Incidente ferroviario di Santiago de Compostela Comunicato stampa

Transcript

Incidente ferroviario di Santiago de Compostela Comunicato stampa
www.associazionecat.it
[email protected]
Incidente ferroviario di Santiago de Compostela
Comunicato stampa
Nell'era dell'alta velocità e della tecnologia abbiamo assistito per l'ennesima volta ad un
incidente drammatico che è costato la vita a circa 80 persone ed altre 150 sono rimaste gravemente
ferite. Esprimiamo la nostra solidarietà e le nostre condoglianze alle famiglie delle vittime e dei
feriti.
Non ci interessa soffermarci a dare giudizi sulla tragedia nel rispetto di chi ha perso la vita e
di chi sta in questi momenti combattendo per sopravvivere ma il susseguirsi di interviste pareri e
sentenze fanno si che almeno in parte certe dichiarazioni debbano essere corrette.
Certamente
sappiamo che il treno AV spagnolo della Renfe, impresa nazionale ferroviaria spagnola, è deragliato
nei pressi della stazione di Santiago de Compostela.
La causa principale visti i documenti fatti
circolare in rete parrebbe riconducibile alla elevata velocità del convoglio sulla tratta percorsa. Su
questo aspetto sono tutti concordi ad addossare interamente le responsabilità al macchinista che
addirittura parrebbe aver ammesso l'errore in una comunicazione registrata con la sala operativa
che gestisce il traffico.
Ora la giustizia farà il suo corso ed individuerà le cause ed i colpevoli.
E’
altrettanto verosimile che anche in questo caso ci si fermerà soltanto sugli aspetti che sono
sufficienti per martirizzare l'ultimo anello della catena che in questo caso è il macchinista. Un
macchinista che ogni giorno vive il rischio sbagliare e conosce bene le proprie responsabilità.
Quindi come da protocollo, rispetto alla situazione che vede la giustizia l'opinione pubblica e i
giornali di fronte ad un disastro, si arriverà ad individuare il colpevole e tutto sarà finito.
Noi
riteniamo che rispetto a tutto ciò si debba ricercare più a fondo la responsabilità vera, non solo
sulle evidenze, anche perché in molte occasioni le vere colpe si nascondono laddove non si
guarda.
In primis vorremmo far presente che nessuno si è preoccupato di pensare alle condizioni
di lavoro del collega macchinista spagnolo, magari lavorava da solo, e magari lo faceva da oltre 30
anni, magari i turni di lavoro erano pesanti ma si sa queste cose non interessano i giornali le
televisioni e gli opinionisti di prima ora, e meglio scrivere che il macchinista " si vantava di andare
forte su facebook". Si sa, in tempo di crisi profonda, non si può mettere in discussione il sistema
economico con tutte le sue dinamiche. Purtroppo le condizioni di lavoro di tantissimi lavoratori in
Spagna come in Italia sono pesantissime.
Le scelte portate avanti dalle imprese e dal sindacato
concertativo che ha condiviso tutte le riorganizzazioni aziendali degli ultimi 10-15 anni non sono
state indolore e non lo saranno in futuro. In Italia ci sono studi che già in tempi non sospetti
avevano previsto è calcolato il prezzo da pagare di eventuali incidenti. Abbiamo sentito dire che in
Italia esistono sistemi in grado di evitare quello che è successo in Spagna. Questa affermazione è
vera ma non in assoluto. Bisogna ricordarsi che la tecnologia è ha disposizione dell'uomo e non
viceversa; il fattore umano è essenziale e per ridurre rischi e forse è arrivata l'ora di investire
proprio su questo aspetto. Vorremmo poi ricordare a chi se lo fosse dimenticato che i sistemi di
sicurezza in Italia sono stati adottati solo grazie alle lotte dei Macchinisti, pochi e testardi che
guardano sempre avanti, i macchinisti che più di 10 anni fa’ hanno iniziato una battaglia di civiltà
contro l'uomo morto (vigilante) unico sistema che da solo all'epoca ( secondo alcuni !!! ) sarebbe
bastato in Italia per rendere sicura la guida dei treni con un solo agente di condotta. Bene il netto
rifiuto di quei pochi macchinisti aiutati solo da qualche ASL che si occupava di prevenzione sui
luoghi di lavoro, ha fatto si che s'iniziasse a discutere di sistemi reali di sicurezza. Poi gli interessi
economici ( la tecnologia è certamente un business) hanno fatto il resto. Questo tipo d'investimento
poi almeno per quanto riguarda l'Italia ha fatto si che si passasse da due macchinisti ad uno solo.
Naturalmente gli investimenti necessari li hanno pagati gli italiani mentre il rischio del passaggio ad
un solo macchinista, con tutto quello che ne consegue, lo pagheranno solo i Lavoratori !!!
Si
ribadisce la nostra vicinanza alle famiglie coinvolte da questo terribile incidente nella speranza di
poter fare chiarezza, fino in fondo, sulle responsabilità vere dell’incidente.