Corso di Finanza aziendale

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Corso di Finanza aziendale
Corso di Finanza aziendale
Il rating e l’impatto sulle imprese
29/02/2008
PERCHE’ B2 E’ SCRITTO PER LE BANCHE MA
RIGUARDA LE IMPRESE ?
RISCHIO
CAPITALE
COSTI
CAP.LE + OP.VI
E MARGINE
TASSO
SUL
FINANZIAMENTO
Dal rischio al
capitale di vigilanza
Dal rischio al pricing
1
Cambiamenti nella relazione banca-impresa
z Quali
saranno gli effetti sulle
imprese?
z Non si prevedono effetti penalizzanti
generalizzati in termini di tassi e di
ammontare del credito
z Ci si aspetta un effetto meritocratico:
alcune imprese saranno premiate,
altre penalizzate.
L’attribuzione del rating
z
Le banche hanno molta libertà nel disegno del
sistema di rating
z
rispettati alcuni requisiti minimi, le banche hanno la
possibilità di formulare il mix più adeguato di
z
z
z
Tecniche quantitative
Esperienza e professionalità degli analisti
si tratta di trovare un punto di equilibrio che è
solitamente differenziato per dimensione delle
imprese
2
L’attribuzione del rating
z
Ciò che è comune alle diverse impostazioni è
il risultato finale: la stima della probabilità di
insolvenza
z
insolvenza che deve essere intesa come
l’ultimo stadio del processo di
deterioramento dell’ EQUILIBRIO
FINANZIARIO d’impresa
L’attribuzione del rating
z
L’insolvenza nasce nella catena di relazioni
che legano le variabili di fondo esplicative
del grado di successo / insuccesso di
un’impresa:
POSSIBILITA’
DI
PREVENIRE
IL
DEFAULT
ambiente competitivo
strategia
struttura aziendale
vantaggi competitivi
risultati reddituali
cash flow
NITIDEZZA
DEL
SEGNALE
3
Sistema di Rating Interno
Il modello concettuale di Centrale Bilanci
Analisi
Qualitativa
Caratteristiche
Analisi Ecofinanziaria
PROFILO AZIENDALE
Score
qualitativo
Rating di
Bilancio
ambientali
Score settoriale
Rating di
Impresa
Esame integrato del profilo
aziendale
RATING INTERNO COMPLESSIVO
PROFILO
COMPORTAMENTALE
Esame integrato del profilo
comportamentale
Score
andamentale
Score andamentale di
CR
Score andamentale
interno
Analisi Rapporto
B/I
Analisi dati Centrali
Rischi
COME CAMBIA LA QUANTIFICAZIONE DEI TASSI
Fonte: Accenture
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QUALI SONO GLI ARGOMENTI CHE NELLA LOGICA VECCHIA
DETERMINANO IL LIVELLO DEI TASSI DI INTERESSE ?
• dimensione dell’impresa
• redditività
Sono argomenti che si “confondono” nel tasso
applicato senza che si possa “separare”
• garanzie
• il peso della solvibilità del cliente
• l’effetto di mitigazione delle garanzie
• l’interesse per la quantità di lavoro bancario
portato dal cliente
• percezione soggettiva del rischio
• forma tecnica di erogazione
• localizzazione geografica
• settore di appartenenza
• interesse “commerciale” per il cliente
IL SALTO DI QUALITA’ RIGUARDA LA QUANTIFICAZIONE DEL
RISCHIO ED IL PRICING DEL CREDITO
Come dovrebbe essere quantificato il tasso di interesse da
applicare ad un’impresa, partendo dai costi ?
……..
Tasso base di riferimento (costo della raccolta e
costi generali)
+
……..
Costi diretti (istruttoria, controllo e revisione fido)
+
……..
=
Costo della copertura del rischio di insolvenza
Rendimento minimo per coprire i costi
5
Logica nuova per la misurazione del rischio e del suo
costo
+
Costo della copertura del rischio di insolvenza
…….
accantonamenti a copertura delle
insolvenze attese
Gli accordi
di Basilea
si
occupano
del capitale
a copertura
dei rischi
costo del capitale proprio che
funge da “cuscinetto” per assorbire
ulteriori perdite inattese
ma propongono anche una metodologia
corretta per quantificare i tassi attivi
DAL RISCHIO AL PREZZO DEL CREDITO
Rating del debitore
Forma tecnica
Forma tecnica
Rating del garante
Garanzie reali
Margine disponibile
In che percentuale
di casi si rischia
una perdita ?
livello dei
tassi
Quale percentuale
si perderà in caso di
default ?
Accant. a ris.
CAPITALE
Su quale
esposizione
effettiva ?
costi operativi
costo
redditività di
cliente
PREZZO
politica
commerciale
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Dal rating ai tassi attivi
Un approccio semplificato al pricing è basato sulla seguente
formula:
z
ip =
Tdeb x (1 – Pinatt%) + Tcap x Pinatt% + Patt% + CO%
---------------------------------------------------------------------------------(1 – Patt%)
Tdeb = il costo dei fondi raccolti con l’indebitamento
Patt% = la percentuale di perdite attese per ogni euro di prestito, pari al
prodotto di PD per EAD per LGD,
Tcap = il costo del capitale proprio, pari al tasso-obiettivo di
remunerazione degli azionisti
Pinatt% = la percentuale di perdite inattese per ogni euro di prestito,
corrispondente alla dotazione di capitale azionario necessaria per
fronteggiare le perdite non imputate a conto economico
CO% = i costi operativi da imputare pro quota all’operazione di prestito
secondo le indicazioni della contabilità analitica
z
z
z
z
z
Dal rating ai tassi attivi
z
La formula pone:
z
Al numeratore i costi da recuperare:
z
Costo della raccolta di ogni euro prestato:
z
z
z
z
z
a titolo di capitale (Tcap) = perdita inattesa
a titolo di debito (Tdeb) = finanziamento al netto della
perdita attesa
Perdita attesa
Costi operativi
Al denominatore la quota del prestito che
non si traduce in perdita attesa
(importo sul quale deve maturare il tasso richiesto)
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Dal rating ai tassi attivi
Esempio: qual è il tasso che remunera adeguatamente?
z
z
z
z
z
z
z
z
Prestito ad un’impresa
tasso di insolvenza atteso pari al 3%
valore di LGD pari al 45%
la percentuale di perdita attesa (PD x EAD x LGD) per ogni euro prestato è pertanto
pari a 1,35%
la perdita inattesa comporta un assorbimento di capitale per il 7% di ogni euro
prestato;
il costo del capitale di debito è pari al 5%
il costo del capitale azionario è pari al 12%
ad ogni euro di prestito è imputabile una quota di costi operativi pari allo 0,25%
Il tasso attivo è quantificabile nel seguente modo:
(0,05 x 0,93) + (0,12 x 0,07) + 0,0135 + 0,0025
ip = ------------------------------------------------------------------- = 7,19%
0,9865
Fig. 2.1: il rating nella struttura del processo di analisi del rischio creditizio secondo Basilea 2
Le aree di analisi
Le variabili
Analisi competitiva: qualità del settore, fattori
di successo, strategia, posizionamento ecc.
Analisi dell’impresa
Analisi di bilancio storica e prospettica:
redditività, solidità, cash flow ecc.
Analisi delle relazioni
creditizie
RATING
PD
Analisi andamentale: sconfinamenti, utilizzo
linee di credito, insoluti, Centrale rischi ecc.
EAD
Forma tecnica
del finanziamento
M
Analisi delle
garanzie
LGD
Sintesi del rischio
Requisito di capitale
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LE DOMANDE
z
Ci sono prospettive che possono far pensare
ad una salto di qualità nel rapporto con le
banche ?
• Cosa fare per prendere il vento dalla parte giusta ?
Rapporto banca - PMI
Pricing
Ruolo delle garanzie
Intensità di relazione
Ruolo dei Confidi
Le condizioni di pricing basate sul rating non
sono, in prima istanza, penalizzanti,
considerando il rating medio delle PMI italiane
che si colloca in area BB
Solo verso i prenditori con i rating peggiori la
curva di prezzo salirà, ma sarà modificabile
grazie al riconoscimento delle garanzie
concesse
Sarà enfatizzato il ruolo delle banche nel
proporre alle imprese strumenti per affrontare i
mercati finanziari e per ottimizzare la
composizione delle fonti di finanziamento
Per l’ottenimento di tassi più favorevoli
potrebbero svolgere un ruolo determinante i
Confidi, sempreché mettano in atto una serie di
interventi correttivi
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Evoluzione attesa nel rapporto banca - impresa
DA
A
z
Numero elevato relazioni
bancarie (pluriaffidamento)
z
Minor numero di relazioni
“qualificate”
z
Valutazione empirica/ poco
trasparente imprese clienti
z
Sistema obiettivo di
valutazione (rating)
z
Pricing soggettivo e poco
correlato al rischio
z
Pricing più oggettivamente
legato al rischio effettivo
z
Richiesta di garanzie
sostitutive della valutazione
dell’impresa
z
Corretta valorizzazione delle
garanzie
z
Redazione del bilancio a fini
meramente civilistici e
fiscali
z
Arricchimento del contenuto
dell’informativa di bilancio e
di report gestionali
COSA POSSONO FARE LE IMPRESE ?
z
z
z
z
z
z
z
Richiedere l’esplicitazione del rating e individuare, con la banca, i
punti di debolezza
Effettuare analisi di sensitività dei dati che più influenzano il rating per
verificare eventuali linee di intervento
Avviare un programma aziendale orientato al rispetto e/o
miglioramento continuo dei parametri “sensibili”
Aumentare il peso delle valutazioni di natura finanziaria rispetto a
quelle, fino ad ora prevalenti, di natura fiscale
Analizzare i risvolti finanziari prospettici dei programmi dell’impresa e
pianificare le scelte finanziarie
Verificare quali informazioni sono apprezzate dalla banca ed
attrezzarsi per la produzione sistematica
Scegliere la banca in funzione del metodo utilizzato e del rating
attribuito
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In sintesi:
• ove possibile, occorre sviluppare “all’interno” le competenze
tipiche della “Direzione Finanziaria d’Impresa”
• oppure, per quanto possibile, occorre puntare sull’outsourcing
di specifiche competenze finanziarie (associazioni di categoria,
confidi, professionisti)
COSA POSSONO FARE LE IMPRESE ?
IN SINTESI
BASILEA 2 PREMIERA’ LE IMPRESE CHE
MEGLIO SAPRANNO ESTRARRE
COMPETITIVITA’ DALL’AREA FINANZA
DEDICANDO ADEGUATE
PROFESSIONALITA’
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Fig. 2.4: un modello semplificato per l’analisi degli equilibri gestionali in ottica finanziaria
Quanto capitale, e
come, è investito ?
Quanto debito tra la
fonti ?
Quanto rende il capitale
investito e quanto costa
il debito ?
Quanta liquidità
produce il CI e
quanta ne richiede il
servizio del debito ?
Capitale fisso
Mezzi propri
Capitale
circolante netto
Debiti
finanziari
CAPITALE
INVESTITO
FONTI
Ricavi
Oneri finanziari
Costi operativi
Utile netto
REDDITO
OPERATIVO
REMUNERAZ.
DELLE FONTI
Reddito
operativo
Flusso di cap.le
circolante gc
Ammortamenti
e imposte
Variaz. capitale
circolante
FLUSSO DI
CAP. CIRC. gc
FLUSSO DI
CASSA gc
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