Etna Il Vulcano

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Etna Il Vulcano
04/07/2012
La classe 5 H presenta …
Etna Il Vulcano
Itinerari naturalistici
Genesi dell’Etna
“E’ veramente
spettacolo orrendo
e che suscita non
poca meraviglia
vedere l’Etna
bianca per le nevi
emettere globi di
fiamme e
vomitare fiumi
di fuoco”.
Filoteo degli
Omodei.
Un altro tipo di attività da parte dell’Etna è stata l’attività fissurale che ha caratterizzato i primi 400.000 anni della sua formazione e che ha dato vita ai famosi Faraglioni di Acitrezza , costituiti da basalti colonnari e alla struttura sottostante il castello di Aci costituita da lave a pillow o a cuscino. I primi si sono formati attraverso un raffreddamento molto lento della lava e di conseguenza hanno una struttura molto odierna, da cui deriva la loro denominazione a “canne d’organo”. La seconda struttura, invece, si è formata attraverso delle colate laviche sottomarine, chiamate “ialoclastidi”; inoltre presentano una struttura vetrosa caratteristica di un raffreddamento molto veloce e di una pressione da parte dell’acqua molto elevata. •
L’ Etna,attualmente,è il vulcano attivo più alto d’Europa con i suoi 3342 mt
d’altezza. Questo edificio vulcanico è abbastanza “recente” infatti, secondo gli studiosi, risale al Quaternario, quindi circa 600000 anni fa. La struttura vulcanica che oggi noi conosciamo nel corso del tempo ha subito moltissime modifiche, a causa delle attività di tipo effusivo ed esplosivo che si sono ff
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susseguite. La fase iniziale della formazione ha inizio con un’attività sottomarina, in un golfo che geograficamente si trovava dove adesso è collocato l’Etna. Le successive attività hanno dato vita al Vulcano di Calanna, al Trifoglietto I e al Trifoglietto II: tutti edifici vulcanici che sono andati distrutti a seguito di un’attività di tipo esplosiva che ha dato vita ad un enorme caldera, la Valle del Bove, ancora oggi visibile sul fianco orientale del vulcano. La Valle del Bove
La valle del Bove è una vastissima conca (37km di superficie) che si apre sul versante
orientale della montagna interrompendone la forma pressoché conica.
Il nome “valle” non le si addice; sembra piuttosto un acrocoro, chiuso per tre lati ed
avente pareti ripide o ripidissime, che, in alcuni punti, toccano l’altezza di 1200m.
L’origine della valle è controversa. Secondo alcuni studiosi essa sarebbe una caldera derivata dallo sprofondamento del Trifoglietto. Secondo altri la sua nascita dovrebbe essere stata prodotta dalla tettonica gravitazionale collegata
alla presenza della Scarpata Ibleo‐Maltese
che interessa tutta la
collegata alla presenza della Scarpata Ibleo
Maltese che interessa tutta la costa orientale della Sicilia.
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Grotta Cassone
Come si formano le grotte di
scorrimento lavico?
• Le grotte di scorrimento lavico si formano quando la lava, a contatto con l’atmosfera, costituisce una pellicola plastica esterna che viene trascinata dalla massa fluida sottostante. Procedendo, il processo di raffreddamento, la pellicola si inspessisce fino a formare dei lastroni disgiunti gli uni dagli altri Il processo continua fino a quando i lastroni vanno a formare delle
altri. Il processo continua fino a quando i lastroni vanno a formare delle volte all’interno delle quali continua a fluire la lava. Quando termina l’alimentazione a monte, sotto l’azione della forza di gravità, i tunnel si svuotano e rimane soltanto la galleria vuota. A causa del lento raffreddamento , la parte interna di questi tunnel è costituita da diversi piani di stazionamento che sono tanto più spessi tanto più tempo la massa impiega a stazionare in un determinato livello.
Una particolarità del monte Etna è
quella della presenza di grotte di
scorrimento lavico, quali la grotta
Cassone, che si trova lungo la
strada per Zafferana, lunga 270m.
Dalla “Montagnola”…
•
All’interno della grotta è possibile osservare diversi speleotemi:
• STALATTITI DA RIFUSIONE si formano a causa dell’azione dei gas che,
trovandosi nella parte sommitale della grotta, una volta raggiunte le alte temperature ,
si incendiano e rifondono la volta formatasi precedentemente, portando alla
formazione di strutture simili a stalattiti.
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BLISTER ( bolle di gas) e CANNULE.
Nella zona di arrivo della funivia, a circa 2500m, si trova la montagnola. Da qui possiamo vedere diverse bocche eruttive che hanno dato vita a alcune delle più importanti eruzioni etnee. I coni più evidenti sono i crateri silvestri superiori,facilmente visitabili insieme agli inferiori,a circa 1900m, che hanno eruttato nel 1892.
Oltre a questi notiamo la bocca eruttiva del 2001‐2002, il monte Escrivà, in onore del fondatore dell’Opus Dei Josemaria Escrivà.
Da lì sono ben visibili anche il cratere sud est, che è spesso protagonista di eruzioni, e il cratere centrale.
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Monte Nero degli Zappini
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Accedendo dal pianoro ad ovest di Monte Vetore nei Pressi del Grande Albergo dell’Etna, Il sentiero si sviluppa per intero all’interno del demanio forestale e offre una sintesi di alcuni dei più interessanti ambienti naturali della zona: campi lavici antichi e recenti, hornitos, formazioni boschive naturali e artificiali, pini isolati di eccezionale imponenza e bellezza; raggiunge il Giardino botanico “Nuova Gussonea”, fra i più estesi e importanti che si conoscano. Da qui, percorrendo una strada asfaltata, si ritorna al punto di partenza. Invece che proseguire per la strada asfaltata si può percorrere la pista che conduce al vivaio e, camminando all’ombra, si può osservare il cambio di vegetazione dal Pino al Castagno e alla Rovella.
Lungo il sentiero dei pilieri in pietra lavica con sovrimpressi i numeri da 1 a 11 segnalano i Punti di Osservazione con caratteristiche particolari. Osservazione con caratteristiche particolari
Localizzato nel versante sud dell’Etna, a pochi chilometri dai crateri sommitali, è il primo sentiero‐natura realizzato nel Parco. Esso prende il nome da un particolare tipo di pino, il PINO LARICIO o zappino, specie endemica caratterizzata da pigne molto piccole e pinoli altrettanto piccoli e velenosi.
Il sentiero è caratterizzato dalla presenza di una particolare tipologia di pino chiamato “pino laricio” o “zappino”. E’ una pianta , quasi endemica, che troviamo sull’Etna ma anche in altre due regioni: Corsica e Calabria. E‘ una specie che produce pigne molto piccole e pinoli anch’essi
che produce pigne molto piccole e pinoli anch
essi piccoli e piccoli e
non commestibili.
La Flora dell’Etna
• Frumento selvatico: genere festuga e boa che sono delle granaglie. Danno nutrimento a molti animali presenti in quest’area.
• Carlina: la parte verde veniva utilizzata x combattere la peste. Da Carlo magno.
• Betulla Aetnensis: tronco chiaro. Specie endemica dell’Etna perché è diversa da quella delle altre zone. Vive in una nicchia a nord di rifugio citelli piano Provenzano. È un relitto dell’ultima era glaciale. if i it lli i
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• Romice: molto ricca di acqua veniva utilizzata per produrre il vino attraverso una miscela con il miele.
• Spino santo: specie endemica. Tipico basso cespuglio che vive nella fascia di vegetazione alto‐montana e oro‐mediterranea dell’Etna, dove assume una forma a cuscino.
• Salacinto: deriva dal termine “salaceto” “vita eterna”.
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La Fauna dell’Etna
Animale
Gestazione
Prole
Coniglio selvatico
90 giorni
Da 3 a 5
Lepre
44/45 giorni
Da 1 a 2
Volpe
46/47 giorni
Da 2 a 4
Gatto selvatico
60 giorni
Da 2 a 3
• Inoltre … UCCELLI
•Falco
•Aquila reale
•Allocco
•Assiolo o Chiù
•Civetta
•Gufo comune
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MAMMIFERI
•Gatto selvatico
•Donnola
•Furetto
•Martora
•Volpe
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Visita d’istruzione sull’Etna
3 Novembre 2011
Armando Mingiardi
Cristina Di Pasquale
Evelina Moliteo
Giorgio Iuculano
Martina Mastroeni
classe 5H
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