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72 giorni, 22 ore, 54 minuti e 22 secondi. Questo è l
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Articolo pubblicato sulla rivista SoloVela
Record!
72 giorni, 22 ore, 54 minuti e
22 secondi. Questo è
l’incredibile tempo che ha
impiegato Francis Joyon, da solo
sul trimarano IDEC, per fare il
giro del mondo, senza scalo.
di Giuseppe Mancini
l carattere dei navigatori francesi non è abbastanza chiaro.
Non è chiaro, per esempio, quanto sia alto il livello di follia.
E chi li conosce sa quanto complesso sia parlare con loro, ottenere un parere o un commento su quello che fanno. Gente schiva e di poche parole. Per cui, l’entusiasmo, gli elogi e il fiume di
belle parole che spontaneamente sono venute dai colleghi-avversari-amici di Francis Joyon, immediatamente dopo aver concluso
la sua impresa, hanno un valore enorme e danno un’idea del valore di quel che è stato fatto.
Thomas Coville (skipper del trimarano “Sodebo”, codetentore del
trofeo Jules Verne dal 1997 al 2002): “Francis è senza nessun dubbio il migliore solitario degli ultimi 15 anni. Ha un fisico eccezionale e niente lo ferma. Là dove alcuni mollano la presa, lui resiste.
Attraversa l’Atlantico come altri portano la famiglia in campeggio”
Jean Luc Van den Heede (attualmente a bordo di “Adrien” per un
tentativo di record intorno al mondo controvento): “questo record
eccezionale vuol dire che Joyon è un grande marinaio (...). Il suo
incredibile tempo sarà in avvenire molto difficile da battere, anche
con un multiscafo di nuova generazione”.
Roland Jourdain (terzo all’ultimo Vendée Globe): “impressionante!
Spero tanto che non disputi la prossima Vendée Globe. Sarebbe terribilmente pericoloso per lui, in quanto conosco il “vecchio”, perché
ho navigato con lui, e so quanta forza e quanta energia impiega per
riuscire in quello che fa. IDEC, la sua barca, non è il meglio per quello che lui ha fatto; è un trimarano già datato ed è nato per un equipaggio completo. In un’impresa di questo genere bisogna gestire un
insieme di cose, ed è dura. Francis l’ha fatto a meraviglia. Non I
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Come quando è salito in testa del suo albero di 33 metri da solo in
pieno oceano del sud per riparare la randa o quando ha recuperato
il suo fiocco caduto in mare, dopo la rottura del cursore del rollafiocco. Io conosco bene la difficoltà e lo sforzo che ciò comporta sui
monoscafi di 60 piedi, figuriamoci su un trimarano di quelle dimensioni. Giù il cappello”.
JOYON IL SOLITARIO
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perde mai la testa. Lui naviga a sua immagine, un po’ come se dovesse interpretare la sua barca: mette lo scafo su una rotaia e prende il suo passo, senza problemi. Semplice ed efficace. Sono molto
contento per lui. Ha dimostrato di avere un altro modo di navigare:
giù il cappello!”
Bruno Peyron (detentore del trofeo Jules Verne): “non immaginate
fino a che punto io sia geloso. Avrei voluto essere il primo a scendere sotto gli 80 giorni in solitario. Non lo sarò mai, lo è lui. E ne
sono affascinato. Quello che Francis ha realizzato è strabiliante. Serve una dimostrazione fisica, piena di buon senso e di corretta gestione, oltre che una grande navigazione”.
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Franck Cammas (campione ORMA 2003): “ciò che ha realizzato Francis è una performance eccezionale. Ne sono esterrefatto. Non ha
commesso errori, o se li ha commessi sono stati minimi. Al momento della discesa dell’Atlantico ha avuto qualche difficoltà, in
particolare al passaggio nelle calme equatoriali; ma poi i grandi
oceani del sud, zone che egli non conosceva bene, li ha fatti senza
errori in termini di navigazione. Ha tenuto un ritmo quasi equivalente a quello di un equipaggio completo. Incredibile”.
Bernard Stamm (vincitore dell’ultima edizione della Round Alone): “non ho mai dubitato di Francis poiché il personaggio ha una
volontà di ferro.
Quando, la mattina del 22 novembre, Francis Joyon è partito da Brest, l’architetto Vincent Lauriot-Prévost - progettista di IDEC e
profondo conoscitore dei multiscafi - ha esclamato: “se qualcuno lo
può fare, questo è lui”. Forse ha anche scommesso e, alla fine, ha
vinto. Joyon ha polverizzato il precedente record di Michel Desjoyeaux, impiegando 20 giorni in meno, con un “volo” intorno al
mondo alla media - impressionante per un solitario - di quasi 16 nodi. Seguendo il tracciato della rotta, appare chiaro come sia stato
attento alle condizioni meteorologiche, nella ricerca costante del
vento migliore per il suo trimarano. Allungando anche di diverse miglia, come in Atlantico quando - risalendo verso la Francia, ma soprattutto scendendo verso sud - ha percorso molta più strada pur di
avere le sue vele sempre in pressione. Anche negli oceani del sud ha
sempre studiato attentamente la rotta, adattandola alle situazioni e
alle previsioni meteomarine e, nel contempo, alle sue energie. Tutto l’Indiano, oceano ostico e ricco d’insidie a quelle latitudini, è stato percorso sul 40° parallelo; dopo, entrato in Pacifico, si è spinto
sul 50° parallelo, andando anche ben al di sotto. Passando da Capo
Horn, dopo 49 giorni di dura navigazione, ha anche trovato la voglia di fissare la macchina fotografica all’albero e di scattare una fo-
to che lo riprende in un bel sorriso. Come in un’allegra gita domenicale. Fantastico.
Ma, a questo punto, ci si domanda cosa spinge un uomo a fare questo. Non, certamente, il voler dimostrare qualcosa a qualcuno. Tanto meno il desiderio in sè di battere un record. La risposta non è per
niente facile.
A tal proposito, mi viene in mente Paul Cayard su “EF Language”
alla Volvo Ocean Race del ‘97, in pieno Oceano Indiano a temperature polari e condizioni durissime, quando, a un componente
dell’equipaggio che gli domandava cosa spingesse un velista di
successo e affermato come lui a mettersi in quella situazione, rispose: “perché mi piace e mi diverto!”.
Probabilmente, neanche la conoscenza profonda di Joyon sarebbe
sufficiente per trovare una risposta. Significativo, però, quello
che lui ha confidato dopo l’arrivo: “ero a meno di un giorno da
Brest, in condizioni di vento e mare molto dure (le ultime 24 ore
IDEC ha navigato con un vento superiore a 35 nodi e mare formato, a più di 20 nodi di velocità - n.d.r.). Ma in quei momenti
il mio unico pensiero e la mia preoccupazione, era cosa avrei detto a tutte quelle persone che mi aspettavano a terra, come mi sarei rapportato a loro”.
Navigatori solitari, che magari non vorrebbero mai toccare terra.
Personaggi che stridono con il mero concetto della corsa a un record. Probabilmente, in questo loro essere, nella dolorosa fibrillazione tra la ricerca di solitudine e la magnificenza di un primato, risiede la loro inarrestabile voglia. Quella voglia che li
spinge ogni volta a riprendere il mare, per una nuova impresa.
Chapeau, monsieur Francis.
IL TRIMARANO IDEC
Prima d’ora, questo trimarano ha avuto
altri nomi, è stato protagonista di altre imprese e, negli anni, è stato modificato. In questa scheda i momenti
salienti.
Anno
Progetto
1985
Van Pèteghem - Lauriot
Prèvost
Cantiere CDK
L.f.t.
23 metri
Largh.
16,20 metri
Peso
12.000 chili
Albero
32 metri
Sup. velica 295 mq.
Nome
“Poulain”
Skipper
Olivier de Kersauson (Rotta
del Rhum ‘86, Open UAP
‘87, Le Baule-Dakar ‘88)
Anno
Nome
Skipper
1988
“Un Autre Regard”
Olivier de Kersauson (record
giro del mondo in solitario)
Anno
Nome
Skipper
1991
“Charal”
Olivier de Kersauson
(Trofeo Jules Verne ‘92)
Anno
L.f.t.
Largh.
Peso
Albero
Sup. velica
Nome
1993 (modifiche)
27 metri
16,35 metri
14.500 chili
33 metri
340 mq.
“Lyonnaise des Eaux
Dumez”
Olivier de Kersauson
Skipper
(Trofeo Jules Verne ‘94; in
quest’occasione ottiene il
record assoluto di
percorrenza: 520,9 miglia
in 24 ore)
Anno
L.f.t.
Largh.
Peso
Albero
Sup. velica
Nome
Skipper
1996 (ultime modifiche)
27,20 metri
16,35 metri
14.00 chili
33 metri
340 mq.
“Sport Elec”
Olivier de Kersauson
(Trofeo Jules Verne ‘97)
Anno
Nome
Skipper
2003
“Idec”
Francis Joyon
J.Vapillon/Mer&Media
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27/01/04
28/01/04
29/01/04
30/01/04
31/01/04
01/02/04
02/02/04
03/02/04
ANATOMIA DEL RECORD
La straordinaria impresa di Francis Joyon è qui dettagliata giorno per giorno. In ogni rilevamento sono riportate
la posizione, le miglia percorse fino a quel punto, la velocità e i gradi bussola al momento
GIORNO
ORA
POSIZIONE
(GMT)
Mer&Media
L.Gravis/Mer&Media
Mer&Media
J.Blèriot/Mer&Media
Sotto,
ripreso con
l’autoscatto
al passaggio
da Capo
Horn
22/11/03
23/11/03
24/11/03
25/11/03
26/11/03
27/11/03
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29/11/03
30/11/03
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44 Marzo 2004
Brest , Francia - partito
Golfo di Guascogna, a nord di Capo Finisterre
Al traverso di Gibilterra
Alle Canarie
Al traverso di Capo Bojador, Sahara Occidentale
Al traverso di Capo Bianco, Mauritania
Al traverso di Dakar, Senegal
Al traverso della Guinea Bissau
Tra la Sierra Leone e il Brasile
Sull’Equatore
Al traverso di Fortaleza, Brasile
Al traverso di Recife, Brasile
In prossimità delle Isole Martin Vaz
Tra le Isole Martin Vaz
Tra Rio de Janeiro e Città del Capo
Sul 30° parallelo sud e sul 20° meridiano ovest
A nord delle Isole Tristan da Cunha
A 850 miglia da Capo di Buona Speranza
In avvicinamento a Capo di Buona Speranza
A sole 250 miglia da Capo di Buona Speranza
Al traverso di Capo di Buona Speranza
A sud di Durban, Sud Africa
Nei Quaranta Ruggenti
A sud del Madagascar, sul 40° parallelo
Al traverso delle Isole Crozet
A nord delle Isole Kerguelen, sempre sul 40°
In pieno Oceano Indiano, tra il 40° e il 50° parallelo
Altre 400 miglia percorse in 24 ore
Sempre in Oceano Indiano, sempre sotto il 40°
A 600 miglia da Perth, Australia
Ancora sul 40°, in prossimità dell’Australia
300 miglia a sud di Capo Arid, Australia
Al traverso della Gran Baia Australiana
Sul 40°, 150 miglia a ovest della Tasmania
Al traverso di Hobart, Tasmania
Vicino al 50°, tra Tasmania e Nuova Zelanda
Tra le Isole Auckland e le Campbell, Nuova Zelanda
In Oceano Pacifico, a sud delle Isole degli Antipodi
Sotto il 50° parallelo, al sud delle Isole Chatam
Sempre sotto il 50°, a sud di Tonga
Cavalcando il 50° parallelo, in pieno Pacifico
A sud dell’Isola Ernest Legouvè
Ancora ben al disotto del 50°, a sud delle Tuamotu
In pieno Pacifico, a 51° di lat. sud e 137° di long. ovest
A “soli” 1500 miglia da Capo Horn
MIGLIA
PERCORSE
VELOCITÀ
IN NODI
ROTTA
0
441.13
838.92
1237.59
1514.85
1869.78
2263.7
2642.12
2942.33
3257.43
3594.77
4059.58
4491.26
4755.52
5130.72
5518.24
5911.83
6300.28
6724.07
7124.64
7535.11
8002.44
8454.73
8843.52
9220.34
9778.57
10196.44
10598.29
11034.44
11440.09
11919.76
12385.42
12827.98
13264.84
13670.71
14067.62
14586.8
14944.62
15277.09
15477.18
15892.97
16135.75
16541.54
16905.4
17399.29
18.84
17.74
17.93
15.66
17.05
12.64
14.77
11.61
12.63
16.61
19.39
17.99
10.04
15.49
12.45
16.29
16.73
17.72
15.59
17.34
23.23
21.13
15.23
20.84
19.52
19.51
18.2
16.73
19.36
19.86
17.21
22.36
18.36
16.76
18.04
23.97
14.9
13.9
9.84
11.97
17.45
17.2
16.78
20.22
197 °
180 °
215 °
188 °
198 °
208 °
196 °
183 °
205 °
224 °
183 °
185 °
171 °
130 °
173 °
109 °
095 °
107 °
102 °
070 °
100 °
096 °
069 °
093 °
096 °
123 °
064 °
063 °
075 °
091 °
088 °
085 °
116 °
116 °
118 °
147 °
105 °
090 °
136 °
126 °
089 °
114 °
063 °
078 °
13:00
13:45
14:00
15:25
13:00
10:20
10:00
07:58
07:58
05:58
05:58
05:58
05:58
10:05
09:30
10:15
08:00
11:15
08:00
09:00
08:15
10:15
11:15
11:15
09:45
10:00
10:00
05:50
06:54
Il Cile si avvicina veloce
Ultimi giorni in Pacifico, Capo Horn si avvicina
250 miglia a largo dello Stretto di Magellano
A 200 miglia da Capo Horn
Tra Capo Horn e l’Isola degli Stati
Poche miglia a sud delle Falkland; inizia la risalita
Al traverso della Penisola Valdes, Argentina
500 miglia al traverso di Mar del Plata, Argentina
Al traverso dell’Uruguay
Mi avvicino alla costa brasiliana
300 miglia al traverso di Florianopolis, Brasile
Sul Tropico del Capricorno, vicino a Rio de Janeiro
A meno di 200 miglia dalla costa brasiliana
Al traverso di Alagoas, Brasile
Il vento ha mollato, solo 200 miglia nelle 24 ore
150 miglia al traverso di Recife, Brasile
Poco a sud dell’Isola Fernando de Noronha
Ripassato l’Equatore
A metà Atlantico a 5° di lat. nord e 33° di long. ovest
Sul 10° parallelo nord
Al traverso delle Isole di Capo Verde
In mezzo, tra la Mauritania e le Isole Vergini
Sul Tropico del Cancro
Sempre verso nord, lentamente
A sud ovest delle Isole Azzorre
Tra le Isole Azzorre
Al traverso del Portogallo
A meno di 170 miglia da Capo Ortegal, Spagna
A Brest. Il record è battuto!
18016.62
18414.52
18860.95
19270.71
19653.66
19936.7
20351.12
20700.11
20969.99
21239.24
21558.15
21985.96
22395.07
22757.71
22947.02
23094.64
23322.07
23622.77
23905.99
24255.27
24564.58
24815.24
25046.67
25222.55
25570.09
25956.82
26364.9
26738.74
27158.87
19.84
14.97
18.72
15.31
17.74
14.62
19.89
13.62
6.5
12.72
12.52
16.72
17.75
6.8
7.79
5.33
10.46
10.9
13.65
14.44
13.3
7.95
7.83
5.37
17.29
15.64
17.89
18.54
0
087 °
120 °
110 °
107 °
097 °
060 °
039 °
041 °
010 °
358 °
044 °
022 °
026 °
027 °
055 °
017 °
359 °
010 °
352 °
351 °
356 °
001 °
018 °
020 °
009 °
034 °
055 °
055 °
0
Mer&Media
La rotta
seguita dal
trimarano
“Idec”
nella sua
cavalcata
intorno al
mondo.
Riportati,
punto per
punto, i
rilevamenti
giornalieri
60
60
50
50
3/2 Brest
2/2
23/11
1/2
40
40
31/1
Oceano
Atlantico
30
20
24/11
30/1
27/11
29/11
25/1
Oceano
Pacifico
0
10
18/1
20
10
30/11
24/1
23/1
22/1
21/1
20/1
19/1
20
Oceano
Pacifico
28/11
26/1
10
30
25/11
26/11
29/1
28/1
27/1
1/12
0
2/12
Oceano
Indiano
3/12
4/12
10
20
5/12
17/1
6/12
30
16/1
15/1
14/1
13/1
40
50
12/1
31/12
1/1 2/1 3/1 4/1
60
5/1
6/1
7/1
30
7/12
9/12
8/12
11/12
10/12
13/12
15/12
12/12
14/12
23/12
21/12
17/12
16/12
19/12
18/12
22/12
25/12
40
24/12
20/12
26/12
27/12
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8/1
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29/12
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