Mezzogiorno e crescita economica - Dipartimento di Scienze sociali

Transcript

Mezzogiorno e crescita economica - Dipartimento di Scienze sociali
Mezzogiorno e crescita
economica
Roberto Pedersini
La questione meridionale
•  I problemi della crescita economica al Sud mettono in luce
alcuni aspetti fondamentali del sistema economico e
politico italiano:
•  I modelli di sviluppo, fra grande impresa, intervento pubblico
e distretti industriali
•  Il ruolo della politica nella ‘prima repubblica’ e dagli anni
novanta
•  Le sfide della competitività, della globalizzazione e della
qualificazione della spesa pubblica in un’Europa integrata
•  I problemi del Sud: prodotto e occupazione, lavoro
irregolare, infrastrutture (ferrovie e strade) e servizi, con
costi più elevati e efficienza inferiore (acqua, sanità,
istruzione, giustizia, burocrazia e imprese)
L’intervento al Sud
•  La prima fase post-bellica si concentra sulla riforma agraria e su
investimenti infrastrutturali, come per la bonifica dei suoli e la disponibilità
di acqua
•  La seconda fase punta invece a sostenere gli insediamenti industriali di
grandi dimensioni nelle produzioni di base (chimica, siderurgia) con:
•  scarsi effetti indiretti in termini di creazione occupazionale e di indotto
•  Alcuni importanti ‘effetti perversi’ perché le attività private si trovano spiazzate
da salari e domanda di lavoro privata (assistita) e pubblica
•  Gli incentivi servono solo per bilanciare le diseconomie locali e più tardi
l’aumento della concorrenza fa sì che servano sempre più sostegni, con una
bassa efficacia complessiva, e con il rischio di un intervento diretto per salvare
(almeno) l’occupazione
•  La parte fondamentale della spesa pubblica al Sud è indirizzata a garantire i
servizi di welfare, come la sanità e la previdenza, e l’istruzione, con livelli
di qualità generalmente medio-bassi e a fronte di una contribuzione
insufficiente
•  Un effetto importante del sostegno al reddito disponibile al Sud è
l’aumento di domanda per i prodotti del Nord (m anche delle importazioni)
Un keynesismo ‘perverso’
•  Il compromesso politico che emerge negli anni settanta mira a
rispondere ad una serie di richieste e istanze provenienti dalle forze
emergenti della mobilitazione delle classi lavoratrici, con un’estensione
significativa del welfare in campo sanitario e previdenziale, senza
abbandonare le posizioni di protezione che erano state accordate ai ceti
della piccola borghesia urbana e agricola e delle professioni nella
prospettiva di ottenere consenso politico
•  Ciò porta ad un aumento della spesa pubblica, del deficit e del debito
•  La situazione risulta sostenibile anche grazie al dinamismo privato dei
sistemi di piccola e media impresa e alla possibilità di utilizzare la leva
delle ‘svalutazioni competitive’
•  Dal punto di vista politico, questo consente ai partiti di governo, in
particolare DC e PSI, di ottenere un crescente consenso nelle regioni
meridionali
La crisi del modello
•  La sostenibilità di un modello fondato su dinamismo privato di piccola
impresa in settori tradizionali e una spesa pubblica crescente si scontra
con i propri limiti negli anni novanta:
•  La spesa pubblica aumenta e porta il debito pubblico a livelli molto
elevati, tanto che il servizio del debito diventa un problema
fondamentale
•  La crisi valutaria del 1992 mostra i limiti del modelli di sviluppo e
sottolinea la necessità di una profonda riorganizzazione del sistema
produttivo
•  L’adesione all’Euro chiude la via delle svalutazioni competitive
•  L’aumento della concorrenza internazionale sottolinea l’insostenibilità
della pressione fiscale e contributiva sul sistema delle imprese
•  L’inefficienza dei servizi privati e pubblici, esito della protezione
garantita ad alcuni settori economici e categorie professionali,
costituisce un’ulteriore elemento di inefficienza sistemica
•  La via d’uscita passa per un aumento della ricchezza al Sud e per la
chiusura della distanza fra trasferimenti e prelievo
Rischi e opportunità
•  La diffusione del capitalismo politico-criminale, che
utilizza la forza non legittima e il condizionamento del
sistema pubblico per sostenere attività economiche e
imprenditoriali al di fuori di un sistema concorrenziale,
soprattutto nelle aree delle opere pubbliche e dei servizi
pubblici in appalto, ma anche della sanità, dell’energia, dei
rifiuti, della distribuzione, della finanza, con tendenze
espansive in tutto il paese
•  Esistono risorse poco utilizzate al Sud in termini di
competenze, costruite con gli insediamenti educativi e della
ricerca, e di disponibilità per i settori agroindustriale e del
patrimonio culturale e ambientale
Il problema del capitale sociale
•  La scarsa dotazione di capitale sociale al Mezzogiorno produce
effetti negativi sulla produzione di ricchezza in termini diretti
(minore produttività, maggiori costi di transazione fra imprese,
costi del credito) e indiretti (per l’influenza sulla performance
della politica e delle istituzioni e sulla capacità di produrre beni
collettivi per la competitività)
•  Questo alimenta una domanda per una politica particolaristica
•  Dopo gli anni novanta le aree del mezzogiorno sono state quelle
più ‘instabili’ nell’orientamento politico e ciò ha favorito un
aumento dell’offerta di politiche particolaristiche a livello locale
e dal livello nazionale, in una prospettiva di ottenimento del
consenso necessario per il successo elettorale
•  Le politiche particolaristiche sono di breve periodo e la
produzione di beni collettivi è scoraggiata perché poco
produttiva in termini di consenso
Società civile, politica, politiche
•  Per recuperare servono si devono seguire diverse linee di
rafforzamento del sistema sociale, politico ed economico
del mezzogiorno:
•  La società civile, attraverso l’istruzione e il ruolo del sistema
associativo
•  Il rapporto fra politica nazionale e locale, con un maggiore
ruolo di controllo in vista di una riqualificazione della spesa
pubblica in termini non assistenziali
•  Le politiche, con un orientamento crescente alla fornitura di
servizi alle imprese e di beni collettivi con particolare
riferimento alle risorse non utilizzate e presenti nel Sud