Viviamo in un mondo dove la pace è precaria. In numerosi paesi

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Viviamo in un mondo dove la pace è precaria. In numerosi paesi
CHIAMATI PER LA PACE
M.Caterina Muggianu
Come cristiani tutti siamo chiamati a inserirci in un mondo senza pace per annunciare l’Amore
Misericordioso del Padre che ha donato al mondo Gesù nostra Pace. A racchiudere il mondo intero nella
preghiera di intercessione e a caricarci delle sofferenze e delle violenze frutto di ogni lontananza da Dio. A
iniziare nel mondo un movimento di rinnovamento e di riconciliazione.
Viviamo nel mondo, in mezzo alle sue contraddizioni e sofferenze. Ma dove sta andando il mondo? E dove
andiamo noi?
L’uomo vuole la felicità, il benessere e la pace.
L'aspirazione alla pace è insita nella natura umana. Il mondo anela alla pace, ha bisogno di pace ma spesso la
cerca con mezzi sbagliati, talora persino con il ricorso alla forza o con l’equilibrio di potenze contrapposte.
Per assurdo, persino le guerre si fanno per una presunta pace. Convinti che solo la forza apra la via al
successo, gli stati si armano con armi sempre più potenti e pericolose. L’umanità vive sempre di più
nell’angoscia, nella paura e nell’incertezza.
Ma come mai queste guerre non portano la pace e il mondo è tutto intriso di violenza, di morte, di odio, di
lotte, di soprafazione, di sfruttamento?
Questi conflitti non finiscono con la pace. Che pace può venire da questi uomini pieni di passioni, di rancori,
di egoismo e orgoglio?
La conclusione dei conflitti è la sopraffazione e l’assoggettamento del più debole. Il giogo che viene imposto
ai “vinti” non fa altro che far crescere sentimenti di vendetta e produrre propositi di ribellione e di riscossa.
Viviamo in un mondo dove la pace è precaria. In numerosi paesi sono in corso guerre violentissime
e senza fine che fanno aumentare sempre più la povertà, le rovine e i morti. La violenza e il
terrorismo fanatico minacciano tutti e sono gli innocenti che, troppe volte, ne fanno le spese.
Il mondo odierno è come prigioniero in una rete di tensioni e la paura spesso porta anche a gesti
estremi. Gli uomini sono confusi e scoraggiati.
E’ proprio in questa terribile situazione che la Madonna ci viene in soccorso e ci indica la via della pace e
della salvezza.
Apparendo ai tre pastorelli di Fatima la Madonna invitava a pregare il Santo Rosario per ottenere il dono
della Pace. "Recitate il Rosario tutti i giorni...Pregate, pregate molto e fate sacrifici per i peccatori...
Sono la Madonna del Rosario. Solo Io vi potrò soccorrere.
...Alla fine il Mio Cuore Immacolato trionferà ".
A Medjugorje poi Lei ci istruisce da oltre 27 anni in modo preciso amorevole e, proprio come fa una
mamma ci indica la via che i figli hanno smarrito.
Gesù ci ha lasciato la pace, quella vera, non quella che dà il mondo e Maria ci aiuta a riconoscerla come quel
dono che riconcilia gli animi, purifica i cuori, converte le menti e ci insegna ad accoglierla, amarla e
condividerla.
Scriveva il papa Paolo VI: “La Pace per noi Cristiani non è soltanto un equilibrio esteriore, un ordine
giuridico, un complesso di rapporti pubblici disciplinati; per noi la Pace è innanzi tutto il risultato
dell'attuazione del disegno di sapienza e d'amore, con cui Dio ha voluto instaurare relazioni soprannaturali
con l'umanità. La Pace è il primo effetto di questa nuova economia divina, che chiamiamo la grazia; «grazia
e pace» ripete l'Apostolo; è un dono di Dio, che diventa stile della vita cristiana, è una fase messianica, che
riflette la sua luce e la sua speranza anche sulla città temporale, e che conforta con le sue più alte ragioni
quelle su cui essa fonda la propria Pace. Alla dignità dei cittadini del mondo la Pace di Cristo aggiunge
quella di figli del Padre celeste; all'eguaglianza naturale degli uomini aggiunge quella della fraternità
cristiana; alle contese umane, che sempre compromettono e violano la Pace, quella di Cristo svigorisce i
pretesti e contesta i motivi, prospettando i vantaggi d'un ordine morale, ideale e superiore, e svela la
prodigiosa virtù religiosa e civile del perdono generoso; all'insufficienza dell'arte umana di produrre una
solida e stabile Pace, quella di Cristo presta il soccorso del suo inesauribile ottimismo; alla fallacia della
politica del prestigio orgoglioso e dell'interesse materiale la Pace di Cristo suggerisce la politica della
carità; alla giustizia troppo sovente imbelle e impaziente, che sostiene le sue esigenze col furore delle armi,
la Pace di Cristo infonde l'energia invitta del diritto derivato dalle profonde ragioni della natura umana e
del trascendente destino dell'uomo. E non è paura della fortezza e della resistenza la Pace di Cristo, la quale
deriva il suo spirito dal sacrificio che redime; e non è viltà transigente alle sventure e alle deficienze degli
uomini senza fortuna e senza difesa la Pace di Cristo, che ha l'intelligenza del dolore e dei bisogni umani e
sa trovare amore e dono per i piccoli, per i poveri, per i deboli, per i diseredati, per i sofferenti, per gli
umiliati, per i vinti. Cioè la Pace di Cristo è, più d'ogni altra formula umanitaria, sollecita dei Diritti
dell'Uomo.” (Paolo VI 1 gennaio 1969)
E ancora: “Per il cristiano proclamare la Pace è annunciare Gesù Cristo, "Egli è la nostra pace" (Eph. 2,
14) ; "il Suo è Vangelo di pace" (Eph. 6, 15): mediante il Suo sacrificio sulla Croce Egli ha compiuto la
riconciliazione universale, e noi, Suoi seguaci, siamo chiamati ad essere «operatori della pace» (Matth. 5,
9); e solo dal Vangelo, alla fine, può effettivamente scaturire la pace, non per rendere fiacchi e molli gli
uomini, ma per sostituire nei loro animi agli impulsi della violenza e delle sopraffazioni le virili virtù della
ragione e del cuore d'un vero umanesimo;” ( Paolo VI 1 gennaio 1968 messaggio prima giornata della
pace)
Così come la Regina della Pace anche la Chiesa, attraverso la voce dei nostri grandi e santi papi indica la via
della pace all’umanità smarrita e la guida verso le giuste scelte di vita.
Dice ancora Giovanni Paolo II
“È in virtù della morte e risurrezione di Cristo, rese sacramentalmente presenti in ogni Celebrazione
eucaristica, che siamo salvati dal male e resi capaci di fare il bene. È in virtù della vita nuova di cui Egli ci
ha fatto dono che possiamo riconoscerci fratelli, al di là di ogni differenza di lingua, di nazionalità, di
cultura. In una parola, è in virtù della partecipazione allo stesso Pane e allo stesso Calice che possiamo
sentirci «famiglia di Dio » e insieme recare uno specifico ed efficace contributo all'edificazione di un
mondo fondato sui valori della giustizia, della libertà e della pace.”(Giovanni Paolo II 1 gennaio 2005
Giornata della Pace)
E il Papa Benedetto XVI
“Cristo si dona a noi e ci dona con ciò la sua pace. Ce la dona perché noi portiamo la luce della pace nel
nostro intimo e la comunichiamo agli altri; perché diventiamo operatori di pace e contribuiamo così alla
pace nel mondo. Perciò preghiamo: Signore, compi la tua promessa! Fa' che là dove c'è discordia nasca la
pace! Fa' che emerga l'amore là dove regna l'odio! Fa' che sorga la luce là dove dominano le tenebre! Facci
diventare portatori della tua pace! Amen.( Omelia Di Sua Santità Benedetto XVI 24 dicembre 2005)
Lo Spirito Santo, per questi tempi di mancanza di pace ha suscitato nuove Comunità e movimenti di
preghiera e la nostra vocazione risponde perfettamente all’invito della Regina della Pace e all’invito della
Chiesa che si trova in perfetta sintonia con la Madonna.
Cosa può fare allora un consacrato secolare?
Certo, magari non potrà cambiare le decisioni delle nazioni, non potrà far fronte alla fame nel mondo, non
potrà fare piani strategici per osteggiare il terrorismo … ma Dio può perché “nulla è impossibile a Dio”
Anche Maria, dinnanzi all’annuncio dell’angelo chiede “Come è possibile?” ma poi pronuncia il suo
“Eccomi, sono la serva del Signore”(cf Lc 1, 34-38) Lei, la "Piena di grazia" che accogliendo con il suo
"sì" i progetti del Creatore, ci ha aperto la strada della salvezza. Alla sua scuola, impariamo a pronunciare
anche noi il nostro "sì" alla volontà del Signore. Ci dà il coraggio di dire "no" agli inganni del potere, del
denaro, del piacere; ai guadagni disonesti, alla corruzione e all’ipocrisia, all’egoismo e alla violenza. "No" al
Maligno, principe ingannatore di questo mondo. "Sì" a Cristo, che distrugge la potenza del male con
l’onnipotenza dell’amore. (cf Benedetto XVI Venerdì, 8 dicembre 2006)
La strada è tracciata. E’ quella via stretta di cui ci parla Gesù e la via della riconciliazione,
dell’amore, della fratellanza, è la via del Vangelo. “La pace costa il sangue di Gesù. Ma la pace costa anche
il sangue di coloro che per una vocazione speciale sono chiamati da Maria a essere i suoi collaboratori
nella mediazione e nell'intercessione con Gesù.” (Padre Gianni Sgrava cp)
Ci aiuti e ci accompagni in questo itinerario di riconciliazione e di pace la Vergine Maria. Accanto alla
preghiera, sentiamoci inoltre fortemente incoraggiati da Lei che è la nostra Madre e Regina, a fare nostro lo
sforzo di essere autentici "operatori di pace" (cfr Mt 5,9) negli ambienti nei quali viviamo, cercando di
diventare punti di riferimento “Oasi di Pace” per gli altri. Con il suo aiuto cerchiamo quindi di essere il
fermento, modesto ma efficace, che agendo nell’ambiente in cui viviamo, diventa testimonianza dell’Amore
di Dio e segno di speranza in un mondo migliore.
“Chi ha incontrato qualcosa di vero, di bello e di buono nella propria vita – l'unico vero tesoro, la perla
preziosa! -, corre a condividerlo ovunque, in famiglia e nel lavoro, in tutti gli ambiti della propria esistenza.
Lo fa senza alcun timore, perché sa di aver ricevuto l’adozione a figlio; senza nessuna presunzione, perché
tutto è dono; senza scoraggiamento, perché lo Spirito di Dio precede la sua azione nel “cuore” degli uomini
e come seme nelle più diverse culture e religioni. Lo fa senza confini, perché è portatore di una buona
notizia che è per tutti gli uomini, per tutti i popoli.” (Benedetto XVI Vigilia Di Pentecoste, 3 Giugno 2006)
La Madonna ha detto a Fatima che alla fine il suo Cuore Immacolato trionferà, allora, con il nostro impegno
di preghiera, di sacrificio e di amore per i fratelli cerchiamo di affrettare questo trionfo. Preghiamo con
amore e costanza il santo rosario.
Suor Lucia di Fatima nella lettera scritta al P.Agostino Fuentes il 22 maggio1958 diceva: da quando la
Vergine SS. ha dato grande efficacia al S.Rosario, non c’è problema né materiale né spirituale, nazionale o
internazionale, che non si possa risolvere col S.Rosario e con i nostri sacrifici. Recitato con amore e
devozione, consolerà Maria, tergendo tante lacrime dal suo Cuore Immacolato”.