bso_f1 - 13 - Fondazione San Benedetto
Transcript
bso_f1 - 13 - Fondazione San Benedetto
Cronaca 13 BRESCIAOGGI Venerdì 25 Ottobre 2013 PoliticaallaSanBenedetto LaFondazioneha aperto l’ottavaedizionedelsuo corso Riforme necessarie «Leleggielettoralisono comeitaxi,bisogna saperedovevuoiarrivare» LUCIANOVIOLANTE EXPRESIDENTECAMERA Ritorno alpassato «Ipartitidevonoritrovare lalorostoriaeivalori chelihannoispirati» GIULIOSAPELLI DOCENTEACCADEMICO ALCENTRO PAOLOVI. Ildibattitosullarappresentatività haaperto ilciclo dilezionidella FondazioneSan Benedetto Violante,Sapelli eTarantini: «Ipartiti? Ritrovino sestessi» Assente ilministroMauro, oltreduecento persone hanno gremitol’aulamagna per l’inaugurazionedelcorso La mission della Fondazione San Benedetto è tutta nelle parole di J.H. Newman, che ricordava come il Santo «trovò il mondo sociale e materiale in rovina, e la sua missione fu di rimetterlo in sesto, non con metodi scientifici, ma con mezzi naturali». E i mezzi naturali scelti dal presidente Graziano Tarantini sono gli stessi dal 2006: confronto, ascolto e passione per i giovanmi e la loro crescita. Con questo spirito, samaritano nelle intenzioni e poco ortodosso in una società che fatica a ritrovarsi, la San Benedetto ieri ha inaugurato il nuovo ciclo di lezioni (ottava edizione) «dalla libertà al bene comune». Sul palco dell’aula Magna al centro pastorale Paolo VI di via Calini era atteso il ministro della Difesa Mario Mauro che, impegnato a Roma, ha dovuto rinunciare all’incontro. Così a disquisire della democrazia rappresentativa italiana sono rimasti Luciano Violante, presidente emerito della Camera dei Deputati, e il professor Giulio Sapelli, oridinario di Storia economica all’università degli studi di Milano. Un confronto mitigato nei toni e nelle idee dal presidente Tarantini davanti a una platea di oltre duecento persone tra cui hanno fatto ca- polino consiglieri regionali (Mauro Parolini e Michele Busi) ma anche l’ex sindaco e parlamentare Pdl Adriano Paroli. Curiosità e passerella che, nel caso della fondazione San Benedetto, va oltre all’appartenenza politica e tocca corde sempre vicine alla «passione civica e cattolica». E TARANTINI, rompendo ogni indugio, ha inaugurato la scuola. «Il ministro Mario Mauro si scusa ma è impegnato a Roma - ha detto parlando alla platea dal palco -. Lui e Luiciano Violante erano stati scelti da Napolitano come saggi nel periodo di crisi post elettorale per dare un contributo al paese. Stessa ragione per cui li avevamo scelti per affrontare il tema della rappresentatività. Ovviamente da parte nostra, avevamo avuto modo di ascoltare Violante al meeting di Rimini. Eravamo stati molto colpiti dalla capacità di rivedere la storia alla luce di quanto accaduto. C’è bisogno di unità, che non vuol dire pensare necessariamente tutti allo stesso modo, ma vedere laddove ci può essere un’azione di recupero propositivo». Come dire che, nei giorni delle larghe intese, le idee e la prospettiva deve prevalere per il bene della comunità. «La crisi non sembra risolversi - ha ricordato amaramente Tarantini -. Per Laplatea dell’aula Magnadelcentro pastoralePaoloVI haascoltato gliinterventidi Violante eSapelli Oltreduecentopersone hannoanimatolaserata dellaFondazione questo serve trovare una strada istituzionale per ripartire. Sicuramente le riforme istituzionali contribuiranno anche all’economia. Eppure, parlando con i ragazzi della fondazione San Benedetto, è nato il tema del "chi rappresenta chi". Oggi i giovani sono smarriti e noi abbiamo raccolto il loro dubbio rilanciandolo alla platea». si rispettano. Quando manca questo si innesca un meccanismo che brucia la società. Il paese gira sui valori. In Francia i partiti sono in crisi ma ci sono istituzioni forti. Noi abbiamo un sistema con partiti e istituzioni deboli. Di qui la necessità di riforma». Chiaro, quanto la lucidità di una lettura che Sapelli ha voluto e saputo ribaltare sulle responsabilità di napolitano e di partiti che hanno perso la loro identità storica. «Napolitano ha smantellato il sistema democratico imponendo il modello del dictator romano - ha risposto a chiare lettere l’economista di fama -. Questa cosa di Monti ha creato un precedente pericoloso. Senza i partiti non c’è demo- PER LA RAPPRESENTANZA, però, serve recuperare orgoglio e identità dei partiti. Per questo Tarantini, voce dei giovani di San benedetto ha chiesto quale riforma elettorale sarà possibile o auspicabile. «Le leggi elettorali sono un po’ come i taxi: devi sapere dove andare perchè se non conosci la meta il taxi non ti serve - ha risposto sarcastico e consapevole dei problemi Luciano Violante -. Bisogna sapere che risultato vuoi ottenere e con quali mezzi. Abbiamo una situazione apparentemente difficile della situazione dei partiti. Oggi noi abbiamo un partito senza capo che è il Pd; un partito con un capo ai servizi sociali che è il Pdl; un partito con due capi che è la Lega; un partito con il capo comico che è il cinque stelle e un capo senza partito che è Monti. Questa è la situazione. Vuol dire che il presente non può che evolvere e comunque queste formazioni politiche, che storicamente tengono rapporti tra cittadini e isti- tuzioni, non riescono più a svolgere la loro funzione. Il sistema elettorale non risolve questo problema ma può porre le condizioni per far tornare a funzionare la macchina inceppata a livello istituzionale. Una delle cosa da introdurre è il voto di preferenza in modo da far scegliere il cittadino e quindi riattivare un meccanismo di partecipazione, selezione e responsabilizzazione». POI LA DOMANDA retorica che ha semplificato l’esempio: «Vi siete accorti che la Germania da un mese e mezzo non ha un Governo? No? Questo perchè hanno partiti che funzionano, il sistema tiene e le istituzioni sono garantite dai partiti che ILCONFRONTO. La nuovastagione inaugurataribadendo l’ideadi «città perl’uomo».Primo ospiteilGesuita Giraud L’AccademiaCattolica apreil dialogo Il docente di economia della Sorbona di Parigi: «La crisi è il principio di ogni nuovo contrasto» Luciano Costa L'Accademia Cattolica di Brescia ha inaugurato la sua nuova stagione di impegni ribadendo la sua idea di «città per l'uomo», niente altro che multi religiosa, multi culturale, solidale, accogliente e, soprattutto, democratica, cioè di tutti. Francesca Bazoli, presidente dell'Accademia, aprendo il primo incontro (realizzato in collaborazione con la Cooperativa Cattolica Democratica di Cultura) ha collocato gli impegni tra «i doveri che di cui nessuno può dirsi estraneo». «E quello di costruire una città a misura d'uomo - ha aggiunto è preminente». Monsignor Giacomo Canobbio, direttore scientifico dell’Accademia, prima ha spiegato i motivi per cui ad aprire il triennio è stato invitato un eco- nomista («perché le persone umane sono soggette alle influenze delle politiche economiche»), poi ha collocato la scelta nel «bisogno di umanizzare anche e soprattutto l'economia». La motivazione che ha portato qui don Gael Giraud, un Gesuita francese educato alla stessa scuola di Papa Francesco, che prima di abbracciare la vocazione religiosa era già economista di chiara fama, «è scritta nella necessità di umanizzare la politica economica così da renderla partecipe piuttosto che dominatrice della crescita». Enrico Minelli, della Ccdc, presentando il relatore ha evidenziato il suo percorso formativo (rigorosi studi nel campo della matematica pura, professore, economista, ma anche volontario, per due anni, in Ciad, uno dei paesi più poveri dell' Africa, dove ha contribuito alla costruzione di una scuola primaria) e la sua scelta di diventare Gesuita pur rimanendo economista (docente di Economia e Matematica alla Sorbona di Parigi). Nell'aula magna dell'Università Cattolica, davanti al pubblico delle grandi occasioni, Gael Giraud, con la serenità di chi è abituato a coniugare il pane quotidiano con il quotidiano sapere, prima ha scandagliato l'economia e i suoi evidenti peccati, poi ha dettato le linee di «un' economia diversa, più umana, più vicina alle persona, più rispettosa dei poveri e degli afflitti». PURCONLASOAVITÀdel suo italiano francesizzato, don Gael ha sferrato un tremendo pugno nello stomaco a chi immagina che il potere economico sia la via maestra su cui far camminare il progresso e la pacifica convivenza. «In realtà ha spiegato il Gesuita - l'economia, quella dei prodotti derivati e degli hedge found che dovevano proteggere gli investitori, delle banche tuttofare e speculatrici, dei mercati delle materie prime, come riso e cereali, o di prodotti necessari, come il petrolio, letteralmente manipolati da una finanza spregiudicata, questa econo- mia resta il principio di ogni contrasto, di ogni crisi politica, di qualsiasi sconvolgimento sociale». Così, ovviamente, non si va da nessuna parte. «Troppe persone su questo pianeta possono morire di fame per colpa dell'aumento del prezzo del riso o del grano, soprattutto perché noi lasciamo determinare il prezzo dalle strategie di gruppo o da persone che agiscono in nome e per conto della City o di Manhattan», ha denunciato don Giraud. Le stesse norme contabili internazionali che l'Europa ha adottato nel 2005 secondo l'economista francese «sono una vera catastrofe, soprattutto quando permettono alle imprese, di iscrivere a bilancio le bolle speculative che si formano in permanenza». Per superare questo modo di fare secondo il relatore «è assolutamente necessario introdurre la separazione delle banche: da una parte quelle di deposito, dall'altra quelle di investimento. Perché solo se si separano le attività bancarie, si obbligano le banche a essere più prudenti, meno approfittatrici e meno ingombranti». Quanto alla crisi della zona Euro, secondo l'economista, ci sono soltanto «due modi per uscirne in maniera ragionevole: il federalismo europeo o una ridefinizione della zona euro sostituendo all'Euro moneta unica l'Euro moneta comune: soluzione attraente, ma impraticabile, almeno fino a quando il problema del debito pubblico resterà l'ossessione principale di ogni Stato membro». Ma se così stanno le cose, quali risorse possono offrire i cristiani di fronte alle derive capitalistiche? «Certamente non quella che condanna i Paesi in crisi a restituire soldi già spesi, magari, come ha fatto la Grecia o come saranno costretti a fare Portogallo, Spagna, Cipro e forse anche l'Italia, per pagare opere costruite da cosiddetti partner amici o da fornitori di armamenti - ha detto don Gael -. Semmai, quella che, alla luce di un Magistero Pontificio antico ma sempre attuale». • © RIPRODUZIONERISERVATA crazia, ma penso che bisogna ricominciare dalle tradizioni dei partiti. le stesse che hanno fatto grandi i partiti anglosassoni». Tra la tradizione e il futuro, però, c’è di mezzo la «rete», considerata «la nuova voce di Dio», del popolo sovrano. «Dobbiamo ritrovare il senso del dovere e del rispetto dell’altro - ha chiuso Violante pensando proprio alla politica fatta dal web -. Il sistema è andato in corto circuito perchè i partiti hanno perso il loro ruolo. Le istituzioni, nel nostro modello, non decidono. Dovrebbero trovare la quadra i partiti». Un mondo in rovina. Da affidare alle cure di San Benedetto. • [email protected] OggilaRete Lib debutta aBrescia ICHINO ALVITTORIA Debuttaoggipomeriggio in cittàilCircolo ReteLib di Brescia,associazione chesi proponedi offrireun luogo dove conoscersie discutere atutti imovimenti, associazioni,gruppie singolepersone chesi riconoscononegli idealidel liberalismoeuropeoe condividonolascelta fondamentaledi applicareil metodosperimentaleanche nellaelaborazionee selezione dellepolitiche,per una nuova politica.ReteLib sipresenta conunincontro nellasala Gardeniadell’hotelVittoria di viaDieciGiornatealquale parteciperannoAlessandro De Nicola(presidente Adam SmithSociety), ilsenatore PietroIchino(coordinatore ReteLib),GianmarcoGabrieli (coordinatoreregionale Italia Futura)e AlessandroOlmo (presidenteLibMov). Buono Sconto 20% da conservare SPURGHI AUTORIZZATI BRESCIANI Pulizie tubazioni e pozzetti con sonde Pulizie fosse biologiche e pozzi neri Immediata disponibilità anche di notte e festivi Interventi molto economici Sig. Minuti: Tel. 337 250060 - 340 6257870 Skype: Spurghi [email protected] Preventivi Gratuiti senza impegno da parte Vostra, Chiamateci subito IO12115 Giuseppe Spatola GrazianoTarantinie LucianoViolante all’ingressodell’aula Magna