307-312 Attu - Turchi - Recenti Progressi in Medicina
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307 Attualità Recenti Prog Med 2012; 103: 307-312 Biobanca ad azoto liquido: una risorsa preziosa per la ricerca biomedica Stefano Turchi1, Antonella Mercuri1, Guido Lazzerini1, Maria Rosa Chiesa1, Laura Musacchio2, Sabrina Tozzi3, Mauro Boni3, Ottavio Zirilli1,3, Maria Grazia Andreassi1 Riassunto. Le biobanche sono una risorsa fondamentale per il progresso della conoscenza scientifica di molte malattie multifattoriali e per le tecnologie delle “-omiche” (trascrittomica, proteomica, metabolomica, esposoma) al fine di individuare i meccanismi patogenetici e definire nuovi strumenti di prevenzione, diagnosi e cura. La collezione di campioni biologici umani per una Banca Biologica è, tuttavia, un processo complesso che richiede la rigorosa attinenza a tutti i requisiti normativi vigenti sulla qualità e la sicurezza delle biobanca. L’obiettivo di questo articolo è quello di discutere le prospettive scientifiche, le problematiche metodologiche e procedurali di un processo di allestimento di una biobanca, descrivendo la realizzazione recente di una Banca Biologica ad azoto liquido (-196 °C) a fini di ricerca presso l’Istituto di Fisiologia Clinica, al Campus CNR di Pisa. Liquid nitrogen biobank: a resource for biomedical research. Parole chiave. Biobanca, esposoma, metabolomica, proteomica, trascritto mica. Key words. Biobank, esposoma, metabolomica, proteomica, trascritto mica. Introduzione La conservazione di campioni umani (campioni di sangue, cellule isolate e frazionate) rappresenta, infatti, una grande opportunità per la ricerca medica al fine di scoprire i meccanismi patogenetici, le “impronte molecolari” e nuovi biomarcatori della maggior parte delle malattie complesse, nella cui patogenesi i fattori ambientali interagiscono con fattori di tipo genetico1-4. Per tali prospettive, c’è un grande impegno nella comunità scientifica per organizzare collezioni di materiale biologico da un basso livello di organizzazione (raccolte di campioni biologici “fai da te”) a strutture bene organizzate e controllate, a tutti gli effetti considerabili biobanche, che rispondano a tutti i requisiti normativi vigenti sulla qualità, lo stoccaggio e la sicurezza dei campioni5,6. L’obiettivo di questo articolo è di discutere le prospettive scientifiche, le problematiche metodologiche e procedurali di un processo di allestimento di una biobanca, descrivendo la realizzazione recente di una Banca Biologica ad azoto liquido (-196 °C) a fini di ricerca, presso l’Istituto di Fisiologia Clinica, al Campus CNR di Pisa. La costituzione di una biobanca, o banca biologica, – annoverata da Time nel 2009 tra le 10 idee in grado di cambiare il mondo1 – sta diventando un importante strumento per la ricerca scientifica e il progresso della conoscenza medica, fornendo prospettive concrete per il raggiungimento di una “medicina personalizzata”2,3. Molti Paesi industrializzati attualmente stanno investendo ingenti risorse nel biobanking pubblico e privato per la realizzazione di grandi collezioni di materiale biologico. Nell’ultimo decennio, solo negli Stati Uniti sono state istituite circa 179 biobanche che raccolgono i campioni di 345.000 cittadini3. Nel 2007 il Regno Unito ha istituito una biobanca nazionale (UK Biobank) allo scopo di raccogliere da 500000 persone i campioni biologici e DNA da impiegare nel campo della ricerca medica sulle malattie comuni4. Una biobanca è definita come un «sistema che archivia uno o più tipi di campioni biologici per studi futuri e che consente un recupero efficiente ed una stabilità ottimale dei campioni»4. Summary. Biobanks are a critical resource for “omics” technologies in order to dissect molecular mechanism and gene-environmental interactions of common diseases, such as cancer, cardiovascular diseases, diabetes, and neurodegenerative diseases. Progress in basic biomedicine may contribute to advance personalised medicine in which treatments will no longer be “one size fits all”, but instead “tailored” to the molecular and genetic profile of each patient. Currently, there are major efforts worldwide to professionalize biobanks in order to move ahead from a “do-ityourself” tissue collection - as is most frequent at present for providing high quality preservation and storage of biological samples with potentially greater scientific impact. In this paper, we describe our recent experience in the design and development of a high-security liquid nitrogen storage system (-196°C) as a key resource for biomedical research. 1 Unità Banca Biologica, Istituto di Fisiologia Clinica, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Pisa; 2 Air Liquide Sanità Service, Milano; 3Unità Prevenzione e Protezione, Area della Ricerca di Pisa, Consiglio Nazionale delle Ricerche. Pervenuto l’11 giugno 2012. 308 Recenti Progressi in Medicina, 103 (9), settembre 2012 L’importanza della raccolta di campioni biologici per ricerche “-omiche” Nonostante decenni di ricerca clinica ed epidemiologica, l’eziologia di molte malattie multifattoriali, quali cancro, malattie cardiovascolari, malattie neurodegenerative e diabete, è ancora in gran parte sconosciuta. Le nuove tecnologie “-omiche”, quali trascrittomica, proteomica, metabolomica ed esposoma, stanno rivoluzionando il nostro approccio alla conoscenza della biologia umana, con la prospettiva concreta di fornire informazioni per lo sviluppo di utili strumenti diagnostici e di nuove strategie terapeutiche7-10. lativo di esposizione dalla gestazione alla vita adulta, negli studi di medicina ambientale13,14. Lo studio dell’esposoma promuove l’applicazione delle tecniche “-omiche” nell’ambito dell’epidemiologia molecolare al fine di meglio caratterizzare l’intervallo che intercorre tra l’esposizione a fattori ambientali e l’insorgenza di malattie15,16. In questo contesto scientifico, il più importante prerequisito è l’attenta gestione e lo stoccaggio di campioni biologici in modo da preservare e controllare la qualità del materiale biologico per gli studi di “-omica”. La figura 1 schematizza le biomolecole all’interno di biofluidi, cellule e tessuti (DNA, mRNA, proteine, peptidi, fosfolipidi, e piccoli metaboliti) che sono attualmente di maggior interesse per la ricerche “-omiche” (figura 1). La trascrittomica è la scienza che studia l’espressione genica utilizzando gli strumenti della biologia molecolare e della bioinformatica. Questo campo sta avanzando rapidamente, soprattutto grazie a tecniche (high-throughput) ad alta processività come la tecnologia microarray che consente la comparazione di un gran numero di soggetti affetti (e non) da specifiche patologie o esposti e non esposti (casi e controlli) a specifici fattori ambientali7-10. La proteomica è la scienza che studia le proteine presenti in specifici tipi cellulari o tessuti per comprendere il loro ruolo in condizioni fisiopatologiche. A differenza del genoma, lo studio del proteoma è altamente dinamico nel tempo, in relazione al tipo di cellula consiFigura 1. Le principali biomolecole per le ricerche “-omiche” della Medicina Ambientale e Personaderata ed in risposta all’amlizzata. biente7-10). Lo studio della metabolomica è finalizzato ad individuare piccole molecole, a basso peso molecolare Aspetti etici per la raccolta e la conservazione (metaboliti), prodotti dai cambiamenti nell’espresdei campioni umani in banche biologiche sione genica e proteica7-10. Gli studi di metaboloper scopi di ricerca mica sono eseguiti in campioni biologici con risonanza magnetica nucleare, spettroscopia e spetQuando si allestisce un archivio a lungo termitrometria di massa per identificare i componenti ne di materiali biologici per ricerche future, devochimici di vie metaboliche: substrati, enzimi e i lono essere presi in considerazione diversi fattori, ro prodotti. per i quali si raccomanda la rigorosa attinenza a La regolazione dell’espressione genica medianprotocolli standardizzati in modo da ottenere biote meccanismi epigenetici sta anche emergendo cobanche di alta qualità17-19. Gli aspetti salienti dell’allestimento di una biobanca sono schematizzati me fattore determinante della risposta cellulare e nella figura 2 a pagina seguente. tessutale nelle malattie multifattoriali11. L’epigenetica descrive i meccanismi che consentono alle Oltre alle questioni metodologiche, il prerequisicellule di rispondere rapidamente ai cambiamenti to fondamentale per la raccolta di campioni biologiambientali, rappresentando un legame importanci per una banca biologica o per un progetto di ricerte tra geni e ambiente12. ca specifico richiede l’approvazione del Comitato EtiIn aggiunta, è stato recentemente introdotto il co di pertinenza5. concetto di “esposoma”, che riflette l’effetto cumu- S. Turchi et al.: Biobanca ad azoto liquido: una risorsa preziosa per la ricerca biomedica tistiche, diversi da quelli per i quali è stato originariamente acquisito il consenso informato degli interessati, sono consentiti limitatamente al perseguimento di scopi scientifici e statistici direttamente collegati con quelli originari»18. L’utilizzo dei campioni biologici per ogni specifico progetto di ricerca deve essere, comunque, oggetto di autorizzazione da parte del Comitato Etico dell’istituzione sulla base di uno specifico protocollo. Inoltre, i donatori hanno il diritto di essere dettagliatamente informati sulle modalità di trattamento dei loro dati personali raccolti, nonché degli strumenti e dei mezzi utiFigura 2. Rappresentazione schematica di un archivio di campioni biologici. lizzati per garantirne la riservatezza nel rispetto del codice in materia di protezione dei dati a tutela della privacy e della dignità degli individui. In Italia, si In conformità a quanto affermato sulla tutela dei rinvia per una più ampia analisi dell’argomento aldati personali e i principî etici riguardo la tutela dei le linee guida pubblicate dal CNB Comitato Nasoggetti umani (la Dichiarazione Universale delzionale per la Biosicurezza e le Biotecnologie5. l’Unesco sulla Bioetica ed i Diritti Umani 2005; la Dichiarazione Universale dell’Unesco sul Genoma Umano ed i Diritti Umani 1997; la Dichiarazione di Helsinki sui Principî Etici che coinvolgono la ricerca Progettazione di una raccolta di campioni medica su soggetti umani 1964 e 2008), i campioni per una banca biologica di alta qualità biologici devono essere acquisiti solo con il consenso informato dei partecipanti, anche definendo i limiti Quando si progettano studi di ricerca con camentro cui possono esser usati, in particolar modo pioni biologici, i ricercatori si trovano di fronte alla quando condotta sul DNA5,18. domanda di come archiviare un vasto numero di campioni in modo da consentire il più grande nuDi fondamentale importanza è l’informazione mero di opzioni di ricerca nel futuro19-21. Una racalla richiesta del consenso che deve essere chiara e precisa e basarsi sia su un opuscolo informativo comandazione generale è che il protocollo per la sia su una breve conversazione (face-to-face conraccolta, il processamento e l’archiviazione dei camsent). Il consenso deve essere espresso in forma pioni biologici includa il maggior numero di tipi di campioni al fine di fornire un’ampia risorsa per una scritta e, in generale, ai donatori dovrebbe essere sempre garantita la possibilità in qualsiasi movasta gamma di futuri quesiti scientifici19-21. Per quanto riguarda il processo di raccolta del mento di revoca, compresa la distruzione dei campioni biologici e i relativi dati personali5,18. Sebcampione, è di estrema importanza adottare le metodologie operative più adeguate con rispetto al tratbene non ci sia unanime accordo sulla specificità del consenso, in letteratura esistono numerose tamento e all’archiviazione in modo da preservare intatte le caratteristiche biologiche dei campioni19proposte di modelli specifici per banche biologi21 che, proposte che sono state preparate prendendo . Ad esempio, è necessario considerare vari aspetti in considerazioni numerosi modelli in uso presso tecnici, come la selezione attenta dell’anticoagulanvarie istituzioni5,18. te e/o preservanti nelle provette di prelievo, la temA livello nazionale, è riconosciuta la possibilità peratura e la lunghezza dello stoccaggio al fine di di acquisire un “consenso parzialmente ristretto”, evitare perdite o danni del materiale biologico19,20. consenso che permette di usare il materiale biologico (ed i dati connessi) per le finalità della ricerca Il plasma è normalmente raccolto in provette specifica che ha dato il via alla raccolta e per futucon aggiunta di anticoagulante (comunemente EDre finalità ad essa connesse in modo più o meno diTA, citrato o eparina), mentre il siero è collocato in retto: «la conservazione e l’ulteriore utilizzo di una provetta senza additivi o contenente in molti campioni biologici e di dati genetici raccolti per la casi una forma di silice micronizzata per rallentarealizzazione di progetti di ricerca e indagini stare la coagulazione. 309 310 Recenti Progressi in Medicina, 103 (9), settembre 2012 Per le ricerche genetiche, la raccolta di sangue con EDTA è idonea per studi sul DNA. Un tempo rapido di processamento è un altro fattore cruciale per tutto il processo di raccolta del campione per evitare la degranulazione cellulare per azione di proteasi in cellule ex vivo. Per alcuni tipi di biomarcatori può essere necessario aggiungere un mix di inibitori delle proteasi al fine di evitare la degradazione del campione. In generale, una raccomandazione importante è che il campione sia separato appena possibile nei diversi componenti (plasma, siero, cellule) e ciascuna parte sia mantenuta alla temperatura appropriata19,20. Più velocemente si separa il plasma dalle cellule, maggiore risulta la qualità del campione: questo è particolarmente importante per i biomarcatori che sono sia circolanti sia presenti nelle piastrine22. Quando i campioni non vengono analizzati immediatamente, andrebbero mantenuti ad una temperatura bassa perché la temperatura ambiente provoca il degrado dei marcatori proteici piu’ labili (citochine), antiossidanti (acido ascorbico, acido urico, -tocoferolo ) ed altri analiti (folati e vitamina B-12 ). Il controllo della temperatura durante la raccolta dei campioni e la conservazione a lungo termine è essenziale e determina l’utilità dei campioni nelle analisi future23-25. Generalmente, per una conservazione a lungo termine, lo stoccaggio a -80 °C viene adottato per aliquote di siero e plasma, contenenti un gran numero di molecole solubili che richiedono temperature molto basse per rimanere intatte23-25. Alcuni biomarcatori, tuttavia, possono degradarsi spontaneamente durante la conservazione anche a -80 °C e per questi può essere necessario lo stoccaggio a temperature più basse in azoto liquido26. Al contrario, il DNA purificato può esser stoccato a 4 °C per settimane , a -20 °C per mesi e -80 °C per anni28. Le cellule vitali sono stabili a temperatura ambiente fino a 48 h; successivamente, i campioni cellulari devono essere o coltivati o crioconservati in azoto liquido al fine di rimanere vitali. colare condizione, sembra che la maggior parte delle cellule stoccate rimangono vitali e invariate a tempo indeterminato19-21.Tuttavia, la creazione e la manutenzione delle biobanche con criocontenitori in azoto liquido richiede un’attenta pianificazione per garantire al personale che utilizza l’impianto di lavorare in condizioni di sicurezza. La manipolazione dell’azoto liquido necessita l’osservazione di regole rigorose il cui scopo è prevenire due rischi primari: l’anossia e le ustioni per contatto o da proiezioni. In una sala criogenica, durante la fase di riempimento dei criocongelatori, si può potenzialmente avere una vaporizzazione dell’azoto liquido che va a diminuire il volume di ossigeno nell’aria. Un’indicazione generale di quali possano essere le conseguenze dell’esposizione ad atmosfera sotto-ossigenata, sono: 21%-18% possibili difficoltà respiratorie, 18%-12% atmosfera non respirabile, problemi respiratori gravi, sotto 12% svenimento e morte. Il rischio elevato dipende anche dal fatto che l’azoto è inodore, il che lo rende più insidioso rispetto ad altri gas tossici (per es., ammoniaca o idrogeno solforato) la cui presenza anche a bassissime concentrazioni è rivelata dal caratteristico odore. In ogni sala di crioconservazione, pertanto, devono essere presenti sensori ossigeno e sistemi di ventilazione forzata per proteggere l’operatore dal rischio di asfissia. In aggiunta, è altrettanto importante che lo staff sia adeguatamente formato sull’uso di efficaci sistemi di protezione al fine di minimizzare il rischio di possibili incidenti. La tabella 1 riassume le principali precauzioni da adottare in una criobanca ad azoto liquido. Tabella 1. Norme di sicurezza di una biobanca d’azoto liquido. Accesso ristretto a personale autorizzato Personale formato (lavoro in coppia) Utilizzo di sistemi meccanici di ventilazione Sensore ossigeno con soglia di allarme <19% Immediata uscita dalla sala in caso di sintomi da deficit d’ossigeno Stoccaggio a lungo termine del campione: perché scegliere una biobanca ad azoto liquido? La nostra esperienza Il metodo migliore per la conservazione delle cellule e biomolecole è la loro crioconservazione in azoto liquido che sta diventando una opzione di archiviazione sempre più comune per la ricerca biomedica29-31. L’obiettivo della crioconservazione è quello di minimizzare i danni ai materiali biologici. Più bassa è la temperatura, tanto più è il periodo di conservazione vitale. Il termine “crioconservazione” (conservazione criogenica) si riferisce alla conservazione di cellule, tessuti e organi, a seguito di opportune procedure di preparazione, alla temperatura ultra-bassa dell’azoto liquido (-196 °C). A questa temperatura, la cellula entra in uno stato di “assoluta quiescenza”, tutte le reazioni fisiche e biochimiche sono praticamente arrestate; in questa parti- Al fine di creare una banca biologica realizzata secondo i più elevati livelli di qualità e sicurezza, il nostro Istituto al Campus CNR di Pisa ha recentemente attivato una partnership con Air Liquide Sanità Service, in grado di assicurare il know-how necessario per la realizzazione di un impianto di stoccaggio di campioni biologici con i più qualificati standard di crioconservazione ed alti livelli di sicurezza. Il nucleo della struttura è una sala adeguatamente dimensionata, all’interno della quale sono posizionati i contenitori criogenici alimentati tramite una linea di distribuzione sottovuoto dell’azoto liquido, stoccato, a sua volta, in un serbatoio criogenico esterno. S. Turchi et al.: Biobanca ad azoto liquido: una risorsa preziosa per la ricerca biomedica Il riempimento dei criocontenitori avviene in modo automatico, in funzione dei livelli di riempimento impostati sui contenitori stessi. A garanzia di sicurezza sia per il personale che per i campioni biologici, inoltre, l’accesso alla biobanca è controllato e tracciato tramite badge elettronici. Tutti i parametri critici, gli automatismi di impianto e gli accessi badge sono gestiti da un sistema di gestione e controllo appositamente progettato (CryoSMART- Air Liquide Sanità Service SpA). Nel caso specifico, il sistema, attivo 24 ore/giorno per 365 giorni/anno, è stato configurato per monitorare e gestire costantemente i parameFigura 3. Struttura schematizzata delle caratteristiche strutturali, organizzative e gestionali della tri e le condizioni operative Biobanca dell’Istituto di Fisiologia Clinica al Campus CNR di Pisa. dei criocontenitori (temperatura, livello, stato coperchi e stato elettrovalvola), la percentuale di ossigeno ambientale, la fornitura dell’azoto liquido, la sincroIn questa ottica, è raccomandabile che si passi da nizzazione del riempimento dei criocontenitori e una fase di raccolta di campioni di tipo “artigianatutti i possibili stati di allarme evidenziati anche le”, come spesso ancora accade nei nostri Centri di tramite dispositivi acustici e visivi. Ogni allarme ricerca e di clinica, ad un processo di allestimento identificato come critico potrà essere inviato via di una biobanca con un elevato grado di competenSMS, chiamata vocale o e-mail agli operatori coinza professionale e di implementazione di tecnologie volti, al fine di consentire l’intervento in caso di informatizzate al fine di garantire tutti i requisiti emergenza (figura 3). normativi vigenti sulla qualità e la sicurezza delle Il medesimo sistema informativo consente, inolBanche Biologiche. tre, agli utenti di tracciare la “vita” del campione biologico dall’accettazione all’analisi, con un partiBibliografia colare dettaglio delle posizioni di stoccaggio e di eventuali movimentazioni. 1. Park A. Biobanks. Time 2009; 12 march online: Attualmente, nella nostra banca sono già prehttp://www.time.com/time/specials/packages/artisenti oltre 5000 campioni di fluidi biologici, desticle/0,28804,1884779_1884782_1884766,00.html nati ad aumentare grazie alla capacità della sala di 2. Riegman PHJ, Morente MM, Betsou F, de Blasio P, ospitare 28 criocontenitori con una capacità di stocGeary P; Marble Arch International Working Group caggio per ognuno di circa 20000 provette di camon Biobanking for Biomedical Research. Biobanking for better healthcare. Mol Oncol 2008; 2: 213-22. pioni biologici. 3. Végvári A, Welinder C, Lindberg H, Fehniger TE, La Biobanca del nostro Istituto potrà integrare Marko-Varga G. Biobank resources for future paaltre biobanche di ricerca già esistenti, rispondentient care: developments, principles and concepts. do alla crescente richiesta di conservazioni di camJ Clin Bioinforma 2011; 16: 24. pioni per l’epidemiologia ambientale e clinica da 4. Ollier W, Sprosen T, Peakman T. UK Biobank: from parte dell’intera comunità scientifica. concept to reality. Pharmacogenomics 2005; 6: 639-46. Conclusioni Le biobanche sono una risorsa fondamentale per le nuove tecnologie ricerche “-omiche”, offrendo la grande opportunità di migliorare la comprensione delle malattie complesse per definire una “medicina personalizzata” in cui i trattamenti non saranno più uguali per tutti, ma su base individuale per profilo molecolare e genetico di ciascun paziente32. 5. Linee guida per la certificazione delle biobanche. Presidenza del Consiglio dei Ministri. Comitato Nazionale per la Biosicurezza e le Biotecnologie Rapporto del Gruppo di lavoro. 19 Aprile 2006. 6. Gottweis H. Lauss G. Biobank governance in the post-genomic age. Personalized Medicine 2010; 7: 187-95. 7. Wilson PW. Progressing from risk factors to omics. Circ Cardiovasc Genet 2008; 1: 141-6. 8. Sikaroodi M, Galachiantz Y, Baranova A. Tumor markers: the potential of “omics” approach. 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