X - Dipartimento di Economia e Diritto
Transcript
X - Dipartimento di Economia e Diritto
Lezione 19. La gestione della politica monetaria in periodi “ordinari” Stabilire la politica ottimale della BC per conseguire gli obiettivi desiderati e per limitare gli effetti (ciclici) di shock esogeni. Teoria classica: i policy maker conoscono (probabilisticamente) il sistema economico; struttura (parametri del modello) invariante all’intervento; risposte a variazioni degli strumenti di policy prevedibili; inefficacia o dannosità della politica monetaria può derivare soltanto dal verificarsi di shock imprevedibili; se gli operatori pubblici sono razionali e informati, gli effetti degli strumenti sugli obiettivi sono noti e gli interventi in media corretti. Contesto statico: la variazione degli strumenti determina l’immediato conseguimento dei traguardi. Problema con obiettivi flessibili: individuare gli strumenti che massimizzano la funzione obiettivo (di costo) delle Autorità sotto il vincolo rappresentato dal modello dell’economia. Contesto dinamico: individuare il valore ottimo da assegnare agli strumenti in tutti i periodi compresi nell’intervallo di tempo considerato dall’azione di policy. G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2011‐12; Lezione 19 Pagina 1 Esempio. BC persegue 2 obiettivi: livello di reddito yT e tasso di inflazione p& T . Se il “costo” dipende dallo scarto tra quanto perseguito e quanto si realizza (y e p& ), la “funzione di costo” può essere espressa in modo quadratico (il costo aumenta più rapidamente degli scarti tra valori realizzati e desiderati): ( ) + β ( p& − p& ) T 2 LBC = b y − y T 2 b e β: preferenze della BC per l’obiettivo dell’output e per quello di inflazione • quanto più alto è b tanto maggiore è l’attenzione della BC alle condizioni di produzione e occupazione; • quanto più alto è β tanto più alta è l’attenzione per l’inflazione: • se β = 0, BC si interessa solo del reddito; • se b = 0 è BC si interessa solo dell’inflazione. G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2011‐12; Lezione 19 Pagina 2 Caso β = b Decisioni BC vincolate dal funzionamento dell’economia: relazione che lega il livello del reddito al livello dei prezzi. al crescere dell’output/occupazione, maggiori salari e prezzi: Curva di Phillips Curve di isocosto: circonferenze centrate sull’origine. [Se peso diverso, elissi: stesso costo con uno scarto minore di una variabile o con uno maggiore dell’altra] Bliss point: costo minimo; qualunque scostamento comporta una perdita di benessere; quanto più ci si allontana dall’origine, tanto più il costo aumenta: curve più esterne riflettono costi maggiori. G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2011‐12; Lezione 19 Pagina 3 PC ricavata dall’esperienza passata sul comportamento di soggetti privati che reagiscono in maniera ottimale alla variazione degli strumenti; BC ritiene che gli agenti privati continuino a comportarsi come hanno sempre fatto. BC determina l’offerta di moneta in modo da minimizzare il costo LBC soggetto al vincolo PC; politica monetaria determina la domanda aggregata che permette di raggiungere scarti x* e p* (curva di isocosto più vicina possibile all’origine). I valori ottimali degli strumenti sono definiti da una regola di feed-back, ossia si ricavano dai valori odierni delle variabili obiettivo. ¾La politica ottimale è contingente: l’azione di controllo viene modificata in ogni periodo; la regola flessibile coincide con una regola costante soltanto quando i valori delle variabili obiettivo rimangono costanti: le azioni future di policy non hanno alcun effetto sul comportamento odierno dei privati e quindi non influenzano né la curva PC, né i traguardi della politica monetaria. G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2011‐12; Lezione 19 Pagina 4 Critica di Lucas Gli agenti razionali decidono i comportamenti odierni sulla base di tutte le informazioni disponibili, anche quelle riguardanti eventi futuri (comportamento forward looking), incluse le decisioni della BC. Gli agenti modificano le loro scelte al variare della regola di policy: modificazioni strutturali nelle equazioni di comportamento del modello (cambiano i parametri della curva PC). Il vincolo non è indipendente dalle decisioni di BC. Hp che i parametri dell’economia rimangano costanti porta a politiche subottimali perché il vincolo sotto il quale essa minimizza la sua funzione obiettivo non è una corretta specificazione dell’economia: i parametri sintetizzano il comportamento ottimale passato dei privati, non quello presente. G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2011‐12; Lezione 19 Pagina 5 Incoerenza temporale Una politica ottima deve massimizzare la funzione obiettivo all’inizio dell’orizzonte temporale su cui si estende l’intervento di policy, tenendo conto delle decisioni degli agenti privati in ogni periodo di quell’orizzonte. Una politica stabilita all’inizio dell’orizzonte di policy per ogni periodo futuro è temporalmente coerente se le Autorità non hanno vantaggio a modificarla in un periodo successivo (non conviene modificare il valore degli strumenti stabiliti all’inizio dell’orizzonte temporale: la politica prescelta è coerente nel tempo). Se gli agenti formano aspettative forward looking, le decisioni ottime dell’Autorità sono in genere ottimali ma temporalmente incoerenti, oppure temporalmente coerenti ma sub-ottimali. Incoerenza temporale: critica ancora più rilevante di quella di Lucas alla teoria classica e fondamento in favore dell’adozione di regole fisse. G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2011‐12; Lezione 19 Pagina 6 BC min funzione con argomenti ( p& ) e (u), espressi come scarti rispetto a valori desiderati: tasso di inflazione nullo e tasso di disoccupazione ( u ) minore di quello naturale (un). Pesi identici. Circonferenze nello spazio ( p& , u) che insistono sul punto (0, u ) 2 LBC = (u − u ) + p& 2 Vincolo: curva di Phillips aumentata per le aspettative p&t = p& ie − b(ut − un ) Aspettative razionali e mercati concorrenziali: u = u n , a meno di azione di politica monetaria inattesa. PC derivata dalla curva di offerta aggregata di Lucas: ( ut = a( p& ie − p& t ) + un con b = 1/a). Se p > pe ut diminuisce e N aumenta. X0 quando p& ie = 0 : per maggiori attese di inflazione, X si sposta verso l’alto. G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2011‐12; Lezione 19 Pagina 7 BC si muove lungo le X per raggiungere la curva di isocosto più vicina a (0, u ). Punto iniziale A. Equilibrio deve trovarsi lungo l’asse delle ordinate (possibili valori attribuibili dagli agenti privati alla variabile da essi controllata), dove u = un. Miglior risultato per BC, dato il vincolo: origine (punto O). Se BC dichiara p& t = 0 gli agenti (conoscono la funzione obiettivo) non fissano p& ie = 0 (non spostano X2 in X0) perché sanno che, nel periodo successivo, le Autorità espanderebbero, lungo X0, fino a B (un aumento inatteso dei prezzi riduce il salario reale, aumenta l’occupazione e riduce la disoccupazione). Comportamento razionale sposta la PC in X1 che è tangente alla curva di isocosto nel punto E, appartenente all’asse delle ordinate. Solo E è un equilibrio, perché ad esso è associata una politica credibile: le Autorità non hanno incentivo ad attuare politiche inflazionistiche che facciano deviare u da un perché sperimenterebbero un costo più elevato. Ma è sub-ottimale perché in O si ha un, ma minore inflazione. G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2011‐12; Lezione 19 Pagina 8 Soluzioni (1) Precommitment (“legarsi le mani”) attraverso vincoli “istituzionali” (regimi di inflation targeting, o attribuzione di priorità all’obiettivo di inflazione, come prescrive lo statuto della BCE), in modo da convincere i privati della persistenza del sistema in O. (2) Creazione di reputazione non inflazionistica che contrasta la tentazione di deviare dall’annuncio (≠ tra costo atteso con adozione della regola e quello associato all’annuncio/deviazione) e attribuisce credibilità a BC. Se p& ie = 0 , BC “tentata” di rinnegare l’impegno e spostarsi da O a B. Se ciò accade, perdita di reputazione e future perdite di utilità perché i privati non crederanno più agli annunci e fisseranno per un certo numero di periodi p& ie > 0 . Se costi futuri associati alla perdita della reputazione (derivanti da una punizione inflitta dai privati) maggiori dei vantaggi che si otterrebbero dal deviare (tentazione): Autorità non deviano dalla regola annunciata; la regola di politica economica è credibile e quindi sostenibile in equilibrio. G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2011‐12; Lezione 19 Pagina 9 Comportamento BC descritto da una regola di politica monetaria che specifica il modo in cui uno strumento di politica monetaria deve essere manovrato al variare delle variabili economiche rilevanti: funzione di reazione che mette in relazione le variabili osservate con il valore degli strumenti. Regola di Taylor (1993): consente di eliminare i problemi di incoerenza temporale attraverso l’assunzione di un impegno pubblicamente annunciato e conseguente aumento di credibilità della Banca centrale. Obiettivo operativo: tasso di interesse nominale corrente a breve termine, iM. ( ) ( ) iMt = θ + g p& p& t − p& T + g y yt − yT ( p& t − p& T ) è l’inflation gap; (y t ) è l’output gap, deviazione dal potenziale yT = r * + p& t* : valore che i Mt deve assumere quando p& = p& − yT T (espressi in logaritmi); θ = iM t e yt = y T ; r* è il tasso di interesse reale di equilibrio; g p& e g y sono i pesi assegnati all’inflation gap e all’output gap (nella versione originale, entrambi = 0,5); g y = 0 se il controllo dell’inflazione è l’unico obiettivo di BC. * G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2011‐12; Lezione 19 Pagina 10 Evidenza empirica: ipotizzando un target di inflazione pari al 2% (e il tasso di inflazione calcolato rispetto all’anno precedente), la regola Taylor descrive in modo soddisfacente la politica monetaria adottata dalla Riserva Federale statunitense nel periodo 1987-92, riflessa nell’andamento del federal funds rate. Possibili modifiche della regola: • θ = iMt-1: aggiustamento del tasso nel tempo; • sostituire p& t con l’aspettativa forward looking riferita a un orizzonte temporale k, p& te+k : si considera il ritardo che intercorre tra la manovra monetaria e il suo impatto sull’inflazione; • tenere in considerazione il tasso di cambio, aggiungendo lo scarto tra il tasso di cambio corrente e quello desiderato (o del periodo precedente). “Principio di Taylor”: se g p& > 1 , iMt stabilizza l’inflazione in modo tanto più veloce quanto maggiore è g p& : in presenza di un inflation gap positivo, BC aumenta iMt in maniera aggressiva. Se g p& < 1 , il tasso si muove in modo da “accomodare”, in parte, la dinamica inflazionistica. Ragionamenti analoghi per gy . G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2011‐12; Lezione 19 Pagina 11 Critica: difficoltà di stimare yT e r*, in quanto non-osservabili: possibilità che una politica monetaria capace di conseguire il target di inflazione generi una eccessiva volatilità nell’inflazione, oltre che nell’output, perché rende lo stato corrente dell’economia particolarmente sensibile al cambiamento delle aspettative, mentre rimangono incerte le reazioni del sistema a shock esogeni. La regola di Taylor può essere utilizzata per dimostrare la superiorità di un regime di inflation targeting. Curva di Phillips aumentata per le aspettative p& = p& e + αx espressa in termini di output gap x dato in termini percentuali e in relazione all’output naturale yn ⎛ y − yn ⎞ ⎟⎟ . ⎜⎜ x = yn ⎠ ⎝ PC crescente in x (decrescente al tasso di disoccupazione); l’intercetta è il tasso di inflazione atteso. Condotta della politica monetaria, specificata dalle preferenze di BC sul trade-off tra variabilità dell’output gap e dell’inflazione: 2 min LBC = bx2 + β ( p& − p& T ) G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2011‐12; Lezione 19 Pagina 12 Per min costi, BC uguaglia benefici marginali e costi marginali. Gli effetti marginali sulla funzione di costo prodotti da variazioni infinitesime dei suoi argomenti sono proporzionali alla deviazione dell’inflazione dall’obiettivo, e alla deviazione dell’output gap da zero: ( ) T 2 LBC = bx + β p& − p& 2 ∂LBC = 2β p& − p& T T ∂ p& − p& ( ) ( ∂LBC = 2bx ∂x ) ¾ Variazione Δx genera un costo pari a 2bxΔx. Se x > 0 Δx genera un costo positivo: si allontana dalla posizione desiderata; se x < 0 si ha un costo negativo, ossia un beneficio. ¾ Dato p& = p& e + αx , Δx comporta una variazione del tasso di inflazione pari ad T αΔx, il cui costo per BC è 2β ( p& − p& )αΔx . ¾ Uguaglianza tra benefici e costi marginali => relazione tra i valori dei due obiettivi che min il costo dell’azione monetaria: 2bxΔx + 2βα ( p& − p& T )Δx = 0 x=− αβ b ( p& − p& ) T Ponendo γ= G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2011‐12; Lezione 19 b αβ => p& = p& T − γx Pagina 13 Monetary policy rule (MPR) p& = p& T − γx L’intercetta è il target di inflazione La pendenza γ= b αβ (importanza relativa dei due obiettivi) rende esplicite le preferenze di BC Se aumenta l’importanza dell’output gap, b aumenta e lo stesso avviene alla pendenza della MPR. Se aumenta l’importanza dell’obiettivo inflazionistico, β aumenta e la pendenza della MPR diminuisce. G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2011‐12; Lezione 19 Pagina 14 Incrocio tra PC e MPR : output gap e inflazione di equilibrio. MPR: combinazioni ottime di inflazione e x per BC; min della funzione di costo sotto il vincolo della PC => sceglie E0: beneficio marginale di aumentare x verso zero pari al costo marginale dell’inflazione derivante dall’aumento dell’output. In corrispondenza di x0 e p& 0 si ha equilibrio tra la domanda di inflazione da parte degli agenti privati e offerta di inflazione della BC. G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2011‐12; Lezione 19 Pagina 15 Curva IS: lega l’output gap al tasso di interesse reale (tasso nominale i, determinato dalla BC attraverso il tasso iM e al tasso di inflazione atteso): ( y / yn = y0 / yn − δ i − p& e ) (i) y0 : output quando il tasso reale è zero (tasso nominale uguale a inflazione attesa). rs = ( y0 − yn ) / δyn : tasso reale nell’equilibrio di lungo periodo (y = yn), o stabilization rate; domanda aggregata pari all’output naturale; inflazione, effettiva e attesa, stabilizzata ad un valore pari all’obiettivo della BC. Se x0 = ( y0 − yn ) / yn = δrs e si sottrae 1 da entrambi i lati della (i): x = x0 − δ (i − p& e ) o anche: ( x = −δ i − p& e − rs => se ( r0 = i − p& e ) > rs ) (ii) => output < di quello naturale (x < 0). Meccanismo di trasmissione della politica monetaria: variazioni del tasso di interesse influenzano l’attività economica e l’inflazione attraverso la domanda aggregata (effetti sugli investimenti e sui consumi). G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2011‐12; Lezione 19 Pagina 16 Determinazione del tasso di interesse nominale fissato dalla BC: ⎧⎪ p& = p& e + αx ⎨ ⎪⎩ p& = p& T − γx ⇒ p& T − p& e x= α +γ Valore di x determinato da intersezione tra PC e MPR Sostituendo nella (ii): x = −δ (i − p& e − rs ) p& T − p& e = −δ i − p& e − rs α +γ ( ) da cui ⎡ ⎤ T p& T − p& e 1 i = rs + p& − = i T − ⎢1 + p& − p& e ⎥ δ (α + γ ) ⎣ δ (α + γ ) ⎦ e ( ) dove i T = p& T + rs è il tasso di interesse nominale nell’equilibrio di lungo periodo. Regola: BC aumenta i rispetto al valore naturale iT quando le aspettative di inflazione sono maggiori dell’obiettivo; farlo con decisione (il coefficiente è maggiore di 1), per aumentare il tasso reale i − p& e e contrarre l’output; l’inflazione effettiva e quella attesa diminuiscono via curva di Phillips. Il tasso nominale viene adeguato ad ogni variazione nella stima del tasso reale di lungo periodo. G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2011‐12; Lezione 19 Pagina 17 La (ii) x = −δ (i − p& e − rs ) può essere riscritta come: i = rs + p& e − x δ 1 T e T utilizzando la MPR p& = p& − γx otteniamo: i = rs + p& + γδ ( p& − p& ) La regola di Taylor è una regola ottima: i coefficienti dipendono dalle preferenze di BC (espresse dal parametro γ). Un cambiamento negli obiettivi modifica la condotta delle Autorità monetarie. NOTA. L’adozione di una regola sul tasso di interesse rende la LM ridondante: il mercato monetario è sempre in equilibrio poiché l’offerta di moneta viene continuamente adattata al fine di ottenere il tasso di interesse desiderato [esiste una LM “ombra”, perfettamente orizzontale che interseca la IS in corrispondenza del tasso di interesse scelto da BC, che compensa con variazioni dell’offerta di moneta qualsiasi shock sulla domanda di moneta]. G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2011‐12; Lezione 19 Pagina 18 L’inflation targeting porta l’economia all’equilibrio desiderato E0 (quadrante in basso): equilibrio di breve periodo: r0 > rs ; x < 0 (per la ii) e inflazione positiva ma < di attesa (intercetta PC0). Gli agenti riducono le aspettative di inflazione; PC0 in basso; il minor valore di p& per ogni x ↓il costo marginale dell’inflazione e induce BC ad atteggiamento espansivo; l’inflazione attesa (intercetta PC0) > di obiettivo (intercetta della MPR0) e BC riduce il tasso di interesse. G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2011‐12; Lezione 19 Domanda aggregata aumenta lungo IS fino a intersezione tra PC1 e MPR0 => equilibrio di lungo periodo E: output naturale e inflazione effettiva = a quella attesa = a obiettivo BC. Pagina 19 ¾ Se BC riduce l’obiettivo di inflazione: MPR0 in MPR2 ed equilibrio in E1, con minore inflazione e x < xn; PC impone di creare recessione per ridurre inflazione: p& < p& e ; aspettative diminuiscono; si raggiunge PC2 e E2 con pieno impiego ma inflazione più bassa. ¾ Se BC fissa obiettivo di inflazione nulla: stesso processo con MPR che si sposta verso il basso a sinistra, fino ad intersecare l’asse delle ascisse nell’origine. L’azione sui tassi riesce a condurre l’economia in un punto con inflazione minore e un output gap nullo. Ciò è dovuto a: • Forma della curva di Phillips; • Ipotesi aspettative razionali. Se gli agenti, che conoscono il modello usato dalla BC possono calcolare il valore dell’inflazione nell’equilibrio di lungo periodo (l’aspettativa razionale dell’inflazione corrisponde al target della BC), spostano immediatamente la PC nella sua posizione finale (in PC1 nel primo equilibrio, in PC2 nel secondo). Da ciò l’assunto che l’inflation targeting avrebbe richiesto “brevi” recessioni per piegare l’inflazione, ma … non è stato così. G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2011‐12; Lezione 19 Pagina 20 Critica: non si evidenzia il “fatto stilizzato” delle economie contemporanee della persistenza dell’inflazione nel tempo. Soluzioni. Ipotizzare che: - la politica monetaria impieghi tempo per influenzare l’output e che questo impieghi altro tempo per influenzare l’inflazione; - l’inflazione attesa dipenda, oltre che da x, anche dall’inflazione passata perché le aspettative sono formate in modo adattivo, o perché la disponibilità dell’informazione è imperfetta per agenti dotati di aspettative razionali, o per presenza di shock inflazionistici esogeni (cost push shocks), il cui effetto si prolunga nel tempo, anche se via via si smorza. G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2011‐12; Lezione 19 Pagina 21 Reazioni della Banca centrale agli shock Shock negativo di offerta: PC0 di bp si sposta in PC1. Se BC pesa molto x relativamente a inflazione (b > β), MPRh ha pendenza γ= b αβ più elevata di MPRl, in cui x pesa poco. Riduzione minore di x rispetto a xn (piccolo aumento da rs a rh) e aumento maggiore inflazione, G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2011‐12; Lezione 19 Al crescere della pendenza diminuisce Δxn e aumenta quella dell’inflazione: stabilizzarla richiede maggiore variabilità nell’attività economica, e viceversa. Pagina 22 Shock domanda: ↑ (x e) p& sopra target; la sua persistenza richiede (temporaneamente) x < xn G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2011‐12; Lezione 19 E: tasso di inflazione 2% e x = 0. Shock di domanda: + ottimismo dei privati: IS1. A rs0 corrisponde x1> 0 e B su PC0: ↑ p& a 4%. Se aspettative reagiscono ai valori passati di p& effettiva, ↑ x sposta PC0 in PC1: BC sceglie E1 su PC1 e fissa r1. Aggiustamento lungo MPR fino ad A. Sulla IS1: rs1 più elevato stabilizza p& (effettiva e attesa) all’obiettivo 2%, e garantisce x = 0. ¾shock permanente: IS rimane a IS1 e da rs0 a rs1. ¾shock temporaneo: IS0 a IS1 per un solo periodo; poi torna a IS0; con rs1 si ha x < 0 che costringe BC a ritornare a rs0. Pagina 23 BC deve prevedere correttamente lo shock, la sua persistenza e il suo effetto su p& ; considerare i ritardi della sua azione (tempo necessario affinché i influenzi x e questo p& ); forward looking e utilizzare tutta l’informazione disponibile. Con persistenza di p& il tasso di interesse influenza immediatamente l’output: l’economia non si muove dal punto E/A (che coincidono) nella parte inferiore del grafico, ma si sposta da E ad A nella parte superiore dove è rappresentata la IS. La reattività di i a p& porta l’output al di sotto del valore di equilibrio. + rilevanti sono i ritardi, + lento è il processo che porta da un equilibrio all’altro e + lunghi sono i periodi di restrizione monetaria e disoccupazione elevata. BC deve conoscere il modello e disporre di adeguati strumenti: per avere effetto celere sull’output, la manovra di H, dei tassi di policy e della Rob deve influenzare correttamente e rapidamente i tassi rilevanti per l’equilibrio nel mercato dei beni. Serve collegamento efficace tra obiettivi operativi e finali. Il mancato soddisfacimento di ciò spiega perché le BC di diversi paesi adottano differenti “regimi” di politica monetaria. G. Ciccarone, Economia e Politica Monetaria a.a. 2011‐12; Lezione 19 Pagina 24