Saldature invisibili (seconda parte)
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Saldature invisibili (seconda parte)
Saldature invisibili (seconda parte) Antonio Barbagallo Tecnica modellistica Da: [email protected] per conto di antonio barbagallo A: [email protected] Oggetto: [Magellano] Saldature quasi invisibili 2 parte Inviato: sab 21/06/2008 0.21 Cari Amici vediamo di completare il discorso che avevo iniziato. Mi sono state fatte notare due cose: la prima che avevo sconsigliato l'uso di saldatori che utilizzano bombolette del tipo Camping-gaz e la seconda che avevo tralasciato la questione pulizia dei pezzi da saldare. Circa il primo punto ho sconsigliato l,uso di questi saldatori per il semplice motivo che riferendomi a saldature molto piccole tali saldatori anche se con ugelli intercambiabili risultano sempre grossi. A volte i pezzi possono essere così piccoli che gli unici saldatori possibili sono i cannelli ferruminatori. Vi è poi una questione di ergonomicità. Comunque anch'io per i lavori che lo richiedono uso dei cannelli di una certa "mole". Pag.1‐6 Saldature invisibili (seconda parte) Antonio Barbagallo Tecnica modellistica Circa il secondo punto, ovvero la pulizia, temo di essere partito troppo velocemente. La pulizia dei pezzi è alquanto importante ma non deve nel nostro caso essere qualcosa di maniacale. Nel nostro caso, in particolare con le saldature stagno, può bastare passare uno straccetto imbevuto di alcol, trielina , diluente nitro o uno sgrassante in genere. Dopo asciugati i pezzi una passata di carta abrasiva finissima. Questo è quello che faccio io abitualmente. Nel nostro caso l'utilizzo di acidi lo sconsiglio. Si lavora in casa , a volte in spazi ristretti o addirittura in spazi comuni. Anche l'acido muriatico, che è acido cloridrico diluito, produce vapori tossici e fortemente corrosivi. Se ci si dimentica di coprire il contenitore dopo qualche giorno tutto ciò che è metallico ed è nelle vicinanze si ricopre di uno strato bruno di ossido. Immaginate i polmoni. Continuando a parlare di pulizia resta da dire che nel caso dei saldatori elettrici va tenuta pulita pure la punta del saldatore, a questo scopo può anche bastare uno straccio umido dove strofinare il saldatore per evitare un accumulo di stagno. L'uso di una pietra ammoniacale può invece essere necessario con i saldatori a mazzetta, quelli da 200-300 watt. Quanto detto fin'ora circa la pulizia dei pezzi vale anche nel caso della saldatura forte. Bisogna però stare attenti ad una cosa. Nel caso di utilizzo di filo di rame di provenienza incerta, e per incerta intendo da motori lettrici, trasformatori ecc , conviene raschiare la parte da saldare. Questo per eliminare la vernice che ricopre il filo. Proprio questa vernice, a volte quasi invisibile, insieme al poco calore fornito ai pezzi è la causa del formarsi della goccia di stagno che non aderisce. Comunque può intervenire pure lo sporco. Parliamo della " imbiancatura" un sistema quanto mai utile per i nostri scopi. Pag.2‐6 Saldature invisibili (seconda parte) Antonio Barbagallo Tecnica modellistica Alcuni per imbiancatura intendono tutt'altra cosa in particolare l'immersione di un metallo in un acido forte per ottenere un decapaggio che non è altro che uno sgrassaggio molto energico. Per imbiancatura nel nostro caso si intende lo stendere uno strato sottilissimo di stagno, separatamente , sui pezzi da saldare e poi successivamente poggiarli l'uno sull'atro e avvicinando una fonte di calore per unire i due pezzi. Facciamo un esempio pratico:supponiamo di dover saldare una piastrina di 5x5mm spessa 0,1mm su una piastra per simulare una chiusura. Su una faccia della piastrina stendiamo uno strato di stagno aiutandoci magari con uno straccio umido. Otterremo una piastrina che ha una faccia rivestita di stagno dello spessore di qualche centesimo. Lo stesso facciamo sulla piastra nel punto in cui va saldata la piastrina. Terminata questa seconda operazione non resta che posizionare la piastrina al suo posto, anche se ormai è fredda, e poggiare il saldatore sulla piastrina. Dopo qualche secondo i due strati di stagno, della piastra e della piastrina si saranno uniti dando origine ad una saldatura invisibile. Pag.3‐6 Saldature invisibili (seconda parte) Antonio Barbagallo Tecnica modellistica Ma la sua utilità si dimostra veramente essenziale nel caso di saldature di fili che si intersecano per esempio antenne radar o delle nasse. Le nasse, per chi non dovesse saperlo, sono dei coni di vimini chiusi da un lato mentre dall'altro hanno una chiusura che permette ai pesci di poter entrare ma di non poter uscire. Sono fatte con vimini relativamente sottile e con una maglia piuttosto fitta. Riprodurle modellisticamente è una prova non indifferente. In tanti anni ne ho viste una volta solamente ed eseguite da un modellista palermitano, Corrado Sanfilippo. Corrado era un modellista noto sia in campo nazionale che internazionale: nel campo delle imbarcazioni tipiche è stato uno dei più grandi. Il procedimento per imbiancare un filo, ovviamente d'ottone o di rame NON SMALTATO, è relativamente semplice: basta fissare un capo ad una morsa o ad un punto fisso e tenerlo più o meno teso. Si va stendendo uno strato di stagno anche se in maniera irregolare. Terminato un tratto si ricomincia dal punto di inizio ma stavolta usando solo il saldatore e facendo scorrere uno straccio appena umido, o anche asciutto, subito dopo il saldatore. Lo scopo dello straccio è quello di stendere uniformemente lo stagno. Se la procedura Vi sembra difficile niente paura. Nei negozi forniti di elettronica potete trovare il filo di rame sbiancato già bello e pronto in vari diametri. Tempo fa l'ho trovato presso la RS. C'è da dire che nel caso di saldature di fili con fili la resistenza meccanica è minima e quindi gli oggetti vanno trattati con delicatezza.Circa le saldature in cascata non c'è molto da dire. Pag.4‐6 Saldature invisibili (seconda parte) Antonio Barbagallo Tecnica modellistica Non è un tipo di saldatura ma invece si parla di piccoli accorgimenti che si utilizzano quando si devono eseguire saldature molto vicine tra di loro per cui si corre il rischio eseguendo una saldatura di far dissaldare quelle vicine. Per questo motivo bisogna fare in modo di fermare o almeno ridurre la normale propagazione del calore . Nel suo esauriente articolo (pag 4), Andrea Vassallo ha già spiegato come fare. Può essere utile aggiungerne qualche altro. Si possono usare delle pinzette in alluminio, a volte può anche essere utile un pezzo oppure una fettina di patata che con il suo contenuto d'acqua e la sua consistenza oltre a fermare la trasmissione del calore ci aiuta a tenere i pezzi, si usa la carta igienica bagnata. Se poi uno vuol essere più tecnologico può usare una pasta che si usa in oreficeria chiamata cool-paste che serve più a fermare il flusso di calore senza sostenere però i pezzi. Ed infine vi è il Castofix che avevo citato all'inizio. Questa pasta ha la consisteza dello stucco da vetri. La sua particolarità consiste nel fatto che i pezzi che vanno saldati in sequenza vanno fissati sulla pasta.Questa appena lambita dal calore si secca svolgendo la duplice funzione di arrestare in parte la trasmissione del calore e di bloccare in posizione i pezzi. A saldature terminate, e stagno solidificato, basta inumidirla per farla tonare allo stato iniziale, morbido, per poter sfilare i pezzi saldati. La pasta torna ad essere riutilizzabile. Per chiudere l'articolo si dovrebbe parlare della brasatura ad argento, della saldatura dell'alluminio e della saldatura a resistenza. Delle prime due ne parlerò velocemente in una terza parte. Della saldatura a resistenza sarà necessario un articolo a parte perché è un tipo di saldatura di grandissima utilità per chi fa un notevole uso del metallo, e non solo per loro. Ma per spiegare la procedura è necessario ricorrere a foto. Credo di avere terminato. Pag.5‐6 Saldature invisibili (seconda parte) Antonio Barbagallo Tecnica modellistica Il pezzo è una mitragliatrice Bofors del tipo usato sulle siluranti inglesi Vosper. Il modello è in costruzione Se aggiungo le foto è solo per far vedere come con un poco di pratica si può fare: nel modello sono stati usati i vari metodi descritti. Probabilmente ho saltato qualche passaggio e alcune volte magari non sarò stato sufficientemente chiaro. Per eventuali mancanze o inesattezze Vi sarò grato se me le farete notare. Come sempre con affetto. _______________________________________________________________________________________ Pag.6‐6 Antonio Barbagallo