libero di andare - Comune di Vernate

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libero di andare - Comune di Vernate
LIBERO DI ANDARE
Ci sono persone che
sanno far sintesi della loro
storia,
delle
loro
esperienze,
del
loro
tempo. Sono persone
semplici che danno valore
ad ogni istante. Sono
capaci
di
grande
gratitudine, nei confronti
della vita e di chi l’ha
pensata, persone che sanno dire basta, sanno dire: ora
è tempo, grazie di tutto.
Mr Mbewe (che si pronuncia Mbeue) è un omone
robusto, sulla sessantina, con un volto sereno e una
voce profonda che ti rimbomba dentro. È un nostro
amico e vuole davvero bene ai Missionari Comboniani,
infatti ci dice spesso: “venite quando volete, casa mia è
casa vostra!”. Abita nella township di Bauleni ma non è
povero. Ascoltando le sue esperienze si intuisce
immediatamente che ha saputo cogliere con coraggio
tutte le sfide e opportunità che la vita gli ha posto
davanti. Ha viaggiato, cambiato radicalmente, e più
volte, lavoro e città. Ha una bella casa, una moglie che
ama e cinque figli, alcuni sposati, altri laureati con un
buon impiego. È un uomo realizzato, ma non avido di
ciò che ha ottenuto, sembra davvero un uomo libero e
saggio. Mr Mbewe è la tipica persona che nella vita ha
saputo amare tanto, e forse è per questo che il suo
cuore è così stanco e non vuole più funzionare. Da 18
anni a questa parte osserva una dieta rigida, prendendo
decine di medicine per tenere a bada il suo male,
Purtroppo tutto questo non da
risultati incoraggianti, anzi,
nell’ultima sua visita, il dottore
ha proclamato parole che
sapevano di sentenza: “Mr
Mbewe,
deve
andare
in
Sudafrica per un trapianto”. Io
ero seduto sulla poltrona di
casa sua quel giorno, mentre
con la sua voce calma e
profonda, raccontava la sua
situazione. Mr Mbewe era
seduto proprio di fronte a me,
con la sua polo bianca e stretta
che accentuava il suo stomaco
ben pronunciato. Le parole erano rese ancor più belle e
profonde dalla sua capacità di narrare e dalla tonalità
della sua voce rassicurante. Quelle parole riempivano la
stanza, tanto d’aver la sensazione di dover fare loro
spazio scostandomi su un lato della poltrona perché si
sedessero vicino. L’omone parlava accarezzando le frasi
con qualche risata, ma il discorso era importante e serio.
Si trattava di una decisione che Mr Mbewe aveva già
preso. Una decisione solo sua, discutibile forse, ma
sicuramente frutto della sua saggezza, della sua
esperienza di vita, e anche della sua fede da uomo
libero.
Sapete, ci dice con un sorriso, ho deciso di fare tutti gli
esami che mi richiedono, anche per tranquillizzare mia
moglie, ma non andrò in Sudafrica, non cambierò il mio
cuore. Io ho avuto molto nella vita e non voglio chiedere
di più”. Questo e’ il mio tempo”. Perché forzare le cose e
chiedere ancora anni? Ci sono bambini e giovani che
muoiono, senza aver vissuto i loro anni, loro hanno più
diritto di me, io ho vissuto e sono contento. Sono grato
per quello che Dio mi ha dato e per ciò che ho avuto,
non potrei chiedere di più. Ho una bella famiglia, cinque
figli e tanti nipoti. In qualche modo ho contribuito in
questo mondo, ho cercato di fare la mia parte. Sono
felice e posso andarmene anche adesso. Ho cercato di
sistemare la mia famiglia, hanno una casa, un lavoro,
insomma, stanno bene. Posso andarmene sereno. Non
ho paura, anche se, con un cuore così’ malmesso
posso collassare da un momento all’altro. Può
succedere adesso o tra due anni, qui sul mio divano o
mentre cammino per le strade della townschip, ma sono
pronto. Posso andare quando Vuole.
Il gelo che avrebbe dovuto crearsi nella stanza era stato
scacciato dal calore e dalla bellezza delle sue parole,
tanto piene e vere da disorientare le nostre. Io e il mio
confratello ugandese Felix, ci guardammo per un
attimo, e tutta l’ammirazione per quell’uomo era
sussurrata in una lacrima
non caduta che pungeva
negli occhi come sapone,
ma che dava allo sguardo di
Felix un’intensità diversa.
Avrei voluto fare tante
domande, tentare di fargli
cambiare idea, ma davanti
all’uomo libero nemmeno la
morte può far nulla.
Adesso sono seduto, lontano
dalla casa di Mr Mbewe e
penso. Penso che l’uomo
saggio, con una libertà
disarmante, sa staccarsi da
tutto, anche dalla propria vita
perché sa di non perderla. Penso che stia cullando un
segreto che ancora non afferro, ma che in qualche modo
avverto. Penso che Mr Mbewe non si sia arreso, anzi,
penso abbia vinto e accolto la sfida più importante della
sua vita: guardare negli occhi “Sorella Morte”.
L’uomo libero sogna, ed ha il coraggio di sognare oltre il
confine del possibile perché sa che la morte non può
scrivere l’ultima parola’ “la morte ha vita breve”.
In questa sua scelta sento, un canto, sento le note del
Cantico delle Creature di san Francesco, cantato da
Angelo Branduardi:
Si laudato mio Signore
per la morte corporale
che da lei nessun che vive può scappare,
e beati saran quelli nella tua volontà,
che Sorella Morte non gli farà male.
Ancora un dono dalla township di Bauleni.
Diego (Gigo)