LA GESTIONE PER OBIETTIVI NELLA GUARDIA DI FINANZA, DAL 1993 AL
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LA GESTIONE PER OBIETTIVI NELLA GUARDIA DI FINANZA, DAL 1993 AL
1. La funzione del controllo di gestione nella P.A. Nell’ambito della riforma nella Pubblica Amministrazione, iniziata come noto con il D.Lgs. 3 febbraio 1993 n.29, in Italia si è assistito ad una serie di azioni che mettono in evidenza la volontà del legislatore di diffondere capillarmente la “cultura della misurazione” e della valutazione delle prestazioni in “chiave strategica”, attraverso il continuo potenziamento e riordino dei meccanismi e strumenti di monitoraggio della gestione. Con le recenti leggi in materia di funzionamento della P.A., sono stati superati i vecchi concetti di controllo, ispirati esclusivamente al mero riscontro di legittimità degli atti ed introdotti, nel contempo, principi di managerialità nella gestione agganciati all’utilizzo di un articolato sistema di monitoraggio dei fenomeni esterni e interni degli enti, inteso al conseguimento del “buon andamento”. Il controllo di gestione, quale flusso organizzato e continuo di informazioni, tende a conoscere il funzionamento e l’attività dell’amministrazione, nell’ottica del miglioramento e della verifica della coerenza tra scelte ed attuazione. Si ispira ad una logica privatistica ed aziendalistica, finalizzata all’ottimizzazione dell’uso delle risorse disponibili, che offre il vantaggio di indicare le correzioni e gli interventi da effettuare in “itinere”. 2 Si tratta, pertanto, di un controllo, il cui giudizio è essenzialmente fondato su criteri “extragiuridici” di natura tecnica (valutazione comparativa dei costi, modi e tempi dello svolgimento dell’azione amministrativa, ecc.), che è in grado di individuare le cause dell’eventuale mancato raggiungimento dei risultati prefissati e di proporre, quindi, i possibili rimedi, segnalando le irregolarità eventualmente riscontrate. Per sua natura, dunque, compete unicamente ad un organo interno all’organizzazione. Il controllo di gestione si fonda sul principio di autonomia/responsabilità del dirigente: l’autorità politica non può interferire nell’attività di gestione, ma può solo verificare se gli obiettivi fissati sono stati raggiunti. In relazione ad una sfera così ampia ed autonoma di poteri, i dirigenti assumono una responsabilità nuova con riferimento al risultato dell’attività svolta dagli uffici ai quali sono preposti, alla realizzazione dei programmi e dei progetti loro affidati, alla gestione del personale e delle risorse finanziarie e strumentali loro assegnate. Si configura, pertanto, un modello di “amministrazione per progetti” che ridimensiona il sistema di “amministrazione per atti” che ha caratterizzato il recente passato della nostra Pubblica Amministrazione, e dove appunto le funzioni di controllo di gestione si distribuiscono e si diffondono nella struttura in diversi momenti e in più fasi. 3 Non sto qui a ricordare le numerose leggi emanate in tema di controllo di gestione nelle PP.AA., ma non posso omettere almeno un riferimento al D.Lgs. 286/99, che disciplina un “sistema” organico di controllo e monitoraggio interni all’azione amministrativa, attraverso una decisa “importazione” nel settore pubblico di strumenti e tecniche finora esclusivi del mondo aziendalistico. Tale fonte giuridica costituisce ormai il riferimento per qualsiasi considerazione in tema di sistema di controllo interno nell’ambito delle Pubbliche Amministrazioni e razionalizza i primi approcci normativi e dottrinali precedentemente percorsi. La portata innovativa consiste nella definitiva affermazione della necessità di innestare, all’interno delle PP.AA., i controlli di efficacia, efficienza ed economicità, distinguendo quattro tipologie di controlli interni (controllo di regolarità amministrativa e contabile, controllo di gestione, controllo strategico e valutazione del personale). 2. Il macroprocesso di Pianificazione, programmazione e controllo nella Guardia di finanza Passando a trattare dei maggiori progetti di innovazione gestionale realizzati dalla Guardia di finanza, in uno scenario generale che a prima vista sembrerebbe non riguardare le istituzioni che svolgono 4 la funzione di polizia, desidero mettere in risalto, con grande soddisfazione, i risultati fin qui raggiunti. Già dal 1994, venne istituita all’interno del Comando Generale un’articolazione preposta al controllo di gestione, denominata “Ufficio Controllo Interno”, oggi “Ufficio Pianificazione, Controllo e Sviluppo”. Tra i suoi compiti, sono ricompresi: ! il controllo della gestione e dell’impiego delle risorse umane, finanziarie e strumentali utilizzate per la realizzazione degli obiettivi affidati al Corpo; ! la verifica periodica del raggiungimento degli obiettivi fissati, mediante valutazioni comparative dei costi e dei rendimenti; ! l’analisi e lo studio finalizzati al supporto dei processi di pianificazione e programmazione. Inoltre, con la ristrutturazione ordinativa del Corpo, avvenuta nel corso dell’anno 2000, sono stati costituiti, presso i Reparti che assolvono le funzioni di comando, coordinamento e controllo, Uffici equipollenti di “pianificazione, programmazione e controllo”, che hanno, tra l’altro, il compito di assicurare il corretto utilizzo delle risorse finanziarie e materiali dei Reparti dipendenti, attraverso le fasi della pianificazione (preventiva) e del controllo (successivo). Tutto ciò rappresenta la volontà della Guardia di finanza di divulgare a tutti i livelli, attraverso il processo di cambiamento (change management), la “cultura della misurazione”, atteso che solo 5 attraverso un attento processo di pianificazione, programmazione e controllo è possibile far progredire le organizzazioni nella ricerca della qualità. Sotto il profilo gestionale, sottolineo come il Corpo ha così ormai consolidato l’applicazione del metodo del “management by objectives” (MBO), che si propone di utilizzare gli “obiettivi” per guidare ogni fase della gestione dell’organizzazione e per valutare, misurandole, le prestazioni del “management” e delle articolazioni ad esse affidate e che ha certamente prodotto gli indubbi vantaggi di: " rendere ogni livello dirigenziale guida, a sua volta, del livello subordinato; " correggere gli errori man mano che si evidenziano, senza pregiudizio per il processo; " diffondere in tutto il personale la cultura della qualità e della partecipazione al risultato. Evidenzio, inoltre, come da alcuni anni, all’interno dell’organizzazione è stata avviata con successo l’implementazione del modello logico del controllo di gestione, che ha permesso di costruire e rafforzare un sistema strutturato di pianificazione, programmazione e controllo di gestione (P.P.C.), finalizzato: ! alla determinazione degli obiettivi a breve, medio e lungo termine; ! alla elaborazione del percorso strategico e dei programmi idonei al perseguimento degli stessi; 6 ! al controllo sistematico del loro grado di raggiungimento. Il processo di Pianificazione, programmazione e controllo, che si esplica in maniera circolare e continua (ogni fase deriva dai dati acquisiti in quella precedente e fornisce gli input necessari per avviare quella successiva) consente all’interno della Guardia di finanza di: 1) collocare, in maniera maggiormente consapevole, l’azione su un orizzonte a respiro pluriennale; 2) assegnare gli obiettivi annuali, enfatizzando la ricerca della massima condivisione e la sistematica ed integrata valutazione di congruità in relazione ai fattori produttivi a disposizione; 3) valorizzare l’attività di controllo di gestione, ponendola ancor più come strumento di continuo miglioramento dell’efficienza della Guardia di finanza. Inoltre, l’implementazione del processo di P.P.C. (Pianificazione, programmazione e controllo) all’interno del Corpo, non si limita al solo vertice, ma vede il coinvolgimento anche di tutti i Reparti che operano sul territorio, sia in chiave propositiva che di sperimentazione, e si sviluppa nei seguenti passaggi fondamentali: - disegno delle procedure di pianificazione, programmazione e controllo di gestione, cioè individuazione degli attori, dei tempi, dei contenuti logici dei futuri piani, programmi e connessi reporting e delle modalità di coinvolgimento dei livelli nei quali si articola il Corpo; 7 - individuazione analitica delle tipologie di attività, che sono oggetto di programmazione, nonché dei principali fattori produttivi necessari alla realizzazione delle stesse; - “costruzione” dei sistemi informativi per la rilevazione delle attività svolte e dei fattori produttivi consumati, al fine dell’esercizio concreto del controllo di gestione; - sperimentazione “sul campo” per la messa a regime di procedure e sistemi informativi. 2.a La pianificazione strategica Entrando nel merito delle fasi che compongono il processo di pianificazione, programmazione e controllo, la Guardia di finanza attraverso la pianificazione strategica identifica gli obiettivi prioritari di medio e lungo periodo ed elabora il percorso più idoneo per il raggiungimento degli stessi. Il processo di pianificazione non è mai qualcosa di statico, rigido e obbligatorio: viceversa esso è flessibile, continuo, estremamente dinamico in ragione del variare della situazione interna ed esterna dell’organizzazione. Con l’analisi esterna si esamina l’ambiente esterno in cui opera la Guardia di finanza considerando molteplici fattori, ad esempio: ! l’evoluzione legislativa nelle materie oggetto dell’attività istituzionale; 8 ! lo studio del “trend economico”; ! l’andamento demografico e dei flussi migratori; ! lo sviluppo tecnologico; al fine di individuare le eventuali opportunità e minacce che potrebbero condizionare le attività pianificate. Con l’analisi interna, invece, si esaminano le aree di cui è composta l’organizzazione, (c.d.“framework organizzativo”), quali la struttura, la cultura, le risorse (umane, tecnologiche e finanziarie), i processi (direzionali e operativi), al fine di individuare eventuali “punti di forza e di debolezza”. Il risultato finale della pianificazione strategica è la redazione del “piano strategico” in cui vengono specificati i risultati attesi al termine di ciascun esercizio previsto nel piano, sia in termini di prodotti che di risultati. Al riguardo, evidenzio che nel luglio 2000, il Comando Generale ha redatto, il documento di “piano strategico - triennio 2000/2002”, che definisce, attraverso l’analisi tecnica del processo, le azioni, le attività ed i prodotti che dovranno essere implementati e perseguiti. Aggiungo, inoltre, che a breve verrà approvato il piano strategico per il triennio 2001/2003. Altra importante iniziativa che voglio sottolineare è quella dell’istituzione, nel settembre 2000, del “Comitato di Pianificazione” da me presieduto e composto dai Capi Reparto e dai responsabili di alcuni Uffici del Comando Generale, che ha il compito, appunto, di delineare la strategia operativa della Guardia di finanza. 9 2.b La programmazione La fase della programmazione può essere definita come il processo manageriale volto a: " esplicitare gli obiettivi operativi dell’arco temporale considerato nella pianificazione; " determinare le risorse necessarie per la loro realizzazione. Il processo di programmazione consiste, pertanto, nel fissare gli obiettivi operativi e nel determinare le risorse necessarie per realizzare gli obiettivi del piano attraverso il budget che è il risultato del processo di programmazione. Esso contiene le previsioni riguardanti le attività e la quantità di fattori produttivi necessari per il raggiungimento degli obiettivi. Il processo di programmazione all’interno della Guardia di finanza si esplica attraverso tre step consequenziali: 1. l’autorità politica (il Ministro delle Finanze) con l’invio delle “Linee Guida”, definisce gli obiettivi strategici che i Centri di Responsabilità di primo livello dovranno conseguire nell’anno considerato, attraverso idonei interventi; 2. successivamente il Comandante Generale, tenuto conto degli obiettivi strategici assegnati, elabora una “proposta di piano” che invia al Ministro stesso. In tale documento sono esplicitate le azioni e le attività strategiche che il Corpo intende realizzare per raggiungere gli 10 obiettivi, ed indicati, altresì, i benefici attesi e i relativi costi da sostenere; 3. in ultimo, il Ministro delle Finanze, elabora la “Direttiva Generale per l’azione amministrativa e per la gestione dell’esercizio finanziario”, che assegna, per ogni Centro di Responsabilità di primo livello, gli obiettivi, indicando le azioni e le attività strategiche che dovranno essere compiute. Per quanto concerne gli obiettivi per il 2001, il Corpo dovrà: ! potenziare l’efficacia dell’azione di contrasto all’evasione ed alle frodi; ! migliorare il livello qualitativo e quantitativo del servizio reso ai cittadini. 2.c Il controllo di gestione Ultima fase del processo è quella del controllo di gestione che si pone, allo stesso tempo, come fase di chiusura e di riavvio di un sistema di orientamento della gestione strutturato e, per quanto più possibile, basato su analisi quantitative. Punti di riferimento dell’attività di controllo di cui si tratta, sono gli obiettivi ricevuti dal Dirigente; quest’ultimo deve continuamente monitorarne lo stato di attuazione, individuare ed analizzare le cause degli eventuali scostamenti, per poi adottare le necessarie azioni correttive. 11 Chiaramente, le aree verso cui è diretto il controllo di gestione sono quelle che per l’organizzazione rivestono un’importanza strategica. La tradizionale impostazione della gestione nella Guardia di finanza ha condotto, sin dall’inizio, a concentrare l’attenzione sulla quantità dei più significativi processi svolti in ambito fiscale: verifiche generali, verifiche parziali, controlli, controlli strumentali. Negli ultimi anni novanta, nell’ambito del Corpo, è emersa la consapevolezza della rilevanza strategica rivestita da un’altra realtà gestionale: il modo in cui viene utilizzata la più importante delle risorse a disposizione di una Forza di polizia, cioè la risorsa umana. In altri termini, la Guardia di finanza si è posta l’obiettivo di conoscere, con precisione, a quali missioni istituzionali sono dedicati i propri militari, allo scopo di indirizzare con consapevolezza l’azione del Corpo verso un settore operativo piuttosto che un altro. Gli obiettivi strategici, nel governo delle modalità di impiego delle risorse umane, sono stati e sono tuttora quelli di: - procedere verso un continuo contenimento delle risorse impiegate in attività di funzionamento a beneficio delle attività di esecuzione del servizio; - incrementare l’ammontare di risorse umane dedicate al perseguimento della missione istituzionale “prevenzione e repressione delle violazioni agli obblighi tributari”. 12 I dati riguardanti l’impiego delle risorse umane in Guardia di finanza alimentano sull’Impiego delle il sistema Risorse informativo Umane), che è S.I.Ris. stato (Sistema progettato espressamente per consentire la gestione per obiettivi nell’ambito del Corpo. In altre parole, il sistema S.I.Ris. permette di sviluppare conoscenza in merito alle modalità con cui le risorse umane vengono impiegate nei processi di produzione diretta ed indiretta e di definire misure di prestazione raccordabili alle responsabilità di risultato assegnate ai vari livelli dirigenziali della struttura. I dati affluiscono mensilmente in un archivio centralizzato e sono immediatamente disponibili ai diversi livelli della dirigenza sotto forma di report “telematico”, garantito dalla “procedura di monitoraggio”, disponibile a terminale. Tramite tale procedura, è possibile analizzare gli impieghi di risorse umane partendo da una aggregazione massima per missioni istituzionale, per arrivare al massimo livello di dettaglio rappresentato dal singolo codice di impiego. Attraverso la “procedura di monitoraggio”, quindi, viene fornita una fotografia dell’andamento della gestione, da porre a confronto con gli obiettivi ricevuti. 13 3. Azioni innovative intraprese nel processo di cambiamento In conclusione voglio sottolineare alcune tra le attività maggiormente innovative intraprese dalla Guardia di finanza, nell’ambito del processo di cambiamento, ad esempio: ! l’applicazione di tecniche di “benchmarking interno”, che hanno permesso di diffondere azioni di contenimento dei costi di produzione e quindi di ottimizzazione delle risorse nelle funzioni di gestione del personale, amministrazione e logisticamotorizzazione; ! l’organizzazione di seminari sul controllo di gestione e corsi di formazione al personale sia del Comando Generale che dei Reparti periferici, finalizzati ad estendere la cultura del controllo di gestione che consenta sempre maggiore consapevolezza delle responsabilità manageriali e condivisione degli obiettivi fissati; ! il costante monitoraggio della gestione dei Centri di responsabilità di secondo livello che si è concretizzato, per la prima volta nell’invio, da parte dell’ufficio Pianificazione, controllo e sviluppo del Comando Generale, di report mensili e di proiezioni sul raggiungimento degli obiettivi assegnati, che hanno certamente costituito stimolo e orientamento per i neo costituiti uffici Pianificazione, programmazione e controllo periferici; 14 ! l’applicazione del sistema informativo Stat che rileva per ciascuno dei settori di servizio, i prodotti finiti (n. verbali, n. soggetti, n. infrazioni) e consente analisi quantitative e raffronti; ! la sperimentazione e l’attuazione di nuovi sistemi informativi basati sulla rilevazione e misurazione dei singoli processi operativi realizzati, quali il Sistema sul rendimento dei risultati (Si.Rend) ed il Sistema Informativo sulla Qualità (S.I.Qual.) che rappresenteranno lo strumento mediante il quale la Guardia di finanza controllerà l’efficacia, l’efficienza e l’economicità dell’azione di contrasto all’evasione, al fine di ottimizzare il rapporto costi e risultati di gestione; ! l’avviamento del progetto per la reingegnerizzazione dei processi di lavoro dei Reparti Tecnico Logistico Amministrativi teso a supportare il processo di cambiamento in atto; ! la creazione e la gestione di un sistema premiale coerente, basato sulla previsione del D.P.R. 254/99 che, attraverso un processo che non ha trascurato il continuo confronto con il Co.Ce.R. della Guardia di Finanza, ha permesso di istituire il c.d. “fondo Efficienza”, finalizzato a incentivare l’impegno del personale nelle attività operative e di funzionamento individuate di anno in anno dal Comandante Generale della Guardia di Finanza. *** Grazie per l’attenzione.