luciano ceschia - Comune di Tarcento
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luciano ceschia - Comune di Tarcento
La presentazione della II edizione di Avinis, paese senza peccato è stata realizzata in collaborazione con: • Libraria, editrice in San Daniele del Friuli • Cict - Centro Iniziative Culturali di Tarcento CITTÀ DI TARCENTO ASSESSORATO ALLA CULTURA BIBLIOTECA CIVICA INAUGURAZIONE NUOVA SEDE DELLA BIBLIOTECA CIVICA PRESSO IL CENTRO EUROPEO ‘LUCIANO CESCHIA’ IL LUNGO PERCORSO DELLA BIBLIOTECA CIVICA DI TARCENTO Nell’immediato dopoguerra viene aperta una biblioteca scolastica in Piazza Libertà. Il sette ottobre 1968 il Consiglio comunale vota all’unanimità l’istituzione della biblioteca civica, realizzata, poi, nel 1970 al piano terra di Palazzo Frangipane, nella sala a sinistra in fondo all’atrio. Il terremoto del maggio 1976 ne provoca la chiusura. Nel 1982, la biblioteca viene riaperta nel prefabbricato donato nel 1980 dal Centro Italiano Femminile e da altri enti benemeriti per accogliere un “Centro sociale per la gioventù tarcentina”. Nel 1995 viene trasferita nella parte anteriore del vicino capannone, realizzato dal Consorzio agrario dopo il terremoto (al posto dell’edificio demolito che aveva ospitato la scuola di avviamento professionale e poi una sezione staccata dello Zanon) e acquistato successivamente dal Comune. Nel 2005, il capannone, ormai in condizioni precarie, viene ceduto ai privati che lo trasformano nell’attuale supermercato. La biblioteca viene trasferita provvisoriamente presso i locali della Scuola media in via Pascoli, con l’intenzione di realizzarne la sede definitiva nel salone inferiore del Margherita, come previsto dal progetto generale di recupero. La giunta Pinosa cambierà progetto, decidendo di trasferire la biblioteca al Centro Ceschia. II posto è bellissimo, ma lo spazio è limitato, anche perché non è stato sfruttato il piano rialzato, ma sono stati rimaneggiati, senza alcuna logica funzionale, il salone e alcuni spazi di servizio del sottotetto. A cose fatte, non rimane purtroppo che prenderne atto, ma con l’impegno di dedicare molte energie alla valorizzazione dei servizi al pubblico e di mirare al recupero del piano rialzato ai fini di una maggiore operatività della nuova biblioteca civica. In occasione dell’inaugurazione, dopo un breve Saluto di benvenuto, Mario Turello presenterà ‘Avinis, paese senza peccato’ (Libraria, San Daniele 2012), seconda edizione del romanzo di Bruna Sibille–Sizia Con letture del Gruppo teatrale Pierditimp di Meduno Sabato 16 febbraio 2013, ore 17.30 Centro europeo ‘Luciano Ceschia’ via Julia 11, Tarcento BRUNA SIBILLE-SIZIA, ‘CANTATRICE DI STORIE’. Tarcento, 1927 – Udine, 2009 «Scontrosa come un animale del bosco, cantatrice di storie» così Tito Maniacco illumina carattere e vocazione di Bruna Sibille-Sizia. Bruna, a Tarcento, è vissuta per gran parte della sua vita – anche se la sua attività di giornalista la portò a Milano e a Roma – in borgo Leschiar, nella grande casa di famiglia, alta su una delle prime curve di via Bernadia, poi nel prefabbricato sorto al posto di quella dopo il terremoto e in seguito all’inizio di via Oltretorre e in via Villin. «.Andando a piedi verso Tarcento o tornando a casa nel fruscio del bosco e nell’ansimare onnipresente del vecchio fiume degli slavi la scrittrice certo costruisce gli incastri di una nuova storia.». Così la vedeva Tito e così l’abbiamo vista tante volte: posseduta dal demone della scrittura, dalla volontà di penetrare il senso delle vite umane: il dolore e l’impegno, le speranze, le fatiche degli umili spesso travolti dalla grande storia, ma sempre capaci di mantenere integra la propria dignità. E sempre animata da una compassione che le permette di condividere il dolore delle creature – esseri umani e animali – e di provare pietà, lei così intransigente, anche delle sventure dei “nemici”. «Mi interessa quella gente che io descrivo nella sua umiltà, nella sua dignità, nella sua solitudine. E quando mi legge, capisce e si riconosce allora so di aver detto qualcosa e ciò mi basta, dà un senso al mio lavoro». Aveva cominciato ad amare presto la lettura e la scrittura, tenendo un diario degli anni di guerra dall’8 settembre del 1943 al 13 maggio del 1945, con uno sguardo niente affatto sentimentale e intimistico, ma lucido, preciso, attaccato alle cose e ai gesti, agli avvenimenti. Nelle vicende della guerra e della Resistenza si era formato il suo carattere e si era fatta concreta la sua vocazione a scrivere fin dal racconto d’inizio, Prima che la luna cali, uscito originariamente sulla terza pagina del quotidiano La libertà. Ne ricavò, poi, un atto unico dallo stesso titolo, segnalato nel 1948 al Concorso indetto dall’editore Gastaldi di Milano, che lo pubblicò nel novembre del 1949. Bruna, dopo la terza media, si era formata da autodidatta: «Cominciai dai classici, russi, francesi, inglesi, poi li affiancai agli scrittori e ai poeti contemporanei, Hemingway, Steinbeck, Caldwell, Saroyan, Faulkner e via dicendo, e gli italiani da Vittorini a Pavese.». Più tardi incontrò Primo Levi, Lussu, Revelli, Rigoni Stern: «Scrivevano, come me, facendo ritorno al passato. Non mi sentivo, ed ora non mi sento sola, nel ritenere giusto ricordare gli anni del ferro e del fuoco, scriverne perché la memoria di quelle vicende non vada perduta, perché l’uomo non perda la memoria». È stata, ne siamo convinti, una grande scrittrice italiana e la più grande scrittrice friulana della seconda metà del Novecento. Bruna con i suoi romanzi ha toccato i punti salienti della storia del Friuli: le due guerre mondiali, le invasioni turchesche, la Resistenza, il terremoto, con uno stile corale ed epico, limpido e incisivo e di umanissima intonazione. E non ha mancato di dedicare la sua fraterna attenzione ai suoi amici di una vita: da Rak protagonista di Un cane da catena, a Nerina, La gatta venuta dalla notte, racconto lungo che ha la leggerezza e la grazia illuminata di un conte philosofique. La sordità degli ambienti che contano e l’ostracismo subito dopo l’iniziale attenzione che la portò nel 1955 con La terra impossibile alle soglie del premio Viareggio, non hanno avuto ragione della sua ostinata passione per lo scrivere e il suo nome, mai spento tra i suoi fedeli lettori, riprende forza, con questa nuova edizione di Avinis, paese senza peccato, appena pubblicata dalla casa editrice ‘Libraria’. La rinnovata biblioteca civica di Tarcento avrà anche l’obiettivo preciso di diffonderne l’opera e mantenerla viva tra i lettori. Lucio Tollis assessore alla Cultura del Comune di Tarcento OPERE DI BRUNA SIBILLE-SIZIA • Prima che la luna cali, atto unico, Milano. 1949. • La terra impossibile, Udine, 1956. • Avinis, paese senza peccato, Udine, 1960. • Un cane da catena, Udine, 1987. • Un pugno di vento, Udine,1992. • La gatta venuta dalla notte, Milano, 1995. • Occhidoro, Milano,1998. • Diario di una ragazza nella Resistenza, Udine,1998. • Tre racconti, Tarcento, 1999. • Favole del terzo millennio, Tarcento, 2003. • La pioggia sui vetri, poesie, Tarcento, 2003. • Il Kosovaro, Udine, 2004. • Partisan, Tarcento, 2005. • Lo stagno delle rane, Tarcento, 2005. • Drago e io, Tarcento, 2007.