LEONHARD ISAKSEN SEPPALA

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LEONHARD ISAKSEN SEPPALA
News Primavera 2004
“senza un passato non può esserci futuro”
Testo di riferimento:
Seppala Alaskan Dog Driver
By Elizabeth M. Ricker
Little, Brown, and Company
Boston, September 1930
Reprinted 1981 by
Hoflin Publishing Ltd
5766 Old Wadsworrth Blvd.
Arvada, Colorado 80002-2599
Second reprinting 1996 by
Hoflin Publishing, Inc.
4401 Zephyr St.
Wheat Ridge, CO 80033-3299
Ringraziamo per la traduzione
Stefano Cavalletti di Roma
Nel nostro sito www.shc-italia.it
troverete molti altri libri disponibili come ad es.:
 Il Grande Libro del Siberian Husky
di Jessica Vallerino – De Vecchi Editore
 Siberian Husky
di Filippo Cattaneo – Sonzogno Editori
LEONHARD ISAKSEN SEPPALA
(Qualche notizia in più)
Leonhard Seppala nasce il 14
settembre 1877 a Skibotn,
Lyngen, in Norvegia.
Quando ha due anni tutta la famiglia si trasferisce a Skjervoy
dove il padre trova lavoro come
fabbro e come pescatore.
Leonhard è il figlio maggiore
(primogenito) e deve lavorare
molto duramente fin da piccolo
per dare un aiuto in casa..
Quando il padre è fuori a pesca,
Leonhard si occupa della fattoria,
ma, appena adolescente, inizia a
seguirlo e ad aiutalo anche nella
pesca.
Dall’età di dodici anni e fino al
1897 è con il padre anche sul
peschereccio che ogni anno va a
Finnmark, la contea più a nord
della Norvegia. Tra i suoi compiti
ci sono la preparazione delle esche, il cucinare, lavare e fare il
bucato.
Quando compie 20 anni, va da
solo a vivere a Kristiania (Oslo)
dove lavora per un paio di mesi
alle industrie meccaniche Aker, e
poi alla fonderia Andersensen
dove prende il diploma.
A Kristiania incontra anche la
sua prima ragazza, Margit; si innamorano subito e decidono di
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sposarsi, ma lei purtroppo muore
prima delle le nozze e Leonhard
è distrutto dal dolore. Torna allora a Skjervoy per lavorare nella
officina del padre.
Nel 1899, i giornali riportano la
notizia della scoperta dell’oro nel
Klondyke.
Il suo amico Jafet Lindeberg è
appena tornato a casa da Nome
con le tasche piene d’oro e di
dollari; ha fatto fortuna in Alaska
e decide di prestare a Leonhard i
soldi necessari per tornarci insieme.
Seppala non sa resistere alla
tentazione e l’anno seguente
News Primavera 2004
(siamo ormai nel 1900) parte con
la nave per l’America.
Come migliaia di altre persone
ha enormi speranze sulla fortuna
e le ricchezze che lo aspettano.
In Alaska Seppala deve però fare i lavori più duri: all’inizio viene
assegnato ad una piccola scavatrice trainata da cavalli e usata
per pulire la parte finale delle vasche delle chiuse. “Sembrava
semplice, ma il caposquadra
teneva i cavalli al trotto tutta la
mattinata mentre io dovevo riempire la draga e poi correre
per svuotarla. Dopo ho scoperto che scaricare i sedimenti
era lavoro del caposquadra.”
Seppala
sta
per rischiare
l’esaurimento quando la draga si
rompe e mentre è in riparazione
gli viene assegnato un altro lavoro apparentemente meno faticoso: dove spalare la ghiaia nelle
vasche delle chiuse, “attività
che all’inizio mi sembrò un
gioco da ragazzi, ma ben presto mi resi conto che stavo di
nuovo lavorando come un mulo; alla fine della giornata le
mie braccia dolevano e vibravano e le mani, piene di calli,
bruciavano tanto da non farmi
dormire”.
Ogni la sera Seppala “distrutto”
ripensa alla sua casa in Norvegia
e spesso ripete: “mi pento di
aver dato ascolto a quei falsi
profeti che mi hanno convinto
a venire in Alaska ... volevo l’
avventura e l’avevo trovata ...
spesso quando mi svegliavo ...
cercavo di consolarmi pensando che dopo tutto questa
vita aveva un vantaggio rispetto a quella di pescatore in
Norvegia – almeno qui avevo
la terra sotto i piedi e non centinaia di miglia di tempestoso
oceano Artico ... se solo l’oro
avesse fatto capolino dandomi
così l’opportunità di stare nel
sud-est dell’ Alaska a pescare
come avevo pianificato tanto
tempo fa!”
Un mattino di fine ottobre, Ole, il
caposquadra di un gruppo di lavoratori del turno notturno, infila
la testa nella tenda di Seppala e
gli dice: “bene, ora te ne puoi
andare, si è ghiacciato tutto questa notte, oggi sarà l’ultima volta
che pulirete le vasche”.
Seppala trova quindi un lavoro
temporaneo nella cucina di un
piccolo campo li vicino; lavora
con due giovani americani di origine norvegese appena usciti
dalla scuola e non abituati al duro lavoro, ma non essendoci una
grande richiesta se la cavano
abbastanza bene.
A dicembre, Lindeberg, porta la
notizia della scoperta dell’oro a
Kougarok e decide di mandare
quattro uomini e due team di cani ad esplorare l’area.
Sceglie tre svedesi e chiede a
Seppala di unirsi a loro, facendogli credere che sarebbe stata
la volta buona, avrebbe ottenuto
una concessione mineraria e sarebbe finalmente diventato ricco.
Il viaggio con i suoi simpatici
compagni è ricco di esperienze,
ma terribile nel constatare cosa
la civiltà bianca è riuscita a fare
agli eschimesi.
La ricerca dell’oro è un fallimento
e Seppala non diventerà mai ricco ma, come ebbe anche modo
di dire successivamente nel
1948, è contento lo stesso.
Ne ha viste abbastanza per capire cosa quel metallo avrebbe potuto fare alle persone come lui.
Durante queste spedizioni con i
cani da slitta, Seppala sviluppa
un rapporto molto stretto con i
cani. Ormai è preso dal “tarlo
dello sleddog” e presto entra in
possesso dei suoi primi cani.
Nel 1908, viene fondato il “Nome
Kennel Club” e lo sleddog diventa presto lo sport più famoso in
Alaska. Anche lo sci era stato
molto popolare in precedenza e
Seppala se l’era cavata bene
nelle gare, ora però lo sleddog lo
interessa ancora di più.
In quello stesso anno viene invitato a partecipare alla sua prima
gara con i cani e inaspettatamente la vince.
Attribuisce la maggior parte del
merito ad una poiana che ha vo-
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lato lungo il tracciato dettando
l’andatura ai cani: ”ho sempre
detto che quella poiana fu la
ragione per cui cominciai a gareggiare con la slitta; Il fatto di
vincere quella gara, ha dato il
via alla mia carriera come musher.”
Durante i successivi 15 anni,
vince tantissime gare, compresa
la famosa “All Alaska Sweepstakes” per tre anni consecutivi
(1915 – 1917).
Lui e i suoi cani diventano famosi
in tutto il Nord America e tutti siberiani moderni, discendono dai
cani di Seppala.
Diventa famoso anche per il suo
modo di trattare i cani. Non usa
mai la frusta e finisce sempre le
gare con tutti i suoi cani imbragati e in ottimo stato.
Leonhard Seppala si sposa nel
1908. Sua moglie Constance, di
origine belga, si era trasferita a
Nome qualche anno prima, nel
1905. Anche lei si interessa allo
sleddog e partecipa personalmente a molte gare.
Nel gennaio del 1925, un’ epidemia di difterite colpisce i bambini ed i nativi americani di Nome. Isolata a causa del ghiaccio
e della neve e tuttora senza
strade verso l’esterno, Nome rischiava la decimazione o anche
peggio. Il medico del locale servizio sanitario, non dispone che
di poche unità di vaccino, ma
riesce a chiedere aiuto via telegrafo ad Anchorage.
Il siero è disponibile, ma può essere trasportato con il treno solo
fino a Nanana (674 miglia da
Nome). Non è assolutamente
possibile utilizzare gli unici due
aerei in Alaska, oltretutto smantellati per l’inverno, ed il mare
ghiacciato impedisce la spedizione via nave. I team di cani da
slitta sono l’unica speranza.
Venti tra i migliori mushers si
danno il cambio lungo il tracciato
per portare il siero a destinazione; corrono attraverso bufere di
neve e con temperature rigidissime. Inizialmente era stato incaricato il solo Seppala ma poi la
News Primavera 2004
situazione a Nome era precipitata per cui si era deciso per una
“staffetta” ma non si era riusciti
ad avvertire Leonhard che aveva
già lasciato la cittadina.
Prima di raggiungere Nulato,
Seppala incontra all’improvviso
Myles Gonangnan a Shaktoolik,
recupera il siero e senza fermarsi a riposare ritorna subito indietro a Nome.
Il tempo peggiora improvvisamente, Seppala e Togo devono
ancora fare 150 miglia prima di
arrivare a destinazione.
Una tremenda bufera di neve incomincia a soffiare attraverso il
fiordo, riducendo la visibilità a
zero e la temperatura precipita
ulteriormente.
In queste condizioni, il ghiaccio
si può rompere in qualunque
momento ed il prezioso carico
andare alla deriva nel mare.
Seppala, ben sapendo che non
c’è una via più breve per il ritorno, e che il tempo è fondamentale per la salvezza dei bambini di
Nome, decide ugualmente di ritornare attraversando il fiordo
ghiacciato. Il frastuono del vento
rende impossibile a Seppala di
udire alcun rumore nel caso in
cui il ghiaccio si rompa, dove
quindi confidare solo nel fine olfatto e senso d’orientamento di
Togo per condurre il team attraverso i pericoli del ghiaccio.
Quando raggiunge il lato ovest
del fiordo, Seppala si accampa
con i cani per la notte. Al mattino, il loro percorso si dipana lungo un mare di lastre di ghiaccio.
Seppala dove riporre tutta la sua
fiducia in Togo per uscirne.
Quando consegna il prezioso
siero a Charlie Olson a Golovin
alle tre del pomeriggio del 31
gennaio, dopo averlo trasportato
per 91 miglia, Seppala ha viaggiato con il suo team, per un totale di 260 miglia.
Potete trovare maggiori dettagli
su questa epica impresa, la famosa “corsa del siero”, sul
n.2/2002 del nostro giornalino
trimestrale.
In seguito, Leonhard gareggia
negli altri Stati del paese ed introduce lo sleddog nel New
Hampshire, nel Vermont e nelle
aree circostanti, e contribuisce in
modo fondamentale ai programmi di allevamento di Siberian
Huskies nel continente.
Muore nel 1967
Ancora oggi, il “Leonhard Seppala Humanitarian Award”, è il
premio più ambito che i veterinari
dell’Iditarod concedono ai mushers per la qualità dei cani, per
la cura ed il trattamento degli
stessi.
Una vera “rarità”: ecco l’albero genealogico (pedigree) di Leonhard Seppala
LARS ANDERSSON LASU TERVAHAUTA
ISAK LARS LARSSON SEPPALA
30.08.1821
GRETA STINA JACOBSDOTTER BJORNSTROM
ISAK ISAKSSON SEPPALA
8.09.1845
PER HANSONN VANHATALO
MARIA PERSDOTTER VANHATALO 5.04.1818
MARGRETE LARSDOTTER MIKKO
LEONHARD ISAKSEN SEPPALA 14.09.1877
MONS NIELSEN
HENRIK MONSEN 1810
EVA HENRIKSDATTER
ANNE HENRKKA HENRIKSDATTER
1.03.1945
REIEN OLSEN
ANNE MARTHE REJERSDATTER 1818
MARTINE MORTENSDATTER
Leonhard Seppala
e alcuni suoi siberiani e leaders
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