VILLA STEFANIANA, OGGI PROPRIETA` PROCACCINI

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VILLA STEFANIANA, OGGI PROPRIETA` PROCACCINI
Campania illustrata. 1632-1845
VILLA STEFANIANA, OGGI PROPRIETA’
PROCACCINI
Il tratto di costa, ampiamente noto come il “Miglio d’oro”, che parte dal quartiere napoletano di San
Giovanni a Teduccio e si spinge a sud fino a Torre del Greco, è stato definito quale tale per lo straordinario
paesaggio naturale e per la presenza di splendide ville vesuviane costruite dal tardo Seicento e soprattutto
nel secolo successivo: purtroppo oggi tanto il paesaggio quanto le costruzioni che un tempo hanno reso
celebre quest’area, sono state in buona parte deturpate da una cementificazione selvaggia e da
un’urbanizzazione spesso del tutto sregolata. Alcune ville vesuviane restano in buono stato di
conservazione ma altre sono state largamente rimaneggiate o sostituite da altri corpi di fabbrica, che poco
o nulla hanno a che vedere con il progetto originario.
Per questa serie di motivi non è stata immediata l’identificazione della struttura presentata dal Parrino nel
1725 quale “Casino del Sig.re barone di Carignano”, la cui raffigurazione appare nel libro dedicata alla
baronessa Marina della Torre: i nobili in questione sono Francesco Carignani, barone di Carignano dal 1695
quindi marchese dal 1725 e infine duca dal 1728, nonché detentore di altri titoli nobiliari relativi a Santa
Maria di Novi, San Todaro, Trepuzzi e Terenzano, e la moglie Maria (Marina), figlia di Giovanni Battista della
Torre dei Conti di Lavagna. Il Parrino descrive il Casino quale una deliziosa struttura con un giardino ricco di
agrumeti e fiori, la cui fondazione o proprietà è attribuita al dottore Stefano di Stefano, da identificarsi con
l’illustre avvocato autore, tra l’altro, della Ragion pastorale (1731) incentrata sulla dogana delle pecore di
Puglia; ancora Parrino indica poi che al momento in cui scrive, ossia il 1725, la struttura è mantenuta dal
barone Carignani.
Per chiarire la questione ci viene in soccorso Carlo Celano nel 1792, nella quarta edizione postuma delle
Notizie curata da Salvatore Palermo con l’aggiunta di un nuovo volume che si sofferma, tra l’altro, sulle ville
vesuviane. Il curatore ci descrive una “Villa Stefaniana” così intitolata dal fondatore Stefano di Stefano, sul
quale indugia nel tratteggiarne il profilo biografico: all’epoca in cui scrive Palermo, la Villa era di proprietà
del principe di Tarsia e tanto per la descrizione quanto per la posizione, tra l’altro verificata sulla nota
mappa del duca di Noja e confrontata con le odierne mappe aeree di Google, pare possa essere proprio la
Villa presentata da Parrino.
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La struttura è stata molto rimaneggiata nel 1900 quando vi furono installati al suo interno i laboratori
dell’azienda conserviera Del Gaizo: oggi risulta di proprietà Procaccini ed ha perso il giardino tanto
decantato nel Settecento.
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Questo percorso web è stato realizzato dal Dott. Giuseppe Gianluca Cicco nell’ambito del Progetto POR FESR
2007-2013 Obiettivo Operativo1.10 “La cultura come risorsa” attività C “Sviluppo di tecnologie per la
digitalizzazione e messa in rete di archivi e biblioteche”, dal titolo:
“Riversamento dell’OPAC di Bibliorete nella Rete SBN Polo CAM e digitalizzazione del patrimonio antico
relativo al territorio campano nei secoli XVII-XVIII”
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