Le interviste - Piemonte Immigrazione

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Le interviste - Piemonte Immigrazione
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Innanzitutto voglio ringraziare
di cuore tutta la comunità
alessandrina che mi è sempre
stata vicina. Non voglio fare
distinzione di nazionalità perché tutti si sono prodigati a
collaborare in maniera significativa.
Sono arrivato ad Alessandria
nel dicembre del 2000, il mio
primo impegno è stato proprio
Prof. Dott. Vincenzo Pellegrini
quello di dare impulso all’apGià Prefetto di Alessandria
pena costituito il Consiglio
Territoriale per l’Immigrazione
della Provincia di Alessandria
con la funzione specifica di
essere operativi sul territorio. Operatività intesa non solo come
intervento istituzionale, ma anche come scambio operativo tra
tutte le nazionalità presenti sul territorio, gli Enti, le associazioni e le organizzazioni culturali, con l’obbiettivo di rendere più
agevoli le procedure burocratiche.
Si è capito che avevamo il dovere di insegnare al nuovo arrivato
come muoversi in Italia, perché potesse iniziare il percorso d’inserimento per una futura integrazione. Decidemmo di offrire al
cittadino che viene da lontano, preferisco chiamarlo così e non
straniero, un documento molto importante da studiare ed esaminare, la nostra Costituzione. Grazie alla collaborazione del professore Giachero e della sua associazione di volontariato di
Tortona sono stati tradotti nelle varie lingue gli articoli della Co-
stituzione. Questa iniziativa del Consiglio è stata un avvenimento
seguita da un ampio dibattito e da una consultazione. Così continuammo con altre iniziative.
Ricordo la prima festa multietnica che è stata uno scambio tra
gli operatori alessandrini e coloro che arrivano da posti lontani
e diversi. Questi presentarono uno spettacolo di danza e una rappresentazione teatrale con poche risorse, ma con moltissima
buona volontà. Sono contento di sapere che ogni anno si organizzano e si perfezionano questi incontri di cultura. Bisogna
avere molta anima e cuore per riuscire ad esprimere quello che
c’è dentro di noi.
Nel Consiglio Territoriale è importante occuparsi della burocrazia, ma questa diventa arida se non è accompagnata da entusiasmo, passione e intraprendenza per realizzare degli obiettivi
comuni. Nei vari anni ho trovato molta cooperazione da Provincia, Questura, Carabinieri, Guardia di Finanza, Ufficio delle entrate, Direzione provinciale del lavoro, che è stata un braccio
operativo molto importante, l’Azienda Ospedaliera di Alessandria, con la quale abbiamo organizzato i corsi per le mamme magrebhine e i sindaci dei vari comuni.
Il Presidente della Repubblica e il Ministro dell’Interno si sono
complimentati con la Provincia di Alessandria per le iniziative
fatte a favore dell’inserimento degli immigrati scegliendola come
migliore provincia del centro-nord.
Il mio maggiore orgoglio rimane, comunque, il fatto di avere lavorato con l’ottimo gruppo di lavoro del Consiglio Territoriale.
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Il mio primo incontro con il
Consiglio Territoriale per l’Immigrazione risale al gennaio
2007: ero in procinto di assumere l’incarico di dirigente
dello Sportello Unico e dell’Area Immigrazione della Prefettura, e conoscevo questo
organismo solo dall’esterno,
grazie alle varie iniziative che
aveva sviluppato nel tempo.
Partecipare ai lavori del ConDott.ssa Enrica Montagna
siglio Territoriale mi ha fatto
Vice Prefetto Aggiunto
scoprire che qui davvero si va
Dirigente Area IV Immigrazione
ben oltre le singole attività svidella Prefettura
luppate: l’impegno più corposo e rilevante del Consiglio
è infatti la conoscenza della realtà locale, il radicamento dello
sforzo di dialogo e integrazione in tutti gli ambiti della vita sociale, grazie alla forte partecipazione delle istituzioni, delle associazioni, dei patronati.
Credo che il grande patrimonio del Consiglio Territoriale di Alessandria consista proprio nella condivisione di questo importante
percorso non solo lavorativo, ma anche umano, con tutti gli “attori” istituzionali e sociali, creando un clima di fiducia e collaborazione: si lavora “in rete” per affrontare i problemi riscontrati
sul territorio, per proporre soluzioni, per suggerire un’idea del
vivere possibile. La concertazione sociale tesa ad una approfondita analisi dei bisogni, la concreta programmazione di politiche
di integrazione degli immigrati sono ormai una consolidata tradizione per il nostro Consiglio Territoriale.
Nel Consiglio Territoriale si cresce, la ricchezza delle diverse
esperienze diventa patrimonio comune.
Per me, per il mio Ufficio è stato così. Se come Area Immigrazione e come Sportello Unico Immigrazione mettiamo tradizionalmente (e doverosamente) a disposizione dati ed elementi
conoscitivi, necessari per individuare o esaminare problematiche in seno al Consiglio Territoriale, la partecipazione del nostro
Ufficio è via via cresciuta, e quest’anno abbiamo presso di noi
uno degli appuntamenti delle Giornate Multietniche: l’apertura
di uno “Spazio bimbi” presso lo Sportello, dove i piccoli che accompagnano i genitori per le varie pratiche di nostra competenza
potranno incontrarsi e trascorrere piacevolmente l’attesa.
Un ricordo particolarmente significativo, che mi tocca da vicino?
Direi gli incontri che abbiamo organizzato nei Comuni centri zona
con gli aspiranti cittadini italiani: ricordo bene, ad esempio, il
serratissimo confronto che ho avuto, con le persone che – davvero numerose – hanno partecipato, su alcuni temi fondamentali
della Costituzione. Materia vivissima, su cui molto hanno da dire
persone che hanno vissuto esperienze spesso molto lontane dai
nostri usuali contesti culturali.
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Il Consiglio Territoriale è
un’ottima risorsa per risolvere,
tramite i soggetti istituzionali
e non, tutti quei problemi che
sono intrinseci al fenomeno
migratorio. In questi anni, in
particolare, ho notato un aumento nel numero di iniziative
promosse dal Consiglio al fine
di contribuire all’integrazione
degli stranieri nella nostra provincia.
Ispettore Capo Anna Buccini
Grazie alla collaborazione tra
Coordinatore Ufficio Immigrazione
le varie istituzioni si riescono
Questura di Alessandria
a conoscere i bisogni del territorio e le varie difficoltà che
incontrano gli stranieri. Apprezzo l’efficacia degli interventi promossi dal Consiglio. La nostra esperienza come Questura è molto positiva, perché ci dà
modo di confrontarci con altri organismi, non solo istituzionali,
sulle problematiche inerenti l’immigrazione.
Siamo molto contenti di appartenere a questo Consiglio Territoriale, al quale continuo a presenziare (quando ovviamente non è
presente il mio dirigente che è il titolare in carica) con piacere.
In questo Consiglio si lavora molto bene perché siamo tutti molto
seri, preparati ed in grado di lavorare in sinergia tra di noi. Mi auspico che anche in altri territori d’Italia si lavori così. Sono veramente molto felice di partecipare al Consiglio Territoriale per
l’Immigrazione di Alessandria.
Sono all’ Ufficio Immigrazione
della Questura di Alessandria
da circa un anno e per questo
penso che la mia testimonianza riguardo all’esperienza
del Consiglio Territoriale sia
minima rispetto a quella di coloro che da anni vi ci partecipano.
Quello
che
ho
apprezzato nelle poche volte
che ho assistito alle riunioni è
stata l’elevata collaborazione
Dott. Raffaele Franco
e la grande volontà di risolvere
Dirigente Ufficio Immigrazione
le problematiche nel rispetto
Questura di Alessandria
di tutti i soggetti coinvolti.
Reputo il Consiglio Territoriale
un organismo molto utile perché riunisce le varie istituzioni al fine di andare incontro alle esigenze di chi, provenendo da molto lontano, ha lasciato dietro di
sé usanze e costumi e si trova a doversi adeguare ad una nuova
realtà. In particolare è importante che si promuova il rispetto
delle regole normative vigenti per realizzare una convivenza armonica. Anche gli italiani d’altronde hanno gli stessi diritti e doveri, la legge è uguale per tutti.
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Ho sempre creduto molto, sin
dal momento della sua istituzione, all’importanza del Consiglio
Territoriale
per
l’Immigrazione fortemente voluto dal Prefetto di Alessandria.
L’Italia, come gli altri Paesi
europei, è destinata a diventare una società multietnica,
e anche il territorio della nostra Provincia è ovviamente inDott.ssa Maria Grazia Morando
vestito dai problemi, sociali,
Assessore alle Politiche Sociali
politici e vorrei dire anche
e l’Immigrazione
umani, che il confronto e la
Provincia di Alessandria
convivenza tra culture, tradizioni, modi di vita e comportamenti a volte anche molto diversi tra di loro rende necessari.
Di fronte al profilarsi all’orizzonte di una società in cui etnie diverse si trovano a vivere fianco a fianco le reazioni, lo sappiamo,
sono sostanzialmente due: rifiuto di fronte a una società con caratteristiche nuove , oppure capacità di confrontarsi con la multuetnicità e il muticulturalismo e con i nuovi problemi che la
convivenza tra persone diverse sempre comporta.
La mia scelta, la scelta dell’Amministrazione Provinciale di Alessandria, va naturalmente verso questa seconda soluzione, e il
Consiglio per l’Immigrazione ci è parso uno strumento essenziale per la conoscenza e l’approfondimento dei problemi e per
poter definire politiche adeguate che sappiano offrire risposte
efficaci e concrete sia ai cittadini italiani sia ai nuovi cittadini
che giungono tra noi.
Nel Consiglio si trovano a lavorare fianco a fianco Istituzioni ed
Enti Pubblici, organizzazioni economiche e sindacali, Associazioni del volontariato: è dunque la sede più idonea sia per affrontare tempestivamente i diversi problemi che si presentano,
sia per concertare politiche e iniziative capaci di offrire ai cittadini progetti e prospettive di integrazione ispirate al rispetto reciproco, alla solidarietà e alla democratica convivenza.
Mi pare sia degno di nota, infine, che proprio al Consiglio faccia
capo anche la Festa multietnica che giunge quest’anno alla sua
Decima edizione: proprio la festa è la testimonianza “concreta”
di un modo di lavorare che non è affatto burocratico, ma incentrato piuttosto sulla collaborazione tra Enti, Istituzioni, Associazioni del volontariato cittadini extracomunitari.
Questo è, a mio parere, l’unico modo possibile per conoscersi,
discutere, affrontare i temi legati all’immigrazione. Un modo di
lavorare che come Provincia di Alessandria intendiamo continuare a praticare e a rafforzare anche nel prossimo futuro.
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Sono stato nominato Assessore alla Salute, Rapporti ASL
e Immigrazione del Comune di
Alessandria nel giugno 2007.
Il Sindaco della Città, Piercarlo Fabbio, mi ha delegato a
rappresentarlo nel Consiglio
Territoriale per l’Immigrazione. Ma già nel 2000 ho
avuto l’onore e l’incarico di
rappresentare il mio Comune
in seno al Consiglio, che si
Dott. Gabrio Secco
stava costituendo proprio in
Assessore alla Salute,
quegli anni. Ho dunque un’atRapporti ASL e Immigrazione
tenzione istituzionale di lunga
Comune di Alessandria
durata verso i temi dell’immigrazione locale. Inoltre, come
medico di base, ne conosco direttamente il lato umano. Una
parte dei miei pazienti arriva infatti da Paesi più o meno lontani, molti si sono fermati nella nostra città e i loro figli sono
“alessandrini”: rappresentano il volto buono e generoso dell’immigrazione, quello in cui credo.
Mi è stato chiesto di citare una delle esperienze più significative
vissute in seno al Consiglio Territoriale. Tra le tante ricordo la
Festa Multietnica del 2008. In quell’occasione il filo conduttore
era l’ulivo, millenario veicolo di pace e di condivisione tra i popoli del Mediterraneo. Alla festa aveva partecipato veramente
molto pubblico. In quell’occasione ciascuno di noi, italiano o
straniero, pur con attitudini e individualità differenti, si era riconosciuto e si era sentito coinvolto e rappresentato. Con questo voglio dire che l’evidenza di un comune retroterra storico,
così come la vicinanza geografica, ci impongono oggi di essere
consapevoli di un passato condiviso e, quindi, di un presente da
costruire con reciprocità, con massima attenzione e competenza.
Ma voglio ancora rimarcare l’importanza del ruolo giocato dalla
cooperazione in relazione all’immigrazione. Su questo punto riporto un’esperienza diretta che come amministrazione comunale
abbiamo svolto per alcuni anni nel quadro di un progetto europeo con le Regioni di Mahdia e Kasserine, in Tunisia. Abbiamo
formato del personale locale, successivamente impiegato in servizi di ludoteca e ludobus nelle due Regioni indicate, esportando
competenze ed esperienze. Ritengo che queste azioni contribuiscano a stabilizzare e ridurre i flussi migratori, a promuovere
lo sviluppo nei Paesi d’origine dei migranti, a far circolare risorse economiche messe a disposizione da organismi internazionali, valorizzando le competenze delle nostre amministrazioni
locali. Anche così, nella nostra realtà territoriale, costruiamo
ponti che uniscono e non dividono.
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Ho visto il Consiglio Territoriale
per l’Immigrazione, che si
tiene presso la Prefettura di
Alessandria, non solo nascere,
ma anche crescere perché vi
ho preso parte dal momento
della sua fondazione ad oggi.
La partecipazione ad esso è
stata per me un’esperienza bellissima perché si è rilevato un
importante punto d’incontro tra
le varie associazioni e gli Enti
Dott.ssa Annamaria Marchetti
pubblici della Provincia (come
Responsabile Unità Politiche del Lavoro la Direzione Provinciale del ladella Direzione Provinciale del Lavoro
voro che rappresento) che ha
permesso la realizzazione di
grandi progetti.
Lo scambio d’informazioni è da sempre una sua caratteristica fondamentale. La stessa Rita Camera, che credo consideri il Consiglio come un suo “bambino”, ha cercato di rinforzare nel modo
migliore possibile le unioni e le relazioni tra le pubbliche amministrazioni , le singole organizzazioni sindacali, le ONLUS e gli
operatori del territorio.
Nel tempo si sono avvicendati diversi Prefetti, ognuno con la sua
particolarità, ma tutti con lo stesso proposito di utilizzare questo
importante momento d’incontro per semplificare l’integrazione
delle nuove popolazioni di immigrati presenti in Alessandria.
Da parte della Direzione Provinciale del Lavoro c’è stato l’impegno
di velocizzare la tempistica delle procedure per venire incontro
alle esigenze dell’utenza.
La cosa positiva è sempre stata la capacità d’interrelazione e di
comprensione reciproca. Tralasciando, infatti, le diversità interne
al Consiglio, si è cercato di focalizzare l’attenzione sulla soluzione
dei problemi tenendo in considerazione tutta la particolarità della
multiculturalità.
Alessandria che è stata tradizionalmente una città chiusa si è dovuta aprire al nuovo, al diverso e alle problematicità che questo
comporta. Per questo all’interno del Consiglio si è lavorato e si
continua a lavorare tantissimo per ottenere l’integrazione esprimendo la multiculturalità come risorsa sociale.
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Dott. Michele Bramardi
già rappresentante di
Confindustria Alessandria in CTI
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Dott.ssa Barbara Aragone
Confindustria Alessandria
Il fenomeno dell’immigrazione è senz’altro da rapportare a quello
della globalizzazione e ne è una delle espressioni più significative.
L’Industria assorbe più del 40% dei lavoratori stranieri.
Confindustria Alessandria collabora da sempre con gli enti e le
Autorità presenti sul territorio per il monitoraggio dei flussi migratori:
Come ricorda il Dott. Bramardi già 10/15 anni fa nelle sue prime
iniziative il Consiglio Territorile per l’immigrazione aveva redatto
il “libretto di accoglienza” in più lingue come prima forma di
comunicazione rivolata a coloro che entravano per la prima volta
in Italia.
Da un inizio sperimentale, il rapporto fra le autorità locali e le associazioni operanti sul territorio è diventato sempre più organico
e approfondito.
E’ da sottolineare come in questi anni si sia verificato un importante cambiamento di approccio da parte del datore di lavoro
nei confronti del personale dipendente immigrato, il quale non
è più visto come un problema, ma è considerato come un’opportunità.
E’ innegabile che la manodopera immigrata sia in prevalenza ricercata per insufficienza numerica di quella locale e anche talvolta a causa del rifiuto di occupare posti di lavoro considerati
poco qualificanti.
Tuttavia ormai molte realtà aziendali anche della nostra provincia hanno allargato i propri orizzonti di business costituendo società all’estero o sono multinazionali, partecipate da società
straniere. Per tali realtà è estremamente importante l’interscambio di personale soprattutto di tecnici, ma anche a livello
impiegatizio e manageriale.
Per esempio in questi ultimi anni la nostra Associazione ha registrato un sensibile aumento di personale italiano che viene in156 R LE INTERVISTE
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viato all’estero per trasferte e distacchi, così come di personale
da Paesi extra UE che vengono inseriti nelle realtà aziendali per
periodi di stage formativi.
La tendenza a flessibilizzare l’ingresso e l’uscita dal mercato del
lavoro che, in alcuni casi, si tradurrebbero in un’accelerazione
delle assunzioni e cessazioni, si scontra con le previsioni normative in materia di immigrazione che si basano sul principio
di un’occupazione stabile e duratura.
Il problema dell’inserimento in azienda di personale straniero
comporta un iter abbastanza complesso. E non parliamo solo di
manodopera perché sarebbe estremamente riduttivo; ormai,
come già detto, molte realtà sono multinazionali, pertanto, sono
molto frequenti gli scambi di personale altamente qualificato, a
livello impiegatizio e dirigenziale, nonché l’accoglimento in
azienda di stranieri per formazione professionale.
Il Consiglio Territoriale per l’immigrazione, istituito a livello provinciale presso la Prefettura, e al quale partecipa anche Confindustria Alessandria, si qualifica come il luogo naturale per l’avvio
di importanti sinergie.
Confindustria Alessandria ha siglato con lo Sportello unico per
l’immigrazione della Prefettura dal 2007 un protocollo di intesa
finalizzato ad agevolare lo scambio reciproco di informazioni e
soprattutto inteso a facilitare la presentazione delle domande di
autorizzazione all’ingresso di lavoratori stranieri da parte delle
aziende, attraverso l’intervento attivo di Confindustria Alessandria nella presentazione dei documenti, anche sostituendosi all’azienda stessa su delega specifica.
La collaborazione con lo Sportello unico è stata improntata in
questi anni su rapporti cordiali di reciproca stima e fiducia nel rispetto dei ruoli.
L’analisi delle problematiche delle aziende già in fase di proget-
tazione dell’inserimento nella struttura organizzativa di personale
proveniente dall’estero, accompagnato dalla spiccata sensibilità
operativa dei soggetti partecipanti al SUI e alla loro volontà di
mettersi al servizio dell’utente per risolvere anche casistiche complesse, hanno consentito di oltrepassare quel “muro” che spesso
si frappone fra ente pubblico e soggetto privato.
Ci auguriamo e siamo certi che anche in futuro potrà continuare
questo prezioso rapporto di collaborazione che consente da un
lato al territorio della provincia di Alessandria di non perdere
l’occasione di inserire in azienda personale di alto profilo professionale e di non far propendere le aziende, soprattutto multinazionali, a privilegiare altri Paesi come luogo di trasferimento
del proprio know how e dall’altro a consentire alle aziende della
provincia il diffondersi delle conoscenze e lo sviluppo sui mercati internazionali.
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Confagricoltura Alessandria sin
dall’origine della sua costituzione, fa parte del Consiglio
Territoriale per l’immigrazione
della Provincia di Alessandria.
Confagricoltura, quale associazione di categoria agricola
che rappresenta la preponderante parte delle aziende datori di lavoro, è fortemente
interessata al mondo del lavoro ed in particolare alla maSig. Pio Sante Rendina
nodopera agricola.
Responsabile Sindacale
Il modesto contributo che
di Confagricoltura Alessandria
Confagricoltura ha apportato
all’interno del Consiglio Territoriale per l’immigrazione è
stato essenzialmente quello delle esperienze acquisite “sul
campo”, relative ai rapporti tra datori di lavoro e lavoratori migranti., che riguardano non solo il semplice rapporto di lavoro,
bensì tutte le altre valenze connesse soprattutto all’integrazione
degli immigrati nelle comunità rurali ,e via via nella società e
nell’economia, e a tutti gli aspetti economici e sociali, come
quelli connessi alle condizioni di vita e abitative, l’approccio al
lavoro agricolo ed il ruolo degli immigrati nel settore primario
dell’agricoltura, i ricongiungimenti familiari ,la nascita dei figli
e la loro scolarizzazione.
Da qualche decennio le aziende agricole assumono sempre più
manodopera migrante, la complessità del fenomeno ha fatto
emergere la necessità di costruire misure atte a fronteggiare “le
differenze” per portare gli immigrati ad una sia pur lenta ma co-
stante integrazione, frenata talvolta dal farraginoso sistema istituzionale, dove le linee politiche vengono giustamente definite
dal governo nazionale, le norme applicative dalle regioni e l’operatività dalle autorità locali.
Gli immigrati si avvicinano al settore agricolo soprattutto all’inizio del loro percorso migratorio, come occasione per guadagnare
un salario, poi molti si stabilizzano, molti altri cercano altre opportunità, nell’edilizia e nel commercio.
L’impiego di manodopera immigrata nelle campagne piemontesi
ed in particolare in quelle alessandrine, è di fondamentale importanza, basti pensare che alcune attività agro-zootecniche, (e
non solo), risulterebbero compromesse per l’assenza di manodopera locale.
E’ questo il motivo per cui negli anni più recenti si sono moltiplicate le iniziative anche su sprono del Consiglio Territoriale,
promosse da Confagricoltura unitamente alle altre organizzazioni
di categoria agricole, intese a favorire la forte e crescente domanda e offerta di manodopera straniera “regolare”.
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Penso che le caratteristiche
fondamentali del volontariato
debbano essere la totale gratuità e la riservatezza di chi lo
attua, ma anche il dovere di riconoscere l’importanza di chi
permette di esercitarlo con
continuità e coerenza.
La storia del “Laboratorio per
il Dialogo tra le Culture”, la
sua attività ormai più che ventennale, i corsi serali gratuiti
Prof. Mario Giachero
per e con gli immigrati e quelli
Laboratorio per il Dialogo
di lingua straniera tenuti, altra le Culture di Tortona
trettanto gratuitamente, a beneficio dei cittadini, da
immigrati e immigrate in restituzione del volontariato espresso dal “Laboratorio”, la traduzione in sei lingue della Costituzione Italiana, prima ed unica in
Italia, il progetto “Senegal”, la nuova associazione “Camminare
insieme” voluta dagli immigrati di lingua araba, sono imprescindibili dal Consiglio Territoriale per l’Immigrazione.
Nell’incontro del Laboratorio con il Consiglio Territoriale c’è il
suo passaggio dall’integrazione all’interazione. Per il Laboratorio il Consiglio Territoriale equivale ad aggiornamento, a spinta
dialettica alla creatività, a sicurezza di movimento, acquisizione
di nuovi strumenti giuridici e soprattutto didattici.
E’ perciò coerente e doveroso il ringraziamento a tutti coloro, e
sono veramente tanti, che hanno permesso e permettono al Laboratorio di realizzare e sviluppare gli obiettivi previsti dal suo
statuto a cominciare dal suo attuale presidente, Tullio Bonatti.
Un grazie particolare al sig. Prefetto e al dott. Vito Cusumano per
la stima, l’attenzione, il sostegno che al laboratorio continuano
a dedicare, ma soprattutto per l’impulso alla creatività che sanno
infondergli.
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La mia esperienza con il Consiglio Territoriale per l’Immigrazione di Alessandria inizia
nel 2001, l’anno in cui ho cominciato a svolgere l’attività di
mediazione
interculturale
presso l’Ufficio Immigrazione
della CGIL di Alessandria.
Sono stati dieci anni di partecipazione al pieno operato del
consiglio Territoriale in sinergia con tutti i suoi compoSig. Mohammed El Bakkali
nenti. Dieci anni ricchi di
Ufficio Immigrazione CGIL
iniziative e progetti volti alAlessandria
l’integrazione e alla coesione
sociale degli immigrati residenti nel nostro territorio.
In uno spirito di collaborazione molto proficua tra i membri del
Consiglio, in questi dieci anni dalla sua costituzione, sono stati
realizzati interventi di gran rilievo negli ambiti del lavoro, la
scuola, la sanità e il rapporto con la Pubblica Amministrazione;
interventi che miravano a delineare le problematiche e indicare
possibili percorsi di soluzioni, per assicurare la coesione sociale
degli immigrati nel quadro di una società sempre più multiculturale.
Come è noto a tutti, l’educazione interculturale dovrebbe viaggiare su due binari paralleli, uno indirizzato agli immigrati e l’altro agli autoctoni, per favorire un maggiore incontro tra le parti.
I dati della ricerca condotta ultimamente dall’associazione Cultura & Sviluppo sui giovani studenti alessandrini, risultano essere
allarmanti sul tema del razzismo e della xenofobia. Mi auguro,
pertanto, che si attivi una sempre maggiore collaborazione con
il Consiglio Territoriale per l’Immigrazione volta a sensibilizzare
i giovani italiani della nostra provincia ai temi dell’accoglienza
e dell’incontro tra i popoli.
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L’impegno di responsabile per
il sindacato UIL delle politiche migratorie, assunto a partire dal 2000, mi ha
immediatamente coinvolto
nella gestione e nell’attività
del Consiglio Territoriale per
l’immigrazione della provincia
di Alessandria.
L’entrata in vigore della Sanatoria Bossi-Fini del 2002, in
materia di immigrazione, ha
Sig. Antonello Dell’Omo
istantaneamente incentivato il
Responsabile Politiche Migratorie UIL
lavoro di tali organi, chiamando il servizio UIL, ormai
operativo in tutti i centri provinciali, a mantenere un impegno costante e proficuo, ora nella produzione di un
regolamento che agevolasse l’applicazione della Sanatoria, ora
nell’attuazione di efficaci interventi di assistenza e integrazione
sociale degli stranieri.
Tra i temi più delicati, il fronte della crisi 2009 e il suo impatto
sulla realtà dei lavoratori immigrati meritano alcune brevi considerazioni. Con un’allarmante evidenza, il tracollo economico
si è abbattuto su tutti i comparti lavorativi, tra i quali edilizia,
cooperazione/facchinaggio, agricoltura e assistenza agli anziani
rappresentano le categorie più ricche di immigrati: migliaia di
persone oneste, portatrici di forza e risorse, ma soprattutto soggette a facili ricatti. Una condizione, quest’ultima, che sprona a
interrogarsi su quale sia la risposta del Governo per difendere lo
straniero debole, da condizioni di salario e sicurezza terribili,
immorali e inadeguate, ma accettate pur di garantire ogni giorno
il pasto e l’istruzione alla propria famiglia. In primo luogo mi
soffermo sul vincolo che tale legge impone tra la permanenza
sul territorio e il contratto di lavoro: è subito evidente come nel
lasso di tempo, di circa sei mesi, che trascorre dalla richiesta di
rinnovo e la presentazione degli immigrati in questura, per la
presa in esame della pratica, le sorti di un individuo onesto, che
ha perso il posto di lavoro a seguito della crisi, si trovino ad essere radicalmente rovesciate, da una iniziale condizione di regolarità ad una improvvisa irregolarità che ne minaccia la
permanenza nel nostro territorio. Dai risvolti e dalle implicazioni
ancor più drammatiche appare la regolamentazione in materia di
figli di immigrati lavoratori, al compimento della maggiore età:
la legge prevede infatti che il figlio, divenuto maggiorenne, posso
acquisire la condizione di cittadino regolare, solo se studente o
lavoratore; altrimenti, la legge non consente più al giovane, magari neodiplomato e quindi in cerca di un impiego, di rimanere
in Italia, strappandolo brutalmente al calore e all’amore della
propria famiglia.
Senza la presunzione di voler abbracciare l’intricata, quanto mai
vasta questione dell’immigrazione, ho voluto, su alcuni aspetti
del problema che non chiamano, ma impongono una svolta nella
linea socio-politica del governo, auspicando, che i risultati ottenuti dall’integrazione degli immigrati italiani, ormai completamente assimilati nella società statunitense, possano un giorno
essere raggiunti e manifestarsi anche in Italia.
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Rileggendo, oggi, l’art. della
Legge del 1998 che istituiva i
Consiglio Territoriali , “con compiti di analisi delle esigenze e di
promozione degli interventi da
attuare a livello locale” mi sono
posto una domanda: Siamo stati
in grado di adempiere al compito che la legge ci affidava e di
assolvere i compiti di “promozione” indicati nella 286/98?
Penso sia un po’ impossibile riSig. Giancarlo Mandrino
percorrere tutte le tappe fatte in
Servizio Immigrati CISL
questi 10 anni, ma credo che
ANOLF Alessandria
nonostante la complessità sul
“fronte” dell’immigrazione, si
sia dimostrato una precisa volontà che era quella di lavorare per cercare di affrontare le “criticità”, da una parte e dall’atra, di favorire le iniziative tese
all’integrazione o meglio, all’interazione dell’immigrato, delle famiglie e dei giovani immigrati nel tessuto sociale territoriale.
In questo ambito le mie esperienze fatte con il Consiglio, sono state
di aiuto e di sostegno per il lavoro quotidiano che ero chiamato a
svolgere, ad esempio:
- le giornate seminariali di informazione e formazione per la conoscenza e l’interpretazione della normativa, allo scopo di costruire
una “rete” di conoscenza e solidale;
- i gruppi di lavoro per favorire l’accesso alla scuola ai vari gradi, per
la tutela della salute, per gli immigrati titolari del permesso di soggiorno per Asilo politico o per protezione sussidiaria, e per le feste
multietniche;
- il ruolo svolto per l’istituzione del numero verde in accordo con
i Comuni, per favorire l’accesso degli immigrati all’Ufficio Immigrazione della Questura, eliminando le code anche notturne definite da, molti, “incivili”;
- le convenzioni stipulate da Cgil, Cisl e Uil sia con l’Ufficio Immigrazione della Questura e si con lo Sportello Unico della Prefettura;
- i corsi di “alfabetizzazione” sindacale per diffondere la conoscenza dei contratti di lavoro e della lettura della busta paga e,
non ultimi, i corsi di alfabetizzazione 150 ore.
Dal mio punto di vista, non si tratta di verificare se si è fatto molto
o poco, bensì, la qualità degli interventi effettuati. Questo è stato
possibile in quanto territorialmente esiste un’attenzione e una assunzione di responsabilità, sia sul versante Istituzionale e sia su
quello dei diversi soggetti sociali coinvolti. In questi anni abbiamo
“osato” intraprendere un percorso che ci vedeva al fianco degli
immigrati, a diventare “NUOVI” protagonisti nel territorio dove
essi vivono. Ma forse, oggi, dobbiamo “osare”di più e con più determinazione.
Oggi il contesto di crisi sociale, culturale ed economico coinvolge
l’intero mondo dell’immigrazione. Credo che al Consiglio, sia affidato un nuovo compito, che è quello di favorire i progetti, le iniziative e le azioni per vincere la “paura” del “diverso”, dell’altro e
il dialogo che non ha come fine il consenso, ma un reciproco progresso, un camminare insieme, convinti che “l’altro siamo noi”.
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Sembra che i rifugiati siano il
mio destino: sono nata in un
campo profughi in Egitto.
Sono entrata a far parte del
Consiglio territoriale come Presidente dell’Associazione TanteTinte e da oltre dieci anni
svolgo una attività di mediatrice culturale prevalentemente
nel campo dell’accoglienza dei
richiedenti asilo. All’ età di 55
anni ho trovato il mio primo
Dott.ssa Gordana Kovacevic
posto di lavoro a tempo indemediatrice culturale
terminato nella Cooperativa
CrescereInsieme ed è questa
associazione che rappresento
oggi in Consiglio.
Nel mio lavoro di accoglienza e integrazione dei rifugiati, accolti
nei progetti territoriali Sprar che la cooperativa CrescereInsieme
scs Onlus di Acqui Terme gestisce per conto del comune di Alice
Bel Colle e della Provincia di Alessandria, considero importante la
mia partecipazione al Consiglio Territoriale per l’Immigrazione dell’UTG di Alessandria in quanto strumento per la rimozione degli
ostacoli, la diffusione di buone prassi e la sensibilizzazione del
territorio e dei suoi enti pubblici e privati, finalizzati al buon esito
dei percorsi di integrazione dei beneficiari dei Progetti stessi.
Tale rilevanza si è ben dimostrata, ad esempio, nella rimozione
degli ostacoli per l’accesso all’esenzione dal ticket sanitario per i
beneficiari.
La partecipazione al Consiglio Territoriale mi ha permesso anche
di contribuire nella costruzione e consolidamento di una vasta rete
sociale di Associazioni private ed Enti del territorio che ha facilitato l’inserimento sociale e lavorativo dei titolari di protezione internazionale.
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Finito di stampare
nel mese di maggio 2010 presso