ai piedi dell`etna - "E. De Nicola" San Giovanni la Punta
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ai piedi dell`etna - "E. De Nicola" San Giovanni la Punta
AI PIEDI DELL’ETNA Abita lì, ai piedi di quel maestoso vulcano, una ragazza che quando vuole può osservarlo mentre si sfoga, gettando fumo, lapilli e lava. Proprio lì è nata e cresciuta, in un luogo in cui si incontrano amorevolmente mare e montagna, da una parte l’Etna e dalla parte opposta il mare che sembra non finire mai. Una scena che lascia col fiato sospeso, che non trovi ovunque e se mai si trovasse non avrebbe la stessa magia di questo. Ha sempre notato la bellezza di questo posto e l’estrema eleganza di quel vulcano, elegante soprattutto in inverno, quando, ricoperto di neve sembra avere un mantello bianco a chiazze nere che rappresentano le parti in cui la neve non vi si è poggiata e che ha deciso di risparmiare, quasi come se anche lei volesse creare un manto originale che lasciasse stupiti. Molti temono l’Etna, si fanno intimidire dalle sue grandi eruzioni, ma non quella ragazza, che nonostante abiti ai suoi piedi l’ha sempre vista come la madre di tutti quei piccoli paesini, che in confronto a lei sono dei puntini, senza escludere chi vi abita. E’ stata da sempre un vulcano attivo dimostrando di esserlo in più occasioni, e per questo è stata protagonista di molte mitologie greche e romane che hanno da sempre cercato di dare una spiegazione e un senso all’evento mozzafiato. La ragazza si siede fuori e vuoletrovare vicende riguardanti l’Etna ancheattraverso il computer, che si trova sulla scrivania. Ne trova una riguardante la morte di Encelado, fratello maggiore dei giganti che decide di conquistare il mondo arrivando fino al cielo, togliendo il potere a Giove per mettersi lui. La considera particolarmente affascinante e vuole saperne di più… Encelado aveva grandi mani come piazze, una barba incolta, sopraccigli folti e grossi come cespugli e una bocca grande come una fornace e quando si arrabbiava buttava fuori scintille di fuoco. Proprio a causa di quelle fiamme i giganti minori non andavano mai contro il suo volere per paura di vedersi colpire da esse, anche in questa occasione non si tirarono indietro ma si misero subito al lavoro. Per raggiungere il cielo presero tutti i monti più alti e li misero uno sopra l’altro. Fra questi vi era il monte Bianco, le montagne asiatiche e il Pindo della Grecia. La meta era, ancora, lontana e quando raggiunsero il trono di Giove, quest’ultimo irato per tanta arroganza, scagliò un fulmine che infiammò il cielo e raggiunse i giganti accecandoli e rovesciandoli a terra violentemente. Encelado e i suoi fratelli urlarono in modo disumano a causa del dolore, ma il dio dell’Olimpo non ancora soddisfatto scagliò un altro fulmine colpendo il cumulo delle montagne che schiacciarono i corpi dei ribelli. Encelado, ridotto a pezzi, rimase sepolto sotto l’Etna, era ancora vivo ma non riusciva a muoversi né a spostare la montagna che lo sotterrava. Tanta era la rabbia che iniziarono ad uscirgli dalla bocca fiamme, fumo e brace che salirono fino alla punta dell’Etna da cui poi uscirono emettendo un rombo violentissimo. La lava, uscita fuori dalla bocca di Encelado, scese lungo i pendii dei monti distruggendo ogni cosa, praterie, case e fienili, costringendo così la gente a fuggire spaventata gridando: << L’Etna fuma!>> Improvvisamente lui si calmò ma la rabbia del gigante sotto la montagna non si placò mai e ancora oggi di tanto in tanto si sfoga dando vita a magnifiche eruzioni. La ragazza ritorna a guardare fuori dalla finestra della stanzae pensa alle tante volte che aveva assistito a quegli spettacoli pirotecnici. Ricorda i numerosi aneddoti che legano il vulcano alla Santa patrona di Catania: sant’Agata. Quante volte la lava aveva minacciato di distruggere tutti i paesini e l’intera città? Quanta gioia l’aveva pervasa tutte le volte che avevavisto la lava e i lapilli uscire così vivi da quel cratere. Le eruzioni che preferisce sono quelle che avvengono di sera, il colore rosso riempie il cielo scuro e cupo, un bagliore di luce illumina ad un tratto la città e pare si fermi tutto. Tutti sembrano staccarsi da ciò che stavano facendo e ipnotizzati stanno lì a scrutarla, quasi fosse un richiamo il suo. La ragazza, però, oggi è triste: ormai ha deciso, deve andare via,il suo futuro sarà migliore, ma…le lacrime scendono copiose sul viso. Ormai non può tornare indietro, può solo guardare un’ultima volta e contemplare…