L`oro di Rialto, loro di Venezia

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L`oro di Rialto, loro di Venezia
N. 01 - 24 aprile 2012
N. 09 - 7 maggio 2012
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che
manca,
ma
l’assunzione
di
responsabilità da parte di
chi ci amministra di
tradurre questi slanci in
di Massimo Zanon
azioni concrete attraverso
misure
incentivanti
e
L’eccellenza di Venezia per secoli garantiste a supporto del
ha risieduto nell’unicità dei suoi rischio imprenditoriale.
prodotti e nella preziosità dei Per forza globalizzazione a
suoi manufatti. Ma, mi permetto Venezia fa rima con
di aggiungere, anche nella sua mercificazione:
perché
il
centralità commerciale, che non commercio in una città – e
era conseguenza del prodotto soprattutto in questa città – non
venduto
ma
premessa è mai un dettaglio, ma il
indispensabile per la qualità della fondamentale attorno al quale
stessa merce commercializzata. nascono e si sviluppano i circuiti
In altri termini, l’unicità del umani, culturali ed anche turistici.
commercio veneziano dipendeva Per questo all’appiattimento
– ed è dipesa fino a pochissimi merceologico corrisponde nei
decenni fa – anche e soprattutto fatti lo svilimento dell’immagine
dalle
politiche
logistiche, di una città che, per sua natura
amministrative,
sociali, necessariamente unica, non può
economiche messe in atto per arrendersi
all’invasione
del
difendere i prodotti locali di globale
senza
perdere
pregio ed il modo di venderli.
completamente
la
propria
Oggi a Venezia è assente una essenza, i propri profumi, la
difesa della garanzia del mix propria atmosfera, il proprio
merceologico,
manca commercio.
completamente un piano di
sviluppo organico e concertato di Non da ultimo, non si può
come si vorrebbe che la Città si pensare che su questa decadenza
proponesse
in
ambito non abbiano inciso anche le
commerciale, non si ravvisa alcun scelte dissennate che negli ultimi
incentivo per chi osa distinguersi anni hanno condotto ad ubicare
dall’omologazione merceologica (o, meglio, relegare) le attività
totalizzante. Non è il coraggio commerciali
non
solo
in
degli imprenditori e delle terraferma, ma ben al di fuori dei
associazioni che li rappresentano centri storici: è un errore che
L’oro di Rialto,
loro di Venezia
stiamo iniziando a scontare e che
sempre più inciderà sulla vita
economica di intere famiglie
(quelle dei commercianti che
chiudono bottega naturalmente,
ma anche quelle di tutti coloro
che non avranno più un centro
illuminato da bar e vetrine dove
intrattenersi e coltivare rapporti
umani).
Recuperare
quel
concetto di crescita armonica e
contemporanea di commercio e
città significa anche (ri)portare la
Grande
Distribuzione
Organizzata all’interno dei centri
cittadini, limitando fortemente la
possibilità che il commercio sia
ubicato in aree da cui sono state
dismesse le attività produttive o
soggette a possibili riconversioni
degli edifici.
Una città armonica, fatta di
dimore e di costumi, di cittadini e
di turisti che le danno vita, di
traffici economici e sociali che
naturalmente le competono, sarà
difficile comperarla in un centro
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commerciale ubicato in un’area
dismessa di periferia.
La qualità delle merci, così come
il coraggio imprenditoriale, da
soli non bastano. Se per una volta
provassimo a non nasconderci
dietro la crisi economica – che
pure esiste e rappresenta una
realtà con la quale tutti
dobbiamo
imparare
a
confrontarci – capiremmo che
tanto si poteva fare, ma anche
che molto è stato lasciato
intentato.
Allora, non avremmo dovuto
parlare di recupero ma di
intervento.
Mi rivolgo al Sindaco di Venezia,
affinché coltivi la strada del
dialogo attraverso la costituzione
di un tavolo di lavoro con
Confcommercio Unione Venezia,
volto
a
prendere
il
considerazione alla luce della
normativa vigente il problema del
caro affitti, della differenziazione
del mix merceologico, della
tutela dei prodotti di pregio,
dell’abusivismo
e
della
contraffazione.
Tutto questo per una nuova
stagione che promuova e tuteli
un’originalità
tutta
veneziana,veneta e italiana, a
discapito della merce importata
di scarso o nullo valore e della
burocrazia che ci comprime fino a
togliere ossigeno al nostro spirito
imprenditoriale.
Francia:
oltre il muro,
del rigore?
E Berlino
riflette…
Le elezioni presidenziali
in Francia sottolineano la
voglia di andare oltre il rigore
Non è un esercizio consolante
quello di vedere cosa accade ai
nostri vicini di casa, ma senza
dubbio l’elezione di François
Hollande in Francia - che non
dimentichiamo, oltre ad essere
vicina è tra i nostri partner
commerciali naturali da sempre e
i francesi sono ambiti ospiti delle
nostre località turistiche segnala che un paese che si
richiama esclusivamente al rigore
e alla forza alla lunga
può
tarpare le ali ai suoi cittadini e alla
sua economia: Hollande per i
francesi sembra rappresentare
anzitutto la possibilità di andare
un po’ oltre il semplice rigore, le
tasse e i tagli alla spesa per
l’welfare come soluzione finale a
tutti costi. Strada senz’altro in
salita, scivolosa e con pochi
appigli per il neo presidente
francese – che , per inciso, ha
poteri ben più robusti ed efficaci
di quelli del nostrani Presidente
del
Consiglio, Governo e
Presidente della Repubblica
messi insieme, anche nei
confronti del Parlamento - ma un
mandato chiaro dai propri
elettori: al rigore si associno da
subito misure per i rilancio
dell’economia, dell’export, del
lavoro, soprattutto per i giovani.
A questo si aggiunga che anche
l’elettorato di centro destra e
parte di quello un po’ più a
destra, hanno alla fine accettato
il compromesso di Hollande di
uno Stato che non penalizzi in
tempi di crisi il minimum standard
sociale e un minimo di risorse per
rilanciare l’economia.
Ce n’è di che meditare, in questi
giorni anche in Italia. Di sicuro
una riflessione la sta già
compiendo la Cancelliera Angela
Merkel: la Germania da qualche
mese sta facendo un suo esame
di coscienza. Già! Anche il ferro
tedesco come tutto il ferro
europeo… deve fare i conti con
la ruggine delle relazioni con il
suo elettorato…! E da qualche
tempo nemmeno più i teutonici
sembrano essere in grado di
riscaldare da soli e rapidamente
la caldaia raffreddata della loro
pesante locomotiva.
Bonne chance et bon travail, M. Le
Président!
Massimo Zanon
Presidente
Confcommercio Unione Venezia
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