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Etiopia - Missione dal 9 Marzo 2007 al 17 Marzo 2007
Partecipanti: Gian Luca Laffi oculista, Enio D’Altri fotografo.
Struttura d’accoglienza: Taza Catholic Health Center (2000 metri) a sud di Addis Abeba.
Clima: secco, di giorno 26 gradi, la notte 15 gradi. Per il mese di marzo è un’eccezione dal momento che
marzo è stagione di piccole piogge.
Lingua: 83 lingue, lingua ufficiale l’amarico, lingua di comunicazione estera l’inglese.
Tenore di vita: 2,98% di quello italiano.
Vita media: uomini 46,5 anni, donne 48,6 anni.
Obiettivi: valutare creazione ambulatorio di oculistica a Dubbo, collaborazione con il centro sanitario di Taza
e documentazione fotografica.
Sabato 10/03/2007
Arrivati al nuovo aeroporto di Addis Abeba, pulito e funzionale per essere in Africa, abbiamo ottenuto
rapidamente il visto, mentre alla dogana era già presente Suor Maria Rosa che ci ha aiutato a liberarci
dall’insistenza del doganiere a volerci mandare al ministero della sanità: aveva scoperto alcuni cartoni di
medicinali dentro le numerose valigie che eravamo riusciti a far arrivare grazie all’amico Pierluigi Rossi.
Abbiamo percorso 350 Km per arrivare a Taza insieme a Suor Maria e Suor Felsys. La strada è ottima fino a
50 Km da Taza. Arrivati alla missione ci troviamo di fronte a centinaia di persone che assediano il
dispensario ed iniziamo subito con le visite. Dormiamo all’interno della missione in una cameretta
confortevole con bagni in comune. Unico handicap l’acqua soltanto fredda e la luce che ogni tanto manca.
Domenica 11/03/2007
Oggi è il secondo giorno di visite, ed a fine giornata saranno, come ieri, circa 300 le persone esaminate dal
dottor Yoseph oculista, assistito dal dottor Kefala specializzando e da 5 suore indiane infermiere con
esperienza in oculistica. Gian Luca da loro manforte mentre Ennio non perde tempo nell’immortalare
l’accampamento. Oltre alle casette, reparti e saloni, vengono montate grandi tende per ospitare tutte le
persone. Vengono anche organizzate cucine all’aperto. Il tutto procede in perfetto ordine e silenzio. Le suore
indiane sembrano abituate a gestire grandi numeri di persone. Si lavora fino a tarda sera. Si conclude la
giornata tutti intorno al tavolo per la cena.
Lunedì 12/03/2007
Alle 6.30 partenza per Dubbo. Dopo 60 km di strada in parte asfaltata, in parte no, arriviamo all’ospedale di
Dubbo dopo esserci fermati presso i frati Cappuccini dove Don Siverio ci offre papaia e casimirri. Ci fa da
guida Sishane, un medico etiope. L’ospedale ha un aspetto europeo sia fuori che dentro e vi riscontriamo
estrema pulizia ed ordine. Oltre ai soliti reparti di medicina, pediatria, ginecologia e reparto per tubercolosi ci
sono anche un reparto per bambini malnutriti, una sala operatoria, e 2 ambulatori per dentisti. E’ già stato
programmato per il futuro anche un ambulatorio di oculistica e vi troviamo una vecchia lampada a fessura.
Alle 11 siamo di nuovo in macchina dopo che Ennio si è avventurato dentro ad una capanna senza luce e
senza acqua abitata da una famiglia di contadini. Non siamo riusciti a comprendere quante persone ci
vivevano perché bambini e ragazzi aumentavano a vista d’occhio. Abbiamo raggiunto il dispensario di Taza
per aiutare il personale sanitario nell’eye camp in corso. Oggi è il terzo giorno di eye camp ed il primo giorno
di interventi chirurgici. Alla fine della giornata saranno 33 gli operati grazie ad un’organizzazione esemplare.
Solo per la sala operatoria stavano a disposizione 8 persone. Questi raduni vengono effettuati 3 o 4 volte
all’anno a seconda della disponibilità dell’oculista che vive e lavora ad Awasa (a 2 ore di macchina). Le
infermiere reclutano i pazienti mediante screening nei villaggi una volta al mese e visite giornaliere alla
clinica. La qualità del servizio ha creato una rete di passaparola tale che arrivano pazienti anche dalla
capitale o da altri centri lontani.
Martedì 12/03/2007
Gian Luca, svegliato all’alba da Suor Maria, si precipita in sala operatoria ad aiutare il dottor Yoseph nei
numerosi interventi che si susseguiranno fino alle otto di sera nonostante la luce sia mancata tutto il giorno.
In tutto 39 interventi. Ennio si dedica oltre alla documentazione della missione, alla documentazione delle
famiglie povere che ricevono un pasto ricco di proteine dalle suore. Quest’anno le piogge devono ancora
arrivare per cui i raccolti sono scarsi. La missione ospita anche 15 orfani ed alcune famiglie con bambini
malnutriti.
Mercoledì 13/03/2007
Anche oggi numerosi interventi chirurgici e visite oculistiche. Abbiamo potuto notare l’abilità di Suor Celine
nell’operare un entropion cicatriziale nel corridoio, dal momento che i due letti operatori servivano a Gian
Luca e Joseph. L’entropion palpebrale è causato dal tracoma, un’infezione endemica in questa zona
dell’Africa, che, se non curata con un semplice antibiotico, causa cicatrici nella palpebra interna che a loro
volta producono l’inversione della palpebra superiore con sfregamento delle ciglia sulla cornea e portano alla
cecità. Nella mattina abbiamo incontrato il vescovo Domenico Marinozzi per discutere sulla possibilità di
creare un’unità operativa di oculistica nell’ospedale di Dubbo. Alla riunione hanno partecipato anche il
pediatra Giovanni Cecchini, la responsabile del personale Suor Giani, l’amministratore Gerezhawe, Suor
Maria ed Ennio. La diocesi e l’ospedale di Dubbo ci chiedono un progetto ed una lista degli strumenti
necessari per cominciare il prima possibile. Punto fondamentale nel progetto di creazione dell’unità operativa
di oculistica a Dubbo sarà quello di formare un’infermiera specializzata in oculistica, o alla scuola di Addis
Abeba o inviandola a frequentare il centro di Taza. Alle 14.30 Ennio monta un set fotografico per riprendere
singolarmente tutti i componenti dello staff oltre ad una foto ricordo di gruppo. La giornata di lavoro si
conclude alle 21 con una cena multietnica.
Giovedì 14/03/2007
Saluti e partenza alle 7.30. Dopo Shashamane incontriamo numerosi dromedari accuditi da ragazzi dell’etnia
Afar. Questo luogo funge da tappa per lo scambio dei dromedari per permettere a questa etnia nomade di
percorrere lunghe distanze. Alle 13.30 siamo ad Addis Abeba alla casa collegio delle Ancelle dei Poveri che
ci ospiteranno per la notte. Il pomeriggio libero ci consente une visita al Museo Nazionale che custodisce
l’australopiteco “Lucy”, scheletro di Homo erectus che risale a circa tre milioni di anni fa.
Venerdì 15/03/2007
Volo con l’Ethiopian Air Line fino a Roma e poi con Alitalia per Roma e Bologna.