Avremo di conseguenza un nuovo santo basiliano, di nome Luca, e

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Avremo di conseguenza un nuovo santo basiliano, di nome Luca, e
Avremo di conseguenza un nuovo santo basiliano, di
nome Luca, e per di più vescovo di Bova, da aggiungere al
martirologio basiliano di Calabria.
Di questa opinione però non è il calabrese Antonino Basile, '
il quale ritiene cbe questo S. Luca sia da identificare col
S. Leone, protettore di Bova, le cui ossa riposano nella cattedrale. Egli poi, rilevato cbe Leo e Leone indicano la stessa
persona, ritiene cbe il Santo di Bova di nome Leone, da alcuni
agiografi assegnato ad Africo, sia precisamente quel S. Leoluca
di Corleone, il quale prima si chiamava Leo o Leone e poi,
divenuto monaco, assunse il nome di Luca o più semplicemente Leoluca. Egli visse nel secolo I X - X , fu monaco nell'eremo di Monte Mula, presso S. Donato di Mneo o presso
Cassano, quindi abate di Vena, in successione del suo maestro
Cristofaro di Collesano, e vi morì nel 915 .
Gli elementi iconografici, cui accenna il Basile, non costituiscono argomento o meglio costituiscono un argomento opposto alla tesi che si vuol sostenere, perché si tratta di una
statua recente, in confronto all'epoca in cui sarebbe vissuto
S. Leone, i cui elementi esornativi sono ispirati alla tradizione di Bova. Or questi elementi riguardano precisamente
il santo locale, S. Leone di Africo o di Bova, e non mai il santo
siciliano S. Leoluca di Corleone, di cui in Bova non si è avuto
mai notizia.
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A noi sembra che il S. Luca, cantato dall'innografo Stefano, non possa identificarsi né con il Luca, vescovo di Bova,
dello Schirò, né con il S. Leoluca di Corleone, come vuole il
Basile.
Allo Schirò facciamo osservare che il suo Luca, vescovo
di Bova nel 1094, non risulta monaco e tanto meno santo.
L'agiografia basiliana e calabrese lo ignora del tutto. Or come
si può ammettere che l'innografo Stefano — in Calabria o a
Grottaferrata — canti la vita di un Santo vescovo di Bova,
BASILE A., 8. Luca di Bova santo calabrese dimenticato, in
« Bollett. Badia greca di Grottaferrata », I I (1940), 127-136.
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