bersani rottama d`alema

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bersani rottama d`alema
Gabrielli (Protezione civile): “Gli emiliani terremotati hanno
reagito meglio degli aquilani”. Dopo i danni della cricca, gli insulti
Mercoledì 17 ottobre 2012 – Anno 4 – n° 247
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Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma
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Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009
BERSANI ROTTAMA D’ALEMA
Il segretario del Pd: “Non chiederò a Massimo di ricandidarsi”. L’ex premier: “Non spetta a lui
decidere. Infatti mi ero rivolto al partito”. Dopo l’addio di Veltroni esplode la guerra fra il leader
e il suo ex sponsor. Nuove firme false fra le 700 dell’appello dalemiano. E c’è anche un caso Bindi
dc
PASTICCI TECNICI
di Stefano
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Feltri
tecnici sono per definizione dilettanti della
I
politica. Ma alcuni di loro – per fortuna non
tutti – si stanno rivelando dilettanti e basta.
Anche nell’applicare quella tecnica di cui dovrebbero essere custodi. Monti ha fatto molto
per restituire credibilità all’Italia, ma i suoi ministri ricordano agli investitori che siamo sempre un Paese confuso, pasticcione e approssimativo. Guardate la legge di Stabilità, il provvedimento che imposta il bilancio 2013: un
sottosegretario annuncia in tv tagli dell’Irpef, il
governo lo smentisce poi taglia l’Irpef. Il ministro dell’Economia Grilli promette per mesi
che l’aumento dell’Iva a luglio 2013 sarà cancellato. Invece l’Iva salirà. Palazzo Chigi smentisce le voci (governative) che volevano un ripensamento sulla parte più spiacevole – e scorretta perché viola lo statuto del contribuente –
della legge: il taglio retroattivo degli sconti fiscali. Niente da fare, salasso confermato. Ma
non si può protestare: secondo la filosofia tecnica dobbiamo invece ringraziare perché l’Iva
sale di un punto e non di due e perché alla fine
saranno tassate soltanto le pensioni dei reduci
di guerra (noti milionari) e non quelle di invalidità. I tempi duri richiedono maniere spicce, si dice. Ma l’accanimento sui pochi contribuenti che, loro malgrado, pagano sempre,
non porta miracoli: il deficit vero nel 2013 sarà
del 2,6 per cento, lontano dal pareggio di bilancio promesso da Monti, che infatti chiede ai
mercati di guardare il dato addomesticato del
deficit “strutturale”. Dei piani per massicce riduzioni del debito pubblico con vendite di patrimonio pubblico non si sente più parlare.
Qualche mese fa pareva almeno che i tecnici
fossero capaci di fare riforme sempre rimandate. Bisogna ricredersi: Elsa Fornero ammette
di aver stravolto le pensioni senza sapere quanti erano i potenziali esodati che si sarebbero
trovati senza reddito e, al Sole 24 Ore, dichiara
di voler cancellare metà della sua riforma del
lavoro: i limiti all’abuso di contratti precari
stanno creando disoccupati invece che posti a
tempo indeterminato. Così della riforma rimarrà soltanto la riduzione delle tutele e degli
ammortizzatori sociali per i dipendenti. Se il
finale della legislatura sarà confuso come queste ultime settimane, gli italiani cominceranno
ad aspettare le elezioni del 2013 come una liberazione. Per quanto incredibile possa essere
che qualcuno desideri il ritorno dei partiti al
potere.
Renzi: “Sto aiutando
Pier Luigi”. Il suo vice:
“Abbiamo vinto.
I rottamatori sono loro.
Li aspettiamo a uno a uno
sulla riva del fiume”
d’Esposito, Marra e Zanca
» pag. 4 - 5
U di Antonello Caporale
UNA GIORNATA
DI BABELE
DEMOCRATICA
ersani fa finta di non intendere bene D’Alema e D’AleB
ma si compiace di non compren-
dere il filo del pensiero di Bersani.
I due si scambiano parole vuote e
le vendono per buone come accade al mercato per le melanzane già
vecchie, messe sul banco come
» pag. 4
freschissime.
» LOMBARDIA » Indagati a Bergamo i vertici di Compagnia delle Opere
Tangenti & delibere:
“Formigoni favorì Cl”
La Procura di Milano indaga
per corruzione: imprenditore
dovette ristrutturare
una scuola di Comunione
e Liberazione in cambio
del via libera a una discarica.
L’addio del Celeste:
“La legislatura è finita”
aveva voluta Formigoni in
persona, scavalcando il
L’
Consiglio regionale. Ora quella
delibera che autorizzava la Cavenord di Pierluca Locatelli a
smaltire amianto, finisce in
un’inchiesta per corruzione.
U di Bruno Tinti
BATMAN,
BERLUSCONI
SAPEVA
MA IL COLLE
NON HA POTERI
SULLE INDAGINI
Mascali e Vecchi » pag. 2
L’INTERVISTA
In collaborazione con
U di Marco Lillo
D’Agostino:
“Soldi, mignotte
e salotti tv,
non cambia nulla”
» pag. 3
U di Andrea Scanzi
» L’AVANA
LA7 E SANTORO:
I SEGRETI
DI “SERVIZIO
PUBBLICO”
Ora per i cubani
è più facile
uscire dall’isola
odierna cronaca politica è
a polemica è così pretecome una cipolla, più la Lstuosa da risultare perfetta
L’
sfogli e più ti viene da piangere. per il centrodestra. Servizio Pub-
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GRATUITO per visitare il Forum e il SAIE
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O da ridere. La scena pubblica si
è trasformata in Bagaglino con i
partiti a imboccare la terza via
dello Sturm und 'ndrangheta, e
chi deve fare affari ha un alleato
in più.
Pagani » pag. 6
» pag. 18
Cavallini » pag. 12
LA CATTIVERIA
blico riparte giovedì 25 ottobre.
Su La7. Lunedì prossimo ci sarà
la conferenza stampa. Michele
Santoro non ama le anticipazioni, ma qualcosa si può intuire. O constatare.
» pag. 14
Lombardia: preferenze
in cambio di denaro.
Almeno la Minetti
l’elezione se l’è sudata
» www.spinoza.it
Il Flavio nella manica
di Marco
Travaglio
oi che seguiamo con trepidante apprensione le mosse disperate del nostro amaN
to Silvio accogliamo con sollievo ed esultanza
l’ultimo retroscena svelato da La Stampa: “Il
Cav progetta di candidare una folla di imprenditori” e “pare abbia già strappato la disponibilità di Flavio Briatore”, anche lui
“contagiato dalla voglia di dedicarsi alla cosa
pubblica”. Era ora. Briatore è proprio quel
che ci vuole, anche in vista del “rinnovamento morale” auspicato tanto da B. quanto da
Dell’Utri. Preveniamo l’obiezione dei soliti
malpensanti: ma Briatore è lo stesso che è
indagato a Genova per contrabbando e violazione delle accise sul carburante del suo
yacht, ovviamente sequestrato? Certo. Ma
proprio qui sta il rinnovamento: nessun politico finora era stato inquisito per contrabbando e violazione delle accise. Briatore andrebbe a colmare il vulnus che privava i contrabbandieri della necessaria rappresentanza.
E anche, in un colpo solo, per quella dei biscazzieri e dei truffatori. Pochi ricordano che
nel 1984, a soli 34 anni, il giovine Flavio,
diplomato ragioniere con una certa fatica
nella natia Verzuolo (Cuneo), fu insignito di
due mandati di cattura dai giudici di Milano
e Bergamo per associazione a delinquere finalizzata alla truffa, cui agilmente si sottrasse
fuggendo ai Caraibi. In quel periodo, dopo gli
esordi come portaborse di un imprenditore
cuneese (ramo vernici) poi tragicamente saltato in aria nella sua auto, Briatore si arrabatta come assicuratore, maestro di sci e
consulente tuttofare in piazza Affari a Milano
del conte Achille Caproni (quello degli aerei),
ma anche come agente discografico per la
Zanicchi e soprattutto giocatore di carte nelle
bische clandestine. È lì che s’intruppa in
un’allegra brigata di “spennapolli”, specializzata nel reclutare facoltosi “clienti” invitandoli a cene luculliane con la scusa di trattare mirabolanti affari del tutto immaginari o
discutere di inviti in tv con Fede. Dopo il caffè
partiva l’idea di una “partitella” (ovviamente
truccata) a poker o chemin de fer per spennare la vittima di turno e alla fine spartirsi il
bottino: centinaia di milioni di lire a botta.
C’erano il conte vero, Caproni, il finto marchese Azzaro, un avvocato da feuilleton,
Adelio Ponce de Leon, il vicedirettore del Tg1
Emilio Fede, alcuni cazzari brianzoli che si
spacciavano per generali venezuelani, sceicchi arabi, emiri kuwaitiani, ammiragli egiziani, armatori greci. In quella che il giudice
istruttore di Bergamo chiama “la banda dei
bari”, il ruolo del geometra Flavio è decisivo:
aggancia i polli, mette a disposizione il suo
lussuoso quanto pacchiano appartamento in
piazza Tricolore e “porta una borsa o valigia
con gli attrezzi del gioco (carte e sabò truccati) nella casa prefissata”. “Il gioco d’azzardo
– aggiunge il giudice – è terreno esclusivo
della criminalità organizzata” e “l’ipotesi che
gli imputati abbiano ottenuto l’assenso, l’appoggio o la protezione dei clan della malavita
organizzata ha trovato parziale riscontro. Sono infatti emersi rapporti del Briatore con
Tony Genovese”, boss italoamericano, e di
altri imputati con Saro Cattafi e con Enea,
Monti e Virgilio, la triade della mala milanese. Alla fine, diversamente da Fede (assolto
per insufficienza di prove), Briatore si becca
in primo grado 3 anni a Milano e 1 anno e
mezzo a Bergamo. Ma non fa un minuto di
carcere: poco prima dei mandati di cattura è
volato a Saint Thomas, Isole Vergini. E lì ha
trovato il modo di trasformare in oro anche la
latitanza, aprendo alcuni negozi per Benetton, che poi lo lancerà nel mondo della Formula 1. Intanto in Italia lo salva la solita amnistia del 1989. Ce n’è abbastanza per diventare un top manager. E ora magari un
politico, un tecnico del “bene comune”. Che
gli manca?