Gli impianti cocleari e il lost translation della musica

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Gli impianti cocleari e il lost translation della musica
Acustica
A cura del Prof. Antonio Suelzu
Fonte: Clinical Assessment of Music Perception in Cochlear
Gli impianti cocleari e
il lost translation della musica
Oggi ci sono sofisticati apparecchi che consentono
di percepire il linguaggio parlato con un buon livello
qualitativo.
Chi è fortunato di percepire bene tutti i suoni e i rumori dell’ambiente, non
può nemmeno immaginare le difficoltà
che incontrano nella vita quotidiana le
persone che hanno problemi di udito. È
anche vero che oggi ci sono sofisticati
apparecchi che consentono di percepire
il linguaggio parlato con un buon livello
qualitativo, soprattutto in ambienti non
molto rumorosi. Per quanto riguarda la
percezione della musica, invece, ci sono
purtroppo ancora delle difficoltà proprio per la complessità di caratteristiche
dell’ascolto musicale rispetto al linguaggio parlato. È davvero un peccato che
nemmeno con questi ausili si riesca ad
apprezzare in modo adeguato la musica. Un ulteriore passo avanti in questo
senso è stato fatto. Alcuni ricercatori
dell’Università di Washington coordinati
da Grace L. Nimmons, dell’Università
dello Iowa, hanno elaborato un nuovo test che consente, in maniera più
o meno precisa, di valutare la qualità
della percezione musicale nei soggetti
portatori di impianto cocleare. Lo scopo è stato appunto quello di calibrare
un test valido e semplice da utilizzare
nella pratica clinica per poter valutare l’aspetto non più trascurabile della
percezione musicale.
Metodo della ricerca
Gli studiosi hanno selezionato una decina
di soggetti che portavano un impianto
cocleare da un tempo compreso tra i 5
mesi e i 6 anni e gli hanno fatto ascoltare
una serie di suoni registrati e standardizzati, cercando di valutare quali fossero
le loro capacità di discriminazione della
direzione sonora, l’identificazione della
melodia e del timbro.
La valutazione di ognuna di queste variabili ha previsto l’esecuzione di diversi
sottotest, in modo da determinare la soglia di intervallo per la discriminazione di
cambiamenti complessi di direzione. Per
questo è stato utilizzato un test di scelta
obbligata. Gli elementi di melodia e il
timbro sono stati invece valutati rispettivamente attraverso il riconoscimento
di 12 melodie isocrone e 8 strumenti musicali diversi. Tutto il test ha avuto una
durava di circa 45 minuti per paziente,
ed ha consentito di valutare i tre aspetti
fondamentali della percezione musicale
con un buon grado di accuratezza e
precisione.
Risultati
Come hanno confermato anche le
ricerche precedenti, nei soggetti portatori di impianto cocleare esaminati dagli studiosi, si è notata un’ampia
variabilità individuale di percepire la
musica, dimostrando che con gli stessi
ausili protesici, in effetti, alcuni possono
percepire la musica in modo abbastanza
fedele, mentre altri meno o addirittura in
modo non adeguato. Sostanzialmente
il tipo di test adottato, si è dimostrato
utile nella determinazione del livello di
percezione della musica nei diversi soggetti e si pensa che questo strumento
di valutazione potrebbe essere utilizzato
senza grosse difficoltà da tutti i centri
dove si impiantano questi ausili, per
consentire di migliorare anche questo
particolare e importante campo della
percezione uditiva.
Purtroppo c’è ancora molto da fare
per migliorare la qualità della vita dei
pazienti con disturbi uditivi, ma il fatto che sia stato messo a punto questo
tipo di test, significa che i ricercatori si
stanno interessando al problema per
cercare nuove soluzioni tecniche per
risolverlo. C’è anche da dire però, che
gli impianti cocleari oggi in commercio
sono di ottima qualità e siccome il livello
di percezione uditiva e legata sia ad un
fatto di costituzione individuale e ad
una buona e costante pratica abilitativa
all’ascolto, in diversi Centri per Otologopatici oltre ai trattamenti tradizionali
si pratica la Musicoterapia che serve
nello specifico anche a migliorare la
percezione della musica.
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