scheda di sala - - Teatro Comunale di Monfalcone

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scheda di sala - - Teatro Comunale di Monfalcone
Prossimi concerti
Discografia
Programma
Giovedì 2 febbraio 2012
I Balletti russi, Diaghilev e i suoi musicisti
BRUNO CANINO pianoforte
ANTONIO BALLISTA pianoforte
Debussy/Stravinskij
Sonata per viola da gamba e clavicembalo in sol minore BWV 1029
J. Savall - T. Koopman/Alia Vox
H. Perl - M. Behringer/Haenssler
K. Kashkashian - K. Jarrett/ECM
G. Balestracci - B Rannou/Zig Zag
J. Manson - T. Pinnock/Avie
P. Pandolfo - M. Hunninger/Glossa
Johann Sebastian Bach (1685 - 1750)
Giovedì 16 febbraio 2012/‘900&oltre
QUARTETTO MINETTI
Beethoven/Ligeti/Stravinskij/Mendelssohn
Mercoledì 29 febbraio 2012
ENSEMBLE ZEFIRO
Beethoven/Mozart/Rossini
Trio Sonata in mi bemolle maggiore (da BWV 525)
Fratelli Kuijken/Accent
Camerata Köln/CPO
Brook Street Band/Avie
London Baroque/Bis
L’Offerta Musicale BVW 1079
Fratelli Kuijken/Deutsche Harmonia Mundi
Le Concert des Nations - J. Savall/Alia Vox
Concentus Musicus Wien - N. Harnoncourt/Warner
Amsterdam Baroque - T. Koopman/Challenge
Comune di Monfalcone
Servizio 1 - Attività Culturali e di Promozione Territoriale
con il contributo di
Ministero per i Beni e le Attività CulturaliDirezione Generale per lo Spettacolo dal Vivo
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia
in collaborazione con
Fazioli Pianoforti
Bogaro&Clemente
Assessore alla Cultura
Paola Benes
Direttore artistico
Filippo Juvarra
Dirigente del Servizio
Giovanna D’Agostini
Discografia a cura di
Informazioni
[email protected]
www.teatromonfalcone.it
www.facebook.com/teatromonfalcone
Stampa a cura di
Stylus Phantasticus - Via dei Calzolai, 2 - Udine
Sonata per viola da gamba e clavicembalo in sol minore BWV 1029
Vivace
Adagio
Allegro
Teatro Comunale
di Monfalcone
Musica 2011-2012
Programma
Trio Sonata in mi bemolle maggiore (da BWV 525)
Allegro
Adagio
Allegro
***
L’Offerta Musicale BVW 1079
Ricercar a 3 (clavicembalo)
Canon Perpetuus super Thema Regium (violino, flauto traverso,
viola da gamba)
Canon a 2, cancrizans (clavicembalo)
Canon a 2, Violino in unisono (clavicembalo volino)
Canon a 2, per motum contrarium (traverso, clavicembalo)
Canon a 2, per Augmentationem, contrario motu (viola da gamba,
clavicembalo)
Canon a 2, per Tonos (violino,clavicembalo)
Fuga canonica in Epidiapente (clavicembalo, traverso)
Ricercar a 6 (clavicembalo, violino, traverso, viola da gamba)
Quaerendo invenientis: Canon a 2 (clavicembalo)
Quaerendo invenientis: Canon a 4 (clavicembalo)
Sonata Sopr'il Soggetto Reale (traverso, violino, continuo)
Largo
Allegro
Andante
Allegro
Canon Perpetuus (traverso, violino, continuo)
BARTHOLD KUIJKEN flauto traverso
SIGISWALD KUIJKEN violino
WIELAND KUIJKEN viola da gamba
EWALD DEMEYERE clavicembalo
Mercoledì 18 gennaio 2012 ore 20.45
BARTHOLD KUIJKEN flauto traverso
SIGISWALD KUIJKEN violino
WIELAND KUIJKEN viola da gamba
EWALD DEMEYERE clavicembalo
Concerto realizzato in coproduzione con
Gli interpreti
Sigiswald Kuijken è nato nel 1944 nelle vicinanze di Bruxelles.
Ha studiato violino al Conservatorio di Bruges e Bruxelles,
completando i suoi studi sotto la guida di Maurice Raskin nel
1964. Fin da giovane si è interessato alla musica antica,
assieme al fratello Wieland. Nell’approfondire lo studio della
prassi esecutiva del XVII e XVIII secolo ha introdotto una
nuova tecnica violinistica (lo strumento non è più tenuto sotto
il mento, ma appoggiato liberamente sulla spalla) che a partire
dagli anni Settanta è stata approvata e fatta propria da molti
esecutori. Dal 1964 al 1972 Sigiswald Kuijken fece parte dell'
Ensemble Alarius con Wieland Kuijken, Robert Kohnen e
Janine Rubinlicht, esibendosi in tutta Europa e negli Stati Uniti.
Successivamente ha collaborato con i maggiori specialisti di
musica antica quali i suoi fratelli Wieland e Barthold, Gustav
Leonhardt e Robert Kohnen, come pure Anner Bylsma, Frans
Brüggen e René Jacobs. Nel 1972, su suggerimento della
Deutsche Harmonia Mundi, ed assieme a Gustav Leonhardt,
ha fondato l'orchestra barocca La Petite Bande. Nel 1986 ha
fondato il Kuijken String Quartet (con François Fernandez,
Marleen Thiers e Wieland Kuijken). Dal 1971 al 1996 Sigiswald
Kuijken ha insegnato violino barocco presso il Conservatorio
Reale a L'Aja; dal 1993 ha insegnato presso il Conservatorio
Reale a Bruxelles. Ha inoltre tenuto corsi al Royal College of
Music di Londra, alla Salamanca University e all'Accademia
Chigiana di Siena. Sin dal 1998 Sigiswald Kuijken dirige anche
orchestre sinfoniche di strumenti moderni per l’esecuzione di
Beethoven, Schumann, Brahms, Mendelssohn. Il 2 febbraio
2007 Sigiswald Kuijken ha ricevuto il dottorato onorario presso
la K.U. Leuven.
Barthold Kuijken è cresciuto a Bruges, dove ha ricevuto la sua
prima educazione musicale presso il Conservatorio della città. Ha
poi continuato gli studi di flauto presso i Conservatori Reali di
Bruxelles e L’Aia. Anch’egli attratto dalla musica antica eseguita
su strumenti originali, si è specializzato in flauto traverso da
autodidatta, formandosi sulla letteratura trattatistica del XVIII
secolo ed altri autorevoli testi dedicati alla prassi esecutiva, oltre
che applicandosi direttamente sugli strumenti conservati nei
musei e in collezioni private. Come solista, camerista e direttore,
Barthold Kuijken si è esibito in tutto il mondo.
Dal 1977 insegna al Conservatorio Reale di Bruxelles e de L’Aia.
Wieland Kuijken consegue il Diploma superiore di violoncello
nel 1959 al Conservatorio Reale di Bruxelles. Sviluppa da
autodidatta il suo interesse per la viola da gamba e in generale per
la prassi esecutiva della musica del XVII e XVIII secolo; come
violista da gamba suona con l’Ensemble Alarius di Bruxelles dal
1959 al 1972. Alla fine degli anni Sessanta comincia a lavorare
regolarmente con i migliori specialisti del repertorio barocco (tra
gli altri Gustav Leonhardt, Frans Brüggen, Alfred Deller) e con i
due suoi fratelli Barthold e Sigiswald Kuijken e il clavicembalista
Robert Kohnen. Wieland Kuijken ha insegnato al Conservatorio
Reale de L’Aia dagli anni settanta al 2009. Ha tenuto inoltre corsi
di perfezionamento a Insbruck, negli Stati Uniti ed in Giappone.
La sua interpretazione delle Suites di Bach al violoncello è
considerate tra le più autorevoli. Spesso è invitato da ensemble
orchestrali di tutto il mondo come maestro concertatore e
direttore in varie produzioni.
Ewald Demeyere ha studiato al Koninklijk Vlaams
Muziekconservatorium di Anversa dove, conseguendo il primo
premio nelle discipline di armonia, contrappunto e fuga, si è
diplomato in clavicembalo sotto la guida di Jos van Immerseel nel
1997. Al termine degli studi è diventato docente di armonia
contrappunto e fuga nel medesimo istituto e nel 2002 è succeduto
a Jos van Immerseel come docente di clavicembalo.
Dedicatosi alla musica da camera ha lavorato con, tra gli altri,
Barthold e Sigiswald Kuijken, Paul Dombrecht e dal 1993 è stato
membro de La Petite Bande e del Fondamento.
Nel luglio 2004 è stato ospite d’onore al Festival Musica Antiqua
di Bruges. Ha preso parte a molte registrazioni radiofoniche e
televisive; tra i suoi recenti cd per l’etichetta Accent si ricordano,
le Sonate per tastiera di Thomas Augustine Arne, Sonate e Fughe
di Wilhelm Friedmann Bach, Sonate per flauto e clavicembalo di
Johann Sebastian Bach con Barthold Kuijken, Johann Sebastian
Bach Il Giovane Virtuoso, le Sonate per flauto e basso continuo di
Carl Philipp Emanuel Bach con Barthold Kuijken, i Pièces de
Clavecin di Josef Hector Fiocco, le Sonate di Domenico Scarlatti.
Nel 2006 ha fondato l’Orchestra Barocca Bach Concentus che ha
debuttato nel Novembre 2007 al Bozar di Bruxelles. Un doppio CD
con le Suite per orchestra di Johann Bernhard Bach e Georg
Philipp Telemann è stato realizzato da Accent. La sua tesi di
dottorato all’Università di Anversa ha come oggetto L’Arte della
Fuga di Bach. Possiede un clavicembalo costruito da Augusto
Bonza (Milano 2003), copia di uno strumento costruito da Henri
Hemsch a Parigi nel 1736.
Note al programma
Sonata per viola da gamba e clavicembalo in sol minore BWV
1029
Il corpus di tre sonate per viola da gamba e clavicembalo (BWV
1027-1029) non sembra rispondere, nelle intenzioni compositive
di Bach, a un programma organico e unitario, come prima era
stato per le opere per violoncello. Tuttavia la composizione delle
sonate si può riferire con certezza al periodo di permanenza del
compositore a Köthen, nella cui cappella di corte Christian
Ferdinand Abel, eccellente virtuoso dello strumento, ricopriva il
ruolo di “gambista” e dove il principe Leopold era un
appassionato e ottimo dilettante dello strumento. Due eccellenti
presenze, dunque, che stimolano il compositore a concentrare i
propri sforzi creativi sulla viola da gamba, della quale Bach riesce
a far risaltare in modo sublime il timbro vellutato e il pathos
espressivo sonoro. La Sonata BWV 1029 è indubbiamente, fra le
tre, la pagina più complessa e ricca di spunti: tripartita nella
forma e vicina alla struttura del concerto (le precedenti sono
legate, invece, alla sonata da chiesa), la Sonata è “un capolavoro,
con un primo tempo in straordinaria espansione, ricchissimo di
articolazione ritmica, geniale nella proposta di strutture
concertanti, in un tumulto di “pittoresche” immagini [...]. Di
grande bellezza è anche il breve adagio bipartito, dalla trama
lievissima. E il finale è d’una straordinaria ricchezza tematica,
nella quale l’arte del cantabile si esplica in completa evidenza
(Alberto Basso).
Trio Sonata in mi bemolle maggiore (da BWV 525)
La Sonata in trio in mi bemolle maggiore BWV 525 composta a
Lipsia nel 1727, è la prima di sei sonate che Bach stesso riunisce,
affidandosi a temi già proposti in passato. Originariamente nate
come Orgeltrios, le sei sonate BWV 525-530 hanno assunto poi la
connotazione della Sonata a tre, evidentemente influenzate della
struttura formale del concerto italiano.
Il primo movimento porta l’indicazione tipicamente barocca di
Allegro di concerto e scorre sull’imitazione e sullo scambio delle
parti tra le voci superiori. Il secondo movimento evidenzia la
cantabilità solistica delle parti acute mentre il terzo, in stile di
fuga, risulta come una giga bipartita di 32 battute per sezione.
L’Offerta Musicale BVW 1079
“Occorreva rielaborare in modo più compiuto questo thema
veramente reale e farlo conoscere quindi al mondo”: così cita
parte della dedica dell’Offerta Musicale, con la quale Bach rende
omaggio a Federico II di Prussia. Nel 1747 il compositore visita
Potsdam e in quell’occasione il sovrano gli propone un proprio
tema che Bach rielabora in loco al clavicembalo,
improvvisandone con stupefacente perizia alcune variazioni.
Trae origine da questo semplice episodio la genesi di una delle
opere più significative, monumentali e complesse del genio
maturo del Maestro di Eisenach. Unitamente all’Arte della
Fuga, l’Offerta Musicale è la più importante prova della
speculazione, del rigore, della retorica, dello spirito razionale e
della solidità architettonica dell’arte compositiva bachiana.
Nelle più mature ricerche di Bach entra “come una folgore” la
purezza della tecnica musicale arcaica, che interviene sul
materiale musicale moderno scandendone la struttura con
delle regole ben definite. La “variazione”, alla base di tutte le
rielaborazioni speculative della tarda “ars rethorica” di Bach,
viene usata come strumento di scarnificazione, di
purificazione, di rigore dalla penna lucida e rivoluzionaria
dell’autore. “Tensione intellettuale, calcolo, giuoco, linguaggio
iniziatico governano l’Offerta Musicale” - citando ancora una
volta la grande firma di Basso. L’uso delle proporzioni
matematiche, la simbologia dei costrutti musicali, il celebre
acrostico d’apertura - Regis Iussu Cantio Et Reliqua Canonica
Arte Risoluta - le cui iniziali costruiscono la parola “Ricercar”,
gli infiniti espedienti logici e combinatori non sono solo la
prova della stupefacente sicurezza del linguaggio musicale di
Bach, ma impongono anche un alone di imperscrutabile e
affascinante mistero religioso ed ermetico a queste pagine: gli
“affetti” e la “ratio” si incontrano ai massimi vertici artistici,
sublimandosi in una dimensione quasi soprannaturale.
L’opera è composta da due Ricercari, una Sonata a tre, nove
canoni e una fuga: la complessità anche interna dei singoli
numeri lascia presupporre che l’attività speculativa non fosse
soltanto un ossequio al sovrano, appassionato di retorica (in
particolare di quella ciceroniana) né un omaggio alla bravura
del violista di corte, ma celasse anche necessità più profonde
legate all’urgenza interiore delle ricerche di Bach, oltre che
all’attività del compositore in seno alla “Korrespondierenden
Sozietät der musikalischen Wissenschaften” (Società delle
Scienze Musicali), fondata da Mizler. Di essa Bach era membro
dal 1747 e ne seguiva i precetti e gli scopi scientifici. Alla base
della ricerca della Società Mizleriana i criteri scientificomatematici comuni che elevano le più diverse discipline al
rigore e all’assolutezza: musica, filosofia, scienza, matematica
soggiacciono tutte alle stesse relazioni reciproche interne. Ogni
membro della società aveva il dovere di elaborare e rendere
pubblico un contributo scientifico delle proprie ricerche; con
buona probabilità L’Offerta Musicale potrebbe costituire un
esempio del lavoro di Bach in tal senso.
Clara Giangaspero