Jekyll: Le bufale dello tsunami
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Jekyll: Le bufale dello tsunami http://jekyll.sissa.it/index.php?document=275 Dossier Tsunami Le bufale dello tsunami Una breve carrellata sulle notizie false, o solo parzialmente vere, comparse sui media dopo il terremoto e lo tsunami del 26 dicembre 2004. di Massimo Ferrario Capita a tutti di essere fraintesi: ma come vi sentireste se qualcosa che non avete mai detto, e che pensate sia sbagliata, vi catapultasse all'improvviso sui telegiornali e sulle prime pagine di mezzo mondo? Ken Hudnut, del Servizio geologico statunitense, tutto sommato l'ha presa bene. "Ho cercato di fare correggere le mie presunte affermazioni" - ci dice Hudnut - "ma mi sono reso conto che la valanga era inarrestabile". Lo spostamento di Sumatra Il 27 dicembre alcuni media americani affermano che, secondo il ricercatore, l'isola di Sumatra di sarebbe spostata di circa 36 metri verso sud-ovest per effetto del terremoto del giorno prima. Anche i media italiani riprendono le affermazioni del geologo, tralasciando però una informazione fondamentale: i dati sono il risultato di una simulazione, non di una misura diretta. Alcuni tra gli esperti interpellati, non a conoscenza dei dettagli, invitano genericamente ad attendere altre misure, ma non riescono a convincere i giornalisti. Lo spostamento da virtuale diventa reale, e come tale viene più volte riportato nei giorni successivi. Eppure Hudnut non ma mai parlato di 36 metri. "I nostri modelli indicavano spostamenti di circa 20 metri della faglia, e di un paio di metri per le isole più vicine all'epicentro. Proprio non capisco: io quel numero non l'ho mai pronunciato" ci dice. E aggiunge "All'inizio è stato frustrante vedere il mio nome associato all'errore, e non vedere pubblicate le mie smentite. Poi ho capito che la cosa non era interessante per il pubblico, considerato l'orrore che il disastro suscitava in tutti noi". Gli scienziati stanno ancora effettuando le misure che permetteranno di capire l'effettiva entità degli spostamenti, ma siamo ormai troppo lontani dall'evento: quando si conoscerà con precisione cosa è successo, per i media non si tratterà più di una notizia, e Sumatra rimarrà, forse per sempre, l'isola che si è mossa di 36 metri. Cadaveri bruciati dopo una battaglia. Illustrazione di un manoscritto del XIV secolo (fonte: Corbis - http://www.corbis.com) 1 di 4 13.11.2006 10:31 Jekyll: Le bufale dello tsunami http://jekyll.sissa.it/index.php?document=275 I cadaveri non c'entrano Nei primi giorni dopo il terremoto viene continuamente ripetuto dai media che i cadaveri insepolti sono la minaccia principale per i sopravvissuti, perché causa di epidemie. Le cronache sono piene di frasi come "si temono epidemie causate dall'acqua inquinata e dalla presenza di cadaveri insepolti" o "iI recupero e il seppellimento dei cadaveri costituiscono la prima grande emergenza in tutti i grandi terremoti". Proprio per il timore di epidemie le autorità di quasi tutti i paesi colpiti ordinano di procedere il più in fretta possibile alla cremazione dei cadaveri o alla loro sepoltura in fosse comuni. Ma basta consultare il sito internet dell'Oms dedicato all'emergenza del sud est asiatico per rendersi conto che la pericolosità dei cadaveri è stata decisamente sovrastimata. Citando uno studio dell'Organizzazione panamericana di sanità (Paho) del 2003, l'Oms dice chiaramente che "la diffusa convinzione che i cadaveri creino rischi di malattie trasmissibili è errata. Specialmente se la morte è avvenuta per cause traumatiche, è improbabile che i corpi siano causa di epidemie". Questa informazione evidentemente non arriva alle autorità sanitarie dei paesi colpiti, e solo in parte viene ritenuta interessante dai media, che inizialmente le dedicano pochissimo spazio e la riportano senza particolare enfasi all'interno di pagine nelle quali prevale il messaggio opposto. Quando poi, il 2 gennaio, La Stampa dedica un intero pezzo al rapporto del Paho, riportandone in dettaglio le conclusioni, l'articolista non può fare a meno di esprimere i propri dubbi, chiedendosi "Ma esistono precedenti in grado di aiutare ad orientarsi su cosa può succedere quando il numero dei cadaveri è, come in questo caso, tanto impressionante da ammorbare l'aria?" Uno studio dice che ... La sera del 12 gennaio 2005 l'Ansa batte una notizia dal titolo esplosivo: "Esperti UE a USA, c'erano tempi per allarme". L'agenzia cita uno studio effettuato dal Centro comune di ricerca (Ccr) dell'Unione Europea di Ispra in cui si dice che "i rapporti in possesso degli organismi di sorveglianza terrestre e marina degli Usa erano disponibili in tempo per avvertire lo Sri Lanka, le Maldive e forse anche la Thailandia dell'arrivo dello tsunami". Secondo l'Ansa gli esperti europei accusavano di incompetenza i colleghi americani, e sostenevano che ''un allarme avrebbe potuto essere lanciato con un anticipo compreso tra venti minuti e due ore, e si sarebbero potute salvare potenzialmente migliaia di vite". Il clamoroso lancio finisce sulla prima pagina del Corriere della Sera, ma il giorno stesso arriva la smentita del portavoce del Commissario europeo per la Ricerca. L'Ansa, unica tra tutte le agenzie giornalistiche, aveva frainteso: riportando, fuori dal loro contesto, spezzoni di frasi contenute nel rapporto, era riuscita a stravolgere il senso delle affermazioni degli esperti. Infatti il documento del Ccr non rivolge accuse a nessuno. Dopo aver ricostruito la cronologia degli eventi del 26 dicembre e delle comunicazioni che ne sono seguite, lo studio si limita a rilevare che se fosse esistito un sistema d'allerta nell'Oceano Indiano, e se la popolazione delle aree colpite fosse stata informata su come comportarsi in caso di allarme, i dati raccolti tempestivamente dagli scienziati avrebbero potute salvare molte vite. 2 di 4 13.11.2006 10:31 Jekyll: Le bufale dello tsunami http://jekyll.sissa.it/index.php?document=275 (fonte: Corbis - http://www.corbis.com) Il pitone usato come salvagente e l'arrivo di Mr T. Sunami Alcune notizie passate dai media sono poi così poco credibili da poter essere classificate come bufale anche senza andarne a verificare le (improbabili) fonti. La Repubblica del 31/12/04, ad esempio, pubblica a pagina 9 un articolo del suo inviato a Sumatra. Il pezzo si chiude raccontando la vicenda di Riza e dei suoi bambini salvati da un pitone gigante "lungo come un palo della luce". La "madre coraggio", trascinata con i due figli dalla corrente, sarebbe riuscita a salvare sé stessa e i piccoli "usando il serpente come boa di salvataggio". È interessante notare, al di là della scarsa plausibilità della storia, che, il giorno precedente, sul quotidiano indonesiano in lingua inglese Jakarta Post era comparsa la stessa notizia, pur con dettagli leggermente diversi: i "due bambini" sarebbero state le figlie gemelle di una vicina di casa di Riza, mentre il rettile salvatore era lungo "come un palo del telefono". E questi incidenti non accadono solo nel pieno dell'emergenza. Il 6 gennaio l'inviato di Repubblica alle Maldive pubblica sul sito internet del quotidiano questa notizia, ripresa da un giornale locale. Il centro di controllo per gli tsunami del Pacifico di Honolulu avrebbe avvertito il 26 dicembre il governo di Male del pericolo imminente. A causa di una incomprensione linguistica, però, il messaggio sarebbe arrivato distorto. "Mr T. Sunami arriverà fra due ore dall'Indonesia" venne riferito alle autorità dell'arcipelago, che avrebbero prontamente inviato una delegazione all'aeroporto per ricevere l'inatteso signor T. Sunami. L'articolista commenta che la storia "se non fosse per l'argomento doloroso e serissimo sembrerebbe una barzelletta". E di barzelletta si trattava, infatti: la si rintraccia facilmente su internet, dove è presente almeno dal 3 gennaio. ( 14 febbraio 2005 ) Introduzione dossier "Tsunami" di Eugenio Melotti Due terremoti nella stessa zona a distanza di pochi mesi. Il primo è un disastro su scala planetaria. Tra le vittime, spesso, anche la qualità dell'informazione. 3 di 4 13.11.2006 10:31 Jekyll: Le bufale dello tsunami 4 di 4 http://jekyll.sissa.it/index.php?document=275 13.11.2006 10:31