Corriere del Ticino 06/10/04 PRESENTATA IERI AL CENTRO DI
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Corriere del Ticino 06/10/04 PRESENTATA IERI AL CENTRO DI
Corriere del Ticino 06/10/04 PRESENTATA IERI AL CENTRO DI STUDI BANCARI LA RICERCA CONDOTTA DAL BASEL INSTITUTE OF GOVERNANCE Lotta al riciclaggio: studio comparato Le piazze mondiali cercano l'equilibrio fra reputazione e competitività Roberto Giannetti Le principali piazze finanziarie internazionali devono cimentarsi in un delicato esercizio di equilibrismo: da un canto devono difendere la propria reputazione con misure di lotta alla criminalità e al riciclaggio, e dall'altra devono restare competitive nei confronti delle piazze concorrenti. È questa la situazione che regna nel campo della lotta al riciclaggio, secondo quanto emerso ieri al Centro di Studi Bancari nel corso di un incontro dedicato a questo tema. Nel corso della serata è stato presentato lo studio commissionato dalla SFS Stiftung Finanzplatz Schweiz - una Fondazione promossa dalle banche estere in Svizzera - al professor Mark Pieth, direttore del Basel Institute of Governance, allo scopo di tracciare un quadro comparato delle normative antiriciclaggio esistenti nel Regno Unito, negli Stati Uniti, in Svizzera e a Singapore. Come relatori ieri hanno parlato la coautrice dello studio Gemma Aiolfi, Barrister at Law, Università di Basilea, e Paolo Bernasconi, Avvocato e Professore all'Università di San Gallo e al Centro di Studi Bancari. A moderare la serata è intervenuto Alfredo Gysi, Presidente della Direzione generale della BSI SA, Presidente della SFS Stiftung Finanzplatz Schweiz e Presidente dell'Associazione delle banche estere in Svizzera. Dopo il saluto di Giorgio Ghiringhelli, Presidente dell'Associazione Bancaria Ticinese, Gemma Aiolfi ha affermato che fra i paesi considerati esistono notevoli differenze normative a livello della lotta al riciclaggio. Occorre vedere se queste diversità sono una forma di vantaggio competitivo oppure se si tratta piuttosto di distorsioni competitive. Di solito, ha spiegato, le nuove leggi in questo campo vengono promulgate in seguito a scandali. Per quanto riguarda la Svizzera Gemma Aiolfi ha citato il caso dello «Scandalo di Chiasso», del 1977, che portò l'Associazione Svizzera dei Banchieri a stilare un «Code of Conduct», a cui seguirono l'affare Kopp e la Lebanon Connection, che portarono a dei cambiamenti del codice penale nel 1990. A Singapore invece sono state le pressioni del FATF (Financial Action Task Force, l'unità antiriclaggio dell'OCSE), che ha portato nel 1999 a varare una legislazione specifica. Per Singapore il problema è che vuole da un canto attirare i capitali cinesi e dall'altro deve rispettare le norme internazionali in materia di lotta al riciclaggio. Negli Stati Uniti alcune grandi spinte alla legislazione sono scaturite dalla «guerra alla droga» e, chiaramente, dagli attentati dell'11 settembre. Ogni paese in questo campo ha una storia diversa, ma il principio è che dovrebbero almeno rispettare i criteri minimi di lotta la riciclaggio, come per esempio: conosci il tuo cliente (soprattutto il titolare economico), effettuare dei controlli regolari, mantenimento dei dati per almeno cinque anni e segnalazione dei movimenti sospetti. «Nessuno comunque ha un sistema perfetto», ha affermato Gemma Aiolfi, aggiungendo che per esempio Singapore è molto debole dal profilo dello scambio delle informazioni, e che gli Stati Uniti, malgrado sul piano internazionale siano molto esigenti, sul loro mercato domestico abbiano importanti lacune. In seguito Paolo Bernasconi ha spiegato la situazione in Svizzera, affermando che da noi occorre considerare qual è il reato a monte del riciclaggio, e che per questa fattispecie occorre che vi sia un crimine. In Svizzera quindi la truffa tributaria, la frode fiscale, la frode doganale, non sono reati a monte del riciclaggio (non sono crimini). Invece nell'Unione europea sì. Ma la tendenza è preoccupante. «Quando venne promulgata la convenzione europea nel 1989 - ricorda Paolo Bernasconi - Jacques Chirac disse: finalmente abbiamo una normativa contro l'evasione fiscale. Io mi dissi: si è sbagliato, questa normativa riguarda il riciclaggio. Invece, ecco che a 15 anni di distanza si tende a mettere sempre più a disposizione l'apparato repressivo e preventivo contro il riciclaggio per le questioni fiscali».