form. A3
Transcript
form. A3
Indiocesi.it Parrocchie Parrocchia di San Maurizio - Villar Pellice Un “no” alla violenza e al sottosviluppo “Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male”. Giovanni Paolo II, scegliendo questo titolo per il messaggio per la Giornata della pace del primo gennaio 2005, ha voluto sottolineare con forza che la pace non può essere promossa con la violenza e con la guerra. «Non rendete a nessuno male per male», ricorda Karol WoJtyla citando la lettera di Paolo ai Romani. Per vincere il male con il bene, dice il messaggio, «bisogna coltivare a tutti i livelli il bene comune», che non può essere ridotto a «semplice benessere socio-economico». Il Pontefice condanna le guerre che mietono vittime soprattutto nel continente africano, ricorda il conflitto in Palestina, il dramma iracheno, il terrorismo. E ribadisce che «la violenza distrugge ciò che sostiene di difendere: la dignità, la vita, la libertà degli esseri umani». Particolare importanza, nel documento, viene data all'uso dei beni della terra, che «devono pervenire a tutti con equo criterio». Per questo il Papa auspica che la comunità internazionale crei «una rete sempre più ampia di accordi giuridici, atta a regolamentare il godimento dei beni pubblici». Solo tenendo presente il principio della destinazione universale di tali beni, infatti, è possibile contrastare adeguatamente la povertà. Strettamente legato a questo tema è il problema del debito estero, che frena lo sviluppo dei Paesi poveri. Una situazione che diventerà insostenibile anche per i Paesi ricchi: «Lo sviluppo infatti», recita il messaggio, «o diventa comune a tutte le parti del mondo o subisce un processo di retrocessione anche nelle zone segnate da un costante progresso». Parrocchia San. Martino di Torre Pellice COOPERATIVA IL SORRISO S.C.S. Nel mese di dicembre 2004 abbiamo costituito una nuova cooperativa che si occupa di servizi socio-sanitari. Lo scopo principale, oltre naturalmente offrire servizi alla persona, sarà di donare un sorriso a persone che si trovano in situazioni di sofferenza, fisica ma anche morale. La nuova cooperativa sarà operativa da febbraio 2005, e chi fosse interessato ai servizi offerti può rivolgersi per informazioni al numero 335 8458282. COOPERATIVA NUOVI OBIETTIVI S.C.S. E' passato poco più di un anno da quanto è nata nel settembre 2003, e ad oggi la Cooperativa è arrivata ad avere 31 soci tra sovventori, lavoratori e volontari, con una percentuale superiore al 30 % di persone svantaggiate. La maggioranza dei soci sono donne e gli orari ed i turni di lavoro sono concordati insieme venendo incontro, ove possibile, alle esigenze personali di ognuna, anche offrendo orari part-time dove richiesto. Attualmente la cooperativa opera in diversi settori, quali la gestione di mense e circoli, lavanderie, pulizia, manutenzioni varie, restauro mobili ed oggetti antichi, gestione di segreterie, affissione manifesti ed altre attività minori. I prossimi obiettivi per l'anno 2005 sono di completare ed inaugurare una Casa Vacanze dove si potrà soggiornare per brevi o lunghi periodi e la realizzazione di un laboratorio di restauro mobili ed oggetti antichi, in cui giovani o meno giovani potranno apprendere le tecniche migliori di restauro da un nostro socio, maestro in restauro, ed acquisire buona professionalità lavorativa. Esporsi In chiesa si fanno molte esposizioni del S.S. Sacramento. Ritengo tuttavia che sia un equivoco. Non è tanto il Signore che dev’essere esposto (semmai Lui ha scelto di nascondersi). Siamo piuttosto noi che dobbiamo esporci a Lui, lasciarci investire dai Suoi sentimenti e dalla Sua forza trasformante. Ma dobbiamo, soprattutto, esporci agli altri. Chi riceve l’Eucarestia è destinato ad esporsi sia personalmente che comunitariamente mostrando concretamente, nei gesti, il volto di Cristo, senza aver neppure bisogno di nominarlo. P. Balducci Maggio 2005/Pag.12 CALENDARIO DIOCESANO MAGGIO 2 0 0 5 06/05 Ve Scuola teologia, prof. M. Garena - Storia della Chiesa. Bipolarismi medievali: il confronto fra i poteri, IMI 08/05 Do Diocesi, Incontro diocesano di spiritualità per laici, Casa Angeli Diocesi, 39° Giornata per le comunicazioni sociali, col tema: I mezzi di comunicazione al servizio della comprensione tra i popoli. 09/05 Lu Diocesi, Presentazione del CD contenente gli scritti ecumenici di Mons. Giachetti 13/05 Ve Scuola teologia, prof. M. Garena - Storia della Chiesa. Un mondo di segni: simboli e sacramenti nell’Europa cristiana, IMI RnS, Roveto ardente. Adorazione animata dai gruppi del Rinnovamento nello Spirito, Murialdo 14/05 Sa Iniz. Crist. Adulti, Celebrazione Cresima agli adulti, Cattedrale Ecumenismo, Veglia ecumenica di Pentecoste 15/05 Do Giovani, Vocazioni, Ritiro spirituale per adolescenti del biennio e triennio e per giovani “over 19”, Monte Oliveto 16/05 Lu Diocesi, Ritiro spirituale per Presbiteri/Diaconi, Seminario 22/05 Do Scuola teologia, Ritiro spirituale per laici, sul libro di Rut, Monte Oliveto 25/05 Me Scuola teologia, Incontro di aggiornamento Presbiteri/Diaconi. Relatore don A. Piola. Il Cristo degli altri. La figura di Gesù Cristo nel New Age, nell’Islam e nei Testimoni di Geova, Casa della giovane 26/05 Gio Missioni, Eucaristia missionaria Fame di pane – Fame di Dio, Bricherasio Ecumenismo,Giornata della Commissione ecumenica regionale 27/05 Ve Diocesi, Incontro cantorie della Diocesi, S. Maurizio 28/05 Sa Vocazioni, Adorazione Eucaristica per le vocazioni (Seminaristi), San Rocco GIUGNO/LUGLIO/AGOSTO 2 0 0 5 03/06 Ve Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù. Giornata di santificazione sacerdotale 04/06 Sa Giovani, Premiazione Concorso letterario naz. don Barra, Seguendo la stella, Museo Diocesano 10/06 Ve RnS, Adorazione animata dai gruppi del Rinnovamento nello Spirito, Cattedrale 25/06 Sa Vocazioni, Adorazione Eucaristica per le vocazioni (CVS), San Rocco 30/07 Sa Vocazioni, Adorazione Eucaristica per le vocazioni (Movimenti eccl.), San Rocco 11/08 Gio Diocesi, Pellegrinaggio diocesano, Oropa dall’11/08 al 15/08 Giovani, Gemellaggio con una diocesi tedesca, dal 16/08 al 21/08 Giovani, 20° Giornata della gioventù col tema: Siamo venuti per adorarlo (Mt 2,2), Colonia dal 22/08 al 26/08 Diocesi, 14° Settimana biblica su Romani 1-5, rel. Prof.Romano Penna, Casalpina Pragelato Il programma trimestrale completo è su: www.centrogiovani.net/dettagli/programmatrimestrale.htm Indiocesi.it, Notiziario dell’Ufficio Scuola Insegnanti di religione SMI/SMS della Diocesi di Pinerolo, Direttore responsabile Davide Aimonetto, Autorizzazione n. 1 del 10.01.2005 del Tribunale di Pinerolo. Redazione c/o Antonio Denanni, Via Goito 20, 10064 Pinerolo, 0121397226. Stampato in proprio Indiocesi.it Notiziario dell’Ufficio scuola insegnanti di religione della Diocesi di Pinerolo, Via Vescovado 1, Pinerolo: Direttore Antonio Denanni. Direttore responsabile: Davide Aimonetto Anno 1, n. 3 maggio 2005 Il fanatismo religioso Intervista a mons. Pietro Giachetti, vescovo emerito di Pinerolo Gli episodi di fanatismo, riportati dai giornali e dalla televisione, sono sotto gli occhi di tutti. Sono individuabili in tanti aspetti della vita sociale: in politica, nel sostenere un’idea, in uno schieramento di campo, nello sport… Ma il loro terreno privilegiato è la religione, con gli episodi estremi di strage di bambini, di attentati terroristici tra la folla, sulla metropolitana nell’ora di punta, compiuti in nome di Dio per la “guerra santa”. Fanatico, che letteralmente significa “portato da una divinità nello stato di furore”, secondo la definizione del vocabolario, è “chi, mosso da esagerato entusiasmo per un’idea, una fede, una teoria, si mostra intollerante nei confronti di ogni posizione che non sia la sua”. Bisogna dire con chiarezza che il fanatismo sta alla religione come la polmonite ai polmoni: è infiammazione! Intolleranza e settarismo ne sono i segni. Il fanatico non cerca di capire Dio, ma di averlo dalla sua parte, di piegarlo alle sue convenienze. La terapia è il dialogo. Antonio Denanni Un episcopato dedicato all’ecumenismo Paolo VI mi disse: “La Diocesi di Pinerolo ha una vocazione ecumenica” Mons. Pietro Giachetti è nato a Castelnuovo Nigra, diocesi di Ivrea, l'8 settembre 1922. È stato ordinato presbitero il 29 giugno 1946 ed eletto alla sede vescovile di Pinerolo l'1 maggio 1976, dove è stato ordinato vescovo il 29 giugno 1976. È divenuto emerito il 7 luglio 1998. Dalla fine degli anni ‘70 è stato un grande protagonista del cammino ecumenico pinerolese e nazionale. Mons. Giachetti con la prof. Marcella Gay Da alcuni mesi risiede in Pinerolo presso il pensionato A. Fer. Il suo incarico di vescovo di Pi- nità che ho tanto amato. nerolo è stato lungo, ben 22 an- L’ecumenismo ha caratterizzaSono passati sei anni dal suo ni. Com’è stato? to il suo episcopato da subito. È abbandono della diocesi. Che È vero, è stato lungo rispetto ai stato spinto a ciò dagli eventi o cosa ha fatto in questo periodo? miei due predecessori. Come è da Roma? Questi anni mi sono stati utili per stato? La domanda è troppo geapprofondire il dialogo ecumeni- nerica per una risposta puntuale. Sul Centro di Documentazione del co a largo raggio, sia in Italia che Sottolineo una caratteristica da Movimento Ecumenico Ser. a p. 11 in alcuni Paesi d’Europa. A Tori- me vissuta: la grande pazienza no, dove risiedevo ospite del Cot- tra le molte difficoltà che ho in- Sì, l’ecumenismo è stato una catolengo, ho trovato ampia possi- contrato, ma anche i momenti di ratteristica del mio episcopato. bilità di incontri e di ministero. Antonio Denanni, segue a pag.2 gioia per il servizio ad una comu- In questo numero On line per gli altri www.liberliber.it Biblioteca telematica ad accesso gratuito che, quest’anno, compie i dieci anni di vita. Dal sito si possono scaricare centinaia di opere italiane, dalla ‘Storia della colonna infame’ di Alessandro Manzoni alla ‘Mandragola’ di Macchiavelli. www.turriseburnea.it Sito dell’omonima associazione, costituita da giovani che studiano e lavorano, che nel tempo libero incontrano altri giovani con cui trattano i temi dell’amicizia, del matrimonio, delle relazioni, ecc. per cercare insieme la verità sull’Amore. www.centrodocumentazione.it Centro di documentazione sul volontariato e sul mutuo aiuto. Ampio materiale sulla formazione e la ricerca. Una chiesa da raccontare Apologo di Iotam pag. 3 La crisi delle culture pag. 3 Il ben d’essere pag. 4 Speciale fecondazione pagg. 5-8 Magistero e referendum Sogni e paure pag. 9 pag. 10 Il CeDoMei pag. 11 Parrocchie pag. 12 Fecondazione medicalmente assistita e referendum abrogativo della Legge 40 Il Terzo Venuto è persona L’embriologia rivela che l’embrione è un essere umano fin dal concepimento L’affermazione del comico Beppe Grillo: «Né la scienza, né il referendum ci possono dire qualcosa di essenziale sulla vita» esprime in modo efficace la tematica in questione nell’ormai prossimo referendum. Il nodo del contendere riguarda l'embrione, che non è innanzitutto problema filosofico o teologico, ma biologico. L'embriologia rivela che l'embrione è un essere umano fin dalle prime fasi del suo sviluppo e contiene in sé un progetto o delle "informazioni" che gli permetteranno gradualmente e in continuità di svilupparsi: da zigote a feto e, poi, da bambino ad adulto. Queste affermazioni sono semplici ed evidenti. Nonostante ciò va sottolineato che gli scienziati, con loro le correnti filosofiche e di pensiero, approdano a conclusioni diverse e opposte circa la titolarità di diritti dell’embrione (lo statuto di persona). Taluni, distinguendo tra organismo e persona, sostengono che prima della condizione di Supplemento d‘anima pag. 2 embrione vi è per alcuni giorni dopo il concepimento la fase di pre-embrione, in cui l’organismo umano è un mero grumo di materia vivente indifferenziata e indefinita. Questo renderebbe lecite le manipolazioni dell’embrione ai fini di ricerca. Altri invece sostengono che, dopo la penetrazione dello spermatozoo nell’ovulo, i due gameti non stanno come entità autonome, in attesa di un ulteriore evento esterno, ma danno origine ad un unico organismo, con un metabolismo integrato, senza ulteriori apporti esterni di informazione genetica, e grazie a questa intrinseca capacità realizzano la progressione degli eventi vitali successivi. In conseguenza di ciò affermano che l’embrione va considerato un essere umano autonomo, titolare di diritti e bisognoso di difesa come soggetto debole. Facendosi forti di questa seconda posizione dei genetisti si sono attivati i difensori dell’embrione e della legge 40, segue a pag.2 MAL D’AFRICA Un altro “caso Carlo Urbani” è stato il «sacrificio silenzioso» di Maria Bonino, una missionaria laica sconosciuta, morta il 24 marzo 2005 in Angola per aver contratto il virus di Marburg. Biellese, medico, responsabile del reparto pediatrico di Uige per conto dell’o.n.g. Cuamm-medici per l’Africa, Maria era innamorata dei bambini e dell’Africa. Questa duplice passione l’aveva portata a non trascurare nulla nell’impegno umanitario per dare sollievo ai suoi piccoli pazienti in tutti gli angoli del Continente nero. Il suo impegno a favore delle popolazioni africane era nato subito dopo la laurea in medicina (ottenuta a Torino nel 1978) e un viaggio con gli scout in Kenia nel 1980. Il suo primo servizio con il Cuamm fu in Tanzania, tra il 1981 e il 1983, poi venne in Burkina Faso, ancora in Tanzania, quindi in Uganda e da ultimo in Angola. L’impegno nel volontariato intervallava la sua attività professionale nell’ospedale di Aosta: «Ma aveva ormai deciso di lasciare definitivamente il lavoro in Italia – rivela la sorella Cristina –. Dopo il rientro dall’Angola, era in programma il trasferimento in Etiopia». Doveva recarsi all’ospedale di Wolisso, che è stato realizzato con il Cuamm dietro il forte impulso delle Conferenze episcopali etiosegue a pag.2 Pag.2 La teoria quantistica Nata come tentativo di spiegare la fisica delle particelle elementari, la Teoria Quantistica in seguito crebbe sino ad incorporare gran parte della microfisica e parte della macrofisica. A grandi linee le conseguenze sono: - Non esiste una realtà obiettiva della materia, ma solo una realtà di volta in volta creata dalla presenza e dalle "osservazioni" dell’uomo. - Non esiste un rapporto diretto tra causa ed effetto. - E’ possibile che, in determinate condizioni, la materia possa "comunicare" a distanza o possa "scaturire" dal nulla. - Lo stato oggettivo della materia, è caratterizzato da una sovrapposizione di più stati. La conclusione più sconvolgente che si può trarre dalle "conseguenze" sopra elencate è senza dubbio quella che afferma che la realtà è tale solo se è presente l’uomo con le sue "osservazioni". A differenza delle precedenti rivoluzioni scientifiche, le quali avevano confinato l’umanità ai margini dell’universo, la Teoria Quantistica riporta l’uomo ("l’osservatore") al centro della scena. Indiocesi.it Intervista a Giachetti segue da p.1 Tre esperienze all’origine. Nella prima udienza Paolo VI mi disse: ‘Si ricordi che la Diocesi di Pinerolo ha una vocazione ecumenica’. Il primo grave problema che ho incontrato poi, è stato quello dei matrimoni misti, perciò ho chiesto di essere cooptato nella commissione della CEI per l’ecumenismo, dove sono rimasto per dodici anni. L’ecumenismo con i valdesi è diventato un caso nazionale. Che rapporto ha costruito con i pinerolesi durante il suo episcopato? Ho cercato sempre con tutti il dialogo basato sulla sincerità e sulla fiducia nelle persone. Ma non sempre sono stato ricambiato. Ho sofferto parecchie delusioni. Quali sono stati i capisaldi del suo episcopato? Uno, quello fondamentale, è stato ispirato dalle parole di Gesù: “Da questo riconosceranno che siete miei discepoli, se vi amate gli uni gli altri”. Senza l’amore vicendevole non si costruisce nulla. Non sono pentito di aver osservato questo principio. Di che cosa va più fiero del suo episcopato? La parola “fiero” non mi piace, anzi: ogni giorno davanti a Dio mi accuso dei peccati di omissione che ho compiuto come vescovo. Quali sono stati i momenti più significativi? Ne ricordo due. Il primo, quando a Roma l’assemblea della CEI ha approvato l’intesa con i valdesi per i matrimoni misti, di cui noi a Pinerolo eravamo stati antesignani. Il secondo, quando due delegati della Chiesa valdese hanno partecipato al Sinodo diocesano. Nei prossimi giorni verrà presentato in una assemblea cittadina un cd-rom con i suoi discorsi sull’ecumenismo. Il cd-rom presentato a Pinerolo è una iniziativa del Centro di Documentazione del Movimento Ecumenico in Italia (CeDoMei), con “Negare, credere e dubitare sono per l'uomo quello che la corsa è per il cavallo" Blaise Pascal Mal d’Africa, segue da p.1 pica e italiana. La sua ultima battaglia è restata invece in Angola. «Non si è mai risparmiata nel suo impegno, era appassionata al suo lavoro. Aveva una grande capacità di servizio e sacrificio. E nello stesso tempo guardava alla concretezza dei risultati» ha affermato la responsabile del Cuamm. «Ha sacrificato la sua vita senza alcun clamore, da vera missionaria e testimone della fede, morendo pur di non abbandonare chi poteva aver bisogno di lei» ha scritto l’Osservatore Romano. facilità, che una certa ecclesioCasalpina era decisamente Pinerolo a memoria logia si affermasse a livello una punta avanzata nella pastorale della Diocesi, subiva in UNA CHIESA DA RACCONTARE laicale con un certo entusiasmo, ma poi tutto veniva frenaquanto tale molte critiche soprattutto quando venne praticata la gittimità, l'unico ad essere informa- to da una conduzione parrocchiale mixité, ma era benedetta da quel to nei dettagli, l'unico a esplicitare un po' arroccata, timorosa, in difesa santo vescovo che era Binaschi, che sotto forma di stimoli (molti) e di della sua autonomia specifica che in certo modo era molto più avanza- rimproveri (pochissimi) un consen- sovente non riusciva a creare parteto di molti preti. Allora i rapporti di so esplicito, una qualche valutazio- cipazione e condivisione. Insomma un giovane prete con il vescovo ne. È il difetto dominante di questa i laici chiamati a partecipare all'apostolato, ma la loro partecipazione erano molto sporadici, formali, per diocesi, ancora oggi. Amicizie certo, ma a cerchi ri- non si svolgeva e quindi tutto rimalo più funzionali e anche sbrigativi. Binaschi era un vescovo presente e stretti e selezionati con qualche neva virtuale al chiuso dell'associaassente allo stesso tempo, così da eccezione perché nei tempi della zione. Qualche volta si assisteva a far maturare le iniziative e custodire mia gioventù i parroci si scambia- parrocchie che funzionavano a dopquel pluralismo che già allora si vano i pulpiti con molta più facilità pia velocità, la prima quella genefrantumava nelle individualità. Cia- di oggi. Ma don Barra predicava rale e comune a se stante, la seconscuno votato alla sua attività, cia- ovunque meno che nelle nostre da quella dei laici dell'Azione Catscuno nel suo laboratorio, ciascuno parrocchie, don Guglielmino era tolica, che però si consumava in un a crogiolarsi nei suoi problemi o ammirato ma doveva stare nel suo ambito ristretto. Il duopolio aveva specchiarsi nel proprio specchio. ambito, don Ricca era una volta più una ragione anche strutturale poiTutto era verticale, l'orizzontale era isolato. Carismi che non si diffon- ché i preti facevano riferimento alla poco praticato. Non ricordo di rap- devano. Me ne accorsi quando arri- Curia che conserverà a lungo una porti dell'Oasi con altri preti e così vai come vice assistente alla Giac teologia da cristianità diffusa, menCasalpina e così l'Onarmo di don maschile, che pure aveva una rete tre avveniva tutto il contrario, da Guglielmino, perfino il Seminario diocesana, ma trovava difficoltà a parte loro i laici facevano riferiera un gruppo a se stante, molto coordinare, ad animare in orizzon- mento ai Centri Diocesani e i Cenattive, ma anche molto ingessate. tale le varie associazioni, a mettere tri Diocesani a quelli nazionali forUna comunione diocesana che si in comune le esperienze, a solleci- niti di una teologia missionaria. consumava solo nel rapporto dei tare un minimo di riconoscimento (2.Continua) V.Morero, Pinerolo a vari gruppi con il vescovo che era reciproco. Finiva che un discorso memoria l'unico a distribuire garanzie di le- comune arrivava a laici con molta Maggio 2005 sede a Livorno, il cui direttore Riccardo Burigana è già venuto a Pinerolo. Sono già stati presentati a Livorno i cd-rom per mons. Ablondi e per Maria Vingiani. Il CeDoMei venne fondato a Livorno nel 2000. I soci fondatori sono sei: il vescovo di Livorno Ablondi e il suo ausiliario mons. Savio, Riva vescovo ausiliare di Roma, Giachetti vescovo emerito di Pinerolo, la prof. Maria Vingiani fondatrice del SAE, il teologo Luigi Sartori, sacerdote di Padova. Il centro raccoglie la documentazione dell’attività ecumenica delle diocesi, delle associazioni e dei movimenti in Italia, pubblica una rivista trimestrale e tiene ogni anno due seminari di studio. Fino a qualche mese fa ho partecipato alle attività del centro. Antonio Denanni Il Terzo Venuto è persona, segue da p.1 che dopo anni di provetta libera ha posto delle regole alla fecondazione medicalmente assistita e alla manipolazione degli embrioni; sulla prima posizione stanno i promotori del referendum, che considerando l’embrione un “ricciolo di materia” vogliono totale libertà di ricerca e di impianto degli embrioni. In un intervento su “La Stampa” dell’8 marzo 2005 Barbara Spinelli, editorialista non conformista e sovente critica con il mondo cattolico, esprime con efficacia la posizione a mio giudizio più convincente: «Nel momento in cui il seme maschile feconda l’ovulo femminile dà vita a un ente che non appartiene né alla madre, né al padre, né tanto meno al potere scientifico. Dà vita a un Terzo, che non è proprietà di nessuno e ha dunque già un attributo dell a sogge tti vi tà giu ridi ca : l’inalienabilità. Il Terzo Venuto non è ancora uomo, dicono alcuni: o perché non ha autoconsapevolezza poiché non ha né autonomia né un sistema nervoso centrale (tesi di Giovanni Sartori). Altri, come il filosofo Severino, affermano che l’uomo in potenza di Aristotele ha in sé anche la potenza di non divenire uomo. Ma il Terzo Venuto ha una sua radicale alterità, e questo suo venire resta un mistero che impone il rispetto, così come si esige il rispetto del neonato o del malato mentale privi di autoconsapevolezza. […] “Nel dubbio” meglio considerare l’embrione come se fosse una persona e non ucciderlo. Difficile essere contrari: fra 50 anni sapremo forse che il dubbio aveva ragi on d’essere e si proverà rimorso o dolore, per la facilità con cui si sono fatti esperimenti e manipolazioni». Nel dubbio quindi è meglio invocare laicamente il principio di precauzione, sovente invocato dagli ecologisti nei confronti delle biotecnologie. Antonio Denanni Ecumenismo Pag.11 Maggio 2005 Il Centro di Documentazione del Movimento Ecumenico Nato cinque anni fa a Livorno per conservare la memoria e per promuovere la ricerca in campo ecumenico Il CeDoMei è stato creato cinque anni fa da un gruppo di pionieri dell’ecumenismo in Italia: monsignor Alberto Ablondi, monsignor Pietro Giachetti, monsignor Clemente Riva, monsignor Luigi Sartori, monsignor Vincenzo Savio e la prof. Maria Vingiani. Dopo decenni spesi in un quotidiano impegno ecumenico hanno pensato di istituire un Centro di Documentazione che si mettesse al servizio della Chiesa, impegnandosi nella conservazione della memoria storica del dialogo ecumenico in Italia e nella promozione di una ricerca teologicamente fondata, per una sempre migliore comprensione della centralità della dimensione ecumenica per la testimonianza evangelica. Per la sede hanno pensato a Livorno, essenzialmente per due ragioni: da una parte la storia plurisecolare della città di Livorno, dove hanno convissuto confessioni cristiane diverse e una florida comunità ebraica, poi per la presenza di monsignor Alberto Ablondi, che qui ha vissuto il suo magistero episcopale con una sensibilità ecumenica, che si è manifestata nel suo coinvolgimento, a livello nazionale e internazionale, in numerose iniziative e istituzioni tanto da farne un punto di riferimento per il movimento ecumenico e per il dialogo interreligioso per la Chiesa italiana. Il Centro di Documentazione, che ha assunto fin dall’inizio il nome di Centro di Documentazione del Movimento Ecum enico Italiano (CeDoMEI), è stato pensato come una struttura articolata in una biblioteca, specializzata nella riflessione ecumenica e interrreligiosa contemporanea, nel dialogo ecumenico in Italia e nella storia del cristianesimo; in un archivio, dove far confluire la memoria storica dei gruppi e dei singoli che avevano contribuito, e che continuavano, a alimentare il dialogo ecumenico nella prospettiva di favorire in questo modo le ricerche storico-teologiche; in una serie di incontri seminariali per approfondire temi e questioni della riflessione ecumenica in atto; infine una rivista che potesse proporre i contributi discussi al CeDoMEI negli incontri e al tempo stesso offrire uno spazio a ricerche di giovani studiosi e un’ampia informazione bibliografica. Dopo cinque anni di attività il CeDoMEI possiede una biblioteca, con un catalogo di oltre 9.000 titoli, un’emeroteca con più di 150 riviste. Accanto alla biblioteca si è venuto sviluppando l’archivio, organizzato in due distinte sezioni: una di carattere prettamente storico con fondi documentari della seconda metà del XX secolo e una seconda di pura documentazione con materiale legato alle iniziative delle commissioni diocesane per l’ecumenismo dopo il 2000. Per quanto riguarda le attività editoriali sono stati pubblicate, dal giugno 2000, 3 annate complete della rivista “Oecumenica Civitas” (10 numeri) e dal marzo 2004 un bollettino elettronico mensile ´Notizie dall’Ecumenismo in Italia’; con cadenza annuale escono anche i volumi della collana multimediale ´Oecumenica Italica. Fonti per la storia del Movimento ecumenico italiano, che contengono testi dei pionieri dell’ecumenismo in Italia e del Concilio Vaticano II in formato elettronico. Nell’ambito della ricerca storicoteologica in campo ecumenico sono stati promossi quattro progetti di ricerca (Storia del Movimento Ecumenico Italiano. Fonti e studi sull’ ecumenismo in Italia; Storia ecumenica di Livorno. Tradizioni religiose a Livorno dall’Antico regime ai giorni nostri; Il concilio Vaticano II. Storia e ricezione nella chiesa locale ) anche grazie all’attivazione di borse di studio annuali a favore di giovani studiosi, che hanno preso parte a un programma di formazione storico-religiosa.Tra i progetti di ricerca di particolare interesse appare la realizzazione di una biblioteca elettronica (Monumenta Oecumenica Italica), che contenga testi di carat- tere ecumenico redatti da vescovi, pastori, teologi, biblisti, comunità locali e gruppi laicali nel XX secolo in Italia. Accanto a questo patrimonio editoriale si sono sviluppate iniziative pubbliche seminariali in campo ecumenico e storico-teologico. Per i prossimi mesi è previsto un seminario di studio dedicato a una prima valutazione ecumenica (L’autorità del dialogo. La recezione dei documenti ecumenici nella Chiesa, 24-25 giugno 2005), una giornata di studio sul Vaticano II (I nostri tempi e la Parola di Dio. Per il 40° anniversario della conclusione del Vaticano II, 14 ottobre) e un convegno internazionale di studio per un primo bilancio del dialogo ecumenico in Italia (Le radici ecumeniche. Riflessioni sulla storia del dialogo ecumenico in Italia, 25-26 novembre); a questi si aggiungerà un incontro (30 m a g g i o ) , sull’opera e sulla figura di monsignor Vincenzo Savio, vescovo di Belluno-Feltre, socio fondatore del CeDoMEI, prematuramente scomparso il 31 marzo 2004. Per il 2006 sono previsti un seminario sul valore del battesimo nella riflessione ecumenica (23-24 giugno), una giornata di studio sulla recezione del Vaticano II nella Chiesa locale in Italia (13 ottobre) e un convegno internazionale sulla storia della chiesa in Livorno (1-2 dicembre). (Sintesi dalla relazione del direttore del CeDoMEI RICCARDO BURIGANA all’assemblea del 10.1.2005) Osare la pace per fede Messaggio dei giovani alle comunità religiose Dal convegno ecumenico di Firenze (oltre 350 giovani da tutta Italia) esce un forte invito alla speranza, unito alla volontà di tradurre la comune fede in azione di pace. Noi giovani appartenenti a chiese diverse ci siamo riuniti a Firenze, città di pace, per riflettere assieme sulla Giustizia, la Pace e la Salvaguardia del Creato, a quindici anni dalla Convocazione Ecumenica di Seul. Anche oggi tali realtà sono negate da una violenza dai molti volti: le donne e gli uomini, con tutte le forme viventi, sono esposte a rischi di cui è difficile misurare la portata. In particolare, sono i poveri le prime vittime di un mondo che sembra assuefatto al conflitto ed all’iniquità su scala planetaria, come alla distruzione progressiva dell’ecosistema terrestre. A tale dinamica contribuisce in modo determinante l’iperconsumismo delle società occidentali, ormai diventato una sorta di nuova religione. Di fronte a tutto questo siamo chiamati a professare la nostra fede in Gesù Cristo crocifisso e risorto, per esplorare altre direzioni per la storia e per le nostre vite. Le nostre chiese in questi anni di lavoro e confronto comuni hanno più volte affermato la volontà di compiere assieme un cammino di pace, ma la divisione tra i cristiani è uno scandalo che contraddice ogni parola di pace. In questi giorni abbiamo intuito invece che è possibile un cammino di dialogo tra noi e che possiamo estenderlo a chiunque voglia condividerlo, a partire dalla comune coscienza della dignità di ogni persona. Abbiamo pure sperimentato la ricchezza dell’incontro, in particolare, con i giovani ebrei e musulmani, nel superamento di paure e diffidenze. La fede nella promessa di pace di Gesù Cristo, che sta alla base della nostra comunione, ci spinge a testimoniare che un altro mondo è possibile e che la famiglia umana è chiamata a diventare un luogo di fraternità autentica. L’intelligenza della speranza ci spinge a cogliere segni in cui si dischiuda questa possibilità e ne abbiamo esplorati alcuni nel di- battito tra di noi. Vogliamo indicare, in particolare • il valore delle relazioni in cui viviamo, che ci orienta a spendere le nostre forze e la nostra intelligenza per creare e trasformare strutture politiche, economiche e sociali che servano un mondo di giustizia e di pace; • il senso di essenzialità che stiamo imparando ad apprezzare nella pratica di nuovi stili di vita • la cura, l’accoglienza e la nonviolenza, dimensioni essenziali di una vita secondo l’Evangelo. Il lavoro fatto assieme in quest’incontro è già passo di questo cammino e ci fa intravedere la meta. Nella comune fede in Gesù Cristo ci impegniamo a far maturare tali dimensioni, in noi stessi e nelle nostre comunità, in un dialogo con tutti le donne e gli uomini di buona volontà. Lo Spirito del Risorto ci sostenga in questo cammino di speranza pasquale, perché davvero impariamo ad osare la pace come pratica della nostra comune fede. Firenze 30 gennaio 2005 Pag.10 CINEFORUM Film per la catechesi e l’irc “COME TE NESSUNO MAI” di Gabriele Muccino Religione&scuola Maggio 2005 Cultura Pag.3 DIBATTITO SU SOGNI & PAURE SUL GIORNALE DEGLI STUDENTI DEL LICEO PORPORATO Sogni e paure Sogno una vita complicata ma interes- di litigare quando proprio è necessario. Ambientato a Roma, poco lontano sante. Spero di essere avventato abba- Avere sempre la pelle liscia di una radal Tevere, è incentrato su stanza da sfiorare più volte il disastro gazza a contatto con la mia, e il sorriso un’occupazione scolastica da parte di un amico sempre al fianco. Questi di ragazzi di 16 anni, coetanei del senza mai piombarci dentro, in modo sono i miei sogni. protagonista. Silvio è un liceale che da poter dire “cavoli, certo che sono Ho tante paure, anche: di restare solo, vuol partecipare all’autogestione stato un po’ stupido, ma l’ho fatto per di bloccarmi anch’io nel pantano di collettiva con entusiasmo, ingenui- convinzioni che ritenevo giuste, e alla ipocrisia e stupidità da cui tutti, prima nuova fiction tà e poca esperienza; con una com- fine, tutto sommato, me la sono cava- “La o poi, sono tentati, di essere deriso pagna vive la novità dell’innamora- ta”. Vorrei sempre avere i piedi in cie- che spopola tra i quando dico ciò che penso. mento, fidandosi però troppo degli lo, più che per terra, parlare sempre Voglio lasciareequalcosa di mio su giovani i amici che incapaci di mantenere il prima di pensare, e arrivare alla vecquesto pianeta, oltre ai miei vestiti u“segreto” pubblicizzano il suo pri- chiaia forte della certezza che il mongiovanissimi sati e alle mie ossa. Voglio semplicemo bacio. L’amore gli cambia la do, un pochino, si sia adattato al modo mente che, tra duecento anni, ci sia vita, così come la politica, le di- in cui la penso io. Scoprire luoghi e scussioni, le confessioni tra coeta- persone sempre diversi, avere la mente ancora qualcuno che, ogni tanto, pensi a me. Con una lacrima, un sorriso, nei sul disagio giovanile degli ulti- più aperta possibile e aprirla anche un’imprecazione. mi anni ‘90. Il regista Gabriele agli altri, gridare a tutti perché adoro Michele, 2ACl, Onda d’urto n.3/2005 Muccino, fratello maggiore del Pulp Fiction o il Punk, avere la forza protagonista, che ha sceneggiato il film sapientemente (una rivelazione!), ci racconta la generazione degli adolescenti del ‘99, colta duDopo il successo di The O.C., una nuova serie televisiva è tornata ad animare le rante un’occupazione della scuola con musica degli Intillimani, connostre serate. fusione e scontri tra giovanissimi È la pura verità, ormai tra i teen-agers non si sente parlare d’altro!!Avete capito a esponenti della sinistra e un grup- cosa mi riferisco??Sto parlando di “Una mamma per amica”, la fortunata serie tv in onda su Italia 1. petto di fascisti che rincorsi se la Le protagoniste della serie sono Lorelai Gilmore: Lauren Graham, nata il 16 marzo del 1967 ad Hodanno a gambe per le vie cittadine. nolulu, nelle Hawaii; per il ruolo di Lorelai è stata premiata come miglior attrice di telefilm; e Rory: Ma evidenzia pure lo scontro tra la Alexis Bledel, 22 anni, nata ad Houston, ha cominciato a recitare ad 8 anni per vincere la timidezza; g e n e r a z i o n e dopo aver girato il mondo come fotomodella, Alexis ha deciso di dedicarsi agli studi, si è iscritta dei genitori (ex all’università di New York, che ha dovuto poi s e s sa n t o t t i n i lasciare per interpretare il ruolo di Rory. Lettera alla redazione sullo “Tsunami” imborghesiti) e Lorelai aveva solo 16 anni quando rimase in From: Jessi<[email protected]> dei figli intracinta di Rory, e contro tutti decise di crescere To: "Liceo Porporato" <[email protected]> prendenti e Sent: Friday, January 13, 2005 10:59 PM pronti a correre la bimba, lasciando la casa dei genitori. Subject: lo Tsunami Ora le due ragazze abitano a Stars Hollow, nel dei rischi e a Connecticut; Lorelai gestisce un albergo, dove La strage dello Tsunami nel sud-est asiatico, in particomettersi in giolavora anche la sua migliore amica Spookie. lare la morte di tanti bambini innocenti, mi ha fatto rico, malgrado la Rory frequenta una scuola eflettere molto. Ha fatto vacillare anche la mia fede: sogiovanissima sclusiva, il suo fidanzato, (ma no una cattolica praticante! Dov’era Dio in quei moetà. Un bel Ciao uomo ancora per poco...) è il roman- menti? film, pieno di Signor capitano, qual è la rotta ticone Dean (Jared Padalecki) Ne ho parlato con il mio don, che mi ha passato un picritmo, intimo qual è il destino del nostro viaggio e la sua migliore amica è La- colo articolo tratto dalle lettere al quotidiano Avvenire e collettivo, cinque miliardi di miliardi di anni con scene avne, una giovane ragazza core- che mi è sembrato illuminante e che voglio condividere verso le pietre di una città. vincenti, di- Ciao uomo dove vai, balli nel cuore del ana, succube della madre ec- con voi, anche perché credo che altre persone come me abbiano vissuto lo stesso problema. scorsi, e una centrica. nostro universo, intensa storia Da poco però a sconvolgere la «Io penso che Dio non c'entri nulla con il maremoto, ma alla fine della tua storia d’amore, un piangi d'angoscia dentro di te. cittadina è arrivato il nipote di come non c'entra con le malattie incurabili e gli incipo’ ingenuo, Lucke (Scott Patterson), Jesse denti. Già Hans Jonas si era chiesto come conciliare Guardi lontano oltre quel buio ma passionale c'è una cometa che viene dall'est, (Milo Ventimiglia, che è an- l'onnipotenza, la bontà e la comprensibilità di Dio, dosotto il cielo meglio seguirla senza troppa ragione, che il vero fidanzato di Alepo Auschwitz, e aveva concluso che Dio non è di Roma. il suo bagliore ci guiderà. xis), di cui Rory si innamora. "onnipotente", perché al momento della creazione ha Film attualis- Ciao uomo dove vai, balli nel cuore del Dopo questo breve riepilogo, consegnato parte della sua potenza all'uomo. Del resto simo, uscito nostro universo, è necessario annunciare che ci il Dio che ci ha rivelato Gesù Cristo è forse onnipotennel 1999, orima alla fine della tua storia saranno molte sorprese nelle te? Dio Padre è intervenuto per sottrarre il Figlio dalla ginale e disinpiangi d'angoscia dentro di te. prossime puntate, che riguar- morte in croce? No, Dio era a fianco di suo Figlio e lo cantato, dura Non ho paura di andare lontano, dano Dean, Lucke & Lorelai, avvolgeva con la sua presenza, come è a fianco di ogni 95’ con Silvio oltre il sipario che copre la scena, uomo che soffre e lotta. Dio non è intervenuto perché la Muccino, G. non ho sudato per lasciarmi insultare, Richard & Emily,ecc… però storia è consegnata agli uomini. Non è vero il proverpreferisco tenervi sulle spine Sanfelice di per farmi sentire un uomo sbagliato. bio che dice "non cade foglia che Dio non voglia". NelMonforte; per Ciao uomo dove vai, balli nel cuore del e non aggiungere altro!! la storia accade anche ciò che Dio non vuole. Solo alla Buona visione!! tutti. nostro universo, fine della storia, l'Onnipotente riscatterà tutte le situaRomina 3°A/L Piergiorgio ma alla fine della tua storia piangi zioni che qui sulla terra non possono essere considerate Onda d’urto n.4, maggio, 2005 Dana Borga d'angoscia dentro di te buone. da Onda d’urto n.3, febbraio, 2005 Una mamma per amica Maggio 2005 Dizionario interculturale Europa e cristianesimo DOBBIAMO MOLTE COSE ALLA Apologo di Iotam (Gdc. 9,7-15) NOSTRA EREDITÀ CRISTIANA Ma Iotam, infor- bra; se no, esca un fuoco dal «Un singolo europeo può non credere che mato della cosa, rovo e divori i cedri del Libala Fede cristiana sia vera e tuttavia tutto andò a porsi sulla sommità del no. (Gdc 9,7-15) ciò che egli dice e fa scaturirà dalla parte monte Garizim e, alzando la Il brano che viene presentato di cultura cristiana di cui è erede, e da voce, gridò: «Ascoltatemi, si- costituisce, forse, una delle quella trarrà significato. Solamente la culgnori di Sichem, e Dio ascolte- pagine meno note della Bibbia, tura cristiana avrebbe potuto produrre un rà voi! eppure la sua forza e la sua Voltaire e un Nietzschie. Non credo che la Si misero in cammino gli albe- pungente ironia risultano di cultura dell'Europa potrebbe sopravvivere ri per ungere un re su di essi. un'attualità straordinaria. alla sparizione completa della fede cristiaDissero all`ulivo: Regna su di Siamo nell'Antico Testamenna I...]. Se il Cristianesimo se ne va, se ne noi. Rispose loro l`ulivo: Rito, nel Libro dei Giudici, in un va tutta la nostra cultura. E allora voi donuncerò al mio olio, grazie al periodo storico di transizione vrete ricominciare faticosamente da capo e quale si onorano dei e uomini, anteriore alla monarchia: mennon potrete indossare una cultura già fatta. e andrò ad agitarmi sugli altre si affaccia già in qualcuno Dovrete attendere che l'erba cresca perché beri? la seduzione del potere, queste nutra le pecore che daranno la lana di cui Dissero gli alberi al fico: Vie- pagine ci descrivono il ruolo ni tu, regna su di noi. Rispose dei "Grandi Giudici", una sorta sarà fatto il vostro nuovo vestito [...]. Dobbiamo molte cose alla nostra eredità loro il fico: Rinuncerò alla di eroi liberatori per gli ebrei. cristiana, oltre alla fede religiosa. Attramia dolcezza e al mio frutto Le parole dell’autore biblico verso di essa percorriamo l'evoluzione delsquisito, e andrò ad agitarmi suonano chiarissime anche sugli alberi? oggi: essere oppure apparire? le nostre arti, attraverso di essa ci è giunta Dissero gli alberi alla vite: Molti continuano a porsi que- la nostra concezione della legge romana Vieni tu, regna su di noi. Risto interrogativo. Se è pur vero che tutto ha fatto per dar forma al mondo occidentale, e le nostre concezioni sulla spose loro la vite: Rinuncerò che in tanti inseguiamo l'imal mio mosto che allieta dei e magine, addirittura si affaccia moralità pubblica e privata, e i nostri couomini, e andrò ad agitarmi il culto dell'immagine, tuttavia muni modelli letterari. Il mondo occidentasugli alberi? sappiamo bene nel nostro pro- le ha la sua unità in questa eredità, nel Dissero tutti gli alberi al rovo: fondo cosa conta. Non l'autori- Cristianesimo e nelle antiche civiltà della Vieni tu, regna su di noi. Ritarismo, semmai l'autorevolez- Grecia, di Roma, di Israele, alle quali, attraverso duemila anni di Cristianesimo, spose il rovo agli alberi: Se in za è ciò che riusciamo ad apnoi riconduciamo la nostra origine». verità ungete me re su di voi, prezzare in chi ci sta accanto! venite, rifugiatevi alla mia omCarlo Gonella T. S. Eliot Pennellate bibliche Estratto della vrebbe Joseph Ratzinger: “Abbiamo bisogno di radici” lezione magicomunstrale che il L’EUROPA NELLA CRISI DELLE CULTURE q u e nuovo Papa cercare Benedetto ha pronunciato la sera del una coscienza che vorrebbe vedere di vivere e indirizzare la sua vita 1 aprile 2005, nel convento benedet- Dio cancellato definitivamente dal- veluti si Deus daretur, come se Dio tino di Santa Scolastica a Subiaco la vita pubblica dell’umanità e acci fosse. Questo è il consiglio che Viviamo un momento di grandi cantonato nell’ambito soggettivo di già Pascal dava agli amici non crepericoli e di grandi opportunità per residue culture del passato. Il reladenti; è il consiglio che vorremmo l’uomo e per il mondo, un momen- tivismo, che costituisce il punto di dare anche oggi ai nostri amici che to che è anche di grande responsapartenza di tutto questo, diventa non credono. Così nessuno viene bilità per tutti noi. (…) La vera così un dogmatismo che si crede in limitato nella sua libertà, ma tutte contrapposizione che caratterizza il possesso della definitiva conoscen- le nostre cose trovano un sostegno mondo di oggi non è quella tra diza della ragione, ed in diritto di e un criterio di cui hanno urgenteverse culture religiose, ma quella considerare tutto il resto soltanto mente bisogno. tra la radicale emancipazione come uno stadio dell’umanità in Ciò di cui abbiamo soprattutto bidell’uomo da Dio, dalle radici della fondo superato e che può essere sogno in questo momento della vita, da una parte, e le grandi cultu- adeguatamente relativizzato. In storia sono uomini che, attraverso re religiose dall’altra. Se si arriverà realtà ciò significa che abbiamo una fede illuminata e vissuta, renad uno scontro delle culture, non bisogno di radici per sopravvivere dano Dio credibile in questo monsarà per lo scontro delle grandi e che non dobbiamo perdere Dio di do. La testimonianza negativa di religioni – da sempre in lotta le une vista, se vogliamo che la dignità cristiani che parlavano di Dio e contro le altre ma che, alla fine, umana non sparisca.(…) vivevano contro di Lui, ha oscurato hanno anche sempre saputo vivere Il tentativo, portato all’estremo, di l’immagine di Dio e ha aperto la le une con le altre –, ma sarà per lo plasmare le cose umane facendo porta all’incredulità. Abbiamo biscontro tra questa radicale emanci- completamente a meno di Dio ci sogno di uomini che tengano lo pazione dell’uomo e le grandi culconduce sempre di più sull’orlo sguardo dritto verso Dio, imparanture storiche. Così, anche il rifiuto dell’abisso, verso l’accanto- do da lì la vera umanità. Abbiamo del riferimento a Dio, non è espres- namento totale dell’uomo. Do- bisogno di uomini il cui intelletto sione di una tolleranza che vuole vremmo, allora, capovolgere sia illuminato dalla luce di Dio e a proteggere le religioni non teistiche l’assioma degli illuministi e dire: cui Dio apra il cuore, in modo che e la dignità degli atei e degli agno- anche chi non riesce a trovare la il loro intelletto possa parlare stici, ma piuttosto espressione di via dell’accettazio-ne di Dio do- all’intelletto degli altri. CONFLITTO Vi sono tre possibili comportamenti circa il conflitto tra culture. Il primo comportamento tende ad annientare l'altro perchè non prende in considerazione la possibilità di riconoscimento dell'altro. Il conflitto così inteso porta sicuramente alla violenza. Il secondo atteggiamento è quello di far finta che il conflitto non esista e questo porta allo stress o alla rottura apparente senza motivo. La pedagogia dell'interculturalità vuole educare ad un terzo comportamento possibile, cioè alla gestione nonviolenta del conflitto. Per fare questo è importante educare alla diversità, cioè alla cooperazione, perchè in questa visione il conflitto e la pluralità dei punti di vista sono intesi come risorsa. PACE Con il termine pace non si deve intendere esclusivamente l'assenza di violenza o guerra. La pace va ricercata, quindi è uno stato in continua costruzione: è ricerca costante della concordia, della cooperazione, della soluzione non violenta dei conflitti, della promozione umana, del rispetto dei diritti di ogni uomo e popolo. Nell'oggi della nostra storia, è sempre più impellente l'impegno per la sua costante realizzazione. La pace è uno dei temi centrali del messaggio biblico, la pace è dono di Dio e compito dell'umanità è divenire un'unica famiglia. Dal 1967 la Chiesa ha istituito la "Giornata mondiale della pace" e nei suoi messaggi il papa coniuga sempre la pace con un altro valore operativo: pace e giustizia, pace e rispetto, pace e riconciliazione, pace e solidarietà. Maria Luisa Demarchi Pag.4 Cronaca bianca Maggio 2005 Don Pino Puglisi Dialogo fra civiltà Il ben d’essere Giuseppe Puglisi era nato a Palermo il 15 settembre1937, da un padre calzolaio e una madre sarta. Viene ordinato sacerdote nel 1960 e da subito si occupa di attività con i giovani e di battaglie sociali in difesa della legalità e dei diritti negati ai più deboli. Nel 1990 diventa parroco della comunità di San Gaetano, nel quartiere Brancaccio di Palermo, uno dei più disagiati ed ad alta densità mafiosa. I bambini vivono in strada e moltissimi di loro evadono la scuola, anche perché Brancaccio è l'unico quartiere di Palermo in cui non esiste una scuola media. E' una terra dove il lavoro nero, il contrabbando, lo spaccio di droga, i furti, la povertà sono all'ordine del giorno. Arrivato in questo quartiere Don Puglisi, sostenuto da alcuni collaboratori, inaugura il Centro Padre Nostro dedicato ai bambini e agli adolescenti dove questi possono cogliere un modello di comportamento diverso. Don Treppì (come viene chiamato dai suoi ragazzi) lavora in silenzio, non fa clamore, non va sui giornali, ma scava nelle coscienze, costruisce legami, apre prospettive diverse. Tutto questo infastidisce i boss mafiosi tanto da indurli a continue minacce verso il prete che risponde "Non ho paura di morire se quello che dico è la verità". Il 15 settembre 1993, giorno del suo 56° compleanno, viene ucciso dalla mafia. "Me l'aspettavo" furono le ultime parole rivolte con un sorriso al suo killer. Parole e atteggiamento tanto sconcertanti da lasciare un segno nel suo assassino che più tardi diventerà collaboratore di giustizia. A fine gennaio 2005, nelle sale cinematografiche è stato presentato un film dedicato alla figura di questo straordinario uomo-sacerdote dal titolo "Alla luce del sole". Il film è stato prodotto in proprio perché considerato poco appetibile per il pubblico di oggi. Il regista Roberto Faenza dice di aver voluto puntare sul "sogno", quello che Don Puglisi voleva donare ai bambini, che sono anche i veri protagonisti del film. "Don Puglisi aveva la grandissima colpa di creare un modello di comportamento alternativo. Lui fece sentire i ragazzi partecipi di un gruppo alternativo a quello familiare, dove il codice mafioso affondava spesso le sue radici." L'attore a cui è stato affidato il compito di interpretare Don Treppì è Luca Zingaretti che dice: "Sono grato a Faenza per questo ruolo. Misurarsi con il parroco di Brancaccio è stato come cibarsi di qualcosa di estremamente positivo". Maria Luisa De marchi Le storie di “eroi che non vengono celebrati” «È mistero come non si riesca a capire che trattando il prossimo da nemico lo si trasforma davvero in nemico e gli si dichiara guerra, anche se si usano le belle maniere (...). Credo fortemente nella metamorfosi della persona (...) e che questa metamorfosi sia da trovare dentro gli affetti e dentro il bisogno di legami che sono la base della nostra sicurezza e anche della nostra gioia di vivere. Sono sempre più colpito dalla scoperta che il ben d'essere di ciascuno non si fonda sul Sé individuale, sul cervello del singolo, sulle sue dotazioni naturali, bensì sui suoi legami con gli altri, e che dunque (...) la mia serenità dipende dai miei figli, dalla mia famiglia, ma anche dal mio ambiente di lavoro, dalla società nel suo insieme». Sydney Possuelo (Brasile) è responsabile del Dipartimento per le Tribù Sconosciute della Fondazione Indiana del Governo Brasiliano (FUNAI). Possuelo è uno dei più esperi sertanisti (esperti indiani) del Brasile. Ha trascorso più di 30 anni prendendosi cura dei gruppi indigeni – principalmente in Amazzonia, dove gli effetti dello sviluppo e della deforestazione si sono insinuati ulteriormente nella loro terra natia. Cercatori, taglialegna e contrabbandieri invadono la giungla e talvolta sparano agli indiani che incontrano sul loro cammino. Sydney Possuelo e il FUNAI contribuiscono a difendere i diritti di queste popolazioni vulnerabili. Nel passato, il FUNAI ha considerato il contatto come l’opzione migliore per le tribù sconosciute, ma nel corso dell’ultimo decennio l’obiettivo di Sidney è stato quello di evitare tutti i contatti al fine di lasciare le tribù in pace il più a lungo possibile. Ciononostante, ci sono momenti in cui il contatto deve assolutamente verificarsi. Quando questo accade, Sydney Possuelo inizia delicatamente un dialogo. Si tratta di un processo che può richiedere anni e che può essere estremamente pericoloso; diversi uomini che fanno parte della squadra di Sydney, infatti, sono stati uccisi o feriti dagli indiani. Nel passato, Sydney è stato costretto a contattare più di mezza dozzina di gruppi indigeni sconosciuti nella foresta pluviale la cui superficie va restringendosi. www.onuitalia.it/ news/giornate/ annodialogo/ UNDial01g.htm Nel 1994 Giovanni Panunzio: un impegno contro i Giovanni Panunzio ha fondato il Telefono antiplagio e il Conunzio è un insegnante di Relimitato di volontariato in difesa gione all’Istituto Alberghiero di delle vittime di ciarlatani e san- Cagliari, ha condotto toni e contro gli abusi nelle teun’indagine negli istituti tecnici lecomunicazioni. La sua è una cagliaritani ed è risultato che lotta contro cartomanti, operal’occultismo occupa il quarto tori dell’occulto, indovini che, posto nelle preferenze dei gioafferma, in Italia, sono circa vani, preceduto solo da musica, centoventimila, di cui duemila sport e sesso. I giovani sono in televisione. Il loro giro spaventati e disorientati , hanno d’affari supera i due miliardi e bisogno di essere rassicurati. mezzo di euro. Quelli in regola Uno dei motivi che hanno porcol fisco sono appena ventimi- tato Panunzio a iniziare la sua la. Si stima che dal 1990 al attività è stata la richiesta di 1999 abbiano evaso tasse per aiuto di Paola, una donna di venticinquemila miliardi di lire. Sassari, sposata, in attesa del Circa dieci milioni di cittadini terzo figlio. Una maga convince si rivolgono ai maghi almeno il marito che la sua casa è posuna volta l’anno, l’età media è seduta da spiriti immondi, li di 45 anni, il 58% sono donne. obbliga a purificarsi, incolpa la Una “fattura” per provocare la donna di possessione; il marito morte della persona odiata parte la isola, le impedisce di vedere dai diecimila euro, togliere il e parlare con altre persone, la malocchio costa da cento a obbliga a bere strani intrugli, la quattromiladuecento euro, il donna tenta il suicidio. Il suo costo di un oroscopo varia da principale collaboratore è Alcinquanta a cento euro, la lettu- fredo Barrago, un prestigiatore ra della mano o delle carte da di Cagliari che conosce alla venticinque a cento euro, i tali- perfezione i trucchi da prestismani possono costare fino a giatore usati da coloro che aftremila euro. Il fenomeno è sot- fermano di avere poteri paratovalutato dalle forze normali. Dopo pochi mesi dell’ordine e dai giudici. Padall’inizio dell’attività di Pa- Orizzonti aperti Pag.9 I VESCOVI E IL REFERENDUM No alla condanna a morte in nome della Bibbia Nel Colorado una condanna a morte è stata annullata con sentenza della Corte Suprema dello Stato, essendo emerso che sul «pollice verso» dei giurati aveva influito la convinzione circa il fondamento che la pena capitale troverebbe, oggi come ieri, nella Bibbia. «E' il rifiuto a tutto campo della pretesa dei fondamentalismi religiosi, di dettare legge alla comunità civile. […] La riflessione, peraltro, può andare oltre la questione specifica. Riguarda l'opportunità di tenere sempre distinti gli ambiti - spirituale e temporale - pur senza sdoppiare le coscienze (ah, la sempre attuale lezione di Maritain...). E' un vecchio vizio di ciò che a sua volta si può definire fondamentalismo laicista, quello di considerare espressive di sana laicità solo una legislazione o una giurisprudenza che si ispirino a scelte antitetiche a quanto una fede può alimentare o comunque rafforzare. […] Uno dei drammi della nostra epoca è forse quello di non saper trovare strade che facciano, del confronto tra credenti e non credenti, lo strumento, non di scontri frontali, di vili rinunce o di compromessi al ribasso sui valori, ma di una loro più ampia, alta e concreta condivisione». Mario Chiavario, La Stampa 31 marzo 2005 I vescovi ritengono necessario e urgente aiutare i fedeli e tutti i cittadini a comprendere quanto grande e decisiva sia la posta in gioco e per questo auspicano un’informazione, soprattutto da parte dei grandi circuiti mediatici, corretta ed equilibrata che permetta di illustrare serenamente le varie posizioni. I vescovi hanno riconosciuto la legittimità e la validità della scelta di non partecipare al voto referendario, al fine di impedire nel modo più chiaro ogni tentativo di peggioramento della legge. Essa si configura non come scelta di disimpegno ma di opposizione forte ed efficace ai contenuti del referendum e alla stessa applicazione dello strumento referendario in materie di tale complessità. Nel solco del Progetto culturale che vede nella questione antropologica la grande sfida del nostro tempo, i vescovi hanno inoltre confermato il forte e capillare impegno per una vasta opera di formazione delle coscienze riguardo alla dignità della vita umana fin dal suo inizio, alla tutela della famiglia e al diritto dei figli di conoscere i propri genitori. Conferenza Episcopale Italiana, CONSIGLIO PERMANENTE, Roma, 7-9 marzo 2005 Turismo, estetica e spiritualità S. MARIA ASSUNTA SULL’ISOLA DI TORCELLO Vittorino Andreoli, psichiatra, nunzio sono iniziate le minacce, i furti, è seguita una denuncia alla Magistratura e cinque querele dai maghi e una da Scientology. Giovanni è costretto a non restare mai solo e a spostarsi spesso. I maghi furoreggiano in televisione e sui giornali, Giovanni li vorrebbe in affido ai servizi sociali, controllati perché minacciano la società, provocano sofferenze indicibili. Egli usa parole dure nei confronti di Rosemary Altea, la medium che i giornalisti di mezzo mondo vogliono intervistare perché afferma di parlare con i morti per consolare i vivi guidata dallo spirito di Aquila grigia, un capo apache, inoltre si scaglia contro i servizi 166 della Telecom che sono abilitati e dove sono inclusi cartomanti e indovini, e ancora contro la Rai dove l’astrologia ha la stessa dignità delle previsioni del tempo e che invita la Bulgara Teodora Stefanova che sostiene di essere in contatto con gli extraterrestri. Panunzio è la prova vivente che la magia nera non ha nessun potere: se lo avesse sarebbe già morto da tempo. Simona Bruera ciarlatani Il fondatore del Telefono antiplagio In mezzo alla laguna veneta svetta isolata la mole della basilica di S. Maria Assunta sull’isola di Torcello, mille anni or sono città, ora solitudine verde sospesa tra acqua e cielo. La si raggiunge in poco meno di un’ora di navigazione da Venezia. Sbarcati, una stradina in parte costeggiata da un canale, ci conduce ad una piazzetta irregolare sulla quale si affacciano due chiese: S.Fosca, antico martyrium a croce greca e tamburo cilindrico, inserita in un portico ottagonale, e la nostra S. Maria Assunta, antica cattedrale dalla facciata austera, appena scandita da sobri rilievi. Davanti i resti del battistero. Nell’interno, ampio e ben illuminato da dieci finestroni sul lato sud, l’iconostasi, che separa la navata centrale dal presbiterio, ci ricorda il legame di questa parte d’Italia con l’Oriente bizantino. A sinistra, due amboni accostati: quello piccolo per l’epistola, quello grande per il vangelo. Oltre l’iconostasi, lo sguardo contempla il mosaico del catino absidale: la Madre di Dio, su fondo dorato sorregge col braccio sinistro il Bambino, mentre con la mano destra lo indica come unica via di salvezza. Nella fascia sottostante gli apostoli e, al centro, una finestra che, volta ad est, per prima accoglie la luce fisica, simbolo di quella spirituale che è Cristo (gv 8,12). Sotto ancora, la cattedra episcopale, cui si accede da dieci gradini, forse un richiamo ai comandamenti. Notevole anche la cappella destra, rivestita di mosaici col Cristo benedicente in trono fra due angeli e, al centro della volta, l’Agnello crocifisso. Volgendosi quindi al fondo della chiesa, non si può non rimanere impressionati dal mosaico del giudizio universale che ricopre quasi tutta la controfacciata, quasi ammonimento a chi esce sulla serietà della vita e sull’importanza di vivere bene. In alto Cristo risorgendo calpesta il demonio e la porta degli inferi e ne trae Adamo, essendo il salvatore anche degli uomini vissuti prima della sua manifestazione storica; il pensiero può correre a I Pt 3,19, come pure a Dante, Inferno IV,51s. Nella fascia sottostante vediamo il Cristo giudice in mandorla con le ferite della crocefissione, affiancato da Maria e dal Battista oranti; a destra e a sinistra gli apostoli; dietro le schiere beate. Ancora sotto, il trionfo della croce, Adamo ed Eva in ginocchio e angeli che con le loro trombe risvegliano i morti per il giudizio, e questi escono dai sepolcri, dal mare e dalle gole delle belve (Apoc 20,13), mentre un altro angelo arrotola il cielo stellato (Apoc 6,14). In basso una scena di psicostasia separa la sinistra (per chi guarda), dove S. Pietro e S.Michele arcangelo introducono i beati in paradiso, dalla destra, dove i dannati subiscono il castigo eterno secondo le rispettive colpe: gli invidiosi, ad esempio, sono teschi dalle cui occhiaie escono serpentelli. Il fuoco scende come ruscello dalla mandorla del Cristo giudice: l’amore rifiutato diventa fuoco divorante. Fa ancora parte del grande mosaico la lunetta sopra il portale, dove la Madre di Dio intercede per i peccatori: “O vergine, commuovi con la tua preghiera Colui che è nato da Dio e purifica dal peccato”. Franco Betteto Maggio 2005 HANNO DETTO La fede dei politici «Come sociologo - risponde Aldridge - non trovo affatto strano che la religione sia cambiata rispetto al passato. Ci sono le statistiche sull'appartenenza religiosa, certo, ma non le ritengo significative, credo che si debba guardare oltre le cifre. La religione ha un ruolo importante nella nostra società. Molti uomini politici britannici, per esempio, sono cristiani o ebrei impegnati sotto il profilo religioso. Lo stesso Tony Blair, del resto, è un anglicano convinto e molti membri del suo governo hanno forti convinzioni religiose. Tutto questo ha un impatto sulla politica. I politici credenti hanno un'idea precisa di come dovrebbe essere la società ideale e le loro azioni sono ispirate da questo ideale. Esiste anche, nella politica e nella società del Regno Unito, un profondo rispetto per la religione e per i credenti. Se nel nostro Paese la famiglia viene protetta, è merito anche della fede dei politici». Alan Aldridge (Sociologo inglese) Riflettere sui rischi per il genere umano Io ho firmato i referendum, credo che la legge approvata dal Parlamento sia una legge in gran parte sbagliata. Dico anche, però, che in questa discussione bisogna mettere in chiaro due punti. Due punti che nel centrosinistra sono sottovalutati. Il primo è che non è uno scandalo, anzi è legittimo, che la Chiesa su una materia come questa intervenga, e inviti, se lo ritiene giusto, anche all’astensione. Io andrò a votare, ma riconosco che non c’è nulla contro la laicità nell’intervento della Chiesa. Il secondo punto è di merito. Bisogna aprire una riflessione sui rischi che partendo dal diritto alla procreazione, il passaggio alla procreazione medicalmente assistita, e ad una scienza senza limiti può portare in maniera pericolosa ad una manipolazione progressiva del genere umano. Su questo da ecologisti e da verdi dobbiamo dibattere.. Paolo Cento (Verdi) Referendum: quattro quesiti per una domanda Non ci confonda l’astrusità dei quesiti: quella che abbiamo davanti è una sola domanda. Se, di fronte a questo meraviglioso e straordinario potere che la scienza mette nelle nostre mani, vogliamo assecondare la legge del "lasciar fare agli scienziati" o se crediamo necessario che cittadini e Parlamenti abbiano qualche parola da dire sui limiti da imporre alla scienza quando vuole modificare o comunque intervenire sulla vita umana. Se la questione ha questa portata e rilevanza, è chiaro che lo strumento referendario è inadatto: come voler usare un’accetta per fare la punta ad una matita. Si finisce per spaccare tutto o, peggio, si finisce per votare contro qualcuno, più che rispondere a quella domanda. Luigi Bobba, presidente Acli Filosofia&Scienza&Religioni Pag.8 Maggio 2005 sulle pratiche mediche della fecondazione medicalmente assistita Inseminazione artificiale eterologa rifiutata Inseminazione artificiale omologa rifiutata, salvo si configuri come aiuto all'atto coniugale Fecondazione in vitro eterologa rifiutata Protestantesimo accettata per coppie eterosessuali Ortodossia Ebraismo Islam rifiutata vietata come norma vietata perché si oppone alla legge generale naturale accettata accettata accettata a condizione che ne sia proaccettata vata la necessità medica accettata per coppie eterosessuali rifiutata vietata vietata Accettata purché accettata purché ne non generi emaccettata sia provata la neces- accettata brioni in sopransità medica numero fermamente rifiu- nessuna risposta mo- Fermamente rivietata vietata tata rale a priori fiutata Fecondazione in vitro omo- rifiutata loga Utero in prestito gratuito Utero in affitto a pagamen- fermamente rifiurifiutata tata to Fermamente rifiutata vietata assolutamente vievietata tata Dono dell'ovulo rifiutata accettata rifiutata Dono dell'embrione rifiutata accettata rifiutata Dono dello sperma rifiutata accettata rifiutata Inseminazione in donne anziane rifiutata Congelamento di embrioni rifiutato reticenze accettato se limitato nel tempo vietata assolutamente vievietata tata vietata come norma vietata generale rifiutata di princiaccettata se omolopio; valutazione accetta purché omologa ga dei casi accettato se conforme alle norme etirifiutato accettato che e spirituali; responsabilità del medico Distruzione di embrioni fermamente rifiuaccettata tata Ricerca di embrioni accetta se vi sono noraccetta solo a scome sulla distruzione po terapeutico per rifiutata dell'embrione e la non l'embrione stesso commercializzazione accettata: l'embrione in soprannumero vietata in provetta non ha potenzialità di vita Diagnosi genetica preimpiantatoria fermamente rifiuaccettata tata rifiutata accettata Diagnosi prenatale su feti accettata purché accettata non porti all'aborto accettata purché valutazione caso non porti all'abor- per caso da parte del accettata solo a scopo terapeutico to rabbino accettati accettati rifiutati accettati accettati accettati accettati accettati accettati accettati accettata nessuna opposizione se ci sono serie accettata ragioni Interventi terapeutici sull'embrione Interventi terapeutici sul feto Selezione spermatozoi Selezione degli embrioni Inseminazione Postmortem fermamente rifiupareri discordi tata rifiutata accettata vietata accettata solo a scopo terapeutico rifiutata di prinfermamente rifiu- rifiutata perché creefortemente sconsicipio; valutazioaccettata purché omologa tata rebbe un orfano gliata ma non vietata ne dei casi rifiutata di prinfermamente rifiu- rifiutata perché creefortemente sconsicipio; valutazioaccettata purché omologa tata rebbe un orfano gliata ma non vietata ne dei casi La tavola è stata elaborata e tradotta dal SIR (Servizio Informazione Religiosa) Maggio 2005 I limiti della ''societa' terapeutica'' LA POSIZIONE DELLE RELIGIONI Chiesa Cattolica Cronaca&Vita Pag.5 Tiziano Terzani Il sano-non sano ha soppiantato il bene-male questo vale nell’arco dell’intera nostra esistenza temporale: dallo zigote al bambino, all’adulto malato terminale, all’anziano in condizione Così scriveva qualche giorno fa "vegetativa". Il profilo è netto: su La Stampa Barbara Spinelli, l’individuo immaturo o malato laica di comprovata osservanza. è al servizio "altruistico" della volontà di salute degli altri inOggi, su Avvenire, Pietro De Marco, che insegna sociologia dividui. Gli esseri umani carenti, nella vita intra o extrauteriall’Università di Firenze, pur movendo da presupposti diversi na, appaiono così destinati alla soppressione”. e andando in direzioni probaE ora leggiamo cosa scriveva bilmente opposte, sviluppa un ragionamento che, stranamente, l’editorialista della Stampa: “Alla Repubblica dei filosofi sembra in sintonia con quello della Spinelli sulla «società te- sognata da Platone s’è sostituita la Repubblica dei medici e mirapeutica», ovvero sulla nistri della Sanità: i soli abilita«tirannia della salute» . Prendiamo questo passaggio: “E' da ti a dire in cosa consistano il viver-bene, la convivenza sotempo che l’antropologia ciale, e perfino l’ultima roccadell’Occidente ha ceduto sulla forte dell’indi-viduo intangibilità dell’individuo ul’intimità - di cui lo Stato vormano; per essa l’inguaribilrebbe appropriarsi. Società temente malato e l’incompletarapeutica è il nome dato a simimente umano ormai coincidono. Non appena si tocca la con- le Repubblica sanitaria, e in dizione malata data per irrever- essa gli uomini non dipendono più gli uni dagli altri, solidalsibile, una coerente tendenza mente, ma tutti dipendono da contemporanea – cui i giudici danno meccanica quanto impie- autorità superiori e da professionisti medici, nutrizionisti, tosa attuazione – guarda alla ginnasti, e via medicalizzando soppressione dell’individuo il comando. Le società occidencarente come ammissibile. E È così che il viver sano ha sostituito il viver bene delle antiche filosofie, che la divisione tra sano-non sano ha soppiantato il bene-male Beppe Grillo, lei si è espresso contro il referendum sulla fecondazione assistita. Perché? «Perché della fecondazione abbiamo fatto un mercato. E’ una trasformazione epocale: la vita che un tempo apparteneva alla religione, alla patria, alla rivoluzione, ora appartiene al mercato. Ne parliamo come un allenatore parla della sua squadra, come qualcosa di cui si può disporre. Abbiamo manipolato la vita, l’abbiamo clonata, riprodotta in provetta, comprata e venduta. L’abbiamo privatizzata. E si sa dove finiscono le cose privatizzate: non a una persona con nome cognome e odore, ma a una società anonima con fermoposta alle isole Cayman». La fecondazione assistita è al servizio della vita. «Io non sono pregiudizialmente contrario, penso sarebbe giusto aiutare chi ne ha bisogno. Non ho le idee chiare. Ma non sarà certo la tali non sono mai state meglio dal punto di vista sanitario, i loro abitanti non hanno mai vissuto così a lungo. Ma ecco che questo lungo diventa insopportabilmente breve, quasi che l’immortalità terrena fosse desiderabile e a portata di mano. Promettendo di raggiungere quest’ennesima utopia, lo Stato si arroga la supervisione delle vite private e in cambio finge di promettere una vita quantitativamente più lunga, anche se non migliorata. Migliorare l’individuo o la società è un’aspirazione di ieri, un’opportunità grandiosa che solo il Papa evoca ancora. Adesso ci si accontenta di congelare lo status quo biologico, e massimamente virtuoso è chi sopravvive, più di chi fa qualcosa di buono della vita. È anzi eroico sopravvivere, è la nostra nuova religione”. Cancro e terrorismo Mi capita spesso di riflettere sul parallelismo tra il cancro, epidemia del nostro tempo, e il terrorismo, grande malattia della nostra società. (…) Ridotti a puro corpo, schiavi dei desideri indotti dall’industria che ci rendono per forza infelici, perché non potremo mai soddisfarli tutti. Mi colpisce però che la nostra civiltà, così come non si impegna a studiare le cause del cancro ma investe tantissimo per trovare una cura, allo stesso modo fa con il terrorismo. Invece di studiare le ragioni, cerca il rimedio. Perché in tutti e due i casi l’industria torna a produrre qualcosa, a fare profitti. (…) Come dice il mio vecchio, bisogna accettare che c’è un mistero, qualcosa che resta sconosciuto. Senza voler gettare dalla finestra tutto ciò che ci ha dato la scienza, va riconosciuta che accanto alla ragione c’è l’intuizione, accanto alla mente c’è il cuore, dietro la materia qualcosa che va al di là. Tiziano Terzani, dal libro “Un altro giro di giostra” Se e come applicare queste considerazioni al caso della povera Terri Schiavo, è un problema che qui mi limito a segnalare. Dal Blog http://windrosehotel. splinder.com/ Beppe Grillo e i referendum scienza a chiarirmele; perché la scienza non spiega nulla. Vita, morte, non sono concetti scientifici. Se penso a un embrione lo penso vivo; ma è vivo un embrione congelato a 300 gradi sottozero, con il cappottino? Fino al 1968 era la fine del battito cardiaco a decretare la morte; poi un convegno a Cambridge introdusse la categoria della morte cerebrale, per consentire l’espianto degli organi, e oggi a decretare la morte è il sibilo di una macchina. Ma della vita e della morte deve decidere la filosofia, la politica, non la scienza». Appunto: la politica. Perché non il referendum? «Perché queste cose non si stabiliscono con una croce su una scheda, tantomeno seguendo le indicazioni di una sigla politica. Il referendum è l’unità di crisi della politica italiana: quando non si sa più che fare ci si rivolge alla gente, di cui finché si è potuto si è fatto se- renamente a meno. Non credo che la democrazia sia più quella che abbiamo conosciuto, che coincida con il voto. Democrazia è una parola vuota, che di tanto in tanto iniettiamo come il botulino in Paesi lontani migliaia di chilometri. La crisi della rappresentanza è irreversibile. Lei mi sa dire chi rappresenta Calderoli?». L’interrogativo è drammatico, ma non c’è nulla che possa sostituire il voto democratico. «Non è vero: la rete. Quando sarà ancora più evoluta, quando tutti potranno entrarvi in pochi secondi senza pigiare connect o outlook, sarà un gioco esprimere la propria opinione, e farla arrivare a chi deve decidere. Allora i politici saranno disoccupati, proprio come le governanti: entreremo in casa e parleremo al frigo che si occuperà delle spesa». Nell’attesa, la legge su fecondazione e ricerca le va bene così com’è? «Non dico questo. E’ come chiedere se uno vuole la guerra: che senso ha? Che senso ha inoltrarsi in questioni di cui non abbiamo idea, contare gli embrioni, meno di tre, più di tre, o magari tremila? La legge è probabilmente da cambiare, forse solo nei quattro punti indicati dal referendum, forse tutta quanta come dicono i radicali. Solo che la gente queste cose non le sa, mentre sa benissimo le cose che non servono. Infatti vota sempre meno, persino in Svizzera. E se voterà dando retta alle sigle politiche, non è detto finisca bene». Lei, con Buttiglione e monsignor Fisichella, dice che i cristiani non possono votare sì. Perché? «La chiesa non dovrebbe entrare in questa vicenda. Ma se la chiesa è per la vita, e la vita inizia dal concepimento, per un cristiano non dovrebbe esserci questione. Anche se il primo caso di fecondazione eterologa è quello di Gesù...». Corriere della sera, 17/1/2005 Scienza&Vita Pag.6 Maggio 2005 Intervista a Jeremy Rifkin Il secolo biotech e il rischio della “genetocrazia” Pensa che la biotecnologia cambierà veramente la nostra vita? Ci troviamo di fronte a uno dei cambiamenti più grossi nella storia della civiltà. Stiamo passando dalla rivoluzione industriale al secolo della biotecnologia. Per 40 anni due tecnologie d’avanguardia si sono sviluppate parallelamente: l’informatica e l’ingegneria genetica, la scienza dell’informazione e le scienze naturali. Ora si stanno unendo, i computer e i geni, per gettare le fondamenta di un’era completamente nuova nella storia mondiale. (…) E il grande cambiamento che sta avvenendo nell’economia globale è il passaggio dai combustibili fossili, dai metalli e dai minerali - le materie prime della rivoluzione industriale - ai geni, al commercio genetico, le materie prime del secolo della biotecnologia […] Qual è il significato della "biotecnologia" e qual è il cambiamento radicale che porterà: cos’è che si può fare adesso con i geni che non si poteva fare in passato? Questa tecnologia è diversa dalle tecnologie tradizionali di allevamento e selezione. Per migliaia di anni abbiamo creato allevamenti selezionati, fin dagli albori della rivoluzione agricola del Neolitico. Ma nell’allevamento classico, si possono solo far accoppiare specie che sono molto vicine nel regno animale. Per esempio, si può far accoppiare un asino con un cavallo perché sono strettamente vicini, e si può ottenere un mulo. Ma nell’allevamento classico, non si può fare un incrocio di asino con un melo e ottenere qualcosa. Con i nuovi strumenti della biologia, la manipolazione del DNA, la fusione cellulare e altre tecnologie, si può prelevare l’informazione genetica di qualunque specie e ricollocarla all’interno del codice genetico di altre specie. (…) Così abbiamo questi nuovi potenti strumenti che consentono alle società che operano nel campo delle scienze biologiche di creare una seconda genesi, di rifare l’evoluzione, di agire come Dio, di diventare gli architetti di un nuovo futuro […] È possibile applicare i risultati della biotecnologia agli esseri umani? Abbiamo già i primi tentativi di terapia genetica negli USA. Più di seicento persone hanno fatto parte di un gruppo di sperimentazione medica in cui i geni vengono inseriti nel loro corpo in modo da cambiare il loro codice genetico per tentare di eliminare dei disturbi […]. Il prossimo passo è programmare neonati su misura, anche prima del concepimento, nell’ovulo e nello sperma. I bambini che ora hanno 4 o 5 anni, quando avranno 25 o 30 anni e vorranno avere un bambino, potranno andare in una clinica col marito o la moglie, e lì potranno avere una mappa del loro intero codice genetico, sapere esattamente che geni hanno e a che cosa essi li predispongono. Così marito e moglie sapranno come sarà il loro bambino quando lo spermatozoo incontrerà l’ovulo. Avranno in realtà una palla di vetro, se si vuole, per conoscere il codice genetico del loro figlio. Ora, se fra 25 anni lei fosse un genitore e sapesse ancor prima del concepimento che trasmetterà la leucemia a suo figlio, non vorrebbe eliminare questa possibilità all’interno dell’ovulo e dello sperma? Se lei sapesse di tra- smettere il morbo di Huntington (H’s chorea), l’anemia falciforme o la fibrosi cistica? La maggior parte dei genitori, tutti i genitori vogliono fare del loro meglio per i loro figli. Il problema è che una volta cominciato questo viaggio, in cui i genitori diventano architetti dei loro figli ancor prima del concepimento, il legame genitori-figli cambia in maniera radicale nella storia. I genitori adesso sono nella posizione di poter programmare il loro figlio, e il figlio diventa l’ultima esperienza di shopping. Dov’è che si può tracciare un limite? Se uno in quanto genitore sapesse che può trasmettere geneticamente la predisposizione per la depressione maniacale, l’obesità, il nanismo, la dislessia, non farebbe le alterazioni corrispondenti nell’ovulo e nello sperma? Quindi il problema, una volta che abbiamo dato il via a questa costruzione dei nostri stessi figli, è che stiamo andando pericolosamente verso una civiltà eugenico-commerciale in cui costruiamo la nostra progenie sulla base di una specie di standard di costruzione come quello che usavamo nell’era industriale con i prodotti chimici. Come fa un genitore a decidere come dovrebbe essere il figlio perfetto? E che ne è di te se sei un bambino e crescendo non ti piace il programma genetico che i tuoi genitori hanno stabilito per te? Sei intrappolato, non ci puoi fare niente. Quali problemi e limiti etici si pongono? Che ne è del bambino nato senza essere stato ‘costruito geneticamente’, senza essere stato programmato dai genitori? Che succede se un bambino non rientra nello standard culturale accettato? O come dovrebbe essere un bambino perfetto? Che succede se questo bambino non costruito ha un handicap? Saremo tolleranti verso questo bambino? O saremo inclini a essere meno tolleranti e a dire che è stato uno sbaglio, che questo bambino è un errore che si sarebbe potuto evitare con una buona programmazione e controlli di qualità? La variabile più grande nel programmare i bambini, nel creare bambini perfetti, è l’empatia. L’empatia è quel filo emotivo sottile che ci mantiene legati agli altri esseri umani. Noi creiamo empatia verso le fragilità altrui, le nostre incongruità, i nostri tentativi di essere umani. Ma quando cominciamo a considerare tutti i nostri figli come dei prodotti, un’esperienza di shopping, uno standard di costruzione, è probabile che saremo molto meno tolleranti verso qualunque bambino nasca con qualche forma di "anormalità" o "difetto". Quindi penso che ci troviamo di fronte a una nuova era; ci troviamo nel momento in cui dobbiamo farci una domanda: "Per il semplice fatto che si può fare, significa che si deve farlo?" Ora abbiamo la possibilità, di qui a 20 anni, di programmare i nostri figli, di progettarli ancor prima del concepimento con l’ovulo e lo spermatozoo. Vogliamo usare questa nuova capacità per dare inizio a una civiltà eugenetica? O forse dovremmo pensarci su due volte, e magari rinunciare? Abbiamo il diritto di intervenire nell’evoluzione futura della nostra specie? Per me, la prospettiva più agghiacciante è che l’evoluzione futura della nostra specie possa essere decisa dalla scelta del singolo consumatore sul mercato. Io credo nel mercato. Il mercato funziona bene per le decisioni a breve termine ma è l’ultimo luogo in cui uno prenderebbe una decisione che coinvolge le generazioni future, perché loro non ci sono qui per farsi sentire. Quindi penso che non si dovrebbe ricorrere alla terapia di tipo genetico, non dovremmo cominciare questo processo di manipolazione dell’ovulo e dello spermatozoo, perché non abbiamo ancora la saggezza sufficiente per determinare il corso dell’evoluzione. Essa è un dono. Non dovrebbe essere un prodotto stabilito dai genitori come se fossero dei consumatori nel mercato biologico. Nel suo libro Il secolo biotech Lei parla del rischio dell’affermarsi di un sistema di caste biologiche e della sostituzione della meritocrazia con la genetocrazia. Cosa intende dire? Siamo agli inizi di una nuova era di discriminazione. Di solito si pensa alla discriminazione basata sul sesso o la razza o l’etnia o la religione. Ma ora con la capacità di analizzare gli individui in base al loro codice genetico si comincia a intravedere una nuova e più insidiosa forma di discriminazione basata sulla genotipizzazione delle persone. […] Per esempio, i datori di lavoro potrebbero voler sapere se assumere un uomo o una donna, qual è la loro predisposizione genetica per il cancro o la depressione o qualsiasi altra caratteristica fisica, emozionale o comportamentale. Potrebbero dire: "perché dovremmo assumere uno che ha una predisposizione genetica per il cancro al seno o alla prostata quando dobbiamo spendere un sacco di soldi per la sua formazione e poi magari si ammala?" Il problema è che non per forza uno che ha una predisposizione genetica per una malattia si ammalerà di quella malattia. E anche se si ammalasse, la si potrebbe tenere sotto controllo. Per esempio, un datore di lavoro potrebbe dire: "Beh, non vogliamo assumere uno che ha una predisposizione genetica per la mania depressiva in un lavoro delicato come quello di controllore di volo". Tuttavia, quella persona potrebbe tenere sotto controllo la mania depressiva con un adeguato trattamento farmacologico. […] Giudicare le persone solo in base alle loro predisposizioni genetiche è una discriminazione, perché il gene non è onnipotente. Il gene interagisce con l’ambiente, subisce mutazioni col cambio di ambiente, quindi non racconta la storia completa di un essere umano. Ho paura che vedremo una nuova forma di discriminazione che dividerà le persone per il loro codice genetico. […] Esistono dei limiti entro cui si dovrebbe mantenere lo sviluppo degli esperimenti di biotecnologia? Qui non è in questione la scienza. Stiamo andando verso il secolo della biologia, della biotecnologia. La scienza ha un valore quando non viene usata in maniera riduzionista. Stiamo imparando molte cose sui geni, come funzionano, cosa fanno, come si comportano nell’ambiente. Questa è ottima scienza. Non è la scienza che è in questione. É in questione il tipo di tecnologia commerciale e sociale che useremo nelle applicazioni di questa nuova scienza nel secolo della biotecnologia. C’è una linea dura e una linea morbida Pag.7 nell’applicare questa nuova scienza che si sta sviluppando. Ciascuna ha dei parametri molto diversi, valori molto diversi. Quanto alla linea dura, le farò qualche esempio: gli alimenti geneticamente trattati. Creare alimenti manipolati geneticamente che resistono agli ecosistemi locali, che sono potenti: questo fa parte della linea dura. La stessa scienza può però anche adottare in agricoltura la linea morbida: è l’agricoltura organica. Potremmo usare questa nuova scienza per creare nei prossimi secoli una produzione agricola a sviluppo sostenibile, su base organica, molto sofisticata. Invece di manipolare i semi in isolamento, fuori dall’ecosistema, potremmo trovare il modo di capire come le nostre specie tradizionali interagiscono con gli ecosistemi locali, in modo da poter integrare al meglio milioni di anni di sapiente evoluzione e creare approcci organici, sostenibili, per rendere le nostre piante compatibili con le dinamiche dell’ecosistema. L’approccio duro consiste nell’agire come Dio, essere l’architetto, l’ingegnere della seconda Genesi. La linea morbida, l’agricoltura organica, consiste nell’agire come un collaboratore e un amministratore. Non manipolare e riprogettare, ma piuttosto trovare metodi di precisione e integrare la saggezza che sta dietro al processo evolutivo con gli ecosistemi locali. Lo stesso nel campo della sanità. La linea dura sarebbe aspettare il momento in cui uno è malato e a quel punto iniettargli i geni per farlo guarire, o, ancor più radicalmente, modificare le istruzioni genetiche nello sperma e l’ovulo in modo da eliminare le potenziali malattie, ma a quel punto rischiamo di creare la nostra propria genesi e una cultura eugenetica. C’è una linea morbida per usare la stessa scienza in medicina, ossia la medicina preventiva: capire meglio come i geni interagiscono con l’ambiente per mantenere la gente in buona salute. Per la maggior parte delle nostre malattie gravi, come l’infarto e il cancro al seno, al colon, alla prostata, il diabete e gli attacchi ischemici c’è una forte componente ambientale. Ognuno ha una diversa predisposizione verso queste malattie, ma l’ambiente che noi creiamo può scatenarli. Se uno fuma molto, beve molto, non fa movimento, mangia grassi e vive nell’aria inquinata, ci sono delle probabilità che soffra di questi disturbi. Possiamo prevenire queste situazioni con la nuova scienza della medicina preventiva. Fra dieci anni saremo in grado di analizzare un neonato e conoscere il suo intero codice genetico e sapere a quali disturbi sarà predisposto nel corso della sua vita. Stiamo anche rilevando il codice genetico di tutti gli alimenti che mangiamo. Così saremo in grado di adattare alimenti specifici che hanno proprietà tali da impedire a certe persone di contrarre certe particolari malattie . Così saremo capaci di venire incontro a ogni essere umano fin dalla nascita con un regime alimentare particolare in modo che i suoi geni non mutino causando malattie. (…) La linea morbida non implica il trasformarsi in Dio, progettare la vita, ma al contrario il collaborare e comprendere come integrare meglio il nostro senso del benessere all’interno di milioni di anni di sapiente evoluzione. L’intervista completa su: www.mediamente.rai.it/home/bibliote/intervis/r/rifkin. Scienza&Vita Maggio 2005 Quando si nasce davvero? Da tempo ho sostenuto che lo statuto di persona spetta anche all'embrione, difendendo in un saggio (L'essere umano come persona uscito in italiano nel 1993 e poi anche in inglese) la tesi che un individuo umano è persona in forza della sua natura e non già della effettiva capacità di esercitare certe funzioni, capacità delle quali potrebbe essere privato per varie circostanze. Tale saggio faceva sempre riferimento a un essere costituito come individuo e non toccava il problema del riconoscimento di tale individualità. Proprio su questo voglio ora soffermarmi. La nozione filosofica di individuo non coincide con quella di senso comune, secondo cui essa è sinonimo di essere umano. In senso filosofico è individuo un ente che è "ben individuato" in quanto possiede un substrato materiale e una struttura chiaramente riconoscibili (pertanto è individuo un mucchio di mat-toni, un muro di mattoni, una capanna di mattoni, un nocciolo di ciliegia, un passero). Il problema delicato è quello di vedere se un individuo può conservare la sua identità pur subendo cambiamenti (e, io oso affermare, anche mutamenti sostanziali). Penso di sì e ritengo che il criterio per constatare questa permanenza sia quello della reidentificazione. Mi spiego: io sono oggi un individuo fatto in una certa maniera, ma non ho difficoltà ad affermare che ero io il bambino che stava in braccio a mia mamma all'età di pochi giorni, che ero io il feto ospitato nel grembo di mia madre prima che nascessi, e ciò anche se non posso fare affidamento sulla mia memoria per compiere tali asserzioni. Lo posso fare perché le conoscenze biologiche attuali consentono di ritenere garantite queste "reidentificazioni" di me stesso nel passato. Ma fin dove possono giungere? L'embriologia moderna ci fornisce informazioni significative avendo chiarito che l'uovo fecondato (lo zigote) può talora scindersi dando luogo, anzi che a un solo embrione, a due o più gemelli, e ciò significa che, a quello stadio, pur avendo una individualità di cellula fecondata della specie umana, lo zigote non ha ancora quella di un individuo umano, tant'è vero che in certi casi può dar luogo a due o più individui umani. Non solo, ma fino a un certo stadio delle successive suddivisioni cellulari, le cellule derivate dallo zigote sono "totipotenti", ossia possono esprimere ognuna il programma genetico completo di un individuo umano, o possono invece dar luogo allo sviluppo di particolari tessuti, il che significa che in esse non è ancora univocamente ed esclusivamente iscritto il "piano costruttivo" di un embrione. Solo dopo l'impianto della blastocisti nella parete uterina si distinguono nettamente la componente embrionaria da quella extraembrionaria, mentre appaiono una o più "strie primitive" che indicano ciascuna il "piano costruttivo" e le linee di sviluppo di un singolo o di più individui geneticamente identici. Questi dati mostrano che, mentre l'identità genetica è stabilita sin dalla fecondazione dell'ovulo, essa non è ancora sufficiente per garantire una identità individuale (i gemelli monozigoti hanno il medesimo patrimonio genetico, ma sono ovviamente individui distinti). In altri termini, se io ho un fratello gemello monozigote, non posso regredire e affermare idealmente quello ero io fino alla fase dello zigote. Per di più è noto che, nella fase di esistenza di cellule totipotenti, non solo è possibile la formazione di più individui, ma anche la formazione di un solo individuo chimerico mediante la fusione di cellule geneticamente diverse. Abbiamo evitato di menzionare termini cronologici (che possono essere diversamente fissati dal punto di vista strettamente biologico), ma appare ben fondato sostenere che, almeno fino al sesto giorno dopo la fecondazione, mentre l'identità genetica è fissata, quella individuale non lo è ancora: si è in presenza di materiale biologico di tipo umano, ma non ancora di individui umani in senso pieno. Quindi, pur essendo disposti ad ammettere che le caratteristiche della piena umanità si possano affermare dal momento in cui è costituita l'identità individuale di un organismo appartenente alla specie umana, dobbiamo riconoscere che ciò non accade sin dal momento della fecondazione, ma richiede lo spazio di alcuni giorni. Pertanto le diverse questioni etiche che riguardano il rispetto dell'embrione (implicitamente considerato come un individuo umano a pieno titolo) non riguardano tale fase iniziale. Per questa fase (diversamente caratterizzata dal punto di vista dei tempi) è stata coniata l'espressione pre-embrione o pro-embrione che, da parte di alcuni, è stata liquidata come un espediente ad hoc introdotto per difendere certe posizioni permissive. In realtà essa è stata recepita anche dal Medical Research Council di Londra in un rapporto del 198586, ma era implicitamente presente anche prima. Per esempio, Maritain cita un classico manuale di A. Giroud e A. Lelière (Eléments d'embryologie, Parigi, 1965) in cui si parla di embrione «una volta che esso sia ben delimitato (verso il 18^ giorno), dopo le prime differenziazioni che l'hanno abbozzato». Quindi, assai prima che divampassero le dispute sullo statuto ontologico dell'embrione, gli embriologi riconoscevano che si può parlare di embrione in senso proprio solo a partire da un tempo abbastanza lontano dalla fecondazione. Se si accettano le analisi precedenti si può continuare a condividere (come io stesso condivido) il principio morale del rispetto dell'embrione, riconoscendo allo stesso tempo che non si può applicare questa nozione ai primi tempi dello sviluppo dello zigote. In quella fase iniziale, non siamo di fronte a semplice materiale di laboratorio, tuttavia si possono considerare con criteri meno restrittivi di quelli previsti dalla legge n. 40 le pratiche di procreazione assistita, la possibilità di crioconservare questi "pre-embrioni", di sottoporli a esame selettivo pre-impianto, di utilizzarli anche a fini di ricerca scientifica. Ma queste sono questioni che esigono approfondimenti sui quali ci proponiamo di ritornare. Evandro Agazzi, Il Sole 24ore - 13 Marzo 2005