fame spirituale

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Fame Spirituale
FAME SPIRITUALE
di John G. Lake
«Beati quelli che sono affamati e assetati della
giustizia, perché saranno saziati» (Matteo 5:6).
La fame può essere una cosa buona. È il più grande persuasore che io conosca. È una
meravigliosa potenza. Le Nazioni hanno imparato che si può fare quasi qualsiasi cosa con un
popolino fino a quando a questi non viene la fame. Ma quando gli viene la fame allora bisogna stare
attenti. C’è un certo spirito di disperazione che accompagna la fame.
Vorrei che tutti l’avessimo spiritualmente. Vorrei che tutti fossimo disperatamente affamati
di Dio. Non sarebbe glorioso? Qualcuno vorrebbe essere saziato prima ancora che questo incontro
sia finito. Sarebbe una cosa strana se tutti fossimo disperatamente affamati di Dio e solo uno o due
venissero saziati durante un servizio di culto.
«Beati quelli che sono affamati e assetati della giustizia».
La giustizia è la giustizia di Dio. La rettitudine di Dio nel vostro spirito, la rettitudine di Dio
nella vostra anima, la rettitudine di Dio nel vostro corpo, la rettitudine di Dio nei vostri affari, nella
vostra casa, nel vostro lavoro, dovunque.
Dio è un Dio completo. La Sua potenza opera da ogni lato. Gli artisti dipingono un’aureola
intorno alla testa di Gesù per mostrare che vi è un’irradiazione di gloria dalla Sua persona. La
potrebbero anche mettere attorno ai Suoi piedi o a qualunque parte della Sua persona. È la raggiante
gloria del Dio che dimora dentro, che irradia attraverso la personalità. Non c’è nulla di più
meraviglioso che il dimorare di Dio nella vita umana. L’esempio per eccellenza che Dio abbia mai
eseguito è stato quando Egli ha preso possesso di uomini. Attraverso lo Spirito Santo Egli entra e
prende possesso di quelli che sono affamati.
«Beati quelli che sono affamati».
Vi garantisco che dopo la crocifissione di Gesù c’erano 120 persone affamatissime a
Gerusalemme. Se non fossero state così estremamente affamate, esse non sarebbero state così
gloriosamente riempite.
Siamo talvolta inclini a pensare a un Dio meccanico, come se Dio fissasse proprio una data
per fare avvenire questo o quell’avvenimento. Ma la mia opinione è che una delle opere dello
Spirito Santo è quella di preparare il cuore degli uomini in anticipo, mettendo in essi una grande
fame di quell’evento che è stato promesso da Dio fino al momento in cui accade.
Più studio la storia e la profezia più sono convinto che quando Gesù Cristo nacque nel
mondo, Egli nacque in risposta a un tremendo grido del cuore da parte del mondo. Il mondo aveva
disperatamente bisogno di Dio. Desideravano tremendamente una manifestazione di Dio, e Gesù
Cristo quale Liberatore e Salvatore venne in risposta al grido della loro anima.
Molti attendono con impazienza la seconda venuta di Gesù come se meccanicamente, a una
certa data, quando certi eventi si verifichino, Gesù apparirà. Io non la vedo così. Credo che ci debba
essere nei cuori degli uomini una schiacciante fame della venuta del Signore tale che si eleverà al
cielo una preghiera, come non sia mai stata fatta prima nel mondo, affinché Cristo venga. E quando
verrà elevata al cielo da parte di un numero sufficiente di anime, leverà Gesù dal trono e Lo porterà
giù sulla terra.
Daniele afferma di essere stato convinto dallo studio dei libri profetici, specialmente di
quello di Geremia, che era giunto il tempo in cui gli Israeliti dovevano essere liberati dalla loro
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cattività in Babilonia; i 70 anni erano conclusi, ma non c’era alcuna liberazione. Quindi egli volse
la sua faccia per pregare affinché tutto ciò avvenisse (Daniele 9).
Se la liberazione dovesse avvenire meccanicamente a una certa data, non ci sarebbe stata
alcuna necessità per Daniele di ottenere quella tremenda fame nella sua anima, così che egli
digiunasse e pregasse col sacco e con la cenere affinché la liberazione potesse venire. Le intenzioni
di Dio si realizzano quando il nostro cuore e le nostra mente comprendono il vero grido desideroso
di Dio, quando la vera preghiera desiderosa di Dio entra nei nostri cuori e il vero desiderio ardente
di Dio afferra la nostra natura. Allora accadrà qualcosa.
Non importa cosa la vostra anima stia potendo bramare, se ciò diventa il supremo grido nella
vostra vita, non l’oggetto secondario, o il terzo o il quarto, il quinto o il decimo, ma il supremo
desiderio della vostra anima, la principale questione, se tutte le forze e le energie del vostro spirito,
della vostra anima e del vostro corpo si stanno protendendo verso Dio e stanno gridando a Lui per
la risposta, questa verrà!
IL GRIDO DI LIBERAZIONE DI LAKE
Sono vissuto in una famiglia che per 32 anni non è mai stata senza avere un invalido in casa.
Prima che avessi 24 anni, avevamo seppellito quattro fratelli e quattro sorelle, e quattro altri
membri della famiglia stavano morendo da invalidi senza speranza e senz’aiuto. Misi su la mia
propria casa, sposai una donna bellissima, e nacque il nostro primo figlio. Solo in poco tempo vidi
che quella stessa diabolica successione di malattie che aveva seguito la famiglia di mio padre era
venuta nella mia. Mia moglie divenne un’invalida, mio figlio era un bambino malaticcio. Da tutto
ciò si sviluppò una cosa nella mia natura: un grido di liberazione. La mia anima gridava a Dio per la
liberazione. Non sapevo niente sul soggetto della guarigione; tuttavia ero un evangelista metodista.
Ma il mio cuore gridava per ricevere liberazione; la mia anima era giunta al punto in cui
avevo rinunciato a dipendere dall’uomo. Mio padre aveva speso una fortuna per la famiglia, e non
era giovato a niente, come se non ci fosse arresto a quella successione infernale. E lasciate che ve lo
dica: non esiste alcun arresto umano, perché la cosa è profondamente insita nella natura dell’uomo;
troppo in fondo perché qualsiasi rimedio materiale vi metta le mani addosso. Occorre che il Dio
Onnipotente e lo Spirito Santo e il Signore Gesù Cristo penetrino nel profondo della natura
dell’uomo e trovino la vera difficoltà che sta lì e la distruggano.
Se sei lontano da Dio e il tuo cuore sta desiderando ardentemente, se la tua anima sta
gridando per la liberazione divina, Egli è pronto per liberare. Non dovrai gridare a lungo fin quando
vedrai le montagne smosse e giungere l’angelo della liberazione.
Finalmente giunsi al punto che il grido supremo del mio cuore era quello di ricevere
liberazione. Vennero versate lacrime per la liberazione per tre anni prima che la guarigione di Dio
giungesse a noi. Potevo udire i gemiti e le grida, le miserabilità e i singhiozzi, e sentire la
disperazione della mia famiglia. Il mio cuore gridava, la mia anima singhiozzava, il mio spirito
piangeva lacrime. Desideravo aiuto. Non conoscevo abbastanza per invocare direttamente Dio per
tutto questo. Non è strano che gli uomini non abbiano abbastanza buonsenso da invocare Dio per le
difficoltà fisiche, così come per quelle spirituali? Ma io non ce l’avevo.
Ma una cosa maturò nel mio cuore: una vera fame. E la fame dell’anima di un uomo deve
essere soddisfatta. È una legge di Dio che sta nelle profondità dello Spirito. Dio risponderà al cuore
che grida; Dio risponderà all’anima che chiede. Cristo Gesù viene a noi con la divina rassicurazione
e ci invita, quando siamo affamati, a pregare, a credere, a prendere dal Signore ciò che la nostra
anima brama e il nostro cuore agogna.
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Un giorno il Signore del cielo venne sul nostro cammino e in un attimo la nube di tenebre,
quella mezzanotte infernale, quella maledizione di morte, venne sollevata. La luce di Dio brillò
nella nostra vita e nella nostra casa, proprio quella stessa che esisteva nelle vite di altri uomini e
nelle case di altri uomini. Imparammo la verità di Gesù e fummo capaci di applicare la divina
potenza di Dio. Fummo guariti dal Signore.
«Beati quelli che sono affamati».
L’EPISODIO DEL PANE PER LE MUCCHE
Una volta uscii per una gita con le racchette da neve a Sault Sainte Marie, nel Michigan,
dove di solito c’erano 120-150 cm di neve. Camminai per circa 48 km con le mie racchette da neve,
stanco ed esausto. Arrivai a casa e trovai che mia moglie era uscita per fare delle visite, quindi mi
recai a casa di mia sorella. Trovai che anche essi erano usciti. Entrai in casa e iniziai a cercare
qualcosa da mangiare. Ero quasi morto dalla fame. Trovai una grande torta che assomigliava al
pane di granturco; era ancora molto calda faceva un buon odore. La mangiai tutta. Trovai che era
una tremenda roba buffa, e sembrava che dentro avesse dei pezzetti di qualcosa. Non capivo di cosa
fosse composta e non mi intendevo molto di cucina. La avevo appena finita quando mia sorella e
suo marito entrarono. Ella disse: «Mamma mia, devi essere stanco e affamato!»
Io dissi: «Lo ero, ma ho trovato una torta di granturco e l’ho mangiata tutta quanta»
Ella disse: «Oh, mamma, John, non l’avrai mica mangiata!»
Dissi: «Cos’era, Irene?»
«Beh, era una specie di pane per le mucche; noi tritiamo pannocchie e quant’altro».
Vedete, tutto dipende dal grado della vostra fame. Le cose hanno un sapore buonissimo per
un affamato. Se voleste conferire una particolare benedizione agli uomini in generale, non dovreste
dar loro una torta, ma dovreste renderli affamati, e poi ogni cosa che verrebbe sul loro cammino
avrebbe un sapore eternamente buono.
IL MIRACOLO SOTTO IL BIANCOSPINO
Amo raccontare questa storia perché è la storia di un uomo affamato. Dopo un po’ che andai
in Sud Africa e che Dio aveva iniziato a operare molto meravigliosamente nella città di
Johannesburg, un macellaio che viveva in periferia venne avvisato dai medici che aveva sviluppato
un tale grado di tubercolosi che non sarebbe potuto vivere più di nove mesi. Volle provvedere in
modo che la sua famiglia venisse assistita dopo la sua dipartita. Acquistò una fattoria e si prese cura
di svilupparla affinché alla sua morte la famiglia avesse avuto di che vivere.
Un giorno ricevette una lettera da alcuni amici di Johannesburg che parlava della venuta di
ciò che essi indicavano come i «Fratelli Americani», e delle cose meravigliose che stavano
accadendo. Parlavano di un Tal dei tali, un terribile ubriacone, che era stato convertito; di sua
nipote, che essendo stata invalida e costretta sulla sedia a rotelle da cinque anni, era stata guarita da
Dio; di come uno degli altri suoi parenti era stato battezzato nello Spirito Santo e parlava in lingue;
di altri amici e vicini che erano stati battezzati e guariti. Si parlava del potente cambiamento
avvenuto nella comunità e di tutte le cose meravigliose che una vigorosa opera per Dio produce.
Dan Von Vuuren prese la lettera e si trascinò per terra sotto un biancospino africano. Spiegò
la lettera davanti a Dio e iniziò a discuterla col Signore. Disse: «Dio del cielo, se hai potuto
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raggiungere il Sig. Tal dei tali, che è un ubriacone, e liberarlo dal suo peccato e salvare la sua
anima, e mettere la gioia di Dio in lui; se hai potuto raggiungere mia nipote, salvare la sua anima,
guarire il suo corpo e inviarla per essere una benedizione invece che un peso e un fardello sui suoi
amici. Se hai potuto raggiungere questi e questi altri e sono stati battezzati nello Spirito Santo e
parlano in altre lingue; Signore, se puoi fare queste cose a Johannesburg, allora puoi fare qualcosa
anche per me».
Si inginocchiò, mise la faccia a terra e gridò a Dio affinché facesse qualcosa per lui. Quella
mattina Dan Von Vuuren era stato tanto scosso dalla lettura di quella lettera che il suo desiderio di
essere sanato diventò più grande di qualsiasi altra cosa di cui potesse essere consapevole. Il suo
cuore si protese verso Dio, e quella mattina la sua preghiera passò attraverso il cielo. Dio scese
nella sua vita. In 10 minuti respirò completamente bene; il dolore se ne andò. La tubercolosi
scomparve ed egli fu un uomo sano.
Ma non fu tutto. Non solo ricevette una grande guarigione fisica, ma Dio era anche
letteralmente entrato a prendere possesso della vita dell’uomo al punto che egli non capiva più sé
stesso.
Nel dirmelo spiegò: «Fratello, una nuova preghiera celeste nacque nel mio spirito. Pregavo
per la salvezza di mia moglie da 18 anni, ma non riuscii mai a pregare con efficacia. Ma quella
mattina riuscii a pregare con efficacia. Era tutto fatto quando andai a casa. Ella stando in piedi mi
guardò per due minuti, finché apparve chiaro nell’anima sua che ero stato gloriosamente guarito da
Dio. Non mi pose mai alcuna domanda su come fosse accaduto, ma cadde in ginocchio, alzò le
mani al cielo e disse: “Prega per me, Dan; per amor di Dio, prega per me. Oggi devo trovare Dio”.
E Dio entrò nell’anima sua».
Von Vuuren aveva undici splendidi figli. La madre e lui iniziarono a pregare, e nel giro di
una settimana l’intera famiglia di tredici persone venne battezzata nello Spirito Santo. Egli andò
nella fattoria di suo fratello, parlò del miracolo che Dio aveva fatto, pregò con efficacia, e in poco
tempo diciannove famiglie vennero battezzate nello Spirito Santo.
RISVEGLIO NEL PARLAMENTO SUDAFRICANO
Dio riempì tanto la vita di Von Vuuren della Sua gloria che una mattina Dio gli disse: «Va’
a Pretoria. Ho intenzione di mandarti ai diversi membri del Parlamento». Alla sede centrale
esecutiva fu ammesso alla presenza del Premier Louis Both. Both me ne parlò tempo dopo. Disse:
«Lake, conoscevo Von Vuuren da quando era un ragazzo. Lo conoscevo come un tipo incurante
degli altri e spensierato. Ma quell’uomo entrò nel mio ufficio e stette in piedi a tre metri dalla mia
scrivania. Alzai lo sguardo e prima che cominciasse a parlare, cominciai a tremare sulla sedia. Mi
inginocchiai. Dovetti ficcare la mia testa sotto la scrivania e gridare a Dio. Oh, sembrava e parlava
come Dio. Aveva la maestà di Dio. Era sovrumanamente meraviglioso».
Von Vuuren poi si recò nell’ufficio del Segretario di Stato; poi dal Ministro del Tesoro.
Quasi la stessa cosa ebbe luogo in ogni caso. Per diciotto giorni continuò a mandarlo dall’uno
all’altro (avvocati, giudici e diversi ufficiali del paese) finché ogni alto ufficiale del paese seppe che
c’era un Dio, un Cristo e Salvatore, e un battesimo dello Spirito Santo, tutto questo perché Dan Von
Vuuren aveva davvero appetito Dio. «Beati quelli che sono affamati».
Per molti anni prima che lasciassi l’Africa, andò su e giù per il paese come un fuoco ardente.
Dovunque andasse i peccatori venivano salvati, i malati venivano guariti, uomini e donne venivano
battezzati nello Spirito Santo, finché non incendiò i distretti lontani con la potenza di Dio.
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PREGHIERA IN CASA DI
FRED FRANCIS BOSWORTH
Ero seduto in casa di Fred Bosworth, una sera, prima che Fred pensasse di predicare il
vangelo, e ascoltavo Lillian Thistleweight [cognata di Charles Fox Parham] parlare di Dio e del Suo
amore e della Sua grazia e della Sua potenza santificatrice e di cosa consiste la vera santità. Non
furono le sue argomentazioni di logica che mi colpirono; fu ella stessa. Fu la divina santità che
proveniva dalla sua anima. Fu il vivente Spirito di Dio che appariva chiaramente dalla sua vita.
Sedevo in fondo alla stanza, il più lontano possibile. Ero soddisfatto di me stesso, le cose del mondo
mi andavano bene, ero prospero in tutte le cose che accompagnano una vita di successo. Ma quella
notte il mio cuore divenne così affamato che caddi sulle mie ginocchia e quelli che erano presenti,
tuttora, vi possono dire che non avevano mai sentito nessuno pregare come pregai io.
Bosworth disse molto tempo dopo: «Lake, c’è un episodio nella tua vita che ricorderò
sempre. Ed è la notte in cui pregasti in casa mia finché i travetti tremarono, finché Dio scese, finché
il fuoco si abbatté, finché Dio entrò e santificò i nostri cuori». Tutti i demoni dell’inferno non
potrebbero farmi credere che non esiste una vera esperienza santificata da parte di Gesù Cristo, nel
momento in cui Dio entra e purifica il tuo cuore e rimuove l’egoismo dalla tua natura, e ti dà un
trionfo divino sul peccato e sull’io». «Beati quelli che sono affamati». Diletti, pregate di diventare
affamati.
Mentre parlavo con Lillian Thistleweight, osservai che la cosa suprema dell’anima di quella
donna era la consapevolezza della santità. Ella disse: «Fratello, questo è ciò per cui abbiamo
pregato; questo è ciò che il battesimo ci ha portato. Questo è ciò che abbiamo bramato da Dio».
LA PREGHIERA DI SEYMOUR PER IL RISVEGLIO
Tempo dopo, Parham predicava in Texas. Un negro di nome Tom Seymour [cioè William
Joseph Seymour] venne al suo incontro. Parham riferì la sua esperienza al Fratello Tom e a me.
C’era una profonda fame nell’anima di quel negro. Lavorava come cameriere in un ristorante per
mantenere sé stesso mentre predicava in una chiesa della sua gente. Conosceva Dio come il suo
Salvatore e Santificatore. Conosceva la potenza di Dio per guarire. Ma ascoltando Parham si
convinse di una cosa più grande, del battesimo dello Spirito Santo. Continuò il viaggio fino a Los
Angeles senza averlo ricevuto, ma disse di essere deciso a predicare alla gente tutto ciò che sapeva
di Dio.
Disse: «Prima di incontrare Parham, nel mio cuore c’era una tale fame di realizzare Dio
maggiormente che pregai cinque ore al giorno per due anni e mezzo. Arrivai a Los Angeles, e lì la
fame non era minore ma maggiore. Pregai: “Dio, che posso fare?” Lo Spirito disse: “Prega di più.
Ci sono cose migliori da ricevere nella vita spirituale, ma devono essere cercate attentamente con
fede e preghiera”. “Ma Signore, sto pregando cinque ore al giorno adesso”. Aumentai le mie ore di
preghiera a sette, e continuai a pregare ancora per un anno e mezzo. Pregai Dio di darmi ciò che
Parham predicava, l’autentico Spirito Santo e il fuoco con le lingue e la potenza di Dio come
l’avevano gli apostoli».
Dio aveva messo una tale fame nel cuore di quell’uomo che quando il fuoco di Dio venne lo
glorificò. Non credo che altro uomo in tempi moderni abbia ricevuto un più meraviglioso diluvio di
Dio nella propria vita di quello che Dio diede a quel caro tipo, e la gloria e la potenza di una vera
Pentecoste dilagarono nel mondo.
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Quel negro predicò alla mia congregazione di diecimila persone, quando la gloria e la
potenza di Dio furono sul suo spirito, e gli uomini erano scossi e tremavano e gridavano a Dio. Dio
era in lui.
«Beati quelli che sono affamati, perché saranno saziati».
Mi chiedo di cosa stiamo avendo fame. Abbiamo una vera fame divina, qualcosa che la
nostra anima stia chiedendo? Se ce l’avete, Dio risponderà; Dio risponderà. Secondo ogni legge
dello Spirito che gli uomini conoscono, la risposta deve venire. Verrà! Benedetto sia Dio, verrà!
Verrà in modi più diversi di quanto vi siate sognati. Dio non è limitato a manifestarSi soltanto nelle
lingue e nelle interpretazioni.
Quand’ero un ragazzo, accompagnai mio padre in visita all’ufficio di John A. McCall, il
grande assicuratore. Fummo portati nell’ufficio di McCall mediante il suo ascensore privato. Per
me era la prima volta che mi trovavo in un grande edificio di uffici e che salivo su un ascensore, e
trattenni il respiro finché l’ascensore si fermò. Allora entrammo nel suo ufficio, nell’ufficio più
bello che io avessi mai contemplato. I tappeti erano così spessi che temevo di penetrare attraverso il
pavimento mentre vi mettevo i piedi di sopra. La sua scrivania era una meraviglia, puro mogano, e
in cima alla sua scrivania c’era, intarsiato in madreperla, il suo nome scritto a mano. Era così
magnifico che nella mia anima fanciullesca dissi: «Avrò un ufficio proprio come questo e una
scrivania come quella col mio nome in essa quando sarò adulto».
Fino al mio trentesimo anno non avevo riconosciuto la forza di tutto questo nella mia natura.
Sembrava che quasi avessi dimenticato tutto. Fui invitato a Chicago per unirmi a un’associazione di
uomini che stavano fondando una compagnia di assicurazioni sulla vita. Dissero: «Lake,
desideriamo che tu divenga dirigente di questa associazione». Discutemmo la faccenda per tre
settimane, finché accettarono le mie condizioni, e infine il presidente disse: «Entra in questo ufficio.
Voglio mostrarti qualcosa. Abbiamo una sorpresa per te». Entrai in un ufficio che era l’esatto
duplicato dell’ufficio di John A. McCall, e lì al centro c’era una scrivania di puro mogano. Invece
del nome di John A. McCall, c’era inciso John G. Lake in madreperla. Non avevo mai parlato di
quel desiderio dell’anima a nessuna persona al mondo.
C’è qualcosa di creativo nell’invocazione dell’anima. Fa accadere le cose. Quando il
desiderio supremo del vostro cuore grida a Dio, tutta l’energia spirituale della vostra natura e le
potenze di Dio che vengono a voi iniziano a concentrarsi e ad operare verso quell’obiettivo. Allora
viene in esistenza ciò che la vostra anima ha chiesto, attraverso il deliberato esercizio creativo della
fede; questa è l’azione creativa della fede: tu e Dio che liberate e attestate la potenza del desiderio
creativo.
Sono uno che crede nell’associazione tra l’uomo e Dio. Credo che c’è una fusione,
un’azione sinfonica dell’anima di Dio e dell’uomo; i due diventano uno. Non un uomo salvato e un
Dio glorioso. Ma l’uomo fuso con Dio e Dio fuso con l’uomo, una creazione divina.
Quando Mosè stava in piedi presso il Mar Rosso, non erano Mosè e Dio; era proprio Dio.
Dio aveva detto: «Tu sarai come Dio». Non differente da Dio, ma: «Tu sarai come Dio». Noi
diciamo continuamente: «Signore, fa’ di me un canale», lasciando noi stessi separati da Dio nel
nostro pensiero, e aspettandoci che Dio versi la Sua potenza e benedizione spirituale attraverso di
noi. Questa non è la cosa più elevata. C’è un’esperienza più grande di questa nella Parola di Dio. È
quando tu e Dio diventate uno. Tutto il tuo corpo, tutta la tua anima, tutta la tua mente, tutto il tuo
cuore, tutto il tuo spirito nel ritmo e fusione e sinfonia del Dio eterno. Uno nel cuore, uno nella
mente, uno nell’anima: tu e Dio come uno.
Quando Mosè stava in piedi presso il Mar Rosso, tentò di ritirarsi da quella relazione che
Dio stava stabilendo e tentò di gettare la responsabilità su Dio. Era sconvolto; era troppo
meraviglioso, sicuramente Dio non aveva inteso questo! Ma Dio sapeva. Quando Mosè cominciò a
riconoscere sé stesso come un individuo e Dio come un altro, ciò fu offensivo per Dio. Pensava che
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poteva affiancare Dio e pregarLo di fare qualcosa per lui così come Dio soleva fare nella vecchia
relazione, ma non riuscì nell’intento.
L’idea che Mosè volesse abbandonare quella posizione di stretta associazione con Lui,
quella relazione interiore, quella sinfonia divina dell’anima di Mosè e di Dio, era offensiva per Dio.
E Dio disse: «Perché gridi a me?» In altre parole: «Metti a tacere la tua preghiera!».
«Alza il tuo bastone, stendi la tua mano
sul mare e dividilo…» (Esodo 14:15-16)
Dio non disse: «Mosè, tu stendi la tua mano e Io dividerò il mare». Egli disse: «Stendi la tua
mano sul mare e dividilo».
Dio stava dicendo: «Mosè, tu ed Io siamo uno; stendi la tua mano e dividi il mare. Hai tutto
ciò che c’è di Me, ed Io ho tutto ciò che c’è di te. Noi siamo uno e una cosa indivisibile». Dio e
l’uomo diventano uno. Il cuore dell’uomo, la mente dell’uomo, l’anima dell’uomo entra in Dio, e
Dio in lui. I fuochi divini dell’eterno Cristo, attraverso lo Spirito Santo, provengono dal cielo, e i
fulmini di Gesù sfolgorano attraverso quella vita. La potenza di Cristo rinvigorisce, si manifesta e
dimostra attraverso quella relazione.
Dio rivelò questo alla mia anima nei giorni in cui andai la prima volta in Africa, nel giro di
sei settimane da quando i miei piedi toccarono il suolo, e prima che Dio mi avesse dato una chiesa
bianca per predicarvi. Dissi: «Signore, quando mi darai una chiesa in cui predicare questo vangelo,
predicherò la più elevata e la più santa cosa che lo Spirito di Dio rivelerà al mio cuore. Non mi
importa se ci credano o se siano d’accordo; predicherò la visione che il Figlio di Dio metterà nella
mia anima».
Egli mise in me la visione del Cristo glorificato e del cristiano glorificato, non di un uomo
semplicemente salvato dal peccato, ma di un uomo santificato dalla potenza di Dio, riempito del
Suo Spirito, creato con e in Gesù Cristo. Uno nella natura, nel carattere e nella sostanza. E il mio
cuore iniziò a predicare ciò, la mia bocca diede il messaggio, la mia anima emise la parola e il mio
spirito gridò tanto che desiderava il verificarsi che il carattere dell’uomo venisse ai piedi del Figlio
di Dio e ricevesse la Sua benedizione e la Sua potenza.
La cosa che stava nella mia anima infiammò l’anima di Dan Von Vuuren e accese la fede
della gente. Dovunque si diffondesse incendiava gli uomini di fuoco per Dio. Ma in ogni nuova
esperienza gli uomini devono essere verificati e stabiliti attraverso il tempo. Alcuni divennero
molto stanchi; altri non ebbero mai quell’alta visione. Ma avevano le lingue, e poiché avevano le
lingue si sentivano uguali a quelli che erano morti a sé stessi. Essi avevano più saldezza di nervi e
meno esperienza, e trascinavano in basso lo standard. Dio li aveva condotti attraverso la fornace.
Amici, abbiamo bisogno di arrivare a Dio. Questa chiesa su scala mondiale ha bisogno di
arrivare a Dio. Abbiamo viaggiato attorno a un cerchio e sepolto le nostre teste sotto terra. Abbiamo
avuto i nostri occhi sulla terra, invece che su nelle nuvole, su nel trono. Ammirate il Glorificato! Se
desiderate vedere le Sue mani sanguinanti, guardate al cielo, dove Egli è, per vederle. Non guardate
al Calvario per vedere Lui. Egli è il risorto, glorificato Figlio di Dio in cielo, con tutta la potenza e
tutta l’autorità, con le chiavi dell’inferno e della morte! Egli è l’autorità divina, l’eterna trionfante
manifestazione di Dio in cielo. Voi e il Cristo glorificato come uno siete la manifestazione divina di
Dio. Raggiungete il trono, cari. Che la vita del trono e l’amore del trono e lo Spirito Santo in cielo
vi posseggano, e voi sarete un uomo nuovo in Cristo Gesù. E la vostra andatura sarà la marcia di un
conquistatore, la vostra corona la corona di gloria, e la vostra potenza la potenza di Dio.
Due mesi fa il fuoco di Dio discese sulla mia anima a Spokane e Dio disse: «L’Africa e il
mondo ancora». Mi sto preparando nella mia anima, non per dare il vecchio messaggio col vecchio
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fuoco, ma il nuovo messaggio col nuovo fuoco, cioè non solo per chiedere agli uomini di essere
buoni e andare in cielo quando morranno, ma di assomigliare a Dio nel carattere, nella natura, nella
sostanza e nell’essere. Dio sta innescando le nostre anime. Egli è pronto a mandare le acque viventi
e a convocare tramite l’esperienza il nuovo ordine di Cavalieri della Stella Mattutina in essere e in
azione.
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