VITA DI APOLLO DI BAUIT Questo testo pone parecchi problemi di
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VITA DI APOLLO DI BAUIT Questo testo pone parecchi problemi di
VITA DI APOLLO DI BAUIT Questo testo pone parecchi problemi di ortgme e di costruzione letteraria, sui quali non è il caso qui di soffermarsi l. Diremo solo brevemente che· esso è presentato, nell'unico e tardivo manoscritto completo, come la Vita di Phlb (il compagno di Apollo), ed era destinato a far parte della liturgia nel giorno della commemorazione di quel santo 2. Il personaggio prin cipale del racconto è però Apollo; e tenendo conto del l'inizio del par. 3: «Ascoltatemi... che vi narri i mira coli e gli insegnamenti vivificanti del nostro beato padre apa Apollo », si può pensare che all'origine il testo intendesse essere piuttosto una V,ita di Apollo. Considerando d'altra parte che tutto il testo è sostan zialmente orientato alla spiegazione «storica» del rito della Metanoia di Phib, cioè all'istituzione di una par ticolare indulgenza per chi si prosternasse il 25 di Paope sulla tomba di Phib, si può anche pensare che questo fosse il reale scopo per cui è stato scritto in origine 3. Cf. l'introduzione all'edizione cito sotto. COSI anche nel Sinassario copto-arabo (per notizie cf. R. G. Coquin, Le syna.xaire des ..c.optes, un nouveau témoin de la recension de Haute Egypte, «Analecta Bollandiana », 96 [1978], pp. 351-365) per il 25 di Babah (Paope), dove si trova il riassunto di una redazione. poco diversa del nostro. testo. 3 Cf. R. G. Coquin, Apollon de Titkooh oul et~pollon de Bawit?, «Orientalia », 46 (1977), pp. 435-446. 1 2 38 Vita di Apollo di Bauit / Introduzione Ciascuna delle tre soluzioni non esclude l'altra. Quello che qui importa è che abbiamo una serie di notizie riguardanti l'origine di un gruppo monastico sostanzialmente dimenticato dalle fonti greche (appe na si allude ad Apollo, se è lui, nell'Historia mon,acho rum di Timoteo, nel Pratum di Giovanni Mosco e nella Vita di Daniele di Sceti), la cui importanza in Egitto è invece ampiamente attestata dall'archeologia e pro babilmente da qualche papiro documentario. Vediamo che il nucleo è formato da un terzetto, i cui componenti hanno caratteri già ven distinti e pre disposti all'organizzazione futura. Apollo è il « padre », capo e guida spirituale, predicatore capace di attrarre le folle col proprio insegnamento. Phib è l'asceta, pro penso alla vita eremitica, solitaria, che tuttavia resta un componente della comunità. Phib, l'autore del testo, è quello che provvede alle necessità pratiche, l'« eco nomo». I tre conducono per un po' di tempo una vita va gante, fondando qua e là dei monasteri (vengono citati quelli in località Titko~h e in località Tahrug) o anche inserendosi in monasteri già esistenti (quello di apa Pamin, come pare; e sarebbe interessante sapere in quale veste avvenisse questo inserimento). Finalmente si fermano nel monastero di Titkooh, dove a suo tempo era morto Phib, e dove per volontà divina è instaurato il rito della Metanoia. E. probabile che nel V secolo, e anche piu tardi, questa rete di monasteri, a cui è da aggiungere quello di Bauit, conosciuw da scavi archeo logici 4, formasse una comunità che si riconosceva nel nome del fondatore e forse anche nelle sue regole (che però non sono attestate). Ma se appunto non ci fos sero i resti archeologici, a testimon~arne l'importanza 4 Fondatore· dì questo monastero è considerato Anub. che pure è citato nel nostro testo (par. 12) ma in un contesto poco chiaro. Vita di Apollo di Bauit / Introduzione 39 e la vitalità fino al V II secolo, nulla sapremmo di que sta comu!lità, e non si sarebbe saputo che fare, sul piano storico, di un testo quale quello che presentiamo. La Vita di Apollo (o di Phib) è tramandata da un manoscritto completo: New York, P. Morgan Li brary, M 633, pp. 47-67; e da alcuni frammenti papi racei: Londra, British Library OR. 7561 frgm. 146 e 148. Edizione del manoscritto di New York: T. Orlan di - A. Campagnano, Vite dei monaci Phif e Longino, Milano 1975, con traduzione italiana qui ripresa con le dovute modifiche e correzioni. <l La vita del nostro santo padreapa Phib il santo anacoreta, scritta da Papohe, discepolo di apa Apollo il perfetto beato. Riposò il beato apa Phib nel giorno 25 del mese di Paope nella pace del Signore. Ghe le sue benedizioni siano con nodo Amen. 1. È veramente vera la parola del santo cantore David che proclama: « H giusto sarà ricordato in eter no» (Sal. 111, 7); e ancora: « Il giusto sarà innalzato come una palma e crescerà come il cedro del Libano» (Sal. 91, 13). Questo si compi su questo canto. 2. C'era un fratello il cui nome era apa Phib, ori ginario di pSinemun nel distretto di Shmun; egli andò dal mio santo padre apa Apollo e divenne monaco presso di lui; e rimasero insieme per cinque anni. In seguito apa Petra li condusse entrambi e li pose insie me nel monte di Titkooh, e se ne 'andò fino al giorno in cui mori. Loro due erano dunque insieme e lfacevano grandi politeiai innwnerevoli, che noi non potremmo raccontare a causa della loro moltitudine. 3. Ascoltatemi o fratelli, miei cari nel Signore, che V!Ì narri i miracoli e gli insegnamenti vivificanti del nostro beato padre apa Apollo, l'uomo di Dio che offri il suo corpo come un santo sacrificio aDio, che divenne dimora del Padre e luogo di riposo del Figlib e luogo d'incontro dello Spirito Santo. Ed io, Papohe, l'econo 42 Vite di monaci copti Vita di Apollo di Bauit 43 " mo, il minimo, quando ero un fanciullo piccolino nella casa dei miei genitori, Dio mandò il suo angelo, ed egli mi portò via dalla casa di mio padre, mi guidò sui sentieri della giustizia, mi portò presso il buon pastore, salvatore delle anime, ed approdai nel porto della sal vezza, dove non esiste alcun predone, cioè il nostro beato padre apa Apollo, il vero israelita senza inganno (Gv. 1, 47). 4. Mentre dunque egli stava su questo monte, pri ma che il Signore manifestasse la ,sua gloria su di lui, io bussai alla porta ed egli venne da me subito, con il viso sorridente. Era infatti mio padre una persona gentile verso tutti gli uomini huoni, ed era buono in ogni modo davanti a Uio e agli uomini. Egli mi accolse con gioia, mi fece monaco presso di lui, e fui degno di restare sotto l'ombra delle sue sante preghiere e della sua paternità. Ed era là il nostro amato frateUo apa Phib il pio, che stava presso di lui. Entratmbi pas savano la vita in grand~ ascesi e grandi politeiai innu merevoli. Apa Phib era unI uomo che amava'la quiete e desiderava rimanere nel .deserto a fare le politeiai; mio padre era un uomo pacifico, che amava ogni im magine di Dio come un solo uomo. I fratelli si ,riuni vano presso di lui come api presso la regina, ascoltan do le parole della vita e le sue sante regole e ammirando i miracoli di Dio che provenivano dal nostro padre. 5. lo passai un anno con loro in 'questo monte; quindi andammo via da quel luogo e seguitammo a camminare per tutti i monti come animali. In ogni luogo in cui ci fermavamo e i fratelli avevano notizia di mio padre, essi venivano da lui, a imparare le re gole della religione' da lui. Egli parlava loro della pie nezza delle loro 3llirrne, confortandoli tutti con le sue parole ·dolci, ed essi rendevano gloria a Dio. lo passai un anno stando ,con lui per ordine di mio padre. Oltre a ciò, apa Phib era un uomo che amava la quiete in ogni momento; mio padre era un asceta. lo, da parte mia, camminavo servendoli nelle necessità di questo mondo, avendo cura dell'economia dei santLPerciò mi chiamò Papohe l'economo. 6. Accadde un giorno, essendo noi riuniti tutti e tre insieme 'a glorificare Dio, che mio padre si volse verso apa Phib con viso lieto e gli disse: «Vedo, figlio mio, che tu ami la quiete e che odi la gloria vana degli uomini. ~ scritto però nel Vangelo: "Non è poss~bile che una città situata su una montagna resti nascosta, né si accende una lampada per metterla sotto un moggio, ma viene posta sulla lucerna, e farà luce su tutto ciò che è nella casa" (Mt. 5, 15). Tu dunque sei la lampada nascosta, o figlio mio, che sarà posta sulla lucerna per far luce su tutto ciò che è nella casa, e un profumo si spanderà in tutto il mondo, e ci sarà il dono cii rimettere ,j peccati nella tua ·festa ogni an no ». Allora s'inchinò apa Phib e scongiurò mio padre. Allora gli rispose mio padre dicendo: «Alzati, figlio mio, non, sono io quello che parla, ma è lo Spirito Santo che profetizza intorno a quello che avverrà, pri ma che sia accaduto. Ora dunque custodisci questo mistero per il tempo in cui sarà rivelato. ~ scritto in fatti nel Deuteronomio di Mosè: ciò che è nascosto appartiene al Signore Dio vostro, ciò che appare ap partiene a voi e ai vostri figli (Deut. 29, 28) ». 7. Rispose apa Phlb e disse: «Permetti che io dica una parola e non adirarti con me. Veramente non vorrei parlare con superbia o vanaglor.ia, ma io mi me raviglio dello Spirito Santo che sta negli uomini che sono ,glorificati da Dio, il -quale fa in modo che essi concordino nelle loro parole ». Gli disse il beato apa Apollo: « Parla, o figlio mio ». Rispose apa Phib dicen do: «Mi accadde un giorRo, quando ero piccolo nella casa dei miei -padri, mentre pascolavo le loro pecore nel campo, che un vecchio santo di Dio passò presso di me nel campo. Poiché si era fatta sera, ...10 condussi riel1uogo dove stavano le pecore e lo invitai insisten 44 Vite di monaci copti temente a mangiare del pane; egli acconsenti e mangiò il pane. lo gli feci un po' di carità, ed egli dormi presso di me fino all'alba. Dopo che venne l'alba e stava per andarsene, io mi inchinai a lui affinché mi benedicesse, ed anch'egli mi disse proprio questa stessa frase che tu mi hai detto, e cioè: "Ci sarà un giorno di (concessione di) indulgenza nel tuo nome". Ora io dunque a questo punto sono confuso perché non so che cosa succederà. Ma un giorno fatidico fui degno che il Signore mi inviasse presso la tua paternità: dunque come fa piacere al Signore, sia fatta la sua volont;à, che è buona ». 8. Rispose l'atleta di Cristo, il vincitore a destra e a sinistra apa Apollo: «Ascoltatemi, che io vi dica questa cosa. È il Signore infatti quello che me l'ha detta, ed, io stesso non parlerò con superbia, ma rife risco ciò che avverrà a noi tutti insieme. Mi disse il mio Salvatore questa frase che Paolo disse scrivendo ai Corinzi,: "Riguardo al frateHo Apollo, io lo pregai molto di venire da voi, e forse non è destino che venga da voi ora. Verrà dunque se troverà il momento op portuno" (1 Coro 16, 12). Perciò lo Spirito Santo con tinuò a chiedere a mio padre che andasse ora. Rispose mio padre che sarebbe andato se avesse avuto l'occa sione. Ora dunque, figli miei, siamo pronti a soppor tare ogni cosa che ci comanderà il Signore; sia fatta la sua volontà, gloria a Lui nei secoli dei secoli. Amen ». 9. Dopo tutto questo noi andammo in un monte deserto di fronte ad un villaggio chiamato Tahrug. Trovammo li alcune cavità nella roccia e costruimmo dei piccoli ricoveri e abitammo in essi, e facèmmo grandi politeiai. E tutti i nostri fratelli, dopo che eb bero udito che mio padre era in 'quel Luogo, andarono da lui e ascoltarono le parole di vita dalla sua bocca. Ma il luogo era un deserto senz' acqua. Mi disse mio padre: «Figlio mio Papohe, scava nella terra e vedia mo se Dio ci darà acqua, per i fratelli (che verranno) Vita di Apollo di Bauit 45 da noi ». E dopo che scavammo la terra per quattro cubiti, sgorgò una sorgente d'aoqua buona e dolcissi ma da bersi; e noi passammo due anni bevendo da essa con queUi che venivano da noi. Allora mi disse mio padre: '« Facciamo un pozzo e lasciamoloa bene ficio dei fratelli che verranno da noi. Il Signore ci ha preannunciato: ogni luogo in oui tu abiterai farò che rimanga in eterno ». . lO. Dopo che l'avemmo costruito andammo via da quel luogo per andare in un luogo nel Sud che si chiamava apa' Pamin. Mentre vi stavamo andando, giuItgemmo al monastero di Tetkooh, il monte cui Dio concedette la sua benedizione per ,la vita eterna. Visi tammo alcuni fratelli pii che stavano in questo mo nastero, -ed essi ci fecero molta carità. Il nostro beato fratello apaPMb mori in questo luogo il 25 ,di Paope nell'ora ottava, e noi fummo addoloratissimi e stra ziati per lui con gran dolore. Lo seppellimmo in quel luogo. Il. Dopo ciò andammo via di li e andammo al monastero di apa Pamin e stemmo li per pochi giorni; i fratelli allora si unirono a noi e divennero sempre pit1 numerosi. Dopo di ciò il Salvatore apparve a nostro padre e gli parlò dicendo: «La pace sia con te, o mio compagno onorato, amico di mio Padre. Ecco, è ve nuto al momento che tu riveli la mia ·gloria ed il mio nome sia glorificato per mezzo tuo sulla terra. Alzati dunque, vai al monastero di Tetkooh e resta li. Esso è infatti quello che mio Padre ti ha dato come eredità. Perciò posi in esso le ossa del tuo compagno apa Phib, perché ·tu restassi in quel luogo ». Rispose egli e disse al Sàlvatore: «Scegliqualcun altro che possa pren dersi cura w un cosi grande compito. lo infatti <sono 'un uomoreietto in tutte le mie cose; io ii supplico, mio Signore, se io ho trovato grazia presso di te, non mandatmi a fare ciò ». 46 Vite di monaci copti 12. Rispose il Salvatore dicendogli: « O mio eletto Apollo, ,proprio questa cosa mio Padre stabili per te fin dal principio, affinché lasciasse il tuo nome in .quel luogo. Dopo che io scesi in questo mondo per volere di mio Padre, EgU parlò con me misericordiosamente: "Figlio mio, non essere addolorato perché scenderai nel mondo, pieno di sofferenze e di lamenti. A causa del dolore della tua pena, o figlio mio, il giorno in cUi nascerai dalla santa vergine Maria, lo porrò come in dulgenza per rimettere i peccati del mondo. Tutti quelli che crederanno alla tua croce e alla resurrezione della tua carne, straccerò l'elenco dei loro peccati e li donerò a te, o mio caro ,figlio; e il giorno della tua resurrezione gloriosa lo renderò di liberazione saluta re e di indulgenza in tutto il mondo. Ed io mostrerò un luogo santo sulla terra alla fine dei tempi, e porrò in esso il pentimento salutare e una festa dei miei santi in tutto il mondo e l'indulgenza per queHi che crederanno nel tuo nome". Il dono dunque che mio Padre diede a me, io a mia volta lo do a te, e ancora lo porrò in questo luogo e li ''invocheranno il nome del tuo santo compagno apa Phih. Non aver paura; io sono con te in ogni luogo, ti darò un nome grande. e famoso, ti sentiranno tutti i popoli e verranno a por tare doni nel tuo santuario; adoreranno il tuo luogo santo. Tutti i popoli verranno e diranno: "Venite, an diamo sulla montagna del Signore, nella casa del Dio di Giacobbe. Egli ci dirà la sua strada e noi lapercor reremo" (Is. 2, 3), come disse il profeta Isaia. E sta anche scritto: "Un altare ci sarà per il Signore nella terra .d'Egitto, e una stele nei suoi confini per il Si gnore" (Is. 19, 19). Il luogo dunque che io ho donato a te è l'altare, e la stele èH corpo del mio servo Anup. Ecco, io ti ho annunziato tutte le cose che ti accadran no, proprio secondo la ,decisione di mio Padre. Sii saldo nelle cose che ti ho detto, e non dubitare. lo farò che molte benedizioni siano nel tuo santuario, Vita di Apollo di Bault 47 farò che chiamino i tuoi figLi: lampadari di Cristo. Tutti quelli che osserveranno i tuoi precetti li donerò a te come figli nel mio regno; tutti quelli che perseve reranno nel lavoro e ri.ella tua devozione saranno come tuoi figli nella casa di mio ,Padre )}. 13. Subito mio padre mi chiamò e mi disse ogni parola che il Salvatore gli aveva detto. Dopo che io ebbi ascoltato ciò restai molto ammirato e gli dissi: «Padre mio, se è questo il modo che è gradito· al Signore, facciamo cosi. Restiamo uniti al Signore e osserviamo i suoi comandamenti. Sono buone le azioni tutte del Signore, benedette e molto ;preziose, e vanno alla casa del Signore tutte insieme. Nel modo infatti in cui ci ha comandato, faremo, secondo il suo desi derio )}. 14. Dopo tutto ciò ci levammo e andammo via per andare al monastero di Tetkooh, il monastero che Dio ci aveva indicato, queLlo che aveva preparato per mio padre Apollo, e salimmo su un monte che si trova davanti ad un villaggio chiamato Taparoue. Visitammo alcuni fratelli pii, essi ci fecero molte carità e dor mimmo li fino all'alba. Quando venne l'alba, andammo a Nord verso Tetkooh; i fratelli che erano là, come sentirono che eravamo venuti, ci uscirono incontro con grade gioia e ci accolsero presso di loro. Noi allo ra dicemmo loro il mi,stero che avevamo visto, ed essi furono stupiti e ci dissero: «È accaduto anche a noi, mentre dormivamo di notte, che sentimmo il suono di una tromba che squillava cOSI a gran voce per tre vol te: "Ecco, è venuto il buon pastore che pascola le sue pecore nei pascoli della vita n. Dopo ciò venne un coro di angeli e passarono tutta la notte a cantare e a dan zare sul corpo ,del beato -apa Phib, cantando -l'inno, mentre gli angeli rispondevano loro: "Questo monaste ro gioirà sempre piu e sarà glorificato. Questo è il monastero del Signore, il monastero sublim~, il mona stero forte, il monastero ricco. Questo è il monastero 48 Vite di monaci copti in cui Dio volle dimorare per sempre; questa è la casa di Dio, la dimora dei giusti", Come sentimmo queste cose, fummo presi da gran timore e passammo tutta la notte riuniti insieme fino all'alba, benedicendo 'Dio, padre del nostro Signore Gesti Cristo, stupiti delle cose che sentivamo. Ora dunque, è Dio nostro salvatore che ti ha mandato da noi, tu sei il pastore che pascola tutti noi, giovani e vecchi, con bontà. Ecco, i nostri corpi e le nostre anime sono nelle tue mani: sii per noi un padre, e noi saremo tuoi figli ». 15. Rispose mio padre dicendo: «Se il tuo desi derio, o Dio, è questo, noi faremo secondo la tua paro la ». E ci riunimmo tutti insieme in numero di venti uomini stando presso mio padre. Mio padre dunque si occupava della parola di Dio e della dottrina e delle regole dei nostri santi padri gli apostoli; io invece mi occupavo dei bisogni materiali dei fratelli, e grandi miracoli avvenivano per mezzodì mio padre. Infatti il suo nome era diventato famoso in ogni luogo nei dintorni, e portavano da lui quelld che erano malati, ed egli li guariva tutti. Noi ci moltiplicammo a poco a: poco, e crescevamo in Dio, e grandi azioni buone Dio compiva per mezzo di mio padre. 16. Dopo un certo tempo costruimmo una piccola chiesa sul corpo del beato fratelloapa Phib, e i nostri fratelli usavano riunirsi sempre in essa ogni giorno prima di mangiare il loro pane. In seguito apparve il Salvatore a mio padre e gli parlò dicendo: « La pace sia con te, o ImO compagno benedetto. lo sono con te: ecco, infatti io riunirò per te una grande moltitudine, ed essa s'ilÌgrandirà nel suo numero. Alzati dunque e costruisci una grande chiesa nel modo che t'insegnerò, affinché la gente trovi posto in essa ». E andò con Lui ed Egli gli spiegò tutto il piano della chiesa e gli disse la sua lunghezza e la sua larghezza. Gli disse il Salva tore: « Ecco, io ho stabilito per te l'arcangelo Michele come colui che custodirà il tuo santuario. Il tuo com- Vita di Apollo di Bauit 49 pito sarà soltanto di parlare,quelloinvece di Michèle di chiamare a raccolta, quello a sua volta di Papohe di custodire ». Dopo che il Salvatore ebbe detto queste cose, sali ai cieli. 17. Dopo ciò mio padre mi chiamò e mi disse tutte queste parole, e costruimmo la chiesa secondo il pia no che ci aveva insegnato, Quando ci fummo moltipli cati e fummo diventati numerosi, mio padre mi disse: « Ecco, ,si è avvicinato il giorno del nostro beato fra tello apa Phib. Mandiamo a chiamare tutti i fratelli che sono nella montagna e facciamo con loro un' agape in gioia e letizia, perché di lui il Signore disse a me: io mostrerò la mia glOria nel suo giorno ogni anno, e il mio nome avrà gloria su tutta la terra ». lo feci come mi aveva detto mio padre e mandai a chiamare in tutte le montagne e riunii insieme tutti i fratelli nel giorno santo che il Signore aveva dedicato al nostro fratello apa Phib. Dopo che fummo riuniti insieme il 24 di Paope, passammo tutta la notte sul 25 in gioia e allegrezza, facendo molte synaxeis e salm ( odie), ralle grandoci nel 'nostro spirito. 18. Come venne l'alba, mori un piccolo fratello di nome Zaccana. Costui era un giovane gentile con tutti, e mio padre lo amava moltissimo per tutti gli atti buoni che faceva. Lo portammo nella chiesa ed i fratelli rima sero a veglia:rlofinché lo seppellissero; infatti era l'ora sesta. Dopo che lo ebbero preparato per la sepoltura, cominciammo a pregare tutti insieme, e mio .padre ci fece stare distesi a lungo bocconi. Quindi mio padre si alzò e stette in piedi e disse ai fratelli: « In verità, a tutti quelli che si sono prosternati in questo luogo oggi, Dio ha rimesso i loro peccati come nel giorno in cui sono nati ». Alcuni fratellLçlubitarono, altri invece gli credettero. Allora sobbalzò il piccolo Zaccaria che era morto e si sedette, e i vestiti caddero da lui. Ed egli si al~ò e stette in piedi e camminò qua e là. Finalmente gridò: « Uno è Dio, il Cristo Gesti nostro Signore ». Si 50 Vite d.i monaci. copti meravigliarono tutti quelli che stavano li ed egli disse: « Credetemi, o popolo che ama Dio, che a chiunque si trovi qui oggi, Dio ha rimesso i peccati come nel giorno in cui nacque; e a quello che s'inginocchierà in questo luogo saranno rimessi i suoi peccati nel nome del no-. stro fratello apa Phib. Questo è un grande mistero, o miei fratelli e padri che amate Dio ». Dopo che ebbe detto questo giacque, e le vesti gli si riavvolsero intor no. La gente che lo aveva VlÌsto si meravigliò e i loro cuori si rinsaldarono, e conobbero che il pentimento proviene da Dio, e che Egli diede il dono di rimettere i peccati al nostro fratello apa Phib. A gloria della santa Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, nei secoli dei secoli. Amen. . VITA DI APHU Aphu è conosciuto nelle fonti greche solo per un apoftegma I, che concorda col nostro testo nel desi gnarlo come vescovo di Ossirinco (egiz. Pemge) e nel dipingere il suo disappunto per non potere, da vesco vo, dedicarsi all'ascesi come prima (cf. copto, p. 83). In copto è invece conosciuto sia dalla cosiddetta Vita di Paolo di Tamma (in realtà una historia monacho rum) sia dalla Storia dei monaci presso Siene di Pap nute. Il nostro testo pone l'accento in parti uguali sulla sua vita di eremita, sulla disputa che egli avreb be sostenuto nientemeno che con Teofilo di Alessandria a proposito dell' antropomorfismo, e sulla sua attività di vescovo di Ossirinco. La parte che ha suscitato maggiore interesse è sta ta quella riguardante la disputa con Teofilo, che tut tavia non è stata presa molto sul serio 2. E in effetti, cosi com' è raccontata, essa non ha alcuna probabilità di riprodurre in termini storici un fatto reale. Tutta via non è da escludere che sotto il travestimento letI Cf. la traduzione italiana citata a p. 13, :n. 6, voI. I, pp. 146-147. . 2 Cf. E. Drioton, La diseussion d'un moine anthropomor phite audien avee le patriarehe Théophile d'Alexandrie, "Re vue de l'Orient Chrétien », II, lO (1915), pIp. 92~~00 e 113-128. G. Florowski, Theophilus 01 Alexandria and apa Aphou 01 Pemdje, in Mise. Wollson, Jerusalem 1965, pp. 275.310.