ANNO D - SCHEDA 2

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ANNO D - SCHEDA 2
LABORATORI
DELLA
FEDE
Giovani in cammino
verso Cristo
ANNO D
scheda 2 - 16/19 anni
APPROFONDIMENTI
Diocesi di Forlì-Bertinoro
Centro di Pastorale Giovanile
T
ES
TI M N I A NZA
O
testimoni la’ dove si vive
nella scuola e nel lavoro
IL FILM
SCOPRENDO FORRESTER
Genere:Drammatico
Regia: Gus Van Sant
Interpreti: Sean Connery (William Forrester), Rob Brown (Jamal Wallace), F.Murray Abraham (prof. Robert Crawford), Anna
Paquin (Claire Spence), Michael Pitt (Coleridge), Busta Rhymes (Terrell Wallace), Michael Nouri (dott. Spence), Richard
Easton (Matthews), Matt Damon (Sanderson), April Grace.
Nazionalità: Stati Uniti
Anno di uscita: 2001
Durata: 135’
Soggetto: Da una piazzetta del Bronx, dove giocano a pallacanestro, alcuni ragazzi di colore guardano le finestre di un
appartamento sovrastante. Lì abita sotto falso nome un misterioso individuo che da anni non esce più di casa. Un giorno uno
dei ragazzi, Jamall, accetta per sfida di andare a vedere chi c’è veramente in quella casa. Si introduce, viene scoperto, scappa
ma dimentica lì lo zainetto con libri e quaderni. Intanto un’esclusivo liceo di New York ha messo gli occhi su di lui e gli offre
una borsa di studio, soprattutto per le sue doti nella pallacanestro. Ricevuta indietro la propria roba, Jamall si accorge che sulle
cose scritte nei quaderni ci sono correzioni e giudizi. Il ragazzo, 16 anni, va nella nuova scuola, comincia gli studi e scopre che
quell’individuo é William Forrester, scrittore vincitore anni prima di un Pulitzer e poi misteriosamente scomparso. Jamal ora
torna alla carica e chiede a Forrester di aiutarlo in quelle che sono le sue grandi passioni, la scrittura e la letteratura. Il maturo
uomo accetta con un patto:niente di quello che succede deve uscire da quella casa. Jamal è contento, ma in classe ben presto
entra in conflitto con il prof. Crawford, il quale lo accusa di aver copiato testi altrui e gli suggerisce di pensare solo allo sport.
Molto incerto e confuso, Jamal chiede aiuto a Forrester, che però si nega. Minacciato di esplusione, Jamall si vede offrire la
salvezza solo se vincerà con la squadra la finale del campionato di basket. Ma toccano a lui i tiri decisivi,e li sbaglia entrambi.
Demoralizzato, Jamall aspetta con rassegnazione il giorno delle letture in classe da parte degli studenti. Inatteso però si presenta
Forrester che dichiara il proprio nome e scagiona Jamal. Quindi parte per la Scozia, suo paese natale. Quando arriva l’ultimo
annno di liceo, un avvocato anuncia a Jamal che Forrester è morto per un tumore che aveva da due anni. E gli consegna una
lettera di congedo.
Valutazione Pastorale: Film di notevole spessore, con pregi anche formali non fine a se stessi ma utili a creare ambientazioni e
atmosfere che riscattano alcuni momenti meno riusciti. Se è vero infatti che il ragazzo sembra un po’ troppo ‘acculturato’per i
suoi 16 anni e che il percorso narrativo é quello più facile che prevede “contrasti/comprensioni/ancora contrasti/ristabilimento
finale della verità”, é merito maggiore del regista saper rinnovare questo clichè e renderlo asciutto, accattivante, coinvolgente.
C’è una precisa tavolozza di valori, cui i personaggi fanno riferimento: la letteratura, come luogo di maturazione; la scrittura,
come momento creativo a servizio degli altri; l’amicizia, come occasione di rispetto reciproco e di crescita individuale. La
vocazione dello scrivere rompe l’isolamento tra le generazione e fa incontrare gioventù e vecchiaia. Allo stesso tempo lo
scrittore non è più veramente tale, se rimane chiuso nella sua torre d’avorio. Cultura e sport non sono poi terreni separati ma
possono trovare punti d’incontro. Jamal, ragazzo di colore, mette a nudo le sacche di un razzismo ormai fuori dai tempi e dalla
storia. Valori importanti e idee importanti punteggiano un film dalle forti motivazioni e di bella sostanza.
LA CANZONE
“LO STRANO PERCORSO” max pezzali
Davanti alla scuola tanta gente
otto e venti, prima campana
“e spegni quella sigaretta”
e migliaia di gambe e di occhiali
di corsa sulle scale.
Le otto e mezza tutti in piedi
il presidente, la croce e il professore
che ti legge sempre la stessa storia
sullo stesso libro, nello stesso modo,
con le stesse parole da quarant’anni di onesta professione.
Ma le domande non hanno mai avuto
una risposta chiara.
E la Divina Commedia, sempre più commedia
al punto che ancora oggi io non so
se Dante era un uomo libero, un fallito o un servo di partito.
Ma Paolo e Francesca, quelli io me li ricordo bene
perché, ditemi, chi non si è mai innamorato
di quella del primo banco,
la più carina, la più cretina,
cretino tu, che rideva sempre
proprio quando il tuo amore aveva le stesse parole,
gli stessi respiri del libro che leggevi di nascosto
sotto il banco.
Mezzogiorno, tutto scompare,
“avanti! tutti al bar”.
Dove Nietsche e Marx si davano la mano
e parlavano insieme dell’ultima festa
e del vestito nuovo, fatto apposta
e sempre di quella ragazza che filava tutti (meno che te)
e le assemblee e i cineforum i dibattiti
mai concessi allora
e le fughe vigliacche davanti al cancello
e le botte nel cortile e nel corridoio,
primi vagiti di un ‘68
ancora lungo da venire e troppo breve, da dimenticare!
E il tuo impegno che cresceva sempre più forte in te...
“Compagno di scuola, compagno di niente
ti sei salvato dal fumo delle barricate?
Compagno di scuola, compagno per niente
ti sei salvato o sei entrato in banca pure tu?
METTITI IN GIOCO!
IL SENSO DELLO STUDIO
“Non so cosa penserà il mondo di me. A me sembra di essere stato solo un fanciullo che gioca sulla riva del mare e si diverte
a trovare ogni tanto un sassolino un po’ levigato o una conchiglia un po’ più graziosa del solito, mentre il grande oceano della
verità si stende inesplorato dinanzi a me.”
Isaac Newton
“Sì come il mangiare senza voglia diventa dannoso alla salute, così lo, studio senza desiderio guasta la memoria e non ritiene
cosa che la pigli.”
Leonardo Da Vinci
“Una vita senza ricerca non mette conto d’esser vissuta”
Platone
“La vera cultura non è quella che mira a un qualche scopo, ma, come ogni ricerca di perfezione, ha il significato in se stessa.
La ricerca della “cultura”, cioè di perfezionamento intellettuale e spirituale, non è un cammino faticoso verso un qualche
fine limitato, ma un fortificante e benefico allargamento della nostra coscienza, un arricchirsi delle nostre potenzialità di vita
e di gioia. Per questo la vera cultura è insieme stimolo e appagamento, tocca sempre il traguardo ma non si ferma in nessun
luogo, è un viaggio nell’infinito, un vibrare all’unisono con l’universo, un vivere con esso fuori del tempo. Il suo scopo non è lo
sviluppo di singole facoltà o rendimenti, ma esse ci aiuta a dare un senso alla nostra vita, a interpretare il passato, ad aprirci
al futuro con coraggiosa prontezza.”
Hermann Hesse
“Esiste una passione per la comprensione proprio come esiste una passione per la musica. È una passione molto comune nei
bambini, ma che poi la maggior parte degli adulti perde. Senza di essa non ci sarebbe né la matematica né le scienza.”
Albert Einstein
“Quanto più già si conosce, tanto più bisogna ancora a apprendere. Col sapere cresce nello stesso grado il non-sapere o,
meglio, il sapere del non-sapere.”
Friedrich von Schlegel
LA MISSIONE IN PAROLE E AZIONI
LUNEDÌ 22 NOVEMBRE 2010
PRIMO GIORNO DI LICEO. Timore misto a curiosità. Mi sento grande, finalmente posso riscattarmi da tutte le immagini che
insegnanti, genitori ed ex-compagni avevano di me. Mi sembra di rinascere. La notte l’ho passata a farneticare, a sognare la
mia nuova figura di studente liceale.
Forse non hai capito! Ora sono uno studente LI-CE-A-LE, non sono più il bambino su cui ognuno faceva il suo progetto per il
futuro: “sarà medico, sarà giudice, si sposerà e avrà tre figli...” Ora sono libero e indipendente.
SECONDA SETTIMANA DI SCUOLA. Nell’intervallo giro per i corridoi; faccio la coda alle macchinette. Tutti mi guardano:
sulla fronte porto già la mia etichetta.
Ognuno di noi ne ha una: figo, bella ma scema, secchia, truzzo, sfigato, mangia uomini, socialista, cazzeggiatore...
A me è toccata forse la peggiore: CATTOLICO BIGOTTO.
Mi sento di nuovo imprigionato nel pregiudizio degli altri.
CINQUE LUNGHI ANNI passati tra i banchi di scuola: questo è stato il tempo necessario per liberarmi di quella odiosa etichetta che mi era stata attaccata dopo soli quindici giorni.
Ti chiedi come ho fatto?
Ho intuito che io, per primo, dovevo abbandonare i pregiudizi e gli stereotipi che avevo sugli altri e incominciare a guardarli
come dono. Si, hai capito bene: come dono di un Dio che mi ama. Quei volti erano parte della storia che Dio ha scritto per
me.
Sembra assurdo ma da quando ho iniziato a guardare ai miei compagni e ai miei professori per come erano, con tutti i lori pregi
e i loro difetti, senza ridurli ad una immagine pietrificata ho iniziato a sentirmi libero anche io.
Giovanni
Luca ha detto...
“Ho la fortuna di essere in una classe eterogenea..ma molte volte, sentendomi in dovere di replicare ad affermazioni e critiche
secondo me infondate o fondate su pregiudizi, non trovo persone disposte ad ascoltare..xke dopo una risposta secondo me
soddisfacente il loro atteggiamento è perfettamente uguale a prima, e non prendono in considerazione che forse esistono punti
di vista diversi e giusti almeno quanto i loro.. Quando invece si prova ad abbassarsi vicendevolmente e lasciare da parte i
pregiudizi i discorsi sono formativi x entrambe le parti..”
Anonimo ha detto...
“Non vedo che differenza c’è tra dire o non dire che uno va in chiesa...a scuola non parlo delle cose che faccio fuori...perkè
dovrei?”
Sara ha detto...
“Nella mia classe quasi tutti i miei compagni criticano Dio e la chiesa, e dicono k noi cristiani siam sl dei creduloni.1 mia
compagna si arrabbia un sacco..io penso k faccia male ad arrabbiarsi.anke xk loro san poco e niente di ciò k criticano, o se sanno
di cosa parlano è perchè hanno scelto di combattere x le loro idee..quindi così cm io rispetto qst loro scelta loro devono rispettare
la mia!quindi dì semplicemente k è 1 scelta..loro hanno dei motivi x nn essere cristiani e tu hai dei motivi x esserlo.”
Giovanni ha detto....
Con il passare del tempo ho capito sempre più che non ero chiamato a difendere un’idea ma a portare la testimonianza del mio
incontro con Cristo.
“Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa” (Lc 21,14)
Non stiamo sempre sulla difensiva ma andiamo incontro agli altri,apriamoci a loro.
RELAZIONI ARITMETICHE
Addizione: è mettere insieme, aggiungere qualcosa. È il pensare, ciò che contraddistingue l’essere umano. È un’operazione
centrale ed essenziale. Moltiplicazione: è essere per. È l’amore. L’attrazione è fondamentale, non si può credere se non si è
attratti. Ad amare s’impara anche, s’impara quale bellezza è per me – non quella che mi viene imposta da fuori per vendermi
qualche cosa. La bellezza che è anche il mio bene, quella per cui vale la pena essere per.
Divisione: è spartire, restituire, condividere. È l’agire, il passaggio dal cuore alle mani. Pensare senza agire, amare senza dirlo,
aver bisogno di amore senza chiederlo è un suicidio. È fondamentale imparare ad agire che non significa un come ma un se, se
agire. La filosofia usa il motto agitur sequitur esse che significa l’agire deriva dall’essere. L’agire è conseguenza di quello che
siamo. Molti sono persone straordinarie, ma nessuno mai lo scoprirà così come il giovane ricco del Vangelo.
Sottrarre: è togliere. Ciò che non va. È il riflettere su un’azione che va fatta dopo. Significa trasformare il negativo in positivo.
Dona l’umiltà. Quando arriva il compito in classe cosa guardi? Il voto, solo raramente gli errori. Se guardiamo quelli si finisce
per difendersi, per trovare delle scuse, anche solo con se stessi. Il mi sono confuso. No! Bisogna invece elaborare l’errore,
chiedere perdono, accettare il limite. Vedere, volere, concretizzare, inquadrare.