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Parrocchie
Parrocchia di San Maurizio - Villar Pellice
Un “no” alla violenza e al sottosviluppo
“Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male”. Giovanni
Paolo II, scegliendo questo titolo per il messaggio per la Giornata della
pace del primo gennaio 2005, ha voluto sottolineare con forza che la
pace non può essere promossa con la violenza e con la guerra. «Non
rendete a nessuno male per male», ricorda Karol WoJtyla citando la
lettera di Paolo ai Romani. Per vincere il male con il bene, dice il messaggio, «bisogna coltivare a tutti i livelli il bene comune», che non può
essere ridotto a «semplice benessere socio-economico».
Il Pontefice condanna le guerre che mietono vittime soprattutto nel
continente africano, ricorda il conflitto in Palestina, il dramma iracheno,
il terrorismo. E ribadisce che «la violenza distrugge ciò che sostiene di
difendere: la dignità, la vita, la libertà degli esseri umani». Particolare
importanza, nel documento, viene data all'uso dei beni della terra, che
«devono pervenire a tutti con equo criterio».
Per questo il Papa auspica che la comunità internazionale crei «una rete sempre più ampia di accordi
giuridici, atta a regolamentare il godimento dei beni pubblici». Solo tenendo presente il principio
della destinazione universale di tali beni, infatti, è possibile contrastare adeguatamente la povertà.
Strettamente legato a
questo tema è il problema del debito estero,
che frena lo sviluppo
dei Paesi poveri. Una situazione che diventerà insostenibile
anche per i Paesi ricchi: «Lo sviluppo infatti», recita il messaggio, «o diventa comune a tutte le parti del mondo o subisce un processo di retrocessione anche nelle zone segnate da
un costante progresso».
Parrocchia San. Martino di Torre Pellice
COOPERATIVA IL SORRISO S.C.S.
Nel mese di dicembre 2004 abbiamo costituito
una nuova cooperativa che si occupa di servizi
socio-sanitari. Lo scopo principale, oltre naturalmente offrire servizi alla persona, sarà di donare
un sorriso a persone che si trovano in situazioni
di sofferenza, fisica ma anche morale. La nuova
cooperativa sarà operativa da febbraio 2005, e chi
fosse interessato ai servizi offerti può rivolgersi
per informazioni al numero 335 8458282.
COOPERATIVA NUOVI OBIETTIVI S.C.S.
E' passato poco più di un anno da quanto è nata nel
settembre 2003, e ad oggi la Cooperativa è arrivata
ad avere 31 soci tra sovventori, lavoratori e volontari, con una percentuale superiore al 30 % di persone svantaggiate. La maggioranza dei soci sono
donne e gli orari ed i turni di lavoro sono concordati insieme venendo incontro, ove possibile, alle
esigenze personali di ognuna, anche offrendo orari
part-time dove richiesto.
Attualmente la cooperativa opera in diversi settori,
quali la gestione di mense e circoli, lavanderie,
pulizia, manutenzioni varie, restauro mobili ed oggetti antichi, gestione di segreterie, affissione manifesti ed altre attività minori.
I prossimi obiettivi per l'anno 2005 sono di completare ed inaugurare una Casa Vacanze dove si
potrà soggiornare per brevi o lunghi periodi e la
realizzazione di un laboratorio di restauro mobili
ed oggetti antichi, in cui giovani o meno giovani
potranno apprendere le tecniche migliori di restauro da un nostro socio, maestro in restauro, ed acquisire buona professionalità lavorativa.
Esporsi
In chiesa si fanno molte esposizioni
del S.S. Sacramento.
Ritengo tuttavia che sia un equivoco.
Non è tanto il Signore che dev’essere esposto
(semmai Lui ha scelto di nascondersi).
Siamo piuttosto noi che dobbiamo
esporci a Lui, lasciarci investire
dai Suoi sentimenti e dalla
Sua forza trasformante.
Ma dobbiamo, soprattutto, esporci agli altri.
Chi riceve l’Eucarestia
è destinato ad esporsi
sia personalmente che comunitariamente
mostrando concretamente, nei gesti,
il volto di Cristo, senza aver
neppure bisogno di nominarlo.
P. Balducci
Maggio 2005/Pag.12
CALENDARIO DIOCESANO
MAGGIO 2 0 0 5
06/05 Ve
Scuola teologia, prof. M. Garena - Storia della
Chiesa. Bipolarismi medievali: il confronto fra i
poteri, IMI
08/05 Do
Diocesi, Incontro diocesano di spiritualità per
laici, Casa Angeli
Diocesi, 39° Giornata per le comunicazioni sociali, col tema: I mezzi di comunicazione al servizio della comprensione tra i popoli.
09/05 Lu
Diocesi, Presentazione del CD contenente gli
scritti ecumenici di Mons. Giachetti
13/05 Ve
Scuola teologia, prof. M. Garena - Storia della
Chiesa. Un mondo di segni: simboli e sacramenti
nell’Europa cristiana, IMI
RnS, Roveto ardente. Adorazione animata dai
gruppi del Rinnovamento nello Spirito, Murialdo
14/05 Sa
Iniz. Crist. Adulti, Celebrazione Cresima agli
adulti, Cattedrale
Ecumenismo, Veglia ecumenica di Pentecoste
15/05 Do
Giovani, Vocazioni, Ritiro spirituale per adolescenti del biennio e triennio e per giovani “over
19”, Monte Oliveto
16/05 Lu
Diocesi, Ritiro spirituale per Presbiteri/Diaconi,
Seminario
22/05 Do
Scuola teologia, Ritiro spirituale per laici, sul
libro di Rut, Monte Oliveto
25/05 Me
Scuola teologia, Incontro di aggiornamento Presbiteri/Diaconi. Relatore don A. Piola. Il Cristo
degli altri. La figura di Gesù Cristo nel New
Age, nell’Islam e nei Testimoni di Geova, Casa
della giovane
26/05 Gio
Missioni, Eucaristia missionaria Fame di pane –
Fame di Dio, Bricherasio
Ecumenismo,Giornata della Commissione ecumenica regionale
27/05 Ve
Diocesi, Incontro cantorie della Diocesi, S. Maurizio
28/05 Sa
Vocazioni, Adorazione Eucaristica per le vocazioni (Seminaristi), San Rocco
GIUGNO/LUGLIO/AGOSTO 2 0 0 5
03/06 Ve
Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù. Giornata di santificazione sacerdotale
04/06 Sa
Giovani, Premiazione Concorso letterario naz.
don Barra, Seguendo la stella, Museo Diocesano
10/06 Ve
RnS, Adorazione animata dai gruppi del Rinnovamento nello Spirito, Cattedrale
25/06 Sa
Vocazioni, Adorazione Eucaristica per le vocazioni (CVS), San Rocco
30/07 Sa
Vocazioni, Adorazione Eucaristica per le vocazioni (Movimenti eccl.), San Rocco
11/08 Gio
Diocesi, Pellegrinaggio diocesano, Oropa
dall’11/08 al 15/08
Giovani, Gemellaggio con una diocesi tedesca,
dal 16/08 al 21/08
Giovani, 20° Giornata della gioventù col tema:
Siamo venuti per adorarlo (Mt 2,2), Colonia
dal 22/08 al 26/08
Diocesi, 14° Settimana biblica su Romani 1-5,
rel. Prof.Romano Penna, Casalpina Pragelato
Il programma trimestrale completo è su:
www.centrogiovani.net/dettagli/programmatrimestrale.htm
Indiocesi.it, Notiziario dell’Ufficio Scuola Insegnanti di religione SMI/SMS della Diocesi di Pinerolo, Direttore responsabile Davide Aimonetto, Autorizzazione n. 1 del 10.01.2005 del Tribunale di Pinerolo. Redazione c/o Antonio Denanni, Via Goito 20, 10064 Pinerolo, 0121397226. Stampato in proprio
Indiocesi.it
Notiziario dell’Ufficio scuola insegnanti di religione
della Diocesi di Pinerolo,
Via Vescovado 1, Pinerolo:
Direttore Antonio Denanni.
Direttore responsabile:
Davide Aimonetto
Anno 1, n. 3 maggio 2005
Il fanatismo religioso
Intervista a mons. Pietro Giachetti, vescovo emerito di Pinerolo
Gli episodi di fanatismo, riportati
dai giornali e dalla televisione, sono
sotto gli occhi di tutti. Sono individuabili in tanti aspetti della vita sociale: in politica, nel sostenere
un’idea, in uno schieramento di campo, nello sport… Ma il loro terreno
privilegiato è la religione, con gli
episodi estremi di strage di bambini,
di attentati terroristici tra la folla,
sulla metropolitana nell’ora di punta,
compiuti in nome di Dio per la
“guerra santa”.
Fanatico, che letteralmente significa “portato da una divinità nello stato di furore”, secondo la definizione
del vocabolario, è “chi, mosso da
esagerato entusiasmo per un’idea,
una fede, una teoria, si mostra intollerante nei confronti di ogni posizione
che non sia la sua”.
Bisogna dire con chiarezza che il
fanatismo sta alla religione come la
polmonite ai polmoni: è infiammazione! Intolleranza e settarismo ne sono
i segni. Il fanatico non cerca di capire
Dio, ma di averlo dalla sua parte, di
piegarlo alle sue convenienze.
La terapia è il dialogo.
Antonio Denanni
Un episcopato dedicato all’ecumenismo
Paolo VI mi disse: “La Diocesi di Pinerolo ha una vocazione ecumenica”
Mons. Pietro Giachetti è nato a
Castelnuovo Nigra, diocesi di
Ivrea, l'8 settembre 1922. È stato
ordinato presbitero il 29 giugno
1946 ed eletto alla sede vescovile
di Pinerolo l'1 maggio 1976, dove
è stato ordinato vescovo il 29 giugno 1976. È divenuto emerito il 7
luglio 1998.
Dalla fine degli anni ‘70 è stato
un grande protagonista del cammino ecumenico pinerolese e nazionale.
Mons. Giachetti con la prof. Marcella Gay
Da alcuni mesi risiede in Pinerolo
presso il pensionato A. Fer.
Il suo incarico di vescovo di Pi- nità che ho tanto amato.
nerolo è stato lungo, ben 22 an- L’ecumenismo ha caratterizzaSono passati sei anni dal suo ni. Com’è stato?
to il suo episcopato da subito. È
abbandono della diocesi. Che È vero, è stato lungo rispetto ai stato spinto a ciò dagli eventi o
cosa ha fatto in questo periodo? miei due predecessori. Come è da Roma?
Questi anni mi sono stati utili per stato? La domanda è troppo geapprofondire il dialogo ecumeni- nerica per una risposta puntuale. Sul Centro di Documentazione del
co a largo raggio, sia in Italia che Sottolineo una caratteristica da Movimento Ecumenico Ser. a p. 11
in alcuni Paesi d’Europa. A Tori- me vissuta: la grande pazienza
no, dove risiedevo ospite del Cot- tra le molte difficoltà che ho in- Sì, l’ecumenismo è stato una catolengo, ho trovato ampia possi- contrato, ma anche i momenti di ratteristica del mio episcopato.
bilità di incontri e di ministero.
Antonio Denanni, segue a pag.2
gioia per il servizio ad una comu-
In questo numero
On line per gli altri
www.liberliber.it Biblioteca telematica ad accesso gratuito che,
quest’anno, compie i dieci anni di vita. Dal sito si possono scaricare
centinaia di opere italiane, dalla ‘Storia della colonna infame’ di Alessandro Manzoni alla ‘Mandragola’ di Macchiavelli.
www.turriseburnea.it Sito dell’omonima associazione, costituita da
giovani che studiano e lavorano, che nel tempo libero incontrano altri
giovani con cui trattano i temi dell’amicizia, del matrimonio, delle relazioni, ecc. per cercare insieme la verità sull’Amore.
www.centrodocumentazione.it Centro di documentazione sul volontariato e sul mutuo aiuto. Ampio materiale sulla formazione e la ricerca.
Una chiesa da raccontare
Apologo di Iotam
pag. 3
La crisi delle culture
pag. 3
Il ben d’essere
pag. 4
Speciale fecondazione pagg. 5-8
Magistero e referendum
Sogni e paure
pag. 9
pag. 10
Il CeDoMei
pag. 11
Parrocchie
pag. 12
Fecondazione medicalmente assistita e referendum abrogativo della Legge 40
Il Terzo Venuto è persona
L’embriologia rivela che l’embrione è un essere umano fin dal concepimento
L’affermazione del comico Beppe
Grillo: «Né la scienza, né il referendum ci possono dire qualcosa di essenziale sulla vita» esprime in modo efficace la tematica in
questione nell’ormai prossimo referendum.
Il nodo del contendere riguarda l'embrione,
che non è innanzitutto problema filosofico o teologico, ma biologico. L'embriologia rivela che
l'embrione è un essere umano fin dalle prime
fasi del suo sviluppo e contiene in sé un progetto o delle "informazioni" che gli permetteranno
gradualmente e in continuità di svilupparsi: da
zigote a feto e, poi, da bambino ad adulto. Queste affermazioni sono semplici ed evidenti. Nonostante ciò va sottolineato che gli scienziati,
con loro le correnti filosofiche e di pensiero, approdano a conclusioni diverse e opposte circa la
titolarità di diritti dell’embrione (lo statuto di persona). Taluni, distinguendo tra organismo e persona, sostengono che prima della condizione di
Supplemento d‘anima
pag. 2
embrione vi è per alcuni giorni dopo il concepimento la fase di pre-embrione, in cui l’organismo
umano è un mero grumo di materia vivente indifferenziata e indefinita. Questo renderebbe lecite
le manipolazioni dell’embrione ai fini di ricerca.
Altri invece sostengono che, dopo la penetrazione dello spermatozoo nell’ovulo, i due gameti
non stanno come entità autonome, in attesa di
un ulteriore evento esterno, ma danno origine ad
un unico organismo, con un metabolismo integrato, senza ulteriori apporti esterni di informazione genetica, e grazie a questa intrinseca capacità realizzano la progressione degli eventi
vitali successivi. In conseguenza di ciò affermano che l’embrione va considerato un essere umano autonomo, titolare di diritti e bisognoso di
difesa come soggetto debole.
Facendosi forti di questa seconda posizione
dei genetisti si sono attivati i difensori
dell’embrione e della legge 40,
segue a pag.2
MAL D’AFRICA
Un altro “caso Carlo Urbani” è stato il
«sacrificio silenzioso» di Maria Bonino,
una missionaria laica sconosciuta, morta il 24
marzo 2005 in Angola per aver contratto il virus
di Marburg.
Biellese, medico, responsabile del reparto pediatrico di Uige per conto dell’o.n.g. Cuamm-medici
per l’Africa, Maria era innamorata dei bambini e
dell’Africa. Questa duplice passione l’aveva portata a non trascurare nulla nell’impegno umanitario per dare sollievo ai suoi piccoli pazienti in
tutti gli angoli del Continente nero.
Il suo impegno a favore delle popolazioni africane era nato subito dopo la laurea in medicina
(ottenuta a Torino nel 1978) e un viaggio con gli
scout in Kenia nel 1980. Il suo primo servizio con
il Cuamm fu in Tanzania, tra il 1981 e il 1983,
poi venne in Burkina Faso, ancora in Tanzania,
quindi in Uganda e da ultimo in Angola.
L’impegno nel volontariato intervallava la sua
attività professionale nell’ospedale di Aosta: «Ma
aveva ormai deciso di lasciare definitivamente il
lavoro in Italia – rivela la sorella
Cristina –. Dopo il rientro
dall’Angola, era in programma il
trasferimento in Etiopia». Doveva recarsi all’ospedale di Wolisso, che è stato realizzato con il
Cuamm dietro il forte impulso
delle Conferenze episcopali etiosegue a pag.2
Pag.2
La teoria quantistica
Nata come tentativo di spiegare la
fisica delle particelle elementari, la
Teoria Quantistica in seguito crebbe
sino ad incorporare gran parte della
microfisica e parte della macrofisica.
A grandi linee le conseguenze sono:
- Non esiste una realtà obiettiva della
materia, ma solo una realtà di volta
in volta creata dalla presenza e dalle
"osservazioni" dell’uomo.
- Non esiste un rapporto diretto tra
causa ed effetto.
- E’ possibile che, in determinate
condizioni, la materia possa
"comunicare" a distanza o possa
"scaturire" dal nulla.
- Lo stato oggettivo della materia, è
caratterizzato da una sovrapposizione di più stati.
La conclusione più sconvolgente che
si può trarre dalle "conseguenze"
sopra elencate è senza dubbio quella
che afferma che la realtà è tale solo
se è presente l’uomo con le sue
"osservazioni". A differenza delle
precedenti rivoluzioni scientifiche, le
quali avevano confinato l’umanità ai
margini dell’universo, la Teoria
Quantistica riporta l’uomo ("l’osservatore") al centro della scena.
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Intervista a Giachetti segue da p.1
Tre esperienze all’origine. Nella
prima udienza Paolo VI mi disse:
‘Si ricordi che la Diocesi di Pinerolo ha una vocazione ecumenica’.
Il primo grave problema che ho
incontrato poi, è stato quello dei
matrimoni misti, perciò ho chiesto
di essere cooptato nella commissione della CEI per l’ecumenismo,
dove sono rimasto per dodici anni.
L’ecumenismo con i valdesi è diventato un caso nazionale.
Che rapporto ha costruito con i
pinerolesi durante il suo episcopato?
Ho cercato sempre con tutti il dialogo basato sulla sincerità e sulla
fiducia nelle persone. Ma non
sempre sono stato ricambiato. Ho
sofferto parecchie delusioni.
Quali sono stati i capisaldi del
suo episcopato?
Uno, quello fondamentale, è stato
ispirato dalle parole di Gesù: “Da
questo riconosceranno che siete
miei discepoli, se vi amate gli uni
gli altri”. Senza l’amore vicendevole non si costruisce nulla. Non
sono pentito di aver osservato
questo principio.
Di che cosa va più fiero del suo
episcopato?
La parola “fiero” non mi piace,
anzi: ogni giorno davanti a Dio mi
accuso dei peccati di omissione
che ho compiuto come vescovo.
Quali sono stati i momenti più
significativi?
Ne ricordo due. Il primo, quando a
Roma l’assemblea della CEI ha
approvato l’intesa con i valdesi
per i matrimoni misti, di cui noi a
Pinerolo eravamo stati antesignani. Il secondo, quando due delegati della Chiesa valdese hanno partecipato al Sinodo diocesano.
Nei prossimi giorni verrà presentato in una assemblea cittadina un cd-rom con i suoi discorsi
sull’ecumenismo.
Il cd-rom presentato a Pinerolo è
una iniziativa del Centro di Documentazione del Movimento Ecumenico in Italia (CeDoMei), con
“Negare, credere e dubitare
sono per l'uomo quello che la
corsa è per il cavallo"
Blaise Pascal
Mal d’Africa, segue da p.1
pica e italiana. La sua ultima battaglia è restata invece in Angola.
«Non si è mai risparmiata nel suo impegno, era appassionata al suo lavoro. Aveva una grande capacità di servizio e sacrificio. E nello stesso tempo
guardava alla concretezza dei risultati» ha affermato la responsabile del
Cuamm. «Ha sacrificato la sua vita senza alcun clamore, da vera missionaria e testimone della fede, morendo pur di non abbandonare chi poteva aver
bisogno di lei» ha scritto l’Osservatore Romano.
facilità, che una certa ecclesioCasalpina era decisamente
Pinerolo a memoria
logia si affermasse a livello
una punta avanzata nella pastorale della Diocesi, subiva in UNA CHIESA DA RACCONTARE laicale con un certo entusiasmo, ma poi tutto veniva frenaquanto tale molte critiche soprattutto quando venne praticata la gittimità, l'unico ad essere informa- to da una conduzione parrocchiale
mixité, ma era benedetta da quel to nei dettagli, l'unico a esplicitare un po' arroccata, timorosa, in difesa
santo vescovo che era Binaschi, che sotto forma di stimoli (molti) e di della sua autonomia specifica che
in certo modo era molto più avanza- rimproveri (pochissimi) un consen- sovente non riusciva a creare parteto di molti preti. Allora i rapporti di so esplicito, una qualche valutazio- cipazione e condivisione. Insomma
un giovane prete con il vescovo ne. È il difetto dominante di questa i laici chiamati a partecipare all'apostolato, ma la loro partecipazione
erano molto sporadici, formali, per diocesi, ancora oggi.
Amicizie certo, ma a cerchi ri- non si svolgeva e quindi tutto rimalo più funzionali e anche sbrigativi.
Binaschi era un vescovo presente e stretti e selezionati con qualche neva virtuale al chiuso dell'associaassente allo stesso tempo, così da eccezione perché nei tempi della zione. Qualche volta si assisteva a
far maturare le iniziative e custodire mia gioventù i parroci si scambia- parrocchie che funzionavano a dopquel pluralismo che già allora si vano i pulpiti con molta più facilità pia velocità, la prima quella genefrantumava nelle individualità. Cia- di oggi. Ma don Barra predicava rale e comune a se stante, la seconscuno votato alla sua attività, cia- ovunque meno che nelle nostre da quella dei laici dell'Azione Catscuno nel suo laboratorio, ciascuno parrocchie, don Guglielmino era tolica, che però si consumava in un
a crogiolarsi nei suoi problemi o ammirato ma doveva stare nel suo ambito ristretto. Il duopolio aveva
specchiarsi nel proprio specchio. ambito, don Ricca era una volta più una ragione anche strutturale poiTutto era verticale, l'orizzontale era isolato. Carismi che non si diffon- ché i preti facevano riferimento alla
poco praticato. Non ricordo di rap- devano. Me ne accorsi quando arri- Curia che conserverà a lungo una
porti dell'Oasi con altri preti e così vai come vice assistente alla Giac teologia da cristianità diffusa, menCasalpina e così l'Onarmo di don maschile, che pure aveva una rete tre avveniva tutto il contrario, da
Guglielmino, perfino il Seminario diocesana, ma trovava difficoltà a parte loro i laici facevano riferiera un gruppo a se stante, molto coordinare, ad animare in orizzon- mento ai Centri Diocesani e i Cenattive, ma anche molto ingessate. tale le varie associazioni, a mettere tri Diocesani a quelli nazionali forUna comunione diocesana che si in comune le esperienze, a solleci- niti di una teologia missionaria.
consumava solo nel rapporto dei tare un minimo di riconoscimento (2.Continua) V.Morero, Pinerolo a
vari gruppi con il vescovo che era reciproco. Finiva che un discorso memoria
l'unico a distribuire garanzie di le- comune arrivava a laici con molta
Maggio 2005
sede a Livorno, il cui direttore
Riccardo Burigana è già venuto a
Pinerolo. Sono già stati presentati
a Livorno i cd-rom per mons. Ablondi e per Maria Vingiani.
Il CeDoMei venne fondato a Livorno nel 2000. I soci fondatori
sono sei: il vescovo di Livorno
Ablondi e il suo ausiliario mons.
Savio, Riva vescovo ausiliare di
Roma, Giachetti vescovo emerito
di Pinerolo, la prof. Maria Vingiani fondatrice del SAE, il teologo
Luigi Sartori, sacerdote di Padova.
Il centro raccoglie la documentazione dell’attività ecumenica delle
diocesi, delle associazioni e dei
movimenti in Italia, pubblica una
rivista trimestrale e tiene ogni anno due seminari di studio. Fino a
qualche mese fa ho partecipato
alle attività del centro.
Antonio Denanni
Il Terzo Venuto è persona, segue da p.1
che dopo anni di provetta libera ha
posto delle regole alla fecondazione
medicalmente assistita e alla manipolazione degli embrioni; sulla prima posizione stanno i promotori del
referendum, che considerando
l’embrione un “ricciolo di materia”
vogliono totale libertà di ricerca e di
impianto degli embrioni.
In un intervento su “La Stampa”
dell’8 marzo 2005 Barbara Spinelli,
editorialista non conformista e sovente critica con il mondo cattolico,
esprime con efficacia la posizione a
mio giudizio più convincente: «Nel
momento in cui il seme maschile
feconda l’ovulo femminile dà vita a
un ente che non appartiene né alla
madre, né al padre, né tanto meno
al potere scientifico. Dà vita a un
Terzo, che non è proprietà di nessuno e ha dunque già un attributo
dell a sogge tti vi tà giu ridi ca :
l’inalienabilità. Il Terzo Venuto non
è ancora uomo, dicono alcuni: o
perché non ha autoconsapevolezza
poiché non ha né autonomia né un
sistema nervoso centrale (tesi di
Giovanni Sartori). Altri, come il filosofo Severino, affermano che
l’uomo in potenza di Aristotele ha in
sé anche la potenza di non divenire
uomo. Ma il Terzo Venuto ha una
sua radicale alterità, e questo suo
venire resta un mistero che impone
il rispetto, così come si esige il rispetto del neonato o del malato
mentale privi di autoconsapevolezza. […] “Nel dubbio” meglio considerare l’embrione come se fosse
una persona e non ucciderlo. Difficile essere contrari: fra 50 anni sapremo forse che il dubbio aveva
ragi on d’essere e si proverà rimorso o dolore, per la facilità con cui si
sono fatti esperimenti e manipolazioni». Nel dubbio quindi è meglio
invocare laicamente il principio di
precauzione, sovente invocato dagli
ecologisti nei confronti delle biotecnologie.
Antonio Denanni
Ecumenismo
Pag.11
Maggio 2005
Il Centro di Documentazione del Movimento Ecumenico
Nato cinque anni fa a Livorno per conservare la memoria e per promuovere la ricerca in campo ecumenico
Il CeDoMei è stato creato cinque
anni fa da un gruppo di pionieri
dell’ecumenismo in Italia: monsignor Alberto Ablondi, monsignor
Pietro Giachetti, monsignor Clemente Riva, monsignor Luigi Sartori, monsignor Vincenzo Savio e la
prof. Maria Vingiani.
Dopo decenni spesi in un quotidiano impegno ecumenico hanno pensato di istituire un Centro di Documentazione che si mettesse al servizio della Chiesa, impegnandosi
nella conservazione della memoria
storica del dialogo ecumenico in
Italia e nella promozione di una
ricerca teologicamente fondata, per
una sempre migliore comprensione
della centralità della dimensione
ecumenica per la testimonianza
evangelica. Per la sede hanno pensato a Livorno, essenzialmente per
due ragioni: da una parte la storia
plurisecolare della città di Livorno,
dove hanno convissuto confessioni
cristiane diverse e una florida comunità ebraica, poi per la presenza
di monsignor Alberto Ablondi, che
qui ha vissuto il suo magistero episcopale con una sensibilità ecumenica, che si è manifestata nel suo
coinvolgimento, a livello nazionale
e internazionale, in numerose iniziative e istituzioni tanto da farne un
punto di riferimento per il movimento ecumenico e per il dialogo interreligioso per la Chiesa italiana.
Il Centro di Documentazione, che
ha assunto fin dall’inizio il nome di
Centro di Documentazione del Movimento Ecum enico Italiano
(CeDoMEI), è stato pensato come
una struttura articolata in una biblioteca, specializzata nella riflessione
ecumenica e interrreligiosa contemporanea, nel dialogo ecumenico in
Italia e nella storia del cristianesimo; in un archivio, dove far confluire la memoria storica dei gruppi e
dei singoli che avevano contribuito,
e che continuavano, a alimentare il
dialogo ecumenico nella prospettiva
di favorire in questo modo le ricerche storico-teologiche; in una serie
di incontri seminariali per approfondire temi e questioni della riflessione ecumenica in atto; infine una
rivista che potesse proporre i contributi discussi al CeDoMEI negli incontri e al tempo stesso offrire uno
spazio a ricerche di giovani studiosi
e un’ampia informazione bibliografica.
Dopo cinque anni di attività il CeDoMEI possiede una biblioteca, con
un catalogo di oltre 9.000 titoli,
un’emeroteca con più di 150 riviste.
Accanto alla biblioteca si è venuto
sviluppando l’archivio, organizzato
in due distinte sezioni: una di carattere prettamente storico con fondi
documentari della seconda metà
del XX secolo e una seconda di
pura documentazione con materiale
legato alle iniziative delle commissioni diocesane per l’ecumenismo
dopo il 2000. Per quanto riguarda le
attività editoriali sono stati pubblicate, dal giugno 2000, 3 annate complete della rivista “Oecumenica Civitas” (10 numeri) e dal marzo 2004
un bollettino elettronico mensile
´Notizie dall’Ecumenismo in Italia’;
con cadenza annuale escono anche i volumi della collana multimediale ´Oecumenica Italica. Fonti per
la storia del Movimento ecumenico
italiano, che contengono testi dei
pionieri dell’ecumenismo in Italia e
del Concilio Vaticano II in formato
elettronico.
Nell’ambito della ricerca storicoteologica in campo ecumenico sono
stati promossi quattro progetti di
ricerca (Storia del Movimento Ecumenico Italiano. Fonti e studi sull’
ecumenismo in Italia; Storia ecumenica di Livorno. Tradizioni religiose
a Livorno dall’Antico regime ai giorni nostri; Il concilio Vaticano II. Storia e ricezione nella chiesa locale )
anche grazie all’attivazione di borse
di studio annuali a favore di giovani
studiosi, che hanno preso parte a
un programma di formazione storico-religiosa.Tra i progetti di ricerca
di particolare interesse appare la
realizzazione di una biblioteca elettronica (Monumenta Oecumenica
Italica), che contenga testi di carat-
tere ecumenico redatti da vescovi,
pastori, teologi, biblisti, comunità
locali e gruppi laicali nel XX secolo
in Italia.
Accanto a questo patrimonio editoriale si sono sviluppate iniziative
pubbliche seminariali in campo ecumenico e storico-teologico.
Per i prossimi mesi è previsto un
seminario di studio dedicato a una
prima valutazione ecumenica
(L’autorità del dialogo. La recezione
dei documenti ecumenici nella
Chiesa, 24-25 giugno 2005), una
giornata di studio sul Vaticano II (I
nostri tempi e la Parola di Dio. Per il
40° anniversario della conclusione
del Vaticano II, 14 ottobre) e un
convegno internazionale di studio
per un primo
bilancio
del
dialogo
ecumenico in Italia
(Le radici ecumeniche.
Riflessioni sulla
storia del dialogo ecumenico
in Italia, 25-26
novembre); a
questi si aggiungerà
un
incontro
(30
m a g g i o ) ,
sull’opera e sulla figura di monsignor Vincenzo Savio, vescovo di
Belluno-Feltre, socio fondatore del
CeDoMEI, prematuramente scomparso il 31 marzo 2004. Per il 2006
sono previsti un seminario sul valore del battesimo nella riflessione
ecumenica (23-24 giugno), una
giornata di studio sulla recezione
del Vaticano II nella Chiesa locale
in Italia (13 ottobre) e un convegno
internazionale sulla storia della
chiesa in Livorno (1-2 dicembre).
(Sintesi dalla relazione del direttore
del CeDoMEI RICCARDO BURIGANA all’assemblea del 10.1.2005)
Osare la pace per fede
Messaggio dei giovani alle comunità religiose
Dal convegno ecumenico di Firenze (oltre 350 giovani da tutta
Italia) esce un forte invito alla
speranza, unito alla volontà di
tradurre la comune fede in azione
di pace.
Noi giovani appartenenti a chiese
diverse ci siamo riuniti a Firenze,
città di pace, per riflettere assieme
sulla Giustizia, la Pace e la Salvaguardia del Creato, a quindici anni dalla Convocazione Ecumenica
di Seul. Anche oggi tali realtà
sono negate da una violenza dai
molti volti: le donne e gli uomini,
con tutte le forme viventi, sono
esposte a rischi di cui è difficile
misurare la portata. In particolare,
sono i poveri le prime vittime di
un mondo che sembra assuefatto
al conflitto ed all’iniquità su scala
planetaria, come alla distruzione
progressiva dell’ecosistema terrestre. A tale dinamica contribuisce
in modo determinante
l’iperconsumismo delle società
occidentali, ormai diventato una
sorta di nuova religione.
Di fronte a tutto questo siamo
chiamati a professare la nostra
fede in Gesù Cristo crocifisso e
risorto, per esplorare altre direzioni per la storia e per le nostre vite.
Le nostre chiese in questi anni di
lavoro e confronto comuni hanno
più volte affermato la volontà di
compiere assieme un cammino di
pace, ma la divisione tra i cristiani
è uno scandalo che contraddice
ogni parola di pace. In questi
giorni abbiamo intuito invece che
è possibile un cammino di dialogo
tra noi e che possiamo estenderlo
a chiunque voglia condividerlo, a
partire dalla comune coscienza
della dignità di ogni persona. Abbiamo pure sperimentato la ricchezza dell’incontro, in particolare, con i giovani ebrei e musulmani, nel superamento di paure e
diffidenze.
La fede nella promessa di pace
di Gesù Cristo, che sta alla base
della nostra comunione, ci spinge
a testimoniare che un altro mondo
è possibile e che la famiglia umana è chiamata a diventare un luogo di fraternità autentica.
L’intelligenza della speranza ci
spinge a cogliere segni in cui si
dischiuda questa possibilità e ne
abbiamo esplorati alcuni nel di-
battito tra di noi. Vogliamo indicare, in particolare
• il valore delle relazioni in cui
viviamo, che ci orienta a spendere
le nostre forze e la nostra intelligenza per creare e trasformare
strutture politiche, economiche e
sociali che servano un mondo di
giustizia e di pace;
• il senso di essenzialità che stiamo imparando ad apprezzare nella pratica di nuovi stili di vita
• la cura, l’accoglienza e la nonviolenza, dimensioni essenziali di
una vita secondo l’Evangelo.
Il lavoro fatto assieme in
quest’incontro è già passo di questo cammino e ci fa intravedere la
meta. Nella comune fede in Gesù
Cristo ci impegniamo a far maturare tali dimensioni, in noi stessi e
nelle nostre comunità, in un dialogo con tutti le donne e gli uomini
di buona volontà.
Lo Spirito del Risorto ci sostenga
in questo cammino di speranza
pasquale, perché davvero impariamo ad osare la pace come pratica della nostra comune fede.
Firenze 30 gennaio 2005
Pag.10
CINEFORUM
Film per la catechesi e l’irc
“COME TE NESSUNO MAI”
di Gabriele Muccino
Religione&scuola
Maggio 2005
Cultura
Pag.3
DIBATTITO SU SOGNI & PAURE SUL GIORNALE DEGLI STUDENTI DEL LICEO PORPORATO
Sogni e paure
Sogno una vita complicata ma interes- di litigare quando proprio è necessario.
Ambientato a Roma, poco lontano
sante. Spero di essere avventato abba- Avere sempre la pelle liscia di una radal Tevere, è incentrato su
stanza da sfiorare più volte il disastro gazza a contatto con la mia, e il sorriso
un’occupazione scolastica da parte
di un amico sempre al fianco. Questi
di ragazzi di 16 anni, coetanei del senza mai piombarci dentro, in modo sono i miei sogni.
protagonista. Silvio è un liceale che da poter dire “cavoli, certo che sono
Ho tante paure, anche: di restare solo,
vuol partecipare all’autogestione stato un po’ stupido, ma l’ho fatto per di bloccarmi anch’io nel pantano di
collettiva con entusiasmo, ingenui- convinzioni che ritenevo giuste, e alla ipocrisia e stupidità da cui tutti, prima
nuova fiction
tà e poca esperienza; con una com- fine, tutto sommato, me la sono cava- “La
o poi, sono tentati, di essere deriso
pagna vive la novità dell’innamora- ta”. Vorrei sempre avere i piedi in cie- che spopola tra i
quando dico ciò che penso.
mento, fidandosi però troppo degli lo, più che per terra, parlare sempre
Voglio
lasciareequalcosa
di mio su
giovani
i
amici che incapaci di mantenere il prima di pensare, e arrivare alla vecquesto
pianeta,
oltre
ai
miei
vestiti u“segreto” pubblicizzano il suo pri- chiaia forte della certezza che il mongiovanissimi
sati
e
alle
mie
ossa.
Voglio
semplicemo bacio. L’amore gli cambia la do, un pochino, si sia adattato al modo
mente che, tra duecento anni, ci sia
vita, così come la politica, le di- in cui la penso io. Scoprire luoghi e
scussioni, le confessioni tra coeta- persone sempre diversi, avere la mente ancora qualcuno che, ogni tanto, pensi
a me. Con una lacrima, un sorriso,
nei sul disagio giovanile degli ulti- più aperta possibile e aprirla anche
un’imprecazione.
mi anni ‘90. Il regista Gabriele agli altri, gridare a tutti perché adoro
Michele, 2ACl, Onda d’urto n.3/2005
Muccino, fratello maggiore del Pulp Fiction o il Punk, avere la forza
protagonista, che ha sceneggiato il
film sapientemente (una rivelazione!), ci racconta la generazione
degli adolescenti del ‘99, colta duDopo il successo di The O.C., una nuova serie televisiva è tornata ad animare le
rante un’occupazione della scuola
con musica degli Intillimani, connostre serate.
fusione e scontri tra giovanissimi
È la pura verità, ormai tra i teen-agers non si sente parlare d’altro!!Avete capito a
esponenti della sinistra e un grup- cosa mi riferisco??Sto parlando di “Una mamma per amica”, la fortunata serie tv in onda su Italia 1.
petto di fascisti che rincorsi se la Le protagoniste della serie sono Lorelai Gilmore: Lauren Graham, nata il 16 marzo del 1967 ad Hodanno a gambe per le vie cittadine. nolulu, nelle Hawaii; per il ruolo di Lorelai è stata premiata come miglior attrice di telefilm; e Rory:
Ma evidenzia pure lo scontro tra la Alexis Bledel, 22 anni, nata ad Houston, ha cominciato a recitare ad 8 anni per vincere la timidezza;
g e n e r a z i o n e dopo aver girato il mondo come fotomodella, Alexis ha deciso di dedicarsi agli studi, si è iscritta
dei genitori (ex all’università di New York, che ha dovuto poi
s e s sa n t o t t i n i lasciare per interpretare il ruolo di Rory.
Lettera alla redazione sullo “Tsunami”
imborghesiti) e
Lorelai aveva solo 16 anni quando rimase in
From: Jessi<[email protected]>
dei figli intracinta di Rory, e contro tutti decise di crescere To: "Liceo Porporato" <[email protected]>
prendenti
e
Sent: Friday, January 13, 2005 10:59 PM
pronti a correre la bimba, lasciando la casa dei genitori.
Subject: lo Tsunami
Ora
le
due
ragazze
abitano
a
Stars
Hollow,
nel
dei rischi e a
Connecticut;
Lorelai
gestisce
un
albergo,
dove
La strage dello Tsunami nel sud-est asiatico, in particomettersi in giolavora
anche
la
sua
migliore
amica
Spookie.
lare la morte di tanti bambini innocenti, mi ha fatto rico, malgrado la
Rory frequenta una scuola eflettere molto. Ha fatto vacillare anche la mia fede: sogiovanissima
sclusiva, il suo fidanzato, (ma no una cattolica praticante! Dov’era Dio in quei moetà. Un bel
Ciao uomo
ancora per poco...) è il roman- menti?
film, pieno di
Signor capitano, qual è la rotta
ticone Dean (Jared Padalecki) Ne ho parlato con il mio don, che mi ha passato un picritmo, intimo
qual è il destino del nostro viaggio
e la sua migliore amica è La- colo articolo tratto dalle lettere al quotidiano Avvenire
e collettivo,
cinque miliardi di miliardi di anni
con scene avne, una giovane ragazza core- che mi è sembrato illuminante e che voglio condividere
verso le pietre di una città.
vincenti, di- Ciao uomo dove vai, balli nel cuore del ana, succube della madre ec- con voi, anche perché credo che altre persone come me
abbiano vissuto lo stesso problema.
scorsi, e una
centrica.
nostro universo,
intensa storia
Da poco però a sconvolgere la «Io penso che Dio non c'entri nulla con il maremoto,
ma alla fine della tua storia
d’amore, un
piangi d'angoscia dentro di te.
cittadina è arrivato il nipote di come non c'entra con le malattie incurabili e gli incipo’ ingenuo,
Lucke (Scott Patterson), Jesse denti. Già Hans Jonas si era chiesto come conciliare
Guardi lontano oltre quel buio
ma passionale
c'è una cometa che viene dall'est,
(Milo Ventimiglia, che è an- l'onnipotenza, la bontà e la comprensibilità di Dio, dosotto il cielo meglio seguirla senza troppa ragione, che il vero fidanzato di Alepo Auschwitz, e aveva concluso che Dio non è
di Roma.
il suo bagliore ci guiderà.
xis), di cui Rory si innamora. "onnipotente", perché al momento della creazione ha
Film attualis- Ciao uomo dove vai, balli nel cuore del
Dopo questo breve riepilogo, consegnato parte della sua potenza all'uomo. Del resto
simo, uscito
nostro universo,
è necessario annunciare che ci il Dio che ci ha rivelato Gesù Cristo è forse onnipotennel 1999, orima alla fine della tua storia
saranno molte sorprese nelle te? Dio Padre è intervenuto per sottrarre il Figlio dalla
ginale e disinpiangi d'angoscia dentro di te.
prossime puntate, che riguar- morte in croce? No, Dio era a fianco di suo Figlio e lo
cantato, dura
Non ho paura di andare lontano,
dano Dean, Lucke & Lorelai, avvolgeva con la sua presenza, come è a fianco di ogni
95’ con Silvio
oltre il sipario che copre la scena,
uomo che soffre e lotta. Dio non è intervenuto perché la
Muccino, G. non ho sudato per lasciarmi insultare, Richard & Emily,ecc… però storia è consegnata agli uomini. Non è vero il proverpreferisco tenervi sulle spine
Sanfelice di per farmi sentire un uomo sbagliato.
bio che dice "non cade foglia che Dio non voglia". NelMonforte; per Ciao uomo dove vai, balli nel cuore del e non aggiungere altro!!
la storia accade anche ciò che Dio non vuole. Solo alla
Buona visione!!
tutti.
nostro universo,
fine della storia, l'Onnipotente riscatterà tutte le situaRomina 3°A/L
Piergiorgio
ma alla fine della tua storia piangi
zioni che qui sulla terra non possono essere considerate
Onda d’urto n.4, maggio, 2005
Dana Borga
d'angoscia dentro di te
buone.
da Onda d’urto n.3, febbraio, 2005
Una mamma per amica
Maggio 2005
Dizionario interculturale
Europa e cristianesimo
DOBBIAMO
MOLTE COSE ALLA
Apologo di Iotam (Gdc. 9,7-15)
NOSTRA EREDITÀ CRISTIANA
Ma Iotam, infor- bra; se no, esca un fuoco dal
«Un singolo europeo può non credere che
mato della cosa, rovo e divori i cedri del Libala Fede cristiana sia vera e tuttavia tutto
andò a porsi sulla sommità del no. (Gdc 9,7-15)
ciò che egli dice e fa scaturirà dalla parte
monte Garizim e, alzando la
Il brano che viene presentato di cultura cristiana di cui è erede, e da
voce, gridò: «Ascoltatemi, si- costituisce, forse, una delle
quella trarrà significato. Solamente la culgnori di Sichem, e Dio ascolte- pagine meno note della Bibbia, tura cristiana avrebbe potuto produrre un
rà voi!
eppure la sua forza e la sua
Voltaire e un Nietzschie. Non credo che la
Si misero in cammino gli albe- pungente ironia risultano di
cultura dell'Europa potrebbe sopravvivere
ri per ungere un re su di essi. un'attualità straordinaria.
alla sparizione completa della fede cristiaDissero all`ulivo: Regna su di
Siamo nell'Antico Testamenna I...]. Se il Cristianesimo se ne va, se ne
noi. Rispose loro l`ulivo: Rito, nel Libro dei Giudici, in un
va tutta la nostra cultura. E allora voi donuncerò al mio olio, grazie al periodo storico di transizione
vrete ricominciare faticosamente da capo e
quale si onorano dei e uomini, anteriore alla monarchia: mennon potrete indossare una cultura già fatta.
e andrò ad agitarmi sugli altre si affaccia già in qualcuno
Dovrete attendere che l'erba cresca perché
beri?
la seduzione del potere, queste
nutra le pecore che daranno la lana di cui
Dissero gli alberi al fico: Vie- pagine ci descrivono il ruolo
ni tu, regna su di noi. Rispose dei "Grandi Giudici", una sorta sarà fatto il vostro nuovo vestito [...].
Dobbiamo molte cose alla nostra eredità
loro il fico: Rinuncerò alla
di eroi liberatori per gli ebrei.
cristiana, oltre alla fede religiosa. Attramia dolcezza e al mio frutto
Le parole dell’autore biblico
verso di essa percorriamo l'evoluzione delsquisito, e andrò ad agitarmi suonano chiarissime anche
sugli alberi?
oggi: essere oppure apparire? le nostre arti, attraverso di essa ci è giunta
Dissero gli alberi alla vite:
Molti continuano a porsi que- la nostra concezione della legge romana
Vieni tu, regna su di noi. Risto interrogativo. Se è pur vero che tutto ha fatto per dar forma al mondo
occidentale, e le nostre concezioni sulla
spose loro la vite: Rinuncerò che in tanti inseguiamo l'imal mio mosto che allieta dei e magine, addirittura si affaccia moralità pubblica e privata, e i nostri couomini, e andrò ad agitarmi
il culto dell'immagine, tuttavia muni modelli letterari. Il mondo occidentasugli alberi?
sappiamo bene nel nostro pro- le ha la sua unità in questa eredità, nel
Dissero tutti gli alberi al rovo: fondo cosa conta. Non l'autori- Cristianesimo e nelle antiche civiltà della
Vieni tu, regna su di noi. Ritarismo, semmai l'autorevolez- Grecia, di Roma, di Israele, alle quali, attraverso duemila anni di Cristianesimo,
spose il rovo agli alberi: Se in za è ciò che riusciamo ad apnoi riconduciamo la nostra origine».
verità ungete me re su di voi, prezzare in chi ci sta accanto!
venite, rifugiatevi alla mia omCarlo Gonella
T. S. Eliot
Pennellate bibliche
Estratto della
vrebbe
Joseph Ratzinger: “Abbiamo bisogno di radici”
lezione magicomunstrale che il
L’EUROPA NELLA CRISI DELLE CULTURE
q u e
nuovo Papa
cercare
Benedetto ha pronunciato la sera del una coscienza che vorrebbe vedere di vivere e indirizzare la sua vita
1 aprile 2005, nel convento benedet- Dio cancellato definitivamente dal- veluti si Deus daretur, come se Dio
tino di Santa Scolastica a Subiaco
la vita pubblica dell’umanità e acci fosse. Questo è il consiglio che
Viviamo un momento di grandi
cantonato nell’ambito soggettivo di già Pascal dava agli amici non crepericoli e di grandi opportunità per residue culture del passato. Il reladenti; è il consiglio che vorremmo
l’uomo e per il mondo, un momen- tivismo, che costituisce il punto di
dare anche oggi ai nostri amici che
to che è anche di grande responsapartenza di tutto questo, diventa
non credono. Così nessuno viene
bilità per tutti noi. (…) La vera
così un dogmatismo che si crede in limitato nella sua libertà, ma tutte
contrapposizione che caratterizza il possesso della definitiva conoscen- le nostre cose trovano un sostegno
mondo di oggi non è quella tra diza della ragione, ed in diritto di
e un criterio di cui hanno urgenteverse culture religiose, ma quella
considerare tutto il resto soltanto
mente bisogno.
tra la radicale emancipazione
come uno stadio dell’umanità in
Ciò di cui abbiamo soprattutto bidell’uomo da Dio, dalle radici della fondo superato e che può essere
sogno in questo momento della
vita, da una parte, e le grandi cultu- adeguatamente relativizzato. In
storia sono uomini che, attraverso
re religiose dall’altra. Se si arriverà realtà ciò significa che abbiamo
una fede illuminata e vissuta, renad uno scontro delle culture, non
bisogno di radici per sopravvivere
dano Dio credibile in questo monsarà per lo scontro delle grandi
e che non dobbiamo perdere Dio di do. La testimonianza negativa di
religioni – da sempre in lotta le une vista, se vogliamo che la dignità
cristiani che parlavano di Dio e
contro le altre ma che, alla fine,
umana non sparisca.(…)
vivevano contro di Lui, ha oscurato
hanno anche sempre saputo vivere
Il tentativo, portato all’estremo, di l’immagine di Dio e ha aperto la
le une con le altre –, ma sarà per lo plasmare le cose umane facendo porta all’incredulità. Abbiamo biscontro tra questa radicale emanci- completamente a meno di Dio ci sogno di uomini che tengano lo
pazione dell’uomo e le grandi culconduce sempre di più sull’orlo sguardo dritto verso Dio, imparanture storiche. Così, anche il rifiuto
dell’abisso, verso l’accanto- do da lì la vera umanità. Abbiamo
del riferimento a Dio, non è espres- namento totale dell’uomo. Do- bisogno di uomini il cui intelletto
sione di una tolleranza che vuole
vremmo, allora, capovolgere sia illuminato dalla luce di Dio e a
proteggere le religioni non teistiche l’assioma degli illuministi e dire: cui Dio apra il cuore, in modo che
e la dignità degli atei e degli agno- anche chi non riesce a trovare la il loro intelletto possa parlare
stici, ma piuttosto espressione di
via dell’accettazio-ne di Dio do- all’intelletto degli altri.
CONFLITTO
Vi sono tre possibili comportamenti circa il conflitto tra culture. Il primo comportamento
tende ad annientare l'altro perchè non prende in considerazione la possibilità di riconoscimento dell'altro. Il conflitto
così inteso porta sicuramente
alla violenza.
Il secondo atteggiamento è
quello di far finta che il conflitto non esista e questo porta allo
stress o alla rottura apparente
senza motivo.
La pedagogia dell'interculturalità vuole educare ad un terzo
comportamento possibile, cioè
alla gestione nonviolenta del
conflitto. Per fare questo è importante educare alla diversità,
cioè alla cooperazione, perchè
in questa visione il conflitto e
la pluralità dei punti di vista
sono intesi come risorsa.
PACE
Con il termine pace non si deve
intendere esclusivamente l'assenza di violenza o guerra. La
pace va ricercata, quindi è uno
stato in continua costruzione: è
ricerca costante della concordia, della cooperazione, della
soluzione non violenta dei conflitti, della promozione umana,
del rispetto dei diritti di ogni
uomo e popolo.
Nell'oggi della nostra storia, è
sempre più impellente l'impegno per la sua costante realizzazione.
La pace è uno dei temi centrali
del messaggio biblico, la pace è
dono di Dio e compito dell'umanità è divenire un'unica famiglia.
Dal 1967 la Chiesa ha istituito
la "Giornata mondiale della
pace" e nei suoi messaggi il
papa coniuga sempre la pace
con un altro valore operativo:
pace e giustizia, pace e rispetto,
pace e riconciliazione, pace e
solidarietà.
Maria Luisa Demarchi
Pag.4
Cronaca bianca
Maggio 2005
Don Pino Puglisi
Dialogo fra civiltà
Il ben d’essere
Giuseppe Puglisi era nato
a Palermo il 15 settembre1937, da un padre
calzolaio e una madre
sarta. Viene ordinato
sacerdote nel 1960 e da
subito si occupa di attività con i giovani e di battaglie sociali in difesa della legalità e
dei diritti negati ai più deboli.
Nel 1990 diventa parroco della comunità di San Gaetano, nel quartiere Brancaccio di Palermo, uno dei più disagiati
ed ad alta densità mafiosa. I bambini
vivono in strada e moltissimi di loro
evadono la scuola, anche perché Brancaccio è l'unico quartiere di Palermo in
cui non esiste una scuola media. E' una
terra dove il lavoro nero, il contrabbando, lo spaccio di droga, i furti, la povertà sono all'ordine del giorno.
Arrivato in questo quartiere Don Puglisi, sostenuto da alcuni collaboratori,
inaugura il Centro Padre Nostro dedicato ai bambini e agli adolescenti dove
questi possono cogliere un modello di
comportamento diverso. Don Treppì
(come viene chiamato dai suoi ragazzi)
lavora in silenzio, non fa clamore, non
va sui giornali, ma scava nelle coscienze, costruisce legami, apre prospettive
diverse. Tutto questo infastidisce i boss
mafiosi tanto da indurli a continue minacce verso il prete che risponde "Non
ho paura di morire se quello che dico è
la verità".
Il 15 settembre 1993, giorno del suo
56° compleanno, viene ucciso dalla
mafia. "Me l'aspettavo" furono le ultime parole rivolte con un sorriso al suo
killer.
Parole e atteggiamento tanto sconcertanti da lasciare un segno nel suo assassino che più tardi diventerà collaboratore di giustizia.
A fine gennaio 2005, nelle sale cinematografiche è stato presentato un film
dedicato alla figura di questo straordinario uomo-sacerdote dal titolo "Alla
luce del sole". Il film è stato prodotto in
proprio perché considerato poco appetibile per il pubblico di oggi.
Il regista Roberto Faenza dice di aver
voluto puntare sul "sogno", quello che
Don Puglisi voleva donare ai bambini,
che sono anche i veri protagonisti del
film. "Don Puglisi aveva la grandissima
colpa di creare un modello di comportamento alternativo. Lui fece sentire i
ragazzi partecipi di un gruppo alternativo a quello familiare, dove il codice
mafioso affondava spesso le sue radici."
L'attore a cui è stato affidato il compito
di interpretare Don Treppì è Luca Zingaretti che dice: "Sono grato a Faenza
per questo ruolo. Misurarsi con il parroco di Brancaccio è stato come cibarsi
di qualcosa di estremamente positivo".
Maria Luisa De marchi
Le storie di “eroi che non vengono celebrati”
«È mistero come non si riesca a capire che trattando il
prossimo da nemico lo si
trasforma davvero in nemico e gli si dichiara guerra,
anche se si usano le belle
maniere (...). Credo fortemente nella metamorfosi
della persona (...) e che questa metamorfosi sia da trovare dentro gli affetti e dentro il bisogno di legami che
sono la base della nostra
sicurezza e anche della nostra gioia di vivere.
Sono sempre più colpito
dalla scoperta che il ben
d'essere di ciascuno non si
fonda sul Sé individuale, sul
cervello del singolo, sulle
sue dotazioni naturali, bensì
sui suoi legami con gli altri,
e che dunque (...) la mia
serenità dipende dai miei
figli, dalla mia famiglia, ma
anche dal mio ambiente di
lavoro, dalla società nel suo
insieme».
Sydney Possuelo (Brasile) è
responsabile del Dipartimento
per le Tribù Sconosciute della
Fondazione Indiana del Governo Brasiliano (FUNAI). Possuelo è uno dei più esperi sertanisti (esperti indiani) del Brasile. Ha trascorso più di 30 anni
prendendosi cura dei gruppi
indigeni – principalmente in
Amazzonia, dove gli effetti dello sviluppo e della deforestazione si sono insinuati ulteriormente nella loro terra natia.
Cercatori, taglialegna e contrabbandieri invadono la giungla e
talvolta sparano agli indiani che
incontrano sul loro cammino.
Sydney Possuelo e il FUNAI
contribuiscono a difendere i
diritti di queste popolazioni vulnerabili.
Nel passato, il FUNAI ha considerato il contatto come
l’opzione migliore per le tribù
sconosciute, ma nel corso
dell’ultimo decennio l’obiettivo
di Sidney è stato quello di evitare tutti i contatti al fine di lasciare le tribù in pace il più a
lungo possibile. Ciononostante,
ci sono momenti in cui il contatto deve assolutamente verificarsi. Quando questo accade,
Sydney Possuelo inizia delicatamente un dialogo. Si tratta di
un processo che può richiedere
anni e che può essere estremamente pericoloso; diversi uomini che fanno parte della squadra
di Sydney, infatti, sono stati
uccisi o feriti dagli indiani. Nel
passato, Sydney è stato costretto a contattare più di mezza
dozzina di gruppi indigeni sconosciuti nella foresta pluviale la
cui superficie va
restringendosi.
www.onuitalia.it/
news/giornate/
annodialogo/
UNDial01g.htm
Nel 1994
Giovanni Panunzio: un impegno contro i
Giovanni
Panunzio
ha fondato
il Telefono antiplagio e il Conunzio è un insegnante di Relimitato di volontariato in difesa gione all’Istituto Alberghiero di
delle vittime di ciarlatani e san- Cagliari, ha condotto
toni e contro gli abusi nelle teun’indagine negli istituti tecnici
lecomunicazioni. La sua è una
cagliaritani ed è risultato che
lotta contro cartomanti, operal’occultismo occupa il quarto
tori dell’occulto, indovini che,
posto nelle preferenze dei gioafferma, in Italia, sono circa
vani, preceduto solo da musica,
centoventimila, di cui duemila
sport e sesso. I giovani sono
in televisione. Il loro giro
spaventati e disorientati , hanno
d’affari supera i due miliardi e
bisogno di essere rassicurati.
mezzo di euro. Quelli in regola Uno dei motivi che hanno porcol fisco sono appena ventimi- tato Panunzio a iniziare la sua
la. Si stima che dal 1990 al
attività è stata la richiesta di
1999 abbiano evaso tasse per
aiuto di Paola, una donna di
venticinquemila miliardi di lire. Sassari, sposata, in attesa del
Circa dieci milioni di cittadini
terzo figlio. Una maga convince
si rivolgono ai maghi almeno
il marito che la sua casa è posuna volta l’anno, l’età media è
seduta da spiriti immondi, li
di 45 anni, il 58% sono donne.
obbliga a purificarsi, incolpa la
Una “fattura” per provocare la
donna di possessione; il marito
morte della persona odiata parte la isola, le impedisce di vedere
dai diecimila euro, togliere il
e parlare con altre persone, la
malocchio costa da cento a
obbliga a bere strani intrugli, la
quattromiladuecento euro, il
donna tenta il suicidio. Il suo
costo di un oroscopo varia da
principale collaboratore è Alcinquanta a cento euro, la lettu- fredo Barrago, un prestigiatore
ra della mano o delle carte da
di Cagliari che conosce alla
venticinque a cento euro, i tali- perfezione i trucchi da prestismani possono costare fino a
giatore usati da coloro che aftremila euro. Il fenomeno è sot- fermano di avere poteri paratovalutato dalle forze
normali. Dopo pochi mesi
dell’ordine e dai giudici. Padall’inizio dell’attività di Pa-
Orizzonti aperti
Pag.9
I VESCOVI E IL REFERENDUM
No alla condanna a morte
in nome della Bibbia
Nel Colorado una condanna a morte è stata annullata con sentenza della Corte Suprema dello Stato,
essendo emerso che sul «pollice verso» dei giurati
aveva influito la convinzione circa il fondamento
che la pena capitale troverebbe, oggi come ieri,
nella Bibbia.
«E' il rifiuto a tutto campo della pretesa dei fondamentalismi religiosi, di dettare legge alla comunità
civile. […] La riflessione, peraltro, può andare oltre
la questione specifica. Riguarda l'opportunità di
tenere sempre distinti gli ambiti - spirituale e temporale - pur senza sdoppiare le coscienze (ah, la
sempre attuale lezione di Maritain...). E' un vecchio
vizio di ciò che a sua volta si può definire fondamentalismo laicista, quello di considerare espressive di sana laicità solo una legislazione o una giurisprudenza che si ispirino a scelte antitetiche a
quanto una fede può alimentare o comunque rafforzare. […] Uno dei drammi della nostra epoca è
forse quello di non saper trovare strade che facciano, del confronto tra credenti e non credenti, lo
strumento, non di scontri frontali, di vili rinunce o di
compromessi al ribasso sui valori, ma di una loro
più ampia, alta e concreta condivisione».
Mario Chiavario, La Stampa 31 marzo 2005
I vescovi ritengono necessario e urgente aiutare i fedeli e tutti i cittadini a comprendere
quanto grande e decisiva sia la posta in gioco
e per questo auspicano un’informazione,
soprattutto da parte dei grandi circuiti mediatici, corretta ed equilibrata che permetta di
illustrare serenamente le varie posizioni. I
vescovi hanno riconosciuto la legittimità e la
validità della scelta di non partecipare al voto
referendario, al fine di impedire nel modo
più chiaro ogni tentativo di peggioramento
della legge. Essa si configura non come scelta di disimpegno ma di opposizione forte ed
efficace ai contenuti del referendum e alla
stessa applicazione dello strumento referendario in materie di tale complessità. Nel solco del Progetto culturale che vede nella questione antropologica la grande sfida del nostro tempo, i vescovi hanno inoltre confermato il forte e capillare impegno per una
vasta opera di formazione delle coscienze
riguardo alla dignità della vita umana fin dal
suo inizio, alla tutela della famiglia e al diritto dei figli di conoscere i propri genitori.
Conferenza Episcopale Italiana, CONSIGLIO
PERMANENTE, Roma, 7-9 marzo 2005
Turismo, estetica e spiritualità
S. MARIA ASSUNTA SULL’ISOLA DI TORCELLO
Vittorino Andreoli, psichiatra,
nunzio sono
iniziate le
minacce, i
furti, è seguita una denuncia alla Magistratura e cinque querele dai maghi
e una da Scientology. Giovanni
è costretto a non restare mai
solo e a spostarsi spesso. I maghi furoreggiano in televisione
e sui giornali, Giovanni li vorrebbe in affido ai servizi sociali, controllati perché minacciano la società, provocano sofferenze indicibili. Egli usa parole
dure nei confronti di Rosemary
Altea, la medium che i giornalisti di mezzo mondo vogliono
intervistare perché afferma di
parlare con i morti per consolare i vivi guidata dallo spirito di
Aquila grigia, un capo apache,
inoltre si scaglia contro i servizi
166 della Telecom che sono
abilitati e dove sono inclusi cartomanti e indovini, e ancora
contro la Rai dove l’astrologia
ha la stessa dignità delle previsioni del tempo e che invita la
Bulgara Teodora Stefanova che
sostiene di essere in contatto
con gli extraterrestri. Panunzio
è la prova vivente che la magia
nera non ha nessun potere: se lo
avesse sarebbe già morto da
tempo.
Simona Bruera
ciarlatani
Il fondatore del Telefono antiplagio
In mezzo alla laguna veneta svetta isolata la
mole della basilica di S. Maria Assunta
sull’isola di Torcello, mille anni or sono città,
ora solitudine verde sospesa tra acqua e cielo.
La si raggiunge in poco meno di un’ora di navigazione
da Venezia.
Sbarcati,
una stradina
in
parte costeggiata
da un canale,
ci
conduce
ad una piazzetta irregolare sulla quale si affacciano due chiese: S.Fosca, antico martyrium a
croce greca e tamburo cilindrico, inserita in un
portico ottagonale, e la nostra S. Maria Assunta, antica cattedrale dalla facciata austera, appena scandita da sobri rilievi. Davanti i resti
del battistero.
Nell’interno, ampio e ben illuminato da dieci
finestroni sul lato sud, l’iconostasi, che separa
la navata centrale dal presbiterio, ci ricorda il
legame di questa parte d’Italia con l’Oriente
bizantino. A sinistra, due amboni accostati:
quello piccolo per l’epistola, quello grande per
il vangelo. Oltre l’iconostasi, lo sguardo contempla il mosaico del catino absidale: la Madre di Dio, su fondo dorato sorregge col braccio sinistro il Bambino, mentre con la mano
destra lo indica come unica via di salvezza.
Nella fascia sottostante gli apostoli e, al centro, una finestra che, volta ad est, per prima
accoglie la luce fisica, simbolo di quella spirituale che è Cristo (gv 8,12). Sotto ancora, la
cattedra episcopale, cui si accede da dieci gradini, forse un richiamo ai comandamenti.
Notevole anche la cappella destra, rivestita di
mosaici col Cristo benedicente in trono fra due
angeli e, al centro della volta, l’Agnello crocifisso.
Volgendosi quindi al fondo della chiesa, non si
può non rimanere impressionati dal mosaico
del giudizio universale che ricopre quasi tutta
la controfacciata, quasi ammonimento a chi
esce sulla serietà della vita e sull’importanza
di vivere bene. In alto Cristo risorgendo calpesta il demonio e la porta degli inferi e ne trae
Adamo, essendo il salvatore anche degli uomini vissuti prima della sua manifestazione storica; il pensiero può correre a I Pt 3,19, come
pure a Dante, Inferno IV,51s. Nella fascia sottostante vediamo il Cristo giudice in mandorla
con le ferite della crocefissione, affiancato da
Maria e dal Battista oranti; a destra e a sinistra
gli apostoli; dietro le schiere beate. Ancora
sotto, il trionfo della croce, Adamo ed Eva in
ginocchio e angeli che con le loro trombe risvegliano i morti per il giudizio, e questi escono dai sepolcri, dal mare e dalle gole delle belve (Apoc 20,13), mentre un altro angelo arrotola il cielo stellato (Apoc 6,14). In basso una
scena di psicostasia separa la sinistra (per chi
guarda), dove S. Pietro e S.Michele arcangelo
introducono i beati in paradiso, dalla destra,
dove i dannati subiscono il castigo eterno secondo le rispettive colpe: gli invidiosi, ad esempio, sono teschi dalle cui occhiaie escono
serpentelli. Il fuoco scende come ruscello dalla
mandorla del Cristo giudice: l’amore rifiutato
diventa fuoco divorante.
Fa ancora parte del grande mosaico la lunetta
sopra il portale, dove la Madre di Dio intercede per i peccatori: “O vergine, commuovi con
la tua preghiera Colui che è nato da Dio e purifica dal peccato”.
Franco Betteto
Maggio 2005
HANNO DETTO
La fede dei politici
«Come sociologo - risponde Aldridge - non
trovo affatto strano che la religione sia
cambiata rispetto al passato. Ci sono le
statistiche sull'appartenenza religiosa, certo, ma non le ritengo significative, credo
che si debba guardare oltre le cifre. La religione ha un ruolo importante nella nostra
società. Molti uomini politici britannici, per
esempio, sono cristiani o ebrei impegnati
sotto il profilo religioso. Lo stesso Tony
Blair, del resto, è un anglicano convinto e
molti membri del suo governo hanno forti
convinzioni religiose. Tutto questo ha un
impatto sulla politica.
I politici credenti hanno un'idea precisa di
come dovrebbe essere la società ideale e
le loro azioni sono ispirate da questo ideale. Esiste anche, nella politica e nella società del Regno Unito, un profondo rispetto
per la religione e per i credenti. Se nel nostro Paese la famiglia viene protetta, è merito anche della fede dei politici».
Alan Aldridge (Sociologo inglese)
Riflettere sui rischi per il genere umano
Io ho firmato i referendum, credo che la
legge approvata dal Parlamento sia una
legge in gran parte sbagliata. Dico anche,
però, che in questa discussione bisogna
mettere in chiaro due punti. Due punti che
nel centrosinistra sono sottovalutati.
Il primo è che non è uno scandalo, anzi è
legittimo, che la Chiesa su una materia
come questa intervenga, e inviti, se lo ritiene giusto, anche all’astensione. Io andrò a
votare, ma riconosco che non c’è nulla
contro la laicità nell’intervento della Chiesa.
Il secondo punto è di merito. Bisogna aprire una riflessione sui rischi che partendo
dal diritto alla procreazione, il passaggio
alla procreazione medicalmente assistita, e
ad una scienza senza limiti può portare in
maniera pericolosa ad una manipolazione
progressiva del genere umano. Su questo
da ecologisti e da verdi dobbiamo dibattere..
Paolo Cento (Verdi)
Referendum: quattro quesiti per una
domanda
Non ci confonda l’astrusità dei quesiti:
quella che abbiamo davanti è una sola domanda. Se, di fronte a questo meraviglioso
e straordinario potere che la scienza mette
nelle nostre mani, vogliamo assecondare
la legge del "lasciar fare agli scienziati" o
se crediamo necessario che cittadini e Parlamenti abbiano qualche parola da dire sui
limiti da imporre alla scienza quando vuole
modificare o comunque intervenire sulla
vita umana.
Se la questione ha questa portata e rilevanza, è chiaro che lo strumento referendario è inadatto: come voler usare
un’accetta per fare la punta ad una matita.
Si finisce per spaccare tutto o, peggio, si
finisce per votare contro qualcuno, più che
rispondere a quella domanda.
Luigi Bobba, presidente Acli
Filosofia&Scienza&Religioni
Pag.8
Maggio 2005
sulle pratiche mediche della fecondazione medicalmente assistita
Inseminazione artificiale
eterologa
rifiutata
Inseminazione artificiale
omologa
rifiutata, salvo si
configuri come
aiuto all'atto coniugale
Fecondazione in vitro eterologa
rifiutata
Protestantesimo
accettata per coppie
eterosessuali
Ortodossia
Ebraismo
Islam
rifiutata
vietata come norma vietata perché si oppone alla legge
generale
naturale
accettata
accettata
accettata a condizione che ne sia proaccettata
vata la necessità
medica
accettata per coppie
eterosessuali
rifiutata
vietata
vietata
Accettata purché
accettata purché ne
non generi emaccettata
sia provata la neces- accettata
brioni in sopransità medica
numero
fermamente rifiu- nessuna risposta mo- Fermamente rivietata
vietata
tata
rale a priori
fiutata
Fecondazione in vitro omo- rifiutata
loga
Utero in prestito gratuito
Utero in affitto a pagamen- fermamente rifiurifiutata
tata
to
Fermamente rifiutata
vietata
assolutamente vievietata
tata
Dono dell'ovulo
rifiutata
accettata
rifiutata
Dono dell'embrione
rifiutata
accettata
rifiutata
Dono dello sperma
rifiutata
accettata
rifiutata
Inseminazione in donne
anziane
rifiutata
Congelamento di embrioni rifiutato
reticenze
accettato se limitato
nel tempo
vietata
assolutamente vievietata
tata
vietata come norma
vietata
generale
rifiutata di princiaccettata se omolopio; valutazione
accetta purché omologa
ga
dei casi
accettato se conforme alle norme etirifiutato
accettato
che e spirituali; responsabilità del medico
Distruzione di embrioni
fermamente rifiuaccettata
tata
Ricerca di embrioni
accetta se vi sono noraccetta solo a scome sulla distruzione
po terapeutico per
rifiutata
dell'embrione e la non
l'embrione stesso
commercializzazione
accettata: l'embrione in soprannumero
vietata
in provetta non ha
potenzialità di vita
Diagnosi genetica preimpiantatoria
fermamente rifiuaccettata
tata
rifiutata
accettata
Diagnosi prenatale su feti
accettata purché
accettata
non porti all'aborto
accettata purché valutazione caso
non porti all'abor- per caso da parte del accettata solo a scopo terapeutico
to
rabbino
accettati
accettati
rifiutati
accettati
accettati
accettati
accettati
accettati
accettati
accettati
accettata
nessuna opposizione se ci sono serie accettata
ragioni
Interventi terapeutici sull'embrione
Interventi terapeutici sul
feto
Selezione spermatozoi
Selezione degli embrioni
Inseminazione Postmortem
fermamente rifiupareri discordi
tata
rifiutata
accettata
vietata
accettata solo a scopo terapeutico
rifiutata di prinfermamente rifiu- rifiutata perché creefortemente sconsicipio; valutazioaccettata purché omologa
tata
rebbe un orfano
gliata ma non vietata
ne dei casi
rifiutata di prinfermamente rifiu- rifiutata perché creefortemente sconsicipio; valutazioaccettata purché omologa
tata
rebbe un orfano
gliata ma non vietata
ne dei casi
La tavola è stata elaborata e tradotta dal SIR (Servizio Informazione Religiosa)
Maggio 2005
I limiti della ''societa' terapeutica''
LA POSIZIONE DELLE RELIGIONI
Chiesa Cattolica
Cronaca&Vita
Pag.5
Tiziano Terzani
Il sano-non sano ha soppiantato il bene-male
questo vale nell’arco dell’intera nostra esistenza temporale:
dallo zigote al bambino,
all’adulto malato terminale,
all’anziano in condizione
Così scriveva qualche giorno fa "vegetativa". Il profilo è netto:
su La Stampa Barbara Spinelli, l’individuo immaturo o malato
laica di comprovata osservanza. è al servizio "altruistico" della
volontà di salute degli altri inOggi, su Avvenire, Pietro De
Marco, che insegna sociologia dividui. Gli esseri umani carenti, nella vita intra o extrauteriall’Università di Firenze, pur
movendo da presupposti diversi na, appaiono così destinati alla
soppressione”.
e andando in direzioni probaE ora leggiamo cosa scriveva
bilmente opposte, sviluppa un
ragionamento che, stranamente, l’editorialista della Stampa:
“Alla Repubblica dei filosofi
sembra in sintonia con quello
della Spinelli sulla «società te- sognata da Platone s’è sostituita
la Repubblica dei medici e mirapeutica», ovvero sulla
nistri della Sanità: i soli abilita«tirannia della salute» . Prendiamo questo passaggio: “E' da ti a dire in cosa consistano il
viver-bene, la convivenza sotempo che l’antropologia
ciale, e perfino l’ultima roccadell’Occidente ha ceduto sulla
forte dell’indi-viduo intangibilità dell’individuo ul’intimità - di cui lo Stato vormano; per essa l’inguaribilrebbe appropriarsi. Società temente malato e l’incompletarapeutica è il nome dato a simimente umano ormai coincidono. Non appena si tocca la con- le Repubblica sanitaria, e in
dizione malata data per irrever- essa gli uomini non dipendono
più gli uni dagli altri, solidalsibile, una coerente tendenza
mente, ma tutti dipendono da
contemporanea – cui i giudici
danno meccanica quanto impie- autorità superiori e da professionisti medici, nutrizionisti,
tosa attuazione – guarda alla
ginnasti, e via medicalizzando
soppressione dell’individuo
il comando. Le società occidencarente come ammissibile. E
È così che il viver sano ha sostituito il viver bene delle antiche filosofie, che la divisione
tra sano-non sano ha soppiantato il bene-male
Beppe Grillo, lei si
è espresso contro il
referendum sulla
fecondazione assistita. Perché?
«Perché della fecondazione abbiamo fatto un mercato. E’ una trasformazione epocale: la vita che un tempo apparteneva alla religione, alla patria, alla
rivoluzione, ora appartiene al mercato. Ne parliamo come un allenatore parla della sua squadra, come
qualcosa di cui si può disporre.
Abbiamo manipolato la vita,
l’abbiamo clonata, riprodotta in
provetta, comprata e venduta.
L’abbiamo privatizzata. E si sa
dove finiscono le cose privatizzate: non a una persona con nome
cognome e odore, ma a una società anonima con fermoposta alle
isole Cayman».
La fecondazione assistita è al
servizio della vita.
«Io non sono pregiudizialmente
contrario, penso sarebbe giusto
aiutare chi ne ha bisogno. Non ho
le idee chiare. Ma non sarà certo la
tali non sono mai
state meglio dal
punto di vista
sanitario, i loro abitanti non
hanno mai vissuto così a lungo.
Ma ecco che questo lungo diventa insopportabilmente breve, quasi che l’immortalità terrena fosse desiderabile e a portata di mano. Promettendo di
raggiungere quest’ennesima
utopia, lo Stato si arroga la supervisione delle vite private e
in cambio finge di promettere
una vita quantitativamente più
lunga, anche se non migliorata.
Migliorare l’individuo o la società è un’aspirazione di ieri,
un’opportunità grandiosa che
solo il Papa evoca ancora. Adesso ci si accontenta di congelare lo status quo biologico, e
massimamente virtuoso è chi
sopravvive, più di chi fa qualcosa di buono della vita. È anzi
eroico sopravvivere, è la nostra
nuova religione”.
Cancro e terrorismo
Mi capita spesso di riflettere sul
parallelismo tra il cancro, epidemia del nostro tempo, e il terrorismo, grande malattia della nostra società. (…) Ridotti a puro corpo, schiavi dei desideri indotti
dall’industria che ci rendono per forza infelici, perché non potremo mai
soddisfarli tutti. Mi colpisce però che
la nostra civiltà, così come non si
impegna a studiare le cause del cancro ma investe tantissimo per trovare
una cura, allo stesso modo fa con il
terrorismo. Invece di studiare le ragioni, cerca il rimedio. Perché in tutti
e due i casi l’industria torna a produrre qualcosa, a fare profitti. (…)
Come dice il mio vecchio, bisogna
accettare che c’è un mistero, qualcosa che resta sconosciuto. Senza voler
gettare dalla finestra tutto ciò che ci
ha dato la scienza, va riconosciuta
che accanto alla ragione c’è
l’intuizione, accanto alla mente c’è il
cuore, dietro la materia qualcosa che
va al di là.
Tiziano Terzani,
dal libro “Un altro giro di giostra”
Se e come applicare queste
considerazioni al caso della
povera Terri Schiavo, è un problema che qui mi limito a segnalare.
Dal Blog http://windrosehotel.
splinder.com/
Beppe Grillo e i referendum
scienza a chiarirmele; perché la
scienza non spiega nulla. Vita,
morte, non sono concetti scientifici. Se penso a un embrione lo penso vivo; ma è vivo un embrione
congelato a 300 gradi sottozero,
con il cappottino? Fino al 1968 era
la fine del battito cardiaco a decretare la morte; poi un convegno a
Cambridge introdusse la categoria
della morte cerebrale, per consentire l’espianto degli organi, e oggi
a decretare la morte è il sibilo di
una macchina. Ma della vita e della morte deve decidere la filosofia,
la politica, non la scienza».
Appunto: la politica. Perché non
il referendum?
«Perché queste cose non si stabiliscono con una croce su una scheda, tantomeno seguendo le indicazioni di una sigla politica. Il referendum è l’unità di crisi della politica italiana: quando non si sa più
che fare ci si rivolge alla gente, di
cui finché si è potuto si è fatto se-
renamente a meno. Non credo che
la democrazia sia più quella che
abbiamo conosciuto, che coincida
con il voto. Democrazia è una parola vuota, che di tanto in tanto
iniettiamo come il botulino in Paesi lontani migliaia di chilometri.
La crisi della rappresentanza è
irreversibile. Lei mi sa dire chi
rappresenta Calderoli?».
L’interrogativo è drammatico,
ma non c’è nulla che possa sostituire il voto democratico.
«Non è vero: la rete. Quando sarà
ancora più evoluta, quando tutti
potranno entrarvi in pochi secondi
senza pigiare connect o outlook,
sarà un gioco esprimere la propria
opinione, e farla arrivare a chi deve decidere. Allora i politici saranno disoccupati, proprio come le
governanti: entreremo in casa e
parleremo al frigo che si occuperà
delle spesa».
Nell’attesa, la legge su fecondazione e ricerca le va bene così
com’è?
«Non dico questo. E’ come chiedere se uno vuole la guerra: che
senso ha? Che senso ha inoltrarsi
in questioni di cui non abbiamo
idea, contare gli embrioni, meno
di tre, più di tre, o magari tremila?
La legge è probabilmente da cambiare, forse solo nei quattro punti
indicati dal referendum, forse tutta
quanta come dicono i radicali. Solo che la gente queste cose non le
sa, mentre sa benissimo le cose
che non servono. Infatti vota sempre meno, persino in Svizzera. E
se voterà dando retta alle sigle politiche, non è detto finisca bene».
Lei, con Buttiglione e monsignor
Fisichella, dice che i cristiani
non possono votare sì. Perché?
«La chiesa non dovrebbe entrare
in questa vicenda. Ma se la chiesa
è per la vita, e la vita inizia dal
concepimento, per un cristiano
non dovrebbe esserci questione.
Anche se il primo caso di fecondazione eterologa è quello di Gesù...».
Corriere della sera, 17/1/2005
Scienza&Vita
Pag.6
Maggio 2005
Intervista a Jeremy Rifkin
Il secolo biotech e il rischio della “genetocrazia”
Pensa che la biotecnologia cambierà veramente la nostra vita?
Ci troviamo di fronte a uno dei cambiamenti più
grossi nella storia della civiltà. Stiamo passando
dalla rivoluzione industriale al secolo della biotecnologia. Per 40 anni due tecnologie
d’avanguardia si sono sviluppate parallelamente:
l’informatica e l’ingegneria genetica, la scienza
dell’informazione e le scienze naturali. Ora si
stanno unendo, i computer e i geni, per gettare le
fondamenta di un’era completamente nuova nella storia mondiale. (…) E il grande cambiamento
che sta avvenendo nell’economia globale è il
passaggio dai combustibili fossili, dai metalli e
dai minerali - le materie prime della rivoluzione
industriale - ai geni, al commercio genetico, le
materie prime del secolo della biotecnologia […]
Qual è il significato della "biotecnologia" e
qual è il cambiamento radicale che porterà:
cos’è che si può fare adesso con i geni che non
si poteva fare in passato?
Questa tecnologia è diversa dalle tecnologie tradizionali di allevamento e selezione. Per migliaia
di anni abbiamo creato allevamenti selezionati,
fin dagli albori della rivoluzione agricola del
Neolitico. Ma nell’allevamento classico, si possono solo far accoppiare specie che sono molto
vicine nel regno animale. Per esempio, si può far
accoppiare un asino con un cavallo perché sono
strettamente vicini, e si può ottenere un mulo.
Ma nell’allevamento classico, non si può fare un
incrocio di asino con un melo e ottenere qualcosa. Con i nuovi strumenti della biologia, la manipolazione del DNA, la fusione cellulare e altre
tecnologie, si può prelevare l’informazione genetica di qualunque specie e ricollocarla all’interno del codice genetico di altre specie. (…)
Così abbiamo questi nuovi potenti strumenti che
consentono alle società che operano nel campo
delle scienze biologiche di creare una seconda
genesi, di rifare l’evoluzione, di agire come Dio,
di diventare gli architetti di un nuovo futuro […]
È possibile applicare i risultati della biotecnologia agli esseri umani?
Abbiamo già i primi tentativi di terapia genetica
negli USA. Più di seicento persone hanno fatto
parte di un gruppo di sperimentazione medica in
cui i geni vengono inseriti nel loro corpo in modo da cambiare il loro codice genetico per tentare di eliminare dei disturbi […]. Il prossimo passo è programmare neonati su misura, anche prima del concepimento, nell’ovulo e nello sperma.
I bambini che ora hanno 4 o 5 anni, quando avranno 25 o 30 anni e vorranno avere un bambino, potranno andare in una clinica col marito o la
moglie, e lì potranno avere una mappa del loro
intero codice genetico, sapere esattamente che
geni hanno e a che cosa essi li predispongono.
Così marito e moglie sapranno come sarà il loro
bambino quando lo spermatozoo incontrerà
l’ovulo. Avranno in realtà una palla di vetro, se
si vuole, per conoscere il codice genetico del
loro figlio. Ora, se fra 25 anni lei fosse un genitore e sapesse ancor prima del concepimento che
trasmetterà la leucemia a suo figlio, non vorrebbe eliminare questa possibilità all’interno
dell’ovulo e dello sperma? Se lei sapesse di tra-
smettere il morbo di Huntington (H’s chorea),
l’anemia falciforme o la fibrosi cistica? La maggior parte dei genitori, tutti i genitori vogliono
fare del loro meglio per i loro figli. Il problema è
che una volta cominciato questo viaggio, in cui i
genitori diventano architetti dei loro figli ancor
prima del concepimento, il legame genitori-figli
cambia in maniera radicale nella storia. I genitori
adesso sono nella posizione di poter programmare il loro figlio, e il figlio diventa l’ultima esperienza di shopping. Dov’è che si può tracciare un
limite? Se uno in quanto genitore sapesse che
può trasmettere geneticamente la predisposizione per la depressione maniacale, l’obesità, il nanismo, la dislessia, non farebbe le alterazioni
corrispondenti nell’ovulo e nello sperma? Quindi
il problema, una volta che abbiamo dato il via a
questa costruzione dei nostri stessi figli, è che
stiamo andando pericolosamente verso una civiltà eugenico-commerciale in cui costruiamo la
nostra progenie sulla base di una specie di standard di costruzione come quello che usavamo
nell’era industriale con i prodotti chimici. Come
fa un genitore a decidere come dovrebbe essere
il figlio perfetto? E che ne è di te se sei un bambino e crescendo non ti piace il programma genetico che i tuoi genitori hanno stabilito per te?
Sei intrappolato, non ci puoi fare niente.
Quali problemi e limiti etici si pongono?
Che ne è del bambino nato senza essere stato
‘costruito geneticamente’, senza essere stato programmato dai genitori? Che succede se un bambino non rientra nello standard culturale accettato? O come dovrebbe essere un bambino perfetto? Che succede se questo bambino non costruito
ha un handicap? Saremo tolleranti verso questo
bambino? O saremo inclini a essere meno tolleranti e a dire che è stato uno sbaglio, che questo
bambino è un errore che si sarebbe potuto evitare con una buona programmazione e controlli di
qualità? La variabile più grande nel programmare i bambini, nel creare bambini perfetti, è
l’empatia. L’empatia è quel filo emotivo sottile
che ci mantiene legati agli altri esseri umani. Noi
creiamo empatia verso le fragilità altrui, le nostre incongruità, i nostri tentativi di essere umani. Ma quando cominciamo a considerare tutti i
nostri figli come dei prodotti, un’esperienza di
shopping, uno standard di costruzione, è probabile che saremo molto meno tolleranti verso qualunque bambino nasca con qualche forma di
"anormalità" o "difetto". Quindi penso che ci
troviamo di fronte a una nuova era; ci troviamo
nel momento in cui dobbiamo farci una domanda: "Per il semplice fatto che si può fare, significa che si deve farlo?" Ora abbiamo la possibilità,
di qui a 20 anni, di programmare i nostri figli, di
progettarli ancor prima del concepimento con
l’ovulo e lo spermatozoo. Vogliamo usare questa
nuova capacità per dare inizio a una civiltà eugenetica? O forse dovremmo pensarci su due volte,
e magari rinunciare? Abbiamo il diritto di intervenire nell’evoluzione futura della nostra specie?
Per me, la prospettiva più agghiacciante è che
l’evoluzione futura della nostra specie possa essere decisa dalla scelta del singolo consumatore
sul mercato. Io credo nel mercato. Il mercato
funziona bene per le decisioni a breve termine ma è
l’ultimo luogo in cui uno prenderebbe una decisione che coinvolge le generazioni future, perché
loro non ci sono qui per farsi sentire. Quindi
penso che non si dovrebbe ricorrere alla terapia
di tipo genetico, non dovremmo cominciare questo processo di manipolazione dell’ovulo e dello
spermatozoo, perché non abbiamo ancora la saggezza sufficiente per determinare il corso
dell’evoluzione. Essa è un dono. Non dovrebbe
essere un prodotto stabilito dai genitori come se
fossero dei consumatori nel mercato biologico.
Nel suo libro Il secolo biotech Lei parla del
rischio dell’affermarsi di un sistema di caste
biologiche e della sostituzione della meritocrazia con la genetocrazia. Cosa intende dire?
Siamo agli inizi di una nuova era di discriminazione. Di solito si pensa alla discriminazione
basata sul sesso o la razza o l’etnia o la religione.
Ma ora con la capacità di analizzare gli individui
in base al loro codice genetico si comincia a intravedere una nuova e più insidiosa forma di
discriminazione basata sulla genotipizzazione
delle persone. […] Per esempio, i datori di lavoro potrebbero voler sapere se assumere un uomo
o una donna, qual è la loro predisposizione genetica per il cancro o la depressione o qualsiasi
altra caratteristica fisica, emozionale o comportamentale. Potrebbero dire: "perché dovremmo
assumere uno che ha una predisposizione genetica per il cancro al seno o alla prostata quando
dobbiamo spendere un sacco di soldi per la sua
formazione e poi magari si ammala?" Il problema è che non per forza uno che ha una predisposizione genetica per una malattia si ammalerà di
quella malattia. E anche se si ammalasse, la si
potrebbe tenere sotto controllo. Per esempio, un
datore di lavoro potrebbe dire: "Beh, non vogliamo assumere uno che ha una predisposizione
genetica per la mania depressiva in un lavoro
delicato come quello di controllore di volo". Tuttavia, quella persona potrebbe tenere sotto controllo la mania depressiva con un adeguato trattamento farmacologico. […] Giudicare le persone solo in base alle loro predisposizioni genetiche è una discriminazione, perché il gene non è
onnipotente. Il gene interagisce con l’ambiente,
subisce mutazioni col cambio di ambiente, quindi non racconta la storia completa di un essere
umano. Ho paura che vedremo una nuova forma
di discriminazione che dividerà le persone per il
loro codice genetico. […]
Esistono dei limiti entro cui si dovrebbe mantenere lo sviluppo degli esperimenti di biotecnologia?
Qui non è in questione la scienza. Stiamo andando verso il secolo della biologia, della biotecnologia. La scienza ha un valore quando non viene
usata in maniera riduzionista. Stiamo imparando
molte cose sui geni, come funzionano, cosa fanno, come si comportano nell’ambiente. Questa è
ottima scienza. Non è la scienza che è in questione. É in questione il tipo di tecnologia commerciale e sociale che useremo nelle applicazioni di
questa nuova scienza nel secolo della biotecnologia. C’è una linea dura e una linea morbida
Pag.7
nell’applicare questa nuova scienza che si sta
sviluppando. Ciascuna ha dei parametri molto
diversi, valori molto diversi.
Quanto alla linea dura, le farò qualche esempio: gli alimenti geneticamente trattati. Creare
alimenti manipolati geneticamente che resistono agli ecosistemi locali, che sono potenti: questo fa parte della linea dura. La stessa scienza
può però anche adottare in agricoltura la linea
morbida: è l’agricoltura organica. Potremmo
usare questa nuova scienza per creare nei prossimi secoli una produzione agricola a sviluppo
sostenibile, su base organica, molto sofisticata.
Invece di manipolare i semi in isolamento, fuori dall’ecosistema, potremmo trovare il modo
di capire come le nostre specie tradizionali interagiscono con gli ecosistemi locali, in modo
da poter integrare al meglio milioni di anni di
sapiente evoluzione e creare approcci organici,
sostenibili, per rendere le nostre piante compatibili con le dinamiche dell’ecosistema.
L’approccio duro consiste nell’agire come Dio,
essere l’architetto, l’ingegnere della seconda
Genesi. La linea morbida, l’agricoltura organica, consiste nell’agire come un collaboratore e
un amministratore. Non manipolare e riprogettare, ma piuttosto trovare metodi di precisione
e integrare la saggezza che sta dietro al processo evolutivo con gli ecosistemi locali. Lo stesso nel campo della sanità. La linea dura sarebbe aspettare il momento in cui uno è malato e a
quel punto iniettargli i geni per farlo guarire, o,
ancor più radicalmente, modificare le istruzioni
genetiche nello sperma e l’ovulo in modo da
eliminare le potenziali malattie, ma a quel punto rischiamo di creare la nostra propria genesi e
una cultura eugenetica. C’è una linea morbida
per usare la stessa scienza in medicina, ossia la
medicina preventiva: capire meglio come i geni
interagiscono con l’ambiente per mantenere la
gente in buona salute. Per la maggior parte delle nostre malattie gravi, come l’infarto e il cancro al seno, al colon, alla prostata, il diabete e
gli attacchi ischemici c’è una forte componente
ambientale. Ognuno ha una diversa predisposizione verso queste malattie, ma l’ambiente che
noi creiamo può scatenarli. Se uno fuma molto,
beve molto, non fa movimento, mangia grassi e
vive nell’aria inquinata, ci sono delle probabilità che soffra di questi disturbi. Possiamo prevenire queste situazioni con la nuova scienza della medicina preventiva. Fra dieci anni saremo
in grado di analizzare un neonato e conoscere il
suo intero codice genetico e sapere a quali disturbi sarà predisposto nel corso della sua vita.
Stiamo anche rilevando il codice genetico di
tutti gli alimenti che mangiamo. Così saremo in
grado di adattare alimenti specifici che hanno
proprietà tali da impedire a certe persone di
contrarre certe particolari malattie . Così saremo capaci di venire incontro a ogni essere umano fin dalla nascita con un regime alimentare particolare in modo che i suoi geni non mutino causando malattie. (…) La linea morbida
non implica il trasformarsi in Dio, progettare la
vita, ma al contrario il collaborare e comprendere come integrare meglio il nostro senso del
benessere all’interno di milioni di anni di sapiente evoluzione.
L’intervista completa su:
www.mediamente.rai.it/home/bibliote/intervis/r/rifkin.
Scienza&Vita
Maggio 2005
Quando si nasce davvero?
Da tempo ho sostenuto che lo
statuto di persona spetta anche
all'embrione, difendendo in un
saggio (L'essere umano come
persona uscito in italiano nel
1993 e poi anche in inglese) la
tesi che un individuo umano è
persona in forza della sua natura e non già della effettiva
capacità di esercitare certe
funzioni, capacità delle quali
potrebbe essere privato per
varie circostanze. Tale saggio
faceva sempre riferimento a un
essere costituito come individuo e non toccava il problema
del riconoscimento di tale individualità. Proprio su questo
voglio ora soffermarmi. La
nozione filosofica di individuo
non coincide con quella di senso comune, secondo cui essa è
sinonimo di essere umano. In
senso filosofico è individuo un
ente che è "ben individuato" in
quanto possiede un substrato
materiale e una struttura chiaramente riconoscibili (pertanto
è individuo un mucchio di
mat-toni, un muro di mattoni,
una capanna di mattoni, un
nocciolo di ciliegia, un passero). Il problema delicato è
quello di vedere se un individuo può conservare la sua identità pur subendo cambiamenti (e, io oso affermare,
anche mutamenti sostanziali).
Penso di sì e ritengo che il criterio per constatare questa permanenza sia quello della reidentificazione.
Mi spiego: io sono oggi un
individuo fatto in una certa
maniera, ma non ho difficoltà
ad affermare che ero io il bambino che stava in braccio a mia
mamma all'età di pochi giorni,
che ero io il feto ospitato nel
grembo di mia madre prima
che nascessi, e ciò anche se
non posso fare affidamento
sulla mia memoria per compiere tali asserzioni. Lo posso
fare perché le conoscenze biologiche attuali consentono di
ritenere garantite queste
"reidentificazioni" di me stesso nel passato. Ma fin dove
possono giungere?
L'embriologia moderna ci fornisce informazioni significative avendo chiarito che l'uovo
fecondato (lo zigote) può talora scindersi dando luogo, anzi
che a un solo embrione, a due
o più gemelli, e ciò significa
che, a quello stadio, pur avendo una individualità di cellula
fecondata della specie umana,
lo zigote non ha ancora quella
di un individuo umano, tant'è
vero che in certi casi può dar
luogo a due o più individui
umani. Non solo, ma fino a un
certo stadio delle successive
suddivisioni cellulari, le cellule derivate dallo zigote sono
"totipotenti", ossia possono
esprimere ognuna il programma genetico completo di un
individuo umano, o possono
invece dar luogo allo sviluppo
di particolari tessuti, il che
significa che in esse non è ancora univocamente ed esclusivamente iscritto il "piano costruttivo" di un embrione. Solo
dopo l'impianto della blastocisti nella parete uterina si distinguono nettamente la componente embrionaria da quella
extraembrionaria, mentre appaiono una o più "strie primitive" che indicano ciascuna il
"piano costruttivo" e le linee di
sviluppo di un singolo o di più
individui geneticamente identici. Questi dati mostrano che,
mentre l'identità genetica è
stabilita sin dalla fecondazione
dell'ovulo, essa non è ancora
sufficiente per garantire una
identità individuale (i gemelli
monozigoti hanno il medesimo
patrimonio genetico, ma sono
ovviamente individui distinti).
In altri termini, se io ho un
fratello gemello monozigote,
non posso regredire e affermare idealmente quello ero io
fino alla fase dello zigote. Per
di più è noto che, nella fase di
esistenza di cellule totipotenti,
non solo è possibile la formazione di più individui, ma anche la formazione di un solo
individuo chimerico mediante
la fusione di cellule geneticamente diverse. Abbiamo evitato di menzionare termini cronologici (che possono essere
diversamente fissati dal punto
di vista strettamente biologico), ma appare ben fondato sostenere che, almeno fino al sesto giorno dopo la fecondazione, mentre l'identità genetica è
fissata, quella individuale non
lo è ancora: si è in presenza di
materiale biologico di tipo
umano, ma non ancora di individui umani in senso pieno.
Quindi, pur essendo disposti
ad ammettere che le caratteristiche della piena umanità si
possano affermare dal momento in cui è costituita l'identità
individuale di un organismo
appartenente alla specie umana, dobbiamo riconoscere che
ciò non accade sin dal momento della fecondazione, ma richiede lo spazio di alcuni giorni. Pertanto le diverse questioni etiche che riguardano il rispetto dell'embrione (implicitamente considerato come un
individuo umano a pieno titolo) non riguardano tale fase
iniziale.
Per questa fase (diversamente
caratterizzata dal punto di vista dei tempi) è stata coniata
l'espressione pre-embrione o
pro-embrione che, da parte di
alcuni, è stata liquidata come
un espediente ad hoc introdotto per difendere certe posizioni
permissive. In realtà essa è
stata recepita anche dal Medical Research Council di Londra in un rapporto del 198586, ma era implicitamente presente anche prima. Per esempio, Maritain cita un classico
manuale di A. Giroud e A.
Lelière (Eléments d'embryologie, Parigi, 1965) in cui si parla di embrione «una volta che
esso sia ben delimitato (verso
il 18^ giorno), dopo le prime
differenziazioni che l'hanno
abbozzato». Quindi, assai prima che divampassero le dispute sullo statuto ontologico dell'embrione, gli embriologi riconoscevano che si può parlare di embrione in senso proprio solo a partire da un tempo
abbastanza lontano dalla fecondazione. Se si accettano le
analisi precedenti si può continuare a condividere (come io
stesso condivido) il principio
morale del rispetto dell'embrione, riconoscendo allo stesso tempo che non si può applicare questa nozione ai primi
tempi dello sviluppo dello zigote. In quella fase iniziale,
non siamo di fronte a semplice
materiale di laboratorio, tuttavia si possono considerare con
criteri meno restrittivi di quelli
previsti dalla legge n. 40 le
pratiche di procreazione assistita, la possibilità di crioconservare questi "pre-embrioni",
di sottoporli a esame selettivo
pre-impianto, di utilizzarli anche a fini di ricerca scientifica.
Ma queste sono questioni che
esigono approfondimenti sui
quali ci proponiamo di ritornare. Evandro Agazzi, Il Sole
24ore - 13 Marzo 2005