Rassegna Stampa del 15/06/2007 10:53
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AESVI Rassegna Stampa del 15/06/2007 10:53 La proprietà intellettuale degli articoli è delle fonti (quotidiani o altro) specificate all'inizio degli stessi; ogni riproduzione totale o parziale del loro contenuto per fini che esulano da un utilizzo di Rassegna Stampa è compiuta sotto la responsabilità di chi la esegue; MIMESI s.r.l. declina ogni responsabilità derivante da un uso improprio dello strumento o comunque non conforme a quanto specificato nei contratti di adesione al servizio. INDICE VIDEOGIOCHI 15/06/2007 Il Foglio STATI UNITI DELL/ABBONDANZA 4 14/06/2007 La Gazzetta Del Mezzogiorno Altamura, c'è «robocop» 7 15/06/2007 L'Espresso Per posta, per e-mail 8 15/06/2007 L'Espresso Ma è Bono o cattivo? 11 15/06/2007 L'Espresso Ronaldinho digitale 13 15/06/2007 T3 NINTENDO Wii 14 15/06/2007 Spot and Web Samsung Electronics sponsor dei World Cyber Games 16 VIDEOGIOCHI 7 articoli 15/06/2007 Il Foglio Pag. 5 STATI UNITI DELL/ABBONDANZA La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Due libri e la strana guerra culturale attorno al "curioso problema di avere più del necessario" Chrìstian Rocca L'America è il paese dell'abbondanza, la società del benessere, la patria, dei consumi. Questa esasperata agiatezza americana e, di conseguenza di gran parte del resto del mondo, è il cuore polemico di due libri appena pubblicati negli Stati Uniti. Il primo, "Consumed" ("Consumati") di Benjamin Barber, sostiene che questa opulenza in realtà corrompa i giovani, infantilizzi gli adulti e si inghiotta in un solo boccone la democrazia. Il secondo libro, "The Age of Abundance" ("L'Era dell'abbondanza") di Brink Lindsey, sostiene esattamente l'opposto, cioè che lo straordinario benessere raggiunto negli ultimi sessant'anni abbia trasformato in modo più liberale la democrazia, la politica e la cultura occidentale. Benjamin Barber è professore all'Università del Maryland, un intellettuale clintoniano pentito (specie dopo la decisione di Bill Clinton di non nominarlo presidente del National Endowment for thè Humanities), è stato consulente di politica estera del candidato radicai democratico Howard Dean, collabora a Repubblica e deve la sua notorietà a un libretto scritto nel 1995, quindi prima dell'll settembre, dal titolo "Jihad vs. McWorld". In quel libro, diventato un bestseller planetario dopo gli attacchi all'America del 2001, Barber ha spiegato come le tensioni tra lielencodehbmentele à Barber sulgrande supermercato americano è il solito: i film à Hollywood, i videorock, ifastfood il radicalismo religioso e il capitalismo occidentale (Jihad contro McWorld) fossero una delle risposte possibili alla domanda che dopo l'undici settembre tutti si sono posti, cioè "perché ci odiano?". Il nuovo libro, "Consumed", sembra voler suggerire - almeno secondo la recensione non benevola del New York Times - che è ovvio che ci detestino, una volta visto all'opera il consumismo infantile della società americana. L'elenco delle lamentele di Barber sul grande supermercato americano è il solito, peraltro non molto diverso da un'eventuale lista compilata nel mondo islamista: i film di Hollywood, i videogiochi, il fast food, i centri commerciali, la cultura popolare diventata spazzatura eccetera (Barber ne è talmente inorridito al punto da credere che i "Brad e Jen"di cui parlano tutti siano "Brad Pitt e Jennifer Lopez", invece che Brad Pitt e Jennifer Aniston come sa qualunque americano abbia acceso la tv negli ultimi anni). Secondo Barber, l'eccessivo consumismo della società occidentale ha provocato ineguaglianze globali insanabili, un enorme mercato ridotto ormai a due soli tipi di clienti: il povero del mondo sottosviluppato, senza mezzi e con enormi bisogni insoddisfatti; e il ricco del mondo occidentale, dotato di mezzi ma privo di bisogni reali. L'accusa di Barber al nuovo capitalismo globale è quella di creare beni non necessari, come l'iPod o le consolle per i videogiochi, per sostenere la crescita dei propri profitti. Il dramma, secondo Barber, è che i consumatori occidentali ci cascano, credono davvero che que- Laccusa al nuovo capitalismo globale è auehà creare beni non necessari, come l'iPod, per sostenere la crescita dei profitti sti nuovi e inutili prodotti siano imprescindibili per la loro vita, quindi comprano, spendono, consumano fino a esserne travolti e consumati. Barber racconta una società desolata, senza principi, senza speranza. I giovani, secondo Barber, crescono attaccati alla tv e ai videogiochi senza la possibilità di conoscere i veri e tradizionali piaceri dell'infanzia (Barber, però, non dice quali sarebbero). Gli adulti, invece, sono le altre vittime di questa etica dell'infantilizzazione che trasforma i cittadini in consumatori e induce gli adulti a perseguire stili di vita infantili. "Il curioso problema di avere più del necessario", ha commentato ironicamente Brink Lindsey non nel suo libro, ma nella recensione per il Wall Street VIDEOGIOCHI 4 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato 15/06/2007 Il Foglio Pag. 5 Journal del libro di Barber. Brink lindsey è un libertario, vicepresidente del principale centro studi liberista di Washington, il Cato Institute. In teoria è lui quello di destra e Barber quello di sinistra. In realtà, Lindsey trova progressista il giovanilismo della società moderna e si stupisce per una certa nostalgia della vita borghese e della società di un tempo che si evince dalle argomentazioni di Barber. Se Barber vede nella celebrazione della gioventù uno degli effetti collaterali della società consumistica, Lindsey lo spiega come il risultato positivo del progresso raggiunto: "L'economia diventa sempre più complessa e richiede più lavoratori altamente specializzati, così abbiamo esteso la fase adolescenziale per stare sempre di più a scuola. Con i sistemi contraccettivi e nessuna necessità di ulteriore lavoro manuale nei campi, ci assumiamo più in là la responsabilità di sposarci e di avere figli. Cure migliori, cibo più economico e più tempo libero ci hanno consentito di concentrarci sempre di più nel mantenere giovani i nostri corpi". Lindsey non nega che oggi la maggior parte dei consumi sia discrezionale, visto che i bisogni di base come il vitto, l'alloggio e l'abbigliamento, riescono a essere pagati da una frazione del reddito e sono dati per scontati. "Siamo passati - ha scritto Lindsey nel suo libro usando volutamente una terminologia cara a Carlo Marx - dal "regno della necessità al regno della libertà". Marx, naturalmente, credeva che questa trasformazione sarebbe avvenuta grazie al comunismo, ma l'utopia pianificata e centralizzata è finita come è finita e "il regno della libertà" alla fine è arrivato come stadio successivo del capitalismo. Lindsey riconosce che il capitalismo si sia nutrito e abbia anche profittato della crescente infantilizzazione della società, ma ricorda a Barber che anche l'ostilità al capitalismo e ai consumi materiali ha avuto un ruolo decisivo nel causare il cambiamento culturale che lui stesso ora condanna. La cultura antagonista dei ribelli sessantottini, per esempio, era una contestazione antiautoritaria e giovanilistica che promuoveva un modello di vita centrato sulla soddisfazione di qualsiasi desiderio personale, nulla a che vedere con la cultura del profitto, ma neanche con l'etica protestante di cui Barber parla con nostalgia. "Quello che a Barber oggi sembra puerile, allora sembrava spontaneo e autentico commenta Lindsey - Piaccia o no, quell'atteggiamento ha messo sul mondo in cui viviamo oggi un inconfondibile marchio". La differenza tra la lettura di Barber e quella di Lindsey della società america e occidentale è questa: Barber vede una straordinaria quantità di offerte consumistiche e le interpreta come il segnale che la società stia diventando sempre più materialistica. Lindsey sostiene, al contrario, che più beni possediamo, meno siamo interessati ad accumularne ulteriori e, anzi, più cerchiamo soddisfazione nella ricerca di quei valori postmaterialistici che mettono l'accento sulla qualità della vita, più che sugli obiettivi economici. In "The Age of Abundance", Lindsey non dimentica che la povertà è ancora di questo mondo, ma crede che ci siano tutte le ragioni buone per sperare che il regno della libertà possa continuare a espandersi, che l'opulenza di massa di cui hanno goduto gli occidentali nell'ultimo mezzo secolo un giorno probabilmente non lontano arriverà a beneficiare anche le regioni meno fortunate della Terra. La tesi di Lindsey è che la liberazione dalle necessità materiali abbia segnato un mutamento fondamentale della condizione umana e abbia avviato un profondo e convulsivo cambiamento sociale. Fino agli anni Cinquanta la battaglia quotidiana di gran parte delle persone nel mondo occidentale era quella per trovare da mangiare e da vestirsi. Ma grazie al boom economico americano e poi occidentale sono emersi una nuova serie di bisogni da soddisfare: la ricerca dell'autodeterminazione da un lato e la ridiamo passati - ha scritto Undsey usando una termmbga cara a Marx - dal regno deh necessità a queh deh Ihrtà" chiesta di un ritorno ai valori tradizionali dall'altro. Negli anni Sessanta è cresciuta la prima generazione di americani che non ha conosciuto la povertà e, di conseguenza, che non ne ha mai avuto paura. Sono i cosiddetti babyboomers, i figli del boom economico, che si sono ribellati alla prudenza, alla cautela, ma anche all'autorità dei genitori e si sono pure parecchio divertiti. Secondo Lindsey, questo non sarebbe mai VIDEOGIOCHI 5 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato 15/06/2007 Il Foglio Pag. 5 potuto accadere senza l'abbondanza di massa. La ricerca di stili di vita alternativi, si legge nel libro di Lindsey, è stata guidata dagli studenti universitari, i cui numeri si sono moltiplicati negli anni Sessanta. I baby-boomers al college, ha scritto l"Economist, sono stati la prima generazione americana con parecchio tempo libero a disposizione e abbastanza denaro da potersi permettere di partecipare alle estati dell'amore, agli happening di autocoscienza e alle sedute di yoga. Quel benessere diffuso, secondo Lindsey, ha creato di conseguenza i due movimenti culturali che ancora adesso dominano la vita politica americana. Il primo è la sinistra antagonista, i cui seguaci volevano esplorare le nuove libertà e si sono impegnati per i diritti civili, per i diritti delle donne e per l'ambiente. Il secondo movimento, nato in reazione agli eccessi sex, drugs and rock and roll della sinistra antagonista, è il cristianesimo socialmente conservatore Così mentre i critici del capitalismo americano, come Barber, sostengono che la società dei consumi abbia prodotto una cultura materialistica banale, superficiale e irragionevole, un liberista come Lindsey racconta come il capitalismo abbia al contrario scatenato un'ondata di desiderio spirituale. Il movimento dei diritti civili, la rivoluzione sessuale, l'ambientalismOj il femminismo, il boom del fitness, il mf* glioramento della sanità, l'orgoglio omosessuale, la fine della censura, la nascita della classe creativa, ma anche la riscoperta della fede, secondo Lindsey, sono tutti fenomeni politici, civili, sociali e spirituali creati dal benesse- * \ re generato dal capitalismo. L'effetto collaterale è l'attuale guerra culturale americana tra la sinistra liberai e la destra religiosa che, secondo Lindsey, è una diretta conseguenza dell'età dell'abbondanza in cui viviamo. "I ruoli della sinistra e della destra non possono essere descritti semplicemente come i progressisti e i reazionari", scrive Lindsey. Entrambi sono una risposta parziale, e allo stesso contraddittoria, alle sfide poste dal benessere di massa. La sinistra e la destra americane sono diverse da quelle europee, essendo entrambe sostanzialmente liberali e non contaminate dalle ideologie totalitarie del secolo scorso, ma in generale si può dire che, sia di qua sia di là dell'Atlantico, la sinistra moderna è più disposta a esplorare le nuove possibilità tecniche e sociali offerte dalla società dell'abbondanza, anche se allo stesso tempo nutre una feroce diffidenza nei confronti delle istituzioni capitalistiche che hanno creato tutte queste nuove meravigliose opportunità. La destra tradizionalista, invece, difende il capitalismo e lo stile di vita del ceto medio, eppure è ostile al fermento culturale e sociale che il capitalismo e lo stesso ceto medio producono. In sintesi, spiega Lindsey, "una delle due parti attacca il capitalismo apprezzandone i frutti, mentre l'altra lo celebra, denunciando i suoi frutti come velenosi". Entrambe, sinistra e destra, sostengono di rappresentare la vera anima della società e della cultura "Una delle due parti attacca il capitalismo apprezzandone i frutti, l'aha lo celebra, derwìàando i suoi frutti corm velenosi" americana, ma nessuna delle due riesce a creare un nuovo consenso che ponga fine alla guerra culturale di cui si parla sui giornali. Ma c'è davvero questo guerra culturale? Lindsey sostiene che è un residuo del passato, che la maggioranza degli americani non si riconosce completamente né negli uni né negli altri - né nei guerrieri liberai, né nei crociati conservatori - perché da un lato condivide i tradizionali valori americani (patriottismo, legge e ordine, etica del lavoro, famiglia) e dall'altro il suo atteggiamento, anche sulle questioni razziali e sessuali, è molto più aperto e tollerante rispetto a quello delle precedenti generazioni. La controprova parziale è il gradimento che i sondaggi nazionali rilevano a favore dei candidati presidenziali più distanti dall'ortodossia di partito, Hillary e Obama tra i democratici, Giuliani, Thompson e McCain tra i repubblicani. "Malgrado tutto il gran parlare di guerra culturale - spiega Lindsey - la maggioranza degli americani non è belligerante". E il merito è della società consumistica. VIDEOGIOCHI 6 14/06/2007 La Gazzetta Del Mezzogiorno Pag. 12 ED. NAZIONALE NUOVI SCENARI| L'esercito italiano sperimenta sulla Murgia il soldato e i mezzi del futuro Altamura, c'è «robocop» La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Come in un videogioco ecco i carri armati guidati dai computer dal nostro inviato GAETANO CAMPIONE l A LTA M U R A . A vederlo, sembra uscito da un videogioco. Sull'elmet to ha una telecamera in grado di inviare immagini in movimento o foto al posto di comando e di proiettarle su un occhio virtuale davanti al viso del soldato. La mimetica è ignifuga, antivento, antischegge e Nbc. All'occor renza può essere rinforzata con piastre speciali: se spari da un metro con u n'arma calibro 9, il proiettile si blocca. Addio al vecchio zaino sostituito con un corpetto contenente le batterie al litio utilizzate dal computer palmare, sul cui schermo compaiono tutte le informazioni necessarie. Quindi, sensori per recepire lo stato di stanchezza, una sacca per integratori liquidi collegata ad una cannuccia. L'arma in dotazione, in lega speciale, leggerissima, è un fucile d'assalto con integrato un lanciagranate. Poi, sistemi di puntamento laser, visori notturni e macchina fotografica incorporata. In pratica, se vuoi sapere cosa c'è dietro l'angolo, basta sporgere il fucile e... clic. Ecco il «soldato futuro», dal nome del programma sperimentale adottato dall'esercito italiano. Le esigenze operative cambiano, la tecnologia compie passi da giganti, i vincoli economici impongono decisioni lungimiranti ed efficienti. La scelta dello Stato maggiore per testare le novità, che riguardano anche la digitalizzazione dei carri Ariete, delle autoblindo Centauro e dei cingolati Dardo, è ricaduta sul 31° reggimento carri di Altamura. Così, in collaborazione con un pool di aziende nazionali, guidate dalla OtoMelara, i «robocop» di casa nostra si addestrano sul poligono. L'Esercito punta, al termine dei due anni di sperimentazione, di poter disporre di un reggimento «digitalizzato» in grado, cioè, di riconoscere sul campo i buoni dai cattivi, colpendo l'avversario con precisione e tempestività, evitando i danni collaterali e gli errori legati al «fuoco amico». Un esempio su tutti: se una postazione controcarro lancia un segnale laser per individuare il carro da colpire, automaticamente tutti i cannoni dei carri impegnati si concentrano sulla postazione. Adesso il reggimento - guidato dal colonnello Michele Catalano - può contare su tre veicoli digitalizzati. Diventeranno 43 nel giro di qualche mese. Gli equipaggi (il 10 per cento sono donne) possono già guidare indifferentemente una blindo, un carro armato o un veicolo trasporto truppe (i Dardo sono stati consegnati proprio nei giorni scorsi al nostro contingente impegnato in Afghanistan) e proseguiranno il programma di conversione. Col sistema Siccona (sistema di comando, controllo e navigazione) il capocarro può conoscere in tempo reale gli obiettivi, i quantitativi di munizioni e di carburante, le dotazioni di bordo. Il Gps (le mappe militari hanno uno scarto di un metro rispetto alla realtà) consente di programmare e pianificare gli spostamenti. E le stesse informazioni sono visualizzate sui monitor del comando di reggimento, a 50 chilometri dal fronte, o nelle situation room allestite chissà dove. Decidere diventerà sempre più facile. VIDEOGIOCHI 7 15/06/2007 L'Espresso Pag. 204 N. 24 - 21 GIUGNO 2007 LETTERE La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Per posta, per e-mail Malati di reality Risponde Stefania Rossini Cara Rossini, sono un padre cinquantenne che segue con attenzione la crescita dei propri figli (di 8 e 11 anni) e cerca di attrezzarli alla vita con un'educazione adeguata. Proprio per questo, quando mi sono accorto che il loro passatempo principale era diventato giocare alla Playstation, davanti a cui stazionavano anche due ore di fila, sono intervenuto limitando il tempo a 50 minuti e spiegando che i videogiochi sono, oltre che inutili, nocivi, come ho sempre letto anche sui giornali. I bambini mi hanno contestato, dicendomi che non sapevo di cosa parlavo, che ero fuori età per capire, eccetera. Ho tenuto il punto, ma il bello è che quando, con l'obiettivo di vigilare, ho iniziato a seguire i videogames , mi sono reso conto che sono tutt'altro che stupidi. Al contrario, li ho studiati con attenzione e ora penso che siano la più moderna e decisa trasposizione della realtà, senza inutili moralismi o sovrastrutture. Lì, tutto avviene secondo i dettami di questi anni moderni: con concretezza, con velocità e con con una punta di egoismo che non guasta. Una palestra perfetta per chi vuole sopravvivere in questo mondo. Non trova? Riccardo Naso, e-mail Non trovo. Anzi, penso che lei esageri per esorcizzare un paio di paure: quella (che colpisce alla sua età) di non sentirsi più al passo coi tempi e quella di essere dominati dalle macchine. Cosi si ritrova a celebrare come concreto un'aspetto della modernità che invece è forma, non sostanza. Nei videogames. come nella tv, come purtroppo su Internet, domina sempre più spesso la cornice, l'apparato di regole, non ha caso detto format. I reality, che dovrebbero portarci in casa la realtà, sono finti. I talk show sono fatti dai soliti noti che parlano e parlano da una trasmissione all'altra, mentre cambiano soltanto gli sfondi. Internet, così ricco di informazioni su tutto, diventa un incubo se usato senza una bussola culturale per orientarsi. A ben vedere, la sola novità televisiva degli ultimi tempi è la fiction americana, dove la finzione è meravigliosamente celebrata da un montaggio che è, questo sì, un linguaggio innovativo. E che somiglia ai videogiochi che l'hanno ammaliata. Non cerchi senso e concretezza dove non ci sono. Abbiamo perso le tracce di una cultura adatta a occuparsi dì sostanza. Ma siamo diventati maestri nel patinare il nulla. Socillo in Medio Oriente È vero non capita molto spesso, come si fa notare nella rubrica de "Le pillole" de "L'espresso" ("Bertinotti vale doppio" n. 22), che il direttore di una testata Rai segua una missione all'estero del presidente della Camera, capita invece spesso, a "L'espresso" come ad altri giornali, che si scaglino frecciate senza prendersi il disturbo di capire prima di giudicare. Nella fattispecie il viaggio di Fausto Bertinotti in Libano, Israele, Territori palestinesi ed Egitto per la Testata che dirigo aveva un'importanza maggiore delle normali attività internazionali della presidenza della Camera cui Gr Parlamento dedica le consuete attenzioni. C'era infarti da organizzare, tra l'altro, da Ramallah la diretta radiofonica del discorso di Bertinotti davanti al Parlamento palestinese, diretta che comportava non solo qualche problema tecnico, ma anche, come è facile intuire, di natura politicodiplomatica e di sicurezza. Ho ritenuto quindi di assumerne in prima persona la responsa-bilità organizzativa. Tutto è filato liscio grazie alla professionalità dei tecnici di Radio Rai, alla cortesia dello staff della presidenza della Camera, delle autorità palestinesi ed israeliane. In quell'occasione ho potuto anche allacciare proficui rapporti con le strutture parlamentari dei paesi visitati che permetteranno alla Testata da me diretta di dare il via a una serie di "speciali" sul funzionamento delle assemblee elettive nell'area, senza la necessità di onerose trasferte. Dimenticavo, le spese VIDEOGIOCHI 8 15/06/2007 L'Espresso Pag. 204 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato N. 24 - 21 GIUGNO 2007 sostenute dalla Rai: circa 100 euro al giorno, meno cioè di quanto sarebbe costato concordare per telefono permessi, autorizzazioni e facilities. Bruno Sodilo, direttore Gr Parlamento Ma che ne sa Spostai? Secondo Lamberto Sposini il Partito democratico è solo « un accordo tra attempati notabili... lontanissimi dal paese reale» ("Tivù da buttare", "L'espresso" n. 22). Bene, io sono un attempato comunissimo cittadino reale - tra l'altro di quelli che leggono i giornali ma non guardano la tv - e gli dico che io, iscrìtto ai Ds, ho penato per mesi prima di capire se era bene o male votare per il Pd e proprio nell'assemblea di base ho capito che sì, era da fare, e l'ho capito ascoltando le voci dei tanti intervenuti che come me hanno vissuto lo stesso travaglio. Di assemblee simili ce ne sono state migliaia e sono state determinanti per la nascita del Pd. Centinaia di migliaia di persone comuni che hanno voluto scomodarsi per prendere posizione. Si vede che di questa società veramente civile, che trova il tempo di pensare all'interesse collettivo, pur dovendo sobbarcarsi il peso della vita quotidiana, Sposini non sente nemmeno l'odore. Giuseppe Ferrari, Arco di Trento A scuola di differenze Ho visto la lettera di Caterina Di Franco ("Prof di sostegno per primi della classe" - "L'espresso" n. 22). Sono un'insegnante delle superiori e desidero far pervenire a Caterina queste mie riflessioni stimolate dalla sua lettera. Non conosco la canzone di Moro citata nella lettera, tuttavia capisco l'indignazione di una brava studentessa che si offende nel sentirsi messa nella cate- goria "evasori fiscali" solo perché capace e diligente. Spero che quella canzone venda poche copie se è così qualunquista. Caterina dice degli insegnanti di sostegno che servono per portare a livello delia classe chi è indietro. Gli insegnanti di sostegno hanno il compito di supportare gli allievi diversamente abili, non di aiutare chi è indietro. Per costoro, cioè per gli allievi che hanno avuto un percorso scolastico "sfortunato", si sono inventate tante iniziative negli ultimi anni: corsi di recupero, sportelli didattici, riorientamento. Impegnato in queste operazioni è il personale docente della classe e psicologi dei servizi pubblici. Il problema tuttavia non è di facile soluzione: da cinquant'anni la scuola ha il compito di dare un buon livello d'istruzione a tutta la popolazione giovanile. Non ce la fa, ma è tesa a raggiungere l'obiettivo. I bravi studenti hanno una funzione enorme in questo contesto: col loro impegno sostengono l'insegnante di turno, con i loro interventi stimolano il docente ad indicare nuovi argomenti di approfondimento, sono il punto di riferimento • Lettere per la classe. Non amo la frase che Caterina dice a proposito di ciò che la scuola fa per quelli come lei, «non fanno niente per portare chi è avanti ancora più avanti»: ho sentito molte volte questa frase detta da miei colleghi, ma il modello, per chi denuncia questo stato di cose, è la scuola con classi di bravi e classi di meno bravi. Vorrei che Caterina pensasse a questo modello. Scuole con classi di studenti che non hanno voglia di fare niente con insegnanti demotivati e classi di studenti molto bravi stimolati ad essere molto competitivi. Invece io penso che le differenze, che spesso non sono solo di livello di conoscenza e capacità ma di approccio, siano importanti. Ognuno da il contributo che è in grado di dare. L'insegnante che presenta una bella lezione (frontale o laboratoriale) da un contributo se tiene conto dell'esistenza di tutti. Gli studenti danno un contributo se ascoltano, pongono domande, dibattono tra loro, studiano. Caterina troverà all'università e nel mondo del lavoro la possibilità di continuare il suo percorso. Molti auguri per i suoi presenti e futuri studi. prof. Patrizia Crismani e-mail Non aprite l'Olocausto In relazione all'articolo "Non aprite l'Olocausto" ("L'espresso" n. 22), precisiamo che, nell'ambito delle class actions intentate negli Usa, è stata la nostra Compagnia, e non altri, che si è fatta promotrice del prolungamento di ulteriori 12 mesi dei termini per la presentazione delle richieste di risarcimento rispetto alle proposte della controparte, per consentire un adeguato lasso di tempo per la consultazione degli archivi di Bad Arolsen Questa decisione è coerente con la politica di disponibilità e trasparenza adottata dal Gruppo Generali, concretizzata sin dall'inizio nel mettere a disposizione dei soggetti interessati le informazioni in possesso per facilitare la ricerca di contratti assicurativi sulla VIDEOGIOCHI 9 15/06/2007 L'Espresso Pag. 204 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato N. 24 - 21 GIUGNO 2007 vita stipulati prima del secondo conflitto mondiale. A questo riguardo, va sottolineato come gran parte dei contratti in questione siano stati emessi da compagnie del Gruppo situate in Paesi dell'Est Europa oggetto di nazionalizzazioni da parte dei regimi comunisti sorti dopo la Seconda guerra mondiale, senza il riconoscimento di alcun indennizzo patrimoniale da parte degli stessi. Alberto Paletta, Assicurazioni Generali Dolore in apnea Sono rimasto sorpreso, amareggiato e profondamente offeso nel leggere l'articolo "Misteri in apnea" ("L'espresso" n. 22), che voleva forse darmi il benvenuto in Italia dopo l'invito al Festival del Mare. Sopreso perché i giornalisti italiani sono gli unici a continuare insistentemente a indagare sull'incidente e sulla morte di mia moglie Audrey, amareggiato perché ho amato questo Paese dove ho vissuto e dove è nata mia figlia e dove ora mi trovo a essere quasi indagato; profondamente offeso, perché tutto ciò che mi porta a ricordare la mia tragedia, riapre ferite dolorosissime e mai rimarginate. Non conosco il giornalista che ha scritto l'articolo, come lui non conosce me, non ha conosciuto Audrey e soprattutto non ci ha mai conosciuto insieme... Credo però che lui non possa neanche aver mai conosciuto qualcosa di simile all'amore e alla passione che legava Audrey e me e che legherà per sempre le nostre anime (visto che di "anima" ha parlato). Mi domando, poiché di mostri ne abbiamo abbastanza in tutti i paesi e cerro anche in Italia, se era necessario importarne un altro, oltretutto extracomunitario, per parlare del mare. Mi auguro che sia l'"eroe degli abissi" o anche solo un piccolo uomo che ha legato la sua vita al mare che ancora desideriate incontrare. II silenzio è Pio Nel trafiletto "II silenzio è Pio" ("L'espresso" n. 19), si segnalava il ritorno sulle scene de "II Vicario" di Rolf Hochhuth allo Spazio M.I.L. di Sesto San Giovanni, sotto forma di lettura scenica a cura dei Filodrammatici di Milano, dopo la nota censura, datata 1965, della messinscena romana di Carlo Cecchi e Gian Maria Volonté. Desidero precisare che la prima compagnia italiana a riproporre il dramma, nell'estate del 2005, è stato il Teatrlaboratorium 27 Aikot, gruppo teatrale di San Benedetto del Tronto (Ap). Lo spettacolo ha creato scalpore e curiosità, anche per l'allestimento che vedeva i tre protagonisti (Edoardo Ripani, Fernando Micucci e Vincenzo Di Bonaventura) impersonare diversi ruoli, con una scenografia lignea che ricordava i treni nazisti che deportavano ebrei e prigionieri nei lager. Edoardo Ripani, San Benedetto del Tronto (Ap) [email protected] Appesi a nna spina Spero che i fautori dello "staccare la spina", dopo la prodigiosa resurrezione del signore polacco in coma da ben 19 anni, ora si uniscano a chi afferma: "Mai dire mai, finché c'è vita c'è speranza ". E io personalmente aggiungo mordere, mai demordere, perché, come il signor Grzebsky sono stato strappato dal coma a vita con amore, dedizione, stimoli martellanti e costanti da parte di mia moglie, dei miei due figli, che mai si sono arresi pur avendo la disperazione nel cuore. Ringrazio immensamente la moglie del signor Grzebsky che, con la sua stoica perseveranza, ha attuato il "prodigio" e mi aiuta moltissimo nel mio attuale gioioso lavoro di volontario nel reparto di neurochirurgia dove fui degente. La sua esperienza mi è di supporto per sostenere e dare speranza ai parenti che si annichiliscono di fronte ai congiunti in coma. Grazie signora Grzebsky. Mauro Piscozzi tempographicOyahoo.it Grazie Savlano e Serra Grazie a Roberto Saviano per l'inchiesta "Morire di rifiuti e a Michele Serra per la "Satira preventiva" sul tema ("L'espresso" n. 22). Fateci sapere quali ditte di Milano, Pavia, Pisa etc scaricano tonnellate di rifiuti in Campania facendo nascere bimbi deformi e uccidendo tante persone. arch. Graziella laccarino, Napoli L'espresso Via Cnstoforo Colombo, 9 0 - 0 0 1 4 7 Roma E-mail: [email protected] VIDEOGIOCHI 10 15/06/2007 L'Espresso Pag. 188 N. 24 - 21 GIUGNO 2007 Icone discusse Ma è Bono o cattivo? La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Da del tu ai potenti e spesso li striglia. Ma anche la voce più etica del mondo ha qualche zona d'ombra Emilio Marrese Ormai pare un inviato delle Iene o di Striscia: a ogni G8 tra premier e presidenti spunta anche lui dietro i celebri occhialoni da sole, a prenderli per le orecchie. Su, da bravo, prometti a tutto il mondo che tirerai fuori la grana per l'Africa: fai giurin giurello davanti alle telecamere, guarda che poi torno e ti sbugiardo, eh? Pacche sulle spalle, strette di mano, foto ricordo coi grandi (vabbè, quelli lì) della terra e l'implacabile esattore umanitario Bono risale sul suo jet, soddisfatto di aver svolto il suo ruolo di Grillo Cantante, voce (e che voce) della coscienza della politica mondiale, ma non delle solite risposte ottenute («Sessanta miliardi? Sì, ma quando e come? Impegni vaghi, un documento incomprensibile. Pensano che non sappiamo leggere o contare?»). Forse il leader degli U2, quando si scelse il nome d'arte Bono Vox ispirandosi all'insegna di un negozio di cornetti acustici nella sua Dublino, sentiva già che nel destino aveva anche la predica ai sordi. A Heligeindamm, sede dell'ultimo vertice tra i potenti del pianeta, la 47enne rockstar irlandese in missione per conto di Dio ha svergognato e tapirato Prodi, come aveva già fatto col predecessore Berlusconi, ricordando che l'Italia è in forte arretrato coi versamenti per il Terzo Mondo. Figuretta meschina. E il presidente del Consiglio italiano, inchiodato in mondovisione, ha dovuto promettere di saldare la bolletta di 260 milioni e di stanziare altri 4 miliardi per i prossimi dieci anni per la lotta all'Aids, alla Tbc e alla malaria. Ma la domanda è: il capitalista Paul David Hewson, meglio noto col nome d'arte Bono, può permettersi di scagliare la prima pietra (e pure la seconda, la terza e un altro centinaio negli ultimi dieci anni)? È credibile, nei panni del samaritano, un magnate del rock < tenore di vita sfarzoso? Quanto può parlarti di bambini africani uno che, nella riunione condominiale al San Remo Building di Manhattan, ha chiesto ai coinquilini Steven Spielberg e Demi Moore di piantarla di accendere il camino, perché i suoi quattro figli tossiscono nell'attico da 15 milioni di dollari? A Pitti Uomo lo aspettano martedì 19 per presentare la linea d'abbigliamento Edun, creata con la moglie Ali, che produce capi equi e solidali nel Sud del Hmondo rispettando i diritti dei lavoratori ( « Gli africani vogliono iniziative, non carità», dice lui). E anche questa iniziativa, qualche polemica l'ha suscitata Certo il signor Bono, cavaliere dell'Impero britannico, non è un mostro di coerenza. Qualche scheletrino nella chitarra ce l'ha. Due su tutti. Primo: l'aver trasferito in Olanda la società-cassaforte della sua rock band, la U2 Ltd valutata 700 milioni di euro, per sfuggire al fisco di quel governo irlandese che, dal palco, Bono accusa pubblicamente di aver ridotto gli aiuti ai Paesi sottosviluppati dallo 0,7 allo 0,5 per cento del Pii. Siccome è cambiata la legge irlandese, introducendo un prelievo dei 42 per cento sulle royalties degli artisti più ricchi, i quattro U2 l'anno scorso hanno spostato il malloppo ad Amsterdam, co- me i Rolling Stones 35 anni fa. «Mi spiace che non contribuiscano come gli altri irlandesi. Quei soldi andavano anche a fondi umanitari», stigmatizzò il portavoce delle Finanze. «Il nostro business è complesso. E chi non vorrebbe schivare le tasse?», rispose thè Edge, leggendario chitarrista del gruppo che ha venduto 170 milioni di dischi e incassa 100 milioni di dollari all'anno. Secondo peccato, più recente: aver messo in commercio un videogioco bellico, "Mercenaries 2 World in Flame", in cui mercenari mandati dagli Usa devono riportare l'ordine in Venezuela, riprendendo il controllo delle risorse petrolifere e destituendo il dittatore folle e sanguinario, pronto ad attaccare Washington. Probabilmente Bono, che nei videogame ha investito 300 milioni di dollari, neanche era informato di questa trovata della Pandemie, società appartenente VIDEOGIOCHI 11 15/06/2007 L'Espresso Pag. 188 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato N. 24 - 21 GIUGNO 2007 alla Elevation, il fondo californiano di private equity di cui Bono è socio con altri cinque finanzieri. Però se ne sono accorti, eccome, in Venezuela, compreso il presidente anti-Bush, Hugo Chàvez: iniziative parlamentari, proteste, petizioni, appelli, mail, polemiche. La Elevation, dal titolo di una canzone, ha acquisito il 25 per cento della Palm, colosso dell'high tech, per 325 milioni, e s'è comprato anche il 40 per cento del gruppo editoriale Forbes, che pubblica la bibbia del capitalismo mondiale, per 250-300 altri milioni di dollari, destando altro scandalo: insomma, protestano i suoi detrattori, questo Bono vuoi fare il guru o il tycoon? Succede a chi fa la morale al prossimo, come Bono: non gli si perdonano cadute di stile, svarioni, gaffe. Al primo passo falso parte la contraerea a colpi di "senti chi parla", "da che pulpito" e "predica bene ma razzola male". A chi ha tutto, non si concede buonafede. Come gli ha anche scritto contro un economista del "Sunday Times": «Zitto e canta». Ma davvero, per non essere guardato con sospetto, Bono dovrebbe prima spogliarsi di tutti i suoi beni materiali e cantare "One" ai semafori col cappello in mano? Gli idealisti del rock vorrebbero da sempre che i loro idoli dormissero nelle discariche. «Ma noi non abbiamo mai detto che gli U2 sono indifferenti all'aspetto economico», si è difeso Bono. Però l'impegno, per i più integralisti, mai dovrebbe scendere a compromessi. Figuriamoci farsi fotografare con George W. Bush. In Manda si sono sentiti traditi: anche per quel complesso di inferiorità chiamato "begrudgery", che punta a far fuori chi sembra montarsi la testa. «Gli U2 hanno fatto un patto faustiano col mercato che li ha resi prigionieri del successo», ha sostenuto il critico musicale dell'"Irish Times", primo biografo della band, John Waters. «È nauseante che Bono incontri quei politici: perde credibilità la sua posizione contro la guerra in Iraq», ha detto lo scrittore e autore teatrale irlandese Peter Sheridan. Bono non è persona umile. Ma è meglio una popstar che se ne sta a prendere il sole sullo yacht o una che va in Africa con il segretario del Tesoro statunitense Paul O' Neill a fondare la Data (Debts, Aids, Trade in Africa)? In realtà il sospetto che qualcuno coi Live Aid ci abbia marciato non è campato in aria. Allora santo subito no, e nemmeno Nobel per la pace. Però, piuttosto che niente, meglio piuttosto. • Foto: Bono in Lesotho in una scuola. A lato: appena sceso dall'Air Force One a Chicago, con George Bush e Christy Turlington. Sotto: iPod (product) Red; merchandising da Gap a San Franeisco; il videogioco "Mercenaries 2 " VIDEOGIOCHI 12 15/06/2007 L'Espresso Pag. 169 N. 24 - 21 GIUGNO 2007 Videogames Ronaldinho digitale Adriano Botta La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Sarà compatibile con tutte le piattaforme di videogame esistenti, a partire dalla Playstation 3, il nuovo videogame Fifa 2008 che gli americani di Electronic Arts stanno ultimando e sarà commercializzato a ottobre. Il gioco promette una grafica mai vista e una straordinaria naturalezza nei movimenti dei calciatori, per ottenere la quale gli autori hanno assunto diversi campioni facendoli "recitare" per giorni i loro abituali movimenti (scatti, dribbling, rovesciate, cross etc) all'interno di un capannone di Barcellona. I giocatori erano vestiti con una tuta ricoperta di sensori, che trasmettevano le loro movenze a cinque server perché li memorizzassero e li trasferissero nel gioco. Tra i big che si sono prestati, anche il fuoriclasse brasiliano Ronaldinho, testimonial del nuovo game. Con Fifa 2008 Electronic Arts punta a superare il concorrente di sempre nel settore, la società giapponese Konami, che sempre in autunno uscirà con l'edizione numero 7 del suo Pro Evolution Soccer. Foto: Ronaldinho nel videogame Fifa 2 0 0 8 e, in alto, il giocatore durante il motion captare. Sotto "Casinò Royale" e, in basso a sinistra, Caveman VIDEOGIOCHI 13 15/06/2007 T3 N. 136 - GIUGNO 2007 NINTENDO Wii La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Datevi da fare, agitate il controller Wii e divertitevi! Perché la console Nintendo è la cosa più divertente del millennio È ad anni luce di distanza dal mondo multimediale e pieno di poligoni di PS3 e 360, ma è in grado di offrire un'esperienza di gioco unica. Per cui qui a T3 abbiamo preso in mano la "bacchetta magica" del Wii e ci siamo dati da fare... Per esempio, prendete mia suocera. Per favore. Dunque mia suocera viene a trovarci, ed è una donna che pensa che i videogiochi siano divertenti come un calcio negli stinchi. Io insisto: tutti si possono divertire coi videogiochi, grazie al funzionamento istintivo del controller del Wii. Così la provoco, la sfido a Wii Golf. E vince. E dimostro che ho ragione. Il prezzo? I l mio orgoglio. Chiaro, certe ferite guariscono in fretta, specialmente quando poco dopo vinco a Wii i Tennis contro un amico. In meno di un giorno i l telecomando Wii sembra che si sia incollato alla mia mano, cotlegandosi al mio sistema nervoso centrale. Classico, vintage, retro. Salta fuori i l controller tradizionale, quindi mi brucio 4000 punti Wii (circa 45 Euro) al negozio online per la Virtual Console, acquistando titoli SNES e MegaDrive tra cui Golden Axe. Il joypad "antico" è reattivo ma i giochi non hanno un bellissimo aspetto, per via del cavo composito collegato al televisore LCD da 32 pollici. Dopo tre ore in mezzo al traffico ho un fiammante cavo RGB Scart, e le immagini sono chiarissime. Opera "interattiva" Ho scaricato una versione beta del browser internet per Wii, Opera. Usarlo è un'esperienza quasi telepatica: le pagine scorrono e zoomano con un semplice movimento del polso ed è perfetto per navigare. Non esiste ancora la possibilità di fare partite multigiocatore wireless online, ma dovrebbe "arrivare presto". Nel frattempo i l Wii offre un'interazione fisica brucia-calorie, pompaadrenalina che è assolutamente impossibile con le console rivali. NINTENDO WII > € 259,99 > http://wii.nintendo.it CONTROLLER Wireless, con sensore di movimento USCITE Scart, composita EXTRA Bluetooth, Wi-Fi, slot scheda SD DIMENSIONI/PESO 159 x 44 x ai6 mm/1,7 kg Salvate la vostra "crescente collezione di giochi retro per la Virtual Console su una scheda SD. Poi infilatela nello slot seg Wii, qua sotto finKnp La connettività Wi-Fi è integrata, ma rende possibile una connessione a Internet (se avete un router) che finora viene sfruttata ben poco. Ogni venerdì sono disponibili nuovi titoli per la Virtual Console, ma c'è comunque un enorme vuoto dove invece dovrebbe trovarsi i l gioco multiplayer. Corrono voci però che i l primo gruppo di titoli multigiocatore per Wii uscirà (se le promesse saranno mantenute) quest'estate. Gioch.. I l Wii ha un modesto numero di giochi, e dal suo lancio i titoli davvero belli sono solo una manciata. Legend of Zelda: Twilight Princess ha allargato gli orizzonti dei giochi di ruolo tradizionali, con i comandi controllati dai sensori di movimento. Da allora, anche gli altri giochi escono dalle convenzioni. In Rayman Raving Rabbids, per esempio, si usa i l telecomando Wii per mungere un maiale. Cosa ci sarà mai di meglio? Abbiamo appena cominciato a vedere ciò di cui è capace i l controller Nintendo. I giochi come Trauma Centre, una versione virtuale dell'Allegro Chirurgo, dovrebbero spronare ancor di più la creatività con i l telecomando Wii Questa apertura risucchia anche piccoli dischi GameCube, oltre ai normali dischi del Wii. Inoltre i l piccolo neon si illumina, quando avete ricevuto un nuovo messaggio Segreti Risistemate i l menu Wii tenendo premuti contemporaneamente i pulsanti A e B, per selezionare e muovere un Wii Channel. Mettetevi un po' di MP3 su una scheda SD e aggiungerete una colonna sonora allo slideshow delle vostre foto. In Wii Bowling potete "sbagliarvi" e mandare apposta la palla nella corsia di fianco alla vostra. Davvero divertente. VIDEOGIOCHI 14 15/06/2007 T3 N. 136 - GIUGNO 2007 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato NUNCHUCK Questa aggiunta al telecomando Wii è molto efficace ed è anch'essa dotata di un sensore di movimento. Probabilmente i prossimi giochi per Wii la useranno in maniera ancora più estensiva. WII SPORTS Non è così facile come sembra. Per esempio, per riuscire a diventare un campione di tennis a Wii Sports ci vuole tutta l'abilità di una pettoruta professionista russa. BARRA SENSORE Questa emette due raggi IR per triangolare la posizione del telecomando Wii. Ovvio, no? BASE DI APPOGGIO PER WII È una base per appoggare i l Wii. CAVI Ma guardate quel cavo d'alimentazione, e quel cavo video! Sexy. Però il nostro consiglio è di procurarvi anche un cavo Scart RGB. Ci ringrazierete, a lungo termine. VIDEOGIOCHI 15 15/06/2007 Spot and Web Pag. 5 La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato Samsung Electronics sponsor dei World Cyber Games Anche quest'anno Samsung Electronics Italia è Main Sponsor dei World Cyber Games. L'azienda è sponsor delle Olimpiadi del Videogioco sin dalla prima edizione del 2000 e guarda con interesse al mondo dell'intrattenimento digitale, ricercando per i propri clienti occasioni di socializzazione sempre nuove. L'edizione di quest'anno vedrà anche la collaborazione di Intel Corporation Italia che fornirà ai World Cyber Games 50 processori Intel Core2 Quad Q6800 che, grazie ai 4 core in un unico processore, offrono le migliori prestazioni per i videogiochi e le attività multimediali. Il sistema italiano di qualificazione da quest'anno è cambiato, orientato più verso le esigenze dei giocatori, dislocati in tutta Italia. I risultati delle diverse tappe in giro per l'Italia andranno a formare una classifica generale, che stabilirà quali potranno essere i giocatori ad accedere all'ultimo passo delle finali italiane a settembre. Oltre alle gare che si stanno tenendo nei vari internet cafè in giro per l'Italia, le altre tappe si terranno in alcuni dei centri commerciali più grandi d'Italia garantendo non solo la possibilità di partecipare a quanti più giocatori possibile, ma dando anche un'opportunità a chiunque di guardare quello che è il mondo del "netgaming". Elenco delle tappe: 16-17 Giugno, Parco Leonardo (ROMA), 22-23 Giugno, I Gigli (FIRENZE), 29-30 Giugno, 8 Gallery (TORINO), 7-8 Luglio, Carosello (MILANO), 13-14 Luglio, Megalo (CHIETI), 21-22 Luglio, Romaest (ROMA). Ogni torneo sarà gratuito, e per partecipare basterà presentarsi nel luogo dell'evento un'ora prima dell'inizio e iscriversi in loco. VIDEOGIOCHI 16