234 effetto wal-mart

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234 effetto wal-mart
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effetto wal-mart
ti al settore degli imballaggi di cartone e di due impiegati nel settore dei deodoranti;
queste persone lavorano ancora tutte direttamente con Wal-Mart o in imprese che
riforniscono Wal-Mart e hanno chiesto di restare anonime, benché il processo di eliminazione delle scatole sia stato avviato quindici anni fa. Wal-Mart non era l’unica
grande catena a volersi disfare delle scatole, e alcuni produttori di deodorante erano
particolarmente ansiosi di farlo per il risparmio sui costi di cui avrebbero goduto e
per una questione di tutela dell’ambiente.
Supermarket News (www.supermarketnews.com) pubblica un elenco annuale dei
settantacinque maggiori rivenditori di generi alimentari negli Stati Uniti e delle venticinque catene di alimentari più grandi del mondo. I dati relativi al numero di
imprese finite in bancarotta nel settore statunitense della vendita di alimentari sono
tratti da un articolo del Wall Street Journal del 27 maggio 2003, «Wal-Mart Tops
Grocery List with Its Supercenter Format» scritto da Patricia Callahan e Ann Zimmerman. L’articolo cita un’analisi delle bancarotte dei negozi statunitensi di generi
alimentari effettuata da Burt Flickinger III di Strategic Resource Group, società di
consulenza di New York. L’autore ha aggiornato le cifre in relazione alle richieste di
usufruire del programma di protezione previsto dal Capitolo 11 da parte di Penn
Traffic, gestore dei negozi di alimentari Big Bear, nel 2003, e dei Winn-Dixie Stores
nel 2005. Flickinger, specializzato nella strategia retail, ha sottolineato che, diversi
anni prima che Wal-Mart entrasse nel settore dei generi alimentari, i fratelli Davis,
che dirigono Winn-Dixie, proposero a Sam Walton di entrare nel consiglio di
amministrazione della società. Walton accettò e fece parte del consiglio di amministrazione dal 1981 al 1986. «In pratica si fece una cultura occupandosi di WinnDixie» dichiara Flickinger. «Winn-Dixie rappresentò una delle motivazioni principali che portarono Sam Walton a entrare nel settore dei generi alimentari». .
Una grossa società di ricerche di mercato degli Stati Uniti si è cortesemente occupata dell’analisi della prossimità dei negozi Wal-Mart alle abitazioni statunitensi. La
società ha chiesto espressamente di non essere citata per nome, per timore di far irritare Wal-mart. Le cifre fornite sono, di per sé, sorprendenti:
• Nel raggio di otto chilometri da un Wal-Mart: 155 milioni di residenti negli
Stati Uniti, 50 milioni di famiglie.
• Nel raggio di ventiquattro chilometri da un Wal-Mart: 256 milioni di residenti negli Stati Uniti, 99 milioni di famiglie.
• Nel raggio di quaranta chilometri da un Wal-Mart: 285 milioni di residenti
negli Stati Uniti, 1079 milioni di famiglie.
L’analisi è stata effettuata in un momento in cui la popolazione totale degli Stati
Uniti era di 293 milioni di abitanti, con 110 milioni di famiglie.
Wal-Mart dichiara che 100 milioni di americani fanno acquisti nei suoi negozi
ogni settimana, e che 138 milioni di persone fanno acquisti nei suoi negozi sparsi in
tutto il mondo ogni settimana. John Fleming, chief marketing officer di Wal-Mart, ha
dichiarato al Wall Street Journal che nel 93 per cento delle famiglie statunitensi almeno una persona fa acquisti da Wal-Mart almeno una volta all’anno – la citazione è
apparsa in Ann Zimmerman, «Wal-Mart Sets Out to Prove It’s in Vogue», 25 agosto
2005.
Sul sito walmartfacts.com Wal-Mart riporta non solo il numero dei propri dipendenti negli Stati Uniti, stato per stato, aggiornato ogni tre mesi, ma anche il numero
dei «posti di lavoro presso i fornitori» che i suoi acquisti di beni e servizi hanno giu-
note sulle fonti
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a $2,93; nove dei quindici articoli più venduti costano meno di $1,50; sei dei quindici articoli più venduti costano meno di $1,00. Nella classifica invece degli articoli di
marca più venduti, i più costosi sono la carta igienica Angel, ventiquattro rotoli a
$4,84, e le pile AA Duracell, vendute in confezione da otto a $4,75. Otto dei quindici articoli più venduti costano meno di $1,50, tredici costano al massimo $3,00.
I tre articoli descritti – l’olio da bagno Alpha Keri, i fagiolini in scatola senza sale
aggiunto e le vongole sminuzzate – non sono scelti a caso: fanno parte dei prodotti di
base usati dalla mia famiglia. In particolare, i fagiolini in scatola sono una scelta
curiosa; il nostro veterinario li ha prescritti per cercare di tenere sotto controllo il
peso della nostra Labrador nera – un barattolo da 400 g a ogni pasto, mattina e sera.
La dieta funziona, e piace molto al cane, che in questo modo mangia 730 barattoli di
fagiolini all’anno. È probabile che sia la maggior consumatrice di fagiolini del paese.
I fagiolini costano così poco da Wal-Mart che comprarli lì ci permette di risparmiare almeno $75 all’anno, se non molto di più.
Supermarket News (www.supermarketnews.com) compila un elenco annuale dei
maggiori rivenditori di cibo statunitensi, indicando il fatturato annuo di ciascuno.
Come dimostra lo studio di Hausman e Leibtag a cui mi riferisco nel capitolo 6, una
famiglia tipo che acquisti generi alimentari da Wal-Mart risparmia il 15 per cento.
I dati relativi al fatturato per dipendente di Wal-Mart, Target e Whole Foods
derivano da un semplice calcolo di divisione del fatturato totale di ciascuna impresa
per il numero totale dei dipendenti. Sono dati pubblici, ricavabili dagli atti finanziari
delle imprese.
I testi dei Poor Richard’s Almanack scritti da Benjamin Franklin in diverse annate è
consultabile sul sito della University of Kansas, nella sezione «Documents for the
Study of American History»: http://www.ku.edu/carrie/docs/amdocs_index.html. La
versione che si avvicina di più al detto attribuito a Franklin è contenuta nel Poor
Richard’s Almanack del 1737: «a penny sav’d is twopence clear».
Le informazioni relative al saldo delle carte di credito dei cittadini statunitensi e alle
loro abitudini riguardo al pagamento delle bollette provengono da www.cardweb.com,
un’impresa che raccoglie e analizza i dati relativi all’utilizzo di ogni tipo di carta di
pagamento da parte dei consumatori. Il Bureau of Economic Analysis dello U.S.
Department of Commerce calcola mensilmente il tasso di risparmio del cittadino
statunitense medio.
La situazione finanziaria di Southwest Airlines è esposta in dettaglio nei rendiconti d’esercizio della compagnia, consultabili sul sito www.southwest.com. Il lancio
delle tratte da e per Pittsburgh nel maggio del 2005 da parte della compagnia è
descritto in «Arrival of the Fittest», scritto da Dan Fitzpatrick, pubblicato su Pittsburgh Post-Gazette il 5 maggio 2005. La bancarotta di United Airlines, US Airways,
Delta e Northwest è stata ampiamente documentata e analizzata dai media. Le perdite totali del settore delle compagnie aeree nel 2004 – $9 miliardi, ovvero $173
milioni alla settimana – sono state riportate in un dispaccio di Associated Press,
datato 7 agosto 2005, attribuito alla Air Transport Association. Sul Wall Street Journal si è parlato di un totale di 135.000 licenziamenti nel settore delle compagnie
aeree tra il 2000 e il 2005, in «For U.S. Airlines, a Shakeout Runs into Heavy Turbulence» scritto da David Wessel e Susan Carey e pubblicato il 19 settembre 2005.
Micheline Maynard, in «Survival of the Fittest and the Leanest Becomes Strategy
for the Airlines», pubblicato sul New York Times il 30 ottobre 2004, ha riportato che