Migranti nel Mar Mediterraneo: sviluppato al Politecnico di Milano

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Migranti nel Mar Mediterraneo: sviluppato al Politecnico di Milano
 Migranti nel Mar Mediterraneo:
sviluppato al Politecnico di Milano rivoluzionario
sistema di monitoraggio satellitare
Milano, 25 gennaio 2016 - Monitorare la presenza di barche non autorizzate in
acque internazionali e ricostruire le loro rotte, tracciando con una copertura
globale i flussi migratori nel Mar Mediterraneo attraverso l’uso di satelliti già in
orbita.
E’ quanto consente di fare Space Shepherd, una piattaforma software ideata al
Politecnico di Milano, che integra i sistemi di monitoraggio “da terra” con
i segnali radar e ottici di satelliti civili attualmente in uso, riducendo
quindi drasticamente i costi per le operazioni di soccorso.
Il funzionamento del sistema è stato dimostrato in un contesto virtuale grazie a
dati satellitari reali. Se i Governi europei, attraverso le Agenzie che controllano
tali flussi di dati, ne consentissero l’utilizzo a questo scopo, Space Shepherd
potrebbe essere immediatamente operativo come progetto pilota.
“Il sistema ha un costo stimato di 1 milione di Euro una tantum – spiega
Francesco Topputo, capofila del progetto – a fronte dei 10 milioni di Euro
al mese spesi per le operazioni di Mare Nostrum. Al di là dei costi, va
sottolineata l’impennata di efficienza che Space Shepherd garantirebbe alle
operazioni di monitoraggio, tracciamento delle rotte dei migranti e soccorso. Ciò
consentirebbe un pattugliamento intelligente delle coste, limitando
drasticamente falsi allarmi e ricognizioni inutili che richiedono un dispiegamento
ingente di uomini e mezzi”.
Il risultato sarebbe un aumento della maritime situational awareness, la
consapevolezza di ciò che sta davvero succedendo nel Mar Mediterraneo, con un
dettaglio che nessun sistema attualmente utilizzato garantisce.
Come funziona Space Shepherd?
La piattaforma consente di elaborare e integrare i segnali ottici e radar inviati dai
numerosi satelliti in orbita, catturando i dati elaborati nel corso del loro
passaggio sul Mar Mediterraneo e combinandoli per ricostruire la presenza di
barche non autorizzate. Il sistema individua inizialmente la scia lasciata dai
natanti e, grazie ad elaborazioni successive, è in grado poi di “vedere” anche
barche di soli cinque metri.
L’individuazione non è però immediata. I satelliti, infatti, durante il loro
passaggio sul Mar Mediterraneo, analizzano porzioni limitate di territorio,
accrescendo tale area nelle traversate successive: le strisce fotografate nel corso
dei numerosi passaggi andranno a comporre l’immagine completa. Per sveltire i
tempi, le lacune di scansione territoriale vengono colmate da Space Shepherd
combinando i dati di più satelliti.
L’utilizzo del sistema può essere sia attivo, per cui gli addetti al suo
funzionamento segnalano la presenza di barche alle autorità competenti, sia
passivo quando la richiesta di maggior dettaglio arriva direttamente dalla
Guardia Costiera o altri enti.
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