Bergamo film meeting»: l`Europa è protagonista
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Bergamo film meeting»: l`Europa è protagonista
56 Cultura e spettacoli L’ECO DI BERGAMO VENERDÌ 26 FEBBRAIO 2016 «Bergamo film meeting»: l’Europa è protagonista Festival. Presentata l’edizione 34, si parte il 4 marzo con «Menschen am Sonntag» musicato dai Múm Previsti 143 film, tre mostre, laboratori, anteprime ANDREA FRAMBROSI Sarà la band degli islandesi «Múm» ad accompagnare in musica il classico «Menschen am Sonntag» («Uomini di domenica», 1929) di Robert Siodmak, Edgar G. Ulmer, Rochus Gliese. Si tratta del primo film muto sceneggiato da Billy Wilder. L’opera sarà protagonista della «preapertura» dell’edizione 34 di «Bergamo film meeting – International film festival» il 4 marzo, al Teatro Sociale in Città Alta, alle 21. Il festival comincerà il giorno dopo e durerà fino al 13 marzo. La nuova edizione è stata presentata ieri allo Spazio Cinema Anteo a Milano nel corso di un conferenza stampa, presieduta dal direttore Angelo Signorelli e condotta da Fiammetta Girola, Chiara Boffelli e 1 Ospite d’onore l’attrice francese Anna Karina, volto della «nouvelle vague» 1 Tre personali dedicate ai registi Jasmila Zbani, Petr Zelenka e Shane Meadows Sergio Visinoni. È molto centrata sul cinema europeo questa edizione di Bergamo Film Meeting che presenterà, durante nove giorni di proiezioni, 143 film, sei opere di video arte, tre anteprime, tre mostre e tre laboratori, una «masterclass», una tavola rotonda, la «fantamaratona», due sonorizzazioni dal vivo, due pubblicazioni, nove strisce quotidiane a fumetti, più laboratori, incontri, eventi speciali, percorsi di visione per le scuole e i giovanissimi e moltissime altre iniziative. Europa, dicevamo: le tre personali sono dedicate quest’anno a tre giovani registi: alla bosniaca Jasmila Žbani , al ceco Petr Zelenka e al britannico Shane Meadows, tre autori – come sostiene Angelo Signorelli – «che fanno parte della generazione nata dopo l’esaurimento delle varie nouvelle vague; molto diversi tra loro, ma accomunati dall’attenzione al mondo reale, senza però rinunciare a un meticoloso lavoro di scrittura e di messa in scena, che significa alla fine saper raccontare storie, padroneggiare i generi, tenere vivi l’attenzione e il cervello dello spettatore, provocare interrogativi piuttosto che fornire risposte». Pezzo forte di questa edizione sarà la grande retrospettiva dedicata al regista ungherese Miklós Jancsó (1921 – 2014), «un autore che – spiega Signorelli - con la sua opera, ha con- tribuito a rinnovare il linguaggio cinematografico e ha portato elementi innovativi anche nella riflessione sulla Storia, partendo dagli accadimenti avvenuti nel proprio Paese durante i secoli scorsi, ma in realtà guardando al presente e captando i cambiamenti che sarebbero sopravvenuti di lì a poco». Ospite d’onore di questa edizione del Festival l’attrice, danese di nascita, ma naturalizzata francese, Anna Karina, «volto della Nouvelle Vague», musa (e per qualche anno moglie) di Jean Luc Godard con il quale ha girato una serie di film simbolo degli anni Sessanta; l’attrice sarà ospite di Bergamo Film Meeting dal 10 al 12 marzo. Sette i film della mostra concorso provenienti da Bulgaria, Belgio, Serbia, Germania, Lituania, Repubblica Ceca e Polonia; quindici i documentari della sezione «Visti da vicino», che da quest’anno diventa competitiva (decide il pubblico, come per il concorso) e al cui vincitore verrà assegnato il «Premio miglior documentario Cgil Bergamo». Previsto il consueto lancio della prossima edizione di Bergamo Jazz con la proiezione di «Giungla di cemento» di Joseph Losey e la sonorizzazione di «Le avventure del principe Achmed» di Lotte Reiniger, da parte di Gianni Mimmo. ©RIPRODUZIONE RISERVATA La JW Orchestra a Seriate fra Mahler e lo stile anni ’50 Seriate Savino Acquaviva dirige una rilettura di Mahler firmata da Marco Gotti e un concerto di Giovanni Garbarino Secondo appuntamento con la JW Orchestra al cineteatro Gavazzeni di Seriate stasera (inizio ore 21,15). La rassegna organizzata coraggiosamente dall’omonima associazione vede eccezionalmente protagonista una big band jazz che ha sede in territorio bergamasco e che da oltre venti anni persegue un ambizioso programma di lavoro artistico. Guidata da Marco Gotti, clarinettista, sassofonista, nonché compositore e arrangiatore, la JW orchestra presenta due composizioni indubbiamente originali. «1860 1960 Concert for jazz orchestra» è il titolo del- nQx4Xy1pd+G6RcyYqvX0aP2to0cAYUsRfdvM/TurWSc= Savino Acquaviva stasera a Seriate dirige la JW Orchestra l’originale rilettura, a firma dello stesso Gotti, ispirata al sesto movimento del «Canto della Terra» di Gustav Mahler, noto ciclo di lied sinfonici a firma del compositore austriaco. Un’incursione jazz nel campo del sinfonismo tardo romantico che rappresenta a tutt’oggi un esperimento limite. Le due date del titolo sono quelle di nascita del composito- re classico e dello stesso Marco Gotti, che aggiunge questa tappa al suo prolifico lavoro di arrangiamento e rilettura in chiave jazzistica di autori esterni al mondo del jazz, da Musorgskij a Verdi, dai Beatles a Morricone. Un lavoro impegnativo affidato alla direzione di Savino Acquaviva, attivo sul fronte della direzione di ensemble strumentali orchestrali e bandistici e no- Anna Karina, volto della Nouvelle Vague e musa di Jean Luc Godard, ospite d’onore del Festival Il regista Miklós Jancsó «Uomini di domenica», 1929 La band degli islandesi «Múm» Vincitore edizione 2015 In sala torna «Mózes» Ci sarà anche la regista visamente, Mózes si trova spiazzato: riuscirà a liberarsi del fantasma del padre? Mica facile perché il fantasma continua ad apparirgli anche nelle situazioni più imbarazzanti. Il titolo originale è traducibile come «Dopo la vita» che ci aveva convinti proprio per la sua bella ironia appuntita pur affrontando un tema non proprio leggero. E anche per il sottile e intelligente gioco della regia che riesce a volgere le varie situazioni in una sobria e gustosa ironia. Chi lo ha visto ricorderà sicuramente la sequenza della recita natalizia con i bambini durante la quale il maldestro Mozes finisce con l’incendiare il teatrino in cui si svolge. AN. FR. Siete impazienti di partecipare alla prossima edizione di Bergamo Film Meeting? Non vedete l’ora dell’annuale full immersion cinematografica? Benissimo, ecco qui allora, sia per chi l’ha già visto, sia per chi non lo conosce, che all’auditorium di piazza della Libertà viene proposto il film vincitore della scorsa edizione di Bergamo Film Meeting, l’ungherese «Mózes, il pesce e la colomba», opera prima della regista Virág Zomborácz, distribuito nella sale da Lab 80 che, questa sera (ore 21, ingresso intero: 6 euro, ridotto: 5, soci Lab 80: 4, carnet da 5 ingressi riservato ai soci: 16 euro), sarà presente in sala e, dopo il film, risponderà alle domande degli spettatori. Mózes è un giovane insicuro, tormentato, reduce da un ricovero in un istituto psichiatrico. Suo padre,autoritario pastore protestante, lo vorrebbe come suo successore alla guida della comunità ma la sua potente personalità lo ha sempre schiacciato. Quando il padre muore improv- to anche per la direzione del progetto per orchestra di fiati di Gianluigi Trovesi «Profumo di Violetta», pubblicato da Ecm. Durante la serata verrà eseguita dall’ensemble di 17 strumentisti, sempre sotto la guida di Acquaviva, anche la composizione «L’avventura, concertone per jazz band» di Giovanni Garbarino, compositore di area contemporanea (è stato anche presidente della Società italiana di musica contemporanea) che ha dedicato questa opera ad un libera interpretazione dei timbri e dei procedimenti compositivi del jazz degli anni Cinquanta, ispirandosi a Stan Kenton e Woody Herman, Una composizione del 2005 dedicata a Giorgio Gaslini, pianista e compositore milanese che è stato uno dei grandi «pontieri» tra mondo jazz e musica colta. Biglietto per la singola serata 10 euro, ridotti 5. A conclusione della serata sarà offerta dall’azienda vitivinicola Fratelli Muratori di Adro una degustazione del vino della Franciacorta «Millè – Villa Crespia». I Finistère all’Edonè Ritorno in grande stile Renato Magni ©RIPRODUZIONE RISERVATA Il quartetto bergamasco-lecchese Finistère Stasera In apertura i bergamaschi Neiv con il loro darkwave a metà tra il post punk e il dreampop di classe Cuori, abbracci e distillati per tutti: è questo l’invito rivolto a tutti i fan da parte dei Finistère che stasera saliranno sul palco dell’Edonè di Redona (inizio ore 22,30; ingresso gratuito). Un ritorno in grande stile per il quartetto bergamasco-lecchese a più di un anno dall’uscita del loro primo album «Alle porte della città». I Finistère nascono infatti nel 2012 dall’incontro tra il chitarrista Matteo Griziotti (merci Miss monroe) e la voce-chitarra di Carlo Pinchetti (Daisy Chains). Dopo vari cambi la formazione si assesta con l’arrivo di Pietro Trizzullo al basso e Marco Brena alla batteria. In apertura i bergamaschi Neiv con il loro darkwave a metà tra il post punk e il dreampop di classe. M. O.