Migrazione dei dati assistita con EMC VPLEX

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Migrazione dei dati assistita con EMC VPLEX
Migrazione dei dati di storage
senza interruzioni:
eventi pianificati con EMC VPLEX
Best practice di pianificazione
Riepilogo
In questo white paper vengono discusse le best practice da utilizzare con EMC® VPLEX™ in caso di
migrazione dei dati di storage in blocco, per scopi di aggiornamento tecnologico o di avvicendamento hardware,
oppure nel caso in cui la mobilità senza interruzione dei dati sia una modifica imposta dai requisiti di
availaibility e delle prestazioni.
Maggio 2010
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P/N h7065
Migrazione dei dati di storage senza interruzioni: eventi pianificati con EMC VPLEX
Best practice di pianificazione
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Sommario
In sintesi .............................................................................................................. 4
Il problema della migrazione dei dati ........................................................................................... 5
Introduzione ........................................................................................................ 5
Destinatari .................................................................................................................................... 5
Aggiornamento tecnologico .............................................................................. 5
EMC VPLEX................................................................................................................................. 6
Architettura di clustering di EMC VPLEX ................................................................................. 8
Migrazione dei dati assistita con EMC VPLEX ............................................... 10
Operazione di migrazione dei dati ............................................................................................. 11
Considerazioni successive alla migrazione ............................................................................... 17
Altre considerazioni.......................................................................................... 17
Conclusioni ....................................................................................................... 18
Bibliografia ........................................................................................................ 18
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Best practice di pianificazione
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In sintesi
I clienti richiedono livelli di servizio sempre più elevati, cercando al contempo di ridurre il più possibile
costi operativi e di capitale. Per soddisfare tali requisiti, in costante evoluzione, i data center devono
adeguarsi ai continui rinnovamenti tecnologici. Negli ultimi anni, il consolidamento dei server e delle
risorse di storage si è rivelato utile per ridurre i costi, migliorare l‘utilizzo e fornire maggiore flessibilità.
La sfida maggiore consiste nel riuscire a trarre vantaggio dalle nuove tecnologie senza compromettere il
livello di servizio offerto agli utenti.
Il termine cloud viene spesso impiegato per indicare infrastrutture IT fluide e dinamiche. Il cloud può
essere definito come la dissociazione dall‘infrastruttura fisica dei servizi IT forniti agli utenti. Si può
parlare di un‘istanza cloud quando i server vengono virtualizzati e i servizi ottimizzati su tutti i
server nell‘ambiente, connessi allo storage appropriato e quando sono accessibili da qualsiasi punto
dell‘infrastruttura IT. Per cloud si intende anche un ambiente in cui i servizi possono essere ricollocati
agevolmente in funzione delle esigenze. Nella Figura 1 viene illustrata un‘infrastruttura di private cloud in
cui gli utenti e i servizi forniti dall‘IT sono associati in modo duttile e in cui le relazioni tra servizi,
elaborazione e storage sono dinamiche e flessibili.
Figura 1. Servizi IT forniti da qualsiasi server, connesso a qualsiasi storage, ovunque
La tecnologia odierna consente di creare un‘infrastruttura IT simile al cloud. EMC, leader del settore nello
storage di classe enterprise, ha recentemente lanciato EMC® VPLEX™, una soluzione che offre local
federation e distributed federation dello storage, consentendo l‘accesso completo in lettura e scrittura
alle LUN e lo spostamento trasparente dei dati all‘interno di un data center e da un data center all‘altro.
Inoltre, la storage federation di VPLEX permette l‘integrazione ottimale di nuove tecnologie come
Symmetrix® VMAX™ con Enginuity™ o con gli storage array CLARiiON® senza compromissione
dei livelli di servizio forniti agli utenti dalle applicazioni critiche.
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Il problema della migrazione dei dati
Per un professionista dello storage uno dei maggiori problemi da affrontare, se non il più critico, è la
migrazione dei dati. Spesso la migrazione dei dati è necessaria durante le operazioni di aggiornamento
della tecnologia in uso, in cui sistemi di storage come Symmetrix VMAX sostituiscono le soluzioni di
storage precedenti.
La ricollocazione dei dati può essere necessaria anche per spostare i dati tra livelli di storage che risiedono
su sistemi di storage differenti, in base alla variazione dei requisiti relativi a prestazioni e availability.
Durante il ciclo di vita delle informazioni, i dati possono assumere per l‘organizzazione un valore
differente e il cambiamento dei requisiti di availability e prestazioni può renderne necessario lo
spostamento a livelli di storage superiori o inferiori. Ad esempio, quando un‘applicazione viene sviluppata
le prestazioni e l‘availability non sono critiche come nella fase di produzione, di conseguenza gli ambienti
di test e sviluppo possono utilizzare risorse di storage più economiche. Quando un‘applicazione passa in
produzione, i requisiti di disponibilità dei dati e delle prestazioni aumentano e impongono solitamente
uno spostamento dei dati su un livello superiore. Con l‘incremento della produzione, i livelli di servizio
necessari sono ancora maggiori e quindi alcuni o tutti i dati possono richiedere l‘impiego di risorse di
storage che garantiscano prestazioni del massimo livello, come quelle consentite dalle unità Flash di classe
enterprise. Se si può disporre di queste risorse di storage ad altissime prestazioni all‘interno dello stesso
sistema di storage, funzionalità come la tecnologia Virtual LUN possono essere utilizzate per spostare
i dati con facilità all‘interno dell‘array. Se invece le stesse risorse di storage sono collocate in un sistema
di storage diverso, è necessario procedere alla migrazione dei dati da un sistema all‘altro.
Sono disponibili molti strumenti diversi per semplificare lo spostamento dei dati tra sistemi di storage
differenti. Alcuni sono basati su host, come EMC Open Replicator o PPME Copy, altri sono funzionalità
integrate negli LVM (Logical Volume Manager) degli host. Anche se in alcuni casi si rivelano adeguati, si
tratta comunque di strumenti che non utilizzano le risorse dell‘host e che richiedono il coinvolgimento degli
amministratori dei server e delle applicazioni. Altri strumenti sono basati su array, come SAN Copy™ e
Open Migrator. EMC VPLEX offre una terza opzione, basata su SAN, che consente di spostare i dati senza
interruzioni da un array all‘altro e non richiede il diretto coinvolgimento dell‘host o del sistema di storage.
Introduzione
Nel presente white paper vengono discusse le best practice per l‘utilizzo di EMC VPLEX al fine di spostare
i dati senza interruzioni per consentire l‘aggiornamento tecnologico o l‘avvicendamento hardware oppure
per eseguire operazioni di migrazione dei dati senza interruzioni quale parte della gestione del ciclo di vita
delle informazioni.
Destinatari
Il white paper è destinato agli architetti di storage e agli amministratori responsabili della pianificazione
e dell‘implementazione di EMC VPLEX per la mobilità e la migrazione dei dati a scopo di aggiornamento
tecnologico. La comprensione dei concetti esposti presuppone la conoscenza generica e la dimestichezza
operativa con:
•
Sistemi di storage EMC CLARiiON e Symmetrix
•
Progettazione e funzionamento di reti SAN Fibre Channel
•
Concetti relativi a VPLEX e utilizzo della CLI per la gestione di base
Aggiornamento tecnologico
Molti data center gestiscono un processo definito evergreening che implica la sostituzione periodica
di risorse hardware e software. Tuttavia, non si tratta semplicemente della sostituzione di prodotti obsoleti
con prodotti nuovi. Oggi sono disponibili funzionalità che non esistevano quattro anni fa (quattro anni è il
tempo medio per la sostituzione delle tecnologie in uso). Attualmente si possono utilizzare funzionalità
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come lo storage ad altissime prestazioni fornito dalle unità Flash di classe enterprise, lo storage a basso
costo fornito dalle unità SATA ad elevata capacità, tecniche di gestione dell‘efficienza come il Virtual
Provisioning™ e la possibilità di impostare policy per lo spostamento dei dati tra tipi di risorse differenti,
in base alle esigenze aziendali e alle variazioni dei carichi di lavoro. L‘impiego di queste funzionalità
consente ad EMC di offrire anche ai clienti più esigenti i livelli di servizio più elevati, al costo operativo
e di capitale minimo possibile. Inoltre, è necessario il posizionamento adeguato dei data center affinché
rispondano rapidamente ai cambiamenti imposti dalle esigenze aziendali e dai cicli di sviluppo della
tecnologia, che attualmente durano mesi e non più anni.
La virtualizzazione dei server e la federazione delle risorse di storage si sono rivelate utili per raggiungere
detti obiettivi. L‘inserimento di un livello di virtualizzazione tra i sistemi operativi e l‘hardware server,
come nel caso di VMware vSphere, offre un sicuro valore aggiunto per la gestione delle risorse di
elaborazione e per la modifica dei livelli di servizio. Analogamente, la storage federation fornisce un livello
tra server e storage che consente lo spostamento dei dati tra i sistemi di storage sottostanti completamente
trasparente per l‘ambiente host. EMC ha recentemente lanciato sul mercato la nuova generazione di
prodotti di storage federation, EMC VPLEX, che forniscono local federation e distributed federation.
Il livello di federazione consente la migrazione senza difficoltà tra sistemi di storage e permette agli
amministratori di utilizzare nuove funzionalità di storage che forniscono efficienza ancora maggiore
a costo contenuto, senza compromettere i livelli di servizio per gli utenti.
EMC VPLEX
La famiglia EMC VPLEX è la soluzione di nuova generazione per la mobilità delle informazioni
e l‘accesso all‘interno, su e tra data center. Si tratta della prima piattaforma al mondo che fornisce sia
local federation che distributed federation.
La local federation consente la collaborazione trasparente degli elementi fisici all‘interno di un sito.
La distributed federation estende l‘accesso tra due siti a distanza. VPLEX è una soluzione per la
federazione sia dello storage EMC che dello storage non EMC.
EMC VPLEX introduce una nuova architettura, che integra tutta l‘esperienza acquisita da EMC in oltre
20 anni di progettazione, implementazione e perfezionamento di soluzioni di cache intelligente e di
protezione distribuita dei dati in ambienti di classe enterprise.
Basato su motori di processori scalabili e ad high availability, EMC VPLEX è progettato per poter scalare
senza problemi da configurazioni di piccole dimensioni a configurazioni di grandi dimensioni. VPLEX
risiede tra i server e le risorse di storage eterogenee e utilizza una speciale architettura di clustering che
consente ai server in più data center di avere accesso in lettura e scrittura a storage device in blocchi
condivisi. Tra le caratteristiche esclusive di questa nuova architettura vi sono:
•
Hardware clustering scalabile che consente di cominciare con una piccola implementazione iniziale
e ampliarla successivamente, con livelli di servizio prevedibili
•
Caching avanzato dei dati che utilizza cache SDRAM su vasta scala per migliorare le prestazioni
e ridurre la latenza di I/O e le contese tra array
•
Coerenza della cache distribuita per condivisione, bilanciamento e failover automatici di I/O
nel cluster
•
Vista coerente di una o più LUN sui cluster VPLEX, sia a distanza minima all‘interno del data center
sia su data center remoti in modalità sincrona, per nuovi modelli di high availability
e riposizionamento dei carichi di lavoro
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Figura 2. Capacità del sistema EMC VPLEX di eseguire la storage federation in
ambienti eterogenei
AccessAnywhere™, disponibile con VPLEX, è l‘innovativa tecnologia EMC che supporta la condivisione,
l‘accesso e il riposizionamento a distanza di una singola copia di dati. EMC GeoSynchrony™ è il sistema
operativo di VPLEX.
La famiglia VPLEX comprende due prodotti: VPLEX Local e VPLEX Metro.
•
VPLEX Local fornisce gestione semplificata e mobilità dei dati senza interruzioni tra array eterogenei.
•
VPLEX Metro fornisce mobilità e accesso ai dati tra due cluster VPLEX dislocati in data center
remoti, in modalità sincrona.
Figura 3. Soluzioni della famiglia EMC VPLEX e caratteristiche delle rispettive architetture
Grazie alla speciale architettura completamente scalabile, il caching avanzato dei dati e la coerenza della
cache distribuita del sistema VPLEX consentono massima resilienza e condivisione automatica dei carichi
di lavoro, bilanciamento e failover dei domini di storage, nonché accesso locale e remoto ai dati con livelli
di servizio prevedibili.
VPLEX Local supporta ora la local federation. VPLEX Metro fornisce funzionalità di distributed
federation ed estende l‘accesso tra due siti remoti in modalità sincrona. VPLEX Metro utilizza
AccessAnywhere per consentire la condivisione, l‘accesso e il riposizionamento a distanza di una singola
copia di dati.
L‘utilizzo congiunto di un data center virtualizzato e di EMC VPLEX consente ai clienti di risolvere
i problemi IT con metodi innovativi e introdurre al contempo nuovi modelli di elaborazione. In particolare,
i clienti saranno in grado di:
•
Spostare le applicazioni virtualizzate sui data center
•
Eseguire il bilanciamento e il riposizionamento dei carichi di lavoro tra siti
•
Aggregare data center e garantire i servizi IT in modalità “24 x forever”
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Architettura di clustering di EMC VPLEX
VPLEX utilizza una speciale architettura di clustering per consentire ai clienti di eliminare le barriere
fisiche nei data center e permettere ai server in più data center di avere accesso in lettura/scrittura a storage
device in blocchi condivisi.
Una configurazione VPLEX Local è definita da un massimo di quattro motori VPLEX, integrati in
un‘unica immagine cluster, mediante le interconnessioni complete e ridondanti delle fabric tra i motori.
Questa funzionalità di interconnessione del cluster consente di aggiungere on-line motori VPLEX,
fornendo scalabilità eccezionale sia per la configurazione VPLEX Local che per la connessione VPLEX
Metro. La connettività tra i nodi cluster di VPLEX e sulle configurazioni di VPLEX Metro è totalmente
ridondante e garantisce protezione dai single point of failure.
Un cluster VPLEX è completamente scalabile: sia mediante l‘aggiunta di più motori, sia tramite la
connessione di cluster in un sistema Metro-Plex (due cluster VPLEX Metro connessi alle distanze
supportate). VPLEX consente lo spostamento e la condivisione trasparenti dei carichi di lavoro (inclusi gli
host virtualizzati), il consolidamento dei data center e l‘ottimizzazione dell‘utilizzo delle risorse sui data
center. Inoltre, fornisce mobilità dei dati senza interruzioni, gestione dello storage eterogeneo e availability
migliorata delle applicazioni. VPLEX Metro supporta un massimo di due cluster, che possono risiedere
all‘interno dello stesso data center, in due diversi siti, entro distanze sincrone (fino a un massimo di
100 chilometri circa).
Figura 4. Local federation e distributed federation con EMC VPLEX Local e VPLEX Metro
EMC VPLEX soddisfa le aspettative dei clienti in termini di availability dello storage high-end.
L‘availability high-end è molto più di una semplice ridondanza, significa operazioni e aggiornamenti
senza interruzioni e possibilità di essere sempre on-line. EMC VPLEX fornisce:
•
AccessAnywhere, con connettività completa delle risorse sui cluster e le configurazioni di Metro-Plex
•
Opzioni di migrazione e mobilità dei dati sugli storage array eterogenei
•
Capacità di preservare funzionalità e livelli di servizio con la crescita del consolidamento
•
Controllo semplificato per il provisioning in ambienti complessi
•
Bilanciamento dinamico del carico dei dati tra risorse degli storage array.
Un cluster VPLEX è composto da uno, due o quattro motori. Il motore è responsabile della federazione
del flusso di I/O ed effettua il collegamento agli host e allo storage utilizzando connessioni Fibre Channel
per il trasporto dei dati. Un singolo cluster VPLEX è costituito da un motore con i componenti
principali seguenti:
•
Due director, che eseguono il software GeoSynchrony e si collegano a storage, host e altri director nel
cluster con connessioni Fibre Channel e gigabit Ethernet
•
Un alimentatore SPS (Standby Power Supply), che fornisce alimentazione di emergenza per supportare
il motore in caso di interruzioni di corrente temporanee
•
Due moduli di gestione, che contengono interfacce per la gestione remota di un motore VPLEX.
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Ogni cluster è costituito anche di:
•
Un management server, che gestisce il cluster e fornisce un‘interfaccia da una stazione di
gestione remota
•
Un cabinet EMC 40U standard che contiene tutte le apparecchiature del cluster
In aggiunta, i cluster che contengono più di un motore sono dotati anche di:
•
Una coppia di switch Fibre Channel utilizzata per le comunicazione da un director all‘altro, tra
diversi motori
•
Una coppia di alimentatori universali che fornisce alimentazione di emergenza agli switch Fibre
Channel e consente al sistema di superare le interruzioni di corrente temporanee
VPLEX è logicamente simile ad altri sistemi di storage, con porte front-end che si connettono all‘host e
porte back-end che si connettono ai sistemi di storage. Dello storage presentato al back-end viene effettuato
il provisioning all‘host mediante front end. Opzioni di provisionig avanzate consentono di eseguire lo
striping, il mirroring e il concatenamento dei dispositivi, in base a quanto richiesto dall‘host e dall‘ambiente
applicativo. La figura e i termini che seguono illustrano gli oggetti di configurazione utilizzati per VPLEX
e le relazioni tra essi.
•
Volumi di storage: un volume di storage è un dispositivo o una LUN su un sistema di storage
collegato che è visibile a VPLEX. La capacità disponibile su un volume di storage viene utilizzata
per creare estensioni, dispositivi e volumi virtuali.
•
Estensioni: un‘estensione è un qualsiasi sottoinsieme (anche tutti) della capacità su un volume
di storage.
•
Dispositivo: i dispositivi vengono configurati da una o più estensioni in una configurazione RAID 1,
RAID 0 o in una configurazione concatenata (RAID-C).
•
Volume virtuale: i volumi virtuali sono dispositivi di cui viene eseguito il provisioning all‘host.
•
Porte VPLEX: le porte VPLEX sono porte front-end utilizzate da un host per accedere ai volumi
virtuali. Le porte sono aggiunte quando viene creata una visualizzazione di storage per definire la
connessione tra initiator e volumi virtuali.
•
Initiator registrato: un initiator registrato è un HBA (Host Bus Adapter) che è stato identificato
su VPLEX.
•
Visualizzazione di storage: una visualizzazione di storage è un raggruppamento logico di porte,
initiator e volumi virtuali che viene eseguito per scopi di mapping e masking delle LUN. Una
visualizzazione di storage è simile agli storage group utilizzati su CLARiiON e alle visualizzazioni
masking utilizzate in Symmetrix VMAX.
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Figura 5. Oggetti di configurazione di VPLEX
Quando viene aggiunto un sistema VPLEX tra i server e i sistemi di storage, i volumi dei dati esistenti
vengono incapsulati e conservano tutti i dati precedenti. Se si utilizza VPLEX per la migrazione durante
un aggiornamento della tecnologia, i volumi di storage di origine e di destinazione vengono presentati a
VPLEX e viene creata una sessione di migrazione. Lo spostamento effettivo dei dati avviene dall‘array
di origine e tramite VPLEX raggiunge l‘array di destinazione, completamente trasparente per i server
collegati. I dispositivi di origine e di destinazione possono essere di diverso tipo per quanto concerne la
protezione RAID e appartenere a differenti livelli di storage, nonché essere costituiti da storage array EMC
e non EMC. Inoltre, il dispositivo di destinazione può avere maggiore capacità rispetto al dispositivo di
origine, consentendo le modifiche alle dimensioni del volume durante la migrazione. VPLEX supporta lo
spostamento all‘interno di un data center o tra data center locali e remoti, se VPLEX è configurato come
ambiente Metro-Plex. In una configurazione a più cluster, VPLEX consente di presentare lo stesso volume
a host che si trovano sia nel sito locale che nel sito remoto, conservando l‘ordine di scrittura originario
e la coerenza della cache. Ciò consente lo spostamento non solo dello storage, ma anche delle risorse di
elaborazione tra i data center.
VPLEX offre numerose funzionalità, tra cui il provisioning avanzato, che consente ai volumi di essere
suddivisi o aggregati, nonché di fornire capacità e prestazioni appropriate. Non è quasi mai possibile
eseguire le migrazioni in una sola volta. Con VPLEX integrato nell‘infrastruttura IT lo spostamento dei
dati tra livelli e tra data center diversi, in base alle variazioni delle esigenze aziendali e dei carichi di lavoro,
diventa semplice.
L‘interfaccia di gestione per VPLEX include una solida CLI e un‘interfaccia grafica intuitiva basata
sul web.
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Con EMC VPLEX, lo storage presentato agli host può essere spostato senza interruzioni su livelli di
storage differenti all‘interno e tra gli storage array back-end. Al fine di illustrare il processo, verrà utilizzato
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un esempio nel quale i volumi di origine per la migrazione risiedono su un sistema di storage Symmetrix,
mentre i volumi di destinazione si trovano su un array CLARiiON CX. L‘ambiente host consiste in
una coppia di ESX Server in una configurazione cluster. La Figura 6 mostra l‘ambiente utilizzato
in questo esempio.
Figura 6. Scenario di migrazione di VPLEX
Per questo esempio, il sistema VPLEX è stato installato, configurato e connesso sia agli array Symmetrix
che agli array CLARiiON. Gli ESX Server ed entrambi i sistemi di storage sono connessi alla fabric Fibre
Channel come indicato in precedenza. Poiché lo scenario utilizzato per illustrare il processo è basato su un
ambiente ESX, un processo simile verrà seguito per altri ambienti host.
Operazione di migrazione dei dati
In questo esempio, verrà avviata la migrazione dei dati sui dispositivi di origine che risiedono sul sistema
Symmetrix ai dispositivi di destinazione su CLARiiON. L‘operazione di migrazione è trasparente per gli
ESX Server e per le macchine virtuali che risiedono sui datastore.
Lo spostamento effettivo dei dati dall‘origine alla destinazione viene eseguito nel seguente modo:
• Conversione del volume di origine da una configurazione RAID 0 a una configurazione RAID 1
• Aggiunta del dispositivo di destinazione come mirror
• Sincronizzazione del mirror
• Dopo la sincronizzazione completa, promozione del dispositivo di destinazione a copia primaria
• Rimozione del dispositivo di origine per riconvertirlo in una configurazione RAID 0
Questa procedura può essere eseguita manualmente, tuttavia la best practice consigliata consiste
nell‘utilizzare la procedura di migrazione in batch che automatizza le diverse fasi.
1.
Sulla console di VPLEX, creare un piano di migrazione in batch. Un piano è un file che identifica
i dispositivi di origine e di destinazione e altri attributi. Una volta creata, alla sessione viene
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assegnato un nome. È possibile creare una sessione manualmente, generando e modificando il file
del piano, tuttavia in questo esempio verrà utilizzando il comando riportato di seguito per creare
il file del piano automaticamente. Notare che in questo esempio il carattere jolly “*” è stato
utilizzato per specificare i dispositivi di origine e di destinazione.
cd /clusters/cluster-2/devices
batch-migrate create-plan
–f Datastore* -t Target_Dev* /tmp/batch_mig_plan
Di seguito viene riportato un esempio della finestra di dialogo del comando.
Visualizzare il file creato mediante il comando di cui sopra. Il file definisce i dettagli della
sessione di migrazione e viene usato con i comandi seguenti. In una finestra principale della
console SMS, eseguire il seguente comando.
vi /tmp/batch_mig_plan
Di seguito viene riportato un esempio del file che è stato creato.
2.
Controllare il piano e quindi avviare la sessione di migrazione. Il comando check-plan
convalida il piano di migrazione. Con l‘avvio della migrazione il dispositivo di origine viene
convertito in un dispositivo RAID 1, viene aggiunto il dispositivo di destinazione come mirror e
viene avviato il processo di sincronizzazione.
batch-migrate check-plan /tmp/batch_mig_plan
batch-migrate start /tmp/batch_mig_plan
Di seguito viene riportato un esempio della finestra di dialogo del comando.
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3.
Verificare lo stato della migrazione. Il comando seguente consente di visualizzare lo stato di tutte
le sessioni di migrazione dei dispositivi attive.
cd /data-migrations/device-migrations
ll
Di seguito viene riportato un esempio della finestra di dialogo. È possibile vedere che la
migrazione è in corso e che la percentuale di completamento è pari al 7%.
Visualizzare la configurazione dei dispositivi. Si vedrà che il processo di migrazione converte il
dispositivo di origine in una configurazione RAID 1 e che aggiunge il dispositivo di destinazione
come mirror. Utilizzare il comando che segue per visualizzare la configurazione del dispositivo.
I dispositivi di origine vengono ridenominati MIGRATE_<Nome della sessione>. Notare inoltre
che lo stato del dispositivo durante la sincronizzazione viene indicato come degraded ovvero
danneggiato. È uno stato del tutto normale fino al completamento della sincronizzazione
del mirror.
cd clusters/cluster-2/devices
ll
Di seguito viene riportato un esempio della finestra di dialogo del comando.
Stabilire quanto durerà la migrazione. Eseguire il seguente comando per visualizzare i dettagli
relativi al dispositivo di origine che è stato ridenominato MIGRATE_BR0_0.
cd /cluster/cluster-2/devices/MIGRATE_BR0_0
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ll
4.
Verificare che la migrazione sia stata completata. Una volta terminata la migrazione, nella colonna
PercentageDone che mostra la percentuale di completamento verrà visualizzato 100. Eseguire il
seguente comando.
cd /data-migrations/device-migrations
ll
Di seguito viene riportato un esempio di ciò che viene visualizzato dopo il completamento della
sincronizzazione.
Visualizzare i dettagli sullo stato operativo del dispositivo. Dovrebbe essere visualizzato OK, a
indicare che i mirror RAID 1 sono sincronizzati.
cd /clusters/cluster-2/devices
ll
Di seguito viene riportato un esempio di ciò che viene visualizzato una volta completata la
sincronizzazione dei mirror.
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5.
Dopo il completamento della sincronizzazione, sarà possibile procedere al commit della sessione
di migrazione. Il seguente comando consente di eseguire il commit della migrazione.
batch-migrate commit /tmp/batch_mig
Dopo il commit, sia il dispositivo di origine che il dispositivo di destinazione saranno visibili, con
il dispositivo di destinazione associato al volume virtuale presentato al cluster ESX.
Inoltre, la sessione di migrazione viene indicata come “committed”.
cd /data-migrations/device-migrations
ll
6.
La fase successiva della migrazione in batch consiste nella pulitura, che consente di rimuovere
il dispositivo di origine sul volume di storage e di modificare lo stato dello storage device di
origine in “non richiesto”. Utilizzando l‘opzione di denominazione il volume di destinazione
assumerà il nome del volume di origine. Il comando seguente consente di eseguire la pulitura
della migrazione.
batch-migrate clean –-rename-targets /tmp/batch_mig
Nell‘esempio che segue il dispositivo di destinazione della migrazione ha assunto il nome del
dispositivo di origine e viene ora associato al dispositivo virtuale. Inoltre, il dispositivo di origine
è stato rimosso.
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Verificare che lo stato del dispositivo di origine sia ora “unclaimed”, ovvero non richiesto.
cd /clusters/cluster-2/storage-elements/storage-volumes
ll
7.
La fase finale della migrazione in batch consiste nella rimozione di tutte le informazioni relative
alla sessione di migrazione da VPLEX. Il comando che segue consente di rimuovere tutte le
informazioni sulla sessione di migrazione completata da VPLEX.
batch-migrate remove /tmp/batch_mig
Di seguito viene riportato un esempio della finestra di dialogo del comando. Le informazioni
relative alla sessione non sono più presenti.
Best practice: programmare la migrazione dei dati al di fuori degli orari di lavoro, per ridurre al minimo
l‘impatto dell‘aumentato carico di lavoro sul back-end.
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Best practice: interrompere la migrazione durante le ore dedicate alla produzione e riprenderla in orari
non lavorativi.
La migrazione dei dati è ora completata. La fase finale prevede alcune considerazioni successive
alla migrazione.
Considerazioni successive alla migrazione
Se il sistema di storage di origine non farà più parte dell‘ambiente VPLEX, può essere rimosso eseguendo
le necessarie operazioni di masking, zoning e apportando alla configurazione le modifiche del caso. Se
i dispositivi di origine verranno reimplementati per altri usi nell‘ambiente VPLEX, le procedure di seguito
indicate non saranno necessarie.
1.
Su un management server connesso al sistema Symmetrix di origine, eseguire i seguenti comandi
per rimuovere la visualizzazione masking, l‘initiator e gli storage group associati per i dispositivi
di origine.
symaccess –sid <98>
symaccess –sid <98>
symaccess –sid <98>
delete view –name zephyr32 –unmap
delete –name zephyr32 –type storage
delete –name zephyr32 –type initiator
2.
Rimuovere le aree che definiscono la connessione tra il sistema Symmetrix di origine e VPLEX
dalla configurazione dell‘area.
3.
Rimuovere i dispositivi dalla configurazione di VPLEX. Utilizzare il seguente comando per
rimuovere i dispositivi di origine dalla configurazione.
cd /clusters/cluster-2/storage-volumes
storage-volume forget
Per impedire l‘accesso ai dati, è possibile eliminare il dispositivo di origine sullo storage array di origine.
In alternativa, si può utilizzare il servizio Secure Erasure di Symmetrix per l‘eliminazione completa dei
dati dall‘array.
Altre considerazioni
In un sistema VPLEX è possibile eseguire fino a 25 sessioni di migrazione contemporaneamente. Si
possono inoltre definire e accodare per l‘esecuzione ulteriori sessioni. Dopo il completamento di una
sessione, viene avviata una sessione nella coda.
Best practice: eseguire la migrazione di un solo server o di un solo cluster alla volta.
L‘impatto sulle prestazioni durante la migrazione e la durata di una migrazione dipendono strettamente dal
carico di lavoro durante la migrazione, dalla configurazione dello storage back-end e dalle configurazioni
dei collegamenti delle reti SAN e WAN. Un elemento importante da considerare per le prestazioni è
rappresentato dalle dimensioni del trasferimento. Il valore predefinito è pari a 2 MB, ma è possibile
impostare le dimensioni su valori compresi tra 4 KB e 32 MB. Le dimensioni di trasferimento definiscono
le dimensioni di un‘area sul dispositivo di origine che viene temporaneamente bloccata, letta e quindi
scritta sulla destinazione. Se le dimensioni di trasferimento impostate sono notevoli, la migrazione sarà più
veloce ma potrebbe avere un impatto negativo sulle prestazioni front-end, soprattutto in caso di migrazione
su cluster in una configurazione Metro-Plex. Dimensioni di trasferimento più ridotte avranno un impatto
minore a livello front-end, ma impiegheranno più tempo.
Best practice: pianificare le migrazioni durante periodi con carichi di lavoro leggeri.
Migrazione dei dati di storage senza interruzioni: eventi pianificati con EMC VPLEX
Best practice di pianificazione
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Conclusioni
Il cambiamento dei requisiti è inevitabile in qualsiasi data center. EMC VPLEX fornisce funzionalità
mai prima d‘ora disponibili, aggiungendo un livello di storage federation tra il server e i sistemi di storage.
La federazione consente lo spostamento dei dati senza interruzioni tra array in base al variare dei requisiti
delle prestazioni e consente un‘integrazione ottimale della nuova tecnologia di storage per soddisfare
i requisiti più severi relativi ai livelli di servizio.
Per le procedure di migrazione delineate nel presente white paper è stato utilizzato un ambiente VMware
vSphere con Symmetrix VMAX come array di origine e un sistema CLARiiON CX3-20 come array di
destinazione. Tuttavia, è evidente che, anche se i dettagli degli specifici comandi eseguiti possono cambiare
(in base all‘ambiente), lo stesso processo può essere utilizzato con altre combinazioni di ambienti host e di
array di origine e destinazione.
Bibliografia
Per informazioni più specifiche, consultare i seguenti documenti su Powerlink:
•
EMC VPLEX CLI Guide
•
Note tecniche alle best practice per la pianificazione e l‘implementazione di EMC VPLEX
Migrazione dei dati di storage senza interruzioni: eventi pianificati con EMC VPLEX
Best practice di pianificazione
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