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Almanacco dell’eccellenza italiana giugno 2011 RICERCA: GLI ITALIANI UNDER 40 PREMIATI DAGLI USA Ogni anno la rivista "Popular Science" pubblica la lista dei "Brilliant 10", i 10 scienziati più promettenti che lavorano negli Usa e hanno meno di 40 anni. Due sono italiani: Maurizio Porfiri (ingegnere) e Chiara Daraio (fisico). Grazie alle loro invenzioni - “proiettili sonori” e “pesci-robot” sono già affermati professori. Fonte: La Stampa LENZI, L’ARTE ITALIANA DI ATTACCARE BOTTONI Hanno potenziato l’ufficio stile, perché è importante stare sempre alla pari con i trend della moda che cambiano continuamente, hanno recuperato le figure artigianali dei maestri per dare ulteriore valore all’unicità della produzione, non hanno eliminato la voce spese per ricerca e innovazione perché è anche su questo piano che si batte la concorrenza (italiana e internazionale). Fonte: la Repubblica MANUELE FIOR VINCE L’OSCAR INTERNAZIONALE DEL FUMETTO 2011 Dopo aver sbancato a Lucca, a novembre, aggiudicandosi l’ambito Gran Guinigi come Miglior Autore Unico, Manuele Fior si impone ora anche a livello europeo. Al Festival di Angoulême infatti il suo Cinquemila chilometri al secondo si è aggiudicato il Premio 2011 per Miglior Fumetto, un’onorificenza che in passato era andata a fumettisti del calibro di Marjane Satrapi e Gipi. Italiano d’origine, ha vissuto in Norvegia e in Germania, ora è stabile a Parigi dove, come dimostrano i premi vinti, le sue opere sono sempre più apprezzate. Fonte: Panorama BALESTRA. CREATIVI MA ANCHE VERI MANAGER DEL MADE IN ITALY Balestra la figlia del maestro. «Il nostro elemento distintivo, il fil rouge che percorre tutte le nostre collezioni? Sicuramente il lusso». C'è un gusto estetico un po' barocco in quest'affermazione di Fabiana Balestra, attuale amministratore della maison di famiglia (il padre Renato peraltro continua tuttora a disegnare tutte le collezioni di alta moda), ma c'è anche una precisa scelta commerciale: «La fascia alta è stata meno toccata dalla crisi. E questo in tutto il mondo: per noi che esportiamo più del 60% della nostra produzione in ogni angolo del pianeta, è un dato fondamentale». Fonte: la Repubblica