al plurale se i gruppi cia e gia sono preceduti da consonante (es.: provincia, province); la i
rimane, invece, se sono preceduti da vocale (es.: valigia, valigie). Nel caso in cui la i della desinenza sia tonica, si conserva anche al
plurale (es.: farmacia, farmacie).
Plurale di parole straniere:
Se la parola straniera in questione è entrata nell’uso corrente italiano, non prenderà al plurale la desinenza voluta dalla lingua cui
appartiene (es.: il film, i film). (La parola stessa verrà scritta in tondo, non in corsivo, senza differenziarla dalle comuni parole italiane.)
Maiuscole:
Sono sempre maiuscoli: – i nomi propri e le parole all’inizio di periodo: – i nomi dei punti cardinali quando stanno a specificare una
regione geografica: l’Oriente, l’Occidente, il Mezzogiorno, America del Sud (l’aggettivazione va minuscola: Italia settentrionale); – i
sostantivi e aggettivi che si accompagnano a nomi geografici: Monte Bianco, Mar Caspio, Mar Rosso, Stretto di Gibilterra, ecc.
Corsivo – tutte le parole straniere in grafia originale non entrate nell’uso comune italiano; – frasi straniere o italiane dialettali; – frasi
o parole cui si vuol dare un significato particolare;
Bibliografia
Deve essere organizzata in ordine alfabetico, se dello stesso autore ci sono più lavori, vanno ordinati per anno crescente, se sono stati
pubblicati nello stesso anno devono essere differenziati tramite lettera come negli esempi sottostanti
Ballirano, P., Maras, A. (2006a) – Mineralogical characterization of the blue pigment of Michelangelo’s fresco “The Last Judgement”.
American Mineralogist, 91(7), 997-1005.
Ballirano, P., Maras, A. (2006b) – In-situ X-ray transmission powder diffraction study of the kinetics of the light induced alteration of realgar
(α-As4S4). European Journal of Mineralogy, 18(5), 589-599.
Cesareo, R. Franco Jordan, R., Fernandez, A., Bustamante, A., Fabian J., Zambrano, S., Azeredo, S., Lopes, R.T., Ingo, G.M., Riccucci,
C., Di Carlo, G., Gigante, G.E. (2016) - Analysis of the spectacular gold and silver from the Moche tomb ‘Señora de Cao’. X-ray Spectrometry
45 (2) 74-91.
Mercuri A.M., Sadori L., (2014) 30. Mediterranean culture and climatic change: past patterns and future trends. In: Goffredo S., Dubinsky Z.
(eds): The Mediterranean Sea: its history and present challenges. Springer, Dordrecht, pp. 507-527.
Visco, G., Plattner, S.H., Guida, G., Ridolfi, S., Gigante, G.E. (2015) - Rings or daggers, axes or fibulae have a different composition? A
multivariate study on Central Italy bronzes from Eneolithic to Early Iron age”, Chemistry Central Journal 9:15