Ecco l` archivio segreto del genocidio in Darfur

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Ecco l` archivio segreto del genocidio in Darfur
La Repubblica
24-02-05, pagina 19, sezione POLITICA ESTERA
Le immagini del massacro rese pubbliche dal New York
Times
Ecco l' archivio segreto del
genocidio in Darfur
Stupri, sevizie, assassinii
atroci: nei
documenti dell' Unione africana le
prove delle violenze sulla popolazione
sudanese Le foto sono state scattate nel
villaggio di Hamada dopo l' assalto
delle milizie janjaweed sostenute
dal
governo di Khartoum
NICHOLAS
D. KRISTOF
E' giunto il momento per tutti noi di guardare apertamente le
vittime della nostra indifferenza. Queste sono soltanto quattro foto
di un archivio segreto che ne contiene migliaia, foto e rapporti che
documentano il genocidio in corso in Darfur. Tutto questo materiale
è stato messo insieme dagli osservatori dell' Unione africana, le
uniche persone a poter viaggiare liberamente in quella zona del
Sudan. L' archivio dell' Unione Africana è segreto, ma mi è stato
mostrato da qualcuno che crede che gli americani si scuoterebbero
se potessero vedere le conseguenze della loro acquiescenza. La foto
in alto a sinistra è stata scattata nel villaggio di Hamada il 15
gennaio scorso, subito dopo che una delle milizie sostenute dal
governo sudanese, i janjaweed, lo hanno attaccato uccidendo 107
persone. Una di quelle vittime è questo bambino e non vi mostro la
foto di suo fratello maggiore, di circa 5 anni, che gli giace accanto
perché è stato picchiato così duramente che del suo viso non resta
più nulla. Accanto ai due bambini c' è il cadavere della loro madre.
La foto a destra mostra il cadavere di un uomo con una gamba
ferita, che apparentemente non è stato in grado di scappare quando
i janjaweed hanno attaccato. In basso a sinistra c' è la foto di un
uomo che è scappato a piedi nudi e ce l' aveva quasi fatta a
raggiungere la boscaglia, ma è stato ucciso da un colpo di arma da
fuoco. L' ultima è la foto di un uomo o di una donna con i polsi
ancora legati. I janjaweed hanno abbassato alle ginocchia gli abiti di
questa vittima, così da poterla abusare sessualmente prima di
ucciderla. Se la vittima è un uomo con ogni probabilità è stato
castrato. Se è una donna è stata stuprata. Di foto come queste ce
ne sono a migliaia. Molti di esse mostrano aggressioni contro
bambini e sono troppo raccapriccianti per un giornale. Una
straziante fotografia dell' archivio mostra le mani mozzate di un'
adolescente della scuola femminile di Suleia che è stata bruciata
vita. è comune per le milizie sudanesi violentare in gruppo le
ragazzine e quindi mutilarle o ucciderle. Un' altra foto mostra il
corpo di una bambina di forse dieci anni, che guarda ancora verso l'
alto, là dove è stata uccisa. Un' altra ancora mostra un uomo che è
stato castrato e ammazzato con un colpo alla testa. Questo archivio
evidenzia che questo massacro è perpetrato da e con il supporto del
governo sudanese che intende ripulire l' area dai non-arabi. Molte
delle fotografie mostrano uomini con indosso l' uniforme dell'
esercito sudanese mentre saccheggiano e danno fuoco ai villaggi
africani. Spero che l' Unione africana renda accessibile questo
archivio, per mostrare a tutti che cosa sta accadendo in Darfur. L'
archivio annovera anche un documento eccezionale, confiscato a un
janjaweed, nel quale pare che si descriva a grandi linee la politica
genocida. Datato agosto, il documento invita ad «applicare tutte le
direttive emesse dal presidente della repubblica» e si rivolge ai
comandanti regionali e agli ufficiali della sicurezza. «Cambiamo la
demografia del Darfur e svuotiamola delle tribù africane», incita il
documento, che più avanti invita a «uccidere, bruciare i villaggi e le
tenute agricole, terrorizzare la gente, confiscare le proprietà dai
membri delle tribù africane, costringendoli a evacuare il Darfur». è
indispensabile essere scettici su qualsiasi documento, perché le
falsificazioni sono sempre possibili, tuttavia l' Unione africana ritiene
autentico quel documento. Una cosa è certa: sul massacro in corso
non ci sono dubbi, sebbene le cifre siano confuse. è difficile
conoscere l' esatto bilancio dei due anni di genocidio, in parte
perché il governo sudanese sta impedendo a una squadra Onu di
raggiungere il Darfur per appurare i dati effettivi. Stime indipendenti
valutano le morti a 220.000, un numero che aumenta di 10.000
unità al mese. Che cosa può arrestare questo genocidio? A un certo
livello la risposta è di ordine tecnico: sanzioni contro il Sudan,
creazione di una no-fly zone, congelamento dei beni dei funzionari
sudanesi, messa in stato d' accusa degli assassini da parte del
Tribunale penale internazionale, sforzo congiunto da parte dei paesi
africani e arabi per esercitare pressioni sul Sudan, e infine una forza
internazionale di truppe africane finanziata e appoggiata
logisticamente dall' Occidente. Ma questa è solo la risposta più
semplice. Perché quello che arresterà davvero questo genocidio è l'
indignazione. Alcuni siti web, come www.darfurgenocide.org e
www.savedarfur.org, stanno cercando di pungolare gli americani,
ma la risposta, finora, è stata patetica. Mi dispiace avervi inferto
queste terribili fotografie, ma l' oscenità vera non è nelle immagini
dei neonati morti. è nella nostra passività che fa sì che questa gente
sia massacrata. Durante i genocidi del passato contro gli armeni, gli
ebrei e i cambogiani è stato possibile sostenere che non sapevamo
con esattezza che cosa stesse succedendo. Questa volta il
presidente Bush, il Congresso americano e il Parlamento europeo
hanno già dichiarato ufficialmente che un genocidio è in atto. Ora
abbiamo anche le fotografie. Questa volta non ci saranno scuse.
(Copyright New York Times-la Repubblica. Traduzione di Anna
Bissanti)