notiziario - AOI onlus

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notiziario - AOI onlus
NOTIZIARIO TRIMESTRALE
DELL’ ASSOCIAZIONE
ONCOLOGICA ITALIANA
M.d.V. - ONLUS
Formazione di volontariato
per la tutela e la riabilitazione dei
laringectomizzati
(D.L. 460 del 04/12/1997)
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EDITORIALE
La Sanità prigioniera
PRIMO PIANO
Giornata dell’informazione
L’importanza dell’aggiornamento
SANITÀ & Salute
Convegno: Il termalismo
CONOSCERE
“Marca gioiosa et amorosa”
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SOMMARIO
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Notiziario trimestrale
dell’Associazione
Oncologica Italiana
M.d.V. Onlus
Direttore Editoriale
Caporedattore
O. Adriano Zanolli
Direttore Responsabile
Marta Camerotto
Redazione
Impaginazione
R. Cattellani
P. L. Tornatore
G. Zanuso
Amministrazione
sede AOI MdV Onlus
Via Fratelli Rosselli, 11
37138 Verona
Tel-Fax 045.561789
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Autorizzazione Tribunale di Verona
n. 1691 del 20/01/2006
© Edizioni AOI Onlus
www.aoionlus.it
info@ arvmdv.it
Federata alla Favo-Roma
Federata alla Fialpo-Verona
Foto in copertina:
Asolo - Centro storico
EDITORIALE
La Sanità. Prigioniera della finanziaria
3
PRIMO PIANO
Reportistica
Un meritato premio
Una medaglia alla Fialpo
Giornata dell’informazione
L’importanza dell’informazione
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7
8
12
SANITÀ & SALUTE
Convegno: il termalismo
L’ignoranza
Le “Brevi”
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“SPECIALE” PER VOI
Esperienze vissute e immaginate
Alla ricerca della voce perduta
Quei salutari vapori
Altre disabilità, altri silenzi
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INFORMAREGIONE
In programma per il 2012
Convocazione assemblea regionale
20
20
INFORMASEZIONI
Belluno:
Guarire con il volontariato
Padova:
Teniamoci per mano
Rovigo:
Le basi per la ripresa
Treviso:
L’hospice ora è più vicino
Venezia:
In sede e in trasferta
Verona:
Partenza “in quarta”
Vicenza:
Il dovere di informare
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27
29
INTERMEZZO
Autunnale
31
CONOSCERE
“Marca gioiosa et amorosa”
Treviso “picta”
Mogliano Veneto
Oderzo
Asolo: un regno per due regine
Le “Brevi”
32
36
36
38
40
41
LETTURE
Una vita da laringectomizzato
Quando si dice il caso
Sul cappello che noi portiamo …
Con le ali nel cuore
Poesia … di Marca
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44
45
45
RUBRICHE
Attenti al lupo!
46
Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero
Amalia Belloni, Giovanni Bianchini, Efrem Carraro, Giada Cerminara, Monica Cielo, Mario
De Marchi, Sergio De Stefani, Fabio Franzin, Saturnino Frittelli, Giuseppe Magagna, Chiara Maccatrozzo, Maurizio Magnani, Luciano Olivo, Severino Pastore, Emanuele Rado, Redazione AILAR Milano, Walter Segala, Pier Luigi Tornatore, O. Adriano Zanolli, Giò Zanuso
EDITORIALE
La Sanità
Prigioniera della finanziaria,
ostaggio di previlegi e burocrazia
L’Italia (e
quindi il Veneto) è un
paese prigioniero del
suo passato,
nel quale
molti hanno costruito le proprie
rendite di posizione, che vive in
un immobilismo esasperato e
dove gli attori, che dovrebbero
guidare il paese con responsabilità, ogni giorno ci offrono le più
svariate ricette, frutto della loro
presunzione di indicare la strada
maestra e un futuro degno di essere vissuto.
Il principio evangelico ricorda a
tutti:
Abbi Fede, Speranza e Carità
- Fede: un buon cattolico crede ed
è convinto che gli italiani devono
ridimensionarsi e vivere affrontando la dura realtà con impegno
e umiltà, specie per i giovani che
spesso rifiutano il lavoro.
- Speranza: ci auguriamo che
chi riveste cariche pubbliche venga illuminato e/o trovi l’umiltà
consapevole di cercare un altro
lavoro, evitando danni gravi alla
popolazione.
- Carità: non private la Sanità di
assolvere il suo compito peculiare
di erogare medicinali/ausili salva
vita, ma affrontate con coraggio
una riduzione di almeno il 30%
degli occupati amministrativi nelle Ulss. Non c’è più tempo per
tollerare una simile situazione,
che crea danni vitali ai cittadini.
Noi che da oltre 50 anni viviamo i problemi aziendali e spesso
siamo stati chiamati a gestire le
soluzioni, in tempi così apocalittici ci permettiamo di suggerire ai
responsabili che guidano il paese
e la Regione, anche a costo di essere impopolari, una ricetta dettata dal buon senso sperando in
segnali di inversione di rotta per
il futuro dei nostri figli:
- vendere tutto il patrimonio immobiliare dello Stato stimato sui
500 miliardi di euro (v. pubblicazioni stampa qualificata agosto
scorso).
- cessione di tutte le partecipazioni (Rai, Poste, Enel, Eni, ecc.)
- vendita con diritto di superficie
per 99 anni degli oltre 5.000 km.
di coste (un bagno in Romagna
150/200 ombrelloni è stimato tra
1/3 milioni di euro = una montagna di denaro).
- applicare quale patrimoniale il
10% dei valori immobiliari per
Società e gruppi che posseggono
valori al di sopra dei 10/mil. di
euro.
- taglio 50% dei dipendenti pubblici con un piano decennale
(l’OCSE da tempo rileva che il
sistema Italia ha costi doppi della
Media Europea).
- taglio delle pensioni d’oro,
spesso nate da furbizie e previlegi
che fanno a pugni col buon senso (v. il Libro di Mario Giordano
“Le Sanguisughe” e “La Casta”
di due bravi giornalisti Rizzo e
Stella) dove viene evidenziato
che ben oltre 100.000 persone
godono di un vitalizio mensile superiore a euro 20.000,00, con una
riduzione drastica a ¼ e utilizzo
delle risorse risparmiate a favore
degli oltre 2,5 milioni di pensio4055070$&
nati sotto la soglia dei 500,00
euro mensili.
Con il ricavato dai primi cinque
punti, destinare 1.000 miliardi di
euro al taglio del 50% del debito pubblico, evitando di ridurre
l’Italia alla pari della Grecia.
Stanziare almeno 100 miliardi di
euro per la ripresa dell’economia,
riducendo l’irpef per reddito lavoro sotto 15.000,00 euro annui.
Tutto ciò è possibile se crediamo nel futuro dell’Italia e se tale
programma però venga affidato a
un gruppo di dirigenti qualificati,
fuori dal sistema politico.
Oggi, come non mai, sono preoccupatissimi i pensionati ultra
65enni (non benestanti) che hanno
lavorato 40/50 anni e che, “rebus
sic stantibus”, potrebbero trovarsi
una pensione ridotta (se ci saranno ancora le risorse per pagarla!).
Causa lo tsunami finanziario che
ha bruciato i loro pochi risparmi
di una vita, per sopravvivere dovranno probabilmente vendere
l’appartamento (ammesso che lo
posseggano), sperando che qualcuno a sua volta abbia i mezzi per
acquistarlo.
Cara politica, quando la casa
brucia bisogna prendere il coraggio a quattro mani e fare tutto il
necessario per salvare l’irreparabile, con umiltà e rispetto per
i cittadini. Il prossimo voto dirà
quanto il problema sia stato recepito e/o meglio (mi auguro mai)
il mare dell’astensionismo si sia
ingrossato.
Il Presidente Regionale
Adriano O. Zanolli
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3
PRIMO PIANO
Reportistica
“Tumori della testa e del collo
pazienti, percorsi e progressi”
ROMA 30/6/2011: CAMERA
DEI DEPUTATI - SALA DELLE COLONNE DI PALAZZO
MARINI - Ho avuto l’onore di
essere invitato come Presidente Fialpo e Ailar a questo prestigioso evento organizzato in
una dependance della Camera
dei Deputati dall’Associazione
“Giuseppe Dossetti: i Valori”.
GIUSEPPE DOSSETTI, insigne
canonista, fu costituente cattolico molto attento all’inserimento
nella nostra Carta Costituzionale
della tutela dei diritti della persona e delle formazioni sociali. L’Associazione, sin dal suo
4
t53*.&453&***
inizio (13/7/2000), si è ispirata
all’antico pensiero del grande
costituente (marzo 1945): “l’unica possibilità e la condizione
pregiudiziale di una ricostruzione stanno proprio in questo:
che una buona volta le persone
coscienti e oneste si persuadano
che non è conforme al vantaggio
proprio restare assente dalla vita
politica e lasciare quindi campo alle rovinose esperienze dei
disonesti e degli avventurieri.”
Tutti i cittadini in sintesi hanno
il dovere di partecipare alla costruzione dello Stato, ognuno
secondo le proprie capacità e
4055070$&
possibilità, ma tutti guidati dai principi della solidarietà sociale col fine
di perseguire il bene comune e non un semplice
interesse privato.
L’attuale Presidente dell’Associazione Prof.ssa
OMBRETTA
FUMAGALLI CARULLI ha
introdotto i lavori del
convegno ribadendo che
il loro scopo (Mission) è
quello di coniugare politica e solidarietà con
un’attenzione particolare
alla salute, come l’art. 32
della Costituzione stabilisce; questo oggi con
particolare difficoltà per i
recenti tagli alla sanità a
fronte di un aumento dei
suoi costi.
La Senatrice EMANUELA BAIO ha ricordato
che il tumore della testa
e del collo è ancora oggi poco
conosciuto dalla società civile e
dalla politica, vengono comunque segnalati 12.000 casi l’anno
in Europa. Ha promesso un lavoro comune di alleanza tra mondo
sanitario e politico con l’utilizzo
di un percorso parlamentare privilegiato. La tutela del malato
oncologico della testa e del collo
rappresenta oggi una sfida importante con l’imminente attuazione del federalismo che, se ben
applicato, potrà essere una risorsa ma che può anche aumentare
le disuguaglianze.
Il Prof. GIUSEPPE SPRIA-
PRIMO PIANO
NO, Direttore della U.O. ORL
dell’Istituto Oncologico Regina
Elena di Roma, ha moderato la
prima sessione di interventi ribadendo il forte impatto sociale
in quanto i malati sono spesso
sottoposti a interventi che modificano le funzioni respiratorie,
deglutitorie, fonatorie e quella
estetica.
La Dott.ssa LAURA LOCATI,
oncologa dell’Istituto dei Tumori di Milano, ha portato alcuni
dati epidemiologici: 13.000 nuovi casi di tumori della testa e del
collo, che costituiscono il 5%
dei tumori in Italia, con aumento dei tumori dell’orofaringe e
dell’ipofaringe in gran prevalenza (90%) carcinomi squamosi.
Le cause sono alcool e fumo, ma
anche il papilloma virus (HPV).
Purtroppo il 70% dei pazienti
giunge a una diagnosi in stato
avanzato. Occorre sicuramente una maggior attenzione alla
sintomatologia (disfonia, disfagia, e presenza di adenopatie) e
una integrazione fra varie figure
terapeutiche nel percorso diagnostico-terapeutico (oncologo,
chirurgo ORL, maxillo facciale,
radioterapista, logopedista, biologo, psicologo).
La Prof.ssa MARIA CRISTINA DA MOSTO, Direttrice
della Clinica ORL di Treviso,
ha esposto i dati di una sua recente ricerca clinica che vede un
20% dei tumori dell’orofaringe
e dell’ipofaringe riconducibili a
infezione da HPV, che agirebbe
producendo delle oncoproteine
con funzione di bloccare i geni
oncosoppressori con conseguente sviluppo di neoplasie. Come
caratteristica le neoplasie HPV
correlate risponderebbero me-
glio alla chemio-radioterapia.
Il dott. AIROLDI, oncologo radioterapista delle Molinette di
Torino, ha evidenziato la mancanza di linee guida condivise
nel trattamento di recupero dei
tumori avanzati e ha sottolineato
come la tecnologia d’irradiazione (IRMT) permette di concentrare la radioterapia sul tumore
risparmiando le strutture nobili
come la carotide.
Il Senatore D’AMBROSIO
LETTIERI, segretario della XII
Commissione Igiene e Sanità,
ha introdotto la seconda sessione e ha voluto ricordare che nel
piano sanitario nazionale 20112013 verranno fatti investimenti
sulle sinergie multidisciplinari e
sui corretti stili di vita.
Il Prof. GAETANO PALUDETTI, Direttore della Clinica ORL
Ospedale Gemelli di Roma, ha
moderato il dibattito e la tavola
rotonda concludendo sull’importanza di una ricerca molecolare, patrimonio dei biologi per
un futuro progresso terapeutico.
Il Prof. VINCENZO VALENTINI, Direttore della Radioterapia
dell’Ospedale Gemelli di Roma,
ha ricalcato l’importanza della
multidisciplinarietà nell’approccio terapeutico con un occhio di
riguardo alla figura del psicooncologo.
Interessante quindi la relazione
del dott. GIOVANNI ALMADORI della Clinica ORL Ospedale
Gemelli di Roma, sulla conservazione d’organo con protocollo di radio-chemioterapia che
devono in un certo senso essere
individualizzati.
Il sottoscritto ha invece relazionato sul “Ruolo del volontariato accanto al Servizio Sanita4055070$&
rio Nazionale (SSN)”, che con
una diminuzione delle risorse
in rapporto al PIL sarà obbligato a demandare una fetta riabilitativa e assistenziale
alle Associazioni che realmente fanno attività sul campo.
Come del resto ailar e Fialpo
stanno facendo a livello riabilitativo, comunicativo psicologico e formativo. A differenza di
altre associazioni, la nostra ha
il pregio di formare i Volontari
con corsi adeguati all’impegno. Ho inoltre pregato la prof.
ssa Fumagalli Carulli di farsi
promotrice di una adeguata
selezione delle Associazioni di
volontariato oncologico privilegiando le vere dispensatrici
di attività “sul campo”.
In quest’ottica è proseguito anche
l’intervento del prof. FRANCESCO DE LORENZO Presidente
FAVO, che ha elencato le recenti
conquiste giuridiche a favore dei
malati oncologici.
Il dott. CLAUDIO GIUSTOZZI,
Segretario Nazionale dell’ Ass.
“G. DOSSETTI”, si è complimentato con i Relatori e con la
qualità degli interventi, promettendo un’attenzione particolare
alle problematiche dei pazienti
oncologici della testa e del collo. Presenti nella sala, tra il pubblico. i soci Ailar della Sezione
di Roma, con la rappresentanza
del Consigliere Nazionale Dante
Agatensi, del Presidente di Roma
sig. Romano Pagani, che hanno
avuto, tra l’altro, modo di contattare i primari romani presenti,
per un costante miglioramento
collaborativo nell’interesse dei
malati presenti e futuri.
Dott. Maurizio Magnani
t53*.&453&***
5
PRIMO PIANO
Un meritato premio
alla attività del Dott.Magnani
Presidente Ailar e Fialpo
Nel corso del 98° Congresso della Società Italiana
di Otorinolaringoiatria e Patologia Cervico-facciale (S.I.O.), è stato attribuito al Dott. Maurizio
Magnani uno dei cinque premi S.I.O. istituiti in
occasione del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia. Il Prof. Marco Piemonte, Presidente del Congresso e Primario dell’U.O. di ORL dell’Ospedale
Reginale-Universitario di Udine, ha consegnato al
Dott. Magnani una targa d’argento e un bonus di
1000 € da devolvere a un’associazione di volontariato/Onlus.
Comunichiamo questo evento, orgogliosi che l’impegno del nostro Presidente sia stato apprezzato
in importanti anbiti scientifici e sociali.
Il Consiglio Direttivo
Ailar
Sulla targa è incisa la seguente dicitura:
Premio “La S.I.O. per l’Italia”
nel 150° anniversario dell’unità d’Italia
Al dott. MAURIZIO MAGNANI
Medico otorinolaringoiatra
per gli altissimi meriti acquisiti in ambito civile
e sociale
“Italiae civis atque medicus semper”
Udine 25 maggio 2011
Dott. Maurizio Magnani, il vice Primario dott. Angelo Anni e personale di sala operatoria
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t53*.&453&***
4055070$&
PRIMO PIANO
4055070$&
t53*.&453&***
7
PRIMO PIANO
Prima giornata dell’informazione sui tumori della testa e del collo
La FIALPO, Federazione Italiana delle Associazioni di Laringectomizzati e Pazienti Oncologici, ha deciso di promuovere,
con il sostegno incondizionato
di Fondazione Cesare Serono,
per il prossimo 17 settembre la
Ia Giornata dell’informazione
sui tumori della testa e del collo,
considerando la scarsa attenzione nei confronti di una patologia
oncologica molto sottovalutata.
Comunemente associati a stili di
vita non corretti, come l’abuso
di alcol e di fumo, recentemente
è emerso che per i tumori della
testa e del collo uno dei fattori di
rischio emergente è rappresentato dallo Human Papilloma Virus
estremamente diffuso nella popolazione adulta.
Nell’ambito di questa Giornata,
sono previste le seguenti iniziative:
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piazze, a Roma e a Milano, saranno presenti due stand presso i
quali medici specialisti saranno
a disposizione del pubblico per
fornire informazioni e chiarire i
dubbi dei cittadini.
t 1SFTTP J DFOUSJ BEFSFOUJ BMMB
FIALPO sarà distribuito materiale informativo sui segnali di
allarme, i fattori di rischio, le
azioni di prevenzione e l’importanza della diagnosi precoce nei
tumori della testa e del collo.
Oltre al patrocinio ottenuto dal
Ministero della Salute, Assessorato alle Politiche Sociali e
alla Salute di Roma Capitale e
a quello dal Segretariato Sociale
RAI-Radiotelevisione Italiana,
8
t 5 3 * . & 4 5 3 & * * *
4055070$&
PRIMO PIANO
la Giornata ha ottenuto i patrocini delle seguenti Società Scientifiche/Associazioni di Pazienti:
tAILAR - Associazione Italiana Laringectomizzati Onlus.
t AIOCC - Associazione Italiana di Oncologia Cervico-Cefalica.
t AIRO-Associazione Italiana
di Radioterapia Oncologica.
t AOI Onlus-Associazione Oncologica Italiana Mutilati della
Voce Onlus.
t AOOI-Associazione Otorinolaringologi Ospedalieri Italiani.
Ai Centri appartenenti alle Società Scientifiche/Associazioni
di Pazienti patrocinatrici, interessati ad aderire in modo attivo, si invierà il materiale informativo relativo alla Giornata da
distribuire al pubblico. Inoltre
in oltre 50 Centri specializzati
si terranno incontri con i medici
di Medicina Generale e/o incontri informativi con il pubblico,
organizzati in modo autonomo,
nell’arco della settimana tra il
17 e il 24 settembre 2011.
I TUMORI DELLA TESTA E
DEL COLLO
TUMORI DELLA TESTA E DEL COLLO: CHE COSA SI CONOSCE?
Più della metà della popolazione non sa quali siano i “tumori
della testa e del collo” e solo pochi sanno che anche i virus, nello specifico il Papilloma Virus
Umano - HPV, possono causarne l’insorgenza.
La scarsa informazione è spesso
responsabile del frequente ritardo nella diagnosi e conseguentemente nel trattamento di questo
importante gruppo di patologie
tumorali.
I tumori della testa e del collo
sono difficili da curare quando
diagnosticati in uno stadio avanzato o quando la malattia si è
diffusa ad altri organi.
CHE
COSA SONO I TUMORI DELLA
TESTA E DEL COLLO?
Con il termine “tumori della
testa e del collo” si intende il
cancro che colpisce la bocca, la
lingua, le gengive, la faringe, la
laringe, il naso, i seni paranasali
e le ghiandole salivari.
L’organo che viene colpito più
frequentemente è la laringe, seguito da cavo orale e faringe.
All’interno di ogni singolo organo è importante conoscere
accuratamente la localizzazione
precisa del tumore (a esempio:
la faringe si divide in rinofaringe, orofaringe o ipofaringe) per
capire la gravità della malattia.
La definizione della terapia più
corretta viene decisa da un gruppo di medici esperti in diverse
specialità, che includono il chirurgo otorinolaringoiatra, il radioterapista e l’oncologo.
QUALI
SONO I PRINCIPALI FATTO-
RI DI RISCHIO?
r Uso del tabacco (sigarette,
sigari, pipa, tabacco da masticare, tabacco da fiuto) rappresenta il maggiore e più
importante fattore di rischio. Si
calcola che l’85% dei casi di tumori di questo tipo siano correlati al tabacco.
rAssunzione frequente di elevate quantità d’alcool - segue
il fumo, per importanza. Da solo
sembra aumentare di 5-11 volte il rischio. L’associazione tra
fumo ed alcool aumenta ulteriormente il rischio.
rMarijuana
4055070$&
r Fumo passivo, polveri di
asbesto, sostanze chimiche di
vario genere.
rDieta povera in vitamine del
gruppo A e B.
rScarsa e non corretta igiene
orale specie in soggetti portatori
di protesi dentarie.
rEsposizione papilloma virus
umano (HPV) - questa infezione
è attualmente considerata molto
importante nella genesi di alcune
di queste malattie (specie quelle
dell’orofaringe e della bocca).
Lo stesso virus è responsabile
dei tumori al collo dell’utero e si
ritiene che l’infezione si diffonda tramite rapporti sessuali.
rVirus di Epstein Barr è associato ai tumori del rinofaringe.
L’IMPORTANZA
DELLA DIAGNOSI
PRECOCE
Riconoscere i sintomi e diagnosticare i tumori della testa e del
collo in fase precoce offre ai pazienti una speranza di guarigione
che supera il 90%. Ove possibile, questi tumori vengono trattati
con la chirurgia, ma spesso vi è
il pericolo di interventi demolitivi e invasivi, poiché la malattia è
diagnosticata in fase avanzata in
9 casi su 10. L’intervento precoce, che offre maggiori possibilità di ricorso alla chirurgia meno
invasiva, consente di preservare
la funzionalità della parte colpita dal tumore.
QUALI
SONO LE PRINCIPALI TEC-
NICHE DIAGNOSTICHE?
La diagnosi precoce di queste
malattie si basa sul riconoscimento dei sintomi iniziali e su
un’approfondita visita medica,
come a esempio l’esplorazione
del cavo orale. Successivamente,
per poter eseguire una diagnot53*.&453&***
9
PRIMO PIANO
si esatta è necessario effettuare
una biopsia e utilizzare indagini
strumentali come la fibroscopia,
esame endoscopico nel corso del
quale è spesso possibile visualizzare il tumore e la sua estensione.
COME SI RICONOSCONO I SINTOMI?
I tumori della testa e del collo
sono di lento accrescimento nelle fasi iniziali e ciò vuol dire che
i sintomi iniziali possono essere lievi e aspecifici. Questo può
causare ritardo nella diagnosi.
Sintomi comuni della malattia,
ma che non devono allarmare
in quanto riscontrabili anche
in patologie più frequenti e
meno gravi, sono ad esempio:
rulcera in bocca
r debolezza, anoressia e dimagrimento da malnutrizione dovuta alla difficoltà a deglutire
remissione di sangue dalla bocca o dalle vie respiratorie
rmal d’orecchie
rdeglutizione dolorosa
rcomparsa di gonfiore nella regione del collo
La sintomatologia può anche
assumere caratteristiche dipendenti dalla sede di origine della
malattia:
r nei tumori della laringe inizialmente si possono verificare
alterazioni della voce; in seguito, la deglutizione diventa difficile e/o dolorosa
rnei tumori della faringe si può
avere una sensazione di corpo
estraneo o dolore alla gola, difficoltà di deglutire, alitosi, voce
10
t 5 3 * . & 4 5 3 & * * *
nasale ed eccessiva produzione
di saliva. Molti possono sentire
dei noduli sul collo (linfonodi
ingranditi). Se il tumore è localizzato alla base del naso, altri
sintomi possono essere disturbi uditivi come calo dell’udito,
ronzii, fischi, sensazione di orecchio tappato, episodi ripetuti e
recidivanti di otite, abbondanti
secrezioni nasali, emorragia dal
naso. Nelle forme avanzate, si
possono presentare mal di testa,
perdita dell’olfatto, ridotta visione e visione sdoppiata
rnei tumori della bocca i sintomi iniziali sono lievi come piccole vesciche dolorose, ulcere o
ferite che non guariscono, difficoltà nei movimenti della lingua
fino all’impossibilità ad aprire la
bocca nelle forme più avanzate
rnei tumori dei seni paranasali
compare spesso l’ostruzione nasale, abbondanti secrezioni nasali ed emorragia dal naso. Dolore,
alterazioni della sensibilità del
volto, disturbi visivi e deviazione della lingua sono tutti sintomi
di malattia avanzata.
legati a questa patologia1.
t*O*UBMJBPHOJBOOPTJSFHJTUSBno circa 10.432 nuovi casi tra gli
uomini e 1.980 tra le donne2.
t*UVNPSJEFMMBUFTUBFEFMDPMMP
rappresentano la quinta neoplasia più diffusa in Italia e la stima
dei pazienti colpiti da questa neoplasia è di circa 106.7273.
tIl Nord Italia è la zona in cui
i tumori della testa e del collo sono maggiormente diffusi,
con una prevalenza nell’area
del Nord Est4.
t/FMQFSJPEPJUVNPri della testa e del collo hanno
rappresentato il 4,1% di tutte le
neoplasie tra gli uomini e l’1,1%
tra le donne2.
t /FMMF EPOOF MJODJEFO[B Ò JO
aumento, legato a un aumento
dei tumori della cavità orale e
della faringe.
LA MULTIDISCIPLINARIETÀ
Spesso, i pazienti ricevono una
combinazione di modalità differenti di trattamenti ed è per questo fondamentale un approccio
di tipo multidisciplinare.
Si intende per approccio multiRisulta, dunque, importante ri- disciplinare, un approccio che
conoscere i sintomi apparente- coinvolge più specialisti, come
mente aspecifici, specie quando il chirurgo, il medico oncologo
presenti in soggetti a rischio per e il radioterapista, che collabolo sviluppo di tumori testa-col- rano per il raggiungimento del
miglior risultato terapeutico.
lo.
In presenza di uno o più di que- Nei tumori della testa e del colsti sintomi che non si risolvono lo, fanno parte di questo gruppo
in breve tempo, è bene rivolgersi di specialisti anche il nutrizionial proprio medico o a uno spe- sta, il riabilitatore (logopedista),
il terapista del dolore, il dentista,
cialista.
lo psicologo e l’assistente sociale5.
Dati epidemiologici
t4JTUJNBDIFJO&VSPQBJDBTJ LE TERAPIE
di tumore della testa e del col- In questa neoplasia, esistono
lo siano circa 140.000 e oltre diverse terapie che possono es65.000 decessi ogni anno sono sere impiegate singolarmente o
4055070$&
PRIMO PIANO
insieme. Diversi fattori incidono
sulla scelta della terapia più appropriata, tra i quali:
tMBTFEFJODVJÒTJUVBUPJMUVNPre;
tMFTUFOTJPOFEFMUVNPSF
tMBSBQJEJUËDPODVJTJÒEJGGVTP
tMFDPOEJ[JPOJEJTBMVUFHFOFSBle;
tJSJTVMUBUJFTUFUJDJFGVO[JPOBMJ
tMBQSFGFSFO[BEFMQB[JFOUF5
Le opzioni di trattamento includono:
LA CHIRURGIA
I pazienti con una patologia localizzata che non si è diffusa,
possono essere sottoposti a un
intervento chirurgico del tumore. L’intervento chirurgico può
essere seguito dalla radioterapia.
LA RADIOTERAPIA
I pazienti con tumori localmente
avanzati e che non possono essere operati, possono ricevere radioterapia da sola, radioterapia
in combinazione con una terapia
mirata o radioterapia in combinazione con la chemioterapia.
La chemioterapia in aggiunta
alla radioterapia ha un impatto
positivo sulla sopravvivenza, ma
è associata a un aumento delle
tossicità acute e croniche.
LA CHEMIOTERAPIA
La chemioterapia può essere usata nei pazienti sottoposti a chirurgia sia prima della procedura
chirurgica - quando il tumore è
vasto o per ridurne la dimensione o il numero di metastasi - sia
dopo la chirurgia per impedire
le recidive. Negli stadi avanzati
(metastatici), la chemioterapia è
usata come setting palliativo per
ridurre la massa tumorale, alle-
viare i sintomi e il dolore e per
allungare la sopravvivenza6.
LE TERAPIE MIRATE
Negli ultimi anni, numerose terapie mirate sono state sviluppate per il trattamento dei tumori
della testa e del collo. Queste
terapie innovative mirano i geni
difettosi o le proteine che sono
presenti in eccesso nelle cellule di un tumore della testa e del
collo, contribuendo alla crescita
del tumore e al suo sviluppo.
Gli anticorpi monoclonali rappresentano un tipo di terapia
mirata che agisce interferendo
con quelle particolari molecole
che sono necessarie alla crescita
del tumore e alla sua proliferazione. Gli anticorpi monoclonali
possono essere più efficaci e più
tollerabili degli altri trattamenti
poiché attaccano specificamen-
4055070$&
te le cellule tumorali, ma non le
cellule sane.
Bibliografia
1. GLOBOCAN (www.deep.
iarc.fr, accessed May 2008).
2. AIRTUM, I tumori in Italia,
Rapporto 2006.
3. AIRTUM, I tumori in Italia,
Rapporto 2010.
4. Licitra L. Olmi P. (2011)
Tumori della testa e del collo.
Integrazione terapeutica nella
conservazione della funzione
d’organo Springer.
5. Fondazione AIOM, I tumori
della testa e del collo.
6. Cancer.net www.cancer.net
Fonte:
Fondazione Cesare Serono
con AOIMdV e Ailar
t53*.&453&***
11
PRIMO PIANO
L’importanza dell’aggiornamento
Trieste, città di elezione
per incontri al vertice
Nell’ambito del programma Nazionale di Educazione Continua in Medicina, si inserisce con particolare rilevanza questo evento, per il quale la Società Radiovision Provider ha inoltrato richiesta di
accreditamento all’Agenas. Per l’ottenimento dei
crediti ECM è necessario che i partecipanti siano
presenti in sala per tutta la durata delle sessioni
accreditate, che provvedano a firmare i registri di
entrata e uscita e che riconsegnino, al termine della manifestazione stessa, la scheda di valutazione
e di apprendimento debitamente compilate.
ELENCO RELATORI E MODERATORI
Amadori Maurizio - Mirano
Arnez Marij Zoran - Trieste
Babighian Gregorio - Padova
Barzan Luigi - Pordenone
Barbieri Franco - Verona
Benazzo Marco - Pavia
Biasotto Matteo - Trieste
Bussi Mario - Milano
Da Mosto Maria Cristina - Treviso
Danesi Giovanni - Bergamo
Di Lenarda Roberto - Trieste
Emanuelli Enzo - Padova
Fontana Marco - Monselice
Lunghi Francesco - Monselice
Luzzati Roberto - Trieste
Marchiori Carlo - Treviso
Martini Alessandro - Padova
Mocella Stelio - Bussolengo
Nicolai Piero - Brescia
Orzan Eva - Trieste
Peretti Giorgio - Brescia
Piemonte Marco - Udine
Rigoli Roberto - Treviso
Rizzotto Giuseppe - Vittorio Veneto
Spinato Roberto - Mirano
Spriano Giuseppe - Roma
Succo Giovanni - Torino
Tirelli Giancarlo - Trieste
RESPONSABILE SCIENTIFICO: GIANCARLO TIRELLI - DIRETTORE DELLA CLINICA ORL - TRIESTE
SEGRETERIA SCIENTIFICA: FEDERICA BULLO, GIACOMO SPINATO, FABRIZIO ROVELLI
E mail: [email protected]
12
t53*.&453&***
4055070$&
SANITÀ & SALUTE
Convegno
Il termalismo e il paziente
portatore di tracheostoma
Nell’Aula delle conferenze delle
Terme di Tabiano, per iniziativa
del nostro Presidente Nazionale,
si è svolto il convegno “Il Termalismo come risorsa del malato portatore di tracheostoma”.
Occorre comunque formulare
un grande ringraziamento al
direttore sanitario delle Terme
di Tabiano, dott. Flavio Strinati e aI responsabile del Servizio di ORL. e Foniatria delle
Tenne, dott. Francesco Avanzini per la sensibilità dimostrata
verso le nostre problematiche
e per aver accettato di buon
grado di essere relatori di due
tematiche dedicate.
Infatti, dopo la presentazione
del dott. Maurizio Magnani, che
ha sottolineato l’importanza e la
scoperta della terapia termale nel
paziente oncologico della testa e
del collo, il dott. Flavio Strinati
ha parlato delle “Problematiche
bronco-polmonari nel paziente
portatore di tracheostoma”.
Le patologie croniche a carico
delle basse vie respiratorie sono
in costante aumento e determinano una riduzione della capacità funzionale broncopolmonare,
con peggioramento della qualità di vita del paziente e con un
aggravio della spesa sanitaria in
termini di ospedalizzazioni e di
consumo da farmaci antibiotici e cortisonici. Queste criticità
sono più evidenti nelle città con
inquinamento “atmosferico ed
elevate polluzioni”.
Il dott. Flavio Strinati ha sottolineato l’importanza della terapia termale solforosa e in par-
TABIANO T. - Il dott. Flavio
Strinati mentre illustra le problematiche polmonari.
ticolare dell’inalazione del gas
sulfureo, con elevate proprietà
antiossidanti e di ossigenazione tissutale, come recenti studi
statunitensi hanno dimostrato.
Ne viene infatti auspicata l’indicazione per la rivitalizzazione
del tessuto miocardico lesionato dall’infarto. La riabilitazione
respiratoria in ambiente termale
solforoso viene eseguita con due
metodiche:
1) LA VENTILAZIONE MECCANICA
Con un’inalazione forzata a opera di un ventilatore che eroga
aria miscelata con ossigeno che,
nel caso del laringectomizzato,
può essere collegato al paziente
mediante una tracheocannula.
I vantaggi di tale metodo sono
rappresentati da un miglioramento della capacità polmonare e degli scambi gassosi con
grande utilizzo nelle bronchiti
croniche ostruttive (BPCO) ed
enfisematose.
2) LA FISIOKINESI
Terapia respiratoria con tecniche
4055070$&
di rieducazione mediante mobilizzazione diaframmatica e di
espansione toracica, ma soprattutto di disostruzione bronchiale
con manovre di drenaggio posturale e di tosse assistita.
Il dott. Francesco Avanzini ha
quindi relazionato diffusamente circa le principali affezioni
dell’orecchio, naso e gola, con
particolare riguardo alle rinofaringiti ricorrenti spesso con
lente risoluzioni verso la guarigione. Le inalazioni con acqua
di Tabiano, le irrigazioni nasali,
sono di grande aiuto terapeutico
sia nelle fasi acute ma soprattutto in chiave di prevenzione con
la possibilità di due cicli di cure
annuali. Il relatore ha focalizzato
poi l’attenzione sulle otiti tubo
timpaniche che spesso complicano nel laringectomizzato una rinofaringite catarrale con sintomi
fastidiosi come sordità rinogena,
senso di occlusione auricolare e
talvolta vertigini. La risoluzione
del problema, in chi non respira
più dal naso, passa obbligatoriamente attraverso dei protocolli
elaborati dagli specialisti delle
Terme di Tabiano che prevedono, accanto a terapie inalatorie
come aerosol e docce nasali,
anche politzer crenoterapico vibrato, insufflazioni endotimpaniche ed esercizi di rieducazione tubarica, con mobilizzazioni
della lingua, di sbadiglio e di
deglutizione. L’impiego inoltre
di tecniche di auto ventilazione
con espirazione narinale controresistenza può essere di grande
utilità anche a domicilio.
t53*.&453&***
13
SANITÀ & SALUTE
Il dott. Maurizio Magnani ha
concluso il convegno con la relazione “Le Terapie ancillari di
tipo termale nell’operato della
testa e del collo”, evidenziando
così quelle cure naturali termali
di minor importanza rispetto a
quelle principali di tipo inalatorio, destinate alla risoluzione dei
processi flogistici respiratori.
Grande importanza hanno infatti i Cataplasmi di argilla verde
ventilata da applicarsi sull’epigastrio per risolvere i problemi
gastroepatici secondari all’aerofagia ma anche nelle zone algiche dopo interventi di svuotamenti laterocervicali o dopo
cicli di Radioterapia. Importante
è il trattamento su cicatrici ormai consolidate. L’utilizzo dei
fanghi termali (Luteoterapia) ha
una larga gamma di indicazioni, riguardanti fatti degeneranti
osteoarticolari. Anche l’impiego di creme idratanti e leviganti preparate con acque termali
svolge un’azione benefica sulle
cicatrici chirurgiche e sulla tonicità cutanea. Ma è soprattutto
il contatto con la natura, con i
percorsi salute, con i colori dei
Omaggio al dott. F. Avanzini
Omaggio al dott. F. Strinati
fiori a esercitare un toccasana
al paziente laringectomizzato,
provato nel fisico e nel morale.
“Gli studi della Psiconcologia lo
testimoniano, ha affermato il nostro Presidente, in quanto il pae-
saggio naturale svolge un’azione terapeutica migliorando la
qualità di vita” (Il Giardino che
cura). L’uditorio ha formulato ai
relatori numerose domande poiché l’importanza degli argomenti ha suscitato grande interesse e
curiosità.
Il dott. Magnani ha quindi concluso i lavori dopo aver ringraziato i relatori e averli omaggiati
con due artistici orologi di ceramica della costiera amalfitana,
personalizzati per AiIar.
Dal canto loro i due sanitari termali si sono dichiarati disponibili a far ottenere a tutti i nostri associati delle agevolazioni
all’accesso alle cure, alle sistemazioni alberghiere e all’acquisto agevolato di bottiglie di
acqua di Tabiano e di prodotti
dedicati. La segreteria nazionale
si farà carico di notificare tutto quanto. È seguito quindi un
ricco rinfresco e buffet, offerto
dall’Amministrazione delle Terme di Salsomaggiore e di Tabiano che ha allietato e soddisfatto
tutti i presenti.
A cura della
Redazione AILAR - Milano
L’ignoranza
“Nemico” grave e insidioso
La lingua latina
fa distinzione
tra il verbo nescio (non conosco) e ignoro
(ignoro) perché
dà una profonda differenza di significato tra
le due cose. Infatti “nescio” sta
a indicare uno stato di non conoscenza, perché il soggetto non
conoscente non ha la notizia
14
t53*.&453&***
dell’esistenza di un concetto o di
una cosa ma, una volta informato, è pronto ad adoperarsi per il
miglioramento del suo sapere.
“Ignoro” invece presuppone una
condizione in cui il soggetto
non si pone il problema, dà per
scontata la sua ignoranza su varie tematiche ma non è spinto da
alcuna voglia di miglioramento
della sua condizione. È quindi
una sorta di apatia che perpetua
4055070$&
l’ignoranza che acquista così
una valenza negativa. È risaputo che un vecchio proverbio
recita che “l’ignoranza è il peggiore dei mali”, come a dire che
molte cose negative sono figlie
dell’ignoranza e del pregiudizio.
Sempre seguendo questo filo
rosso Jim Morrison, di fronte a
critiche alimentate dall’invidia e
dal pregiudizio, amava ripetere
che “l’ignoranza è il peggiore
SANITÀ & SALUTE
dei mali, persino peggiore della malvagità che presuppone
un minimo di intelligenza”.
La persona equilibrata deve
combattere contro l’ignoranza
colpevole; non a caso un grande personaggio come Napoleone Bonaparte sosteneva che “le
sole conquiste che non lasciano
nell’animo amarezza sono quelle che si vincono contro l’ignoranza”. Vista la sua universalità
e la sua diffusione in vari ceti
sociali, l’ignoranza è un grave
nemico dei malati oncologici
della testa e del collo. Ma è più
insidioso di quanto si pensi in
quanto esplica i suoi effetti negativi a vari livelli:
- a livello familiare mi sono
sentito ripetere in numerose
occasioni da parte di congiunti
prossimi del malato “ma….se
il cancro di mio marito (padre,
moglie) è infettivo?” oppure un
altro adagio “quanti mesi avrà
ancora da vivere?” mal celando
un interessato pensiero ad una
eventuale eredità oppure alla
salvaguardia della propria quiete
esistenziale. In più di una occasione inoltre abbiamo avuto notizie di divorzi e di abbandoni.
- a livello economico è capitato
in diverse occasioni che il datore di lavoro abbia emarginato
un dipendente laringectomizzato perché improduttivo e di non
gradevole impatto con la clientela.
- a livello sociale nella gente
comune è ancora frequente la
convinzione che chi respira dal
tracheostoma abbia una cattiva
condizione di vita e che sia meritevole di una regressione nella
scala di considerazione collettiva. Basta ricordarsi dell’imbarazzo che si suscita quanto si
tossisce in pubblico.
- a livello individuale molti pazienti hanno rifiutato interventi demolitivi ma risolutivi per
“un’ignoranza” del dopo per
non riuscire ad immaginare una
vita differente. Personalmente
sono testimone di alcune tragedie di pazienti che hanno rifiutato interventi radicali preferendo
terapie palliative senza giungere
a guarigione. Vedete quindi, cari
lettori, quanti campi di influenza
e di attività può avere la nostra
associazione di volontariato.
Innanzitutto la promozione di
una cultura che sconfigga il pregiudizio e l’equazione:
laringectomizzato = persona
non valente.
Questo è compito nostro come
associazione ma anche a livello
individuale è importante che il
paziente abbia un decoro, una
pulizia ed uno stile di vita migliore a dimostrazione che la
malattia può intaccare il corpo
ma non la dignità della persona. Solo vivendo il nostro handicap nella società civile “con
classe” e con le iniziative della
nostra associazione riusciremo a vincere il nemico “ignoranza”.
Dott. Maurizio Magnani
non si associa più il cancro alla
morte. Vasco Rossi forse non sa
che il 50 per cento dei malati oncologici sopravvive. (…) Si tratta comunque di un invito a molti
pazienti a non essere trattati ed
eventualmente guariti dalla loro
malattia. (…) In Italia - puntualizza Tirelli - vi sono oggi 2
milioni e 200 mila persone che
vivono con il cancro e, di queste,
circa 1 milione e 285 mila sono
lungo sopravviventi: possono
cioè essere considerati guariti.»
Tirelli giudica Vasco Rossi un
“cattivo maestro” per quanto riguarda la droga e un “pessimo
maestro” per quanto riguarda
l’oncologia.
Per allentare la
sacrosanta reazione sanitaria
- professionale
- umana dell’illustre oncologo
al devastante messaggio, si potrebbe ammonire così il popolare rocker: «Vasco, scherza con
la musica e lascia stare droga
e cancro.» Senza nulla togliere
al suo indiscusso richiamo mediatico, il cancro è ben più di
una canzone. Merita il massimo
rispetto e un’incrollabile fiducia
nella medicina.
La Redazione
Le “Brevi”
L’ o n c o l o g o
Umberto Tirelli, direttore del
Dipartimento di
oncologia medica del CRO
di Aviano, ha
reagito alle considerazioni tutte personali del rocker di Zocca
Vasco Rossi. “Di marijuana non
è mai morto nessuno” e “se avessi avuto il cancro non mi sarei
curato: antidolorifici ai Caraibi:
(…). Perché non voglio soffrire,
voglio morire allegro”. L’oncologo considera queste affermazioni dannose e frutto di disinformazione. Afferma : «Oggi
4055070$&
t53*.&453&***
15
“SPECIALE” PER VOI
Esperienze vissute e immaginate
La paura di “non esserci più”
La paura dell’abbandono
Così mi parla M. una vostra associata
dopo aver letto
il mio precedente articolo
sulle fobie: «Ho sempre vissuto
una vita tranquilla. A trent’anni
stavo in macchina sotto una galleria con mio marito e mio figlio
di quattro anni. All’improvviso
mi sono sentita male: un senso
di soffocamento, tutta sudata
non riuscivo a parlare, respiravo
convulsamente. Il “tormentone”
si è riproposto a ogni evento triste come malattie, soprattutto
ricoveri ospedalieri, dei miei familiari. Arrivavo al punto di non
riuscire nemmeno a far loro visita in ospedale. Soffrivo perché
non è facile essere capiti dagli
altri… Quel senso di impotenza
esisteva anche per le cose banali.
Ho dovuto rinunciare a viaggiare, perché avevo il pensiero fisso: gallerie, ascensori, corridoi
e luoghi senza sbocchi… Dottoressa, si tratta di agorafobia
o di attacchi di panico?» Muovendo da questo breve riscontro
possiamo suggerire una serie di
riflessioni. La sindrome agorafobica è il risultato di un insieme di componenti:
1. paura di essere o di venire
a trovarsi in posti che non sono
conosciuti, ovvero in situazioni
da cui è difficoltoso (meglio
vergognoso e imbarazzante) sottrarsi;
2. paura di gravi malattie come
possibili derivati di inspiegabili
16
t 5 3 * . & 4 5 3 & * * *
e dolorose sensazioni interne;
3. desiderio impellente di ritornare a casa o in un altro luogo
sicuro quando l’ansia sta per diventare incontrollabile;
4. necessità di avere accanto una
persona di cui ci si fidi quando
ci si allontana da casa o si teme
fortemente un possibile attacco
d’ansia. I luoghi fisici temuti
concernono per lo più mezzi di
trasporto (autobus, treno, automobile, navi, aereo), ristoranti,
cinema, discoteche o altri posti
di ritrovo affollati, supermercati, autostrade, strade con intenso traffico e con possibilità
di intasamento, ponti, gallerie,
ovvero semplicemente un tratto
di strada fatto a piedi da soli.
Benché etimologicamente agorafobia significhi “paura di spazi
aperti”, quelli chiusi (le banche
a chiusura controllata, ascensori o altri spazi ristretti come
docce, bagni ecc.) possono
provocare sintomi pari a quelli
dell’agorafobia. La possibilità
di collassare, di rimanere intrappolato o umiliato dalla gente,
scatena automaticamente una
serie di pensieri negativi collegati con disturbi interni gravi,
sentiti come fossero reali quali
l’infarto, il collasso, la pazzia e
perfino la morte. Nel sentire di
essere in preda di forze interne
ed esterne e non trovando alcuna soluzione al suo problema,
che può sfociare in un attacco
di panico, l’agorafobico fugge
dalla situazione ansiogena per
cercare un rifugio sicuro in una
4055070$&
figura protettiva (genitore, partner, ecc.) o nella casa poiché la
casa rappresenta la sicurezza.
Ma così facendo, il soggetto
conferma la sua “diversità” e
avrà sempre più paura di avventurarsi fuori, e, se dovesse farlo,
lo farebbe con molta ansia. A
seconda della storia personale
di ogni individuo, del legame
alle sue abitudini e alle sue sicurezze quotidiane, del suo livello
di accettazione del rischio e
dell’incertezza relazionale, il
significato assunto da questa
fobia è peculiare e quindi spetterà allo psicoterapeuta valutare
il tipo di cura da intraprendere.
Sono del parere, e nel caso di M.
intravvedo questa possibilità,
che molti “attacchi di panico”
in realtà siano una risposta psicofisiologica alla paura di perdere i legami. Allontanarsi dalla
sicurezza, perdersi nella nebbia
e rischiare di non riconoscere
più i contorni delle cose, entrare
in un tunnel e non vederne mai
la fine…, richiamano temi ancestrali di nascita e di morte.
Così come siamo venuti alla
luce, allo stesso modo ci riflettiamo nello sguardo materno
che ci iper protegge o ci allontana. La memoria di ciò resta e
riaffiora in tutti quei momenti
importanti che chiedono di considerare i legami e le relazioni,
compresi di perdite e sofferenze
per la possibile perdita. La teoria dell’attaccamento elaborata
dallo psicoanalista John Bowlby
muove proprio dalla necessità
“SPECIALE” PER VOI
di spiegare spiegare l’acuta sofferenza emotiva conseguente
alla separazione dalle persone
significative. Pertanto i cosidetti
“attacchi di panico” non sono
indubbiamente estranei alla
paura della separazione e a esperienze infantili “allarmanti” in
tal senso. In diversi casi ci vuole
l’acume dello specialista per
tenere distinti i disturbi d’ansia
relativi alla separazione temuta
(o forse anche desiderata) e i
disturbi di panico con (o senza)
agorafobia. Infine, anche la fantasia di “non poter più esserci”,
ovvero di morire e di lasciare le
persone care incustodite, si cela
nei sintomi ansiosi a causa di
quel morboso meccanismo di attaccamento e di indissolubilità
che ci rende genitori per sem-
pre. Quindi in caso di malattia
personale, evento assolutamente
traumatico, possono scatenarsi
reazioni come quelle fino a ora
presentate. Aspetto nuovi esempi su cui poter ragionare e fare
da lume a coloro che possono
soffrire di un qualche possibile
disagio.
Dott.sa Monica Cielo
Alla ricerca della voce perduta
Preziosi e utili esercizi che facilitano la rieducazione
fonatoria dopo la laringectomia totale
PREMESSA
Sintesi del
precedente articolo:
tempestività dell’intervento riabilitativo fonatorio;
valutazione del controllo volontario/intenzionale della motilità
oro-facciale; controllo inspirazione / espirazione. In questo
articolo si prende in considerazione la riabilitazione logopedica del paziente che, una volta
dimesso dall’ospedale, verrà
seguito presso il Servizio di Logopedia con la frequenza di due
sedute settimanali e di una con
il maestro riabilitatore presso la
sede del centro associativo di riferimento.
DALLA TEORIA ALLA PRATICA
(seconda parte)
Sin dalle prime sedute verranno
proposti esercizi per facilitare il
rifornimento d’aria attraverso la
bocca e il naso, spiegando e aiutando il soggetto a:
- controllare l’ingresso di quantitativi minimi di aria attraverso
il naso e la bocca,
- eseguire dei movimenti “masticatori” (far finta di masticare),
- deglutire e percepire il passaggio dell’aria in esofago,
- bloccare l’aria prima che acceda allo stomaco, contraendo il
diaframma,
- provocare la risalita della
“bolla” utilizzandola per sonorizzare.
Verrà quindi suggerito un elenco personalizzato di parole
composte da sillabe precedentemente allenate (PA/TA/KA)
introducendone altre quali /BAGA–DA/, tenendo presente che
possono esserci delle variazioni
individuali e, pertanto, a qualche soggetto possono risultare
semplici alcune parole piuttosto
di altre. L’elenco prevede le seguenti parole-traccia:
atto acca ecco oca acqua auto
pappa poco patto putto pipa
pepe pacco pecca pacca capo
cotto caco coca cocco cucù cacao chicco topo tappo tacco
teca tocca tetto tutto tata tuta
4055070$&
toga babbo bebè bocca bacca
becco buco gatto dado data
dito detto ecc…e poi il famoso
“ciao”.
Questa lista di parole dovrà essere letta quotidianamente a
casa, cercando di sonorizzare
tutte le sillabe. Si chiederà inoltre, al nostro paziente, di trascrivere su un apposito quadernetto
tutte le parole sonore che, anche
solo occasionalmente, riuscirà a
riprodurre nell’arco della giornata. Anche il contare sonoramente, da uno a dieci, è un ottimo
esercizio dato che il nome dei
numeri compresi presenta parte
dei fonemi facilitanti.
Proseguendo con gli esercizi, si
proporrà, all’interno di una semplice frase data, la produzione
sonora di almeno una parola. Le
frasi presenteranno le seguenti
caratteristiche:
- devono essere brevi,
- presentare parole bisillabe formate dalle consonanti fino a ora
allenate,
- presentare parole possibilmente ad alta frequenza.
t53*.&453&***
17
“SPECIALE” PER VOI
Esempio: il GATTO corre;
l’ ACQUA È POCA;
il BABBO È in TUTA…
Non va dimenticato o sottovalutato il fatto che i pazienti sottoposti a laringectomia totale
spesso presentano una perdita
dell’olfatto e del gusto o comunque un’importante compromissione di queste due funzioni sensoriali. Sarà quindi consigliabile
proporre sin dall’inizio l’acquisizione di una semplice manovra
che aiuta a riappropriarsi di queste due funzioni. Tale manovra
consiste nel far aderire la base
della lingua alla parete della faringe, rilasciandola subito dopo
e producendo un suono simile a un “clunch”. Per facilitare,
chiederemo di riprodurre una
/K/ a bocca chiusa. Ripetendo
più volte consecutivamente e in
modo rapido la sequenza, l’aria
incamerata, sia a livello orale
che nasale, anche se in quantità
esigua, viene più volte “pompata” stimolando l’olfatto. Come
si sa, l’aroma dei cibi va a inte-
grare il gusto e, con un semplice
movimento, si può quindi ovviare ad entrambi gli ostacoli.
CONCLUSIONE
Se fino ad ora l’ iter indicato presenta carattere generale, ovvero
presenta fasi e tappe più o meno
comuni a tutti i pazienti, molto
spesso a questo punto assistiamo
a una diversificazione dei percorsi riabilitativi, il più delle volte
legate a dinamiche psicologiche,
all’accettazione o meno
della nuova condizione, al dover
effettuare cicli di radioterapia,
e altre variabili spesso piuttosto imprevedibili e, comunque,
estremamente soggettive. Tuttavia, è importante ricordare che
l’acquisizione di un minimo di
sonorità in tempi piuttosto brevi
è fondamentale:
- per un fattore psicologico-motivazionale
- per favorire un recupero ottimale dopo un eventuale trattamento radioterapico.
Giocherà un ruolo fondamentale per una prognosi riabilitati-
va positiva, il tessuto familiare
e la ripresa dei contatti sociali,
perché solo in presenza di un
background affettivo solido e
stimolante, ovvero di un sostegno morale da parte delle persone care, i nostri pazienti potranno affrontare e superare le
paure e le resistenze, rinforzare
la fiducia in sè stessi e quindi
la certezza che la comunicazione autonoma non sarà preclusa,
ma avrà solo una nuova veste. Il
cammino verso un’altra voce è
possibile!
Logopedista
Dott.ssa Emanuela Rado
Servizio Sanitario Nazionale
Regione Veneto
Unità operativa complessa di
Otorinolaringoiatria e Patologia
Cervico Facciale
Ospedali di Mirano e Noale VE
Direttore
Prof. Roberto Spinato
Quei salutari vapori
L’infermiera consiglia …
Con l’arrivo dell’autunno può arrivare
anche qualche noioso inconveniente a
tutti, ma in particolare al laringectomizzato. Sappiamo che il portatore di tracheostoma respira dalla trachea
abboccata al collo e che ai polmoni arriva l’aria dall’esterno
senza essere filtrata, umidificata,
riscaldata, attraverso il naso.
L’aria inalata con forza nell’apparato respiratorio può provocare con più facilità irritazione, infiammazione, catarro, bronchite.
18
t 5 3 * . & 4 5 3 & * * *
Per ovviare almeno in parte a
questi inconvenienti, si consiglia al laringectomizzato, anche
in via preventiva, di sottoporsi al
procedimento di inalazioni e/o
di aerosol-terapia. Le inalazioni
consistono nell’inspirare vapore
di acqua bollente medicamentosa. Anche con la semplice inalazione di acqua umida o di vapore, si può ottenere un effetto
calmante sulla mucosa tracheobronchiale e fluidificante del
catarro denso e crostoso. Certamente più efficace allo scopo
terapeutico è l’aerosol-terapia.
4055070$&
Alla base del procedimento c’è
un nebulizzatore che produce
micro particelle di sostanze liquide medicamentose e/o acque
speciali e/o acque termali che
calmano la tosse, riducono il catarro bronchiale e migliorano lo
stato bronchitico. Ogni laringectomizzato, soprattutto se vive
in città fra lo smog dovrebbe,
sempre su consiglio medico del
procedimento più idoneo, sottoporsi periodicamente e con più
frequenza in inverno alla terapia
aerosolica.
Giada Cerminara
“SPECIALE” PER VOI
Altre disabilità, altri silenzi
La “lingua dei segni” tecnica comunicativa
dei disabili dell’udito e della parola
Tempo fa è pervenuta in Redazione, via e-mail, la “letterina”
di una ragazza. Ci ha sorpreso,
ci ha commosso e ci ha offerto
interessanti spunti. Abbiamo voluto valutare attentamente alcuni passaggi e alla fine abbiamo
concluso che era giusto condividerla con i nostri lettori.
“Buongiorno, sono Chiara, la
nipote di Bruno Maccatrozzo.
Mio nonno era malato di tumore alle corde vocali da circa 3
anni, aveva perso la voce con
la prima operazione e negli ultimi tempi era peggiorato sempre di più, lasciando ben poche
speranze a tutta la sua famiglia
e agli amici di poterlo riavere
come prima che gli fosse diagnosticato il tumore. Mio nonno
è venuto a mancare l’8 gennaio
2011, lasciando in tutti noi un
dolore enorme, ma ancor di più
ha lasciato ai suoi cari il modello di una persona fantastica e
con un cuore d’oro. Era buono,
gentile con tutti, sempre disposto ad aiutare gli altri nel momento del bisogno e non voleva
mai far pesare il fatto che stava
male, voleva sempre apparire
forte davanti alla sua famiglia,
anche se tutti sapevano che non
era così. Questi sono gli insegnamenti che mi resteranno per
sempre di lui e che l’hanno reso
una persona amata da tutti.
Come tutti coloro che gli sono
stati vicino fino all’ultimo giorno e che l’hanno aiutato ad andare avanti nella sua malattia,
portandogli un sorriso e un po’
di compagnia, anch’io avrei vo-
luto aiutarlo in qualche modo.
E così lo scorso settembre ho
intrapreso un percorso di studi
universitario finalizzato ad aiutare mio nonno, e più in generale tutte le persone affette dalla
perdita della voce: lo studio della LIS (Lingua dei Segni Italiana). L’idea nacque non appena
mi resi conto di quanto fosse
difficile essere privati del dono
della parola, della possibilità di
partecipare alle conversazioni
e in particolare di quanto fosse difficile per lui farsi capire
anche per le cose più banali. Il
mio obiettivo era quello di riuscire a insegnare qualche segno
a mio nonno e alle persone a
lui più vicine in modo tale che
si riuscisse a comunicare più
facilmente. Sfortunatamente la
sua malattia peggiorò di giorno
in giorno, rendendo impossibile
l’attuazione di questo mio desiderio; credo però che tutto ciò
non debba fermarsi quì, perché
ci sono moltissime famiglie che
hanno simili problemi e penso
che con un po’ di buona volontà
si possa riuscire a dare un piccolo aiuto alle persone che hanno
perso la voce a causa del tumore e che non hanno altri mezzi
per riacquistarla”. Come si può
4055070$&
intuire gli spunti di approfondimento sono molteplici. Chiara
ci informa della LIS (lingua dei
segni), una tecnica comunicativa per disabili dell’udito (sordi)
e della parola (muti). Chiara ha
desiderato trovare un modo di
comunicazione non verbale per
colmare il doloroso silenzio del
nonno, per non interrompere
con lui lo scambio di sentimenti e di emozioni, così profondo
e indimenticabile tra nonni e
nipoti. Ma proprio questo suo
generoso, tenero desiderio ci dà
lo spunto per ribadire che il silenzio del laringectomizzato, a
differenza del disabile dell’udito e della parola, è a “tempo
determinato”. La “Lingua dei
Segni”, così preziosa per altri
silenzi, per il laringectomizzato,
invece, può essere un freno alla
riabilitazione fonetica. Chiara ci
fa capire che per qualche laringectomizzato, come per il nonno, la riconquista della voce può
fallire e allora, ecco la “Lingua
dei Segni”, la comunicazione
silenziosa. Ribadiamo tuttavia
che il percorso riabilitativo più
corretto ed efficace per il laringectomizzato, si realizza nel
tempo con impegno costante,
forte motivazione, senza fretta e
con il supporto del logopedista
e del maestro laringectomizzato.
Siamo comunque grati a Chiara
per la segnalazione, ma soprattutto per averci fatto partecipi
del suo struggente ricordo del
nonno “una persona fantastica e
con un cuore d’oro”.
La Redazione
t53*.&453&***
19
INFORMAREGIONE
*OQSPHSBNNBQFSJM
A Treviso
“c’è qualcosa di nuovo …”
A cura della Prof.ssa M.C. Dal Mosto,
Primario del reparto ORL presso l’Ospedale civile Ca’ Foncello di Treviso,
è in fase di programmazione un Convegno formativo per medici, infermieri,
logopedisti, maestri riabilitatori.
Il positivo riscontro del Convegno svoltosi a Verona il 6 e 7 maggio, ha permesso di individuare la formula di un
equilibrato dosaggio tra scienza, tecnica e cuore. L’indubbia capacità professionale e organizzativa della Prof.
ssa Dal Mosto, che saprà circondarsi di
autorevoli relatori, è sicura garanzia di
un ottimo risultato.
Il Convegno si svolgerà presso l’Ospedale Ca’ Foncello nella prima decade
di maggio 2012. Nel prossimo numero
di “Sottovoce” troverete informazioni
più dettagliate.
Adriano O. Zanolli
Assemblea generale
Il giorno 17 dicembre 2011 alle ore 9,30
presso la sede della Sezione di Padova
Via Montà, 368
è convocata l’Assemblea generale degli iscritti
per discutere e deliberare
alcune modifiche dello Statuto.
Vedasi lettera Regione Veneto - 3° Settore del 21/7/11
Si raccomanda la partecipazione.
Il Presidente
Rag. Adriano O. Zanolli
20
t53*.&453&***
4055070$&
INFORMASEZIONI BELLUNO
Guarire con il volontariato
“CASA TUA” onlus
dona un’apparecchiatura laser
Il reparto di ORL del “San Martino” di Belluno è ora dotato di
un’apparecchiatura di ultima
generazione per interventi chirur-gici di testa e collo. Si tratta
di un laser ad anidride carbonica che permette di asportare la
massa tumorale da laringe, faringe e cavo orale. Rispetto al
bisturi elettrico è meno invasivo,
garantisce alta precisione, meno
traumi e gonfiori post intervento
e maggiore rapidità di guarigione, contenendo quindi la spesa di
degenza. «L’ospedale di Belluno - precisa il Primario dott. Roberto Bianchini - è stato già da
fine ’83 tra i primi in Italia, con
Napoli e l’Istituto Oncologico di
Milano, ad adottare questo tipo
di tecnologia che ovviamente
nel tempo ha avuto un’evoluzione». L’attuale situazione economico finaziaria dell’USL 1 non
avrebbe permesso di sostituire la
vecchia attrezzatura e sostenere
l’ingente costo (circa 33 mila €!)
della nuova, se non ci fosse stata
la generosa donazione del Comitato d’intesa tra le Associazioni
volontaristiche di CASA TUA
onlus. La struttura, sorta nel 1996
nel giardino dell’Ospedale, ospita gratuitamente i familiari che
prestano assistenza e agli ammalati che si sottopongono a terapie
continuative. «Il volontariato
- evidenzia Giorgio Zampieri,
Presidente dell’Associazione -
4055070$&
non si sostituisce alla Sanità, ma
è fondamentale per creare rapporti e relazioni affinché le persone non vivano la sofferenza in
solitudine.»
Chi desidera avere ulteriori informazioni
sull’accoglienza
presso CASA TUA, il numero di riferimento è quello della
Direzione Medica dell’ospedale
“San Martino” di Belluno:
0437-516254
Saturnino Frittelli
t53*.&453&***
21
INFORMASEZIONI PADOVA
5FOJBNPDJQFSNBOP
Festa del volontariato sociale
e del Non Profit
Domenica 4 settembre, organizzata dall’assessorato alle
Politiche Sociali della Città di
Monselice, si è tenuto l’annuale incontro tra le associazioni di
volontariato che lavorano nella
sanità e nel sociale, e tra queste
e i cittadini. Quest’anno la festa
è stata distinta in due momenti diversi. In mattinata c’è stata
la camminata della solidarietà,
marcia di tutti i rappresentanti
delle associazioni da “Campo
delle Fiera” a Piazza Mazzini,
dove si sono esibite la banda
Città di Monselice e le Majorette. La manifestazione si è poi
spostata davanti al Municipio,
dove c’è stato il saluto delle autorità e la lettura della carta dei
diritti del volontariato. È seguita
la Santa Messa nel Duomo e il
pranzo sociale. Tutti i partecipanti, circa 150, hanno condiviso, sotto lo stesso capannone, il
pranzo preparato da un gruppo
di volontari, a base di vari antipasti, patatine, polenta costine,
pancetta e salsicce, accompagnato da due ottimi vinelli (bianco e
rosso), e degnamente concluso
da un’abbondante fetta di dolce e da un buon caffè. Nel pomeriggio era prevista, presso il
“Parco Buzzaccarini”, l’apertura
degli stands delle associazioni e
vari spettacoli di intrattenimento. Si era voluto concentrare in
questa seconda parte della manifestazione l’incontro tra la
cittadinanza e le associazioni.
Purtroppo quest’anno il tempo
non è stato clemente e, pertanto,
dopo il pranzo la manifestazione
22
t 5 3 * . & 4 5 3 & * * *
è stata sospesa.
Non c’è stato, quindi, l’incontro
tra associazioni e cittadini che
è poi lo scopo ultimo di questa
manifestazione.
L’arrivederci è per l’anno prossimo. Si spera che l’inconveniente
4055070$&
metereologico sia stato di monito agli organizzatori, portandoli
a riunificare la manifestazione
in un unico momento che coinvolga sin da subito cittadinanza
e associazionismo.
Severino Pastore
INFORMASEZIONI ROVIGO
Le basi per la ripresa
Centri fonetici e maestri riabilitatori
Nuova linfa con il volontariato
20 Agosto 2011 - Si è tenuto il
consiglio di Sezione con la presenza del Presidente Regionale
Rag. Adriano Zanolli e del coordinatore dei maestri Luciano
Olivo. Si è fatta un’ampia panoramica dell’attività svolta e si
sono poste le basi per la ripresa
dopo la sosta estiva. I Centri di
riabilitazione fonetica sono stati
così riconfermati:
a) - Rovigo - Primario Dott.
Menaldo; maestro Guido Candiani
b) - Adria - Dott. Bondesan;
maestri Pellegrinetti e Casotto
c) - Trecenta - Aiuto Primario
dott. Barzai; maestro Pellegrinelli (il lunedì dalle 9,00 alle
12,00)
A Porto Viro il caposala si incarica di vistare mensilmente le
presenze dei degenti e di stilare
le informazioni sui nuovi ammalati. Allo scopo di consolidare la presenza della nostra
Sezione e di realizzare un rapporto sempre più collaborativo
dei maestri, è stato definito un
programma di incontri formativi
con il supporto di primarie case
farmaceutiche produttrici degli
ausili specifici indispensaboli
ai nostri associati. Si è inoltre
evidenziata la necessità di accrescere il numero degli iscritti,
orientandosi in particolare verso
volontari motivati e preparati.
Rientrerà nei prossimi impegni
la campagna di prevenzione
nelle scuole contro alcool, fume
e droga. Per settembre-ottobre
sono stati programmati incontri
per la formazione di volontari
OSPEDALE “SANTA MARIA DELLA MISERICORDIA” - ROVIGO
da parte del Regionale, che fornirà le attrezzature e i materiali
necessari.
t-BOPTUSB4F[JPOFSJDPSEBDPO
riconoscenza il maestro Luigi Cibin, che per molti anni si
è dedicato con impegno e generosità alla riabilitazione e al
sostegno psicologico dei nostri
associati.
t 1VSUSPQQP VOBMUSB OPUB EJ
dolore: ci ha lasciato Mirson
Pasotto, un caro amico di Villa
d’Adige, Badia Polesine.
t 1VCCMJDIJBNP JM SJNQJBOUP EJ
Antida Pavanello Ballarin per
un amico, esempio di fraterna
collaborazione tra il nostro Veneto e la sua Toscana:
“Nel mese di luglio, dopo un
periodo di grave malattia, è
mancato Roberto Casentini,
una figura carismatica che ha
lasciato un ricordo bellissimo
a quanti hanno avuto la fortuna
di conoscerlo.
Le sue doti sono tante che meri4055070$&
terebbero molto spazio di giornale. Di straordinaria generosità, ha saputo ricoprire incarichi
importanti nella sua Firenze, in
Toscana, ma anche a livello europeo”.
La FIALPO si unisce alle nostre
condoglianze.
Sergio De Stefani
t53*.&453&***
23
INFORMASEZIONITREVISO
PADOVA
INFORMASEZIONI
L’hospice ora è più vicino
A Vittorio Veneto
nasce “Casa Antica Fonte”
Per condividere questa importante tappa e i prossimi passi
che completeranno la realizzazione della struttura residenziale che accoglierà le persone
malate di tumore, ci è pervenuto il gradito invito a partecipare il 29 luglio alla “Festa della
frasca”, una tradizione augurale che si svolge quando in un
edificio si raggiunge il tetto.
“Casa Antica Fonte” sarà ultimata entro la primavera 2012
e sorgerà su un’area di circa
7.000 mq, donata dall’Amministrazione Comunale di Vittorio Veneto.
Il fabbricato, immerso in un
grande parco, si estenderà su
una superficie di 1891 metri
24
t 5 3 * . & 4 5 3 & * * *
Nell’invito si specifica: “Sarà
una festa all’insegna della solidarietà e della convivialità, per
ringraziare i privati e le Associazioni che stanno contribuendo alla realizzazione di questa
struttura estremamente importante per la nostra Comunità.
Certi della sua partecipazione
la salutiamo cordialmente.”
quadrati, articolata su un unico
piano. La struttura ospiterà, sulla base degli standard regionali
relativi al numero di pazienti
oncologici, dieci ampie stanze
che accoglieranno i malati assieme a un eventuale familiare
o amico.
Ogni stanza si affaccerà sul
4055070$&
giardino e sarà dotata di tutti i
comfort necessari a rendere la
permanenza più serena possibile.
All’interno dell’hospice troveranno posto, oltre alle stanze di
degenza, anche aree dedicate
alle attività della vita quotidiana, tra cui un soggiorno e una
tisaneria, un’area per l’attività
di diagnosi e cura, locali per
l’incontro con le associazioni
di volontariato, un ampio spazio per riunioni, convegni e un
piccolo luogo di culto.
Efrem Carraro
INFORMASEZIONI VENEZIA
In sede e in trasferta
Informazioni e iniziative
Un nuovo modo di stare insieme
20 Giugno 2011 ore 16.
Presso la sede si svolge la riunione dei consiglieri di sezione
con la gradita partecipazione di
alcune “quote rosa”.
Il Presidente:
- Informa che la Regione, senza
alcuna comunicazione ha revocato il D.R. n° 30 del 17/05/1974
che stabiliva un contributo annuo per le scuole di riabilitazione fonetica e le prestazioni di
volontariato. L’Associazione si
sta interessando per rinnovare le
convenzioni con le varie USL,
secondo una legge statale.
- Informa dell’iniziativa promossa dalla dott.sa Emanuela
Rado (logopedista ORL – Mirano), un gruppo su Facebook
“Questa è la mia voce”, aperto
a chi è direttamente interessato e
ai familiari. Finalità: comunicare
con chi ha condiviso l’esperienza scambiando informazioni,
consigli e avvalersi del parere
(consulenze) di professionisti
che operano nel campo (figure:
ORL, psicologo, logopedista).
- Informa che la scuola di Salzano sarà trasferita a Noale, non
appena sarà disponibile un locale presso l’Ospedale Civile.
- Sollecita a fornire suggerimenti o argomenti che si ritengono
di interesse per i nostri lettori da
inserire in Sottovoce.
- Evidenzia particolarmente l’aspetto della socializzazione che
stenta a concretizzarsi in forme
diverse da quelle abituali del
pranzo e delle gite.
- Indica un modo nuovo di condividere momenti di socializza-
zione e, pur riconoscendo la validità degli incontri conviviali e
delle gite, si è detto convinto che
ci sono modi alternativi di svago
altrettanto validi dello “stare insieme”.
Quindi è stato proposto di riprendere gli incontri per il gioco delle carte (burraco, briscola,
o quello che meglio preferite),
e proponendo anche i classici
quattro salti.
Gli incontri con medici/logopedisti/psicologi, sono sempre tenuti in considerazione ma tutto
dipende dalla loro disponibilità
di tempo.
L’Assemblea, con la partecipazione di 14 persone, termina alle
ore 18.
Verbale redatto da
Mario De Marchi.
30 Giugno 2011 – Dopo giorni
di consultazioni “meteo” su qualsiasi parte, da internet a TV nazionali e private, partiamo verso
il nostro incontro con la lirica su
un confortevole pulmino. Il tempo fa il generoso: ci concede di
goderci tutta l’opera, resiste fino
a quando risaliamo sul pulmino
per il ritorno, poi, preceduto da
tuoni e sinistri bagliori (degni
del I° atto dell’Otello, tanto per
restare in tema lirico verdiano),
il diluvio… In vena di generosità, arrivati a Mestre, solo qualche goccia. Alle tre circa del 1°
luglio, ci salutiamo. Siamo chiaramente stanchi ma soddisfatti e
… asciutti.
Ma facciamo un rapido replay.
Arriviamo a Verona verso le
18,30 nelle vicinanze di piazza
Bra’, centro elettivo degli incon-
tri dei veronesi. I maestosi edifici, gli eleganti palazzi e persino
Re Vittorio Emanuele II°, dal
4055070$&
t53*.&453&***
25
INFORMASEZIONI VENEZIA
suo cavallo, sembrano osservare con distacco quel brulicare di
gente di ogni razza e paese. Caffè, ristoranti, pizzerie sono già
stracolmi e invadono parte del
“Liston” (per i non veronesi, è
il passeggio lastricato). Dopo la
sosta per una pizza (prenotazione con largo anticipo), alle 20,30
siamo davanti l’entrata n° 63. Si
prova una certa emozione passando sotto le imponenti arcate
delle gallerie, salendo gli alti
gradini di pietra. Quando si esce
all’aperto la visione dell’immensa cavea è come un profondo respiro liberatorio. Gli orchestrali
accordano gli strumenti mentre
gli spettatori occupano tutti i
settori. C’è ancora molta luce
quando il famoso e puntualissimo direttore d’orchestra sale sul
podio e una dolcissima melodia
di violini segna l’inizio del preludio. E c’è ancora troppa luce
per il “rito” dei lumini, accesi
troppo presto, togliendo gran
parte del magico effetto.
Questa nostra prima “trasferta”
associativa nel mondo della lirica è stata accolta con piena soddisfazione e tutti si sono già prenotati per la prossima stagione
areniana. Avrei desiderato con
alcune immagini darvi un “assaggio” della magia, del fascino.
della spettacolarità scenografica
che Aida da sempre regala allo
spettatore. Ma fotografare era
vietato. Non sono comunque
mancati molti flash, ma noi sebbene di malavoglia ci siamo adeguati. L’iniziativa di condividere
“nuovi” momenti di socializzazione è perfettamente riuscita e
mi incoraggia a non abbandonare l’idea. Fin da ora vi invito a
“prenotarvi” per la prossima stagione lirica areniana. Rinnovo
l’invito agli incontri in sede che
riprenderanno in ottobre.
3 Settembre 2011 - Consueto
appuntamento annuale dei maestri riabilitatori. Dopo il saluto di “ben ritrovati” e alcune
informazioni di servizio, non
nascondo il difficile momento
che fa stringere i cordoni della
borsa, soprattutto alle realtà di
volontariato come la nostra. Tutti convinti dell’importanza del
“ritrovarsi” e quindi di non rinunciare alla sana e gratificante
socializzazione, propongono di
versare ciascuno la propria quota. Naturalmente con la speranza
che ciò non debba accadere mai.
La rinuncia sarebbe privarsi di
un diritto e una sconfitta per la
società.
2 Ottobre 2011 - Si rinnova
l’incontro conviviale associativo di Sezione, preceduto dalla
Santa Messa che sarà celebrata
a Mestre presso la Chiesa Cuore
Immacolato di Maria, Via Altobello, 4 - ore 10,30.
P.S. Le foto non documentano
tutti i partecipanti.
Ci scusiamo con gli “assenti” …
Pier Luigi Tornatore
26
t 5 3 * . & 4 5 3 & * * *
4055070$&
INFORMASEZIONI VERONA
Partenza “in quarta”
Una serie di iniziative
dalla piazza alla TV
Agli inizi di luglio:
abbiamo inviato a trentadue
scuole medie di Verona e Provincia, ancora non visitate nei
precedenti anni, un programma
di incontri “Aiutiamoci a crescere” per la campagna di prevenzione contro alcool, fumo, droga, alimentazio scorretta, fattori
inquinanti.
8 Settembre:
nell’ambito di una “giornata” promossa dall’Assessorato
all’istruzione e organizzata dal
Comune di Verona presso il Palazzo della Ragione, abbiamo
incontrato docenti e ragazzi delle medie, delle superiori e alcuni
genitori, ottenendo l’apprezzamento per il nostro contributo
come parte attiva nell’educazione. La giornata è iniziata con il
discorso introduttivo ed esplicativo dell’Assessore Alberto
Benetti, che ha preceduto quello
dell’Assessore Erminia Perbellini, che ha messo a disposizione il prestigioso Palazzo della
Ragione. Vicini al nostro tavolo
di accoglienza abbiamo notato i
tavoli dell’AVIS, della Caritas,
del Corpo degli Alpini, dei Vigili urbani, della Polizia di Stato,
della Protezione Civile e della
Cattolica Assicurazione.
Al termine gella mattinata abbiamo avuto un interessante
colloquio con Francesca Boari,
giornalista di Telepace. Abbiamo
accolto con la massima disponibilità l’invito al suo programma,
offrendoci l’opportunità di illustrare da un mezzo comunicati-
vo previlegiato le finalità della
nostra Associazione.
La positiva partecipazione a questa giornata ci ha incoraggiato a
proseguire fiduciosi nell’impegno assunto.
18 Settembre (vedi foto):
in piazza Bra’ a Verona grande
4055070$&
Festa del Volontariato.
La nostra Associazione, come in
passato, presenzia con un proprio stand e consegna i nostri
opuscoli al pubblico per informare sulla nostra “mission”. In
tale circostanza vengono offerti
fiori, consegnati depliant sulla
t53*.&453&***
27
INFORMASEZIONI VERONA
campagna d’informazione “Sui
tumori della testa e del collo”
organizzata dalla nostra Federazione Fialpo a livello nazionale,
su interessamento del dott. Maurizio Magnani e del nostro Presidente regionale Rag. Adriano
Zanolli. Tale attività proseguirà
presso vari ospedali della Regione fino al 24 settembre.
17-24 Settembre:
l’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona organizza un corso di formazione per
volontari.
18-20 Settembre:
il C.S.V. organizza un corso sulla rendicontazione dei progetti.
20 Settembre: Convegno alla
Gran Guardia con l’Assessore
Stefano Bertacco. “Le sfide di
una società che cambia”
9 Ottobbre:
la Sottosezione di Bussolengo
organizza un incontro coviviale
per socializzare con operati e
familiari. Fiduciario Renzo Recchia.
16 Ottobbre:
la stessa iniziativa viene ripetuta
dalla Sottosezione di Legnago.
Fiduciario Vivian Silvano.
In novembre: verrà cconvocato il Consiglio Provinciale per
definire l’attività associativa del
prossimo anno.
Il dott. Giampaolo Pighi, aiuto
del dott. Franco Barbieri Primario ORL dell’Ospedale di Borgo Trento, sta organizzando un
28
t53*.&453&***
convegno sulle protesi fonatorie
che indicativamente si svolgerà
a fine ottobre/primi novembre.
Sarà nostra cura inviare per tem-
4055070$&
po la locandina ai nostri associati interessati.
Walter Segala
INFORMASEZIONI VICENZA
Il dovere di informare
Non si può sottovalutare
la situazione creatasi a Vicenza
PREMESSA
L’insolito contenuto dell’INFORMASEZIONI VICENZA è determinato dalla situazione creatasi per
le dimissioni “irrevocabili” del
Presidente Pietro Serraiotto, del
Vice Presidente Davide Mercante e del Consigliere Annamaria
Marcadella. Si ritiene quindi
opportuno rendere nota la nostra posizione nel fronteggiare un’emergenza per la quale a
tutt’oggi non ci è dato conoscerne la vera motivazione.
Il “modus operandi” ritenuto più
consono è stato di convocare il
Consiglio di Sezione di Vicenza,
il cui verbale, sempre per completezza d’informazione, sottoponiamo alla vostra lettura.
Verbale Consiglio Sezione di
Vicenza 20 luglio 2011 ore 16
Sono stati convocati i Consiglieri e risultano presenti:
Olga Zorzato - Segretario
Canderle Luigi - Consigliere/
Maestro
Gasparini Raimondo - Consigliere
Vivian Sergio - Consigliere/Maestro e Probiviro
Zambotti Bortolo - Consigliere/
Maestro
Cauci Fulvia - Consigliere
Telatin Fernanda - Consigliere assente per malattia
Costa Saverio - Fiduciario
Sono stati invitati:
Bergozza Pietro - Maestro
Dalla Valeria Roberto - Maestro
- assente per malattia
Lago Luigi - Probiviro - assente.
Per il Comitato di Gestione il
Presidente Regionale Zanolli, il
Vice Presidente Tornatore e il
Segretario Bragantini.
Per il seguente Ordine del Giorno:
1. Disamina Nuova Situazione
e proposte dei Consiglieri
2. Proposta di nomina del nuovo Presidente e del Vice Presidente
3. Nomina di nuovi Consiglieri
scelti tra i primi non eletti
4. Varie.
Presidente dell’Assemblea è nominato Zanolli O. Adriano, Segretario Bragantini Gaetano.
La convocazione alle ore 16
è valida e si procede secondo
l’Ordine del Giorno.
1. Disamina Nuova Situazione
e proposte dei Consiglieri
Il Presidente Zanolli fa presente
che la convocazione del Consiglio Provinciale di Vicenza è dovuta a norme statutarie per definire all’interno del Consiglio la
possibilità e la disponibilità tra
i Consiglieri alla nomina di un
nuovo Presidente e Vice Presidente.
Il Presidente fa presente che la
situazione della Sanità alla luce
degli ultimi fatti (revoca del
Decr. reg. sulla istituzione dei
centri di rieducazione fonetica
e nuovi tagli e imposizioni di
ticket, in dipendenza del nuovo
decreto sul bilancio dello Stato)
in un momento così difficile è
necessario che la nostra Associazione in collaborazione con le
altre consorelle si presenti unita
e forte per poter difendere e por4055070$&
tare a termine i risultati finora
ottenuti. Per ottenere questo occorre la stretta collaborazione di
tutti quelli che collaborano nella
nostra struttura in particolare i
maestri e tutti i soci operati sostenuti dai sostenitori che hanno
finora collaborato attivamente.
2/3 - Proposte del Consiglio
Non è emerso all’interno dei
Consiglieri un candidato a ricoprire la carica di Presidente. Si
propone che il Presidente Regionale assuma ad interim anche la
carica di Presidente della Sezione di Vicenza.
I Consiglieri hanno confermato all’unanimità di collaborare
a mantenere la corretta attività
delle Sezioni in stretta collaborazione con il Presidente. Ci si
propone di riunirsi con una certa
frequenza per valutare la possibilità di ricercare e ricostituire
all’interno dell’Associazione,
non escludendo di segnalare e di
contattare dei volontari esterni
con carisma e personalità affinchè possano dare nuovo impulso
all’associazione.
4 - Varie
I Maestri presenti hanno assicurato che i centri da loro presieduti continueranno l’attività.
I locali della sede di Vicenza resteranno aperti come di consueto tutti i martedì.
Il locale della sede di Bassano
saranno aperti il giovedì per la
corrente attività con i soci e il
mercoledì per la rieducazione.
Al Presidente ad interim deve
essere consegnata la posizione
t53*.&453&***
29
INFORMASEZIONI VICENZA
30
contabile e patrimoniale come
da accordi entro il 31/07/2011.
A tale scopo verrà stabilita la
data in funzione della disponibilità del Presidente del Collegio
Sindacale Regionale.
I rimborsi ai maestri e ai volontari verranno autorizzati dal Presidente così come ogni necessità
per il buon funzionamento della
Sezione.
Il Presidente fa presente che le
indiscrezioni relative alla costituzione di una nuova associazione con gli stessi scopi e finalità della nostra, da parte di soci
iscritti alla nostra associazione
trova limitazioni nello Statuto.
Il Presidente ringrazia della fattiva collaborazione e si augura
che le difficoltà che attualmente
attraversa la Sezione di Vicenza
siano presto superate con la buona volontà di tutti i soci. Alle ore
19 viene chiusa l’assemblea.
SETTEMBRE 2011
Si impone un ulteriore incontro
istituzionale, motivato da alcune circostanze che nel frattempo
hanno pesantemente compromesso il contenuto del verbale.
La necessità di dover assumere
“ad interim” la Presidenza della
Sezione di Vicenza per traghettarla ad un’Assemblea straordinaria per il rinnovo delle cariche
dimissionarie, mi porta ad alcune considerazioni.
Pur riconoscendo le capacità organizzative e di coinvolgimento
del Presidente Serraiotto, devo
tuttavia rilevare come la rete del
volontariato e il rapporto con
ospedali e corpo sanitario siano
risultati inadeguati per la prosecuzione della finalità specifica
nei confronti dei soci operati.
La volontà statutaria dei nostri
fondatori indica con chiarezza gli obiettivi e le modalità
dell’Associazione, creando presupposti per la sua continuità in
sintonia di intenti e non in discordante personalismo.
Conclusione
Con l’auspicio che si possa trovare un equilibrio operativo teso
sprattutto al bene dei soci operati
e dell’Associazione, sollecito la
più ampia partecipazione a una
prossima Assemblea Generale
Straordinaria della Sezione di
Vicenza. Data e programma sarà
comunicato per tempo a 1/2 lettera inviata a tutti gli associati.
Il Presidente Regionale
e Presidente “ad interim”
Adriano O. Zanolli
t 5 3 * . & 4 5 3 & * * *
4055070$&
Vicenza, 20 luglio 2011
INTERMEZZO
Autunnale
Almanacco
L’autunno va dal 23 settembre (equinozio di autunno: il giorno è lungo come la notte) al 21 dicembre (solstizio d’inverno: la notte è più lunga
del giorno). Il sole entra in Bilancia, Scorpione,
Sagittario. L’ora legale termina il 29 ottobre:
le lancette dell’orologio vanno spostate un’ora
indietro alle ore due del 30 ottobre.
Buon onomastico a: Pio (23 settembre)
- Michele, Gabriele, Raffaele (29 settembre)
- Francesco (4 ottobre).
2 ottobre: festa dei nonni
Proverbio - Se ottobre è solaiolo, novembre è
fungaiolo.
Per chi ci crede…
I nati in Bilancia sono creativi, concilianti, originali, ma nello stesso
tempo tradizionali.
I nati in Scorpione sanno trasformare
lo scontento in azione, disposti a lottare fino in fondo.
I nati in Sagittario amano la polemica ma con ironia e hanno buona capacità di socializzazione.
Il testamento di un albero
Un albero di un bosco
chiamò gli uccelli e fece testamento:
lascio i miei fiori al mare,
lascio le foglie al vento,
i frutti al sole, e poi
i semini a voi.
A voi poveri uccelli
perché mi cantavate la canzone
nella bella stagione.
E voglio che gli stecchi,
quando saranno secchi,
facciano il fuoco per i poverelli.
TRILUSSA
Autunno in tavola
CASTAGNA - Ricca di potassio. Contiene vitamine B1, B2, B3, magnesio, calcio, fosforo e fibre.
165 calorie per 100 g.
Cavolo - Ricco di fibre, vitamine C, D e K (necessaria per la coagulazione del sangue)
MELA - Non è particolarmente ricca di vitamine, ma è ricca di fibre e di polifenoli dal forte
potere antiossidante.
MELANZANA - Stimola la produzione di bile, aiutando a eliminare il colesterolo in eccesso.
Radicchio - Particolarmente ricco di fibre, vitamine A eB e, se consumato crudo, anche di
vitamina C.
SEDANO RAPA (sedano di Verona) - Ricco di sali
minerali, buoni effetti diuretici e digestivi.
SPINACI - Ricchi di ferro e buona presenza di vitamini A e C. 30 calorie per 100 g.
UVA - Buona azione disintossicante e discreto
effetto diuretico. Ricca di potassio, contiene anche calcio, vitamibe A e C. Piuttosto calorica.
ZUCCA - Ricca di vitamina A, contiene fibre, carotene, ferro, potassio, calcio. Solo 15 calorie
per 100 g.
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CONOSCERE
“Marca gioiosa et amorosa”
La natura, cornice perfetta dell’ inestimabile
patrimonio di storia, arte e cultura
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Il Sile dalle placide meraviglie e dall’offerta generosa di un grande parco naturale, è il nastro d’acqua che idealmente congiunge tra loro vari Comuni
della Provincia. Al centro c’è TREVISO, città dalle
mille vene d’acqua sotterranee, ricca di tradizioni, con le facciate policrome dei palazzi, i portici
del quattro-cinquecento, le eleganti ville ottocentesche, le passeggiate sui bastioni di antiche mura.
A BADOERE ci accolgono le ali a semicerchio delle
barchesse, uniche testimonianze della stupefacente grandiosità della residenza di campagna dei nobili veneziani Badoer., distrutta da un incendio nel
1920. I due bracci delle barchesse racchiudono la
piazza centrale del paese, dove si tiene il mercato,
mantenendo l’antica tradizione di luogo di commerci e scambi che aveva pur facendo parte della villa. A VEDELAGO, in località Cavasagra, non
lontano dal fontanaso dea coa longa (sorgenti del
Sile), si può ammirare Villa Cornèr della Regina,
solenne testimonianza dell’influsso palladiano e
nel piccolo borgo di FANZOLO, Villa Emo, questa sì
palladiana autentica, dalle lunghissime barchesse
porticate che creano un bianco rettifilo. Nell’asse
di collegamento tra Padova e Asolo ci attende Castelfranco Veneto con le sue mura turrite e merlate. Nel ricordo di antica cittadella, scorre l’acqua
nel fossato difensivo e ovunque sembra vibrare il
genio artistico del pittore Giorgio Barbarelli detto
il Giorgione (1478-1510). Dentro alla cinta è ordinato il borgo antico di case tipicamente venete
in parte porticate. Un grande leone marciano in
pietra, sotto la Torre dell’Orologio, testimonia il
dominio della Repubblica veneziana. Un’altra cre-
VEDELAGO - VILLA CORNÈR DELLA REGINA
ACCESSO CENTRO STORICO CASTELFRANCO V.TO
FANZOLO DI VEDELAGO - VILLA EMO
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TREVISO - PONTE DANTE
BADOERE - LE BARCHESSE
INFORMASEZIONI
CONOSCEREVICENZA
azione palladiana si trova a PIOMBINO DESE: è la
splendida Villa Cornaro, tutta un’armonia di logge.
Il nome Cornaro ricorda Caterina Cornaro, regina
di Cipro (vedi pag. 40) e ASOLO, il suo “regno”
senza corona, che Carducci, per la sua incantevole
posizione, definì “dai cento orizzonti”. Dall’alto,
la massiccia Torre dell’Orologio, una torre mozza
detta “Reata”, e la Sala delle Udienze, superstiti del castello della Regina, e il superbo giardino
della villa Scotti-Pasini, sembrano dialogare con
la Cattedrale, con la Loggia del Capitano (’400’500), oggi sede del Museo Civico, e con il dolce
intreccio a saliscendi delle vie del centro storico.
Ai piedi del Collalto incontriamo Masèr. Sul pendio di un incantevole poggio, subito fuori l’abitato,
sorge in tutta la sua magnificenza architettonica la
cinquecentesca Villa Barbaro, ora Volpi, quintessenza dell’arte palladiana, rinnovata inoltre per le
illusioni ottiche degli affreschi di Paolo Veronese.
Passando da MONFUMO, tra prati e meli, nel centro di POSSAGNO, si può visitare la casa natale di
Antonio Canova, tenuta come lo scultore, simbolo
dello stile neoclassico, la lasciò, e l’adiacente gipsoteca che raccoglie studi in creta, calchi in gesso
e bozzetti. Di fronte, sopraelevata, giganteggia la
Parrocchiale del Tempio canoviano. Seguendo ancora lo scorrere delle acque, attraversiamo il Piave, saliamo tra gaie borgate percorrendo le dolci
colline del prosecco. Oltrepassata Sella di Combai, ecco la maestosa Abbazia di Santa Maria di
FOLLINA, del secolo XII, ingentilita dalle esili colonne in pietra bianca del chiostro. A REFRONTOLO
l’acqua si agita a cascata sfiorando la grande ruota
a pale di legno del seicentesco Molino della Croda. Racchiusa da magnifici boschi di conifere e
dalla stupenda distesa di pascoli del Pian del Cansiglio, ecco VITTORIO VENETO. Qui si è fermata la
grande storia: nel 1866 (annessione del Veneto al
VITTORIO V.TO - CASTELLO SAN MARTINO
ASOLO - CENTRO STORICO
PIOMBINO DESE - PARTICOLARE - VILLA BARBARO
POSSAGNO - TEMPIO CANOVIANO
COMBAI - PANORAMA
REFRONTOLO - MOLINO DELLA CRODA
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CONOSCERE
Regno Unito d’Italia), nel 1918 (vittoria decisiva
per la fine della prima guerra mondiale) e nel 1945
(medaglia d’oro al valor civile per la Resistenza).
Fiorente per l’aspetto commerciale-industriale, è
notevole per l’armonia in cui convivono stili di
epoche diverse: fortificazioni medievali, logge
rinascimentali, palazzi gotico-veneziano, fontane
barocche. Dirottando verso sud si raggiunge CONEGLIANO, elegante, pittoresca cittadina, parte in
piano e parte su un pendio di un verde poggio. Patria del pittore Giambattista Cima, detto Cima da
Conegliano, vissuto tra il quattrocento e il cinquecento, offre al visitatore tra i numerosi monumenti, il Duomo, dalla singolare facciata, il Castello,
primo nucleo della città, la “Gradinata degli Alpini”, vie porticate, palazzi rinascimentali, barocchi
e ottocenteschi. Superata Conegliano, su un colle
a occidente di SUSEGANA, spicca imponente il Castello di San Salvatore, fortificato da una doppia
cerchia di mura: la prima a racchiudere il borgo di
origine trecentesca; la seconda a protezione della
residenza dei conti di Collalto. Attualmente è sede
di importanti eventi. Con un tuffo nella campagna,
quasi a sfiorare il Friuli, lambito dal Livenza, PORTOBUFFOLÈ, l’antico “Portus Buvoledi” borgo di
pescatori e di mercanti, dove sembra che il tempo
si sia fermato. Un paese in miniatura con la deliziosa piazza che raduna eminenti edifici, il Duomo, le locande, le taverne.
“Marca gioiosa et amorosa”. Ma non solo.
Marca “gloriosa”, per essere custode di incancellabili memorie nello scorrere del Piave, sui pendii del Monte Grappa, nell’Ossario del Montello.
Marca “pensosa”, per l’interessante iniziativa “Le
vacanze dell’anima” che dal 20 al 24 luglio si sono
svolte con una serie di iniziative e incontri nella
impareggiabile cornice naturale tra Asolo e Montebelluna. Marca “gustosa”, con gli oltre cinquanta
chilometri del poetico andare tra vigneti della sua
“strada del vino bianco”, che si snoda tra Valdobbiadene e Conegliano e con i doni autunnali della
terra: il radicchio rosso di Treviso dalla slanciata
linea gotica, il radicchio variegato di Castelfranco
dalle morbide volute rococò e molti altri autunnali
doni della terra. (vedi Le “Brevi” pag.41)
Ci sono luoghi, in questo nostro inquieto, bellissimo paese, di una luminosità dolce e languida, di
un paesaggio nobile e rassicurante, di ineguagliabili offerte artistiche.
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FOLLINA - ABBAZIA
CONEGLIANO C. STORICO
SUSEGANA - CASTELLO DI SAN SALVATORE
PORTOBUFFOLÈ - PORTALE D’INGRESSO
FANZOLO - PAESAGGIO COLLINARE
La Marca trevigiana è tra questi e senza “ma” e
senza “forse” le spetta di diritto un posto d’onore.
a cura di Giò Zanuso
foto da “Qui Touring”
CONOSCERE
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Le facciate dipinte
della mia bella città
Già nell’epoca romana, le abitazioni delle famiglie
più abbienti erano trattate a “regalzier” (il termine
di origine austriaca potrebbe significare “dipinto
nobile”), per cui la parte esterna della casa veniva
coperta con un sottilissimo strato di intonaco di
calce sul quale poi, con il colore, veniva tratteggiato l’ordine e la disposizione dei mattoni. Tale
procedimento serviva per impreziosire il materiale povero e severo utilizzato per dipingere le case
dall’esterno. La pittura murale ad affresco divenne
con il tempo la tecnica meno costosa e ideale che,
soprattutto, incarnava il senso della cromia tipico
della cultura del tempo nel nord Italia.
Il gusto per l’affresco è da mettere in relazione con
“la cultura” che a ragione si può definire antiquaria; a Treviso si affermò nella seconda metà del
Quattrocento, determinando conseguenze notevoli
in vari campi. Interpreti e testimoni di questo tipo
di cultura furono le numerose stamperie che sorsero in città e che produssero edizioni particolarmente accurate di autori latini, rivelando un gusto
filologico e artistico che si ricollegava, sia pur idealmente, ai modelli di purezza e di bellezza propri
della scultura classica.
È quindi giustificato parlare di una grande editoria
trevigiana che si sviluppò negli anni 1470-1480
per i tipi Del Liechtestein e Gerard Van der Lis,
di Michel Manzolo e di Bernardo da Colonia che
impegnarono spesso, in veste di curatori, i maggiori eruditi trevigiani: da Francesco Rondanello a
Ludovico Pontico, a Girolamo Bologni, per edizioni rigorose dal punto di vista filologico dei testi
di Plinio, di Seneca, di Cesare e di molti altri autori; edizioni nelle quali è evidente un profondo interesse per la letteratura romana. Proprio in funzione
di questa cultura “antiquaria” le pitture ad affresco
propongono un notevole livello di omogeneità sia
all’interno che all’esterno di edifici prestigiosi.
Trovano quindi la loro spiegazione le rappresentazione di tritoni e sirene, di putti e bucrani, di aquile
e sparvieri. Il Quattrocento è inoltre degnamente
raffigurato dall’affresco di una casa di via Tolpada
che riporta fregi di marcapiano (cioè cornici decorate attorno a ogni finestra non in rilievo) e una
OSTERIA ALLA COLONNA
PARTICOLARE PESCHERIA
PARTICOLARE FACCIATA
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CONOSCERE
fascia di sottogronda (cinquecenteschi). La scritta
scolpita: “Dominus custodiat intritum et exitum
tuum” (Il Signore protegga il tuo ingresso e la tua
uscita) fu aggiunta nel Cinquecento ed è un saluto
propiziatorio che si ritrova scolpito anche su Porta
San Tomaso, all’ingresso settentrionale della città.
Sul fianco destro di questa casa di via Tolpada è
stata dipinta la “Madonna che allatta il Bambino”
o “Madonna dell’Umiltà”. A poca distanza, percorrendo l’antica strada Ungaresca risalente al
XVI secolo, è visibile nella sottogronda uno stemma gentilizio con putti e animali fantastici.
Di lato possiamo ammirare due figure raggiate di
Venere e di Marte che probabilmente si possono
attribuire al Fiumicelli. Altre case affrescate le
possiamo trovare in Pescheria, sotto il portico di
un edificio con facciata a tappezzeria: al centro
c’è un S. Bernardino tra due lunette raffiguranti
un Santo Monaco e due colombe. Dalla Pescheria
si arriva a S. Parisio dove c’è il complesso dell’ex
convento che presenta diversi strati di intonaco dipinto tra il Trecento e il Cinquecento e sovrapposti
in un intreccio di motivi floreali. Sull’ampio campiello di Piazza Rinaldi si notano gli affreschi del
cinquecentesco Palazzo Rinaldi, della seicentesca
“Osteria della Colonna” e di un palazzetto quattrocentesco decorato con scene ispirate ai “Trionfi di
Petrarca”. Una targa rinascimentale di Via Canova
PARTICOLARE AFFRESCO
è impreziosita da affreschi attribuiti a Domenico
Capriolo (1528). Questi sono pochissimi esempi:
a Treviso non c’è via, non c’e piazza, non c’è porticato del centro storico che non regali al passante
la magia di un affresco che la patina del tempo ha
reso ancora più affascinante.
Luciano Olivo
Mogliano Veneto
“Il mio paese è una strada” (Giuseppe Berto)
“Solitario, selvoso, disabitato”, così scrisse di
Mogliano nel 1600 lo storico Ferdinando Ughelli
nell’opera “Italia Sacra”. Un territorio antichissimo, caratterizzato da boschi e da fitte foreste, che
vide i primi insediamenti umani con il progredire della città di Altino, illustre vicina di splendida
storia. L’uomo che, secondo alcuni studiosi, diede
il nome a Mogliano si chiamava “Molius” ed era
probabilmente un romano; da Molius si passò a
“praedium Molianum” ossia “podere di “Molius”
e infine Mogliano. Secondo altri il toponimo deriverebbe da “moxyo”, ossia “mollo”, “bagnato”
dalle paludi poi bonificate dai Romani. Anche a
quell’epoca Mogliano era una stazione di posta
lungo il Terraglio, ai confini fra l’entroterra vene-
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ziano e la Marca trevigiana. Situata al centro di
importanti vie di comunicazione, fu meta di invasioni barbariche terminate con l’arrivo degli Ungari. Il territorio fu abbandonato, le paludi invasero
i campi, i boschi tornarono fitti e subentrò un periodo di grande carestia. Nel 996 (circa) nel territorio di Mogliano i monaci Benedettini fondarono
un monastero; di conseguenza le terre furono di
nuovo bonificate e le strade riaperte. L’agricoltura
rifiorì, garantendo alla gente del luogo decenni di
serenità. In seguito, forse dal 1075, il monastero
passò alle monache dello stesso ordine. I Benedettini ottennero numerosi privilègi e donazioni
da parte dei Signori del tempo; il conte Rambaldo favorì l’edificazione del monastero vicino alla
CONOSCERE
chiesa, ricostruita nel luogo in cui c’era un antico
sacello dedicato a Santa Maria Assunta. Il monastero benedettino si arricchì nel tempo grazie a cospicue donazioni elargite da Papi e Imperatori. Nel
1177 Papa Alessandro III concesse alle monache il
diritto di eleggere la propria badessa, che godeva,
oltre alla grande autorità, anche del diritto di investitura dei Parroci della Pieve di Mogliano. Secondo gli storici, questa comunità religiosa si sarebbe
formata sul luogo dell’attuale chiesa parrocchiale.
A testimonianza di ciò sono rimasti il chiostro, il
cortile e il pozzo. Ben conservati sono i capitelli e
una delle nove arcate, poi completamente rifatte.
Nel 1500 Mogliano, dopo le battaglie sostenute
dalla Serenissima contro gli alleati della Lega di
Cambrai, divenne un importante centro di terraferma. I ricchi e i nobili veneziani, abbandonata
la politica espansionistica verso il mare, si spostarono nell’entroterra acquistando terreni dove
costruirono sontuose dimore. Il Comune fu un
importante punto di riferimen- to anche in funzione del Terraglio, l’antica strada che congiungeva
velocemente la laguna veneta al capoluogo della
Marca trevigiana. Sorsero le prime ville patrizie,
ma già già nel 1200, a Mogliano erano state erette
le prime case Domenicali (come attestano antichi
documenti). Seguirono secoli di pace sino all’arrivo delle armate napoleoniche, che percorsero in
lungo e in largo il Terraglio, transitando quindi per
Mogliano. Durante la resistenza del 1848 contro
gli Austriaci, sorse a Mogliano un ospedale per
le truppe. Alla fine del 1800 sorse anche l’istituto “Costante Gris”, che ospita tutt’oggi malati di
mente e portatori di handicap. A Mogliano ha sede
il collegio Salesiano “Astori”, uno dei più qualificati della Regione.
Lo stabilimento bacologico eretto nel 1876 e voluto dall’ingegnere Pietro Motta, divenne un punto di riferimento per i setaioli di tutto il Veneto e
diede lavoro a più di cento persone. La crisi del
settore serico, interve nuta agli inizi della prima
guerra mondiale, contribuì al decadimento e alla
successiva chiusura dello stabilimento. La zona
del moglianese è talmente ricca di eleganti dimore
patrizie da obbligare a una scelta limitata. La settecentesca Villa Bianchi ora Bianchi de Kunkler;
la seicentesca Villa Zanga Testori ora Zara Pasin,
che nel 1797 ospitò l’alto comando francese; Villa
Duodo Trevisanato, sede del comando della terza
VILLA ZANGA TESTORI - ZARA PASIN
VILLA GONDULMER GIÀ TORNIELLI
VILLA PADOAN -TIEPOLO
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CONOSCERE
armata durante la prima guerra mondiale; Villa Benetton già dell’Aglio, una costruzione molto semplice che ospita attualmente l’Accademia internazionale del ferro battuto, fondata nel 1967 da Toni
Benetton, uomo d’arte di fama internazionale; Villa Padoan, già Tiepolo e Villa Forlani già Volpi, un
gioiello architettonico immerso nel verde vicino
al fiume Dese. Sulla facciata possiamo ammirare
lo stemma della famiglia Morosini, che per molti
anni soggiornò in questa grande villa; Villa Tornielli, ricostruita nel 1743, prende il nome di Villa
Condulmer e ospita un Country Hotel.
È di origine antichissima, la chiesa parrocchiale
di Santa Maria Assunta, costruita sulle rovine di
una pieve battesimale, distrutta agli inizi del ’900
dagli Ungari. L’attuale chiesa fu costruita nel 1500
e terminata dopo vari restauri nel 1906. Di grande interesse storico l’antico campanile risalente al
XIV secolo e utilizzato da Cangrande della Scala
come postazione di controllo nel periodo in cui
trasferì le sue truppe nel moglianese. La chiesa
ospita dipinti di Palma il Giovane e di Sebastiano
Santi, mentre in una cappella laterale è custodito
il corpo di Santa Matronilla Martire. A raccontare
il tragitto del corpo della santa, dalle catacombe
a Mogliano, c’è una lapide conservata all’interno
della cappella. In località Zerman si può ancora
ammirare la Chiesa dedicata a Santa Elena Imperatrice. Ricostruita nel 1860, ospita la Madonna con
Bambino e Santi del XVI secolo, pregevole opera
di Palma il Vecchio. A Campocroce è di notevole
interesse la bella chiesa parrocchiale, ricordata già
nel 1077 in un antico documento, dedicata a San
Teonisto, vescovo Altinate, morto martire nel ’370.
Di origine antichissima, conserva un antico fregio
e affreschi di Giovan Battista Canal (1745-1825),
mentre la Pala dell’altare maggiore è di Palma il
Giovane e raffigura la Vergine e i Santi Teonisto,
Tabra e Tabrata.
Efrem Carraro
Oderzo
Da strategico snodo a vivace città della Marca
Il nome Oderzo deriva dal latino Opitergium, che
a sua volta deriva dal venetico Opterg, ovvero
Piazza del mercato. È uno dei più antichi insediamenti paleo veneti. Nel 45 a.C. divenne Municipio e di conseguenza gli abitanti, per diritto,
divennero cittadini romani. Vicinissima alla Via
Postumia, voluta dal console Spurio Postumio Albino nel 148 a.C., alla Via Annia, fatta progettare
dal pretore Agno Rufo nel 1031 a.C., Oderzo divenne in breve tempo uno splendido Municipio di
Roma. Da questo grande centro abitato partivano
le strade per il Friuli, per il Bellunese e per altre
città vicine. Da qui la prosperità del commercio,
soprattutto di legnami forniti dai grandi boschi
dell’agro-opitergino. Abitato dagli Euganei e dai
Veneti, il primo nucleo abitativo subì l’influenza
celtica e illirica nel linguaggio. I Romani cominciarono ad apprezzare l’agro-opitergino proprio in
funzione dell’acqua e per la posizione strategica.
Secondo gli storici i Veneti riuscirono a convivere
pacificamente con i Romani: lo conferma il progredire del commercio e l’estensione della città.
A testimonianza di quanto detto, di recente sono
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P.ZA V. EMANUELE II - DUOMO - ELTORRESIN
stati recuperati resti di pavimentazione di cotto,
statuine votive, bronzi e monete. Negli ultimi anni
sono state scoperte le fondazioni di edifici nella
zona attorno a via Roma, che sono i resti di un
grande foro, ossia la piazza principale della città
romana. Inoltre Oderzo era una città fortificata; si
può quindi presumere che da questa località partissero le spedizioni per le battaglie contro i barbari. Durante le invasioni barbariche la gente della
CONOSCERE
centuriazione di Oderzo fuggì, dando origine ad
altri insediamenti a sud-est della regione del Veneto. La città decadde in seguito ai danneggiamenti
riportati dalle lotte contro i barbari. Nel X secolo
furono erette le prime chiese cristiane. Secondo la
leggenda, la prima cappella fu eretta sulle macerie
di un tempio dedicato a Marte. Assoggettata al vescovo di Ceneda, Oderzo subì molte battaglie per
la supremazia contro i signori delle città vicine.
Gli Opitergini, nemici dei da Camino, giurarono
fedeltà ai Trevigiani, chiedendo la loro protezione. Seguirono varie battaglie contro la Repubblica di Venezia sotto il cui dominio Oderzo finì nel
1339, con altre città del Veneto. Purtroppo la zona
non fu risparmiata da gravi epidemie di colera che
causarono moltissime vittime. Come altri comuni della Marca trevigiana Oderzo, dopo il trattato
di Campoformido, venne annesso all’Austria, che
migliorò le grandi vie di comunicazione e aprì la
prima scuola comunale. Nel 1835 fu inaugurata la
biblioteca comunale. Di grande importanza storica è il Duomo, risalente al X secolo e rimaneggiato più volte. Custodisce una pregevole lunetta che
rappresenta la Sacra Famiglia. Le opere più importanti sono attribuite a Palma il Giovane e alla sua
scuola. Si tratta di due opere intitolate “La discesa dello Spirito Santo” e “ Il Battesimo di Gesù”.
Secondo alcuni storici, l’altare del Santissimo Sacramento è attribuibile a Jacopo Sansovino. Tra i
monumenti più importanti che s’affacciano sulla
piazza principale di Oderzo ricordiamo l’antica
sede podestarile chiamata “El Torresin”, completamente rifatta nel 1930, e stupendi palazzi delle
famiglie appartenenti alla buona borghesia cittadina. Villa Galvagna ora Lorenzon, circondata da
un bellissimo parco all’inglese, è situata nella frazione di Colfrancui; Villa Ottoboni ora Mercante, eretta nel 1600, che riporta lo stemma di Papa
Alessandro VIII. Vicino alla villa c’è l’oratorio
dedicato a San Gaetano. A Piavon troviamo Villa
Avogadro ora Piovesana, un’antica costruzione
rimaneggiata negli ultimi secoli. Poco lontano,
c’è Villa Bonamico, ora Reichsteiner. Per finire, ricordiamo in località Barcon, nella frazione di
Fratta, una casa con oratorio del XVII secolo, di
pregevole fattura. Di grande importanza storica la
Chiesa di S. Maria Maddalena dalla quale prende il nome l’intero quartiere. Era un antichissimo
convento, funzionante già nel 1185, come dicono
VILLA GALVAGNA - LORENZON
VILLA OTTOBONI - MERCANTE E A SINISTRA ORATORIO
CHIESA DI S. MARIA MADDALENA
alcuni documenti, poi andato distrutto. Oggi è rimasta solo la bella chiesa tra le più antiche della
città. Importante, sotto il profilo architettonico,
Palazzo Contarini ora Foscolo eretto nel XVI secolo e ora utilizzato per mostre e convegni. Oderzo ha dato i natali ad Alberto Martini (1876-1954)
ed è considerato opitergino anche Armando Buso,
nato a Tezze di Piave (1914-1975), entrambi valenti pittori, incisori e illustratori. Oderzo attualmrnte si può considerare, a ragione, una delle città
più vivaci della Marca trevigiana.
Efrem Carraro - Luciano Olivo
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CONOSCERE
Asolo: un regno per due regine
Caterina Cornèr “figlia adottiva della Repubblica”
Eleonora Duse “figlia ultimogenita di San Marco”
40
Caterina Cornèr (o Cornaro) nasce a Venezia il
25 novembre 1454 in una delle famiglie più illustri
e potenti della città. È nobile, ricchissima e, se non
bastasse, bellissima. Ha solo 14 anni quando è promessa in sposa al re di Cipro e Armenia, Giacomo
II di Lusignano. È un matrimonio d’interesse politico, imposto dalla Serenissima, ma Caterina è felice quando diciottenne sbarca nell’isola di Cipro.
Vive come un sogno il sontuoso sposalizio a Famagosta; l’isola le sembra un angolo
di paradiso con il cielo cristallino, il
mare trasparente, le dolci scogliere,
le foreste profumate di eucalipto e
mirto, e i vigneti, la piantagioni di
cotone e barbabietole da zucchero…
Ma la favola si interrompe tragicamente: l’anno dopo muore il marito
e l’anno successivo il figlio neonato.
Caterina lotta con forza contro congiure e intrighi, finché il Senato Veneziano annette il regno di Cipro ai
domini della Serenissima e le ordina
di abdicare. Caterina vestita di nero,
lascia l’isola mentre viene issato il gonfalone di
San Marco. Il 6 giugno 1489, seduta sul Bucintoro accanto al Doge, proclamata “figlia adottiva”
della Repubblica, riceve onori solenni. In cambio
della rinuncia al trono di Cipro, il Senato le offre
la signoria di Asolo con il permesso di mantenere
il titolo di regina. La sera dell’11 ottobre 1489 è
accolta in Piazza Maggiore di Asolo dalle autorità
e da una folla festante. In breve tempo Caterina
stringe legami d’amicizia con gli esponenti più in
vista della ridente Marca Trevigiana e trasforma
Asolo in una raffinata “corte” rinascimentale che
richiama famosi letterati, come Pietro Bembo, e
illustri pittori come Giorgione e Lorenzo Lotto, di
cui si può ammirare un dipinto nel Duomo. Caterina trascorre il ventennio del suo regno asolano,
tra opere pie, donazioni, elargizioni, passatempi
culturali e circondandosi di eleganza e lusso nel
Castello di Asolo e nel “Barco” di
Altivole, definito “luogo di delizie
e caccia”. Lusso e raffinatezza che
ama ritrovare ovunque trascorra le
sue giornate: nella villa del fratello a Murano, nel palazzo sul Canal
Grande e in quello di San Cassiano.
Ma la bella favola che questa volta
Caterina si è conquistata, s’interrompe ancora. Deve abbandonare
Asolo invasa dalle truppe imperiali
tedesche in guerra contro la Serenissima e si rifugia a Venezia. La sua
salute si fa precaria; colpita da “gravissimo mal di colico”, muore il 10 luglio 1510.
La Repubblica di San Marco programma funerali
solenni. Per la grande partecipazione popolare si
deve costruire un ponte di barche da Rialto a Santa
Sofia. È assente il Doge che si dichiara indisposto,
sono assenti tutti i notabili e poche sono le personalità al seguito del vice Doge, vestito di scarlatto.
La dolorosa rinuncia di Caterina al trono, in favore
di Venezia, è ormai lontana…
Eleonora Duse, figlia di attori girovaghi originari
di Chioggia, nasce a Vigevano il 3 ottobre 1858
nella stanza di un modesto albergo. Inizia a recitare
a quattro anni e per farla piangere in scena, dietro
le quinte, la picchiano sulle gambe. A quattordici anni coglie la sua prima affermazione a Verona nella parte di Giulietta nell’immortale dramma
“Giulietta e Romeo” di Shakespeare. A ventinove
è “capocomico”. A cinquantun anni un ritiro anche se non definitivo dalle scene. Elegge Asolo a
luogo di pace. Ma Eleonora Duse, considerata “la
più grande attrice di tutti i tempi”, non può essere racchiusa in questi pochi dati anagrafici. Sulla
scena affronta temi spinosi e realistici: il denaro,
il sesso, la famiglia, il matrimonio, il ruolo della donna nella società. Un repertorio moderno in
cui immette la linfa della sua sensibilità di donna
complessa, inquieta, contro corrente, minata dalla
tisi e dalla vita sentimentale appassionata e dolorosa. Giovanissima conosce l’inganno dell’amore
e lo strazio della morte del figlio neonato; cerca
rifugio nel matrimonio che si conclude con il di-
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CONOSCERE
vorzio, nonostante la nascita di una figlia.
E poi amori, tanti amori, anche “particolari”. Vive
le passioni più intense con il letterato Arrigo Boito,
“amico, amante e maestro”, e con il poeta Gabriele
D’annunzio che la chiama “divina”
ma la tradisce spudoratamente.
Eleonora lo ama con passione “devastatrice” e generosa, portando al
successo i drammi accolti con favore
dal pubblico grazie alle sue interpretazioni. La fine del suo tempestoso
legame, durato una decina d’anni,
coincide con l’abbandono ancora
non definitivo delle scene. L’attrice
che aveva gridato la propria disperazione attraverso i personaggi interpretati, cerca la pace e il silenzio.
Scrive a un amico:”Asolo è bella
e tranquilla, paesetto di merletti e poesia. Non è
lontana da Venezia che amo. Questo sarà l’asilo
della mia ultima vecchiaia e qui desidero essere
sepolta”. Ma la pace faticosamente ritrovata nella
casa dell’elegante Via Canova, è interrotta dallo
scoppio della Prima Guerra Mondiale, e Asolo,
ai piedi del Monte Grappa, è al centro del grande
sconvolgimento. Eleonora non si risparmia e porta
conforto tra i soldati e i feriti. Le sue
risorse economiche si assottigliano
ma rifiuta la pensione offerta dal governo italiano. Nel 1916 accetta di
partecipare al film muto “Cenere” e
torna a recitare, ad affascinare (pur
esprimendosi in italiano) i pubblici
di Mosca, Londra, Parigi, Vienna,
anche se la sua voce, sempre più
spesso, si smorza in un sussurro.
Nel 1923 parte per una lunghissima
tournée negli Stati Uniti. Si spegne
a Pittsburgh, in una stanza d’albergo
il 21 aprile 1924, un lunedì di Pasqua. La “regina delle scene” riposa ad Asolo nel
cimitero di S. Anna, di fronte al Monte Grappa.
Giò Zanuso
Le “brevi”
- La Marca Trevigiana, da fine agosto agli inizi di
dicembre, valorizza i frutti della sua terra con un
ricco calendario di Sagre e Feste che richiamano
numerosissimi visitatori e appassionati. Ecco una
parziale panoramica a partire dal prodotto sovrano.
Festa del Radicchio (Treviso - Castelfranco Veneto); Festa dell’asparago biamco (Badoere); Sagra
del peperone (Zero Branco); Festa del Fagiolo
Borlotto Nano di Levada (Covolo); Festa della
mela (Monfumo); Palio dea poenta (Castelminio
di Resana); Festa della castagna (Tarzo); Festa dei
maroni IGP (Combai - Pederobba); Festa dei funghi (Nervesa); Festa di “San Martino tra i sapori
d’autunno” (Paese); Mostra dei vini del Montello
e dei Colli Asolani (Volpago del Montello); Festa
della zucca (Sernaglia della Battaglia).
E non finirebbe qui…
- Il “Castello di Roncade”, con l’antica cappella
privata, è una delle più caratteristiche testimonianze dell’architettura veneta. Una visita guidata
può far apprezzare l’elegante estetica della villa,
la suggestiva passeggiata nel vigneto e la cantina
dove si conoscono i segreti della vinificazione e
dell’invecchiamento del nettare d’uva.
La Villa è adibita a eventi aziendali, matrimoni,
feste.
- Il patrizio veneziano Leonardo Emo, nella sua
fiorente tenuta agricola a VEDELAGO, introdusse per
la prima volta in Veneto la coltivazione del mais,
che diventò il prodotto tipico di queste campagne
e base dell’alimentazione contadina.
- Il nome della località FOLLINA deriva da “follare”,
l’attività di lavorare la lana dei monaci che nel XII
secolo vi fondarono l’Abbazia di Santa Maria.
- Il bosco del CANSIGLIO è la testimonianza superstite di quello che era nel 1500 il “bosco da reme”,
la riserva di legname per la potente flotta della Serenissima che da questi tronchi ricavava alberi e
remi.
- Il termine “foresto” ad ASOLO indica una via in
pendenza e il “Foresto Vecchio” è l’antica discesa
che dal centro storico porta al Borgo Casella in
una suggestiva cornice all’ombra di alberi secolari, tra case e mura di cinta.
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LETTURE
Una vita da laringectomizzato
I ricordi, le angosce, la ribellione, l’accettazione, la famiglia,
l’impegno, la ripresa, gli ostacoli, le sconfitte, le soddisfazioni
Premetto, non sono uno scrittore; proverò ugualmente a descrivere fatti ed emozioni vissuti in
questi lunghi anni da laringectomizzato. I vari
ricordi non saranno certamente in ordine con cui
sono avvenuti. Quanto scriverò, spero possa infondere fiducia ai neo operati di tumore, non solo
alla gola, ma in qualunque parte del corpo. Questo
tremendo male può essere sconfitto, si deve essere convinti di questo e avere fiducia nei medici ai
quali ci siamo affidati. Gli interventi e le cure permettono di sconfiggerlo in moltissimi casi; certo
la prevenzione è la base per la vittoria finale, l’indifferenza e la paura sono amiche del tumore. Per
vincere su questo male spesso dobbiamo perdere
parte del nostro corpo, nel mio caso la laringe, la
parte preposta a creare la voce e altre funzioni respiratorie atte alla protezione bronco polmonare.
Avevo 42 anni quando da un banale raffreddore la
voce rimaneva bassa e un po’ roca, con una tosse
stizzosa, da qui la necessità della visita da un otorino è stato un passaggio obbligato. Già alla prima
visita la cosa era sospetta, poi la realtà del prelievo istologico, carcinoma sulla corda vocale dx.
Una, la soluzione, laringectomia totale; il resto era
da vedere dopo l’intervento. Ricordo come allora
quei tremendi giorni, la disperazione, la paura e
l’incredulità (perché proprio a me?); vedevo solo
i lati negativi del male, ero terrorizzato di lasciare
mia moglie con una bambina di due anni da crescere. Non so come a un certo punto mi sono ribellato, dovevo vincere il tumore per i miei cari,
accettare ciò che stava avvenendo con serenità e
convinzione, ripeto dovevo far crescere mia figlia
con serenità e aiutare mia moglie Aurora in questo
arduo compito. A Silvia devo poi la spinta maggiore alla ripresa (cioè alla parola) una sua piccola
frase rivolta alla mamma mi ha imposto la ripresa e il successo con una discreta vocalizzazione e
buona fluidità al discorso. Trovare uno scopo per la
ripresa è fondamentale, io l’ho trovata nella famiglia e a essa mi sono dedicato in tutto e per tutto;
il risultato è stato ottimo ed è stato ricambiato nel
modo migliore. Ricordiamoci che per ogni operato di tumore il supporto familiare è indispensabi-
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le, personalmente ho una moglie alla quale devo
dire grazie di tutto, anche se non è facile per me
dimostrarlo; anche per iscritto ho problemi a trovare le parole giuste per dimostrare la gratitudine.
L’unico problema è stato il lavoro, questo è il tasto dolente, purtroppo avevo un lavoro non adatto
a un laringectomizzato. La ditta per cui lavoravo
ha ritenuto che ero un peso morto, non potendo
svolgere il lavoro al quale ero preposto e volendo
dare il posto vacante ad altro dipendente, hanno
pensato bene di stancarmi e farmi dare le dimissioni. Anche le istituzioni mi hanno ostacolato, in
quanto avevano deciso che non ero più un invalido
perché reinserito nella società, e solo dopo vari ricorsi mi è stata riconosciuta l’invalidità. Nessuno,
purtroppo, assume un laringectomizzato con la
scusa dei vari problemi respiratori, lo posso asserire con certezza perché ho bussato a diverse ditte
e tutte gentilmente ma decisamente hanno detto di
“no” per i motivi sopraddetti. Soprattutto chi come
me, faceva un lavoro rischioso per l’uso di sostanze tossiche e irritanti per le mucose, non era più
adatto al lavoro stesso. Il mio lavoro era manutentore di impianti termo elettrici, dopo l’intervento il
solo entrare in una centrale termica con caldaia in
funzione mi toglieva il respiro. Questo non mi ha
LETTURE
fermato e sono giunto sin qui in modo onorevole
e senza dire grazie a nessuno. Avendo ripreso a
parlare con voce esofagea in poco tempo, e l’associazione avendo necessità di nuovi rieducatori, ho
partecipato al secondo corso indetto dalla stessa
nel 1980 e ho iniziato subito a insegnare, prima
come sostituto, poi nel 1981, come effettivo nel
centro dell’ospedale di Legnago. Qui ho avuto le
più belle soddisfazioni e le più grandi sconfitte,
quei vent’anni sono volati ed è stata la distanza a
farmi fermare. Quei cento chilometri pesavano in
tutti i modi, soprattutto sulla qualità del servizio,
perciò dissi “basta” passando il testimone ad altri.
Ma incontrai il Dott. Turetta che mi chiese di aprire un centro anche presso l’ospedale Sacro Cuore
di Negrar e dal 2001 opero là. Come rieducatore
non posso valutarmi, sono esigente con gli allievi,
che so possono parlare, ma indulgente e attento
con chi ha problemi. Questo posso affermarlo con
certezza, tutto il resto è soprattutto volontà del neo
operato. Il carattere mi fa dire ciò che vedo e sen-
to, perciò dico chiaramente ai pazienti che senza
impegno non parleranno mai; questo dà fastidio a
molti, ma l’esperienza di trent’anni mi dice di non
illudere mai i nuovi allievi, anzi di fare in modo di
stimolarli, studiare assieme la soluzione migliore
perché un neo laringectomizzato deve assolutamente comunicare con gli altri, tutte le possibilità
sono valide, compresa quella del vecchio laringofono. I colleghi sono in parte contrari, lascio a loro
la scelta, io non voglio criticare o elogiare nessuno. Ripeto: quello che desidero è vedere tornare il
sorriso negli occhi del neo operato. Non so quanto
tempo insegnerò ancora e quali saranno le soddisfazioni possibili da ricavare, ciò che ho fatto o
che farò sarà con impegno e con il cuore, la soddisfazione più grande è dare ciò che si può senza
chiedere mai nulla in cambio.
Auguri a tutti i malati di tumore e che lo combattono con la convinzione di vincere.
Giuseppe Magagna (Verona)
Quando si dice il caso…
Era una mattina di fine
luglio, mattinata
dal
tempo bello,
camminavo
sulla battigia.
Lentamente,
perché essendo in vacanza, non avevo né meta né fretta di arrivare in
qualche posto a qualche ora. Ero distratto a guardare il mare calmo, l’acqua abbastanza limpida
e trasparente e la riva dove abbassavo lo sguardo
alla ricerca di conchiglie un po’ particolari. A un
certo momento davanti a me, a una certa distanza, ho visto una persona che camminava anche lui
lentamente; mi sono fermato ad aspettare che arrivasse dov’ero io.
Più si avvicinava, più distinguevo quell’uomo che
portava una bandana al collo proprio come faccio
io. Si è fermato, io ho fatto il gesto che indicava
la bandana e lui ha fatto lo stesso. Ci siamo capiti senza parlare: eravamo due laringectomizzati al
mare. Ci siamo dati la mano e salutati, ciao. Lui
veniva da Padova città, era operato dal ‘95 e non
parlava, perché non aveva il laringofono. Si chiamava Primo, ci siamo salutati con un “arrivederci” al giorno dopo alla stessa ora. Puntualmente
ci siamo ritrovati e parlando del più e del meno
mi disse che a casa non lo lasciavano parlare con
la voce esofagea ma preferivano che parlasse con
il laringofono. Gli ho detto che si faceva capire
benissimo e che proseguisse a parlare come era
capace. Aveva tutta la mia comprensione.
Le vacanze sono finite ma mi resta il ricordo di uno
come me, al mare, da solo, felice di camminare, di
incontrare una persona come lui, laringectomizzato. Anche un incontro casuale con una persona
che vive come me, riesce a far sì di non dimenticare quello che faccio verso gli altri, mi sprona, mi
invita a continuare e a migliorare sempre.
P.S. Primo, penso proprio che non ti dimenticherò
e se il prossimo anno tra 15 e il 31 luglio passerai
nei pressi dell’Ospedale di Jesolo, fatti vedere perché penso che ci sarò. Arrivederci, amico Primo!
Efrem Carraro (Treviso)
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LETTURE
Sul cappello che noi portiamo…
L’ 84a Adunata nazionale Alpini
Dalla tribuna alla TV
È successo proprio così: a Bergamo stavo in tribuna, almeno fino a quando sono sfilati, davanti alle
autorità e al ricco medagliere, gli amici Alpini del
Gruppo To-Alpette; in seguito, sono stato lungo il
percorso per applaudire, incitare e salutare tante
altre «penne nere», in particolare quelle di Fontigo, di Possagno, di Vittorio Veneto, di Cividale del
Friuli, di Orzano, ecc. Per l’84ª Adunata, invece,
ho dovuto accontentarmi di assistere all’evento
davanti l’apparecchio televisivo. Non c’è stato tradimento da parte mia! Si sono quasi sovrapposte
le date di due importanti avvenimenti: l’Adunata,
a Torino, e il corso annuale sul tema «Tecniche
riabilitative dopo laringectomia», a Verona, organizzato, dall’Associazione Oncologica Italiana
Mutilati della Voce, alla quale appartengo e della
quale sono un modesto consigliere provinciale.
Rientrando sabato sera nella mia città, non ho avuto la forza, né il coraggio di ripartire… Ho seguito
comunque la festa: l’occhio delle telecamere, oltre a Piazza San Carlo, spaziava verso Via Roma,
sia nella direzione della Stazione di Porta Nuova
che in quella di Piazza Castello (proprio sull’angolo dal quale, non ricordo più l’anno, è iniziata
la mia unica «STRATORINO»). Nel corso della
mattinata, ho visto «Rai 3»; solo a una cert’ora del
pomeriggio, mi sono accorto che su «Rete Veneta»
davano in diretta tutta la manifestazione, che ho
guardato fino alla sua conclusione, quando sono
passate per la Piazza le tante bandiere tricolori.
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È stata una vera gioia per gli occhi, ma pure le
orecchie hanno avuto la loro parte, hanno contribuito ad aumentare la mia solitaria commozione: per
gli Alpini caduti («andati avanti») in Afghanistan,
per quanto si sono prodigati nell’ultimo grave terremoto all’Aquila, per l’attività svolta a Lampedusa in favore dei profughi e dei locali; ancora: perché si sono adoperati per far giungere nel lontano
paese asiatico le macchine messe a disposizione
da Pinerolo per una scuola tessile a favore delle
giovani del posto. Qualche giorno dopo, l’amico
Adriano, di Biancade, raccontandomi, al telefono, le sensazioni riportate dalla sua esperienza
torinese, teneva precisare che, nonostante avesse
partecipato a diverse Adunate, mai aveva avvertito
tanto affetto e calore da parte della popolazione, al
punto di commuoversi. Al che ho ribadito: «Non
mi stupisco di ciò, uguale sensazione l’ho avuta
io, pur rimanendo a casa!»… Prima di chiudere, se
gli amici di «Sú le bràje» me lo consentono, vorrei
invitare, almeno quanti hanno avuto o convivono
con un familiare colpito da affezioni oncologiche
alla laringe, ad aiutare la su citata Associazione
A.O.I.M.d.V., disponendo, nella dichiarazione dei
redditi, l’assegnazione del 5‰ al seguente Cod.
Fisc. 80025880230.
Giovanni Bianchini (Venezia)
Da «Sú le bràje!», notiziario del Gruppo
«To-Alpette» dell’A.N.A. – Sezione di Torino.
LETTURE
“Con le ali nel cuore”
Quando il colore è vita:
una mostra speciale
In luglio ho trascorso una breve vacanza a Jesolo, dove le occasioni di
svago sono proposte a ritmo continuo. La locandina che segnalava una
mostra di pittura ha attirato la mia attenzione non solo perché amo dipingere, ma anche per l’antico detto cinese: “Il battito d’ali di una farfalla
può provocare un uragano dall’altra
parte del mondo”. Mi sono chiesta
come fosse possibile. L’ho capito non
appena ho letto la vicenda umana degli artisti, esposta accanto ai quadri.
Il mio “guardare” si è arricchito di
emozione e stupore perché quei quadri erano frutto di una vittoria di artisti “speciali”
dalla vita congelata dall’immobilità di braccia, di
gambe o di entrambi gli arti. Quadri “speciali”,
creati da pennelli tenuti dalla bocca o da un piede. Eppure attraverso le modulazioni cromatiche
da quei dipinti si coglieva il respiro della vita, la
suggestione della natura, la conquista di piccole,
grandi gioie del quotidiano e una sensibilità resa
più acuta e penetrante dalla disabilità fisica. Mi è
stata chiara la profonda saggezza di quell’antico
detto: il vibrare del cuore di quegli artisti disabili,
lieve come il battito d’ali di una farfalla, prorompeva con impeto nei cuori del lontano, irragiungibile mondo dei normodotati.
Amalia Belloni (Milano)
Poesia di … Marca
(Nel dialetto Veneto-Trevigiano dell’Opitergino-Mottense)
Stradhèe
‘Sta strissa scura de ‘sfalto
(che so èsser stàdha bianca,
‘na volta, e pì strenta), strada
che tajia drio ‘e case, el paese,
che va, dreta, verso ‘a lontana
sagoma vioéta dee montagne
a bona biava, zàea, alta, fòjie
longhe come spade; a zhanca
un canp a pustòca, un gat biso
in mèdho, el pass lidhièro dea cacia.
De’à el colmo dolzh de l’àrzene,
‘a spiuma verda dee cassie e po’
(no’ la vede, ma sinte ‘a só santa
presenza) l’aqua ciara dea Livenza.
E ‘sta lìnia tiràdha passando via,
te un bàter de zhéjie, pa’ travèrs
aa strada, ciapa drento tut un mondo,
amór e memoria, pianura e poesia:
vede un bòcia, fra ‘e rame, un nido
de nogarini in man; vede ‘l forgón
de mé pare, drio un morèr, lu sentà
contro ‘l tronco, ‘a Gazéta rosa soto
el cul, fumar aa só scaeògna; sinte
el crack dee cane, l’ansàr dea Magalì,
i becóni rossi tee ganbe nude, là, fra
zhope e radìse; vede mé fradhél cuzhà
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drio ‘a riva, ‘a cana in man, ‘na tinca
che salta, che sbate ‘a coda te l’erba…
Mondo mio, caro, de zhièse e tenporài,
de vose e orazhión, mondo cèo de sói
e paròe, de sesti poaréti, sì, ma sinceri…
Nissùna nostalgia passe insieme a l’aria,
là, fra l’erba alta sora l’àrzene: chel ieri
l’é ‘ncora qua, co’mì, fra i òci e ‘l cuòr.
Fabio Franzin
Vive a Motta di Livenza. Ha vinto premi nazionali e internazionali. Poeta
e scrittore dilettante di straordinaria
sensibilità e ricchezza interiori.
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RUBRICHE
Attenti al lupo!
In questi tempi il diavolo
fa le pentole e pure i coperchi
Alla nostra redazione è pervenuto via e-mail un prezioso avvertimento e, dato che può essere un
aspetto della solidarietà, molto
volentieri ve lo “passiamo”.
Una sera, mentre percorrevo
una via secondaria per tornare
a casa, ho notato, sul seggiolino
di un’auto ferma a bordo della
strada, un bambino coperto da
un panno.
Non so spiegare perché - e la ragione poco importa - ma non mi
sono fermata…
Quando sono arrivata a casa,
ho telefonato alla polizia che mi
ha assicurato che sarebbe andata a vedere. Nel contempo, però,
ecco quello di cui la polizia mi
ha informata: le bande di malviventi, i Rom e i ladri stanno
escogitando vari stratagemmi
perché gli automobilisti (soprattutto donne) fermino il proprio
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veicolo e ne scendano (in zone
isolate).
Il metodo praticato da certe
bande consiste nel posizionare
una macchina lungo la strada
con un falso bebè seduto dentro, aspettando che una donna si
fermi per andare a vedere quello che lei crede essere un bimbo
abbandonato.
Da notare che la macchina è
solitamente messa vicino a un
bosco e a un campo con l’erba
alta: la persona che ha la malaugurata idea di fermarsi sarà
trascinata nel bosco, violentata,
picchiata e derubata…
Non fermatevi mai, ma chiamate
il 113 appena possibile, raccontando quello che avete visto e
dove l’avete visto, MA CONTINUATE LA VOSTRA STRADA!
Altro espediente: se, mentre state guidando, vi “arrivano” delle
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uova sul parabrezza, non fermatevi, ma soprattutto non azionate
il lavavetri, perché le uova miste
all’acqua diventano collose e vi
oscurerebbero il parabrezza fino
a più del 90%!
Sareste allora costretti a fermarvi a bordo della strada, diventando potenziali vittime di
criminali.
Ecco qualcuna delle nuove tecniche utilizzate dalle gang.
Informate i vostri amici.
Ringraziamo l’anonima amica
(ma in questo caso l’anonimato
si può accettare!…) e cogliamo
l’occasione per invitare i “cittadini attenti” a segnalarci altri
utili avvertimenti che potrebbero
costituire in Sottovoce lo sportello rubrica “Attenti al lupo!”
In attesa, con fiducia.
La Redazione
soluzioni per il benessere
delle persone laringectomizzate
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