Focus 2005 - Tanatoprassi
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Focus 2005 - Tanatoprassi
Comportamento L’imprenditore funebre? Un lavoro redditizio. Ma nessuno lo vuol fare: perché è un tabù Professionisti dell’addio Le doti di chi lavora a contatto con la morte: tatto, coraggio e... fantasia. Ecco come si mette a proprio agio chi è in lutto: dall’ultimo saluto con monitor e musica, fino ai carri hi-tech. Oggi: con televisione Alla Casa del commiato di Saronno (Va), sensori e telecamere tutelano dal rischio di morte apparente. Il grande schermo trasmette video rilassanti. on masticano chewinggum, non fumano, non hanno tatuaggi o piercing e, quando sono al lavoro, non sorridono mai. In Italia sono un piccolo esercito di 25.000 persone, raggruppate in 6.000 aziende, con un giro d’affari di un miliardo e mezzo di euro l’anno. Dal punto di vista economico fanno il lavoro ideale, perché non può conoscere crisi: eppure l’impresa funebre è un’attività che si tramanda di padre in figlio, con pochissimi nuovi imprenditori. Chi la sceglie come professione si trova spesso a dover modificare i rapporti con gli altri: perché per lavorare in questo settore non basta essere professionali. Servono doti di psicologia, sensibilità e coraggio. N Uno sguardo dietro le quinte Ieri: a spalla Lo stile: silenzio e professionalità In alto: la reception con i monitor per la sorveglianza. Sopra, la chiusura della bara: non si devono vedere cassette per gli attrezzi. ● Mummificatori e velati Già, perché dietro alla decisione di gestire procedure e rituali della morte c’è lo stravolgimento di un 08/2005 ▲ Che destino ha il corpo dopo la morte? In Italia può essere tumulato (in loculo o tomba), inumato (nella terra) o cremato. In media un funerale costa da 1.000 a 4.000 euro. La Casa del commiato di Saronno. Sopra: il magazzino delle bare (vietato l’ingresso ai parenti dei defunti). Sotto, le celle frigorifere. 53 Andarsene “alla grande” Il carro di Castellammare: è richiesto ancora oggi. Il carro funebre monumentale più grande d’Italia: è a Castellammare di Stabia (Na). È alto 4 metri ed è trainato da 8 cavalli olandesi. È stato usato anche nel film di Vittorio De Sica “L’oro di Napoli” (1954). I carri e gli abiti non sono più neri ma grigi: colore più “sportivo”, simbolo di efficienza ▲ Luraschi, docente di storia del diritto romano all’Università dell’Insubria. «Il velo che portavano sul viso era forse simbolo (presente in molte culture) della barriera tra la vita e la morte, ma anche una protezione igienica per la raccolta dei cadaveri dopo la battaglia». ● Addetti allo sfarzo «L’espressione “pompe funebri” nasce nel secolo scorso, quando i necrofori diventano gli addetti allo sfarzo dei funerali» dice Renato Miazzolo, presidente della Fede- razione nazionale imprese onoranze funebri: «Carro, addobbi, fiori e corteo non venivano procurati dal Comune, che si limitava (come oggi) a fornire il servizio di sepoltura: i familiari dovevano sbrigare le pratiche amministrative e organizzare le esequie, l’accoglienza dei parenti e gli addobbi.A questo servivano le pompe funebri, con i tipici colori giallo e nero». Oggi il lavoro è cambiato. «Siamo noi a fornire tutto il servizio: le famiglie ci delegano ogni passaggio, dalla composizione delle salme “Così ho imbalsamato papa Giovanni Paolo II” l corpo di papa Irimasto Giovanni Paolo II è esposto per una settimana al saluto dei pellegrini nella basilica di San Pietro. A rendere possibile una permanenza tanto lunga (senza sistemi di refrigerazione dell’aria) è stata una particolare tecnica di conservazione, la tanatoprassi. L’ha realizzata Andrea Fantozzi (nella foto), presidente dell’Istituto nazionale italiano tanatoprassi 54 08/2005 che, alcuni mesi prima, aveva svolto un diverso tipo di trattamento conservativo su un altro papa defunto, Giovanni XXIII. ■ Cosmetici «La tanatoprassi è un’imbalsamazione leggera. Si ottiene sostituendo i liquidi biologici del corpo con altri, inerti e non soggettti a putrefazione» spiega Fantozzi. Eliminando tutti i liquidi dalla cavità addominale e dal sistema circolatorio si modificano i processi di decomposizione, rallentandoli. «In questo modo è possibile esporre la salma a temperature normali (intorno ai 18/20 °C) anche per molti giorni, senza che si deteriori». Dopo il trattamento conservativo si passa alla “tanatoestetica”: «Si usano cosmetici speciali (simili a quelli degli attori di teatro) e tecniche per distendere i tratti del viso del defunto, per dargli un aspetto sereno» spiega Fantozzi. Se il cavallo alza la coda... Il sacco fissato al bastone serve al cocchiere per raccogliere lo sterco degli animali prima che finisca a terra, creando disagi al corteo. ▲ istinto naturale: quello che ci porta ad allontanarla dalla nostra vita. Ma come funziona il lavoro delle imprese funebri? Come si riesce a vivere il contatto quotidiano con la morte e il lutto? E quali sono le regole di questa professione? I “professionisti dell’addio” sono nati per necessità non solo religiose: nell’antico Egitto sovrintendevano al complesso rituale di mummificazione; e nel pragmatico esercito romano i necrofori erano un reparto specializzato: «Si chiamavano “accensi velati”» dice Giorgio In giacca ci si allena a muovere con destrezza le casse Bara-mania: dai cioccolatini a... lcune idee nascono da A un’esigenza pratica, altre dalla voglia di esorcizzare la ▲ alle questioni burocratiche». E spesso sono le imprese funebri a ricevere la prima telefonata dopo il decesso. «Spesso le famiglie vivono la morte con l’ansia di fare presto» spiega Mario Gianella, responsabile del Gruppo lombardo imprese onoranze funebri. «Noi esprimiamo la nostra vicinanza al loro dolore, spieghiamo che saremo noi a occuparci di ogni cosa e cerchiamo di far capire che non c’è bisogno di avere fretta. Di solito mandiamo un nostro addetto a casa della famiglia, anche se fino al mattino successivo si potrà fare poco». ● Uomini in grigio Il comportamento degli impresari funebri deve rassicurare i clienti: per questo hanno “divise” elegantissime, impeccabili. Non più nere, come anni fa, ma grigie: proprio come i carri funebri, che hanno abbandonato l’austerità per linee e colori seri ma più “sportivi”, simbolo di efficienza. «Indossiamo vestiti eleganti e uguali all’interno di ogni ditta, per essere riconoscibili e affidabili: per istinto, le persone si rivolgono a chi ha l’aspetto più curato» dice Gianella. Non solo: i necrofori devono essere preparati a qualsiasi domanda dei parenti. «Chiedono spesso informazioni sulle cremazioni: molti si preoccupano di sapere se le ceneri consegnate sono proprio quelle giuste o se possono mettere oggetti del defunto nella bara. Foto, penne o anche sigarette: “Sa, gli piacevano così tanto...”». 56 08/2005 La bara di legno di cipresso con dentro la salma di Giovanni Paolo II. Per i suoi funerali sono giunti a Roma centinaia di migliaia di fedeli. che disturba: bisogna rendere vi- che è “alla moda” è sinonimo di sibili gli strumenti solo poco pri- “poco professionale”. ma di usarli» dice Miazzolo. Servono prove ed esperienza per ac● Salme al contrario quisire destrezza nel muovere coVietato fumare o masticare perchi di legno, casse e saldatori gomme: i parenti non devono sorindossando giacca e cravatta: «La prendere un addetto all’impresa morte è un evento non program- funebre mentre si accende una simabile. Solo un’organizzazione garetta fuori dalla chiesa. Proibito perfetta sopperisce a una così dra- anche parlare con i colleghi dustica mancanza di anrante il servizio: si coticipazione: e quanto munica in silenzio, con più il lutto è violento e gli sguardi. improvviso, come in Gestire i rituali fuun incidente stradale, nebri è un fatto comtanto più le nostre maplesso, anche dal punnovre sono attente. E i to di vista organizzatinostri errori, imperdovo: la presenza di un nabili». cadavere in casa proL’aspetto dei nepria, magari in un apcrofori è curato nei partamento dove si videttagli. Nessun tave coi figli piccoli, crea tuaggio, niente orecforte disagio. Anche chini, ma capelli corti, Foto di un lettore: per questo stanno namani pulitissime e un- «Il Magro (91 anni) vive scendo in Italia le “caghie curate. Tutto ciò più del Grasso (84)»... se di commiato”: luo- 4 ghi dove è possibile organizzare la veglia funebre senza sconvolgere i ritmi delle famiglie. «Il dolore del lutto non deve sommarsi al disagio» spiega Miazzolo, che gestisce la Casa del commiato di Saronno (Va).Ambiente curato, colori sobri e luminosi, ma anche monitor che mostrano immagini rilassanti, musica (scelta dai clienti) e un sofisticato sistema di videosorveglianza: così vi si può portare la salma anche prima delle 24 ore di osservazione previste dalla legge per scongiurare il rischio di morte apparente. «Quando si vede un cadavere nella stanza per le esequie, notiamo subito piedi e narici: perché è così che ci appare, con i piedi rivolti verso l’ingresso. Ma è un’immagine che non ha più nulla della persona viva, turba chi la guarda. Nella Casa del commiato, disponiamo le salme in modo che siano visibili prima dalla testa, in modo meno innaturale» spiega ▲ ● Mani pulite, unghie curate Tutte le fasi del lavoro dei necrofori (compresa la composizione della salma) si svolgono sotto gli occhi attenti dei familiari: basta un minimo inconveniente, come un’esitazione nell’annodare la cravatta al defunto, per causare disagio. Per questo, la loro organizzazione deve essere quasi militare. È meglio anche evitare di mostrare gli attrezzi del mestiere: «Usiamo saldatori, martello e cacciavite elettrico per chiudere le bare: ma vieto ai miei dipendenti di avvicinarsi al defunto con la valigetta. È un’immagine In ginocchio dal papa morte con l’ironia. E così, alla Th.Expo 2005, la fiera internazionale dell’arredo funebre svoltasi a Carrara, si sono viste bare a forma 1 di gambero, trasparenti, matrimoniali e una rassicurante cassa “salva vita”, con le apparecchiature mediche che entrano in azione in caso di morte apparente... Ma anche cioccolatini a forma di bara (1) e una pista per provare i carri funebri. In 2 Internet, poi, si trovano tantissimi oggetti per chi ama lo humor nero (www.pushindaisies.com): dalle T-shirt per il “bowling estremo” (2) che pubbliciz3 zano un’impresa di pompe funebri, ai gemelli per le camicie a forma di piccole bare d’argento (3). E per chi non teme di mostrare il proprio lato oscuro, una borsetta di pelle nera con croce e chiodi sul coperchio (4). Corone per ... coronati La famiglia reale olandese guida il corteo al funerale del principe Bernardo (2004). Anche la morte può diventare un evento se riguarda una celebrità. Tranquilli, è solo arte Questi ragazzi francesi sembrano morti, ma non lo sono affatto. Stanno invece creando una performance artistica... scioccante: la morte (anche se simulata) sconcerta ma incuriosisce sempre. Nei cimiteri si celano spesso vere opere d’arte. Potete vedere le più belle su: www. .it/cimiteri Riti e cimiteri anche per Fido funebre specializzata in servizi per animali da compagnia. Sono ormai molte, infatti, le aziende tradizionali che si occupano anche di questo settore, dalla cremazione alla tumulazione in cimiteri per animali (in Italia sono 3). E si trovano in vendita bare, urne cinerarie, portafoto e vasi funebri dedicati a cani e gatti. ■ Saluti affettuosi Chi richiede, di solito, questi servizi? «Tutte le categorie di persone» racconta Massimo De Palma, titolare di Novalife (www.petfuneral.it), impresa funebre per animali di Bonirola di Gaggiano (Mi): «Ci sono famiglie che vivono in città e non sanno cosa fare della piccola salma, ma anche anziani soli, che vogliono dare un segno d’affetto all’amico che li ha lasciati». E non si tratta soltanto di cani o gatti: «Molti ci chiedono il funerale per il coniglio, il criceto o l’uccellino: è probabile che tra breve ci occuperemo anche di iguana o pitoni…». 58 08/2005 Miazzolo. Già, ma perché un cadavere “fa impressione”? «Perché non risponde» dice Francesco Campione, docente di psicologia medica all’Università di Bologna: «Per un certo periodo conserva l’aspetto della persona viva, ma manca di qualcosa di essenziale. Con la sua immobilità incarna il destino che ci attende e la sua presenza inquieta, suggerendo che, fino a quando il cadavere è presente, può “portarci via con sé”. Questo ha spinto tutte le culture a ritualizzare il passaggio dalla vita alla morte. ▲ se a lasciarci sono Fido o Erivolgersi Miù? Oggi è possibile a un’impresa Senza la cintura per le bare, chi guidava il carro rischiava la schiena a ogni frenata Anche per far sì che “riposi in pace” e che non venga a turbare il nostro sonno». ● Emarginati ma ironici Come fanno gli impresari funebri, sempre a contatto con la morte, a essere persone tranquille? «Proprio perché ci abituiamo al fatto che la morte fa parte della vita» risponde Gianella. «Per la gente comune, vedere una salma è un evento eccezionale, ma in natura la morte è frequente. Perciò l’accettiamo con serenità». 1 2 3 Optional per carri funebri Auto funebre hi-tech: 1) monitor per seguire il corteo; 2) cintura di sicurezza per la bara; 3) foto del caro estinto sulla fiancata. «Gli impresari funebri fanno un lavoro utilissimo, aiutati da una buona dose di autoironia. Anche se vivono un’emarginazione sociale: la stessa riservata alla morte, dalla quale risultano come “contaminati”» spiega Campione. «Oggi però sta cambiando il nostro rapporto con la morte: sparisce come tabù se ne ragioniamo dal punto di vista scientifico, ma rimane come tabù dell’emotività: qualcuno fa ancora scongiuri quando vede un carro funebre».Anche se oggi può passare con monitor al plasma sulle fiancate, che trasmettono foto e filmati del defunto, magari con musica in sottofondo: succede a Stradella (Pv), per iniziativa di Germano Versiglia, impresario funebre. «Li usiamo anche per mostrare informazioni come l’orario della funzione e una microcamera di sicurezza riprende il corteo durante il tragitto a piedi». Di sicurezza? «Sì. Una volta abbiamo dovuto fermarci e scendere per calmare gli animi. I parenti litigavano dietro al carro per questioni di eredità...». ■ Carlo Dagradi Gruner und Jahr-Mondadori SpA. 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