Pane e Pallone M. Impiglia

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Pane e Pallone M. Impiglia
La storia è iniziata così…
Il “fubballe” a Frascati dalle origini agli anni Trenta
Chi è stato il primo sportivo “professionista” nativo di Frascati? In attesa di un’indagine
storica che ci fornisca una risposta seria, noi diamo un’indicazione che cerca il sorriso.
Il primo campione frascatano fu un certo “Pastasciutta”. Costui scendeva in città e operava nelle piazze. Il tema di Pastasciutta erano gli esercizi di forza. Era, insomma, uno
di quegli Ercoli itineranti che si esibivano in pubblico sperando nella generosità della gente. Egli portava con sé delle palle di pietra (almeno così apparivano all’aspetto) di oltre
trenta centimetri di diametro; in esse era fissata una maniglia di ferro, a guisa di manico. Il brav’uomo, mostrando uno sforzo indicibile, le sollevava lentamente fino a tenerle alte sopra la testa, le braccia tese. L’esercizio faceva sempre un potente effetto sugli
astanti; i bajocchi entravano saltellando nel cappellaccio. Un giorno, aveva appena finito e stava detergendosi il sudore quando un ragazzino, sbucato all’improvviso dalla folla, afferrò con la massima disinvoltura le palle di pietra e si mise a correre gridando: “A
Pastasciù, te le lascio in cima alla scalinata dell’Ara Coeli!”. Le palle di Pastasciutta
non erano di pietra, ma di sughero verniciato.
Ai tempi in cui il grande Pastasciutta dilettava i romani con questi suoi spettacoli
sportivi, in città qualcuno già aveva scoperto un gioco all’aperto che arrivava diretto dall’Inghilterra e si chiamava “football”. Più precisamente, “fubballe”, secondo la traduzione dell’esotico termine. “Annamo a giocà a fubballe a piazza d’arme, eh Nì’? Che ne
dici Cecè?”. De corsa, Sante”. Questo, più o meno, lo scambio di battute che, con cadenza quotidiana, scoccava tra alcuni ragazzi del popolo e della borghesia minuta. Poco dopo,
li si poteva vedere sui prati, a tirar calci ad una palla di cuoio variamente rappezzata, indossando una maglia pagliaccesca metà bianca e metà celeste e dei buffi calzoncini neri tagliati al ginocchio. (Gli aggettivi “pagliaccesca” e “buffi” li davano i signori passanti, che a
volte si trovavano di fronte quei diavoli a Villa Borghese). L’avrete capito: erano i primi
“footballer” della Società Podistica Lazio, i pionieri del calcio romano. Siccome la Podistica si chiamava “Lazio”, i suoi dirigenti pensavano, giustamente, che non potessero esimersi dal propagandare il verbo sportivo nei paesi limitrofi. Si guardarono intorno e il primo posto interessante che capitò loro sott’occhio fu, come al viaggiatore Stendhal, la bella Frascati. E qui entriamo nella Storia, quella con la esse maiuscola. Tutto, da ora in poi,
è documentato. Prendete nota, perché andiamo a fare nomi e cognomi.
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Amadei: Pane e Pallone
Nella primavera-estate del 1906 intercorsero i primi contatti tra i “laziali” e alcuni residenti a Frascati, interessati ad innestare la pratica del podismo e del football nella loro cittadina. Come risultato dei colloqui, l’11 luglio si costituì una sezione della SPL.
Presidente Alessandro Lippi, segretario Armando Senzacqua, direttore sportivo Giulio
Garettoni. Saputo del positivo esito, il presidente della Lazio, comm. Fortunato Ballerini, il 30 luglio guidò una comitiva di soci-atleti su per la via Tuscolana. I rappresentati
della consorella laziale (si era tutti, ormai, della stessa famiglia biancoeleste) furono
accolti a Frascati dal sindaco in persona. Ci fu un brindisi d’augurio al palazzo municipale. Quindi si svolsero, sul viale della Passeggiata, alcune prove di velocità da parte di
due campioni: Pericle Pagliani, eccezionale corridore nativo di Magliano Sabina, e
Roberto Penna, un piemontese fortissimo sulle corte distanze e che aveva appena vinto
le selezioni per la partecipazione alle Olimpiadi “fuori serie” di Atene. L’esibizione fu
applaudita dal pubblico, curioso di tutto, e dai soci della SP Lazio di Frascati, tra cui citiamo i signori: Carletti, Favoli, Taffettani, Frascatani e Robini. Sarebbero dovuti trascorrere, tuttavia, più di due anni prima che una regolare squadra di football si venisse a formare all’ombra del campanile di S. Rocco. Nel marzo del 1909, al Campo di Makallè,
cominciarono gli allenamenti. Furono proficui questa volta, perché già in autunno si
riuscì ad organizzare un torneo denominato Coppa Tuscolo. Il trofeo venne vinto dalla
Lazio di Frascati su una selezione della Lazio di Roma, al termine di un match combattuto e infiorato di “promesse”. Il mancato riconoscimento della vittoria da parte della casa
madre acuì nei giorni successivi il dissidio, fino a farlo sfociare in una minaccia di scissione. Non sappiamo se il distacco, e poi lo scioglimento della Società, effettivamente
avvennero. Ma da quel 1909 si persero le tracce della SPLF. Presidente del sodalizio era,
all’epoca, Flavio Giorgetti, che si avvaleva della collaborazione di Alfredo Spitoni e del
direttore sportivo Paolo Micara.
Per ritrovare una squadra di calcio bisogna fare un salto di una decina d’anni, dopo
la conclusione della prima guerra mondiale. Sorsero allora due società collegate: il Frascati Football Club e la Associazione Sportiva Frascati. Quest’ultima aveva la maglia bianca, i calzoncini neri e uno stellone all’altezza del cuore. I nomi di alcuni dei pionieri? Molinari, Gattafoni, Chiesa, Colasanti, Cirilli, Lupo, Coppitelli, Bernardini, Ciani, Ferri, De
Simoni, Crisanti, Delle Chiaie, Gattinara, Fizialetti, Curti, Carocci, Marozzini. L’AS Frascati militò nel campionato regionale di terza divisione. Nel 1921 ebbe l’onore di ospitare la Pro Vercelli, club destinato a vincere il campionato confederale nazionale, e che stava facendo una tournée di propaganda nel meridione. Nel 1924-25 ritroviamo l’undici dell’ASF, maglia a striscioni verticali rossi e gialli, inquadrato nella Lega Sud della FIGC,
in quarta divisione. Si confrontava con formazioni che si chiamavano Spes San Lorenzo,
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Racconti di sport di Roma e del Lazio
Ostiense, Viterbese, Prenestina, Trevi, Ebro. Un momento importate per il decollo del football frascatano fu la costruzione, avvenuta nell’area di Makallè durante la podestà di Goffredo Pesci (il “podestà” aveva preso il posto del sindaco, secondo i nuovi dettami politici), di uno dei circa duemila “campi sportivi del Littorio” inaugurati in quel periodo:
Campo Mamilio. Oltre a edificare impianti per lo sport, il fascismo stava cambiando il
panorama con una serie di fusioni forzate tra società in difficoltà economiche. Furono in
molte a scomparire, anche di antiche tradizioni. Ma l’AS Frascati no, perché rappresentava una realtà culturale e sociale di primo piano come quella dei Castelli. La sua sezione calcio, che includeva molti dipendenti della compagnia di pullman Stefer, era fiorente. Nel 1929, stando a un annuario della FIGC, l’ASF era una delle 34 società regionali
che praticavano il calcio. Ecco la lista completa:
SS Lazio, AS Roma, AC Tivoli, SGS Fortitudo, SGS Spes, Juventus FC, AS Trastevere,
AS Frascati, Viterbo AC, CS Virtus, AS Laziale, SS Civitavecchiese, SS Ardita, SS Sempre Pronti, SS Vivace, SC Italico, AS Tramvie dei Castelli, SS Leonina, SS Di Biagio, AS
Monti, SS Montesacro, US Appio, SS Cesarea, Littorio FC, AS Fascista Ostia, SS Trasimeno, AS Magliana, Dopolavoro Ferroviario dell’Urbe, SS Augustea, CS Portuense, Sezione Calcio Assicuratori, CS Fascista, Polisportiva Bellator Frusino, SS Confindustria.
Come si evince dai nomi, il 75% del calcio laziale rimaneva concentrato nel perimetro di Roma; e all’Urbe, nel decennio a seguire, il movimento frascatano farà costantemente riferimento. L’ASF disputò i campionati regionali di terza e seconda divisione
fino al 1943. Gli allenatori Mario Ciani e Giuseppe Bigelli furono gli artefici di quella
temuta “Lupa”, che avrebbe sovente ospitato giallorossi e biancazzurri in amichevoli di
preparazione al torneo di Serie A. Bigelli e alcuni campioni locali (Mazzi, Fizialetti,
Grossi, Coppitelli, Ceccarelli) furono i maestri che insegnarono ad Amadei i primi rudimenti del calcio.
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INDICE
Presentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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La storia è iniziata così…
Il “fubballe” a Frascati dalle origini agli anni Trenta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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1 - Gioventù del fornaretto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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2 - In bicicletta a Campo Testaccio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13
3 - Lupo tra i lupi. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16
Da Frascati al Testaccio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21
4 - Farsi le ossa a Bergamo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25
5 - Un “burino” centravanti della Roma . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30
6 - La presa dello scudetto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37
7 - Squalificato a vita!. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44
Scudetto 1941-42 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 48
8 - Il regalo dall’America (la bomba sul forno) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53
9 - Amadei stende la RAF . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 58
10 - Ottavo re di Roma . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 61
11 - Quando Valentino si tirò su le maniche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 66
12 - Un derby da ospedale. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 70
Hic sunt ruinas . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 76
13 - Il passaggio all’Inter e il debutto in maglia azzurra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 82
14 - Niente più michette a Milano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 88
15 - Con un gol all’Inghilterra è quasi sindaco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 96
16 - Medeo e il Comandante . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 104
Azzurrolandia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 112
…e la storia è continuata così
Tra donne calciatrici e “veterani” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 123
Statistiche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 126
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