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Mafia
Arrestato Fabio Chianchiano,
latitante del clan Lo Piccolo
di Andrea Cottone
I nuovi capi, dal mensile "S"
VIDEO: l'individuazione del latitante e la sua cattura
Colpo grosso della squadra mobile di Palermo che nella notte ha
arrestato allo Zen Fabio Chianchiano, 43 anni, latitante dallo scorso
31 luglio, sfuggito all'operazione "Addio pizzo 4" che ha portato in
cella altre 10 persone appartenenti al suo stesso mandamento. La
sua cattura non è stata affatto facile, come raccontano gli uomini
della mobile, mentre non ci sono dubbi, secondo i magistrati, sul
ruolo di rilievo che l'uomo aveva assunto nella sua zona. Gli stessi
Lo Piccolo lo ritenevano uomo di loro fiducia e lo avevano
appoggiato nello scalzare Michele Catalano da capo della famiglia
dello Zen.
Chianchiano (nella foto) è stato catturato nel
cuore dello Zen, in via Rocky Marciano, in un
appartamento a primo piano in cui alloggiava
insieme a S.C., 26 anni, arrestata per
favoreggiamento, e alla figlia di lei, di soli 10
anni. Nell'appartamento sono stati ritrovati
diversi effetti personali del latitante, tali da
suppore che lo avesse eletto a suo rifugio da latitante. Chianchiano
era il collettore del traffico di droga per conto della famiglia Lo
Piccolo. Dalle sue mani passava la coca, la marijuana e l'hashish
che andavano a inondare le piazze di spaccio di tutta la parte
orientale della città. Era anche una sorta di armiere dei Lo Piccolo,
in particolare avrebbe fornito Sandro di una calibro 38 con relative
munizioni.
La rincorsa e la cattura
È stata difficile la rincorsa al latitante e la sua cattura. Lo
raccontano il capo della squadra mobile, Maurizio Calvino, il
funzionario Antonio De Santis e il vice dirigente dello Sco,
Gianfranco Minissale. Da mesi, ormai, controllovano la donna e le
sue conversazioni telefoniche. In una di queste si sentiva una voce
in sottofondo che sembrava appartenere al latitante, ma il solo
ascolto della conversazione non forniva agli investigatori elementi
utili a individuare dove potesse trovarsi il latitante nel territorio. Così
è stata messa sotto osservazione, da lunghissima distanza, grazie a
potenti telecamere, l'appartamento della donna, allo Zen 2. Una
zona particolarmente impenetrabile: "Chi non è dello Zen e si fa
vedere da quelle parti viene subito scoperto", sottolinea il
procuratore aggiunto della Dda di Palermo, Alfredo Morvillo. Così,
mentre l'appartamento viene tenuto sotto stretta osservazione, viene
notato che la finestra della camera da letto è costantemente tenuta
chiusa. Un particolare che non è sfuggito agli investigatori che
hanno messo a fuoco proprio quella finestra che un giorno si apre,
di pochi centimetri. Si intravede una mano che per grandezza non
poteva essere né della donna né della sua giovanissima figlia. Ma la
svolta è avvenuta ieri mattina quando la donna è uscita di casa.
Secondo le osservazioni dell'ingresso dello stabile, in casa non ci
sarebbe dovuto essere nessuno. Invece ecco spuntare nuovamente
la mano di un uomo. Era, comunque, ancora troppo rischioso per gli
uomini della mobile fare irruzione, non si aveva certezza che
all'interno vi fosse il latitante e avrebbero rischiato di bruciare mesi
di indagini. Ma nel pomeriggio, finalmente, la finestra viene aperta e
si riesce a distinguere la presenza di due persone adulte, una delle
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Un solerte e un po' sgrammaticato navigatore
ha confezionato nella notte questo video per la
clamorosa vincita di Catania, sperando che il
fortunato possa premiare la sua iniziativa
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quali – secondo gli investigatori – era Chianchiano. Nella notte il
blitz che non ha incontrato particolari difficoltà: l'uomo non ha
opposto resistenza all'arresto e la gente del quartiere non ha
particolarmente ostacolato il lavoro della polizia. Nell'operazione
sono stati utilizzato, anche se in forma minima, servizi di
appostamento. Come detto lo Zen è impenetrabile, la sua stessa
confromazione architettonica in "isole" rende particolarmente difficile
anche l'osservazione a lunga distanza. Per cui è stato necessario,
secondo quanto riportato dagli uomini della mobile, fare grande
ricorso alla "fantasia".
"Un'altra battaglia è stata vinta – ha detto il questore di Palermo,
Alessandro Marangoni – ma la guerra ancora no. Per questo non
abbasseremo la guardia nella caccia ai latitanti e ai patrimoni dei
mafiosi". Alla conferenza stampa erano presenti anche due dei pm
titolari dell'indagine: Marcello Viola e Anna Maria Picozzi.
(nella foto in apertura, da destra verso sinistra: Gianfranco
Minissale, Antonio De Santis, Maurizio Calvino, Alessandro
Marangoni, Alfredo Morvillo, Anna Maria Picozzi, Marcello Viola)
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