Legno illegale in Camerun

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Legno illegale in Camerun
Legno illegale in Camerun
Come l’inazione del governo italiano alimenta
la distruzione delle foreste
Dicembre 2005
Foresta primaria in Camerun © Greenpeace
Nel 2004 l’Italia è stato il primo importatore di legname tropicale dal Camerun1, per un
quantitativo di circa 162 284 m3 di segati oltre a 57.474 metri cubi di tronchi2. L’Italia figura
tra i primi importatori di legname tropicale da altri paesi del Bacino del Congo, come Costa
d’Avorio, Gabon, Congo, paesi in cui la corruzione è diffusa ed il taglio illegale di legname
rappresenta un grave problema.
In Camerun la distruzione delle foreste porta ad aspri conflitti sociali, oltre ad un grave
impatto sulla biodiversità. Negli ultimi anni numerosi rapporti ufficiali pubblicati dal governo
del Camerun e dalla Banca Mondiale hanno messo in luce la diffusione dell’illegalità nel
settore dell’industria forestale.3
1
Changing International Markets for Timber – What African Producers can do: Wood Products Trade – Africa and Europe: Rupert Oliver,
Emily Fripp e Andy Roby
2
ATIBT Newsletter, estate 2005 http://www.atibt.com/pdf/lettre_uk_22.pdf. A causa di diversità di conteggio, Eurostat formisc un dato
diverso, attorno ai 336,610 metri cubi.
3
Global Witness - ottobre 2003, Forest Law Enforcement in Cameroon.2nd summary report of the Independent Observer, dicembre
2001 - giugno 2003. Global Witness - aprile 2005, Forest Law Enforcement in Cameroon.3rd Summary report of the Independent
Observer, luglio 2003 - febbraio 2005.
Legno illegale in Camerun
Imprese europee, come l’italiana Patrice Bois e la francese Rougier, sono state anche
recentemente coinvolte in pratiche illegali. In alcuni casi il loro legname proviene perfino da
operazioni condotte con la copertura di permessi diffusamente considerati illegali in Camerun.
Questo legname entra liberamente ed è disponibile sul mercato italiano. Anche uno diei
principali commercianti europei di legname, la danese DLH, si rifornisce regolatamente di
legname da Patrice Bois.
Da anni Greenpeace denuncia questa grave complicità con l’illegalità forestale. Ma ogni qual
volta ha cercato di fermare l’ingresso nei nostri porti di legname originario da imprese
coinvolte in pratiche illegali, le agenzie di polizia si sono impegnate nel consentire l’ingresso
e la commercializzazione in territorio italiano (e quindi europeo) di tale legname, dimostrando
un grave vuoto legislativo, finora mai colmato, malgrado i numerosi appelli delle associazioni
ambientaliste. In questo modo il governo italiano ed il mercato del legname si rendono
responsabili della diffusione dell’illegalità e della distruzione delle foreste primarie africane.
Allo stesso modo mettono in pericolo lo sviluppo di un’industria legittima, rispettosa della
legge e dell’ambiente.
È della massima urgenza varare una legge che proibisca l’importazione di legno illegale e che
promuova la gestione sostenibile delle foreste. Allo stesso tempo è necessario agire nei paesi
produttori africani per porre fine alla diffusione della corruzione e per promuovere la
trasparenza ed il buongoverno del settore forestale.
Le foreste tropicali del Camerun
Le foreste di pianura del Camerun fanno parte del blocco forestale del Bacino del Congo.
Queste foreste sono essenziali per la vita di numerose comunità. Il loro futuro è minacciato a
causa di operazioni forestali illegali o distruttive, che penetrano sempre più a fondo nella
foresta in cerca di legni richiesti dal mercato italiano ed europeo.
Queste foreste sono rappresentano anche l’habitat di migliaia di specie animali e vegetali,
molti dei quali minacciati, quali il gorilla, lo scimpanzè e gli elefanti di foresta.
Il taglio illegale e distruttivo costa ogni anno al governo e alle comunità del Camerun milioni
di euro in entrate mancate.4 Numerosi imprese sono state multate per pratiche illegali, quali
l’evasione fiscale, il taglio al di fuori delle aree assegnate, il taglio senza permesso, il taglio di
alberi sotto misura ed il taglio in aree non assegnate.
Uno dei principali fattori che alimentano questa industria corrotta, distruttive ed
economicamente inefficiente è la domanda di legname a basso prezzo sui mercati
internazionali. Preoccupati essenzialmente dei propri affari, paesi importatori hanno spesso
ignorato quello che accade nelle foreste.
Permessi di ‘recupero’: una facciata per il taglio illegale
I permessi di recupero (in francese Autorisation pour la Récupération de Bois - ARB). sono in
realtà tipi particolare di permesso pensati per situazioni specifiche quale il recupero di tronchi
abbattuti durante i lavori di progetti di sviluppo, quali la costruzione di strade5 o lo sviluppo
industriale, come lo sviluppo di piantagioni6. Ovviamente tali permessi sono legati a strette
condizioni per essere rilasciati. Per esempio, un decreto del 1995 richiedeva una valutazione
4
Auzel P, Fomété T, Owada, L’exploitation des forêts du Cameroun: Exploitation illégale, perspectives. novembre 2002. Studio commissionato dal
DFID - UK Department for International Development.
5
6
Décret n° 95/531/PM du 23 août 1995 fixant les modalités d’application du régime des forêts, Article 111.
Loi n° 94-1 du 20 janvier 1994, Article 73. I tronchi possono essere rimossi anche in caso di “disastro naturale.”
2
Legno illegale in Camerun
di impatto ambientale.7 In un successivo decreto, nel 1998, fissava l’area massima per questo
tipo di permesso a 1.000 ettari8 ed il rilascio doveva seguire una pubblica gara di
assegnazione.
Nel luglio 1999 il Ministro delle Foreste del Camerun ha sospeso a tempo indeterminato il
rilascio di permessi di recupero9 a causa degli “abusi riscontrati nel loro rilascio”.10 Malgrado
la sospensione, tuttora in vigore, il rilascio di questi permessi è continuato.11
Global Witness ha recentemente osservato che in seguito alla sospensione decretata dal
Ministro delle Foreste, sono stati ‘lanciati’ numerasi nuovi permessi similari, conosciuti sotto
diversi nomi:
•
•
•
Coupe de Sauvetage de Bois (CSB)
Timber Recovery Authorisations (TRA) conosciuto anche come Autorisation
d’Enlèvement de Bois (AEB). Questo permesso consente alle imprese di recuperare
tronchi abbandonati in foreste sfruttate illegalmente.
Timber Recovery Special Authorisation (TRSA) (o Autorisation spéciale
d’enlèvement de Bois - ASEB)
Secondo quanto riportato da Global Witness, in nessuna legge o documento legale del
Camerun si trova alcun riferimento a questi titoli. “Inoltre, vi è ragione di sospettare che i
beneficiari di tali titoli siano in molti casi gli stessi responsabili del taglio e dell’abbandono
dei tronchi – e che questo sistema venga impiegato per evitare di pagare la tassa annuale sul
taglio e sulle licenze forestali”.12
Questi “nuovi” titoli sono quindi diffusamente considerati illegali in Camerun.
Il legno tagliato con i permessi di recupero entra nel mercato italiano
Nel 2004, le importazioni europee di legname del Camerun ammontavano ad un valore di 400
milioni di Euro. Circa un terzo di questo legname è stato importato dall’Italia.
Greenpeace è in grado di provare che tanto l’italiana Patrice Bois, che la sussidiaria della
francese Rougier (SFID) lavorano legname originario da permessi di “recupero”.
7
Décret n° 95/531/PM du 23 août 1995 fixant les modalités d’application du régime des forêts, Articolo 111, Articolo 110.
Décret du 29 mai 1998. Portant reglementation de la procedure de deliverance des ARB.
9
Ministerial Decision N°. 0944/D/MINEF/DF.
10
Ibid.
11
Una lista del Ministero datata all’agosto del 2001 mostra il rilascio di 49 permessi di ‘recupero’. Global Witness riporta che solo nel 2004
siano stati rilasciati 39 permessi di ‘recupero’.
12
Global Witness. Forest Law Enforcement in Cameroon. 3rd Summary Report of the Independent Observer. luglio 2003 – febbraio 2005.
Pubblicato l’aprile 2005, p.9
8
3
Legno illegale in Camerun
Patrice Bois
Patrice Bois è un’impresa fondata nel 1997 con capitale italiano13 e attiva in Camerun. La
segheria Yaoundé ha iniziato ad essere operativa nel 1999 ed ha raggiunto una capacità di
40.000 m3.14
Patrice Bois non sembra disporre dei permessi di taglio a proprio nome, ma dipende da
partnership con imprese che la riforniscono di tronchi. Molte di esse sono coinvolte in attività
di taglio illegale.
Attività illegali e/o distruttive
Il nuovo Osservatore Indipendente della legalità nel settore forestale del Camerun, Resource
Extraction Monitoring (REM), ha denunciato il recente coinvolgimento di Patrice Bois in
attività illegali15. Nell’alrile 2005, il REM ha denunciato Patrice Bois per l’utilizzo di un
‘permesso’ di tipo Coupe de Sauvetage de Bois (CSB n° 0644), rilasciato nel marzo 2004 ad
un’impresa denominata GAU Services. 16 Il permesso sarebbe stato rilasciato per recuperare i
tronchi abbattuti nello sviluppo di una piantagione di canna da zucchero.
Il REM indica diverse infrazioni, tra cui la sospensione, avvenuta nel 1999, di tale tipo di
permessi. Inoltre l’area allocata era di 10.000 ettari, ben al di sopra del limite massimo
consentito di 1.00 ettari. Inoltre non vi era alcun segno di reale sviluppo della detta
piantagione, ed permesso era stato rilasciato senza alcuna gara pubblica e di fatto il suo
rilascio non figurava nei registri17.
Il REM ha inoltre osservato che il permesso era registrato dal SIGIF18 come non valido, e
concludeva che tale permesso non risultava mai rilasciato alla ditta GAU19.
Il REM ha quindi richiesto la cancellazione del permesso, e demandato alle autorità del
Camerun di investigare sul suo rilascio.
Nell’ottobre 2005, successive investigazioni condotte da Greenpeace hanno rilevato che nella
regione (département de la Haute Sanaga) il taglio ‘di recupero’ continua indisturbato, ma
sotto un altro permesso, il “AEB 0682”.
Storia di infrazioni
Patrice Bois ha una storia di attività illegali condotte congiuntamente con diversi partner.
Alcuni dei partner di Patrice Bois sono stati:20
- Société Forestière Fanga (SFF)21
- Compagnie Forestière Assam (COFA)22
- Avembe International Company (AVEICO)23
13
Envoyé Spécial. N° 68. Lunedì 5 aprile 2005 p.12. “Patrice Bois n’est pas en crise”.
14
Njoya Fochivé Emmanuel. Etude comparative de la situation des entreprises forestières en 1998 et 2004.
aprile 2005. Studio commissionato dalla Banca Mondiale.
15
Rapport De L’ Observateur Independant, No.001/01/REM/, p4 http://www.observation-cameroun.info/Rapports.html
16
Ibid
17
Conosciuto come ‘carnet de chantier’, su cui vanno annotate le attività di taglio.
18
SIGIF – Systeme Informatique de Gestion d’Informations Forestieres. Il sistema digitale ufficiale di gestione delle informazioni relative al
settore forestale, sviluppato nell’ambito del Programma per la Gestione Forestale Sostenibile delle Foreste del Camerun.
19
Rapport De L’ Observateur Independant, N°.001/01/REM/
http://www.observation-cameroun.info/Rapports.html
20
MINEF « Paiement de la taxe forestière annuelle », CT 11 giugno 2004.
21
UFA 09.006 (75.892 ettari, ottenuta nel 1998)
22
Concessione UFA 09.004b (81.335 ha, ottenuta nel 2000); UFA 09.016 (66.007 ettari, ottenuta nel 2002).
23
Concessione UFA 09.012 (85.131 ettari, ottenuta nel 2002)
4
Legno illegale in Camerun
Alcune delle infrazioni commesse da Patrice Bois e soci:
•
Nel gennaio 2002 il MINEF (Ministero delle Foreste) accusa Patrice Bois di taglio
senza autorizzazione e la multa (reato grave) di 10 milioni di FCFA.24
•
Nel gennaio 2003 il MINEF accusa Patrice Bois di “complicità in sfruttamento
forestale non autorizzato” multandola di 50 milioni di FCFA.25 A causa di errori di
procedura da parte del Ministero, l’accusa è stata alterata e la multa finale è risultata di
entità minore. L’impresa è stata comunque condannata per infrazione forestale.
•
Nell’aprile 2003 l’Osservatore Indipendente accusa Patrice Bois, in società con la
SFF, di abbattimento di alberi senza autorizzazione, di taglio al di fuori dei confini
assegnati, di marcatura fraudolenta dei tronchi abbattuti.26 La SFF risultava operare
attraverso la Société d’exploitation des grumes du Cameroun (EGC), di cui Patrice
Bois è azionista.27 Nel 2002-2003, la stessa SFF ha dichiarato il taglio di 819 alberi in
eccesso sul numero autorizzato.28
•
Il 27 agosto 2003, funzionari del MINEF sequestrano carne di elefante di foresta
all’interno della concessione UFA 09.004B, controllata dal partner di Patrice Bois
COFA.29 Questa concessione confina con la Riserva Naturale di Dja Patrimonio
Universale dell’UNESCO.
24
MINEF communiqué published in CT 9 January 2002 (procès verbal n°052/PVCI/MINEF/CAB/UCC du 29/11/2001).
MINEF communiqué n°00147 du 19 avril 2004 (procès verbal n°001/PVCI/MINEF/CAB/UCC du 26 janvier 2003). Nell’aprile 2004 la
multa non era stata ancora pagata.
26
Global Witness report n° 61, 22 April 2003. http://www.globalwitness.org/projects/cameroon/downloads/061En-F.pdf
27
CT 9 September 2002.
28
Rapporto di Global Witness: d’Analyse des donnees produites par le SIGIF au Cameroun exercic 2002/2003. Disponibile in lingua inglese
presso: http://www.globalwitness.org/reports/show.php/en.00058.html
29
Delegation provinciale de l’Environnement et des forets base de donnees Djoum-Mintom.
25
5
Legno illegale in Camerun
Strada forestale in Camerun © Greenpeace
6
Legno illegale in Camerun
Il Gruppo Rougier
La Société forestière et industrielle de la Doumé (SFID), la principale impresa del gruppo
Rougier in Camerun, è stata più volte coinvolta in operazioni di taglio illegale, tra cui
l’impiego di tronchi originari da permessi di ‘recupero’30.
Retorica e realtà
Malgrado la retorica di una “filosofia del legno” basata sul rispetto della risorsa primaria (il
legno stesso) e sulla promozione di un migliore impiego delle specie legnose, la realtà è ben
altra.
Rougier è inoltre attivo membro dell’ATIBT (Association Technique Internationale des Bois
Tropicaux) e dell’IFIA (Interafrican Forest Industries Association), e dovrebbe attenersi al
codice di condotta dell’IFIA31, che proclama la promozione della gestione sostenibile delle
foreste.
In realtà, mentre dichiara di essersi impegnata nella gestione sostenibile delle proprie
concessioni32, solo nel 2004 Rougier/SFID ha prodotto oltre 25.000 m3 di legname
utilizzando permessi di ‘recupero’, come l’ARB 1003001, che in teoria sono sospesi dal 1999.
Già nel 2002 la SFID era stata coinvolta nel taglio illegale relativo ad un altro permesso di
‘recupero’. Nell’agosto 2002, per tre volte consecutive è stato vietato all’Osservatore
Indipendente sulla legalità nel settore forestale in Camerun, Global Witness, l’accesso alla
foresta dove erano in corso operazioni di taglio coperte con il titolo di ‘recupero’ ARB 192.33
L’area era situata presso il villaggio natale del Presidente Paul Biya, Mvomeka.
Global Witness riporta inoltre casi di violazione dei diritti umani ai danni dei residenti, tra cui
“arresti illegali, detenzione arbitraria, intimidazione e violenze”34. Un’area di 129.000 ettari
veniva tagliata sotto la copertura del permesso di ‘recupero’ ARB 192 (e quindi ben oltre il
limite dei 1.000 ettari).35 La SFID era una delle tre imprese che lavoravano il legname
originario da tale operazione.
Secondo il rapporto sul campo di Global Witness’, “misure di controllo e leggi forestali non
sembrano trovare applicazione” nella zona dell’ARB 192. La missione di controllo è però
stata prematuramente interrotta “in seguito ad una telefonata dall’ufficio del Presidente, che
ordinava al team di fare ritorno a Yaoundé.”36
Legalità nel settore forestale: retromarcia
Nel secondo rapporto sull’applicazione della legge forestale in Camerun37, Global Witness
avverte che le investigazioni sul permesso di recupero ARB 192 rivela una marcia indietro nel
processo di instaurazione della legalità nel settore forestale del Camerun.
“Questo caso da solo mette a repentaglio tutto l’apparente progresso raggiunto dal progetto, alla luce della
reazione negativa da parte ufficiale verso ogni tentativo da parte dell’Osservatore Indipendente di rispettare i
30
La SFID in Cameroon è controllata al 100% dalla Rougier Gabon, che e sua volta è controllata all’86% da Rougier International. Cfr:
organigramma di Rougier: http://www.rougier.fr/financ.htm visitato il 5 dicembre 2005.
31
ttp://www.ifiasite.com/index.php?rub=Actions&nom_page=D%E9ontologie&sous_page=elements&langue=fr
32
http://www.rougier.fr/gb/gestion.htm
33
Rapporto di Global Witness n°22. http://www.globalwitness.org/projects/cameroon/downloads/022En-F.pdf
34
Ibid, p7. Un un impiegato della SFID citato nel rapporto, coinvolto in intimidazione della gente del posto.
35
Ibid, p15. Area calcolata confrontando quattro diverse mappe di allocazione.
36
Ibid.
37
Rapporto di Global Witness. Forest law enforcement in Cameroon. 2nd Summary report of the Independent Observer. dicembre 2001 –
giugno 2003. Pubblicato l’ottobre 2003. Cfr: p. 8 – case study on ARB 192. http://www.globalwitness.org/reports/show.php/en.00047.html
7
Legno illegale in Camerun
propri obblighi contrattuali.” (…) “L’osservatore Indipendente non ha mai documentato un caso di questa
entità e prospettiva”.38
Global Witness denuncia come solo un 50% dei casi portati all’attenzione del MINEF siano
stati realmente indagati e mostra particolare preoccupazione per il caso ARB 192. Global
Witness afferma:
“Resta preoccupante…..che il MINEF non abbia avviato alcuna sanzione contro il restante
50%. Malgrado le numerose richieste di informazione, nessuna ha avuto seguito. Il caso più
insoluto resta quello delle influenti imprese coinvolte nell’utilizzo del permesso TRA
192…..”.39
Profitti in crescita
Le entrate nette del gruppo Rougier nel primo semestre del
2005 mostrano una crescita del 44% rispetto allo stesso
periodo del 2004.40 L’impresa attribuisce questo successo al
“consistente livello della produzione”, al “forte sviluppo
delle attività in Camerun,” e all’“eccellente distribuzione
delle operazioni in Francia”.41
Il legname viene importato in
Il fatto che una delle sussidiarie di Rougier in Camerun sia Italia in grandi quantità, ma non
rimasta coinvolta il attività di taglio illegale, e che un è possibile provarne l’origine
legale.
quantitativo indefinito di tronchi provenienti da attività
distruttive e illegali sia entrato nelle sue segherie proprio mentre i profitti crescevano, evoca
seri dubbi sull’immagine dell’impresa e della sua gestione forestale ‘sostenibile’.
Mercato italiano – deforestazione in vendita
L’Italia è il primo importatore di legname dal Camerun. Il legno importato da questo paese,
anche da imprese quali Rougier e Patrice Bois, coinvolte nel taglio illegale, entra nella catena
produttiva del nostro paese. Contemporaneamente anche imprese italiane in Camerun sono
coinvolte nel taglio illegale. Un’altra considerevole quantità di legname tropicale africano
viene esportato in Cina42 (quattro paesi hanno esportato circa 1,3 milioni di m3 di legname in
Cina nel 200443) per tornare in Italia ed in Europa sotto forma di lavorati e semi lavorati (i
paesi europei rappresentano circa il 14% delle importazioni
di legname dalla Cina, una voce in rapida crescita44).
Legno illegale: dov’è il governo italiano?
Il legname di Patrice Bois
rivenduto
dal
principale
commerciante
europeo di
legnami, DLH.
In Italia non esiste una legge in grado di fermare l’ingresso
di legno illegale. Quando lo scorso ottobre Greenpeace ha
fermato un carico di legname originario da un’impresa
italiana coinvolta nel taglio illegale (SIM/TIB). Malgrado
fosse stato contestualmente presentato un rapporto
38
Ibid.
Global Witness. Forest Law Enforcement in Cameroon. 3rd Summary Report of the Independent Observer. luglio 2003 – febbraio 2005,
p27. Pubblicato l’aprile 2005.
40
www.rougier.fr
41
Ibid.
42
ITTO (2004) Annual Review and Assessment of the World Timber Situation.
43
Changing International Markets for Timber – What African Producers can do: Wood Products Trade – Africa and Europe: Rupert Oliver,
Emily Fripp e Andy Roby. I quattro paesi sono Camerun, Gabon, Repubblica del Congo e piccoli volumi dal Ghana.
44
Sun Xiufang, Forest Trends, The Chinese Market: Supply, Demand and Trade Workshop, Pechino, China, 6-7 giugno 2005.
39
8
Legno illegale in Camerun
contenente le prove delle attività illegali45, le autorità invece di porre sotto sequestro il
legname sospetto, si sono attivamente impegnate per consentire lo scarico di tale legname e
la conseguente commercializzazione in territorio italiano. La mancanza di una apposita legge
di fatto lega le mani alle autorità, e rischia in questo modo di costringerle le autorità a favorire
la possibile messa in atto di un reato: la commercializzazione di legname sottratto
illegalmente al legittimo proprietario. Questi fatti mettono in luce la presenza di un grave
vuoto legislativo, che non consente alle autorità di polizia di combattere efficacemente il
commercio di legname di origine illegale.
Il governo italiano si è impegnato in diversi ambiti a combattere il fenomeno del legno
illegale: dal G8 all’Unione Europea, dalla CBD all’ONU, all’OCSE e numerosi altri forum
internazionali. Ma fino ad oggi non è stato fatto nulla di concreto. Il nostro paese non è stato
neppure in grado di rispondere ad un semplice questionario dell’Unione Europea sulle ipotesi
legislative sul legno illegale. Intanto il legname continua ad affluire sui nostri posti senza che
sia possibile distinguere il legale dall’illegale, senza che sia possibile fermare il legno illegale,
anche qualora venisse chiaramente riconosciuto.
Il processo europeo FLEGT
Nel maggio 3003, la Commissione Europea ha pubblicato
un Piano d’Azione dell’Unione Europea per l'applicazione
delle normative, la governance e il commercio nel settore
forestale (FLEGT). Da allora sono passati tre anni, e ancora
non è stata intrapresa alcuna azione concreta.
Dibattiti e riunioni si sono concentrati sugli accordi di Il legname di Patrice Bois vene
partnership volontaria tra Unione Europea e paesi scaricato regolarmente nei porti
produttori. Da soli però questi accordi non saranno in grado italiani ed europei.
di sconfiggere il traffico di legno illegale. Infatti:
• saranno applicabili solo ai paesi che accetteranno di farvi parte
• non risolvono il problema della triangolazione verso paesi terzi, quali ad esempio la
Cina, dove è massicciamente diffusa la pratica del riciclaggio di legname illegale
• si concentrano sull’illegalità, ma non affrontano l’adozione di pratiche distruttive
legalizzate, rischiando di avere un effetto controproducente (la modifica della legge
per rendere legali le pratiche distruttive)
• se il negoziato non sarà trasparente, e non coinvolgerà dovutamente la società civile, si
rischia di ottenere solo un sistema che apporrà il bollino di ‘legale’ a legname
originario da pratiche illegali e/o distruttive.
La Commissione Europea riconosce che da soli gli accordi di partnership volontaria non sono
sufficienti a risolvere il problema, e si è impegnata a studiare ulteriori ipotesi legislative. Ma il
rapporto su tali ipotesi, atteso per il 1004 non si è ancora visto. Un contrasto impressionante
con le rapide e decise azioni che vengono intraprese per fermare le importazioni di software
pirata o le contraffazioni di marchi della moda.
45
Greenpeace, Il caso della SIM/TIB, Il rapporto e' disponibile sul sito http://www.greenpeace.it/camp/foreste/TIB-it.pdf
9
Legno illegale in Camerun
Greenpeace chiede:
Per fermare la distruzione
Governo italiano, Unione Europea e Commissione Europea:
• Introdurre immediatamente una legge che fermi l’importazione di legno o prodotti
forestali di origine illegale in Europa e promuovere la gestione forestale responsabile
dal punto di vista ambientale e sociale.
Governo italiano:
• Adottare misure atte a impedire l’ulteriore importazione di legname illegale in
territorio italiano
• Investigare sulle attività di imprese italiane coinvolte in operazioni illegali in Africa
Governo del Camerun:
• Pubblicare immediatamente la lista dei permessi di ‘recupero’ rilasciati
• Investigare immediatamente su tutti i casi di permessi di ‘recupero’, verificare che non
si tratti di mera copertura per operazioni illegali e adottare i provvedimenti necessari
• Rafforzare le operazioni volte ad assicurare il rispetto della legge contro il taglio
illegale
• Investigare immediatamente sui casi in questione e sulle informazioni fornite da
Greenpeace.
Per dare trasparenza al mercato del legno
• Venditori, trasformatori e commercianti di legname devono cessare di rifornirsi da
imprese coinvolte in operazioni forestali illegali o distruttive, ed evitare i fornitori che
non siano in grado di assicurare che i propri prodotti provengano da operazioni
forestali responsabili.
Per sostenere le soluzioni
• Il governo italiano deve adottare pratiche di acquisto verdi, impegnandosi ad
acquistare solo legno e sottoprodotti provenienti da operazioni forestali di provata
legalità e responsabilità, certificati secondo standard uguali o superiori a quelli del
Forest Stewardship Council (FSC). Oltre cento comuni italiani hanno già adottato tali
pratiche46. È tempo che anche il governo mostri volontà politica di proteggere le
foreste.
• Le imprese devono impegnarsi ad adottare un chiaro piano di azione (comprensivo di
scadenze) per trasferire progressivamente tutti gli acquisti in legno verso prodotti
provenienti da foreste certificate indipendentemente secondo i principi FSC o
equivalenti
Ulteriori informazioni:
46
Cfr. Sito http://www.greenpeace.it/progettoforeste
10
Legno illegale in Camerun
 Il rapporto n° 1 dell’Osservatore Indipendente della legalità nel sottore forestali in
Camerun, Resource Extraction Monitoring (REM) (su Gau Service – utilizzo di
pernesso di ‘recupero’ da parte di Patrice Bois) può essere visualizzato e scaricato
presso questo:
http://www.observation-cameroun.info/Rapports.html
 I rapporti di Global Witness possono essere visualizzati e scaricati presso questo sito:
http://www.globalwitness.org
11
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Tel (06) 68136061Fax (06) 45439793 e-mail: [email protected] Sito: Web: http://www.greenpeace.it